PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - Ventunesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

La recessione: dilagherà nel 2009 alla faccia delle ripresine e il 2010 sarà un anno difficile, ma meno duro

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Su Robert Fisk e la morte del dollaro

13/11/2009

Di F. Allegri

Il 6 ottobre ricevetti una traduzione di un articolo di Robert Fisk sulla morte del dollaro. L'ho letto con attenzione e l'ho messo da parte ripromettendomi di tornare sul tema. Lo faccio oggi.

Intanto dedico questo scritto al professor Nappini che da mesi medita sul tema del cambio di società in Italia. Bene, io penso che tutto il mondo sia alla vigilia di un cambio epocale e in particolare credo che viviamo i primi anni di un era di povertà e carestia crescente seppur non drammatica, fino ad oggi! L'era della lunga "belle epoque" è dietro di noi! Lo suggerisco, prima di tutto, al professore.

Nei giorni in cui ricevetti questo articolo, scrissi un pezzo sul dollaro e sui tanti crolli attesi che non si sarebbero verificati nello scorso mese di ottobre. Dissi che il dollaro sarebbe arrivato, in ottobre, a 1,50 sull'euro e dissi che non avremmo avuto nessuno dei tre crolli. Per la serie: "Come si disse .... è andato tutto come preventivato"!

LA SPIEGAZIONE LA TROVATE NELLE RIFORME FATTE DA OBAMA CHE HANNO PERMESSO, TRA L'ALTRO, AD UN GOVERNO MODESTO E FERMO COME IL NOSTRO DI FARE LO SCUDO FISCALE.

Rammento che tutto dipende dalla riduzione dei paradisi fiscali, il fatto mi pare sconosciuto ai più! Gli americani hanno anche fatto una prima riforma della normativa sulle carte di credito (vedi ultimo pezzo di Ralph Nader) e lavorano alla riforma sanitaria (in contro tendenza, su questo tornerò nei prossimi giorni).

Sia chiaro: il grande malato a stelle strisce è ancora grave, ma qualcuno gli somministra qualche cura.

Venendo a Robert Fisk, egli sostiene che stia per arrivare la morte del dollaro. Non è il solo, su internet il tema ha una vasta gamma di interpreti e profeti.

A mio avviso il dollaro resterà preponderante fino a quando sarà alla base degli scambi petroliferi e trovo normale che si dia una moneta debole in cambio di una fonte di energia che ha costi vicino allo zero.

Secondo Fisk, gli arabi se ne sono accorti e tramano con le potenze internazionali per creare un paniere di monete come strumento per regolare i commerci internazionali. Si può fare e non sarebbe traumatico se nel paniere si trovasse posto anche per il dollaro.

Senza il dollaro il paniere è impensabile.

Con il dollaro dentro il nuovo paniere la patata bollente passerebbe alle altre "presunte" potenze che dovrebbero attrezzarsi per difendere il loro ruolo internazionale.

Gli USA sono l'unica super potenza e restano tali anche dopo i salassi economici.

La guerra in oriente va male, ma al massimo rischiano la cosiddetta "vittoria persa".

A mio avviso il dollaro resterà a quota 1,50 fino alla fine dell'anno poi bisogna vedere quello che otterrà Obama dal suo viaggio in Cina. In primis la rivalutazione della moneta cinese, almeno un 3% - 5%. Poi serve un freno alla fuga degli stabilimenti che dagli USA; non solo verso la Cina visto che si trasferiscono in ogni angolo del pianeta. (Questa è la globalizzazione).

Credo che petrolio e dollaro continueranno ad andare a braccetto e se avessi ragione agli altri resterebbe l'alternativa delle nuove energie e dello sviluppo tecnologico sulla base del principio che intorno a noi tutto è energia. Anzi anche noi lo siamo!

Se il dollaro perdesse il petrolio, sarebbe un disastro, ma non un'ecatombe. Per me la quota 2 nel rapporto euro - dollaro è ancora lontana e non dietro l'angolo.

Questa voce non ben confermata, unita a quella di possibili guerre commerciali regionali, spiega le super quotazioni dell'oro.

Questo scenario mi fa dire che gli USA restano una super potenza, il declino è relativo, economico e non altro. Poi non dimenticate che il declino USA accompagna e causa quello degli altri paesi occidentali (d'ora in poi dirò industriali, in omaggio al professor Nappini).

La Cina sarà un attore decisivo nei prossimi mesi! Nonostante sia un mastodonte io devo paragonarla ad un equilibrista perché da un lato avrebbe interesse a pagare le fonti di energia con un'altra moneta mentre dall'altro deve usare il dollaro se non vuole svalutare i suoi crediti con il paese a stelle e strisce. Io mi aspetto una rivalutazione dello yuan cinese e una tenuta del dollaro. Ah dimenticavo, la Cina ha alti consumi energetici, ma la sua presunta sete di petrolio è amplificata ad arte dai soliti maestri della disinformazione. La leggenda del picco petrolifero naufragò lo scorso anno quando sono iniziati i tagli dell'OPEC e nessuno prevede aumenti di "produzione". Si fa per dire "produzione".

Il punto più interessante dello scritto di Fisk è quello sulla data di morte prevista per il dollaro, ovvero il 2018. La parte non è chiara, ma si lascia intendere che gli USA abbiano bisogno di tutti questi anni per uscire dalla crisi, se né usciranno! Io concordo. Il disastro è talmente esteso che agli USA serviranno dieci anni per uscirne.

Su questo tema non avevo ancora riflettuto e da un lato confermo per l'Italia la prospettiva dei sei anni di crisi mentre per il resto rammento che il periodo scellerato dell'economia americana ha avuto una durata simile. Per questa frase finale ospiterò tale articolo anche nel MIO DIARIO ECONOMICO che non aggiornavo da settimane. Potreste trovare tutta la crisi passata che io ho spesso anticipato indicando di tanto in tanto i modi per scongiurarlo (sapendo che erano consigli dati al vento).

Ecco l'indirizzo: http://digilander.libero.it/amici.futuroieri/vaini.htm poi però tornate alla pagina principale e visitate tutto il mio sito. Mi farebbe piacere!

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