PECUNIA POWER

(diario della crisi: 2009 - Ventitreesimo mese di SESSANTA minimo)

P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico

Il 2010 sarà un anno difficile, ma meno duro (lo spero)

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La Tobin Tax contro la crisi dei ceti medi e bassi

09/01/2009

Di F. Allegri

Torno a scrivere sulla Tobin Tax dopo aver letto la consueta riflessione filosofica del professor Nappini sulla crisi che ci circonda e che lui affronta a livello culturale, storico e sociale. Nella prima parte della sua riflessione il professore afferma:

"... con la crisi emerge lentamente la realtà concreta di un mondo umano di lavoratori precari e di uomini e donne dei ceti sociali "medio - bassi" umiliati e schiacciati da questi anni di cattiveria e follia egoistica. Gli stipendi di chi lavora per i privati o per la pubblica amministrazione sono stati messi sotto in questi ultimi dieci anni dal costo della vita crescente e aggravati dalla diffusa povertà portata dalla crisi. Quello che era il, vecchio ceto medio è stato umiliato, offeso, punito e calunniato; lui più dei proletari e degli immigrati era l'oggetto del cieco e ottuso odio di classe dei miliardari e dei loro esperti al soldo".

Condivido questa riflessione e la metto all'inizio della mia nella quale, come ho detto parlerò ancora di Tobin (Nader) Tax, ma prima voglio far dire al professor Nappini un'altra cosa.

Egli ha sostenuto nel suo scritto: ".... oggi le minoranze di miliardari miracolati da questa opera di contenimento dell'eversione di sinistra si godono i frutti dell'erosione del potere politico ed economico di questi ceti medio - bassi". La sua riflessione continua nel pezzo che trovate qui nel sito, ma in questa riflessione il professore commette un piccolo errore perché sposta il suo sguardo verso la questione sociale e politica mentre doveva spostarsi sul livello fiscale, sulla Tobin Tax prima di tutto. Bene io riprendo da qui e vado subito al punto.

La crisi dei ceti medi produttivi poteva essere lenita e anche prevenuta se il mondo finanziario dei mega ricchi apolidi fosse stato sottoposto alla tassa che ho già citato tre volte e che illustrerò nel proseguo del discorso. La Tobin (Nader) Tax non è solo un toccasana contro la finanza speculativa è anche uno strumento per far pagare le tasse in modo progressivo ai ceti elevati improduttivi e speculativi.

On line ho letto vari scritti che confondono le caratteristiche di questa tassa.

Prima di tutto essa non deve colpire i guadagni di borsa a consuntivo (come fanno le normali ritenute), magari a mesi di distanza e dopo ogni possibile sotterfugio fiscale.

La Tobin Tax deve colpire la transazione speculativa stessa nel momento in cui si verifica e nella sua caratteristica più velenosa ovvero la sua velocità stratosferica; deve essere una tassa sul capitale nominale che viene ceduto e va applicata ogni volta che qualcuno vende un titolo di credito, anche moltissime volte al giorno.

Nella ripetitività tale tassa mostra la sua progressività poiché il risparmiatore normale e piccolo compra oggi il suo titolo e lo rivende tra anni quando lo speculatore può aver rivenduto tale titolo decine di migliaia di volte e questo accade già nella realtà dove le transazioni non vengono tassate.

E' qui che questa tassa rallenta la corsa del bolide della speculazione e ogni volta riduce di una minima parte le sue dimensioni mostruose.

Questa tassa assomiglia, a livello paradossale, al diritto medioevale di attraversamento di un ponte.

Il povero agricoltore medioevale (il risparmiatore di oggi) aveva poche necessità di passare da quel posto, una volta ogni tanto, il nobile o il mercante in viaggio invece lo attraversavano molto di più, e certamente laddove c'era la gabella si verificavano spostamenti minori o si evitava quel ponte. Trasferite la metafora in borsa e capite che il ponte tassato sarebbero dei mercati finanziari evitati e i nobili e i mercanti di allora sono gli speculatori di oggi.

La grande arma della speculazione è nella sua crescente velocità e nella sua rapidità e la Tobin Tax laddove colpisce la transazione diventa un rallentatore un freno per quei motori speculativi che vanno troppo veloce da anni.

E non dimenticate che la speculazione guadagna a spese di chi produce.

Non sarebbe un freno decisivo, ma rilevante sì e rappresenterebbe una contro tendenza e una linea di confine tra i mercati super speculativi e quelli normali.

Il professor Tobin pensò questa tassa per frenare le speculazioni sulle monete e sulle obbligazioni e a questo proposito pensò di introdurre tasse con saggi bassissimi, inferiori all'uno per cento.

Era il 1972, la preistoria se si pensa alle transazioni speculative fatte oggi via computer.

Io credo che se Tobin fosse vivo oggi avrebbe proposto tassi superiori all'uno per cento per tassare i derivati e per gli ultimi titoli inventati anche oltre il due per cento.

Si può tassare qualcosa che avviene dentro un computer a velocità stratosferica?

Sì basta un programma informatico di poco costo, non serve uno studio della NASA.

La speculazione internazionale ha costruito una montagna di carta virtuale che vale qualcosa solo grazie alle convinzioni e all'accordo dei potentati, ma in realtà essa dimostra solo la gravità di quel processo che smaterializza tutto il buono che ci circonda.

Non esiste nel mondo reale una massa cartacea simile e del resto non esistono nemmeno merci e beni che valgono una cifra simile; ho sentito parlare anche di oro falsificato. E' giunto il momento di cominciare a demolire quella montagna, lo si può fare solo nel lungo periodo e con metodo e tutto questo è dentro quella tassa.

Alternative ad oggi non ne sono state trovate e anche i salvataggi palesi e occulti che abbiamo visto nei mesi scorsi mostreranno presto i loro limiti e questo avverrà nei prossimi mesi e dubito che per allora qualche paese avrà introdotto una tassa simile nel suo sistema fiscale per contrastare il mondo speculativo.

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