PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - Diciannovesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

La recessione: dilagherà nel 2009 alla faccia delle ripresine

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16/09/2009 La crisi! Quale crisi? Che, per caso il mondo è in crisi?

Di F. Allegri

Nelle ultime settimane non ho parlato della crisi anche se l'ultimo Nader su Wall Street che ho tradotto nei giorni passati si può iscrivere alla categoria degli scritti sulla crisi e in questo caso sarebbe un capolavoro.

Nel corso di questo scritto rimedierò riepilogando l'ultimo anno di crisi, ma andiamo con ordine.

Tutti quelli che negavano la crisi ci dicono che essa è passata e che nel 2010 avremo la ripresa economica e alla fine di tale anno diminuirà anche la disoccupazione.

Sapete cosa sono questi? Scegliete tra deliri, falsità o un mix di entrambi!

Non si sa cosa accadrà, anche i catastrofisti sono divisi: c'è chi prevede tracolli a fine settembre, chi a fine ottobre. Altri sono più positivi e prevedono la fine degli USA per novembre, altri parlano di gennaio.

Insomma avremmo quattro tracolli dietro l'angolo e almeno a me sembrano troppi!

Cosa si può ribattere ad analisti che o sono cechi e sordi e predicano ottimismo o sono dediti allo scatenamento di attacchi di panico!

C'è anche un altro problema: mancano dati credibili e a parte Nader ci restano solo questi pareri o quelli di bancarottieri o politicanti senza arte.

Io ribadisco un concetto che ho già espresso, il debito finanziario USA poggia su AIG e se questa non fallisce non può accadere nulla. In caso di fallimento AIG vi autorizzo ad esternare qualche preoccupazione, ma ad oggi AIG non è fallita e tale fallimento non è stato previsto da nessuno!

Nader ci ha detto un'altra cosa e più volte, ma una prossima lettera entrerà nello specifico: la relativa ripresa che viviamo è modesta e speculativa, in due parole un falso.

Gli USA consumano 4 volte di più di quello che producono (anni fa erano a 4 volte e mezzo) e non possono continuare così. Inoltre l'1% mega ricca possiede il 16% dei beni (quindici anni fa era all'8%).

Consumismo e accaparramento vanno a braccetto, evidentemente!

C'è un altro binomio terribile da segnalare: è quello tra crisi e disinformazione.

Questo binomio caratterizza il nostro paese ed è prodotto dalla nostra crisi politica decennale.

A ben vedere esso è una delle due vere cause che portarono al tracollo del governo Prodi (l'altro e il bipolarismo di Veltroni e Berlusconi che sdegnò i partitini) mentre Mastella fu solo uno specchio per le allodole.

Prodi passò la mano a Berlusconi perché era troppo impopolare per difendere il palazzo dalle critiche delle persone indebolite dalla crisi. Non si poteva pretendere che queste politiche attuali fossero sostenute dai disagiati.

Ribadisco il concetto per chi non ha capito: cambiano i governi, ma le politiche prodotte da una burocrazia stabile restano le stesse!

Come dicevo prima molti dati sulla ripresina sono falsi, da un lato c'è la bolla e dall'altro abbiamo molte imprese in difficoltà che nascondono la sabbia e i debiti sotto il tappeto.

Un anno fa io indovinai la data del crollo di Lehman Brothers e il panico nelle borse. Non vi nascondo che in agosto avevo venduto ogni mio titolo nonostante le resistenze dei miei banchieri e analisti. Da quel giorno mi vedono come un profeta biblico!

Le stime delle perdite della borsa di New York non sono concordi e non è possibile accertarle, ma si valutano sulla base della migliaia di miliardi di dollari.

Si poteva prevedere facilmente che la crisi sarebbe passata da Wall Street ai tre grandi colossi dell'auto americana che erano in crisi da tempo. I disinformati italiani e la sinistra preistorica avrebbero pensato al fallimento della Ford, ma non poteva andare così. L 'anello debole era General Motors ovvero il nemico storico di Ralph Nader e in parte di Ross Perot.

La crisi delle fabbriche d'auto portò la borsa di New York vicino al tracollo e questo è il vero motivo dei salvataggi. Non si può dire troppo forte perché qualcuno l'ha scampata bella a spese del contribuente americano. Servirono 750 miliardi, ma ad oggi molti di quei soldi non sono stati spesi. A mio avviso le elezioni resero più generosi i governanti!

Nella cronaca inserisco anche il caso Madoff con il suo processo da cinquanta miliardi di dollari, Moore parlò (come sappiamo) di capro espiatorio. Nessuno l'ha smentito.

In questa breve cronaca non può mancare l'Europa. La crisi ha colpito tutti, ma con forza diversa. C'è chi ha perso il 5% mentre altri hanno perso più del doppio!

L'Italia è fra i paesi meno disgraziati, gli inglesi e i tedeschi sono dalla parte opposta, da non credere e da unire al fatto che la loro ricchezza era maggiore.

Il G 8 e la carbon tax in USA sono stati i due tamponi alla crisi. Almeno l'emorragia esterna sembra bloccata, resta la causa reale di ogni male economico: la concorrenza sleale della Cina e delle sue multinazionali associate. Ormai la Cina c'è e bisognerà fare i conti con lei. Dobbiamo difenderci dalla sua economia aggressiva che dimostra l'inconsistenza di molti principi del liberismo. Siamo davanti a un paese che è accusato di esportare merci prodotte da carcerati condannati ai lavori forzati e forse non ci si rende conto di cosa significhi tale accusa.

"La crisi è finita". Lo disse Obama, lo confermò Berlusconi forse perché ci ritengono dei cogl ...., delle persone incapaci di guardarsi attorno. Le vacanze sono finite e tutti dovranno fare i conti con la disoccupazione crescente e con il ridimensionamento del consumismo, a mio avviso non reversibile. I nuovi cali del turismo non sono ancora misurabili, ricordo solo che l'anno scorso furono del 16% e pare che anche quest'anno siano stati forti.

Dietro la crisi e all'origine della stessa c'è la Cina. Una dittatura comunista e capitalista, un gigante a due teste. Smettete di guardare a New York, il problema è a Pechino che con questa crisi si è ripresa dei soldi che erano suoi.

Ora l'Europa e gli USA devono svegliarsi e guardarsi allo specchio. Dovremo capire che i nostri stili di vita non sono più sostenibile e io sono un fautore dubbioso e moderato della decrescita felice o infelice che sia.

 

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