PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008 - primo mese: l'arrivo in Europa)

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22/04/2008 Tutte le forme della crisi

di Futuroieri

Le borse mondiali fanno finta di nulla e tornano a crescere, in apparenza.

La borsa di Tokyo è risalita fin sopra quota 13500, ma lo ha fatto svalutando lo yen di quasi cinque punti: siamo sopra 164. Il dollaro dopo alcuni recuperi è tornato a scendere e vola verso 1,60 e anche la sterlina si mantiene sulla quota di 0,80.

Abbiamo visto la quiete prima della tempesta?

Ieri sono usciti i dati delle perdite da subprime e sono ancora tanti soldi. E' l'annuncio della crisi che era stato preavvertito dal mancato abbassamento dei tassi fatto dalla BCE.

Oggi approfondirò il tema della crisi.

Gli analisti e gli economisti hanno diffuso ottimismo e parlato di crisi a "V". Prevedono un crollo rapido e una ripresa altrettanto veloce. In realtà la crisi avrà forme diverse a seconda del tipo di economia dei paesi colpiti. Alcune nazioni saranno colpite da una crisi a "U": il calo sarà profondo e perdurante e la successiva ripresa sarà lenta. La crisi peggiore sarà a "L" dopo il crollo non arriverà la ripresa. Bisogna ricordare che la crisi del '29 perdurò per dieci anni.

Se la crisi sarà a "Y" ovvero avremo crolli verticali, ma poi avremo sviluppi diversificati: alcuni paesi si riprenderanno velocemente, altri continueranno a decadere. Chi propone questo modello prevede una ripresa veloce per le economie asiatiche, le sole ritenute in grado di praticare politiche economiche keynesiane. Non danno speranze alle piccole potenze occidentali alle quali nessuno potrà fare i prestiti necessari. Molte imprese dovranno chiudere per mancanza di finanziamenti. Anche negli Stati Uniti mancheranno i capitali. La causa è semplice: le 100 maggiori banche occidentali hanno fatto perdite colossali con i derivati (non sono italiane). Quelle che hanno già ammesso le sofferenze sono Credit Suisse, Societé Générale, Paribas, IKB e Sachsen LB e non dimentico la Bearn Stears.

I popoli occidentali non saranno felici e pronti ad accettare la povertà, sono abituati alla società del benessere, ai vantaggi della tecnologia, hanno assistenza sociale e sanitaria. Senza un sistema industriale avanzato ed esteso tutto questo non sarà più possibile.

La crisi ad "Y" colpirà gli USA, la Gran Bretagna e l'Italia!

Questi paesi non potranno permettersi i servizi della società del benessere, stanno perdendo produttività, competizione e diminuiscono le loro esportazioni.

Anzi a ben vedere ci colpisce da alcuni mesi, gli stipendi non bastano ad arrivare alla fine del mese, abbiamo enti pubblici costosissimi e spreconi e poi i politici sono senza idee quando non fanno finta di nulla.

Il declino del dollaro è destinato a continuare, e un euro forte ci ripara per ora dall'inflazione, ma prima o poi anche i banchieri dovranno decidersi a svalutare per difendere le nostre esportazioni.

Nei prossimi mesi vedremo il declino del dollaro, ma nel medio periodo anche l'euro dovrà ritrovare quotazioni adeguate.

 

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