CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [18 Novembre 2009]

Distribuitela, grazie.

Lettera aperta al Presidente Obama

Di Ralph Nader

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Caro Presidente Obama,

Vi state avvicinando al giorno della decisione sull'invio di altri soldati verso l'Afganistan se voi l'ordinerete.

Alcuni dei vostri consiglieri hanno chiesto fino a 50.000 soldati in più, includendo varie migliaia di cosiddetti istruttori dell'esercito afgano.

Altri consiglieri hanno sollecitato più cautela, in particolare l'ambasciatore USA in Afganistan ed ex generale, Karl W. Eikenberry, che si oppone al più soldati fino a quando il governo afgano rimarrà così disfunzionale.

Insieme ai vostri consiglieri militari e civili, voi state ricevendo vari consigli da un Congresso anemico e dai vostri alleati stranieri.

Ma avete sollecitato il consiglio dei gruppi di esperienza non statali e civici e reputate che rappresentino molti Americani?

O da esperti genuini su tale paese come Ashraf Ghani - un ex professore americano e più tardi un membro rispettato del governo Karzai prima della sua svolta verso altre posizioni in quel paese?

George W. Bush, nella doppia preparazione dell'invasione dell'Iraq, isolò se stesso, chiuse la sua mente e rifiutò di incontrarsi con associazioni civiche nel suo paese.

Deliberatamente egli si privò delle informazioni che avrebbero potuto trattenere il suo militarismo messianico disastroso e come un autocrate diresse il coinvolgimento del paese nella guerra e occupazione, con astuzia e falsi pretesti.

Disastroso: non per lui e D. Cheney, ma per il nostro paese, i soldati, l'economia, il popolo iracheno devastato e il saccheggio di tale paese.

Nei mesi precedenti al 20 Marzo, 2003 e alla guerra criminale di aggressione non dichiarata che violò la nostra Costituzione, gli statuti e i trattati, una dozzina di organizzazioni richiesero anche formalmente un incontro con lui.

Questi enti rappresentavano decine di milioni di Americani.

Esse rappresentavano il clero, il lavoro, gli ambientalisti, gli affari, gli studenti, i gruppi pacifisti, i gruppi femminili, i consigli comunali, il consumatore, il veterano, i gruppi di insegnanti e gli esperti della sicurezza internazionale.

Molti venivano anche da un'esperienza di prima mano in Iraq e in Medio Oriente.

Essi volevano incontrarsi con il loro presidente.

Non rispose nemmeno alle loro lettere.

Le lettere sono disponibili a nader.org.

Chi avrebbe pensato lo scorso anno quando assumeste la presidenza che voi avreste considerato di gettarci più a fondo in questo pantano senza una strategia di fuga?

Più a fondo vi precipitate maggiore è il vostro rifiuto della storia delle occupazioni che alimentano le insurrezioni in quella regione. Inoltre isolate voi stesso dai giudizi contrari di quelli che avete ricevuto dai vostri consigli interni.

Il nostro paese, il suo popolo e quello innocente afgano pagheranno per questo.

La dimissione recente di Matthew P. Hoh, un ex capitano combattente dei marine in Iraq e funzionario di alto livello del servizio estero in Afganistan, fornisce un'analisi indipendente dei gravami che affliggono i 42 milioni di Pashtuns.

Ecco le sue parole:

La rivolta Pashtun che è controllata da tanti, in apparenza infiniti, gruppi locali, è alimentata da ciò che è percepito dai Pashtun come un assalto continuato e prolungato, attraverso i secoli, alla terra Pashtun, alla sua cultura, tradizioni e religione da nemici interni ed esterni. La presenza NATO e USA e le operazioni nelle valli e nei villaggi Pashtun (così come l'esercito Afgano e le unità di polizia che sono guidate e composte da soldati e poliziotti non Pashtun) costituiscono una forza di occupazione contro la quale la rivolta è giustificata. Sia nello RC dell'Est e del Sud ho osservato che la gran parte della rivolta non combatte per il bianco vessillo dei Talebani, ma piuttosto contro la presenza di soldati stranieri e contro le tasse imposte da un governo non rappresentativo di Kabul. La presenza militare USA in Afganistan contribuisce in modo forte al principio strategico e di legittimità della rivolta Pashtun. Allo stesso modo il nostro sostegno del governo Afgano attuale continua a distanziare il governo dalla gente. I difetti del governo Afgano, in modo particolare quando producono il sacrificio di vite e soldi americani, sembrano una moltitudine e tumorali.

Mr. Hoh elenca i difetti persistenti e aggiunge i suoi dubbi articolati sugli scopi strategici della presenza dell'esercito dell'Amministrazione in Afganistan.

Egli chiede: "Perché e a quale fine?"

La sua lettera di coscienza e protesta si conclude sottolineando gli effetti senza limiti sulla nostra politica militare ed estera, e sulla nostra nazione e la sua economia.

Il vostro staff stima che ogni soldato USA costi $1 milione all'anno, da aggiungere all'orrendo tributo di sangue di soldati e della gente Afgana.

Siete debitore con la gente americana di una spiegazione diversa da quelle di Bush. Perché non ricevete alla Casa Bianca questi gruppi di Americani con vari fondamenti ed esperienze su questa decisione afgana in sospeso?

Essi possono chiedersi, per contrasto, il perché voi avete così tanti incontri alla Casa Bianca con i principali CEO delle imprese di Wall Street, delle compagnie assicurative sanitarie e delle imprese farmaceutiche.

Non è la Casa Bianca la Casa della gente?

Insieme a molti altri cittadini della nostra nazione, aspetto la vostra risposta.

Sinceramente,

Ralph Nader

Tradotto da F. Allegri il 15/01/2010

[November 18 2009]

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An Open Letter to President Obama

By Ralph Nader

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Dear President Obama,

You are nearing the day of decision as to whether you order the dispatch of more soldiers to Afghanistan.

Some of your advisors have urged up to 50,000 more soldiers, including several thousand called trainers of the Afghan army.

Other advisors have urged more caution, notably the U.S. ambassador to Afghanistan and former general, Karl W. Eikenberry, who opposes more soldiers so long as the Afghan government remains grossly dysfunctional.

Beside your own military and civilian advisors, you are receiving disparate counsel from an anemic Congress and your allies abroad.

But are you soliciting advise from stateside civic groups of experience and repute that represent many Americans?

Or from genuine experts on that country such as Ashraf Ghani - a former American professor and later respected member of the Karzai government before his departure to other positions in that country?

George W. Bush, in the duplicitous run-up to the invasion of Iraq, insulated himself, closed his mind and refused to meet with civic associations in his own land.

Like an autocrat bent on plunging a country into war and occupation, knowingly on false pretenses, he deliberately deprived himself of the information that might have restrained his disastrous, messianic militarism.

Disastrous, not to him and Dick Cheney, but to our country, soldiers, and economy, and to the devastated Iraqi people and their ravaged nation.

In the months before the March 20, 2003, undeclared criminal war of aggression that violated our Constitution, statutes, and treaties, a dozen organizations each formally requested a meeting with him.

These organizations represented tens of millions of Americans.

They came from the clergy, labor, environmentalists, businesses, students, peace groups, women's groups, city councils, consumer, veteran, teachers groups, and international security experts.

Many also came with first hand experience in Iraq and the Middle East.

They wanted to meet with their president.

He never even answered their letters.

The letters are available at nader.org.

Who would have thought last year that on assuming the presidency, that you would consider plunging deeper in to this quagmire without an exit strategy?

The deeper you plunge, the greater your rejection of the history of occupations fueling insurgencies in that region. The more you insulate yourself from contrary judgments to those you have been receiving from your inner councils.

Our country, its people and innocent Afghan people will pay the price.

A recent resignation by Matthew P. Hoh, a former marine combat captain in Iraq and highly regarded foreign service officer in Afghanistan, provides an independent analysis of the grievances afflicting the 42 million Pashtuns.

In his words:

The Pashtun insurgency, which is composed of multiple, seemingly infinite, local groups, is fed by what is perceived by the Pashtun people as a continued and sustained assault, going back centuries, on Pashtun land, culture, traditions and religion by internal and external enemies. The U.S. and NATO presence and operations in Pashtun valleys and villages, as well as Afghan army and police units that are led and composed of non-Pashtun soldiers and police, provide an occupation force against which the insurgency is justified. In both RC East and South, I have observed that the bulk of the insurgency fights not for the white banner of the Taliban, but rather against the presence of foreign soldiers and taxes imposed by an unrepresentative government in Kabul. The United States military presence in Afghanistan greatly contributes to the legitimacy and strategic message of the Pashtun insurgency. In a like manner our backing of the Afghan government in its current form continues to distance the government from the people. The Afghan government's failings, particularly when weighed against the sacrifice of American lives and collars, appear legion and metastatic.

Mr. Hoh proceeds to list these persistent failings and adds his articulate doubts about the strategic purposes of your Administration's military presence in Afghanistan.

He ask, "Why and to what end?"

His letter of conscience and protest concludes by noting the limitless effects on our foreign and military policy, and on our country and its economy.

Your staff estimates each U.S. soldier is costing $1 million a year, in addition to the horrific toll on these soldiers and the Afghan people.

You owe the American people an un-Bush-like explanation. Why are you not receiving these groups of American from varied backgrounds and experience at the White House on this pending Afghan decision?

They may wonder, by contrast, why you have so many White House meetings with major corporate CEOs from Wall Street, from the health insurance companies and the drug companies.

Is not the White House the peoples' House?

Along with many other citizens in our country, I look forward to your response.

Sincerely,

Ralph Nader

La nostra associazione ha ripreso a far parte della redazione allargata della trasmissione "Anno Zero" e fa parte dei 100 siti resistenti selezionati dal movimento contro il conformismo televisivo.

Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica e spedite alle agenzie di stampa e culturali che possono richiedercele, a titolo gratuito, con una semplice email.

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Sommario delle ultime lettere

120 - Critica alla sanità di Obama

119 - Contro la guerra in Afganistan

118 - Critiche a Barack Obama

117 - Barney Frank e il Pianeta delle Banche

116 - Rapporto CBO sull'errore sanitario illecito

115 - Tutto sulle carte di credito in USA

114 - E' ora che i cittadini si riuniscano

113 - Un'idea nuova (sul nuovo libro di Nader)

112 - Tirare ancora i dadi (tassare le transazioni di borsa)

111 - Il significato delle parole (fra stampa e libri)

110 - Lotte per il single payer e alle frodi

109 - Tra la retorica e la realtà (su Obama, i democratici e la riforma sanitaria)

108 - Affarismi sanitari in USA

107 - I premi di analisti e operatori di borsa

106 - Le privatizzazioni in USA (dalle autostrade alle sedi dei parlamenti statali)

105 - La riforma sanitaria in USA

104 - Ritorno in USA (contro la globalizzazione e la Cina)

103 - Praticamente è in discussione (le battaglie politiche estive di Nader)

102 - Le profezie di Ross Perot

101 - La sindrome del tradimento di Obama

100 - Riforma finanziaria, parole e fatti

99 - Una grande illusione (la riforma sanitaria democratica)

98 - Contro la TV digitale e non solo

97 - lavorare con le proprie mani

96 - Andare alla cieca verso la bancarotta (su GM e Chrysler)

95 - Storia del dominio multinazionale

94 - Il tempo dell'energia rinnovabile (e del risparmio)

93 - Per la riforma sanitaria in USA

92 - Lo scompiglio del congresso (sull'iter della riforma sanitaria)

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84 - Sette linee guida contro la crisi (Se fallisse AIG)

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