PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - Ventitreesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

Il 2010 sarà un anno difficile, ma meno duro (lo spero)

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Il fiscalismo negli anni della crisi

01/01/2010

Di F. Allegri

Quando parlo di crisi finanziaria propongo spesso la Nader Tax ovvero una patrimoniale sulle transazioni finanziarie da pagarsi ogni volta che un proprietario di titoli vende la sua carta patinata. Questa tassa avrebbe dei saggi di interesse molto bassi che varierebbero dallo 0,10% fino a un tasso del 1% a seconda dei titoli: il primo per le obbligazioni mentre il secondo per i derivati. Questa tassa rallenterebbe le speculazioni degli speculatori che avrebbero un fattore in più da considerare al momento di vendere e loro fanno queste considerazioni più volte al giorno. Il comune risparmiatore invece compra i titoli oggi e in genere li rivende dopo molti mesi, anche anni. Per lui questa tassa sarebbe impercettibile e in generale realizzeremmo un inizio di un vera progressività fiscale equa.

Fatta questa premessa voglio sottolineare che non credo alla crescita dell'imposizione fiscale come leva per uscire dalla crisi e non credo nemmeno che l'abbassamento possa dare effetti simili. Queste sono soluzioni di lungo periodo, ad un anno e oltre mentre oggi ci vorrebbero provvedimenti subito esecutivi. I problemi sono a livello di attività da finanziare o a quello della mancanza di ordini e commesse.

In generale la pressione fiscale non realizza mai vantaggi o svantaggi a breve, ma vanno parametrati a livello medio e/o lungo in modo permanente. Non c'è dubbio sul fatto che l'attuale pressione fiscale italiana sia eccessiva e molto più alta di quel 40% che si sente dire in giro, molto più alta perché ogni volta che mettiamo mano al portafoglio paghiamo qualche tassa senza saperlo! Il 50% di molte bollette finiscono in tasse e la situazione peggiora molto in caso di rifornimenti di benzina. L'IVA è su tutto e anche in tempi di consumi depressi in modo generalizzato: possibile che tale tassa era stata pensata negli anni della prima crisi petrolifera per limitare il consumismo, in teoria! Lo sappiamo, in Italia è tartassato il salario e il reddito della piccola impresa laddove non si pratica l'elusione o l'evasione, ma queste sono praticate!

La Nader Tax ha un altro vantaggio colpisce la rendita che sfugge alla tassazione generale, quella che non produce e non crea lavoro.

I nostri governi potrebbero tassare la rendita e in contemporanea ridurre qualcuna delle tante tasse che ci sono, magari qualcuna sui consumi o sul lavoro.

A questo punto devo fare un'ultima considerazione sul tema dello scudo fiscale. Di fatto questa è stata una patrimoniale su una parte minoritaria del capitale finanziario italiano che viaggia libero per il mondo. Sono entrati nelle casse dello stato 5 miliardi sui 100 che sono rientrati.

Il limite di questa tassa non è il saggio basso perché in passato tasse simili non hanno superato il 2%, ma quello della sua estemporaneità. La finanza internazionale sposta i suoi fondi alla velocità del fulmine e non conosce confini. Quando ci dicono che mancano 200 miliardi non ci dicono che questi hanno percorso altre strade (in gran parte) e che nel mondo e sistono ancora molti paradisi fiscali, in particolare tutti quelli che favorivano gli interessi americani. Non scordatelo, ma nel complesso ben venga lo scudo fiscale che se divenisse permanente si chiamerebbe Nader Tax perché normalmente quei soldi viaggiano per mercati finanziari.

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