PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008 - terzo mese in Europa)

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22/06/2008 Come va la borsa e come si specula sul petrolio!

di Futuroieri

Non l'ha detto nessuno ma nei giorni passati la borsa italiana ha perso più di 2000 punti ed è passata da 32000 a meno di 30000: è quasi un sette per cento.

Pochi mesi fa la borsa era a quota 39000 quindi la crisi si è mangiata un trenta per cento e i cali non sono finiti visto che sono quotate tante aziende bollite.

Perché un no global dovrebbe interessarsi di questo argomento?

Chi si fa questa domanda probabilmente ignora che la maggior parte delle perdite ricade sui piccoli azionisti, sulle famiglie, su gente che ignora che le borse attuali sono più rischiose dei casinò!

I grandi investitori possono guadagnare anche da queste situazioni.

Il grosso delle speculazioni deriva ancora dal petrolio. A questo proposito vorrei citare un articolo del Corriere del Ticino scritto da Alfonso Tuor il 12 giugno. E' il migliore fra quelli che ho letto. Tuor ci ricorda che al New York Mercantile Exchange vengono scambiati ogni giorno contratti futures per 850 milioni di barili di petrolio (l'ha detto anche il Financial times).

Questa è la dimensione delle speculazioni, ovvero 10 volte la produzione giornaliera di greggio (che ammonta a 85 milioni di barili). Solo lui ha avuto il coraggio di dire questa verità che io avevo solo immaginato. Nel suo articolo egli constata che è sempre più difficile negare le speculazioni. Abbiamo avuto anche un balzo di 10 dollari in un giorno!

Se è vero che il petrolio non vale 140 dollari si potrebbe pensare che la speculazione potesse trasformarsi in bolla, ma io dico che non lo farà perché sono preoccupato dai venti di guerra.

Come mai si può speculare sul petrolio?

La risposta la si ricava dalla constatazione che i mercati a termine sui combustibili non obbediscono alle leggi della domanda e dell'offerta, ma alle aspettative sul prezzo futuro. E' un mercato fasullo disponibile per le finanziarie, Goldman Sachs in primis. Essa ha previsto che il petrolio raggiungerà quota 200 alla fine dell'anno. I broker la chiamerebbero una previsione rialzista! Magari mettendo sotto il tappeto l'inflazione.

Questo scempio non sarebbe inevitabile, secondo Tuor basterebbe una regola semplice coloro che comprano a termine il greggio dovrebbero essere obbligate, al momento della scadenza del contratto, a comprare il petrolio fisico.

OGGI POSSONO EVITARE DI FARLO PAGANDO UNA PICCOLA COMPENSAZIONE MONETARIA.

Spero di aver così confutato gli ultimi malintesi e fraintendimenti. Ah no, dimenticavo: la soluzione sarebbe semplice, ma nessuno lo farà.

Manca la volontà politica di rompere questo giocattolo inventato a Wall Street.

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