PECUNIA POWER

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19/02/2008 Dopo le tasse nuovi crolli di borsa e la penuria

La campagna elettorale è una sventura! Da un lato i notiziari mostrano tante famiglie che non arrivano alla fine del mese, dall'altro i candidati promettono tagli delle tasse o aumenti di stipendio. Sono sinceri, parolai o disinformati? Non lo so, ma il vero problema è che l'Italia è entrata in campagna elettorale nei mesi più rischiosi. Per marzo è atteso il crollo della borsa giapponese mentre per aprile 200 banche europee dovranno pagare gli interessi sui prestiti che hanno avuto dalla BCE lo scorso anno e possibilmente estinguere i debiti. Il rinnovo del prestito è probabile ed un eventuale allargamento non è solo sinonimo di inflazione. In confidenza prevedo un allargamento minimo pari agli interessi da versare e anche questa operazione non sarebbe solo una partita di giro.

Ma torniamo in Italia. Ci promettono sgravi e aumenti ma troveremo inflazione, prezzi più alti e penuria di alcuni generi alimentari. E' sempre più difficile sopravvivere da una busta paga all'altra e lo sarà ancora di più. Per il 2008 si può prevedere un calo ulteriore del 6%. Sicuramente il governo Prodi non ha aumentato il potere d'acquisto e i prodigi legati all'ultima finanziaria mi sembrano legati alla campagna elettorale e alle beghe di palazzo. In realtà il calo dei redditi da lavoro è un fenomeno che coinvolge tutto il cosiddetto Occidente e i cosiddetti paesi sviluppati. E' una conseguenza della globalizzazione, prevedibile e ampiamente prevista, ma i politici e cosiddetti governanti, che ormai non governano niente essendo essi stessi condizionati da gruppi internazionali non eletti, hanno fatto finta di niente. Fino a quando, come oggi, il fenomeno è troppo avanzato per rovesciarlo. E del resto non hanno la volonta né la cultura per farlo.

La povertà è figlia della globalizzazione! Con l'abolizione di tutti i dazi, gli alti salari occidentali corrono, nel lungo termine, verso i salari cinesi e indiani. In un mondo senza frontiere, per merci e capitali, trova applicazione la legge ferrea dei salari di David Ricardo. E' una teoria che non viene studiata nelle scuole, ma è più precisa di quella della mano invisibile di Adam Smith. Ricardo sosteneva che in un sistema di totale liberalizzazione del mercato, i salari sarebbero scesi fino al livello minimo di sussistenza essendo la manodopera la sola entità davvero abbondante, intercambiabile e sostituibile a piacere. Ai tempi di Ricardo non esistevano le multinazionali, l'urbanizzazione generalizzata e l'inflazione, c'era invece il lavoro precario.

Oggi i salari possono scendere sotto i livelli di sussistenza! Che fare? In Francia c'è un "salario minimo di primo impiego" obbligatorio per legge. Speriamo non sia un residuo di un sistema sociale più umano. Comunque esso è di 1280 euro e in Italia ci sono salari molto più bassi. Poi vengono i precari ... e sono tanti.

Voglio chiudere parlando di spese, e parlare di quelle che divorano i salari. L'emergenza si diffonderà laddove ci sono fitti o mutui, spese condominiali. L'assicurazione auto obbligatoria è una vergogna, una tassa mascherata a favore di bancarottieri e sfascia carrozze, poi ci sono certe bollette, quella del gas per prima. Negli anni queste spese hanno raggiunto livelli esorbitanti! Il comune, la regione, lo Stato, le Telecom e l'ENEL continuano ad esigere da un popolo avviato alla povertà salariale tariffe, tasse e multe esose. Lo Stato delle bollette, delle multe, degli appalti truccati e gonfiati non è più sostenibile e questo Stato impegnato nella campagna elettorale proprio nei mesi più crudi e duri della crisi andrebbe informato. Ne vedremo delle brutte. I pensionati da 700 euro al mese sono sette milioni.

Nel lungo termine cambieranno le abitudini vitali e culturali di molte persone e non basterà rinunciare alle tante cose superflue. Volete un esempio per tutti: l'istruzione superiore o l'università. Perderemo competenze, intellettuali, tecnici. Il riscatto sociale sarà difficile, ma anche i nostri burocrati e imprenditori assistiti avranno dei problemi seri.

F. A.

 

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