PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - DODICESIMO mese di SESSANTA)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

La recessione: dilagherà nel 2009

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18/02/2009 CROLLATA UN'ALTRA DIGA

di F. Allegri

Il parlamento USA ha approvato il progetto di Obama per combattere la crisi e le borse internazionali danno i loro giudizi: bocciatura generalizzata.

Il progetto Obama ricorda in tanti punti il salvataggio che la FED e gli USA fecero sei mesi fa sotto la pressione delle emergenze e delle scadenze.

Gira per l'Europa e forse per il mondo una nuova menzogna colossale che manovra l'ignoranza e la paura della gente: è l'idea che questa recessione si possa vincere in poco tempo e tornare come eravamo sin dal 2010. Solo pochi intellettuali onesti capiscono che questa recessione è superabile solo nell'arco di un periodo più lungo e che indietro non si torna.

La menzogna della recessione breve si adatta e favorisce il poco impegno dei governi che possono anche pensare ad altro, dare priorità a riforme e leggi che nessuno ricorderà e talvolta conoscerà. Servirebbe molto altro, uno sforzo collettivo generalizzato e comune. Andrebbero coinvolte le forze politiche e sociali, ma forse servirebbe anche un'altra cultura e questa non si improvvisa.

Torniamo ai listini di borsa che da alcuni giorni continuano a collezionare nuove perdite e torniamo anche alle monete perché anche l'euro sta perdendo e questo non era prevedibile. Su questo influisce la crisi di molte banche europee e anche di qualcuna italiana.

Dietro ogni calo come dietro ad ogni crescita si possono annidare sempre delle speculazioni e di vario tipo.

Guardando bene i cali dobbiamo fare una constatazione amara, questa volta la crisi tocca a noi, è il nostro listino quello che subisce di più. Per ora le altre reggono i loro minimi mentre non siamo scesi sotto il nostro che era a quota 17.500.

Mentre scrivo siamo molto sotto a 16559 e credo che si possa andare più giù. Tokyo è a 7534 Parigi a 2859 Francoforte a 4169 e il Nasdaq riaprirà a 1471.

Quando la discesa iniziò eravamo a 39000 e presto fu chiaro che si poteva arrivare a 30000. Allora tutti facevano finta di nulla. Ben presto capii che saremmo scesi a 25000, allora eravamo a 33000. Ebbi un incontro con alcuni banchieri e facemmo un bel confronto, loro mi vedevano come un marziano, ma qualche mio consiglio lo seguirono dato che non mi hanno tolto il saluto.

Arrivò presto la scorsa primavera .... Presto mi arrivò la lettera settimanale di Nader che lessi subito. Restai di stucco, anche Lehman sarebbe fallita presto, anzi era già morta e nessuno glielo aveva detto!

Allora capii che a settembre 2008 avremmo avuto un grosso tracollo e accentuai il mio impegno, detti anche una data il 18 settembre, era un venerdì.

Per tempo, ad agosto, uscii dalla borsa, avevo anche dei titoli in guadagno. Mi ripromisi che un giorno sarei tornato, ma questo è ancora lontano. Sapevo che si poteva arrivare a 20000 se ci fosse stato un panico comprensibile.

Forse l'ho fatta lunga, ma volevo ricordare e riflettere sulla domanda chiave: fin dove può scendere la borsa? Quota 15000 è possibile, certa e tremendamente vicina, nel corso della primavera la raggiungeremo. Spero che tenga il muro a quota 13000, mi consola il fatto che più si scende più è difficile continuare a farlo.

Certamente questa recessione porterà le borse fino ai loro minimi assoluti, fino al fondo del pozzo e poi ci vorrà molto tempo per uscire.

Tutto dipenderà anche dalla quantità di polvere che è stata nascosta sotto il tappeto, in Asia certamente, ma da laggiù non arriverà la notizia. Avremo problemi anche a Londra e a New York. In Italia molti criticano Unicredit e le fusioni che ha fatto negli anni passati, ci sono dei sospetti anche sui suoi bilanci. Ma sono dei si dice. Molti rumori si diffondono anche tra noi in Valdelsa e sotto la lente di ingrandimento finiscono due banche locali, si fa a gara nel dire quale stia peggio. In verità va male tutta la nostra economia e anche la nostra politica.

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