CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [11 Dicembre 2009]

Distribuitela, grazie.

Su Obama: tra Nobel e guerra*

Di Ralph Nader

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Il Presidente Obama (la “guida” della guerra afgana) ha ricevuto il Nobel per la Pace a Oslo, Norvegia e ha fatto il suo discorso di accettazione sottolineando i 3 criteri per una “guerra giusta” che lui stesso sta violando. I criteri sono in queste parole: “Se è fatta come ultima possibilità o per auto - difesa; se la forza usata è proporzionale; e se, quando è possibile, i civili sono risparmiati dalla violenza”.

Dopo 11/09, il guerrafondaio G. Bush poteva usare la dottrina della legge internazionale della caccia serrata con una forza multilaterale di truppe speciali, glottologi e corruttori per colpire i sostenitori degli attaccanti. Al contrario, colpì l’Afganistan e iniziò ad occuparlo, unì le forze con un regime residuo e lanciò la strategia del dividere e dominare le tribù che pose la base per una guerra civile di basso profilo.

Otto anni dopo, Obama espande la guerra avendo un governo corrotto a Kabul, elezioni fraudolente, un esercito afgano di uomini delle tribù del nord detestato da quelle del sud e di sud est costituite da 40 milioni di Pashtuns, un’economia impoverita il cui prodotto più grande è di fatto un narcotico e una popolazione devastata ed esacerbata dagli occupanti stranieri e dai servizi governativi non esistenti.

Il consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, l’ex Generale dei Marine James Jones, disse 2 mesi fa: “La presenza di al-Qaeda è molto diminuita. La stima massima è che meno di 100 operativi nel paese, niente basi, nessuna capacità di attaccare sia noi sia i nostri alleati”.

Poiché Mr. Obama ripete la ragione di andare in Afganistan di George W. Bush – il distruggere al-Qaeda – perché nel prossimo futuro manderà 30.000 soldati più un numero persino maggiore di miliziani corporativi laggiù per un costo fissato dalla Casa Bianca di un milione di dollari a soldato l’anno? E’ questa “la forza proporzionale”?

Sempre in piccoli numeri, al-Qaeda si è spostata oltre il confine in Pakistan e ovunque i suoi membri possono nel mondo – Africa dell’est, Africa del Nord, Indonesia. La banda è un viaggiatore migrante.

Obama riversa i soldati in Afganistan in modo che con i nostri droni inprecisi e ammazza – civili si possa lottare anche oltre confine in Pachistan, come detto dal New York Times? Oltre alle violazioni della legge internazionale e all’assenza di un’autorizzazione costituzionale richiesta, questo potrebbe agitare talmente i Pachistani da rendere l’esperienza USA nel paese vicino uguale a una lotta modesta. Obama ha enfatizzato l’indebolimento dei Talebani come l’altro obiettivo del nostro progetto militare con la sua orribile conseguenza di vittime e altri costi. Chi sono i Talebani?

Essi includono gente con cause diverse, come il proteggere le loro valli, alcuni trafficanti di droga, combattenti contro gli occupanti stranieri o (in maggioranza Pashtun) per proteggere i loro terreni tribali dai Tajiki e Uzbechi del nord.

Quanti combattenti Talebani ci sono?

Il Pentagono stima quasi 25.000.

I loro metodi li rendono impopolari per i contadini.

Non hanno forze aeree, navali, artiglieria, carri armati, missili, niente basi e comando centrale.

Hanno fucile, lancia granate, bombe e aspiranti suicidi. Diversamente da al-Qaeda, hanno solo ambizioni domestiche contrastate dai loro avversari tribali che dominano la maggioranza dell’esercito Afgano.

Robert Baer, ex agente CIA con esperienza in quella parte dell’Asia sostenne: “La gente che vuole il suo paese liberato dall’Occidente non è legata ad al-Qaeda. Semplicemente vogliono che ce ne andiamo perché siamo stranieri, e si radunano sotto i Talebani perché essi sono combattenti effettivi ed esperti”.

Il dire come concluse Obama nel suo discorso di Oslo che il più grande impegno in Afganistan è l’auto-difesa, con forza proporzionale e il risparmiare la violenza ai civili è una misura della propria delusione o della vigliaccheria politica che sta abbattendo la sua base liberale.

Anche per ciò che il Presidente Eisenhower affermò in modo eloquente nel suo discorso del 1953 per la “croce di ferro”: ogni dollaro speso per munizioni e sciabole tonanti e portato via alla costruzione di scuole, cliniche, strade e altre necessità della gente americana.

La Guerra Afgana e l’occupazione dell’Iraq – già costata un trilione di dollari – costano agli americani ogni volta che Washington dice che non c’è abbastanza denaro per curare i neonati, prevenire la crisi occupazione, i sistemi d’acqua potabile più puliti, gli ospedali più sicuri, la lotta al crimine aziendali, l’aria più pulita o per migliorare e riparare servizi pubblici chiave.

Pure i più duri e precoci sostenitori della sua campagna presidenziale del 2008 parlano contro. I membri anziani del Congressional Black Caucus, come J. Conyers (D-MI) e M. Waters (D-CA) hanno criticato di recente il Presidente per il non fare abbastanza per aiutare gli afro-americani a superare i tempi duri.

L’On. Waters disse (in un rimprovero ironico e pungente al primo Presidente afro-americano): “Non possiamo più permettere che la politica sia definita dall’idea di mondo di Wall Street”.

Secondo il Congressista Conyers, un Barack Obama turbato lo chiamò per chiedere perché il legislatore del Michigan lo stava “umiliando”.

Conyers ha contrastato in modo crescente le politiche del Presidente – fra quelle la riforma sanitaria, la guerra in Afganistan, lo scivolamento su Guantanano e l’estensione dei provvedimenti invasivi del Patriot Act.

Il vecchio congressista ottantenne instancabile passò la maggioranza dei weekends del 2007 e 2008 a far campagna per far eleggere Obama.

Gli aiutanti della Casa bianca non sono turbati dai brontolii della Sinistra moderata.

Essi dissero che avranno tutto il 2010 per riportarli indietro nell’ovile con le elezioni Congressuali di Novembre.

Inoltre, dove potrebbero andare se non lì?

Bene, potrebbero stare a casa. Ricordate il 1994 e la vittoria di Gingrich.

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*Il titolo è una nostra scelta l'originale ne era privo.

Tradotto da F. Allegri il 15/02/2010

[December 11 2009]

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(Senza titolo)

By Ralph Nader

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President Obama, the Afghan war escalator, received the Nobel Peace Prize in Oslo, Norway, and proceeded to deliver his acceptance speech outlining the three criteria for a “just war” which he himself is violating. The criteria are in these words: “If it is waged as a last resort or in self-defense; if the force used is proportional; and if, whenever possible, civilians are spared from violence”.

After 9/11, warmonger George W. Bush could have used the international law doctrine of hot pursuit with a multilateral force of commandoes, linguists and bribers to pursue the backers of the attackers. Instead, he blew the country of Afghanistan apart and started occupying it, joined forces with a rump regime and launched a divide-and-rule tribal strategy that set the stage for a low-tiered civil war.

Eight years later, Obama is expanding the war within a graft-ridden government in Kabul, fraudulent elections, an Afghan army of northern tribesmen loathed by the southern and south-eastern tribes of 40 million Pashtuns, an impoverished economy whose largest crop by far is a narcotic, and a devastated population embittered by foreign occupiers and non-existent government services.

President Obama’s national security adviser, former Marine General James Jones, said two months ago: “The al-Qaeda presence is very diminished. The maximum estimate is less than 100 operating in the country, no bases, no ability to launch attacks on either us or our allies.”

Since Mr. Obama repeats George W. Bush’s reason for going into Afghanistan - to destroy al-Qaeda - why is he sending 30,000 soldiers plus an even greater number of corporate contractors there in the near future at a cost stated by the White House of one million dollars per soldier per year? Is this “proportional force”?

Always small in number, al-Qaeda has moved over the border into Pakistan and anywhere its supporters can in the world - east Africa, north Africa, Indonesia. The gang is a migrant traveler.

Is Obama pouring soldiers into Afghanistan so that they and our inaccurate, civilian-destroying drones can start fighting across the border in Pakistan, as indicated by The New York Times? Beyond the violations of international law and absence of constitutional authorization involved, this could so roil Pakistanis as to make the U.S. experience next door look like a modest struggle. Obama has emphasized weakening the Taliban as the other objective of our military buildup with its horrible consequence in casualties and other costs. Who are the Taliban?

They include people with different causes, such as protecting their valleys, drug trafficking to live on, fighters against foreign occupiers or, being mostly Pashtuns, protecting their tribal turf against the northern Tajiks and Uzbecks.

How many Taliban fighters are there?

The Pentagon estimates around 25,000.

Their methods make them unpopular with the villagers.

They have no air force, navy, artillery, tanks, missiles, no bases, no central command.

They have rifles, grenade launchers, bombs and suiciders. Unlike al-Qaeda, they have only domestic ambitions counteracted by their adversarial tribesmen who make up most of the Afghan army.

Robert Baer, former CIA officer with experience in that part of Asia, asserted: “The people that want their country liberated from the West have nothing to do with al-Qaeda. They simply want us gone because we’re foreigners, and they’re rallying behind the Taliban because the Taliban are experienced, effective fighters.

To say as Obama inferred in his Oslo speech that the greater plunge into Afghanistan is self-defense, with proportional force and sparing civilians from violence is a scale of self-delusion or political cowardliness that is dejecting his liberal base.

For as President Eisenhower stated so eloquently in his 1953 “cross of iron” speech, every dollar spent on munitions and saber-rattling takes away from building schools, clinics, roads and other necessities of the American people.

The Afghan War and the Iraq war-occupation -already directly costing a trillion dollars - are costing the American people every time Washington says there is not enough money for neonatal care, occupational disease prevention, cleaner drinking water systems, safer hospitals, prosecution of corporate criminals, cleaner air or upgrading and repairing key public facilities.

Even the hardiest and earliest supporters of his presidential campaign in 2008 are speaking out. Senior members of the Congressional Black Caucus, such as John Conyers (D-MI) and Maxine Waters (D-CA) have recently criticized the President for not doing enough to help African-Americans weather the hard times.

In a stinging ironic rebuke to the first African-American President, Rep. Waters declared “We can no longer afford for our public policy to be defined by the worldview of Wall Street.”

According to Congressman Conyers, an upset Barack Obama called to ask why the Michigan lawmaker was “demeaning” him.

Conyers has been increasingly turned off by the President’s policies - among them health care reform, the war in Afghanistan, slippage on Guantanamo and the extension of the Patriot Act’s invasive provisions.

The 80-year old Congressman spent most weekends in 2007 and 2008 tirelessly on the campaign trail trying to get Obama elected.

White House aides are not troubled by the rumblings from the moderate Left.

They said they have all of 2010 to bring them back into the fold by the November Congressional elections.

Besides, where else are they going to go?

Well, they could stay home. Remember 1994 and the Gingrich takeover.

 

 

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