CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [02 luglio 2009]

Distribuitela, grazie.

Le profezie di Ross Perot*

Di Ralph Nader

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Mi sono chiesto spesso perché la gente che va ai "comizi cittadini", tenuti dai politici che fanno campagna, raramente fa domande fondamentali.

Eccone una che poteva essere fatta al candidato presidente B. Obama: "Se voi arriverete alla Casa Bianca, nominerete alle posizioni più alte Americani che hanno un'esperienza record nel prendere le decisioni giuste nei loro settori rispettivi?"

"Certamente, lo farò", Obama avrebbe risposto senza dubbio.

Certamente, egli non lo fece quando si verificò il collasso dei casinò corrotti di Wall Street e il salvataggio di questi speculatori fatto dalla gente americana.

Obama scelse dei perfetti Wall Streeters e servi di Wall Street che erano coinvolti, compensati, o avvantaggiati dalla bisboccia speculativa che condusse al più grande schema di salvataggio governativo nella storia mondiale.

La spiegazione del Presidente è che vuole persone di esperienza che sanno come lavora Wall Street.

Si, giusto! In realtà, voleva copertura politica.

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Qualcosa di molto importante è dimenticato quando anche persone che fanno parte della classe dirigente sono ignorati, emarginati o ridicolizzati anche se i loro allarmi pubblici e dettagliati cercano di essere tutti molto accurati.

Pensate al miliardario, Ross Perot.

Negli anni '80 e '90, Ross, come tutti lo chiamano, aveva ragione su General Motors, sull'accordo NAFTA e sui deficit federali.

Nel 1984 entrò nel Consiglio di Amministrazione di GM dopo averle venduto la sua impresa di successo (EDS).

Egli riuscì a malapena a credere quanto fossero ottusi, burocratici e insensibili i dirigenti di GM che la dirigevano.

Egli cercò di svegliare i ragazzi al vertice per scontrarsi con la competizione di Asia ed Europa che cresceva veloce.

I capi di GM non potevano sostenere Ross "alla grande" e riformare tutta l'impresa, così nel 1986 essi comprarono le sue azioni in cambio delle sue dimissioni dal Consiglio.

Due anni dopo, riflettendo sulla sua esperienza a GM con un reporter di Fortune, Perot definì "il sistema di General Motors una coltre di nebbia che impedisce alla gente di fare ciò che sanno che andrebbe fatto".

Scaldandosi, Perot continuò: "Un giorno feci un discorso ad alcuni vecchi dirigenti. Dissi, Okay, ragazzi, vi dirò tutto quello che è sbagliato. Non amate i vostri clienti. Non amate i vostri concessionari. Non amate la gente che vi fa le auto. Non amate i vostri azionisti. E, in larga parte, non amate nessuno. Per far vincere questa impresa dovremo arrivare ad amare i nostri clienti. Non dobbiamo logorare i concessionari che fanno troppo denaro e non pensiamo che incassino $1 miliardo all'anno come noi. I ragazzi delle fabbriche sono il sale della terra - non cani - matti, rabbiosi, radicali nati per creare problemi. E tutto questo punzecchiarsi l'un l'altro - i ragazzi della finanza contro quelli delle auto - è terribilmente distruttivo".

GM non ascoltò Ross.

Ora, dopo una scivolata lunga e senza rallentamenti, GM è in bancarotta, abbandona i suoi operai, duemila dei suoi concessionari, e le rivendicazioni dei suoi clienti.

Tuttavia, GM deve al contribuente USA oltre $70 miliardi.

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Perot si dedicò molto al suo libro pubblicato nel 1993 Save Your Job, Save Our Contry to NAFTA and Trade.

Guardando indietro, aveva ragione quasi sempre.

Il NAFTA dissipa più lavori USA di quelli che creò; generò un enorme deficit commerciale con il Messico e beneficiò i "36 uomini di affari che possiedono i 39 conglomerati più grandi del Messico o oltre metà del PIL di quel paese".

Le fabbriche "maquiladora" situate al confine hanno alti ricambi di operai e li spremono con condizioni spesso insicure e bassi salari.

Perot descrisse così la scena dietro alle esultanze di Washington (DC) e delle imprese sul grande incremento commerciale dopo il NAFTA:

"La maggior parte delle merci prodotte nelle maquiladoras sono spedite nel mercato USA. Di fatto, la maggioranza del cosiddetto commercio tra USA e Messico non è tale almeno se lo si considera col significato solito. Piuttosto, in principio le imprese USA spediscono i loro macchinari, i componenti e le materie prime oltre il confine nello loro fabbriche messicane e dopo rispediscono le loro merci finite o semi lavorate indietro ancora oltre il confine negli USA".

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Una gran parte dell'industria dell'auto USA andò a sud dopo il NAFTA, lasciando i lavoratori e le comunità in difficoltà in Michigan e altri stati.

La bancarotta Chrysler progetta di spostare uno stabilimento moderno di motori da premio dal Wisconsin al Messico dopo aver preso i miliardi di dollari del salvataggio del contribuente.

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Sugli avvertimenti di Perot sul deficit visti sulla TV nazionale (con grafici) che aggiungere?

Certamente egli non immaginò quello che avrebbe visto dopo i suoi richiami squillanti.

Il peso sulla prossima generazione e i dollari di tassa deviati dalle necessità della nostra nazione per pagare gli interessi su questi miliardi di dollari di debito furono evidenziati molte volte quasi venti anni fa dall'imprenditore tessano.

Ha un sito web (perotcharts.com) dove aggiorna le perdite.

Nella Washington di Bush e Obama, non ci sono posti dove Perot abbia visibilità e sostegno.

E' un fatto che i politici di Washington ignorino i commentatori progressisti veggenti, come William Grieder, che era stato giusto in modo profetico.

E' veramente un'altra fuga dalla realtà il voltare le loro spalle anche ai leader stessi del mondo degli affari.

Ci sono molti come Perot che devono essere guardati dai notiziari quotidiani mentre dicono "vi dicemmo questo, ma voi non ci ascoltaste allora e non ci ascoltate ora".

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*Il titolo e i trattini fra le parti sono una nostra scelta (ndt)

Tradotto da F. Allegri il 13/08/2009

[July 02 2009]

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(Senza titolo)

By Ralph Nader

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I've wondered often why people who go to "town meetings" held by campaigning politicians rarely ask fundamental questions.

Here is one that should have been asked of presidential candidate Barack Obama: "If you get to the White House, will you appoint to top positions Americans who have a track record of making the right decisions in their respective fields?"

"Of course, I will", Obama would have undoubtedly replied.

Of course, he did not when it came to the collapse of the corrupt Wall Street casinos and the bailout of these gamblers by the American people.

Obama chose the very Wall Streeters and Wall Street servants who were involved in, condoned, or profited from the speculative binges that led to the biggest government bailout scheme in world history.

The President's explanation is that he wants experienced people who know how Wall Street works.

Yeah, right! In reality, he wanted political cover.

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Something very important is missing when even people who are part of the ruling establishment are ignored, marginalized, or ridiculed even though their detailed, public warnings prove to be all too accurate.

Consider billionaire, Ross Perot.

Back in the 1980s and 1990s, Ross, as everyone calls him, was right on General Motors, right on NAFTA trade, and right on the federal deficits.

In 1984, he joined the Board of Directors of GM after selling his successful company, EDS, to the auto giant.

He could scarcely believe how stodgy, bureaucratic, and insensitive GM executives were in running the company.

He tried to shake up the boys at the top to meet the fast-growing competition from Asia and Europe.

The GM brass couldn't stand Ross "at large" probing up and down the company, so in 1986 they bought out his shares in return for him leaving the Board.

Two years later, reflecting on his experience at GM with a reporter from Fortune, Perot called the "General Motors system a blanket of fog that keeps people from doing what they know needs to be done".

Warming up, Perot continued: "One day I made a speech to some senior executives. I said, Okay, guys, I'm going to give you the whole code on what's wrong. You don't like your customers. You don't like your dealers. You don't like the people who make your cars. You don't like your stockholders. And, to a large extent, you don't like one another. For this company to win, we're going to have to love our customers. We're going to have to stop fretting about dealers who make too much money and hope they make $1 billion a year though us. The guys on the factory floor are the salt of the earth - not mad-dog, rabid, burn-the-plant-down radicals. And all this sniping at one another - the financial guys vs. the cars guys - is terribly destructive".

GM didn't listen to Ross.

Now, after a long, relentless slide, GM is bankrupt, abandoning their workers, two thousand of their dealers, and their customers' grievances.

Moreover, GM is into the U.S. taxpayer for over $70 billion.

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Perot devoted much of his 1993 published book Save Your Job, Save Our Country to NAFTA and Trade.

Looking back, he was right most of the time.

NAFTA cost more U.S. jobs than it created, generated a huge U.S. trade deficit with Mexico, and mainly benefited the "36 businessmen who own Mexico's 39 largest conglomerates or over half of Mexico's Gross National Product".

The border-located maquiladora factories have high worker turnover and squeeze the laborers in often unsafe conditions for little pay.

Here is how Perot described the scene behind the boasting of Washington, DC, and corporations about the large increase in trade after NAFTA:

"Most of the goods produced in the maquiladoras are shipped into the U.S. market. Consequently, most of the so-called trade between the U.S. and Mexico is not trade as trade is commonly understood. Rather, it is primarily U.S. companies shipping their own machinery, components, and raw materials across the border into their Mexican factories and then shipping their finished or semi-finished goods back over the border in to the U.S".

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A good deal of the U.S. auto industry went south after NAFTA, leaving workers and communities stranded in Michigan and other states.

Bankrupt Chrysler is planning to move a modern, award-winning engine plant in Wisconsin to Mexico after receiving billions of dollars in taxpayer bailouts.

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On Perot's nationally-televised deficit warnings (with charts), what more need be said?

Even he did not envision what would pile up after his clarion calls.

The burden on the next generation and the tax dollars diverted from our country's needs to pay the interest on these trillions of dollars of debt were pointed out again and again nearly twenty years ago by the Texas entrepreneur.

He even has a website (perotcharts.com) updating the red ink.

In Bush's and Obama's Washington, there is no room for Perot to gain visibility and recognition.

It is one thing for the Washington politicians to ignore prescient progressive commentators, like William Grieder, who have been prophetically right on.

It is quite another escape from reality to turn their backs on leaders within the business establishment itself.

There are many like Perot who must be watching the day's news and saying "we told you so, but you didn\rquote t listen then and you are not listening now".

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PER UN'ANALISI DELLA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DI NADER LEGGI PICCINO 35

63 - Lettera aperta a Barack Obama sulla Palestina e sulla povertà

62 - Equivalenza polica (democrazia della pace e dello stato sociale)

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