PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - Diciannovesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

La recessione: dilagherà nel 2009 alla faccia delle ripresine

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Contro le gabbie salariali:

lo spettro che manderà in disgrazia la Lega

25/09/2009

Di F. Allegri

 

Quando tra la primavera e l'estate parlai di ripresina e di ripresotta non mi sbagliai. Fino ad agosto si sapeva che nel 2009 il famigerato PIL sarebbe caduto in Italia del 6%, ma in questi mesi si è avuto un cambiamento dovuto al contenimento della Cina che da dittatura modello ha rimandato nelle campagne 20 milioni di operai. Per mezzo occidente è stata una boccata consistente di ossigeno, PER IL MONDO SI PUO' PARLARE DI UNA NUOVA FASE DELLA CRISI, INATTESA E IMPREVISTA PER TUTTI.

Ad oggi il calo italico è a un meno 4,8% e siamo ancora in zona disastro soprattutto perché il relativo rientro non ha creato lavoro anzi ha accompagnato nuove perdite.

IO NON HO CRIT ICATO TOTALMENTE LA POLITICA ECONOMICA DEL GOVERNO BERLUSCONI, l'anno scorso apprezzai la social card e tutte quelle misure che furono prese contro le prime ondate della crisi: fino alla primavera/estate del 2008 seguii con attenzione tutte le mosse di Tremonti fino a quando A. Martino sul Giornale pose fino al suo impegno e pretese il radicale rovescio della politica economica.

DA ALLORA L'ECONOMIA E' SCOMPARSA DALL'AGENDA POLITICA GOVERNATIVA e in questo anno abbiamo visto il parlamento discutere di tante leggi e degli argomenti più impensati e talvolta insensati. La crisi era su Marte!

Di mese in mese, ho aspettato una proposta poi la scorsa estate l'ho avuta: LE GABBIE SALARIALI!

Era meglio se continuavano a parlare di sesso, e di legge sul coma vegetale!

Avevo il programma economico del PD, ma le sette medicine proposte curavano un male grave con l'aspirina e lo sbandierare la richiesta di aumenti di stipendio se non era basso elettoralismo era davvero un'idea da sciagurati. Certe retoriche delle opposizioni si possono accantonare quando si sa che non sono realizzabili anche se sono negative, MA LE SCELTE DI CHI GOVERNA VANNO SPULCIATE E BENE.

Dato che ho fatto una divagazione ne faccio subito una seconda perché in giro si diffonde l'idea sballata che la crisi SIA PARTITA DALLA BORSA DI NEW YORK!

No cari amici, l'origine è altrove e più indietro, la borsa di New York ha un concorso importante di colpa e niente più. Tutto origina con l'economia socialista e di mercato Cinese e dall'alleanza fra la dittatura continentale e centinaia di multinazionali che hanno espanso quel sistema economico post capitalista noto con il nome di GLOBALIZZAZIONE. La Cina e le consociate producevano vendevano e riscuotevano e gli USA pensavano di comprare e consumare solo attaccando etichette ed emettendo fatture magari usando programmi predisposti on line.

Ecco la fonte di ogni ramo della crisi che ha anche un secondo filone principale laddove si è legiferato sulla precarietà del lavoro e sul lavoro a termine.

TORNO A PARLARE DI CRISI IN ITALIA E DELLE GABBIE DEGLI INCAPACI AD AFFRONTARLA.

La disoccupazione non è diminuita e questo è dovuto al forte calo della produzione industriale che a suo volta deriva dal ridimensionamento del consumismo internazionale e che i vari settori produttivi non potranno compensare. I dati non sono concordi, ma ho sentito parlare di un meno venti, io propendo per un calo minore visto che considero come un risparmio virtuoso il calo del consumo energetico.

Il calo della produzione mi fa temere per la piccola industria, ma confido nelle formiche italiane, sapranno resistere ancora e spero che urlino nelle orecchie dei politici italici, sia locali che nazionali. Comunque conosceremo ad ottobre chi vivrà e chi no, ricorderemo questo mese come quello delle chiusure clamorose; non per me sia chiaro, vari nomi al disastro li conosco e qualche esempio l'ho dato! Al solito, tra i sofferenti s'infileranno anche gli speculatori e i particolarismi.

Come ho detto in previsione di un mese di ottobre difficile per la PMI (base elettorale leghista) cosa m'inventò quel bel partito nei giorni del solleone: le gabbie salariali.

Perché rifiuto tale idea, ancor più dell'aumento degli stipendi chiesto dal PD per il suo elettorato?

Vado ad elencare e ho molto da dire.

In primo luogo la gabbia salariale è un danno per molte regioni della nazione, quelle penalizzate di un diritto elementare: STESSO LAVORO MEDESIMO SALARIO.

In secondo luogo la gabbia salariale non avrà effetto nel contrasto alla concorrenza straniera che oggi è più sleale di ieri e meno di domani.

PERCHE' LA LEGA HA FATTO QUESTA PROPOSTA?

I leghisti partono dalla premessa che il costo della vita è diverso da regione a regione, in alcune è più basso, in altre è più alto. Essi ritengono di poter ridurre gli stipendi laddove il costo della vita è minore e facendo questo sperano che tali terre divengano appetibili per gli investimenti.

QUESTO E' UN PENSIERO PIENO DI INESATTEZZE E NON FA I CONTI CON LA CRISI.

In realtà dove il costo della vita è basso anche le retribuzioni reali sono minori. Se si confrontano i redditi medi regionali si può constatare che una sorta di gabbia salariale naturale esiste già in Italia, ma questa non ha effetti sviluppo o anti crisi; senza dimenticare che tali redditi sono inquinati e ridotti dall'evasione fiscale.

Dal confronto dei redditi a livello regionale emerge anche la disparità fra Nord (ricco) e Sud (povero) dove la differenza fra i più ricchi e i più poveri è notevole.

IL REDDITO DEI RICCHI DEL NORD E' DOPPIO DEI POVERI DEL SUD. QUESTA E' UNA GABBIA SALARIALE: QUELLA ITALIANA, STORICA!

C'è un altro limite da considerare per eventuali nuove gabbie e disparità.

LADDOVE SI DIMINUISCE I REDDITI SI DIMINUISCE LA DOMANDA E QUESTO PORTA AD UN RIDIMENSIONAMENTO DELL'OFFERTA E QUINDI SI IMPOVERISCE L'ECONOMIA LOCALE.

Questo si chiama disparità!

Forse qualche multinazionale potrebbe trovare in loco manodopera a buon mercato, ma questa è globalizzazione interna e una degenerazione simile non si è mai vista e a ben vedere, a mio avviso, avremmo nuove migrazioni.

E' ERRATA ANCHE L'IDEA CHE UN ALTRO ABBASSAMENTO DEGLI STIPENDI AL SUD ATTIREREBBE INVESTIMENTI.

In primo luogo in questo periodo non girano soldi da investire, infatti abbiamo una crisi anche finanziaria. Non ci sono imprese con i soldi da investire perché non abbiamo imprese in crescita e nemmeno piani di sviluppo. Tali fondi non ci saranno nemmeno nei prossimi anni!

In secondo luogo bisogna guardare ai bilanci tipo delle imprese. La voce "Salari e Stipendi" è solo una voce del conto Profitti e Perdite, spesso la principale, ma mai preponderante! Ha un peso variabile per i bilanci, quando studiavo ragioneria si diceva che era del 50% per le imprese di servizi mentre quelle che avevano una produzione avevano altri costi incidenti.

Lo spostamento di un impresa comporterebbe nuovi costi e spesso le zone dove localizzare gli stabilimenti non sono appetibili come nuovi mercati per i nuovi prodotti. Insomma alla fine per creare un sistema produttivo arriveremmo ad assumere degli operai poverissimi.

Poi non dimentichiamoci che spesso al sud la parola disoccupazione è un sinonimo di "lavoro nero" su vasta scala.

ARRIVO ALLA CONCLUSIONE perché mi rendo conto che manca una coscienza sui percorsi che conducono allo sviluppo economico.

Non basta una manodopera a basso costo per fare sviluppo, servono altri fattori come una tassazione contenuta per le imprese straniere (vedi Cina), minore burocrazia, investimenti in infrastrutture, mercati finanziari evoluti e magari assenza di idee ambientaliste o di tutela paesaggista che sono fondamentali per il turismo, se ce ne sarà ancora.

Tutto questo nel nostro sud manca e forse non è una rimessa totale, a meno che qualcuno non creda ancora alle gabbie salariali ..... perché in tal caso avrei trovato quella manodopera disponibile e finora presunta che attende salari peggiori. In realtà continuo a pensare che non esista visto che un precario del sud verrebbe a prendere 400 euro al mese e un lavoratore part - time 300.

SAPETE CHE VI DICO: ANCHE LA DISCUSSIONE SULLE GABBIE SERVIVA A DISTOGLIERE E DISTRARRE LA GENTE DAL VERO DIBATTITO SULLA CRISI E QUESTO PURTROPPO L'HO CAPITO SOLO OGGI ALTRIMENTI AVREI SCRITTO PRIMA QUESTO PEZZO!

La prossima volta parlerò di riforma dei contratti collettivi: un'altra idea sbagliata contro la crisi, un altro diversivo!

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