CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [17 settembre 2008]

Distribuitela, grazie.

Nell'interesse pubblico

Relazione sul salvataggio dell'industria dell'auto

di Ralph Nader

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Le Tre Grandi sono in un grande impiccio, ed esse devono ringraziare se stesse per questo.

Ford e General Motors hanno riportato perdite sostanziali nel secondo trimestre che ammontano a $ 15,5 miliardi, e $ 8,7 miliardi, rispettivamente, mentre Chrysler, che fu salvata lo scorso anno da un "private equity firm, (Cerberus) rifiuta di rivelare la sua condizione finanziaria.

Non ci sorprende perché i loro lobbisti furono visti a trattare con i Congressisti alle Convenzioni Nazionali Democratiche e Repubblicane, e banchettare nelle loro suite eleganti e alle feste private mentre creano il loro caso per avere prestiti governativi diretti che, se approvati, probabilmente si aggiungeranno al nostro deficit federale.

A dicembre, il Congresso approvò un prestito di $ 25 miliardi ai fabbricanti di auto e ai loro fornitori nella Legge su Sicurezza e Indipendenza Energetica, ma essa non è stata ancora finanziata.

Quella legge chiede modestamente ai fabbricanti di auto di incrementare la loro efficienza media dei veicoli nel consumo di carburante a 35 mpg -- un obbiettivo che andava centrato decenni fa; la legge permette alle imprese di trovare un modo virtuale per non fare vigilanza o essere responsabili.

Non ci si aspetti da un Congresso corporativo che escano richieste serie, che ponga condizioni dure, o regole strette alle fabbriche di auto per assicurare che i lavoratori abbiano una paga giusta e i diritti, e che eviti la fuga dei dirigenti "gatto - grasso" mentre le loro imprese sono nei "casini".

Simili tradimenti evidenti sono divenuti la norma a Washington da quando lo strangolamento corporativo di Congresso e Casa Bianca ha soffocato le energie di chi si appella al lavoratore, al consumatore e alla giustizia ambientale.

Ma questo esempio recente non ridimensiona la nostra lunga storia di salvataggi dei fallimenti corporativi fatti in vari modi pubblici ed effettivi più di quanto lo fa il dare miliardi per soddisfare qualche capriccio di una grande corporazione.

Nel 1979 quando la Chrysler era sull'orlo della bancarotta, i fabbricanti di auto reclamarono dal Congresso un salvataggio (che solitamente ottenevano) ma il Congresso non fu persuaso.

Prima di allora, almeno i condottieri corporativi erano "arrostiti" dal Congresso e dovevano dare qualcosa in cambio per essere salvati da Zio Sam -- buoni lavori e pensioni per i loro lavoratori ed auto più efficienti per ridurre la dipendenza dal petrolio straniero e i prezzi alla pompa.

Oggi i CEO non devono nemmeno lasciare Detroit e loro ottengono molto più denaro senza dare nulla in cambio all'America, nel frattempo subappaltano i lavori e inquinano il nostro ambiente.

Durante la discussione su una legge di prestito proposta per salvare Chrysler nell'ottobre del 1979, il Senatore William Proxmire (D-WI) che presiedeva la commissione bancaria del Senato si oppose alla richiesta della Chrysler e disse:"

Lasciammo fallire 7000 imprese l'anno scorso -- non le salvammo. Oggi diciamo che se un'impresa è grande abbastanza... non possiamo farla andare giù." Egli chiamò il prestito proposto "un precedente terribile".

Mentre promuoveva la domanda del governo per i livelli di performance, William Miller (ministro del tesoro del Presidente Carter) disse ai dirigenti di Chrysler, "sarà molto terribile, quando desidererete di non realizzare l'intero affare."

Oggi, sentiamo raramente una così candida opposizione agli ordini corporativi urlati ai servi del congresso che mancano della forza per mettere limiti e condizioni serie al grande affare mal amministrato e spericolato e ai CEOs strapagati che cercano la salvezza del contribuente.

Come parte dell'affare Chrysler negli anni settanta, il governo ottenne il rilascio di certificati azionari privilegiati e, dopo che l'impresa riuscì a ristrutturarsi e a ripagare il suo prestito in sette anni, tutto finì con l'ottenimento di $ 400 milioni di guadagno azionario.

E il Congresso chiarì alla Chrysler che poneva condizioni specifiche alle quali essa doveva conformarsi prima di avere la garanzia del prestito.

Costrinse l'impresa a contribuire per $ 162.500.000 al fondo azionario chiuso per i dipendenti costituito a beneficio di almeno il 90% di loro; la costrinse a progettare auto che risparmiassero carburante per ridurre il consumo di petrolio straniero e proibì che salari e indennità scendessero sotto il livello stabilito 3 mesi prima che la legge fosse approvata.

Oggi, le azioni del congresso per dare prestiti multi miliardari alle corporazioni difettano di quella reciprocità che si chiedeva in Congresso 30 anni fa.

Il Congresso irresponsabile prima di fare la sporca banca pubblica, dovrebbe questa volta avere la saggezza di guardare indietro come sistemò quella volta il caso Chrysler, richiedere obiettivi chiari ai nuovi dirigenti, migliorare l'efficienza energetica e guadagnare sull'investimento, non solo con monete, ma anche nella viabilità di lungo periodo della flotta dei veicoli a motore domestici.

Il Congresso deve chiedere all'industria dell'auto di innovare il loro modo di uscire dall'acquitrino in cui essi si sono impegnati ad entrare.

Una buona strategia sarebbe di emettere garanzie azionarie per il governo, come negli anni settanta, per stimolare il Congresso a spingere l'industria dell'auto a migliorarsi.

Le udienze congressuali pubbliche sono un dovere.

Farà il Congresso l'eco alle sue azioni di 30 anni fa quando vagliò le domande corporative, "arrostì" i dirigenti dell'impresa e impose condizioni per dare il giusto compenso e la sicurezza ai lavoratori?

O il Congresso continuerà a scendere la strada della servitù corporativa, rifiutando di tutelare i lavoratori, i consumatori, i contribuenti e l'ambiente nel fuggi fuggi di fine legislatura lontani dalle responsabilità dell'industria dell'auto?

FINE

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Tradotto da F. Allegri il 15/12/2008

[September 17 2008]

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In the Public Interest

Statement On Auto Industry Bailouts

by Ralph Nader

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The Big Three are in big trouble, and they have themselves to thank for it.

Ford and General Motors have reported substantial losses in the second quarter amounting to $15.5 billion, and $8.7 billion, respectively, while Chrysler, which was bought off last year by a private equity firm, Cerberus, refuses to reveal its financial standing.

It is no wonder why their lobbyists were spotted schmoozing with members of Congress at the Democratic and Republican National Conventions, liquoring up in their plush suites and private parties while they made their case for direct government loans which, if approved, would likely add to our federal deficit.

Last December, Congress approved a $25 billion loan to automakers and their suppliers under the Energy Independence and Security Act, though it has yet to be funded.

That bill includes a modest requirement for automakers to increase their average vehicle fuel efficiency to 35 mpg -- a benchmark we should have set decades ago, and would allow the companies to have their way with virtually no oversight or accountability.

This corporate Congress cannot be expected to issue serious demands, set tough conditions, or impose strict rules on the auto companies to ensure their workers receive fair pay and benefits, and prevent their fat-cat executives from making off big while leaving their companies in shambles.

Such blatant giveaways have become the norm in Washington since the corporate stranglehold of Congress and the White House have smothered the forces seeking worker, consumer and environmental justice.

But this recent example should not discount our long history of dealing with corporate failures in more public and effective ways than just ponying up billions on demand at any big corporation's whim.

In 1979 when Chrysler was on the verge of bankruptcy, the automaker came crying to Congress for a bailout, which they eventually got, but Congress wasn't as much of a pushover.

Back then, at least the corporate chieftains were grilled by Congress and had to agree to give something back for Uncle Sam bailing them out -- good jobs and pensions for their workers, and more efficient cars to reduce reliance on foreign oil and reduce prices at the pump.

Now the CEOs don't even have to leave Detroit and they get much more money for almost no return commitment to America, while they outsource jobs and pollute our environment.

During discussion on a proposed loan bill to bailout Chrysler in October 1979, Senator William Proxmire (D-WI) who chaired the Senate Banking Committee issued his opposition to Chrysler's request and noted:

"We let 7,000 companies fail last year -- we didn't bail them out. Now we are being told that if a company is big enough... we can't let it go under." He went on to call the proposed deal "a terrible precedent".

Raising the government's demand for performance standards, President Carter's Treasury Secretary William Miller told Chrysler officials, "it's going to be so awful, you'll wish you never brought the whole thing up."

Today, we rarely hear such candid opposition to corporate orders shouted at their congressional servants who lack the fortitude to put serious restraints and conditions on mismanaged, reckless big business and their overpaid CEOs seeking tax-payer salvation.

As a part of the Chrysler deal in the late Seventies, the government took out preferred stock warrants and after the company turned itself around and repaid its loan seven years early, the government ended up cashing out, receiving $400 million in the appreciated stock.

And Congress made clear to Chrysler that it had specific conditions the company had to meet before receiving the loan guarantee.

It forced the company to contribute $162,500,000 into an employee stock ownership trust fund geared to benefit at least 90 percent of its employees, design more fuel efficient autos to help reduce consumption of foreign oil, and prohibit wages and benefits from falling below a level set three months before the legislation was passed.

Today, congressional actions to grant multi-billion dollar loans to the corporations lack the reciprocity some in Congress demanded 30 years ago.

Before Congress ir responsibly dips into the public piggy bank, this time it would be wise to look back at how the government once dealt with Chrysler's dilemma, require clear benchmarks to deliver on the next generation of green collar jobs, improved fuel efficiency and gain a substantial return on its investment, not just in monetary value, but in the long term viability of the domestic motor vehicle fleet.

Congress needs to call on the auto industry to innovate their way out of this morass into which they've engineered themselves into.

A sensible strategy would be to issue stock warrants to the government, like in the 70s, which would create an incentive for Congress to keep pressure on the auto industry to improve.

Public Congressional hearings are a must.

Will Congress echo its actions of 30 years ago when it scrutinized corporate demands, grilled company executives, and imposed conditions to ensure fair compensation and safety for workers?

Or will Congress continue down the road of corporate servitude, refusing to stand up for workers, consumers, taxpayers and the environment in its session-ending stampede and flight away from auto industry accountabilities?

END.

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LA CAMPAGNA PRESIDENZIALE: selezione degli interventi del team elettorale

18 settembre 2008 Ralph Nader Presidente 2008

In una lettera al Congresso del 23 luglio 2008, Ralph Nader avvertì che il fondo dell'assicurazione bancaria del governo federale poteva essere insufficiente per controllare le crisi che si sviluppano nell'industria bancaria. Il giorno dopo Ralph fu ridicolizzato in Congresso. Un membro Spencer Bachus, in un udienza del congresso, menzionò la lettera di Ralph e disse di punto in bianco "Le nostre banche sono ben capitalizzate, il nostro fondo di assicurazione sui depositi è sano. Non ci sono assolutamente basi di fatto per dire che non c'è denaro laggiù per pagare".

Veniamo al 17 settembre 2008, oggi, meno di due mesi da quando Ralph spedì la sua lettera. Oggi abbiamo una storia da "Associated Press", evidenziata in modo giusto nell'articolo di fondo con il titolo "Il fondo dell'assicurazione bancaria federale sta diminuendo".

Ecco l'inizio dell'articolo dell'AP di oggi: "Le banche non sono le sole a cadere nelle crisi finanziarie crescenti. Anche il fondo previsto per assicurare i loro depositi sta sentendo il tormento, e il contribuente potrebbe essere il prestatore dell'ultima risorsa". La verità è che i Democratici e i Repubblicani hanno realmente sballato. Essi hanno sballato perché essi sono sotto l'influenza delle grandi corporazioni. Le grandi corporazioni ordinano -- la regolazione debole , legge e ordine deboli per le corporazioni. E i Democratici e i Repubblicani si esprimono per conto dei loro ufficiali pagatori. Il resto di noi -- contribuenti e anche lavoratori -- soffriranno oggi le conseguenze -- sia attraverso l'aumento delle tasse che dalla perdita dei lavori -- o entrambi. Per tutta la sua vita, Ralph Nader ha suonato l'allarme contro i pericoli della deregolamentazione, contro i pericoli di un approccio libero al potere corporativo. E' l'ora di ascoltarlo. Di riaffermare le libertà pubbliche.

26 settembre: Primo sondaggio nazionale per Nader Un sondaggio ha finalmente rilevato il sostegno che gli USA danno a Ralph Nader a livello nazionale. E' il 5% un dato che un candidato indipendente ottenne solo nel 1980.

29 ottobre 2008 Ralph Nader Presidente

E' il dibattito della settimana. Ralph Nader apparirà domani (Giovedì 30 ottobre 2008 alle 16:30) ad un dibattito sul terzo partito al City Club di Cleveland. Il candidato Libertarian Bob Barr e il candidato del constitution Party Chuck Baldwin parteciperanno al dibattito.Gli altri tre candidati alla presidenza attivi sono stati invitati. Inoltre Domenica 2 novembre 2008 Matt Gonzalez apparirà al dibattito tra i candidati della terza via alla vice presidenza: tale dibattito si terrà a Las Vegas e parteciperanno i candidati del Constitution e del Libertarian Party. Quel dibattito sarà sponsorizzata da "Free & Equal".

31 ottobre Ralph Nader Presidente

Ralph Nader raccoglie il quattro per cento fra i votanti iscritti secondo l'ultimo sondaggio della CNN negli stati più incerti. Il 4% in Arizona. 4% in Nevada. 4% in Ohio. 4% in Pennsylvania. Se la predizione fosse giusta e votassero 130 milioni di americani accadrebbe che 5 milioni di persone voterebbero per Nader e rifiuterebbero la proposta del corporativismo.

4 novembre I risultati delle elezioni presidenziali

Barack Obama 53% 64,043,290

John McCain 46% 56,497,501

Ralph Nader 1% 660,661

Bob Barr 0% 490,659

Chuck Baldwin 0% 175,720

Cynthia McKinney 0% 143,612

Alan Keyes 0% 35,108

Ron Paul 0% 19,852

5 novembre Ralph Nader Presidente: RINGRAZIAMENTI

Contro tutte le ingiustizie. Noi prevalemmo.

Con 4 milioni di dollari in tutto -- quello che Obama raccolse in un giorno. Nader/Gonzalez superarono gli ostacoli per accedere al ballottaggio. Noi portammo la nostra agenda politica in 45 ballottaggi statali.

Noi stabilimmo il record mondiale di comizi tenuti in un giorno parlando in 21 fra metropoli e città in un giorno durante la nostra maratona del Massachusetts. Noi presentammo Obama e Biden come quei politici corporativi che sono.

(E oggi, ABC News ha sostenuto che Obama vuole il militarista reazionario Rahm Emanuel come capo del suo staff.)

Noi indicammo la linea. E insieme scegliemmo di fare una scelta insieme ad alcune centinaia di migliaia di Americani. Contro la macchina militarista e corporativa. Le nostre coscienze sono chiare. Le nostre mani sono pulite. Facemmo una scelta morale. La storia guarderà indietro e dirà - Quegli Americani del 2008 che sostennero Nader/Gonzalez - avevano ragione. Perciò grazie ai compagni di viaggio. Grazie per le vostre donazioni. E il vostro lavoro duro. E' stata una gioia - lottare insieme a voi. Combattere per la giustizia. Avanti.

Questi sono i siti ufficiali. Si può aggiungere Nader/Gonzalez ai nostri amici visitandoli:

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Sommario delle ultime lettere

53 - Il salvataggio di Fannie e Freddie

52 - Lottare per i diritti dei lavoratori (La legge da riformare assolutamente)

51 - Politica da evitare (tra stampa e politica e sotto il corporativismo)

50 - L'attività bancaria al congresso

49 -politiche sanitarie pubbliche

48 - Volare in economia (elogio della Southwest)

47 - Rosa Parks un'acclamazione per te (elogio di movimenti e leaders)

46 - La TV per i cani

45 - Socialismo per speculatori (banche Fannie Mae e Freddie Mac)

44 - La legge sulle comunicazioni

43 - Il giorno dell'indipendenza

42 - Amministratori strapagati

41 - La campagna di Obama (tre domande)

40 - Promoviamo le ferrovie (AMTRAK)

39 - Soddisfazione corporativa (sulla diffusione della crisi)

38 - Bische a Wall Street (la crisi Lehman nel mese di giugno 2008)

37 - Gli uomini politici del mentolo (scritto dal team di Nader)

36 - "Il trucco" dei politici corporativi (scritto dal team di Nader)

35 - Nader propone il voto a 16 anni

34 - No Nukes (scritto dai sostenitori di Nader)

33 - Fermiamo gli speculatori sul petrolio ... che è abbondante

32 - "Sapere e non fare è non sapere". Su Google e la libertà politica

31 - NHTSA Muri di pietra e gente che muore

30 - La tragedia della sanità in USA

29 - Combattere la scarsità di cibo (no all'etanolo di granturco)

28 Lottare per i diritti dei lavoratori (i sindacati in USA)

27 La sostanza non il suono dei bytes (politica e informazione)

26 Liberare Bonanza (una critica alle speculazioni assistite in USA)

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