PECUNIA POWER
(diario della crisi: 2009 - TREDICESIMO mese di SESSANTA)
P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico
La recessione: dilagherà nel 2009
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20/03/2009 UN PUNTO SULLA CRISI CHE NON E' UN'INFLUENZA IN UN CORPO SANO
di F. Allegri
In questo momento la borsa di Milano contiene i guadagni: ieri mattina aveva superato quota 15000, ma dopo l'apertura di New York arretrò. Oggi la borsa ha ripreso a correre ed ora quota 15011! La ripresa della borsa è buona e non è per caso che la borsa di Milano guadagna più delle altre; restano comunque tante preoccupazioni. Tra le monete il dollaro ieri chiuse a 1,3671 e poi sfondò quota 1.37 oggi si attesta su quei l ivelli. La sterlina era sopra quota 0.94.
La crisi di marzo è stata poco cosa per l'Italia, ma non ci sono segni né speranza di ripresa e quindi non si può parlare della recessione come se fosse un'influenza. Questa malattia sarebbe leggera e breve invece la recessione sarà sicuramente lunga. Sugli effetti non è il caso di parlare di leggerezza o di pesantezza, bisogna considerare la recessione come un morbillo ovvero una crisi a chiazze.
In Italia ci sono zone che saranno travolte altre solo ferite e altre ancora che avranno pochi problemi.
Certamente l'economia internazionale resterà debole e molti conoscono la previsione di GEAB che prevede la rottura del sistema monetario mondiale entro la prossima estate. E' eccessiva? A mio avviso si! Continuo a pensar e a momenti crisi, ma non credo all'apocalisse prossima ventura.
Inoltre i marxisti francesi non hanno dato molto risalto ai risvolti asiatici della crisi, soprattutto a quelli cinesi che non sono da ignorare.
Il mese scorso il governo cinese ha deciso di rimandare nelle povere campagne 20.000.000 (20 milioni) di ex contadini che lavoravamo fino alla vigilia del loro capodanno nelle tante manifatture cinesi. Si tratta dell'ennesimo atto violento del comunismo cinese che manipola i destini di tanta gente povera: operai e contadini. Tutto questo è fatto per servire la globalizzazione e il liberalismo internazionale e solo i disinformati possono considerarlo un paradosso. In pratica abbiamo in Cina 20 milioni di nuovi poveri, per ora.
Se la Cina se la passa male, l'occidente non guarisce, soprattutto il mondo anglosassone che per secoli ha dominato l'economia e la finanza mondiale.
La crisi del dollaro si aggrava e non si sa quali siano i suoi margini di svalutazione. Tornerà sopra 1,40? Io credo di si e lo farà presto per poi perdere ancora: non c'è alternativa alla svalutazione. Attendo anche da mesi la parità fra euro e sterlina che è stata sfiorata più volte.
Molti esperti internazionale prevedono un'instabilità economica, sociale, politica e strategica senza precedenti e come ho detto la rottura del sistema monetario mondiale nell'estate 2009.
Sicuramente accadrà qualcosa di grave, la data chiave è il 3 luglio e io credo anche di sapere cosa accadrà. Ho ricevuto due nuove lettere di Nader interessanti che tradurrò nelle prossime settimane. Sarà l'uovo di Colombo e credo che sia qualcosa di meno devastante di quello che attendono i catastrofisti. Certamente nessuno dovrebbe parlare di ripresa attesa per il 2010!
Cosa può accadere?
Avremo nuovi indebolimenti del l'economia inglese e americana. A questo proposito voglio anche criticare Barak Obama che per ora non ha progetti contro la crisi adeguati. Nessuno tutela le industrie e si fa troppo per le banche da un lato mentre dall'altro manca il coraggio di invertir e il processo di globalizzazione.
LEAP/E2020 ha sollecitato spesso il rinnovo di una parte della classe politica. Purtroppo questa non si rinnova da sola ne si genera come i funghi. Non si capisce da dove dovrebbero emergere i nuovi dirigenti. Il male è chiaro ed ha un nome: globalizzazione industriale. Non si può più fingere di non capire.
Certo l'esplosione del debito USA porterebbe alla cessazione dei suoi pagamenti e alla svalutazione del dollaro, ma io mi aspetto un evento meno dirompente e meno grave. Chi attende il tracollo dovrà attendere ancora!
In Europa c'è un malato: è il Regno Unito. Ha gli stessi problemi degli USA e anche lui deve ripartire dall'industrializzazione. Non credo che crolleranno le grandi nazioni del pianeta. Fino ad oggi sono crollati solo piccoli staterelli sciagurati o paesi che sono sempre vissuti ai margini della comunità internazionale. Anche su questo staremo a vedere.
Concordo invece con chi dice che l'Europa avrebbe tutte le qualità per divenire il campione della lotta alla crisi. Manca però il coraggio di portare avanti politiche unitarie e ci sono i condizionamenti delle burocrazie e delle lobby che nella crisi hanno una loro responsabilità. E smettiamola con le bugie e le false rassicurazioni.
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