PECUNIA POWER

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01/02/2008

2008: L'ANNO DELLA CRISI VERSO UN CAPITALISMO EURO - AMERICANO - CINESE

 

Finalmente è ufficiale, il mondo è in crisi e i crolli di borsa non sono più eventi inspiegabili ed inattesi. Le parole crisi e povertà sono sulle bocche di tutti.

La primo a parlare di crisi fu l'anno scorso l'associazione marxista francese Europe 2020 che parlò di crisi pluriennale divisibile in sette fasi.

La prima fase - (la trasmissione globale della infezione finanziaria scoppiata in USA, e il passaggio dalla crisi di liquidità alla crisi di fiducia in tutti i valori finanziari e monetari americani) - è avvenuta l'anno scorso e non è stata dirompente per la popolazione, ma grave solo per determinati settori: i sottoscrittori di mutui a tasso variabile!

L'esplosione della crisi borsistica era prevista per il 2008 e sicuramente è in corso. Abbiamo avuto due avvisi e secondo Europe 2020 le perdite non saranno riassorbite anzi sono destinate ad ampliarsi nei prossimi mesi. Secondo loro le perdite generate dalle crisi dei mutui si amplificheranno attraverso la crisi di altri strumenti finanziari (soprattutto le obbligazioni sostenute da debito) e dell'economia reale. La fase 2 prevede il "Crollo borsistico, in particolare in Asia. Da -20% a -50% in un anno, secondo le varie regioni del mondo".

Personalmente credo che un calo del 50% sia apocalittico e improbabile, ma ritengo anche che i livelli minimi attuali siano un top destinato ad ulteriori cali. Un altro calo del 5 - 10% è quello che attende le borse mondiali nei prossimi mesi. C'è poco da fare e soprattutto va tenuto presente che chi potrebbe fare qualcosa (banca centrale europea) non ha intenzione di muoversi visto che crede al miraggio del mercato e della mano invisibile.

La fase 3 prevede un evento preciso ovvero l'esplosione delle varie bolle immobiliari mondiali: Regno Unito, Spagna, Francia e Paesi emergenti. Qui Europe 2020 è generica, non offre date e non è in grado di fare misurazioni. Questa fase si lega alla precedente e permette un ragionamento conclusivo semplice. Il futuro delle borse e della finanza è chiaro: ridimensionamento. Le certezze sono poche, qualcuno parla del fallimento della Merrill Lynch. Può darsi, sono cose che vedremo dopo marzo. E' certo che tutte le grandi banche americane non stanno bene!

Qui possiamo fermarsi per spostare il ragionamento sull'economia tradizionale, sui commerci e sul capitalismo mondiale. A questa analisi offerta da Europe 2020 manca un dato fondamentale che spiega la crisi e la sua evoluzione: il fattore Cina. Essa ha messo in crisi il capitalismo, ma lo ha anche rafforzato ed in un certo senso lo "riformerà". Tutti dicono che i cinesi sono grandi lavoratori ed è vero, ma serve un approfondimento. Non si deve parlare di Cina, ma della Manciuria e delle megalopoli portuali cinesi. Il capitalismo cinese riguarda 600 milioni di persone, milione più o milione meno.

Perché questo dato demografico è importante e decisivo? Semplice, nessun altro paese capitalista del mondo raggiunge queste dimensioni. Chi introduce il dat o tecnologico commette invece un peccato di omissione: l'occidente stesso fornisce le tecnologie alla Cina qualora essa ne fosse sprovvista, senza dimenticare che questo paese usa da decenni il nucleare ed ha un'ingegneria all'avanguardia. La Cina è di gran lunga il maggior consumatore mondiale di carbone, ed è anche il maggior consumatore di cellulari, frigoriferi e televisioni. E' il maggior importatore di minerale ferroso, rame ecc. E' il maggior produttore mondiale di cemento e carbone. Questo paese ha 2000 centrali elettriche a carbone e ne costruisce altre, da 50 a 70 l'anno. E' un paese in grado di costruire satelliti artificiali e portaerei! Non dimentichiamo che è il terzo produttore mondiale di automobili, ma il trend dimostra che fra dieci anni sarà il primo.

Detto questo dobbiamo approfondire i suoi difetti che sono più interessanti e più attinenti al nostro discorso. I grandi difetti cinesi sono tre: è il più grande inquinatore, lo stipendio medio di un operaio specializzato è ad oggi di 160 dollari al mese (l'anno scorso era di 80) infine è una dittatura.

Parliamo del grande inquinatore. Dobbiamo iniziare dicendo che essa produce almeno un terzo di tutti i rifiuti del pianeta. Le conseguenze sono chiare: ogni anno migliaia di cinesi muoiono per malattie respiratorie o cardiache da inquinamento. Delle venti città più inquinate del mondo, 16 sono in Cina, quasi tutti i cinesi bevono acqua contaminata da scarichi industriali o animali. I sistemi fognari sono rari e mancano i d epuratori, del resto noi gli abbiamo da dieci anni. Il dato cinese ha un risvolto drammatico: quattro fiumi su cinque non hanno più pesci, perché troppo inquinati e non si parla di ruscelletti. Se parlassi di nanopolveri o di inquinamento atmosferico il discorso avrebbe risvolti planetari.

Vediamo i salari. Il reddito pro - capite sta crescendo, ma il lavoro costa ancora poco. Il salario medio è raddoppiato in un anno (da 80 a 160), dato che pure in Cina la manodopera non è infinita. I loro salari devono crescere ancora! Lo faranno ma in contemporanea con l'erosione dei redditi occidentali che convergeranno verso quelli cinesi. Per ora nessuno ha ancora stimato un punto di incontro: per ora siamo a 160 contro 1100. E non si parla di calo dei salari, ma di chiusura di impianti. Qualcuno ipotizza che nel 2030 avremo salari pari al 50 - 60% di quello attuale, ovvero un calo annuo del 2 -3% (trecento euro l'anno).

L'ultimo dato che nessuno valuta è quello politico: la Cina è una dittatura! Come affronterà la Crisi? Come giustificherà l'aumento dei salari e della ricchezza? Quale sarà il rapporto fra ricchi industriali e politici potenti? C'è solo una certezza: nel mercato mondiale futuro, quello dei prossimi anni si faranno concorrenza una dittatura produttiva da un lato e le democrazie del libero commercio dall'altro. Tra esse troveremo la Russia se i 7 grandi la vorranno. Fossi un esperto di crisi come ce ne sono tanti in giro per internet non scommetterei sul crollo del capitalismo, ma sull'assimilazione della Cina! Inquinamento a parte.

Infine due parole sull'Italia. Qual'è la nostra situazione? Non stiamo bene. Nel 2007 in tutte le grandi città sono aumentati i pignoramenti di case almeno del 20%; si tratta di alcune centinaia di case. Il dato interessante è un altro: tutte le case stanno perdendo valore e chi vende deve abbassare i prezzi! Perché? Semplice nessuno compra e nessuno accende nuovi mutui. In giro c'è paura, sfiducia e povertà e queste sensazioni cresceranno nei prossimi mesi. Sicuramente mancheranno uomini politici ed esperti economici capaci di governare una simile crisi: in Europa, in America, in Cina e in Italia.

F. A.

 

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