CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [8 febbraio 2008]

Il prezzo del petrolio

di Ralph Nader

Domanda del giorno.

Chi e che cosa determina il prezzo del petrolio, della benzina e del riscaldamento domestico?

Non chiedete allo zio Sam, perché George W. Bush e Dick Cheney dirigono un regime marinato in olio che non pubblica i rapporti sulle cause reali del prezzo del petrolio oltre le curve convenzionali della domanda di rifornimento.

In primo luogo, lasciateci esporre una riflessione storica per fornire certi precedenti. Nel buon (giorni dell'olio, prima delle nazioni - produttrici) cartello del 3° mondo che guadagnò il potere di fissare il prezzo, c'erano 7 grandi compagnie petrolifere dette "le sette sorelle" condotte da Standard Oil (ora Exxon) e Shell. Comeè annotato nel classico libro di Robert Engler, (The Brotherhood of Oil), potevano fissare i prezzi con mezzi estranei al mercato. Gli economisti parlarono di oligopolio stretto.

In seguito l'OPEC prese il loro posto al tavolo alla metà degli anni settanta e fissò il prezzo del greggio alle riunioni, molto pubblicizzate, dei vari rappresentanti degli stati del Medio Oriente, del Sud America e dell'Africa. "Le 7 sorelle" conformarono i loro prezzi e il potere di rifornimento a valle, sulla raffinazione, unendola con i livelli di vendita e di lavorazione. Il potere di fissare i prezzi non era mai totale ma era sempre complesso, verificandosi negli interstizi dell'industria, pochi estranei capirono e ancor meno regolatori potevano incidere. Inoltre, il gas naturale è stato liberalizzato fra il 1978 e il 1993, dopo di che i suoi prezzi sono realmente decollati. Oggi, una terza parte si è mossa verso il tavolo (il New York Mercantile Exchange, uno simile opera a Londra ed uno nuovo in Dubai). Là, i commercianti vigorosi comprano e vendono i contratti a termine sulla consegna di petrolio. Ma come Ben Mezrich, l'autore del nuovo libro (Speculazioni) ha detto di recente, le somme di dollari dei contratti a termine sono ben più grandi delle reali consegne di petrolio che rappresentano mentre sono scambiate nel "Mercantile Exchange". Così una risorsa pericolosa come il petrolio è condizionata dalla speculazione elettronica sempre più astratta del commercio a termine. Cresce la distanza e diventa sempre più grande fra questo commercio astratto (alimentato dalle voci di tempeste nel Golfo del Messico, o da una certa agitazione politica possibile in una regione del mondo, o da un'altra scusa terribile per alzare l'offerta) e l'offerta fisica o la domanda di petrolio e dei relativi prodotti raffinati. Questi speculatori petroliferi di New York e Londra giustificano la loro frenetica offerta quotidiana dicendo che i mercati a termine forniscono liquidità e un prezzo vero al petrolio.

Bene, ma chi ci guadagna quando, come e dove?

Certamente, la tensione fra l'offerta fisica e la domanda degli ultimi anni non spiega tale volatilità estrema. Anche con i paesi OPEC in calo che offrono solo il 40% della produzione mondiale, con la domanda cinese di greggio che cresce veloce, e con l'espansione produttiva dell'Arabia e altri per far fronte alle richieste, i rifornimenti non sono così scarsi da spiegare l'andamento dei prezzi.

I vecchi fattori come l'investimento inadeguato della lobby petrolifera nella raffinazione, periodi per le riparazioni più lunghi di quanto per alcuni osservatori è necessario, e il crollo del dollaro sono fattori che i governi occidentali, soprattutto il regime di Bush, non hanno voluto investigare.

Dopo tutto, con i consumatori che pagano prezzi elevati per questi combustibili, i teorici del mercato libero attendono l'espansione dei rifornimenti dalle nuove riserve da sviluppare. Ma, naturalmente, il mercato globale petrolifero è qualcosa di diverso da un mercato libero dai produttori - sia corporativi che governativi - dalle aziende a valle e dai consumatori. Nei giorni recenti, il prezzo del greggio è cresciuto fin sopra i 90 $ al barile, oscillando fino ad un massimo di 96 $ (anche oltre n.d.t.).

Tuttavia il prezzo medio della benzina in USA - intorno a 3.00 $ per gallone - è circa lo stesso che era quando il prezzo del greggio era intorno a 60 $ al barile.

Perché esiste tale differenziazione? "E' una grande speculazione finanziaria" - The Washington Post - cita Fadel Gheit, un esperto di petrolio ad Oppenheimer. "Questa volta è proprio una speculazione ", Peter C. Fusaro, presidente del Global Change Associates, ha detto al - Post -, aggiungendo, "C'è una grande scommessa da qualche parte che i prezzi continueranno a crescere. Ma è priva di fondamento perché non c'è scarsità di petrolio."

Nel frattempo, il governo del Grande Petrolio dirige Washington, D.C. Ha fatto marameo alle richieste dell'allora Presidente della potente Commissione Finanze, il Senatore Charles Grassley (R-Iowa) che chiese alle principali aziende, che nuotano nei forti profitti, di dare alcuni dollari in carità per aiutare i pov eri a pagare le loro fatture del riscaldamento invernale, e con il musone ha visto i candidati Presidenziali principali evitare questo tema nei loro dibattiti e nelle dichiarazioni.

Le compagnie petrolifere fanno il maggiore sforzo per cercare il petrolio fondendosi con altre aziende (vedi la fusione incontestata tra Exxon e Mobil sotto l'amministrazione Clinton) piuttosto che dedicarsi allo sviluppo della produzione efficiente di petrolio e di nuove tecnologie o all'espansione delle loro filiali ad energia solare.

Finché il prezzo del greggio sarà fissato dagli speculatori alla base del commercio, fino a quando i politici corrotti dal petrolio non saranno sfidati dai nuovi candidati che si battono per la gente e l'ambiente e fino a quando non protesteremo per il cambiamento e non preveniremo le abitudini e gli usi dispendiosi, aspettiamoci prezzi del petrolio elevati.

Tradotto da Franco Allegri

[February 8 2008]

The price of oil

By Ralph Nader

Question of the day.

Who and what is determining the price of oil and your gasoline and home heating bills?

Don't ask Uncle Sam, because George W. Bush and Dick Cheney are running a regime marinated in oil that does not issue reports which explain the real determinants of petroleum pricing beyond the conventional supply demand curves.

First, let us create a historical framework to provide some background. In the good (ole oil days, before the producer - countries) cartel in the Third World gained pricing power, there were seven giant oil companies called the "seven sisters" led by Standard Oil (now Exxon) and Shell. As chronicled in Robert Engler's classic book, (The Brotherhood of Oil), they were able to affect pricing through extra market means. Economists called them a tight oligopoly.

OPEC later took their place at the table in the mid to late Seventies and set the price of crude oil at highly publicized meetings of the various member countries representatives from the Middle East, South America and Africa. Adjusting, "seven sisters" concentrated their pricing and supply power downstream at the refining, pipeline and marketing levels. Pricing power was never total but it was always complex, occurring in the interstices of an industry, few outsiders understood, and fewer regulators could affect. Besides, natural gas was deregulated between 1978 and 1993, after which its prices really took off. Today, a third party has moved to the table (the New York Mercantile Exchange, a similar operates in London and a new one in Dubai). There, boisterous traders buy and sell futures contracts on the delivery of oil. But as Ben Mezrich, the author of the new book (Rigged) said recently, the dollar amounts of these futures contracts are far far larger than the actual oil deliveries they represent as they turn over and over at the "Mercantile Exchange". So now the critical resource of oil is driven by speculation at ever higher abstract electronic levels of futures trading. Increasingly, the distance becomes greater and greater between this abstract trading (fueled by rumors of storms in the Gulf of Mexico, or some possible political turmoil in a region of the world, or some other frightful excuse for bidding up) and the ph ysical supply and demand for oil and its refined products.

These oil gamblers in New York and London try to justify their frenetic daily bidding by saying that these futures markets provide liquidity, and a clear price for oil.

Alright, but who benefits when, how and where?

Certainly, the strain between physical supply and demand in recent years does not explain such extreme volatility. With OPEC countries down to supplying only 40 percent of the world production, Chinese demand for oil growing fast, and t he expansion of production by Saudi Arabia and others to meet this demand, crude oil supplies are not tight enough to explain such pricing behavior.

Old factors like inadequate oil company investment in refinery capacity, longer down times for repairs than some observers believe necessary, and the slumping dollar are factors that western governments, especially the Bush regime, have not wanted to investigate.

After all, with consumers paying sky-high prices for these fuels, free market theorists are supposed to expect expanded supplies from recoverable reserves to grow. But, of course, the global market for oil is anything but a free market from the producers - both corporate and governmental - toward the downstream companies to the consumers. In recent days, the price of crude oil escalated to over $ 90 a barrel, fluctuating up to a high of $ 96 a barrel.

Yet the average price of gasoline in the United States - around $ 3.00 per gallon - is about what it was earlier this year when the price of crude oil was around $ 60 a barrel.

Why the disconnect? "It's a big gambling hall" - The Washington Post - quotes Fadel Gheit, an oil analyst at Oppenheimer. "This time it's just speculation" Peter C. Fusaro, chairman of Global Change Associates, told the - Post -, adding, "There's a large bet out there that prices will continue to trend higher. But it's detached from fundamentals because there's no shortage of oil."

Meanwhile, the government of Big Oil runs Washington, D.C. It thumbed its nose at pleas from then Chai rman of the powerful Finance Committee, Senator Charles Grassley (R-Iowa) who asked the major companies, swimming in massive profits, to contribute some charitable dollars to help the poor pay for their winter home heating bills, and has smugly watched th e major Presidential candidates avoid the subject in their debates and declarations.

Oil companies seem to spend more executive effort looking for oil by merging with other companies (note the unchallenged merger of Exxon and Mobil under the Clinton adminis tration) than with developing efficient oil-producing and consuming technology or expanding their solar energy subsidiaries.

So long as the price of crude oil is set by speculators on trading floors, so long as the oil-indentured politicians are not chall enged by new candidates standing tall for people and environments, so long as we do not protest for change and press ourselves to prevent wasteful habits and uses, get ready for higher oil prices.

 

Ogni Giovedì alle 21,00 su Rai2 Michele Santoro (e Marco Travaglio) in "ANNOZERO", eccezionale!

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