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15/03/2008 LA CRISI NEL 2008: Dopo le banche cadranno le economie reali europee

di Franco Allegri

La crisi è grave e molti se ne stanno rendendo conto. Il Giappone ha perso molto: -10% dall'inizio del mese e perderà ancora. Le speculazioni sul petrolio hanno fatto lievitare il suo prezzo fino a 110 dollari al barile, ma l'euro ha toccato quota 1.56 e in questo caso nessuno parla di sopravvalutazione. Le borse europee per ora galleggiano, ma è questione di mesi poi la crisi coinvolgerà anche la nostra economia reale. La recessione è dietro l'angolo, in USA è già in atto, in Europa è iniziata. O meglio l'America fa da traino nella recessione sia per l'Europa che per l'Asia. Avremo un'estate calda!

Si può parlare di rottura del sistema finanziario mondiale?

La crisi delle grandi banche internazionali è certa, hanno sulle spalle il peso insopportabile dei mutui sub - prime (migliaia e migliaia di miliardi): il 98% di quella cartaccia è in mano delle prime 7. Il crollo della Bears avvia una nuova fase di una crisi che appare terribile e rapida.

Altro fattore di crisi è il dollaro.

Molte banche ne hanno troppi e continuano ad accumularli. E' una "merce" che perde valore a vista d'occhio. Anche queste banche (Cinesi e non solo) non dormiranno tranquille nei prossimi mesi. Ricordo a tutti che una crisi generale delle banche è destinata a coinvolgere anche investitori e depositanti. Per fortuna non in Italia, in un primo momento!

Dalle borse e dalle banche la crisi coinvolgerà le nazioni.

Gli USA avranno un ruolo minore a livello internazionale: il terremoto recessivo avrà laggiù il suo epicentro. In questo contesto nuovo i dirigenti dei paesi europei e di quelli asiatici evoluti avranno un ruolo importante. Dovranno mediare con la Russia e i paesi petroliferi da un lato, dall'altro servirà una nuova politica energetica e una politica estera più responsabile. La recessione sarà il loro esame di maturità, c'è un caos da evitare, ovvero una guerra di tutti contro tutti. La recessione in Europa è lenta e costante, non ci sono le bolle immobiliari, non abbiamo avuto una forte crescita speculativa. Cadremo da una quota molto bassa.

Occorre considerare una complicazione.

In USA crolla il prezzo delle case, e per molte banche europee che hanno speculato sul mercato immobiliare USA ci sono problemi che la BCE sta affrontando da dicembre. Le banche europee o meglio tedesche, francesi, inglesi e svizzere stanno lavorando per uscire da quel mercato e stanno accumulando liquidità. Si preparano ad affrontare mesi difficili.

Il paese europeo messo peggio è il Regno Unito, la sua economia è legata a doppio filo con quella americana e con quella finanziaria internazionale. La City di Londra produce il 9% del PIL inglese. In estate avranno poco lavoro e poi i banchieri inglesi sono dei maestri in caso di sopravvalutazioni. Le loro case perderanno dal 20% al 40% nei prossimi 3 - 5 anni. Come uscirà l'Inghilterra dalla crisi? L'unica strada è la svalutazione della sterlina che oggi vale 0.7662 sull'euro.

La crisi colpirà anche l'Italia.

Avremo gli stessi problemi dei paesi dell'Est che da 15 - 20 anni sperimentano il liberalismo. Queste nazioni hanno un debito pubblico che necessita di continui finanziamenti. Questi saranno difficili da reperire nei mesi più neri della recessione. L'Italia ha un deficit pari al 104% del PIL e paga miliardi di interesse ogni mese. Dovremo verificare se gli italiani hanno risparmi per comprare i BOT a buon interesse. Altrimenti i guai saranno più seri. All'orizzonte s'intravedono mutamenti epocali: si dovrà lavorare per il consumo interno, ci saranno nuovi freni alle migrazioni. Comunque vada povertà crescente. L'Italia potrebbe uscire dall'euro e forse non sarà l'unico paese a dissociarsi. C'è una questione politica da affrontare. Che faranno i nostri dirigenti?

 

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