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2006 Roma
Mercoledì 31 maggio 2006
Subito dopo la partenza, raggiungo la città di Fidenza dove decido di fermarmi per visitare il duomo. Il patrono della città è San Donnino, martire nell’anno 291 e qui sepolto. Sopra la sua tomba gli abitanti del luogo costruiscono tra il XII e il XIII secolo l’attuale duomo. Il corpo del santo riposa nella cripta sotto l’altare maggiore e grande è la devozione degli abitanti di Borgo San Donnino grazie anche ai numerosi miracoli a Lui attribuiti nel corso dei secoli. La facciata della basilica è finemente decorata con due portali raffiguranti scene di miracoli del santo. Una curiosa immagine di San Simone sulla sinistra raffigura il santo nell’intento di indicare al pellegrino, con viso beffardo e l’indice della mano sinistra, la direzione che i pellegrini devono seguire per continuare il pellegrinaggio verso Roma. Anch’io seguo le indicazioni ricordando la bella chiesa che si trova vicino alla mia casa a Como, dedicata anche quella al santo martire Donnino e guidata fino a pochi mesi fa da un un grande sacerdote: don Sandro Cornaggia (esorcista ufficiale della Diocesi di Como).
Duomo di Fidenza (particolare della facciata)
Pellegrini in marcia sulla via Francigena
Oggi mi aspetta il Passo della Cisa che, con i suoi 1.041 mt s/m, mi spaventa un po’. A Fornovo Val di Taro un cartello indica la direzione per il passo: 36 Km che iniziano subito con una forte e faticosa pendenza. Arrancando lungo i numerosi tornanti non incontro nessuno ad esclusione di qualche camper con targa olandese. Il paesaggio è incantevole e, più si sale, più ampia è la visuale che si scopre davanti ai miei occhi.
Ancora un po’ e la vetta è conquistata; foto di rito, preghiera alla Madonna della Guardia e, dopo aver indossato la giacca a vento, giù per 20 Km di discesa ininterrotta fino a Pontremoli.
Desideravo fermarmi a Barbaresco per la cena e il pernottamento, ma l’ “Albergo da Mauro” era chiuso; un gentile signore di nome Camaiora mi consiglia di proseguire e cercare un Ristorante conosciuto per la sua cucina tipica situato qualche chilometro più avanti in salita.
A detta del gentile signore solo due chilometri di salita, ma dopo l’ascesa di oggi l’aggiunta di altri è stata una mazzata.
Però ne valeva la pena. Cena favolosa e pernottamento con la bici in camera.
Buona notte.
Passo della Cisa:
Foto di rito alla sommità
La chiesetta della Madonna della Guardia