PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008)

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24/03/2008 L'Euro e i destini di Spagna, Italia e Sud Europa

di Futuroieri

In Inghilterra qualcuno è disposto a scommettere che nei prossimi anni l'Italia e la Spagna saranno espulsi dall'area euro. Questa idea circola anche fra alcune banche internazionali. Questi discorsi hanno cominciato a girare quando l'euro era arrivato a quota 1.47 sul dollaro. Col passare dei mesi la moneta europea si è rafforzata ancora guadagnando un altro 5% stabilizzandosi ai minimi di questi giorni ovvero a quota 1.54.

E' bene dirlo subito: a questi livelli le esportazioni italiane avranno forti problemi e il turismo internazionale è destinato a regredire al cosiddetto mordi e fuggi.

Si deve tornare a parlare del debito pubblico italiano perché questo è finanziato con l'emissione di titoli di debito pubblico sui quali l'Italia dovrà pagare interesse sempre più alti: sempre che si trovino nuovi prestatori o che i vecchi siano disposti a rinnovare i prestiti con i rischi connessi.

Di questi tempi non si può sapere; anche in USA hanno dei problemi, ma gli americani non fanno parte di un'unione monetaria. Con queste premesse ci sono poche possibilità e si deve sperare che i nuovi governi taglieranno gli sprechi e non i diritti. Ovvero speriamo che elimino gli enti inutili e non tartassino i soliti poveracci. Il rischio c'è perché le classi politiche italiche e spagnole non sembrano in grado di affrontare la bufera che si avvicina la quale causerà, fra l'altro, nuove diminuzioni dei salari reali. I lavoratori dovranno ancora tirare la cinghia e forse molto di più dell'inevitabile se restano certi privilegi.........

Negli anni il sud Europa ha perso competitività a livello internazionale, almeno un 30%.

Le cause sono molteplici, la causa italiana si chiama "Casta", quella spagnola "indebitamento e bolla immobiliare". In entrambi i paesi si è investito poco e male! Ed ora è tardi, la strada più breve e terribile sarà quella di diminuire ancora i salari e non si potrà nemmeno informare Veltroni.

Qualcuno paventa i rischi di una crisi simile all'Argentina e noi auspichiamo che si sbagli, ma l'incertezza a livello governativo e l'impreparazione diffusa sono fonti di ulteriori preoccupazioni. Una certezza c'è presto avremo un braccio di ferro monetario e vinceranno quei paesi che sapranno unire i loro interessi e le loro strategie. La Germania resta protagonista, ma dovrà concedere qualcosa. Speriamoci.

Dietro l'angolo si annida anche il disastro monetario.

La UE potrebbe spaccarsi in due zone monetaria, quella debole a Sud e quella forte a Nord. Chi vivrà vedrà! Il ritorno alla lira avrebbe pregi e difetti. Il rischio di una crisi sul modello Argentino sarebbe fortissimo perché i nostri debiti resterebbero in euro, una moneta troppo forte per la nuova liretta e non dimentichiamo che tutto accadrebbe in un contesto internazionale recessivo.

Qualunque cosa accadrà la vedremo presto perché la rapidità di questa crisi è davvero inconsueta, i cali sono drastici e veloci e rallenta anche l'economia reale e si vedono i primi sconti anche fra chi vende case in Italia. Ho detto tutto! I mercati si stanno fermando e tanta gente non corre a comprare nemmeno quando ci sono gli sconti di fine stagione. Fanno bene? chi ha dei soldi e vuole comprare qualcosa aspetti, ma non troppo perché corre anche l'inflazione in senso opposto ed i soldi non sono dei beni. Nella recessione inflazione e deflazione si scontrano, se nel breve vince la prima, spesso nel lungo si afferma la seconda. Anche i primi fallimenti sono dietro l'angolo, penso ad imprese medie, 20 - 30 operai. Il tessuto dell'economia italiana è destinato a soffrire.

Si ballava quando il Titanic si schiantò contro un iceberg, oggi in Italia ci si balocca troppo con la propaganda elettorale: mancano analisi e progetti di riforma! Servono tagli alle spese futili e correnti, riduzioni di tasse a chi produce e lavora. Più formiche e meno cicale.

Diciamo basta a certi stipendi, auto blu ed aerei, enti inutili ed obsoleti. Non so se ce la faremo e se avremo abbastanza tempo. Lor signori al massimo sarebbero capaci di richiamarci a votare molto presto, anche fra altri due anni.

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