PECUNIA POWER
(diario della crisi: 2009 - UNDICESIMO mese di SESSANTA)
La recessione: dilagherà nel 2009
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26/01/2009 SALDI SULL'EURO
di F. Allegri
Nel mio pezzo di ieri avevo dimenticato di parlare di monete. In questo settore il dato incredibile era la valutazione dell'Euro crollata venerdì a 1,2795 sul dollaro.
In confidenza credo che quello sia il suo minimo storico, non superabile. In questo momento la nostra divisa quota 1,3072 e continua a salire, un'ora fa era a 1,2965.
Nelle mie fantasie l'Euro è destinato a tornare più forte e potente di prima anche se non tutti i mali vengono per nuocere. Un euro debole è infatti un vantaggio per le esportazioni extra europee. Ossigeno per tante piccole e medie industrie.
Ma perché credo che l'euro sia destinato a crescere?
Semplice perché la crisi americana è peggiore di quella Spagnola, Greca e anglo irlandese messe insieme! Poi gli USA non hanno messo in campo la più ampia gamma di soluzioni che ha l'Europa. Come dire: la loro malattia è più grave e hanno meno medicinali!
Il super euro porterà fuori dalla piccola crisi la vecchia Europa poi i conti si faranno ad aprile o al massimo a maggio. Quella crisi andrà confrontata con quella di settembre che Mike Whitney definì come "Punto di non ritorno". La crisi di aprile sarà di quelle dure, come quella di settembre quando la FED stanziò 1000 miliardi di dollari solo per sbarcare il lunario a Wall Street, come si dice. Ogni impresa dovrà tirare le somme e fare i suoi bilanci!
Da settembre gli investitori ben informati comprano titoli di stato o buoni del Tesoro USA; si investe sul sicuro, sul meno peggio, il sentimento che domina è la paura! Del resto solo i 1000 miliardi dei contribuenti americani salvarono la borsa americana e il sistema finanziario di quel paese con le sue speculazioni e le sue truffe e soprattutto permetteranno alla globalizzazione di continuare a svilupparsi. Si perché alla base di tutto sta il trasferimento degli stabilimenti industriali americani in qualche sperduto angolo del terzo mondo. Gli USA sono un paese che producono servizi e questa crisi colpirà duro proprio questo tipo di economie apparenti.
Da settembre la situazione non è migliorata, anzi gli americani hanno un pericolo in più. Lo corriamo anche noi europei. Le famose banche finanziarie possono fare raccolta con i depositi e in giro si trova sempre qualcuno pronto ad aprire un conto corrente in banche simili. Qui siamo protetti dalle riassicurazioni e sconfortati dal tasso zero, ma non si può mai sapere. Tutto questo logorerà soprattutto i ceti medi e creerà nuovi poveri.
Pochi capiscono che nel mondo ci sono due crisi: una è quella finanziaria americana con i suoi mutui casa e i suoi derivati del nulla, ma l'altra è quella dei bassi salari industriali cinesi e asiatici.
Abbiamo un mix di speculazione e globalizzazione, avarizia e incompetenza. L'economia internazionale si trova compressa fra l'inflazione e le produzioni eccessive.
Da un anno si produce moneta e si da forza all'inflazione. Certamente non si esce così dalla crisi e Mike Whitney definì in settembre il 2009 come l'anno tetro, mancano capitali e tanta liquidità nonostante che le banche ne abbiano diffusa tanta.
A questo punto dobbiamo porci una domanda legittima: Come si esce dalla crisi?
Ci sarebbero tanti strumenti ma oggi parlerò di uno eccezionale che non vuole nessuno. Gli speculatori non muoiono mai!
Per parlare di questo strumento si può guardare a quello che fu fatto nel 1933 per combattere la crisi iniziata nel 1929. Anche allora c'erano state speculazioni, scoppi di bolle speculative e bassi tassi di interesse. Dopo il 1929 ci fu un periodo di deflazione generalizzata e ci fu anche una contrazione del credito di almeno un 30%. Oggi non si è ancora diffusa la deflazione, ma è questione di settimane se prosegue questo languore. E' dietro l'angolo.
Negli anni trenta la disoccupazione aumentò del 25%, fallirono mille banche e migliaia di imprese. I tassi USA sono arrivati vicino allo zero, quelli europei ribassano di continuo, è stato come gettare zucchero nel mare, sono mancate le vere decisioni politiche. Si continua rinviare, ma presto i nodi arriveranno al pettine.
Tornando al 1933 dobbiamo parlare di un economista, il professor Fisher dell'università di Yale. Allora il nostro professore propose un piano contro la depressione. Alla base di quel piano stava il monopolio statale di emissione di moneta e l'obbligo per le banche di tenere un fondo di riserva pari al 100% del capitale prestato. Questo piano avrebbe impedito qualsiasi insolvenza bancaria, oggi il grande rischio è proprio questo: ogni leva speculativa ha questa nemesi! A un grande boom segue una grande depressione.
Nei periodi di recessione solo lo stato può emettere moneta, le banche non lo fanno. Con quel progetto la circolazione monetaria sarebbe stata stabilizzata. Nel 1935 questo piano fu discusso, ma non approvato: si preferì una legge bancaria che separò le banche in commerciali da un lato e di investimento o di affari dall'altro. Le banche salvarono i loro privilegi speculativi. Quel piano sarebbe valido anche oggi, almeno secondo molti economisti ed esperti. Non sarebbe nemmeno il massimo dell'estremismo perché altri economisti propongono l'abolizione assoluta della finanza moderna. Non serve all'economia, secondo loro.
Certo io non piangerei per l'estinzione di questa specie di squalo comune!
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