CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [21 febbraio 2009]*

Distribuitela, grazie.

L'attività bancaria delle Credit Unions

Di Ralph Nader

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Mentre le grandi banche avventate si frantumano giorno dopo giorno come ghiacciai surriscaldati, le "credit Unions" degli USA sono un'isola di relativa calma lontana dal tifone del capitalismo da casinò.

Ottantacinque milioni di americani appartengono alle credit unions che sono cooperative no profit possedute dai loro membri che sono depositanti e mutuatari.

La vostra credit union del vicinato o del posto di lavoro non investe nei famosi derivati speculativi e nemmeno offre alla gente "tassi rompicapo" per fare un'ipoteca sulla casa che non può permettersi.

Il 91% delle 8.000 credit union presentano la più grande crescita totale nelle ipoteche prestate rispetto ad ogni altro tipo di prestiti al consumatore che esse concedono.

Sono assicurate a livello federale dal National Credit Union Administration (NCUA) fino a $250.000 per conto, come la FDIC fa per i depositanti nelle banche commerciali.

Sono ben capitalizzate grazie ai regolamenti e perché non hanno un incentivo a cercare i grandi rischi, le speculazioni con forte effetto leva per incrementare i valori del capitale e delle stock options dei capi come fanno le banche normali.

Le Credit Unions non hanno azionisti né capitale né stock options; sono responsabili verso i loro membri che sono i loro clienti.

Ci sono persino alcune credit unions a bassa rendita speciale - sebbene non abbastanza vicine - che stimolano le attività economiche in queste comunità e forniscono servizi "bancari" in aree dove la povera gente non può permettersi o non riceve servizi dalle banche commerciali.

Secondo M. Schenk, economista della Credit Union National Association, c'è un'altra ragione del perché le credit unions hanno evitato il disastro delle ipoteche che consuma le grandi banche.

Le Credit Unions, dice, sono "portfolio lenders. Ciò significa che trattengono nei loro portafogli la maggior parte dei prestiti che concedono invece di venderli agli investitori ... perciò si curano delle performance finanziarie di questi prestiti."

Mr. Schenk ammise che con la recessione che si aggrava, le credit unions non fanno molto surplus e "la loro qualità finanziaria si è un po' deteriorata. Ma quella è la bellezza del modello delle credit unions. Esse possono vivere in quelle condizioni senza soffrire conseguenze orribili", sostenne.

Il suo uso della parola "modello" è istruttivo.

Nei decenni recenti, le credit unions qualche volta adottarono le pratiche della banca commerciale invece dei principi strettamente cooperativi.

Esse svilupparono un'inclinazione per le fusioni in credit unions sempre più grandi.

Qualcuna persino si divertì con la conversione dal modello cooperativo a quello azionario come fecero le assicurazioni e le banche popolari.

Il modello cooperativo - in finanza, alimentare, edilizia e ogni settore dell'economia, - fa il meglio quando i cooperatori - proprietari si attivano per le operazioni e le direzioni generali delle loro ditte.

I proprietari passivi permettono ai manager di deviare dalle pratiche cooperative o di pensarlo.

La sola area che è implicata in qualche guaio tra le cooperative al dettaglio è quella delle cosiddette "corporate credit unions" (una terminologia terribile) che furono costituite per fornire liquidità alle credit unions al dettaglio.

Queste credit unions molto all'ingrosso non sono esattamente infuse della filosofia cooperativa.

Alcune di loro gravitano verso il modello bancario aziendale. Esse investirono in modo rischioso nei titoli ipotecari il denaro delle credit unions al dettaglio. Tali "titoli finanziari tossici" hanno perso $ 14 miliardi fra le 28 corporate credit unions coinvolte.

Per questo motivo la National Credit Union Administration ha esteso i suoi programmi di prestito a queste corporate credit union fino ad una capacità massima di $ 41,5 miliardi.

NCUA vuole aprire alle credit unions al dettaglio il programma di salvataggio TARP proprio per farle competere sullo stesso campo con le banche commerciali.

Divenendo più simili alle banche di investimento le credit unions all'ingrosso vollero attrarre (con rendite a rischio sempre più alto), più depositi di quelle al dettaglio.

Questo spiegò le vele per il più grande errore di imprudenza della sub economia delle credit unions.

Ci sono lezioni molto contemporanee da imparare dai successi del modello delle credit union sia per come essere rispondenti ai bisogni di prestito del consumatore che pratici con i loro investimenti.

Finora, i media si sono dedicati ai magnati di Wall Street e alle loro letali avventure finanziarie, i crimini e le frodi e hanno scritto poco su come la regolazione, la filosofia e la condotta delle credit unions sia largamente sfuggita alla catastrofe.

C'è, tuttavia una lezione dalle credit unions al dettaglio.

Evitare e guardarsi dalla diffusione o dal dominio del modello finanziario corporativo che, in tale forma degradata complessa e astratta, è divenuto "menzognero, truffaldino e ladresco" come un accusatore lo definì esprimendosi con fantasia.

FINE.

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Tradotto da F. Allegri il 13/04/2009

[February 21 2009]*

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Banking on Credit Union

By Ralph Nader

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While the reckless giant banks are shattering like an over-heated glacier day by day, the nation's credit unions are a relative island of calm largely apart from the vortex of casino capitalism.

Eighty five million Americans belong to credit unions which are not-for-profit cooperatives owned by their members who are depositors and borrowers.

Your neighborhood or workplace credit union did not invest in these notorious speculative derivatives nor did they offer people "teaser rates" to sign on for a home mortgage they could not afford.

Ninety one percent of the 8,000 credit unions are reporting greater overall growth in mortgage lending than any other kinds of consumer loans they are extending.

They are federally insured by the National Credit Union Administration (NCUA) for up to $250,000 per account, such as the FDIC does for depositors in commercial banks.

They are well-capitalized because of regulation and because they do not have an incentive to go for high-risk, highly leveraged speculation to increase stock values and the value of the bosses' stock options as do the commercial banks.

Credit Unions have no shareholders nor stock nor stock options; they are responsible to their owner-members who are their customers.

There are even some special low-income credit unions - thought not nearly enough - to stimulate economic activities in these communities and to provide "banking" services in areas where poor people can't afford or are not provided services by commercial banks.

According to Mike Schenk, an economist with the Credit Union National Association, there is another reason why credit unions avoided the mortgage debacle that is consuming the big banks.

Credit Unions, he says, are "portfolio lenders. That means they hold in their portfolios most of the loans they originate instead of selling them to investors ... so they care about the financial performance of those loans".

Mr. Schenk allowed that with the deepening recession, credit unions are not making as much surplus and "their asset quality has deteriorated a bit. But that's the beauty of the credit union model. Credit unions can live with those conditions without suffering dire consequences", he asserted.

His use of the word "model" is instructive.

In recent decades, credit unions sometimes leaned toward commercial bank practices instead of strict cooperative principles.

They developed a penchant for mergers into larger and larger credit unions.

Some even toyed with converting out of the cooperative model into the shareholder model the way insurance and bank mutuals have done.

The cooperative model - whether in finance, food, housing or any other sector of the economy - does best when the owner - cooperators are active in the general operations and directions of their co-op.

Passive owners allow managers to stray or contemplate straying from cooperative practices.

The one area that is now spelling some trouble for retail cooperatives comes from the so-called "corporate credit unions" - a terrible nomenclature - which were established to provide liquidity for the retail credit unions.

These large wholesale credit unions are not exactly infused with the cooperative philosophy.

Some of them gravitate toward the corporate banking model. They invested in those ri sky mortgage securities with the money from the retail credit unions. These "toxic assets" have fallen $ 14 billion among the 28 corporate credit unions involved.

So the National Credit Union Administration is expanding its lending programs to these corporate credit unions to a maximum capacity of $ 41.5 billion.

NCUA also wants to have retail credit unions qualified for the TARP rescue program just to provide a level playing field with the commercial banks.

Becoming more like investment banks the wholesale credit unions wanted to attract, with ever higher riskier yields, more of the retail credit union deposits.

This set the stage for the one major blemish of imprudence on the credit union sub economy.

There are very contemporary lessons to be learned from the successes of the credit union model such as being responsive to consumer loan needs and down to earth with their portfolios.

Yet in all the massive media coverage of the Wall Street barons and their lethal financial escapades, crimes and frauds, little is being written about how the regulation, philosophy and behavior of the credit unions largely escaped this catastrophe.

There is, moreover, a lesson for retail credit unions.

Beware and avoid the seepage or supremacy of the corporate financial model which, in its present degraded overly complex and abstract form, has become what one prosecutor called "lying, cheating and stealing" in fancy clothing.

END.

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Sommario delle ultime lettere

80 - Dare la scossa al Congresso (sul primo mese della presidenza Obama)

79 - Tassate gli speculatori

78 - Inaridire Wall Street

77 - Lettera aperta a Obama sulla protezione del consumatore

76 - Punendo i palestinesi

75 - Grazie Presidenziali (sete di giustizia in america)

74 - Lettera aperta a Obama

73 - Bush-Cheney meritano la censura per aver dichiarato guerra alla Costituzione

72 - Una lettera a George W. Bush (sulla palestina)

71 - Governo senza legge (contro Paulson e Bernanke)

70 - Ora di lezione per i candidati (pedagogia e politica)

69 - 2008: Libri da leggere in vacanza

68 - Capitalismo governativo (sui salvataggi di banche e imprese automobilistiche)

67 - La carbon tax globale contro il protocollo di Kyoto

66 - Aprite i registri, salvate l'economia (sulla socializzazione dei guadagni fiscali)

65 - Più le politiche sembrano cambiare, più esse restano le stesse (la Clintonite)

64 - Ripristinare la Costituzione (i crimini di Bush)

PER UN'ANALISI DELLA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DI NADER LEGGI PICCINO 35

63 - Lettera aperta a Barack Obama sulla Palestina e sulla povertà

62 - Equivalenza polica (democrazia della pace e dello stato sociale)

61 - Dibattiti (presidenziali) discutibili

60 - Chiudendo la porta del tribunale

59 - I mercati dei derivati liberalizzati

58 - Dietro la cortina anti regolamentazione (le cause della crisi finanziaria)

57 - Servono le "spine dorsali" del Congresso (sul rapporto fra crisi e istituzioni)

56 - Apriamo i dibattiti (scritto dal Team di Nader)

55 - Le grandi banche falliscono: riformiamo Wall Street (Di Dean Baker)

54 - Relazione sul salvataggio dell'industria dell'auto

53 - Il salvataggio di Fannie e Freddie

52 - Lottare per i diritti dei lavoratori (La legge da riformare assolutamente)

51 - Politica da evitare (tra stampa e politica e sotto il corporativismo)

50 - L'attività bancaria al congresso

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