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20/01/2008 Euro contro Dollaro: scontro inevitabile e vicino

Mentre scrivevo questo pezzo volevo ipotizzare che nei prossimi giorni le borse occidentali perdessero un 5% o anche un 10%; la variazione sarebbe dipesa da una guerra monetaria che nessuno ha dichiarato ma che tutti sono destinati a combattere. Eccoci qua, oggi 21 gennaio ecco il crollo delle borse e per aggiunta delle monete in tutto il mondo salvo New York dove la borsa è chiusa. Mai un simile crollo era stato preannunciato e tanto atteso, ma ha comunque ha sorpreso tanta gente e tanti risparmiatori. Che succede? Bisogna essere chiari, il calo delle borse è strutturale e tendenziale ovvero delle rivalutazioni non sono possibili mentre il calo della moneta e del petrolio prepara il recupero dei guadagni per gli speculatori e i bancarottieri.

Sul mercato internazionale la perdita di valore di un titolo può essere compensata a livello monetario se questo è stato emesso usando una moneta forte. Ed esiste una sola moneta forte: l'euro. Tutti lo vogliono e lasciano il dollaro! Il primo a fare questa scelta fu l'Iraq di Saddam Hussein nel novembre del 2000 per condizionare il governo americano. Lo scopo di questo cambiamento era quello di rendere Washington consapevole del danno che l'Iraq avrebbero potuto arrecare agli Usa come conseguenza dell'embargo e delle pene inflitte al popolo iracheno. L'Iraq incrementò le sue riserve finanziarie presso l'ONU di 26 miliardi di euro in tre anni. Tanto nazioni hanno seguito questo esempio nel corso degli anni, l'Iran lo ha fatto nel 2002 e da mesi sta pensando di riscuotere il petrolio in euro e non in dollari.

Le decisioni unilaterali di singoli staterelli hanno provocato il deprezzamento del dollaro, ma non hanno portato a sfracelli. Il mercato finanziario può condurre allo sconvolgimento dei valori consolidati: il calo delle borse si riverserà sulle monete e gli Stati Uniti dovranno guardarsi intorno e vedere quali sono le banche amiche e quali quelle nemiche. La prima decisione da prendere sarà quella di dare un valore al dollaro (una nuova quota 90) da non valicare e poi con il cappello il mano far partire le varie speculazioni. Questa quota è 1.60 sull'euro. Sempre che alla crisi di borsa non si affianchi la bancarotta di qualche banca americana. In tal caso ogni investitore sia ancor più cauto perché si può perdere anche più di un 20% degli investimenti e i piccoli investitori rischiano le peggiori mortificazioni perché le banche sono interessate solo ai finanziamenti a costo zero.

E se il commercio del petrolio passasse all'Euro? Ne hanno parlato molti analisti, ma io non ci credo perché questo è un settore in cui la politica prevale sull'economia e i poteri forti non lo permetteranno. Se per ipotesi accadesse avremmo l'euro super valutato, almeno a quota 2 contro il dollaro, ma anche il caos internazionale. No, non accadrà la potenza americana non lo permetterà! Il problema è complesso e la verità è questa: il commercio del petrolio in dollari non compensa le altre transazioni fatte con l'altra moneta migliore. Questo strangola il dollaro che sta perdendo l'egemonia nel mondo e si impoverisce nel mercato interno dove corre l'inflazione, il deficit e la disoccupazione.

Scenari futuri possibili legati al super euro

Due cose possono accadere:

1 la Gran Bretagna e la Norvegia entreranno nell'euro e allora avremo la vittoria dell'euro;

2 l'Italia, la Spagna e la Grecia lasceranno l'Euro.

Non serve dire chi sarebbe il vincitore nell'uno o nell'altro caso, ma sicuramente si avvicina il tempo in cui serviranno decisioni forti e purtroppo il sistema politico italiano non produce politici degni e capaci di affrontare le insidie che si avvicinano. E che sia chiaro: non esiste una quotazione dell'euro ideale tale da fare felici tutti i paesi dell'Unione Europea. Ma un fatto è certo l'economia italiana non può sostenere un euro forte, ovvero una moneta che superi la quota di 1.45. Oltre tale quotazione non si esporta!

Conclusione

Il crollo delle borse rafforza un'intuizione: siamo dentro la fase due della crisi prevista da Europe 2020 per quest'anno! Riassumiamo: 2007 la 1° delle sette fasi della crisi sistemica: la trasmissione globale della infezione finanziaria scoppiata in USA e il passaggio dalla crisi di liquidità alla crisi di fiducia in tutti i valori finanziari e monetari americani.

Nel 2008 la vastità delle perdite generate dalla crisi dei subprime e la sua amplificazione attraverso i CDO (titoli obbligazionari) si manifesterà pienamente e si rivelerà sui sistemi finanziari occidentali, sui detentori di attivi finanziari e sull'economia reale. Dopo verranno le altre fasi. Questa è la Fase 2: Crollo borsistico, in particolare in Asia. Da - 20% a - 50% in un anno, secondo le varie regioni del mondo.

Ritengo che un calo borsistico del 20% sia quasi inevitabile mentre spero che le altre previsioni siano largamente errate, ma ugualmente le diffondo. Ecco cosa dovrebbe accadere dopo:

Fase 3 - Esplosione delle varie bolle immobiliari mondiali: Regno Unito, Spagna, Francia e Paesi emergenti.

Fase 4 - Tempesta monetaria. La volatilità al massimo e dollaro al minimo.

Fase 5 - Stagflazione (inflazione più stagnazione) dell'economia globale. Recessione - inflazione in USA, crescita molle in Europa, recessione.

Tutto questo è difficile da evitare, è troppo tardi. Gli ultimi due punti invece mi sembrano irreali e soprattutto si possono ancora contrastare!

Fase 6 - Grande depressione in USA, crisi sociale e salita dei militari alla gestione del potere.

Fase 7 - Accelerazione brutale della ricomposizione strategica globale, attacco all'Iran, Israele sull'orlo dell'abisso, caos medio - orientale, crisi energetica.

 

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