CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [24 aprile 2009]

Distribuitela, grazie.

Obama e i 100 giorni di luci e ombre*

Di Ralph Nader

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"Mai più scritte piccole; non più termini e condizioni che confondono". L'ha detto Obama in settimana all'assemblea dei grandi promotori di carte di credito venuti alla Casa Bianca.

Poco prima Obama aveva detto alla stampa che "servono delle protezioni forti e attendibile per i consumatori che vietino aumenti ingiusti dei tassi e proibiscano penalità e onorari abusivi".

Questa retorica elevata piazza un carico pesante su Mr. Obama per affrontare il potere enorme dei capi della carta di credito e i loro alleati finanziari di Capitol Hill.

Inoltre ha mostrato un piccolo interesse per ripristinare un consigliere presidenziale sui consumatori come fece L. Johnson con la formidabile Betty Furness e come fece J. Carter con la leggendaria Esther Peterson.

I tempi della recessione profonda sono duri per gli oltre 200 milioni di consumatori della nazione.

Ancora non c'è una voce del consumatore alla Casa Bianca, nonostante che mesi fa i consumatori avessero chiesto a Obama di fare subito questo piccolo ufficio di difesa.

I capibanda aziendali hanno facile accesso alla Casa Bianca e al nuovo Presidente se questi capi vengono con le missioni di chiedere potere o in missioni di miseria per i salvataggi.

Quando si incontrerà con i capi principali dei gruppi di protezione del consumatore con milioni di membri che pagano il dovuto che potrebbero dare a lui la base per responsabilizzarsi e regolare la negazione della democrazia, il naufragio dell'economia e i dominatori aziendali?

"Dove è la Spina dorsale?" chiese Ruth Marcus, l'editorialista legale di solito moderata del The Washington Post.

Il 15 Aprile 2009 lei scrisse: "Quando combatterà il Presidente Obama, e quando ripiegherà? Questo non è del tutto chiaro - e inizio a preoccuparmi poiché potrebbe esserci un'inclinazione un po' troppo presidenziale a raggrinzirsi".

Ms Marcus afferma che "malgrado tutta l'enorme grancassa del fare scelte dure e del fronteggiare gli interessi radicati, c'è stata un'evidenza leggermente disturbante della buona volontà del nuovo presidente di fare quello".

Questo è il caso persino fra i suoi alleati al Congresso; mai pensare ai suoi avversari.

Proprio 4 giorni dopo, The New York Times mise un articolo notizia a pagina 1 che diceva che Obama "è ben noto per le proposte ardite che hanno alzato le attese, ma la sua presidenza ha mostrato una tendenza al compromesso e alla cautela, e persino alla prontezza a capitolare subito, alle prime iniziative. ... La sua prontezza a cedere o a raggrinzirsi ha stupito i commentatori, e alcuni Democratici leali: 'Dov'è la combattività?'"

Come il Post, anche il Times ha dato degli esempi.

Non è come se a Obama mancasse il supporto della pubblica opinione. In generale ha un tasso di approvazione del 65%.

La gente sa che lui ha ereditato una situazione terribile qui e all'estero dal regime Bush e loro vogliono azione.

Una grande maggioranza crede che l'America stia declinando, che c'è troppo controllo aziendale sulle loro vite e che i due partiti stanno dimenticando la gente americana.

Ma la personalità del Presidente non è quella da sfidare un potere concentrato.

Un sondaggio Zogby dice che solo il 6% del pubblico supporta il salvataggio di Wall Street. La vasta maggioranza della gente non crede che i salvataggi siano giusti.

Il prossimo marchio del 100° giorno della presidenza Obama è un momento abituale per le valutazioni dei politici, degli esperti e della comunità civica.

Mentre i suoi sostenitori punteranno sulla legge per le donne del "pay-equity", la migliore tutela sanitaria per i bambini poveri e sul decreto per gli stimoli economici da $ 787 miliardi; la valutazione generale di progressisti e liberali è decisamente mista e moderata con la speranza attenuata.

Mr. Obama alimenta questi sentimenti misti.

Mostrò del coraggio quando permise, come parte di un processo in corso, di divulgare i 4 memorandum sulla tortura scritti dal Justice Department di Bush.

Le foto del trattamento dei prigionieri in Iraq e Afganistan saranno date la prossima settimana.

Obama va ancora contro una Truth Commission riguardo ai crimini dichiarati dal regime Bush e ha detto che vorrebbe "guardare avanti e non guardare indietro".

Per Obama questo significa immunità per tutti quelli dell'amministrazione Bush che potrebbero aver violato le leggi criminali della terra.

E' importante leggere quelle parole ripetute spesso dal legislatore Obama.

L'applicazione della legge è nel guardare indietro nel passato.

L'investigazione e la causa ovviamente si occupano dei crimini che si sono già verificati.

Quello è il dovere costituzionale del Presidente.

Dopo 100 giorni è troppo presto per dare molti giudizi su Obama.

Uno può, tuttavia, valutare i suoi principali elementi - la Clintonite pesante e l'aziendalismo.

Uno può anche guardare a quello che non ha fatto per niente - come la legge di riforma del lavoro, un salario vitale, e il dare potere ai cittadini.

Lunedì prossimo, l'Institute for Policy Studies (http://www.ips-dc.org) diffonderà una scheda dettagliata sui 100 giorni di Obama titolato "Avere sete di cambiamento".

Invece The Nation tenne una discussione tra esperti il 22 Aprile a Washington, D.C., essi in gran parte dettero a Obama il beneficio del dubbio fino a oggi e chiarirono che solo la mobilitazione di base lo muoverà verso temi come la tutela sanitaria del "tassato", gli abusi aziendali e la smilitarizzazione della politica estera e del bilancio federale.

L'esperto William Grieder coniò la frase "formulazioni indipendenti" per descrivere l'azione necessaria del cittadino.

E' importante notare che una Presidente in trasformazione deve chiedere e incoraggiare la pressione della cittadinanza, come fece bene Franklin Delano Roosevelt negli anni trenta.

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*Il titolo è una nostra libera interpretazione: la mail originale era senza titolo

Tradotto da F. Allegri il 04/06/2009

[April 24 2009]

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(senza titolo)

By Ralph Nader

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"No more fine print; no more confusing terms and conditions". This is what Barack Obama told a White House gathering of leading credit card issuers this week.

Right afterward, President Obama told the press that "there has to be strong and reliable protections for consumers, protections that ban unfair rate increases and forbid abusive fees and penalties".

This soaring rhetoric places a heavy burden on Mr. Obama to stand up to the giant power of the credit card bosses and their monetized allies on Capitol Hill.

Yet he has shown little interest in re-instating a Presidential consumer advisor as did Lyndon Johnson with the formidable Betty Furness and as did Jimmy Carter with the legendary Esther Peterson.

Deep recession times are tough for the nation's over 200 million consumers.

Still, no consumer voice in the White House, though consumer groups asked Mr. Obama to move promptly on this tiny advocacy office months ago.

The corporate chieftains have easy access to the White House and the new President, whether these bosses come on missions demanding power or missions of beggary for bailouts.

When will he meet with the leading heads of consumer protection groups with millions of dues-paying members who could give him the base to hold accountable and regulate the democracy-denying, economy-wrecking corporate supremacists?

"Where's the Backbone?" asked Ruth Marcus, the usually-restrained lawyer-columnist for The Washington Post.

On April 15, 2009 she wrote: "When will President Obama fight, and when will he fold? That's not entirely clear - and I'm beginning to worry that there may be a little too much presidential inclination to crumple".

Ms. Marcus asserts that "for all the chest-thumping about making hard choices and taking on entrenched interests, there has been disturbingly little evidence of the new president's willingness to do that".

This is the case even with his allies in Congress, never mind his adversaries.

Just four days later, The New York Times weighed in with a page one news article that said President Obama "is well known for bold proposals that have raised expectations, but his administration has shown a tendency for compromise and caution, and even a willingness to capitulate on some early initiatives. ... His early willingness to deal or fold has left commentators, and some loyal Democrats, wondering: 'Where's the fight?'"

Like the Post, the Times gave examples.

It is not as if Mr. Obama is lacking in public opinion support. Overall he has a 65% approval rating.

People know he inherited a terrible situation here and abroad from the Bush regime and they want action.

Large majorities believe America is declining, that there is too much corporate control over their lives, and that the two parties have been failing the American people.

But the President's personality is not one to challenge concentrated power.

A Zogby poll reports that only six percent of the public supports the financial bailouts for Wall Street. The vast majority of people do not think the bailouts are fair.

The upcoming 100 day mark for the Obama administration is a customary time for evaluations by the politicos, the pundits, and the civic community.

While his supporters can point to the pay-equity law for women, more health insurance for poor children, and a $787 billion economic stimulus enactment, the general appraisal by the liberal-progressiv e intelligentsia is decidedly mixed and gentle with undiluted hope.

Mr. Obama nourishes these mixed feelings.

He showed some courage when he agreed, as part of an ongoing court case, to release the four torture memos written by Bush's Justice Department.

Graphic photos of prisoner treatment in Iraq and Afghanistan are to be released next week.

Yet Obama came out against a Truth Commission regarding the alleged crimes of the Bush regime and said he would "look forward and not look back".

For Obama that means immunity for anyone from the Bush Administration who may have violated the criminal laws of the land.

It is remarkable to read those oft-repeated words by lawyer Obama.

Law enforcement is about looking back into the past.

Investigation and prosecution obviously deals with crimes that have already occurred.

That's the constitutional duty of the President.

After 100 days it is far too early to render many judgments about Obama.

One can, however, evaluate his major appointments - heavily Clintonite and corporate.

One can also look at what he hasn't gotten underway at all - such as labor law reform, a living wage, and citizen empowerment.

Next Monday, the Institute for Policy Studies ("http://www.ips-dc.org") releases a detailed report card on Obama's first 100 days titled "Thirsting for a Change".

While The Nation held a panel discussion on April 22 in Washington, D.C., the panelists largely gave Obama the benefit of the doubt so far, and declared that only grassroots mobilizing will move him forward on such matters as "single-payer" health care, corporate abuse, and the demilitarization of our foreign policy and our federal budget.

Panelist William Grieder coined the phrase "independent formulations" to describe the citizen action needed.

It is important to note that a transforming President has to ask for and encourage this pressure from the citizenry, much as Franklin Delano Roosevelt did in the 1930s.

- END -

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77 - Lettera aperta a Obama sulla protezione del consumatore

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74 - Lettera aperta a Obama

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72 - Una lettera a George W. Bush (sulla palestina)

71 - Governo senza legge (contro Paulson e Bernanke)

70 - Ora di lezione per i candidati (pedagogia e politica)

69 - 2008: Libri da leggere in vacanza

68 - Capitalismo governativo (sui salvataggi di banche e imprese automobilistiche)

67 - La carbon tax globale contro il protocollo di Kyoto

66 - Aprite i registri, salvate l'economia (sulla socializzazione dei guadagni fiscali)

65 - Più le politiche sembrano cambiare, più esse restano le stesse (la Clintonite)

64 - Ripristinare la Costituzione (i crimini di Bush)

PER UN'ANALISI DELLA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DI NADER LEGGI PICCINO 35

63 - Lettera aperta a Barack Obama sulla Palestina e sulla povertà

62 - Equivalenza polica (democrazia della pace e dello stato sociale)

61 - Dibattiti (presidenziali) discutibili

60 - Chiudendo la porta del tribunale

59 - I mercati dei derivati liberalizzati

58 - Dietro la cortina anti regolamentazione (le cause della crisi finanziaria)

57 - Servono le "spine dorsali" del Congresso (sul rapporto fra crisi e istituzioni)

56 - Apriamo i dibattiti (scritto dal Team di Nader)

55 - Le grandi banche falliscono: riformiamo Wall Street (Di Dean Baker)

54 - Relazione sul salvataggio dell'industria dell'auto

53 - Il salvataggio di Fannie e Freddie

52 - Lottare per i diritti dei lavoratori (La legge da riformare assolutamente)

51 - Politica da evitare (tra stampa e politica e sotto il corporativismo)

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