CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [26 giugno 2009]

Distribuitela, grazie.

Riforma finanziaria, parole e fatti

Di Ralph Nader

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E' bene che Barack Obama sia un giocatore di basket svelto perché sulla riforma finanziaria egli deve saltare un abisso che si allarga sempre più tra le sue parole e i suoi fatti.

Obama disse: "Milioni di Americani che avevano lavorato duro e s'erano comportati in modo responsabile hanno visto i loro sogni della vita erosi dalla irresponsabilità degli altri e dalla incapacità del loro governo di dare una tutela adeguata. La nostra intera economia è stata minata da quel fallimento".

"Negli ultimi due decenni, abbiamo visto, molte volte, cicli di crescita e di fallimenti precipitosi. In ogni caso, milioni di persone hanno avuto le loro vite profondamente sconvolte dagli sviluppi nel sistema finanziario; più severamente nelle nostre crisi recenti".

Sono parole forti, anche se non includono "il crimine aziendale, la frode e l'abuso" per sostituire l'eufemismo "irresponsabilità".

Uno penserebbe che le 88 pagine di proposta di riforma al Congresso siano come le sue parole.

Al contrario fornisce aspirine a Washington per il cancro al cervello di Wall Street.

La natura anemica di tali riforme proposte in apparenza per prevenire o impedire un altro grande crollo a Wall Street e il coinvolgimento di risparmi e investimenti nazionali subito scatenò l'ira dei principali editorialisti economici.

Joe Nocera del New York Times scrisse "il piano Obama è poco più di un tentativo di infilare alcune nuove dita regolatrici in una diga finanziaria piena di crepe piuttosto che ricostruire la diga stessa".

Nocera sostiene che le riforme non "tentano di diminuire l'uso" del tipo modificato di derivati i quali con miliardi di dollari rischiati generarono "un danno enorme al sistema finanziario" fin quasi al collasso di AIG.

Egli nota che le riforme fondamentali più vecchie del Presidente Roosevelt inclusero la Glass-Steagall Act, la quale "separò l'attività bancaria dagli investimenti".

Essa impedì un gran danno bancario sotto Clinton; il suo Treasury Secretary Robert Rubin e Citigroup fecero abrogare la Glass-Steagall nel 1999.

Obama non propone di ripristinare questa protezione decisiva.

Nocera disse, le imprese "dovranno aumentare un po' il capitale, e occuparsi di più della sorveglianza, ma .... con tutta probabilità", [staranno] "dietro agli affari come al solito".

Il cronista dei grandi affari, Gretchen Morgenson, straccio il piano Obama sul Sunday New York Times perché faceva troppo poco per eliminare i rischi sistemici posti dalle imprese finanziarie che sono "troppo grandi per fallire".

"Piuttosto che proporre modi per rimpicciolire queste imprese e i rischi che esse pongono, il piano Geithner sostiene invece un aumento della sorveglianza regolata sui behemoth".

Questo implica che i contribuenti saranno a rischio di salvataggi persino più grandi in futuro.

Una misura per prevenire i salvataggi del "troppo grande per fallire" fu suggerita niente meno che dal consigliere economico di Obama, l'ex presidente della Federal Reserve, P. Volcker.

Parlando in Cina, non altrove, Volcker di recente ha detto che il governo federale potrebbe semplicemente impedire a queste grandi banche di commerciare per il proprio tornaconto.

Ma Obama non sta ascoltando Volcker in questi giorni.

Invece il Treasury Secretary Timothy Geithner e il consigliere della Casa Bianca, Larry Summers, che giocarono ruoli importanti nel decennio passato per facilitare la grande speculazione a Wall Street, sono ascoltati da Obama.

Il piano del Presidente omette, (1) un rafforzamento vero dell'antitrust, (2) una dura accusa al crimine aziendale, e (3) più autorità per gli azionisti che possiedono le loro imprese per controllare i loro capi a noleggio.

Nel piano potrebbe essere inclusa la scelta di dare agli azionisti il potere decisivo di stabilire il compenso dei dirigenti - gli incentivi perversi all'indennizzo aiutarono a spingere le imprese verso la speculazione selvaggia.

Le mancanze del piano di riforma continuano.

Non ci sono meccanismi che incoraggino milioni di investitori a riunirsi in Financial Consumer Associations.

Nel 1985 l'allora Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) propose un emendamento alla legge sui salvataggio dei prestiti e dei risparmi. Non passò.

Che dire dei titoli ipotecari sub - prime?

Alle banche dovrebbero essere imposto di mantenere almeno un 5% di interessi prima di cederli ad altre associazioni.

Questo difficilmente basta a indurre prudenza alle banche che vendono queste ipoteche ai compratori di case senza denaro.

Obama deve proporre una nuova agenzia regolatrice dei consumatori finanziari.

Ma senza che lui nomini qualcuno, alla presidenza, come l'ingegnoso professore di legge di Harvard Elizabeth Warren, che avanzò l'idea che le imprese finanziarie regolate prendano il controllo, come al solito, dell'agenzia.

Steven Pearlstein (del Washington Post) derise le proposte di Obama perché non erano "fondate, in primis e soprattutto, su analisi indipendenti e complete del come la crisi era stata aiutata a svilupparsi e su che cosa i regolatori fecero e non fecero per prevenirla ...."

Egli era deluso dalla mancanza di controlli sugli "hedge funds, private-equity funds o sui mezzi di investimento strutturati".

Obama fece rafforzare gli obblighi fiduciari agli investitori dagli intermediari azionari.

Ma non dette a questi investitori defraudati alcun diritto migliore di azione civile in tribunale oltre al fatto che restarono sottoposti alla legge che lega le mani ai titoli fatta nel 1995.

Così ora essa è al di sopra del Congresso e delle sue orde di lobbisti bancari e assicurativi.

Buona fortuna, risparmiatori e investitori.

A meno che voi non facciate i vostri affari con le cooperative delle credit union che non azzardano con il vostro denaro.

FINE.

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Tradotto da F. Allegri il 04/08/2009

[June 26 2009]

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Financial reform, words and deeds

By Ralph Nader

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It's good that Barack Obama is an agile basketball player because on financial regulatory reform he's having to straddle an ever widening chasm between his words and his deeds.

Obama said: "Millions of Americans who have worked hard and behaved responsibility have seen their life dreams eroded by the irresponsibility of others and by the failure of their government to provide adequate oversight. Our entire economy has been undermined by that failure".

"Over the past two decades, we have seen, time and again, cycles of precipitous booms and busts. In each case, millions of people have had their lives profoundly disrupted by developments in the financial system, most severely in our recent crisis".

Strong words, even though he didn't include "corporate crime, fraud and abuse" to replace the euphemism "irresponsibility".

One would think that his 88 page reform proposal to Congress would be up to his words.

Instead he provides Washington aspirins for Wall Street brain cancer.

The anemic nature of these reforms ostensibly designed to prevent or deter another big bust on Wall Street and its hostage grip on the nation's savings and investments immediately drew the ire of well-regarded business columnists.

Joe Nocera of the New York Times wrote the "the Obama plan is little more than an attempt to stick some new regulatory fingers into a very leaky financial dam rather than rebuild the dam itself".

Nocera asserts that the reforms do not "attempt to diminish the use" of the customized type of derivatives which trillions of risky dollars generated "enormous damage to the financial system" a la A.I.G's collapse.

He notes President Roosevelt's far more fundamental reforms, included the Glass-Steagall Act, which "separated banking from investment".

It prevented a lot of banking mischief until Clinton, his Treasury Secretary Robert Rubin and Citigroup got Glass-Steagall repealed in 1999.

Obama is not proposing to re-instate this critical safeguard.

Nocera said, firms "will have to put up a little more capital, and deal with a little more oversight, but .... in all likelihood", [it will] "be back to business as usual".

Star business reporter, Gretchen Morgenson, ripped into the Obama plan in the Sunday New York Times for doing too little to eliminate systemic risks posed by financial firms that are "too big to fail".

"Rather than propose ways to shrink these companies and the risks they pose, the Geithner plan argues instead for enhanced regulatory oversight of the behemoths".

She implies that taxpayers will be on the hook for even greater bailouts in the future.

A measure to prevent the "too big to fail" bailouts was suggested by none other than Obama's current economic advisor, former Federal Reserve Chairman, Paul Volcker.

Speaking in China, no less, Volcker recently said the Federal government could simply prevent these big banks from trading for their own accounts.

But Obama is not listening to Volcker these days.

Instead Treasury Secretary Timothy Geithner and White House advisor, Larry Summers, who played important roles in the past decade facilitating the enormous speculation on Wall Street, have got Obama's ear.

The President's plan omits, (1) strong antitrust enforcement, (2) tough corporate crime prosecution, and (3) more authority for shareholders, who own their companies, to control their hired bosses.

The plan should have included giving shareholders the decisive power to set executive compensation - the perverse compensation incentives helped push companies to wild speculation.

The reform plan's defaults go on and on.

There are no mechanisms to encourage millions of investors to band together in Financial Consumer Associations.

In 1985 then Cong. Chuck Schumer (Dem. NY) introduced such an amendment to the savings and loans bailout legislation. It did not pass.

What about sub - prime mortgage securities?

Banks would be required to retain just a five percent stake before handing them off to other syndicates.

This hardly is enough to induce prudence by banks selling these mortgages to impecunious home buyers.

Obama does propose a new financial consumer regulatory agency.

But unless he appoints someone, as chair, like tough-minded Harvard Law Professor, Elizabeth Warren, who advanced the idea, the regulated financial firms will, as usual, take over the agency.

The Washington Post's Steven Pearlstein, derided the Obama proposals for not being "grounded, first and foremost, in a thorough and independent analysis of how the crisis was allowed to develop and what regulators did and didn't do to prevent it ...."

He was disappointed by the lack of controls over "hedge funds, private-equity funds or structured investment vehicles".

Obama did strengthen the fiduciary duties to investors by stock brokers.

But he did not give these defrauded investors any better civil action rights in court beyond what they were left with by the hand-tying securities law passed in 1995.

So now it is up to Congress and its hordes of banking and insurance lobbyists.

Good luck, savers and investors.

Unless that is, you're doing your business with credit union cooperatives which don't gamble with your money.

END.

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62 - Equivalenza polica (democrazia della pace e dello stato sociale)

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