PECUNIA POWER
(diario della crisi: 2008 - SETTIMO mese di SESSANTA)
La recessione è evidente
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30/10/2008 I primi tre passi nella crisi.
di Futuroieri
Finalmente la borsa di Milano è tornata sopra quota 20000 e si avvicina ai suoi valori reali. Ci sono alcune banche in difficoltà perché hanno speculato in Bulgaria (paese attualmente colpito duramente dalla crisi), ma i problemi più gravi sono risolti o rinviati alla prossima primavera.
Come abbiamo evitato questa fase della crisi?
Semplice, tanti risparmiatori (qualcuno acciaccato altri con le ossa rotte) sono corsi verso i titoli di stato e hanno sottoscritto tutto quello che c'era da sottoscrivere. Sia chiaro facendo così hanno accettato una nuova piccola perdita, ma hanno lasciato ai bancarottieri i loro veleni e tante perdite future.
Sia chiaro a tutti che ad oggi la borsa di Milano vale tra i 20.000 e i 22.000 non di più e non di meno: all'orizzonte ci saranno nuovi cali perché la fine del tunnel è ancora lontana.
Intanto non c'è stato l'attacco del 26 ottobre all'Iran, hanno fatto solo un blitz in Siria tanto per far sapere che possono fare quasi tutto!
Tornando a riflettere sulla crisi e sulla prossima fase le opinioni si dividono: qualcuno sostiene che crollerà il sistema creditizio legato alle carte di credito altri prevedono il crollo dei Credit Default Swap (CDS) che hanno creato un mercato valutato almeno 62 mila miliardi di dollari (e forse molto di più).
Per ora approfondirò questo aspetto. Che cosa è un CDS?
Un Credit Default Swap è un titolo derivato da un credito o un accordo tra due controparti dove una cede all'altro il suo credito: una parte effettua pagamenti periodici all'altra in cambio della promessa di rimborso nel caso in cui una terza parte diventi insolvente. La prima parte ottiene protezione del credito (una sorta di assicurazione) ed è chiamata "acquirente". La seconda parte fornisce tale protezione ed è chiamata "venditore". La terza parte, quella che potrebbe fare bancarotta o essere dichiarata insolvente, è conosciuta come "entità di riferimento".
Se il terzo non paga salto tutto il circuito, bisogna sperare che sia un debitore affidabile. In teoria un titolo simile doveva servire a diminuire i rischi legati ai mancati pagamenti ed era una sorta di alternativa alle polizze di assicurazione. In termini tecnici si dice spalmare il rischio!
In realtà un titolo simile allunga la catena dell'indebitamente e permette alle imprese di contabilizzare subito profitti e perdite mentre non circola denaro vero!
Dopo la crisi del 2007 la situazione si è invertita: questi titoli non spalmano più il debito, ma lo diffondono e creano nuove insolvenze! Lo sviluppo della crisi complicherà la situazione ed aumenterà le insolvenze.
I CDS sono la causa probabile della catastrofe prossima ventura che per qualcuno è certa. Almeno 1.200 miliardi di dollari (dei 62.000) sono già andati in fumo, ma la cifra è in crescita costante.
La nuova fase della crisi quindi sarebbe dovuta a tante insolvenze a catena scatenate dalla mancanza di liquidità generalizzata.
Questo mercato non è regolamentato e il titolare del credito ceduto in origine può non avere i soldi per restituire il prestito ottenuto! Siamo al debito del debito e all'insolvenza dell'insolvenza.
Nel mese di marzo la fed salvò i CDS di Bear Stearns che invece fu lasciata crollare liberamente. Si salvò il salvabile e si rinviò la reazione a catena. Il più grande venditore e anche il più grande acquirente di CDS è la J. P. Morgan Chase, ma va detto che gli hedge fund possiedono almeno un terzo di tali derivati. Alcune agenzie di ratings sostengono che il 40% dei CDS sono a rischio di insolvenza e si tratta di una cifra enorme ovvero 25.000 miliardi circa. All'orizzonte c'è un'insolvenza generalizzata fatta di controversie, azioni legali e forse si potrebbe arrivare al congelamento del sistema finanziario che è stato anticipato in molti dibattiti politici.
Certamente la parte a rischio dei CDS è in mano agli hedge fund alcuni dei quali non potranno pagare i loro debiti in sofferenza. Sono almeno 100 miliardi di dollari i debiti non coperti dalle liquidità necessaria, ma la situazione evolve e si aggrava di continuo.
Le nazionalizzazione fatte in settembre hanno momentaneamente risolto una parte dei problemi, ma il tunnel è ancora lungo. Il rischio di insolvenza è ancora concentrato e soprattutto segretato.
Le banche hanno interesse a tenere nell'ombra il mercato degli swap: esse sono le intermediarie di tanti transazioni e conquistano così un vantaggio informativo su compratori e venditori. Hanno margini di valutazione più larghi e quindi possono lavorare e manovrare. Da un altro punto di vista la banche possono allontanare da loro i rischi legati agli swap. Qualcuno ha definito queste banche "gli allibratori" dei CDS!
Molti opinionisti hanno definito i derivati come "arma di distruzione di massa". E' una definizione diffusa e valida in questo periodo. E non è un caso che si parlasse di questi problemi prima dei crolli di settembre quando la finanza internazionale ricca ha deciso cosa salvare negli ambienti speculativi sull'orlo del crollo.
La bolla dei derivati non è ancora scoppiata, ma si vedono bene i primi attacchi di panico e le fughe dalla borsa. Sono tardive, ma comprensibili.
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