PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008 - DECIMO mese di SESSANTA)

La recessione: dilagherà nel 2009

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15/12/2008 Crisi, disinformazione e la recessione in Valdelsa.

di F. Allegri

Avevo detto che doveva succedere qualcosa e non ho sbagliato! L'euro è partito ed è già oltre 1.33 sul dollaro morente mentre la sterlina è quasi a 0.90 quota che supererà nel corso della settimana.

Nel frattempo gli USA non hanno buttato nuovi soldi nelle perdite delle multinazionali e in generale ne hanno buttati pochi, pare 8 mila milioni di dollari.

Questa è la cifra che non basterè e l'unica buona notizia è che l'hanno tolta alle banche e alle finanziarie. Intanto vanno avanti le inchieste e almeno in USA qualcuno lo mettono dentro.

Se questa è informazione corretta, in giro si vede tanta disinformazione che cozza contro quelle persone che come noi hanno dimestichezza con la libera informazione. Ma forse siamo delle eccezioni.

Parlando di disinformazione voglio ripartire dalla seduta segreta e notturna della camera bassa del parlamento USA che si tenne il 13 marzo scorso su richiesta dei repubblicani. Si sa solo l'argomento ufficiale della seduta, una richiesta di togliere l'immunità a Bush sulle intercettazioni telefoniche fatte dai servizi segreti a cittadini americani senza mandato del giudice dopo il 2001.

I repubblicani vollero un dibattito segreto sulla questione.

I dubbi sono legittimi perché mai in una seduta segreta si discute di un solo argomento e secondo indiscrezioni si conosce anche le altre questioni dibattute quel giorno

Da indiscrezioni internet si sa che parlarono anche del collasso dell'economia bancaria USA che era previsto per lo scorso settembre e dei periodi che saranno più duri per la nuova amministrazione, i primi mesi della presidenza Obama.

Il terremoto dovrebbe colpire le casse del governo federale e la sua moneta nel mese di marzo del 2009. Non si può indovinare un giorno, ma il mese più o meno certamente. Se non sarà marzo saranno critici febbraio o aprile o entrambi perché il peggio della crisi è ancora davanti a noi e a me sembra che in troppi lo sottovalutino.

I repubblicani invece temevano il peggio e in segreto avrebbero parlato di nuove monete e di unità nord americana. Un solo stato dal Canada al Messico e di una moneta unica e nuova destinata a sostituire il dollaro e contrastare il dominio dell'euro. Si chiamerebbe Amero!

Questo sono le indiscrezioni che possiedo da luglio e che in parte si sono verificate.

Non sono in grado di prevedere uno scenario simile che spero sia ECCESSIVO, ma la tendenza al peggioramento la vedo avanzare.

E parlo di peggioramento per i ceti poveri urbani, i precari e i nuovi disoccupati futuri!

In campagna ce la caveremo, anzi siamo destinati a guadagnar qualcosa, ma in campagna vive una minoranza.

Per dare una dimensione della crisi voglio sfatare il problema delle 20 volte il PIL del mondo perché scambia il mare delle perdite per l'oceano degli scambi economici e finanziari.

In realtà se le perdite verificatesi da settembre sono pari a 400 miliardi di dollari quelle in arrivo dovrebbero essere vicino al massimo ai 1200. Un grande problema, ma non una voragine.

A questa falla farebbero seguito falle più piccole perché la massa dei crediti difficili da esigere è grande, ma ci sono le dilazioni.

Per uscire da tale palude ci vorranno comunque 4 anni e allora non avremo la ripresa ma la stagnazione perché ci troveremo su un mercato aperto a cinesi e indiani.

Voglio dialogare anche con i due amici che mi hanno ricordato la crisi della carte di crediti e dire loro che considero questa questione secondaria e marginale e credo anche che Giovanni non dovrebbe lamentarsi perché la gente ha consumato troppo.

Questa crisi non è figlia dei consumi superflui semmai deriva dall'avidità di guadagno di chi ha giocato in borsa e dai denari lucrati in modo illecito dalla grande finanza internazionale.

Non sono certo le piccole carte di credito che si danno a massaie o studentelli imberbi che hanno portato uno sfracello simile.

Poi non dimentichiamo mai che le crisi sono due, c'è anche quella di super produzione cinese che tanti rimuovono o sottovalutano.

Viviamo la fase dei fallimenti di imprese e della chiusura dei negozi, ovvero quella più difficile da occultare. E' la fase più visibile della recessione, ma dobbiamo renderci conto che lei viene da lontano.

C'è una crisi più occulta: quanti conoscono la situazione finanziaria del proprio fondo pensione?

Eppure sono quasi tutti in perdita, due dei tre più grandi hanno perso parecchio e molti lavoratori ancora non lo sanno o, peggio, hanno paura di saperlo. Chi aveva i titoli bancari ha perso, ma la gente non lo sa.

Non sperino in recuperi, passeranno anni prima che la borsa di Milano torni sopra quota 22000 e si sta facendo duro anche il ritornare a 20000.

Poi voglio chiudere con uno studio del caso: Empoli. Questa ridente cittadina e una volta operosa ha inaugurato l'anno scorso un mega centro commerciale fatto di megacoop e tanti negozi.

Bene, mi pare semplice: hanno fatto aprire tanti negozi alla vigilia di un periodo nel quale è inevitabile che chiudano in molti. Qualcuno si meraviglia che in quelle grandi stanze siano finiti guardie mediche e burocrazie varie e ad dirittura si vocifera della nuova sede della CGIL.

La conclusione è semplice: la recessione decimerà i vecchi negozi e sarà feroce con i nuovi. Spero di sbagliarmi, anche in parte. Di certo, l'aver ignorato queste cose è una colpa per ogni politico della Valdelsa e il di chi sono le colpe politiche, se ce ne sono, ce lo diranno le urne il prossimo anno.

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