PECUNIA POWER
(diario della crisi: 2008 - OTTAVO mese di SESSANTA)
La recessione è evidente
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17/11/2008 Quando la padrona era la speculazione: ieri, oggi e domani.
di Futuroieri
Nel mese di giugno il Wall Street Journal pubblicò un'indagine sulla speculazione che sosteneva una realtà che dovrebbe sconvolgere: il 71% degli scambi petroliferi aveva una natura speculativa. Se sembra troppo non continuate a leggere perché la realtà dice che la percentuale esatta è sicuramente sopra il saggio del 80%. Solo nel caso italiano essa è un poco più bassa perchè da noi il prezzo del petrolio deve considerare le tasse e le gabelle varie che sono immense alla faccia della progressività e del popolarismo di maniera.
Questa inchiesta che ho citato in altri scritti usciva da una commissione parlamentare. In Italia non l'hanno capita in molti, soprattutto a sinistra si continua a preferire l'idea del peak oil e della scarsità. 5 miliardi di barili sembrano pochi e si ritiene anche che i consumi continuino a crescere. Mai studiate tante congetture sbagliate tanti tutte insieme.
A ben vedere la speculazione è l'essenza del capitalismo globalista. A questo proposito ricordo che per mesi sono stati venduti futures per 1 miliardo di barili quando la produzione di barili di petrolio oscillava sugli 87 milioni.
Venendo all'oggi va considerato il fatto che i vari salvataggi bancari, fatti dai politicanti americani ed europei, hanno la stessa natura. Sono un sostegno alla speculazione selvaggia. Quando una banca sbaglia a fare un investimento c'è chi butta il salvagente. In politica la speculazione si lega ai facili consensi delle cosiddette opinioni pubbliche. Qui sembrano molto private se si pensa alla stampa confindustriale e filo partitocratica.
Per il futuro bisogna tenere presente due cose: esistono più crisi e sono tutte convergenti.
C'è la crisi militare, soprattutto sul fronte afgano dove gli eserciti sono logorati e si fa finta di non sapere i veri scopi della missione: il logorio è stato ammesso più volte dai generali inglesi e anche da alcuni americani.
Alla crisi dei militaristi si aggiungono speculazione ed inflazione. Il petrolio diminuisce, ma i cibi no e comunque nessuno acquista automobili nuove: questa potrebbe essere la settimana decisiva per General Motors. Oltre la crisi economica si intravede quella politica: ritengo che molti non sappiano bene cosa fare e soprattutto tanti fanno finta di niente e minimizzano. Certo il G 20 mi è sembrato una cena di gala fuori luogo e tempo.
Di certo chi continua a dover pagare un mutuo fa una vita d'inferno e ora stanno arrivando i licenziamenti: un consumatore licenziato non è più un consumatore. Di certo la grande crisi non è ancora giunta e i mezzi per affrontarla a disposizione sono insufficienti o non saranno considerati perché chi non vuole la crisi cerca di continuare a vivere come se nulla stesse accadendo. Sarà duro il risveglio da certe illusioni!
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