PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008 - terzo mese in Europa)

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18/06/2008 LETTERA AD ALCUNI NO GLOBAL

di Futuroieri

Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno risposto alla nostra e mail.

Permettetemi di farvi una domanda: Come mai FINO AL 2005 il petrolio costava meno di 40 dollari al barile?

Io vi offro una risposta, ma son o interessato alle vostre! Quei 40dollari coprivano le spese di estrazione, i salari di operai e impiegati le spese di trasporto e i guadagni dei vari intermediari. Forse anche qualche piccola speculazione.

Il petrolio che compravano Cina e India era quasi lo stesso di quello che comprano oggi, credo un 10% in meno, ma se fosse il 15% ....

Poi vorrei affrontare altre due questioni.

Prima di tutto vi segnalo che molta gente si rende conto delle speculazioni, il movimento Democrazia Economica (nato nella sinistra a giudicare dalle altre sue idee) nel suo news group ha fatto circolare nei giorni scorsi una mail che nell'oggetto aveva questa frase: "Le speculazioni sul petrolio sono al 60% del prezzo. Anche S. Morandi su Liberazione della scorsa settimana (9 giugno) ha parlato del rapporto petrolio speculazione e infine un moderato e falso no global come Tremonti sente l'esigenza di tassare i guadagni dei petrolieri, e parlo di uno che fa pagare le tasse solo agli operai e al reddito fisso da lavoro.

Infine ho apprezzato molto anche un articolo di Massimo Mazzucco, sempre del 9 giugno (Dove vanno i soldi del petrolio? Luogocomune. net) non so se lo conoscete.

Egli individua cinque cause principali dell'aumento del prezzo del petrolio.

L'articolo inizia così: <<Quando fu chiaro, nel 2005, che la guerra in Iraq stava alimentando una spirale di aumento nel prezzo del petrolio, qualcuno profetizzò con orrore: "verrà un giorno in cui il petrolio raggiungerà i 100 dollari al barile".>>

Io capisco che è LA GUERRA LA PRIMA CAUSA DELL'AUMENTO e che gli esperti non hanno saputo prevedere le speculazioni e gli sciacallaggi!

Nel proseguo dell'articolo introduce altre cause degli aumenti, parla di:

1) ... Crescente domanda dei paesi in forte espansione industriale, ...... come la Cina e l'India, che di recente ha superato il Giappone come 2° consumatore di petrolio in assoluto al mondo.

2) Fattori psicologici, come ad esempio la recente minaccia da parte di Israele di attaccare l'Iran, che avrebbe fatto crollare la borsa americana e schizzare in alto il prezzo del barile.

(QUESTA E' SEMPRE LA GUERRA DI PRIMA)

3) Aspettative troppo ottimistiche dei paesi non OPEC, che sono liberi di fissare i prezzi a piacimento, e non sono obbligati a rispettare il tetto imposto all'interno dell'OPEC stessa.

4) Altri invece accusano i paesi membri dell'OPEC di limitare intenzionalmente la loro produzione, proprio perché obbligati ad un tetto massimo sul prezzo di vendita.

QUESTO PRESUPPONE L'ESATTO OPPOSTO RISPETTO ad alcune OSSERVAZIONI.

POI METTE PER QUINTO: "Altri ancora rimandano la spirale di mercato alla sempre più imminente, presunta "fine delle risorse" - la cosiddetta teoria del Peak Oil, che sostiene che il ritmo massimo di estrazione mondiale sia già stato superato.

Infine conclude: "ma nessuna di queste spiegazioni, né in assoluto ne combinata con le altre, sembra sufficiente a spiegare il letterale raddoppio dei prezzi, avvenuto in un solo anno, della più venduta materia prima al mondo."

A lui manca qualcosa, un sesto motivo che ritiene importante e che io ritenevo ovvio.

Io lo conosco ed erroneamente credevo che si potesse tenere in sottinteso: questa è la variabile politica. Questa esplosione è stata possibile perché una parte della CLASSE POLITICA internazionale vuole un'altra guerra fredda in sedicesimo (in medio oriente) e lavora di concerto con la finanza internazionale mentre l'altra parte non fa nulla, dorme o non ha coraggio, a parte un discorso del russo Medvedev!

 

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