CRITICA LOCALE
LA LETTERA DI RALPH NADER ( nostra esclusiva la versione italiana ) |
[28 marzo 2008]Non faranno un passo in più di Ralph Nader 1. Li chiamano piccoli investitori, i risparmiatori o gli azionisti: i reati societari, le frodi e gli abusi li hanno colpiti nel decennio passato. Si pensi a Enron, Worldcom, ai giganteschi investitor i e intermediari di Wall Street e ora alle grandi banche traballanti. Trilioni di dollari sono stati drenati o saccheggiati da queste aziende corporative che remunerano se stesse usando i soldi di altre persone. A parlare, scrivere e testimoniare contro questi massicci imbrogli non regolamentate fatti agli americani indifesi sono due ex presidenti della Securities and Exchange Commission (SEC): Arthur Levitt e William Donaldson. J. Bogle (fondatore del fondo comune indicizzato e critico dell'eccessiva tassazione, spesso nascosta, dei fondi) e L. Turner (ex capo contabile della SEC) condividono apertamente i motivi urgenti per la riforma. Questi uomini sono noti e rispettati nei loro campi, hanno accesso ai mezzi di informazione economica di massa, possiedono un grande sostegno personale in tutto il paese e potrebbero raccogliere notevoli somme di denaro. Essi stessi fanno parte delle classi spremute. E per fare che cosa? Per avviare una grande tutela degli investitori e un'azione di organizzazione della rappresentanza di 60 milioni di loro che sono impotenti nella nostra nazione. Gli investitori individuali veramente non hanno organizzato i loro diritti, sia a Washington, DC, che a livello statale e locale dove il sentimento pubblico e la domanda di azione genera clamori favorevoli al cambiamento. Questi esperti, ben collegati, che si sono rispettati l'un l'altro per anni e sono frustrati dall'inazione di coloro che detengono l'autorità, non faranno il passo successivo. Per dimostrare le loro credenziali, guardate i loro libri su Take on the Street: "How to Fight Your Financial Future" e "What Wall Street and Corporate America Don't Want You to Know" di Arthur Levitt, e di John Bogle "The Little Book of Common Sense Investing" o "The Battle for the Soul of Capitalism". Per capire l'urgenza delle loro preoccupazioni, leggete "Corpocracy", il libro di R. Monks capo storico del movimento dei diritti degli azionisti. 2. Se ricercaste su Internet gli alti ufficiali militari in pensione (dai Generali agli Ammiragli in giù) o gli ex diplomatici e funzionari della sicurezza nazionale di alto rango che hanno parlato e scritto contro l'invasione dell'Iraq, contro il suo proseguimento e contro i disastri che sono costati così tanto al nostro paese e hanno distrutto gran parte dell'Iraq e della sua popolazione non ci mettereste molto. Tra questi americani impegnati e schietti troviamo ex segretari di gabinetto, capi di ministero e assistenti speciali della Casa Bianca che hanno lavorato sia sotto l'amministrazione democratica che repubblicana. Non si può discutere l'esperienza e il servizio di questi ex ufficiali pubblici leali e sinceri. Essi ce l'hanno tutta. Dei finanziatori ricchi che pensano come loro potrebbero accogliere i loro appelli. Questi americani sono riuniti in una potente e ben finanziata lobby di difesa e potrebbero avere un impatto decisivo sul Congresso e sulla Casa Bianca perché essi sarebbero in grado di far sapere al popolo americano, attraverso i mass media, la verità e le strategie per la pace e la giustizia. Sebbene siano attivi nella loro ricerca di una politica estera e militare fondata che non provochi la bancarotta americana, essi non faranno i passi successivi. 3. Potreste contare tutti i progressisti (eletti, accademici, autori ed editorialisti), che sono in crisi nel Partito Democratico per la frequenza con la quale quest'anno hanno ceduto a George W. Bush e alla sua minoranza repubblicana al Senato e alla Camera? Non c'è nulla di nuovo nelle loro denunce. I progressisti criticano i democratici da anni sia sulla politica interna o estera, sia sul dominio dei giganti multinazionali sulle elezioni, sulle legislature, sulle agenzie di regolamentazione e sui mezzi di comunicazione di massa, o sui risultati distrut tivi, sui presagi di globalizzazione corporativa e sui regimi di commercio autocratici (WTO e NAFTA). Sentite questo da Bob Herbert del New York Times, da John Nichols della rivista "The Nation", dal duo James Carville e Paul Begala, da Mark Crispin Miller e da Jim Hightower, da Bill Moyers e da Anthony Lewis, dai senatori Bernie Sanders e Sherrod Brown, dal congressista John Conyers e da Ed Markey - per citare solo pochi dei critici molto delusi e indignati verso i dirigenti democratici, il loro consiglio dei capi e i loro finanziatori corporativi. Ma non faranno il prossima passo. O passi. Potrebbero sia organizzarsi in gruppo nel Partito democratico per fare richieste progressiste che non possono essere ignorate, o spostarsi verso un terzo partito progressista capace sia di proporre i propri messaggi ai Democratici sia di competere con loro? Per quanti anni i repubblicani cattivi e i loro alleati corporativi trascineranno il partito democratico tradizionale verso di loro e lo impegneranno con le futilità della forma meno peggiore di governo corporativo disastroso? Ci sono molte persone influenti ed informate nel nostro paese che sanno quali cause sono importanti da perseguire, quali direzioni sono necessarie per le generazioni presenti e future, quali attività di persuasione e di cambiamento vanno attivate. Ma sono arenati in questo stato e non fanno il passo successivo. Fare il prossimo passo è la differenza tra il parlare e l'agire, tra il fare la promessa ed erogare la prestazioni, tra l'autocrazia e la democrazia! Tradotto il 28/03/2008 da F. Allegri per Futuroieri. |
[March 28 2008]The next step not taken By Ralph Nader 1. Call them small investors, savers or shareholders - corporate crimes, frauds and abuses have battered them in the past decade. Think Enron, Worldcom, Wall Street's brokerage and investment giants and now the big shaky banks. Trillions of dollars have been drained or looted by these corporate bosses while they pay themselves handsomely with other people's money. Speaking, writing and testifying against these massive unregulated rip - offs of defenseless Americans ar e two former chairmen of the Securities and Exchange Commission (SEC): Arthur Levitt and William Donaldson. Openly sharing their urgent pleas for reform are John Bogle, founder of mutual fund indexing and severe critic of excessive, often hidden, mutual fund fees, and Lynn Turner former chief accountant of the SEC. These men are well known and respected in their fields, have ready access to the mass business media, possess great rolodexes of supportive people all over the country and could raise substantial sums of money. They are part of the monied classes themselves. And for what? To start a large investor protection and action organization to represent the 60 million powerless and individual investors in our country. Individual investors really have no organized voice, either in Washington, D.C., or the state and local level where public sentiment and demand for action generates the rumble for change. These experienced, superbly connected men, who have respected each other for years and are frustrated over inaction by those in authority, are not taking the next step. To demonstrate their credentials, see their books Take on the Street: How to Fight Your Financial Future and Take on the Street: What Wall Street and Corporate America Don't Want You to Know by Arthur Levitt, and The Little Book of Common Sense Investing and The Battle for the Soul of Capitalism by John Bogle. To document the broader urgency of their concerns, see veteran shareholder rights leader, Robert Monks' new book Corpocracy. 2. It would not take you very long, searching the Internet, to come up with scores of retired high military officers, from Generals and Admirals on down, high - ranking former diplomats and national security officials, who have spoken and written against the invasion of Iraq and the continuing quagmire and casualties that have cost our country so much and destroyed so much of Iraq and its people. These outspoken, stand-up Americans, include former cabinet secretaries, agency chiefs, and White House special assistants, who have served under both Republican and Democratic administrations. No one can question the experience and service of these straight-talk, former public officials. They have seen it all. Wealthy, like-minded funders would return their calls. Organized tog ether into a powerful, well funded advocacy organization, these Americans can have a decisive impact on Congress and the White House, because they would be able to reach the American people through the mass media with the truth, and the strategies for peace and justice. Although active in their pursuit of a sound foreign and military policy that does not jeopardize and bankrupt America, they have not taken this next step. 3. Can you possibly count all the progressives (elected, academic, authors and columnists) who are tearing into the Democratic Party for how often they caved in Congress this year to George W. Bush and his minority Republicans in the Senate and House? There is nothing new about their complaints. Whether on foreign or domestic policy, whether on the domination of giant corporations over elections, legislatures, regulatory agencies and mass media, whether on the destructive results and portents of corporate globalization and autocratic trade regimes (WTO and NAFTA), progressives have been cr iticizing the Democrats for years now. Hear it from Bob Herbert of the New York Times, John Nichols of The Nation magazine, the duos of James Carville and Paul Begala, Mark Crispin Miller and Jim Hightower, Bill Moyers and Anthony Lewis, Senators Bernie Sanders and Sherrod Brown, and Congressman John Conyers and Ed Markey - to name just a very few of the grossly disappointed and outraged critics of the establishment Democrats, and their Democratic Leadership Council and their corporate financiers. But they do not take the next step. Or steps. Either organize into a powerful counter - weight inside the Democratic Party to make progressive demands that cannot be shrugged off, or move to a progressive third party that can either lever its messages to the Democrats or compete with them? How many years can the bad Republicans and their corporatist allies keep pulling the mainstream Democratic Party toward them and leave progressives with the futility of the least worst form of disastrous corporate government? There are many influential and knowledgeable people in our country who know what causes are critical to pursue, what redirections are necessary for present and future generations, what assets of persuasion and change to amass. But they are stalled in this state of the next step not taken. Taking the next step is the difference between talking and acting, between promise and performance, between autocracy and democracy! |
la campagna presidenziale di Nader continua!
Ha raccolto le firme alle Hawaii e nel New Mexico. Le sta raccogliendo in Kentucky, Illinois, Pennsylvania e kansas.
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Ogni Domenica alle 21,30 su Rai 3 Milena Gabanelli presenta "REPORT", da non perdere!
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