CRITICA LOCALE
LA LETTERA DI RALPH NADER ( nostra esclusiva la versione italiana ) |
[12 giugno 2009] Distribuitela, grazie. Contro la TV digitale e non solo* Di Ralph Nader --- Alle 12:00 del 12 giugno, 2009, la fine dell'era della TV analogica è stata pure il momento in cui ho spento la mia. L'ultima dichiarazione che vidi fu che c'erano quasi 3 milioni di noi disconnessi ma, niente ansia, possiamo ordinare "il convertitore" per avere tutti quei programmi nel nostro salotto. La fine della TV non è stata dura - almeno per un momento. Le mie memorie recenti hanno avuto molti "disgusti" e troppo pochi "ascolti". Il Presidente della Commissione sulle Comunicazioni Federali sotto John F. Kennedy, Newton Minow, scioccò il pubblico dell'industria radiofonica quando definì la TV "un grande terreno deserto". Era il 1961! Non fu ingentilito come un avvocato aziendalista con una ricca clientela; che direbbe Newton Minow oggi? Qual'è il superlativo di "grande terreno deserto"? La televisione di oggi - via etere e cavo - con le solite eccezioni, potrebbe vuotare il dizionario degli aggettivi più denigratori. Qualche volta i distributori automatici - vedi gli show con le discussioni pomeridiane quotidiane - sono così cattivi, così sadomasochistici e strumentali che fuggono ai critici dei media. Perché Tom Shales - il critico pieno di intuito del Washington Post che scrive da sogno - vorrebbe sprecare il suo occhio di talento per spettacoli che invocano la frase latina "res ipsa Louitur": la cosa si spiega da sola? Nei fine settimana, gli spettacoli variano dalla pubblicità astuta, che spaccia le posate e la ricchezza dei beni immobili, agli sport sempre più lenti - specialmente il golf - ai programmi informativi della domenica mattina dove le questioni vere sono evitate continuamente. Quindi ci sono le ripetizioni dei film di seconda categoria, le sitcom insipide e legate alla risata scontata, i drammi violenti e immediati che eliminano ogni sorta di suspense degna di essere ricordata.. Ai primi e agli ultimi notiziari serali locali servono gli psicanalisti. La ripetizione sarebbe economica dato che richiede meno giornalisti. La mezzora degli ultimi notiziari locali è fatta da quasi 9 minuti di pubblicità, 4 minuti di sport, 4 minuti ossessivi dei 4 segmenti climatici, le aperture usuali con i crimini di strada o del fuoco, la storia dell'animale consueto e mezzo minuto di cicaleccio spontaneo inventato tra i moderatori e il resto - il sunto residuo - è quello che può essere chiamato notiziario. Una stazione locale di DC una volta ebbe la temerarietà di cercare vanamente di distinguere se stessa dall'uniformità dei suoi competitori con lo slogan "no cicaleccio no divagazioni". Così poco tempo è lasciato alle notizie che molte non sono coperte - non nel vicinato, non in municipio o nei tribunali, non negli affari, lavoro, scuole, o attività civica o conquiste. Evitano così tanto la realtà distribuendo molto tempo alle notizie locali e sprecandone molto altro che esso porta l'etichetta di quei "Reality Shows" al livello di satira ironica. Quanta realtà ci sarebbe senza C-Span - che solitaria si dedica all'intelletto pubblico e all'impegno? Oltre il 90% della televisione è intrattenimento o pubblicità - gran parte di basso grado persino per quelle che vogliono toccare il cattivo gusto. Vidi proprio uno spot per auto nella notizia di una Kia guidata da criceti dal sedile davanti. Le onde aeree pubbliche sono della gente. Sono i proprietari e le stazioni televisive sono le affittuarie. Congettura forse? Fin dall'inizio della trasmissione televisiva tali stazioni lucrative non hanno pagato l'affitto. E' un tipo di affitto gratuito per battere moneta sotto la guida di una Federal Comminications Commission passiva e un Congresso spaventato dal potere dell'industria televisiva. Sono superati i principi guida della norma legislativa fatta nel 1934 - ovvero "il pubblico interesse, la convenienza e la necessita" - che legarono le televisioni al livello di responsabilità pubblica. E' superato l'obbligo valido per ogni stazione di appurare le necessità informative del pubblico in un rapporto pubblico annuale alla FCC. Non c'è più la dottrina dell'equità o del diritto di replica. I rinnovi della licenza televisiva di FCC non sono frequenti come lo erano trenta anni fa. Alcuni programmi di valore vanno verso "il grande terreno deserto" e il fare denaro. Tra esse ci sono 60 Minutes (CBS) e i Simpsons (FOX). La televisione pubblica no profit ha il Bill Moyers Journal. I programmi sulla natura e la storia su alcuni canali via cavo hanno un'attenzione occasionale. Tuttavia facendo un grande rumore, sperando di trovare frammenti di interesse in terreni diversi e programmi formali, e dovendo soffrire la pubblicità densamente confezionata implacabile e le collocazioni del prodotto, e non sapendo se un segmento nuovo sia gradito da un consulente industriale, mi preparo ad una vacanza dalla mia TV che ha già una risorsa limitata. Ci sono così tante cose da fare, imparare ed evocare piuttosto che guardare gli schermi. ----------------------------- Dite agli amici di visitare Nader.Org ed iscriversi a E-Alerts. *Il testo originale è senza titolo. Tradotto da F. Allegri il 26/07/2009 |
Please share with others. (senza titolo) By Ralph Nader --- At twelve noon on June 12, 2009, the end of analog television's era was also when I let my set go dark. The last declaration I saw was that there were about three million of us disconnected but, no worry, we can still order the "converter box" to bring all those programs back to our living rooms. Going dark on TV was not that hard - at least for a while. My recent memories had too many "yuks" and too few "harks". President John F. Kennedy's chairman of the Federal Communications Commission, Newton Minow, shocked a broadcast industry audience when he called television a "vast wasteland". That was in 1961! Had he not mellowed as a corporate lawyer with a lucrative practice, what would Newton Minow say today? What is the superlative of "vast wasteland"? Television today - over the air and cable - with the usual exceptions, could empty the dictionary of disparaging adjectives. Some times slots - such as daily afternoon talk-entertainment shows - are so bad, so sadomasochistic and exploitive, that they escape the media critics. Why would Tom Shales - the insightful Washington Post critic who writes like a dream - want to apply his talented eye to shows that invoke the Latin phrase "res ipsa louitur": the thing speaks for itself? On weekends, the shows swing from the slick infomercials, pushing cutlery and real estate wealth, to sports that become duller play by play - especially golf - to the Sunday morning news program where evasions of predictable questions run on and on. Then there are the second-rate movie reruns, the insipid sitcom shows, so dependent on canned laughter, the dramas, so spilt-second violent that they eliminate any kind of memorable suspense. The early and late local evening news needs psychoanalysts. Repetition may be economical for it requires fewer reporters. The thirty minutes of the late local news is composed of roughly nine minutes of ads, four minutes of sports, four obsessive minutes of four weather segments, the usual openings with street crimes or fires, the customary animal story and half minute of contrived, spontaneous chit-chat between the anchors and the rest - the abbreviated rest - is what can be called news. One local DC station once had the temerity to try vainly distinguishing itself from the sameness of its competitors by the slogan "no chit chat, no fluff". So little time is left for news that most news is not covered - not in the neighborhoods, not in city hall or the courts, not in business, labor, schools, or civic activity or achievement. Missing so much reality by allocating lots of time for local news and wasting so much of it takes the label of those "Reality Shows" to the level of ironic satire. How much reality would there be without C-Span - that lonely tribute to the public intellect and engagement? Over ninety percent of television is entertainment or advertisements - mostly low grade even for those willing to inhabit bad taste. I just saw an auto ad on the news for Kia with hamsters driving and occupying the front seat. The public air waves belong to the people. They are the owners and the television stations are the tenants. Guess what? Since the beginning of television broadcasting, these lucrative stations have paid no rent. It is a rent free way to mint money under the guidance of a supine Federal Communications Commission and a Congress frightened of the power of the broadcast industry. Gone are the regulatory expressions of the 1934 statutory standard - namely "the public interest, convenience and necessity" - binding television stations to a level of public responsibility. Gone is the worthy requirement for each station to ascertain the public's information needs in an annual public report to the FCC. There is no more fairness doctrine or right of reply. FCC station license renewals proceedings are not as frequent as they were thirty years ago. Some valuable shows manage to get through the "vast wasteland" and make money. Among them are 60 Minutes (CBS) and the Simpsons (FOX). Non-profit public television has the Bill Moyers Journal. The nature and history shows on some cable channels bear occasional attention. By and large, however, getting through the noise, hoping to find snippets of interest in otherwise flat and formulaic programs, and having to endure the densely - packed relentless advertisements and product placements, and not knowing whether a news segment is canned from an industry consultant, invites a vacation from an already limited resort to my TV. There are so many other things to do and learn and evoke than watching screens. ----------------------------- Tell your friends to visit Nader.Org and sign up for E-Alerts. |
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Sommario delle ultime lettere
97 - lavorare con le proprie mani
96 - Andare alla cieca verso la bancarotta (su GM e Chrysler)
95 - Storia del dominio multinazionale
94 - Il tempo dell'energia rinnovabile (e del risparmio)
93 - Per la riforma sanitaria in USA
92 - Lo scompiglio del congresso (sull'iter della riforma sanitaria)
91 - Il virus dell'apatia (origini del rischio di pandemia)
90 - Obama e i 100 giorni di luci e ombre
89 - Test sul barometro dell'ingiustizia
88 - Gli incapaci delle valutazioni (le agenzie di rating e i contabili)
87 - Quelli che l'avevano capito bene (la crisi)
86 - Pagare il deficit
85 - Cosa può insegnarci Bush?
84 - Sette linee guida contro la crisi (Se fallisse AIG)
83 - Bottomless bailout (il salvataggio senza fondo)
82 - Un Oscar per "l'attivismo"
81 - L'attività bancaria delle "Credit Unions"
80 - Dare la scossa al Congresso (sul primo mese della presidenza Obama)
79 - Tassate gli speculatori
78 - Inaridire Wall Street
77 - Lettera aperta a Obama sulla protezione del consumatore
76 - Punendo i palestinesi
75 - Grazie Presidenziali (sete di giustizia in america)
74 - Lettera aperta a Obama
73 - Bush-Cheney meritano la censura per aver dichiarato guerra alla Costituzione
72 - Una lettera a George W. Bush (sulla palestina)
71 - Governo senza legge (contro Paulson e Bernanke)
70 - Ora di lezione per i candidati (pedagogia e politica)
69 - 2008: Libri da leggere in vacanza
68 - Capitalismo governativo (sui salvataggi di banche e imprese automobilistiche)
67 - La carbon tax globale contro il protocollo di Kyoto
66 - Aprite i registri, salvate l'economia (sulla socializzazione dei guadagni fiscali)
65 - Più le politiche sembrano cambiare, più esse restano le stesse (la Clintonite)
64 - Ripristinare la Costituzione (i crimini di Bush)
PER UN'ANALISI DELLA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DI NADER LEGGI PICCINO 35
63 - Lettera aperta a Barack Obama sulla Palestina e sulla povertà
62 - Equivalenza polica (democrazia della pace e dello stato sociale)
61 - Dibattiti (presidenziali) discutibili
60 - Chiudendo la porta del tribunale
59 - I mercati dei derivati liberalizzati
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