Pellegrino in bicicletta


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Roccaforte della Fede

2005 Madonna di Tirano (So)

Baluardo della fede cattolica è stato più volte definito, non senza ragioni, il santuario di Tirano. Nei confusi anni del dilagare del protestantesimo nella valle dell’Adda favorito dai dominatori grigioni, contrassegnati da dispute teologiche, diatribe, incomprensioni ed incresciosi fatti con violenze da entrambe le parti, il santuario fu ideale centro di resistenza cattolica, grazie al fervore religioso e alla devozione spontanea e profonda dei Valtellinesi verso la madre di Dio.
La fugace visita di san Carlo Borromeo del 27 agosto 1580, che trascorse un’intera notte in preghiera ai piedi della Madonna di Tirano, è da considerare in quest’ottica. Molto preoccupato era infatti il santo (nominato cardinale a soli 21 anni) della situazione religiosa nei paesi sudditi dei Grigioni, come si riscontra nella sua corrispondenza e dai suoi contatti con diverse personalità del tempo. La tradizione, accolta anche dagli storici locali, attribuisce la vittoria dei cattolici nella decisiva battaglia del Campone dell’11 settembre 1620 al prodigioso intervento dell’arcangelo San Michele, particolarmente venerato nel santuario di Tirano, la cui statua dall’alto della lanterna della cupola, volgendosi verso il campo di battaglia, avrebbe visibilmente roteato la spada di fuoco, solidale con le forze di parte cattolica.
La posizione strategica e la sua importanza come polo di attrazione destarono, nell’intricato gioco politico tra Spagna e Francia per il controllo della valle e dei suoi passi, l’interesse dei potenti verso il santuario della Madonna di Tirano, che divenne luogo di ritrovo di illustri pellegrini.
Il re Enrico IV di Francia, da parte sua, imitato per diversi decenni dai suoi successori, mandò ogni anno una somma per la celebrazione di una messa settimanale all’altare della Madonna pro rege christianissimo.
Tra i visitatori illustri, il primo fu nel 1515 il legato a latere di Leone X, cardinale Matteo Serahone, seguito dal cardinale Carlo Borromeo, duca di Feria e Orazio Pallavicini, nel 1624 dal marchese di Coeuvres, generale del re di Francia, nel 1629 dal conte Enrico di Rohan, comandante dei Francesi nella campagna di Valtellina, nel 1633 da Orazio Ludovisi, fratello del papa Gregorio XV, visite queste ultime non disinteressate nei difficili anni della guerra dei Trent’anni. In tempi migliori visitarono il santuario nel 1658 il cardinale Pietro Ottoboni, futuro papa Alessandro VIII, nel 1664 il cardinale Federico Borromeo, nunzio presso gli Svizzeri e negli anni successivi diversi alti prelati, tra cui i cardinali Ciceri, Morosini, Homodei e Querini. Nel 1816 resero omaggio alla Madonna l’arciduca Ranieri, viceré del Lombardo Veneto, nel 1825 il principe di Metternich e nel 1838 l’imperatore d’Austria Ferdinando I con la consorte, scesi dalla nuova strada dello Stelvio. Illustri uomini di chiesa non mancarono di onorare con la loro visita il santuario di Tirano in questo ultimo secolo: il beato Andrea Carlo Ferrari nel 1892 allora vescovo di Como, il beato Luigi Guanella devoto frequentatore, il venerabile cardinale Ildefonso Schuster nel 1946, il cardinale Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, che vi faceva sosta durante le vacanze estive, il cardinale Giovan Battista Montini, poi papa Paolo VI, che nel 1964 inviò un cero votivo in ricordo delle sue visite. Nel 1968, infine, sostò l’onorevole Aldo Moro, allora presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.
Rimangono da ricordare alcune date importanti per il santuario, come il 1787, quandola Sacra congregazione dei riti, riconobbe la Madonna del ponte della Folla come Patrona principalis della valle.
Nel 1904 l’intera valle celebrò il 400° anniversario dell’apparizione: il simulacro della Madonna fu accompagnato in processione nella collegiata di San Martino con tre vescovi, clero e popolo. A perenne ricordo furono realizzate le artistiche vetrate del santuario.
Nel 1927, il 29 settembre, con decreto di Pio XI esso venne insignito del titolo di Basilica Romana Minore e il 20 giugno 1946 Pio XII proclamò la Madonna di Tirano: Patrona della Valtellina, per la speciale protezione della Vergine durante il conflitto mondiale da poco finito. I festeggiamenti furono presieduti dal metropolita cardinale Schuster di Milano, accompagnato dai vescovi lombardi e da quello di Coira in Svizzera. Quest’ultimo riconoscimento si deve all’istanza inoltrata dal vescovo di Como e dal Padre generale dei Servi di Maria, l’ordine preposto alla custodia del santuario dal 1923, mentre dal 1975 ne sono stati responsabili i Servi della Carità, familiarmente conosciuti come Guanelliani, sino al giugno 2003. Ora culto e custodia sono pertinenza del vescovo di Como.




L'Arcangelo sulla cupola


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