PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2008 - DECIMO mese di SESSANTA)

La recessione: dilagherà nel 2009

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29/12/2008 Finisce l'anno con l'Euro alle stelle e ci sono timori per stato sociale e pensioni

di F. Allegri

La settimana borsistica inizia con una leggera ripresa per tutte le piazze tra le quali spiccano Londra e Francoforte. Mentre scrivo la borsa inglese guadagna il 2,2% mentre quella tedesca guadagna un buon 1,7%. Le altre continuano ad essere positive.

Il dato importante è un altro, quello delle monete. L'anno nuovo inizierà all'insegna del super euro che vuol dire anche nuove difficoltà per le esportazioni.. L'Euro guadagna su tutte le monete; il Rublo ha superato quota 41, il Dollaro è a 1,4301, la Sterlina ha ceduto 3 centesimi ed è arrivata a 0,9777; lo Yen è arrivato a 129,005.

Due quote mitiche sono vicine: la parità Euro/Sterlina e la quota 130 per lo Yen .

Il dollaro aspetta il nuovo presidente e resta fragile, non si sa dove possa arrivare. Intanto cala anche la benzina, in questi giorni si trova a 1,045.

Tutto questo si spiega con la debolezza economica internazionale e con le incertezze che caratterizzano le aspettative economiche previste per i prossimi mesi.

Le paure di gennaio riguardano i sistemi pensionistici, sia quello inglese che quello americano.

In questi paesi le pensioni pubbliche hanno un ruolo minoritario, la parte maggiore apparterrà ai fondi privati. Esistono tre problemi particolari. Tanti lavoratori non sono coperti dai fondi privati, molti fondi che dovevano integrare le pensioni sono falliti o rischiano di farlo e infine i fondi a contribuzione non garantiscono e non garantiranno rendimenti certi.

Nel mondo anglosassone i fondi pensione hanno convinto la maggioranza dei lavoratori privati, ma quasi il 50% ha solo la previdenza pubblica.

Chi ha un fondo non può stare sereno, perché quelli che dovrebbero integrare la pensione sono andati in crisi e l'instabilità delle borse non permetterà facili recuperi.

Si sa che aumenteranno i contributi da versare perché le pensioni andranno pagate, negli USA sarà la prima volta per molti lavoratori che hanno maturato il diritto al riposo dopo tanti anni di lavoro.

Molti fondi pensione non sono ben capitalizzati. Mancherebbero almeno 450 miliardi di dollari e occorre considerare il fatto che in USA sono falliti 3.700 fondi pensione, in primis quelli di molte linee aeree e di molti membri della grande industria.

Le grandi imprese dovrebbero versare più contributi, Ford e General Motors ad esempio dovrebbero versare entrambe oltre 10 miliardi di dollari; i loro fondi pensione hanno rischiato più volte il fallimento. Che accadrà nel 2009?

Di certo non finiranno in quei fondi a benefici definiti i soldi che il Congresso ha stanziato nei giorni scorsi. Servirebbe un boom azionario, ma io non riesco a vederlo dietro l'angolo e neppure fra due o tre anni. Molti fondi hanno trovato la soluzione della chiusura ai nuovi ingressi. In pratica è stata la dichiarazione di resa di questo tipo di fondi.

Tra qualche anno nelle imprese resteranno solo i fondi pensione a contribuzione definita (gli stessi offerti in Italia), sia a livello aziendale, che di categoria o individuale.

Le imprese verseranno meno contributi e tutti i rischi saranno a carico del lavoratore. E non sono rischi trascurabili. Si parla di impoverimento dei pensionati e di insicurezza sociale. Non ci resta che aspettare Gennaio e vedere come passeranno quei giorni.

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