CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

 [29 gennaio 2010]

Distribuitela, grazie

Sullo stato dell'Unione

Di Ralph Nader

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Il Discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente è il più grande dell’anno. Per ora non c’è stata la possibilità sia per la stampa che per la gente di aggiornarsi con qualche domanda e richiesta di chiarimenti. Per questo il dubbio e le incomprensioni amareggiano.

Guardando il discorso del Presidente l’altra sera davanti ad una sessione congiunta dei membri rumorosi del Congresso, i Giudici quieti della Corte Suprema e gli ufficiali militari, io buttai giù pochi temi da proporre alla Casa Bianca.

Primo, Mr. Obama ha citato l’inazione del Senato quattro volte in contrasto con la House of Representatives.

In aggiunta alla sua frustrazione, egli ha citato la leadership Repubblicana per insistere che “sessanta voti al Senato sono richiesti per fare ogni affare in questa città.”

Ciò che non fece fu il sollecitare i suoi colleghi Democratici a cambiare la legge ostruzionista con un semplice voto a maggioranza.

Da esperto, T. Geoghegan ha scritto al leader di maggioranza al Senato H. Reid (Dem. Nev) in settimana: “Il Senato può riformare le sue leggi, tutte, con un voto di maggioranza, anche una legge che ne richiede uno più largo.” Ciò significa che i Democratici possono cambiare questa legge con 51 dei loro 59 voti al Senato e tante leggi passeranno.

Il perché Mercoledì sera il presidente Obama non parlò alle decine di milioni di Americani di come rompere il blocco, la congestione sulla riforma sanitaria, sull’energia, sui lavori, sulla riforma finanziaria e altre misure non amate, è una domanda alla quale solo lui può rispondere.

“Di fatto la stessa legge 22 del Senato potrebbe essere cambiata per avere alla fine un voto a maggioranza semplice dopo un dibattito limitato di chiusura,” secondo Geoghegan.

Secondo, da quando i dollari investiti in efficienza energetica e nelle rinnovabile hanno ritorni più grandi e più sicuri del denaro che va in ciò che Mr. Obama chiama una nuova generazione di centrali nucleari pulite e sicure e le tecnologie del carbone pulito, (che chiedono pesanti sussidi governativi), perché ha dato all’ultimo la stessa priorità del precedente?

Terzo, il Presidente promise il raddoppio delle nostre esportazioni entro i prossimi 5 anni.

Questo fece aggrottare le ciglia, se la prima reporter del New York Times H. Cooper ha scritto che tale progetto molto ambizioso richiede che lui persuada la Cina a rivalutare la sua moneta del 40%, “inducesse la crescita economica globale per migliorare i giorni meravigliosi dal 2003 al 2007 e abbassasse le tasse alle imprese USA che esportano,” più “dimenticare di rafforzare il dollaro.”

Lui lasciò i suoi sostenitori a stupirsi sul come realizzare tale miracolo senza dimenticare la sua promessa elettorale di rivedere il NAFTA.

Quarto, sulla riforma della polizza sanitaria, Mr. Obama disse: “Se qualcuno di entrambi i partiti ha un approccio migliore che abbassi i premi, abbassi il deficit, copra i non assicurati, rafforzi Medicare per gli anziani e fermi gli abusi delle compagnie assicurative, mi faccia sapere.”

Bene, Signor Presidente, provi quello che sosteneva prima di divenire un candidato Presidenziale -- il single payer, pieno Medicare per tutti, con libera scelta di dottore e ospedale.

Ricordi che non ha permesso ai promotori del single payer di avere un posto al tavolo mentre il CEO di Aetna venne 5 volte alla Casa Bianca. (Per approfondire vedi SinglePayerAction.org)

Quinto, alludeste che una ragione per i deficit da molti miliardi di dollari che ereditaste dal regime di Bush era “il non pagare per 2 guerre.”

Bene, anche voi non premete per una tassa di guerra per pagare per le vostre 2 guerre, come il Rep. David Obey (Dem. Wisc) incalzò voi e altri Democratici per farlo pochi mesi fa.

Quale è la differenza e perché?

Sesto, il Presidente la necessità di congelare la spesa governativa per 3 anni, ma escluse il bilancio del Pentagono ridondante, dispendioso, gonfiato e ben documentato.

Inoltre non si occupò dell’enorme bilancio del benessere multinazionale fatto di sussidi, mance, contratti e salvataggi. Al contrario, lasciò molti gruppi nello stupore il fatto che i tagli potrebbero cominciare dai programmi legati al cibo, all’auto, al lavoro e alla sicurezza ambientale.

Settimo, le sue poche parole sulla politica estera e militare incontrano quanto fece Bush cercando di mostrare quanto lui sia duro.

Egli confrontò le tacche sulla sua cintura in termini di numero di “affiliati e combattenti di Al Qaeda” catturati o uccisi.

Certamente non fece comparazioni con il numero molto più grande di vittime civili innocenti dovute a droni e altri bombardamenti.

Queste furono frasi strane per un vincitore recente del Premio Nobel per la Pace che riuscì ad ignorare del tutto il processo di pace per il conflitto Israelo - Palestinese.

Non ci fu una riflessione sul tema base, forse, in quella regione tumultuosa.

Ottavo, sulla guerra in Iraq, arrivò al massimo, dichiarando “non sbaglio: questa guerra è finita e tutte le nostre truppe stanno venendo a casa.” Non per davvero.

Sia Bush che Obama hanno deciso che 50.000 soldati rimarranno in Iraq indefinitamente, con molti altri nella regione del Golfo Persico.

I contribuenti americani pagheranno quasi $800 milioni all’anno solo per sorvegliare l’ambasciata USA e il suo personale a Baghdad.

Tale cifra da sola è più grande sia dei bilanci annuali dell’OSHA ($502 milioni per occuparsi dei 58.000 morti sul lavoro in USA) o del NHTSA ($730 milioni per occuparsi degli oltre 40.000 morti sulla strada.) Mando tale editoriale alla Casa Bianca.

Anche voi potreste desiderare di mandare le vostre osservazioni al Presidente Obama. La gente potrebbe essere di più degli spettatori dello spettacolo annuale dello stato dell’unione.

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Tradotto da F. Allegri il 05/05/2010

[January 29 2010]

Please share with others.

On the state of the Union

By Ralph Nader

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The President's State of the Union Speech is the Big Speech of the year. Yet there is never an opportunity either for the press or the citizenry to promptly follow up with any questions or requests for clarifications. As a result, doubt and misunderstandings fester.

Watching President Obama’s speech the other evening before a joint session of vociferous members of Congress, quiet Supreme Court Justices and military brass, I jotted down a few items for the White House to consider.

First, Mr. Obama cited the Senate’s inaction four times in contrast to the House of Representatives.

To add to his frustration, he cited the Republican leadership for insisting that “sixty votes in the Senate are required to do any business at all in this town.”

What he did not do was to urge his fellow Democrats to change the filibuster rule by a simple majority vote.

As a legal expert, Tom Geoghegan wrote to Senate majority leader Harry Reid (Dem. Nev) this week, “the Senate can act to change its rules, any rule, by majority vote, even a rule requiring a greater one.” That means that the Democrats can change this rule with only 51 of their 59 votes in the Senate and get these bills passed.

Why President Obama did not tell tens of millions of Americans Wednesday evening about how to break the log jam, the gridlock on health insurance, energy, jobs, financial reform and other measures, that they dislike, is a question only he can answer.

“Certainly Senate Rule 22 itself should be changed, so that there is ultimately a simple majority for a cloture limiting debate vote,” according to Geoghegan.

Second, since dollars invested in energy efficiency and renewable energy have greater, safer, returns than money going into what Mr. Obama calls a new generation of safe, clean nuclear power plants and clean coal technologies, (which require heavy government subsidies), why did he accord the latter the same priority as the former?

Third, President Obama promised to double our exports over the next five years.

This really raised eyebrows, leading New York Times reporter Helene Cooper to write that this highly ambitious goal would require him to persuade China to revalue its currency by 40 percent, “get global economic growth to outperform the salad days from 2003 to 2007 and lower taxes for American companies that do business abroad,” plus “forget about strengthening the dollar.”

He left his own supporters wondering how he could perform this miracle and not forget his campaign promise to revise NAFTA.

Fourth, on health insurance reform, Mr. Obama said: “If anyone from either party has a better approach that will bring down premiums, bring down the deficit, cover the uninsured, strengthen Medicare for seniors and stop insurance company abuses, let me know.”

Well, Mr. President, try what you supported before you became a Presidential candidate -- single payer, full Medicare for all, with free choice of doctor and hospital.

Remember you did not allow single payer adherents to have a seat at the table, the way the CEO of Aetna did five times in the White House. (For more see SinglePayerAction.org)

Fifth, you alluded as one reason for the multi-trillion dollar deficits you inherited from the Bush regime was “not paying for two wars.”

Well, you also are not pressing for a war tax to pay for your two wars, as Rep. David Obey (Dem. Wisc) urged you and other Democrats to do a few months ago.

What is the difference and why?

Sixth, the President asserted the need to freeze government spending for three years, but excluded the well-documented, bloated, wasteful, redundant Pentagon budget.

He also did not go after the huge corporate welfare budget of subsidies, handouts, giveaways and bailouts. Instead, he left many civic groups wondering what cuts might be coming for programs relating to food, auto, job and environmental safety.

Seventh, his brief words of foreign and military policy came across as Bush redux trying to show how tough he is.

He compared notches on his belt in terms of the number of captured or slain “Al Qaeda’s fighters and affiliates.”

He, of course, did not make any comparisons with the far greater number of innocent civilian causalities from drones and other bombings.

These were strange phrasings from a recent Nobel Peace Prize winner who managed to ignore completely the peace process for the Israeli-Palestinian conflict.

There was not one sentence on, arguably, the core issue in that tumultuous region.

Eighth, on the Iraq war, he went over the top, declaring “make no mistake: this war is ending, and all of our troops are coming home.” Not really.

Both Bush and Obama have concluded that 50,000 soldiers will remain in Iraq indefinitely, with many more in the Persian Gulf region.

American taxpayers will be paying nearly $800 million a year just to guard the U.S. Embassy and its personnel in Baghdad.

That sum alone is greater than either the annual budgets of OSHA ($502 million to deal with 58,000 work related deaths in America) or NHTSA ($730 million to deal with over 40,000 road fatalities.) I'm sending this column to the White House.

You also may wish to send your observations to President Obama. Citizens should be more than spectators to the annual state of the union spectacle.

La nostra associazione ha ripreso a far parte della redazione allargata della trasmissione "Anno Zero" e fa parte dei 100 siti resistenti selezionati a suo tempo dal movimento contro il conformismo televisivo.

Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica e spedite alle agenzie di stampa e culturali che sono libere di diffonderle!

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133 - La Corte Suprema e i costi della politica

132 - La privatizzazione illecita (vari esempi: da Blackwater ai casi statali)

131 - L'abbandono di Dodd e Dorgan

130 - Sui liberali americani in crisi con Obama (per la guerra in Afganistan)

129 - Essi ci stanno dileggiando (no ai CEO di Wall Street)

128 - Rabbia popolare (su Wall Street e la sua riforma)

127 - Essi non conoscono la vergogna (su Wall Street)

126 - Libri del 2009 da leggere in vacanza

125 - L'Agente del cambiamento

124 - Su Obama: tra Nobel e guerra

123 - Gli USA e la guerra in Afganistan

122 - B. Obama in Cina

121 - Lettera aperta al Presidente Obama sull'Afganistan

120 - Critica alla sanità di Obama

119 - Contro la guerra in Afganistan

118 - Critiche a Barack Obama

117 - Barney Frank e il Pianeta delle Banche

116 - Rapporto CBO sull'errore sanitario illecito

115 - Tutto sulle carte di credito in USA

114 - E' ora che i cittadini si riuniscano

113 - Un'idea nuova (sul nuovo libro di Nader)

112 - Tirare ancora i dadi (tassare le transazioni di borsa)

111 - Il significato delle parole (fra stampa e libri)

110 - Lotte per il single payer e alle frodi

109 - Tra la retorica e la realtà (su Obama, i democratici e la riforma sanitaria)

108 - Affarismi sanitari in USA

107 - I premi di analisti e operatori di borsa

106 - Le privatizzazioni in USA (dalle autostrade alle sedi dei parlamenti statali)

105 - La riforma sanitaria in USA

104 - Ritorno in USA (contro la globalizzazione e la Cina)

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