|
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
*La Lectio di fr. Egidio Palumbo è temporaneamente sospesa per motivi di famiglia
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
*******************
Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
*******************
Siamo anche in Twitter con
la pagina
"QUELLI DELLA VIA"
*******************
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
Possa il Signore Gesù
toccare i nostri occhi
per renderci capaci di guardare
non ciò che si vede
ma quello che non si vede.
Possa aprirli,
questi occhi,
perché contemplino
non il presente, ma l'avvenire
e possa donarci
gli occhi del cuore
con cui possiamo vedere Dio
attraverso lo Spirito. (Origene)
Buon Natale!
(in continuo aggiornamento)
|
(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
...
Siamo un popolo, o solo milioni di persone che vivono negli stessi
confini? È diverso, come in una casa è diverso essere una famiglia o
quattro o cinque uomini e donne che si incrociano frettolosamente, la
sera.
È perché siamo cresciuti nell’individualismo, nel mito dell’autonomia
e della realizzazione di sé, che davanti alla crisi ci ritroviamo
così frammentati?...
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Cinque
notti fa è partito l’ultimo convoglio Torino-Palermo. Dopo mezzo secolo
di onorato servizio, è stato soppresso, come tutti i convogli dell’asse
Nord/Sud. Un gesto assurdo, persino volgare, che in nome della
riduzione dei costi non solo ha tolto un servizio
essenziale all'utenza, ma ha dato uno schiaffo alla “coesione
sociale”, a vegliare sulla quale ora addirittura abbiamo un
ministero.
Hanno
cancellato, soprattutto per i ceti meno abbienti, la possibilità, per
di più nell'imminenza delle festività di fine anno (una vera
crudeltà) di “tornare al paese”, di andare a fare scorta di
caciocavalli e salumi, della tanica d’olio (di quei pochi ulivi
sopravvissuti al forzato abbandono della terra), di vino “genuino”
della vigna, di pane fatto in casa, dei giocattoli ricevuti in dono per
il Natale dai bambini.
L’ultimo treno che viene dal Sud
I
lavoratori licenziati dalla Rti Servirail-Wastel proseguono il loro
presidio alla Stazione e affidano il proprio destino alla classe
politica e alla deputazione nazionale e regionale messinese. Delusi,
stanchi, indignati per il silenzio della grande stampa e per
l'arroganza delle risposte fornite dall'amministratore delegato delle
Fs Moretti, gli ormai ex cuccettisti – che alla mezzanotte dell'11
dicembre hanno dovuto riconsegnare le proprie divise di ordinanza –
ieri mattina hanno avuto un lungo confronto con i parlamentari
nazionale Vincenzo Garofalo (Pdl) e Francantonio Genovese (Pd), che
hanno assicurato una mobilitazione "trasversale" e interventi di
pressione nei confronti del governo Monti. Ma nella stessa giornata il
Gruppo Ferrovie (dello Stato... lo lasciamo scrivere ad altri,
torneremo a chiamarle così solo quando sarà ripristinata la continuità
territoriale clamorosamente violata) smentisce su tutta la linea e
annuncia come «in via di risoluzione il problema degli esuberi».
Fs annuncia soluzioni ma nessuno ci crede
Due
materassi appoggiati alla meno peggio, due stufe elettriche e tanti
striscioni. Così occupano il piccolo ufficio che era loro e non lo è
più. Così passeranno il Natale. Sono i cuccettisti di Servi Rail, la
società che in appalto gestiva per Trenitalia il servizio su quei treni
notturni che non esistono più. Lillo Rizzo per 12 anni viaggiava giù e
su per l’Italia, da Messina a Venezia – questa la tratta che ricopriva
– accompagnava i passeggeri italiani e non che sceglievano il
trasposrto su rotaie per attraversare il bel Paese. Oggi era sul tetto
della stazione messinese, mentre veniva giù la grandine. Per un
lunghissimo momento ha pensato di accompagnarla, perché “la lucidità
viene a mancare”, e la sua mente ha trovato un solo orizzonte: il
marciapiede.
Messina, addio al "Treno del sole" cuccettista tenta il suicidio, salvato
Di
seguito la nota diffusa dal sindacato Or.S.A: La disperazione che oggi
ha indotto il collega Lillo Rizzo (licenziato dalla Servirail) a
tentare il gesto insano, è frutto del cinismo che Governo e Ferrovie
dimostrano nei confronti della Sicilia allontanando l’isola dal resto
del continente attraverso l’indegno taglio del trasporto ferroviario
che oltre a calpestare il diritto costituzionale alla mobilità dei
siciliani sta causando una perdita di posti di lavoro senza precedenti.
Messina, sindacato Or.S.A: "Operai Servirail hanno dignità da vendere"
Non
solo sulle torri della Stazione Centrale di Milano e della Stazione di
Roma. La protesta dei lavoratori della Servirail Italia ex-Wagon Lits
sale sul grattacielo Intesa San Paolo di Torino di corso
Inghilterra.
Treni notturni sud-nord: sul grattacielo San Paolo i lavoratori torinesi. (testo+video)
...
Egregio ingegnere Moretti, le famiglie degli 85 licenziati siciliani
della Servirail rivendicano il diritto al lavoro e tutta la comunità
Siciliana li sostiene reclamando pari dignità in tema di trasporto, al
punto in cui siamo ridotti non le sarà facile portare a termine il suo
progetto discriminatorio, nonostante la scarsa considerazione che usa
riservare ai siciliani lei non ha idea di cosa sia capace questo popolo
quando si compatta in nome della dignità… Riteniamo
corretto anticiparle che in assenza di immediati interventi per la
positiva risoluzione del dramma causato ai lavoratori
dell’accompagnamento notte e di un serio piano di produzione che
garantisca un trasporto ferroviario meridionale di livello pari a
quello presente in altri territori, ci faremo promotori di iniziative
di massa volte a chiedere le sue dimissioni.
LETTERA APERTA ALL’A.D. DELLE FERROVIE DELLO STATO
Licenziamenti Servirail, l'Or.S.A. scrive all'Onorevole Garofolo
video
Ecco,
per andare da Nord a Sud d’Italia e viceversa non ci rimane che
affidarci all'alta velocità del nostro pensiero. La
soppressione di 21 treni a lunga percorrenza operata da Trenitalia
colpirà in particolar modo Calabria e Sicilia, isolandole ulteriormente
dal resto del Paese. La filosofia spicciola di Richard David Bach non
basta a consolarci per la perdita dei nostri treni a bassa velocità.
Sporchi, angusti, maleodoranti e logorati dal tempo eppure ci
mancheranno, eccome.
Treni, da Nord a Sud Italia con l'alta velocità
On line la petizione: Ripristino treni con cuccette verso il Sud e verso il Nord
--------------------------------------------
Treno
del sole, Trinacria, Treno dell’Etna, Freccia della Laguna. I nomi
degli Intercity notte che per decenni hanno tenuto assieme l’Italia da
Nord a Sud evocano immagini di migrazioni, viaggi, speranze, ritorni.
Da oggi (12/12/2011 n.d.r.)questi treni resteranno parcheggiati su un
binario morto, perché con l’entrata in vigore del nuovo orario di
Trenitalia non sarà più possibile salire in carrozza a Milano, Torino o
Venezia e scendere in Sicilia. Bisognerà fare cambio a Roma o a
Bologna, in piena notte.
Finisce così l’epoca romantica del viaggio in treno, con i suoi pro e contro.
ZERONEGATIVO: Nord e Sud sono più lontani
Il 21 gennaio sindacati, partiti e società civilein piazza. Lettera degli ex cuccettisti al vescovo
Francesco Celi: Sul tetto della stazione con il cappio al collo E chiamata alle "armi": grande mobilitazione
Trenitalia
sopprime gli ultimi treni a lunga percorrenza che per decenni sono
stati simbolo dell'emigrazione. Il Treno del sole (Palermo-Torino), la
Freccia della laguna (Siracusa-Venezia) e il Treno dell'Etna
(Catania-Milano), resteranno solo un ricordo. - Gruppo aperto -
FACEBOOK: NO ALLA SOPPRESSIONE DEI TRENI NOTTURNI. BOICOTTIAMO TRENITALIA
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Tantissime
persone si stanno preparando a sfilare nella città teatro della strage
di settimana scorsa. La comunità senegalese: “Siamo ospiti dei
fiorentini, chi è venuto per manifestare il proprio odio non è bene
accetto”
Firenze, partito il corteo anti-razzista
Appello Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana per la Manifestazione di Sabato 17 Dicembre
"No alla xenofobia", "fermiamo il razzismo", "stessi diritti per tutti", "basta odio".
Sono solo alcuni degli appelli disseminati lungo il percorso del corteo
che sta attraversando la città. In testa le foto delle vittime.
E'
partito alle 15 il corteo nazionale antirazzista organizzato dalla
comunita' dei senegalesi fiorentini per ricordare le cinque vittime,
due morti e tre feriti, causate da Gianluca Casseri.
In
prima fila gli amici di Modou Samb e Mor Diop che reggono le foto dei
due senegalesi morti. Su un cartello oltre la foto di Modou ci sono le
foto delle moglie e della figlia di 13 anni.
Firenze, corteo per dire no al razzismo
Un
corteo per ricordare Mor Diop, 54 anni e Modou Samb, 40 i due ambulanti
senegalesi uccisi fra le bancarelle del mercato in piazza Dalmazia a
Firenze, martedì scorso. Nel tragico giorno della caccia al nero che il
ragioniere neonazista Gianluca Casseri, 50 anni, pistoiese. Il bilancio
stato di due morti e tre feriti fra i senegalesi, la terza vittima è lo
stesso killer che si è suicidato braccato dalla polizia. Una città
sotto shock. La rabbia e le lacrime, i fiori, i centinaia di
bigliettini. Le polemiche sull'estrema destra (Casseri era un
simpatizzante di Casa Pound, ma Casa Pound ne ha preso le distanze). La
comunità senegalese oggi organizza a Firenze una manifestazione
pacifica contro i razzismi. La cronaca...
Al via il corteo anti-razzista fiocco rosso in segno di lutto
Guarda il nostro precedente post:
Riscoperta dei valori e libera scelta del bene per sconfiggere l'ODIO e ritrovare la vera UMANITÀ
--------------------------------------------
L’Infedele ha deciso di prendere sul
serio il pensiero e l’opera di Gianluca Casseri, l’ideologo di destra
con la 357 magnum che martedì 13 dicembre ha assassinato in piazza
Dalmazia a Firenze due senegalesi, Diop Mor e Samb Mudou, ferendo
gravemente altri loro connazionali. Casseri è davvero solo un pazzoide
isolato?...
Tra
gli ospiti di Gad Lerner: Luigi Zingales, Vittorio Emanuele
Parsi, Adriana Cerrettelli, Fabrizio Unida, Salvatore Bragantini
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
18
dicembre 2011: una Giornata di Azione Globale contro il razzismo e per
i diritti dei migranti, rifugiati e sfollati. Questa
azione cerca di contribuire alla costruzione di un reale movimento
internazionale per i diritti dei migranti, perché uniti possiamo
vincere!
Visita il sito web dedicato al 18 dicembre 2011
"I
nostri fratelli Mor Diop e Samb Modou sono stati assassinati e
Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike gravemente feriti da una
mano armata dall’odio xenofobo, lucido e determinato. Tutti sono
vittime della manifestazione estrema di un razzismo quotidiano che
umilia sistematicamente la nostra dignità". Con questo accorato appello
del coordinamento senegalese, ieri in corteo a Firenze, si celebra
oggi, 18 dicembre, in tutto il mondo la “Giornata internazionale dei
imigranti” istituita dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione
sui diritti di tutti i lavoratori migranti e i membri delle loro
famiglie.
Giornata internazionale dei migranti: “contro il razzismo e per i diritti”
--------------------------------------------
In cento lungo le coste salentine. Nuovo sbarco nella mattinata
„«Non
vorremmo che in questa crisi nascessero tensioni e si scaricassero sui
più deboli», ha detto a Torino il ministro per l'Integrazione: «Vedo
però una grossa reazione del Paese».
Gabriele Einaudi: Riccardi tra i resti del campo rom
“
Potrebbe interessarti:http://www.lecceprima.it/cronaca/sbarco-gallipoli-9-dicembre-2011.html Seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/LeccePrimait/112352998793334
---------------------------------------------------------------
“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
Credevamo che lo sviluppo
scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse
emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa,
anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al
fondo, come realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce
l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le
scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in
se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha
paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle
rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il
rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti
per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro
perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i
nostri privilegi...
Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb,
Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una
spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
---------------------------------------------------------------
(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
La più dura battaglia per l'uomo è quella spirituale, la lotta contro il male che lo abita e che incontra nel mondo.
---------------------------------------------------------------
La Bibbia in un frammento
"Lo vedo, ma non ora; lo contemplo, ma da lontano: una stella spunta da Giacobbe, uno scettro sorge da Israele".
(Numeri 24,17)
---------------------------------------------------------------
Uomini e profeti
Fedi e Mondo
slcontent
Verso Natale. Maria nello sguardo del mondo con Yahya Pallavicini e José Tolentino Mendonça sabato 17 dicembre 2011
Nell’avvicinarci
al Natale, torniamo a guardare alle figure della natività, ma
incrociando anche prospettive diverse da quelle tracciate nei Vangeli:
non perché non siano sufficienti a raccontarci la storia di una
umanizzazione del divino, ma perché è di grande interesse raccogliere
anche le interpretazioni che di questo “fatto” sono state date da altre
culture, che lo hanno voluto riprendere. Perciò oggi accosteremo la
figura di Maria, così come ci viene raccontata nel Corano, che le
dedica la Sura 19: “E ricorda nel libro Maryam, quando si ritirò
dalla sua gente in un luogo a Oriente…”. Sarà con noi Yahya Pallavicini. Vedremo in seguito, con padre José Tolentino Mendonça,
quanto sia essenziale che ogni messaggio di fede continui a incarnarsi
nella vita quotidiana degli esseri umani e anche in coloro che sembrano
distanti da ogni credo.
Leggere la Bibbia
slcontent
Secondo Isaia. Il libro della consolazione con Stefano Levi Della Torre domenica 18 dicembre 2011
Siamo
dunque al Secondo Isaia, o Deuteroisaia (capitoli 40.55). Se il primo
Isaia è vissuto prima dell’esilio, intorno alla fine dell’VIII secolo,
durante il dominio assiro della Palestina e di Giuda, e mentre si
annunciava il nuovo oppressore, Babilonia, che porterà all’ assedio di
Gerusalemme e alla distruzione del tempio (nel 587), il secondo Isaia
vive l’esilio e la deportazione, circa due secoli dopo il primo, e vede
sorgere la potenza di Ciro che sconfiggerà l’impero babilonese e
ricondurrà i deportati in patria. Dando luogo a una rinascita di
Israele. Il famoso editto di Ciro è del 538. E dunque intorno a questa
data si deve collocare la predicazione del Deuteroisaia, che verte
intorno alla consolazione del popolo e alla promessa di un
capovolgimento radicale della situazione. Con Stefano Levi Della Torre vedremo oggi i capitoli dal 40 al 45.
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La
maternità della vergine Maria, dicevano gli antichi, sta nell'orecchio
prima che nel ventre. Proponiamo il famoso brano evangelico
dell’Annunciazione nella lettura del biblista gesuita Silvano Fausti,
che si sforza di riscattarlo dallo scontato per farne emergere il
significato profondo e attuale. «La sterilità, la non fecondità
rappresenta il dramma dell’uomo che non ha futuro. Maria ha già capito:
il futuro non riesco a farmelo io, il mio futuro è l’altro e l’altro
non posso farlo, posso solo accoglierlo».
La
vera maternità è ascoltare. È ascoltando che concepisci l’altro, ti
entra e poi vivi di lui. È la vera concezione l’ascolto. La maternità
della vergine Maria, dicevano gli antichi,
sta nell'orecchio prima che nel ventre.
Siamo
abituati a considerare Maria come un caso strano, unico. Di lei si dice
che è “Madre della Chiesa”: perché i figli hanno in comune con la madre
il fatto di essere uguali alla madre, altrimenti non sono figli.
Quindi, ciò che si dice di Maria è ciò che capita a ciascuno di noi.
Il
brano evangelico dell’Annunciazione è molto noto, e in qualche modo
bisogna riscattarlo dallo scontato, in modo da avere occhi e orecchi e
cuore nuovo per lasciarsi sorprendere dal suo significato profondo e
attuale. Il racconto di Maria ci dice anche come ci si accosta alla
Parola: l’autore lo pone all'inizio del Vangelo per dire come
la Parola si realizza in ognuno.
La vera maternità è nell’ascolto che accoglie l’altro di Silvano Fausti
Il testo è una sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa di San Fedele in Milano.
Ascolta l'audio originale.
---------------------------------------
Domenica
18 dicembre 2011 "Le Frontiere dello Spirito" la rubrica religiosa
scritta e condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e dal cardinale
Gianfranco Ravasi.
Nella
prima parte, il cardinale Ravasi approfondisce le letture tratte dal
secondo libro di Samuele (7,1-5.8b-12.14a.16) e un frammento del salmo
88 (89) (2-5.27-29).
A
seguire la rubrica di Maria Cecilia Sangiorgi dal titolo "Cuamm 60 anni
di miracolo" dedicata all'organizzazione Cuamm con testimonianze
raccolte nella sede principale che è a Padova.
Premessa
L'Italia
è un Paese strano che a volte ci riserva sorprese bellissime. Quanti
sanno ad esempio che esistono giovani medici, o medici con una carriera
avviata, che lasciano tutto per andare a svolgere il loro servizio in
Paesi disagiati, in Africa, Paesi dove spesso l'ospedale è un sogno, le
cure mediche sono pochissime e che esiste un'organizzazione come il
Cuamm (Centro Universitario Aspiranti e Medici Missionari). Nato nel
1960, sede a Padova e da allora ha mandato migliaia di medici, tecnici
e infermieri nei posti più disagiati dell'Africa...
il video della puntata intera sul sito Mediaset
---------------------------------------
"Finalmente il risveglio dall'accidia" - Eugenio Scalfari parla del cardinale Carlo Maria Martini
Come
disse il cardinal Martini 12 anni fa "il livello di allarme si
raggiunge quando lo scadimento etico della politica non è neppure più
percepito come dannoso". Ce n'è voluto di tempo...
Per
sfuggire da un'attualità che mi obbligherebbe a parlare ancora una
volta di Berlusconi, di Mario Monti e delle risse interne di questo o
quel partito, dedico questa pagina al cardinale Carlo Maria Martini. Potrà
sembrare una stranezza o se volete una fuga dalla realtà, ma non lo è.
Martini è un prete, un gesuita, è stato per molti anni prefetto della
Congregazione della Fede, poi rettore dell'Università Gregoriana, poi
arcivescovo di Milano. Insomma ha percorso tutti i gradi della
gerarchia ecclesiastica, ma non è certo questo che lo raccomanda alla
nostra attenzione e in particolare alla mia. E' stato ed è un uomo di
grandissimo coraggio intellettuale e spirituale. Ha cercato la verità
senza mai esorcizzare il dubbio e gli è accaduto talvolta che il dubbio
facesse parte della sua ricerca di verità...
Finalmente il risveglio dall'accidia di Eugenio Scalfari Per approfondire guarda i nostri precedenti post:
"Storia di un uomo . Ritratto di Carlo Maria Martini" di Aldo Maria Valli
Il cardinal Martini: un vescovo del post-concilio - audio della tavola rotonda - Roma – Civiltà Cattolica, 12/11/2011
Le ragioni del credere: il nuovo libro del card. Martini
---------------------------------------
La
parabola del Samaritano buono è la più sconcertante del Nuovo
Testamento, accanto a quella dell'adultera. Appare solo in Luca
(10,25-37) e come tutte le parabole dà a un pensiero etico - ama
il tuo prossimo come te stesso - la forma di un racconto. È come
se la morale, dai cieli di astratte bellezze, scendesse per
strada, e indicasse il punto preciso in cui i sentieri si biforcano e
la via giusta s'annebbia
Ci serve compassione senza commozione (pdf)
Esce
l' ultimo volume, undicesimo della serie dedicata a «I Comandamenti»,
dell' editrice il Mulino. Il titolo Ama il prossimo tuo ricorda il
supremo comandamento cristiano. Firmano il libro Enzo Bianchi e Massimo
Cacciari. Il primo tratta nel suo saggio «Farsi prossimo con amore», il
secondo analizza la «Drammatica della prossimità».
Così fu aggiunta al Decalogo una regola in più
La
svolta del Vangelo: anche il nemico va amato Valori universali Il Dio
del Vecchio Testamento stringe un patto esclusivo con il suo popolo,
quello cristiano si rivolge pure a chi è lontano
Perché il «prossimo tuo» ha rivoluzionato la fede di Massimo Cacciari La scheda del libro Ama il prossimo tuo
---------------------------------------
"Un momento per ritrovare fiducia" di Vito Mancuso
Natale
vuol dire nascita, quindi celebrare il Natale significa celebrare la
nascita. Di Gesù, certamente, ma non solo. Il compleanno del Gesù
storico infatti (per quanto sia noto che il 25 dicembre è solo una
convenzione) ha il potere di richiamare ogni essere umano a
interrogarsi sul senso del venire al mondo, su quale sia questo senso,
se poi si deve morire. Perché nasciamo? Perché mettiamo al mondo dei
figli?
La
celebrazione di questo eterno mistero dell´esistenza cade oggi in
Italia in un momento particolarmente difficile. In questo scenario il
Natale può, in chi vuole, risvegliare la riflessione sul senso della
nascita, perché esso gioca tutto il suo senso sull'essere un grande sì
al venire al mondo, alla bellezza e alla sensatezza dell'esistere...
---------------------------------------
L’evento
che i cristiani celebrano a Natale non è una “apparizione” di Dio tra
gli uomini, ma la nascita di un bambino che soltanto Dio poteva
dare all'umanità, un “nato da donna” che però veniva da Dio e di
Dio doveva essere racconto e spiegazione. La nascita di colui che è il
Signore e Dio non va presa in senso metaforico, ma in tutto il suo
senso reale, storico che l'Evangelo mette in evidenza quale “segno”.
Infatti, per ben tre volte, nella narrazione della nascita di Gesù,
l’evangelista Luca ripete con le stesse parole l’immagine da guardare
senza distrazioni: “un bambino avvolto in fasce che giace in una
mangiatoia” (Lc 2,7.12.16)! Sì, c’è anche la luce che risplende e
avvolge i pastori, c’è la gloria divina che incute timore, c’è il coro
degli angeli che canta la pace per gli uomini amati da Dio, ma tutto
questo è solo la cornice che mette in risalto il quadro e cerca di
svelarci il senso che esso racchiude.
Il
segno che i pastori ricevono dall'annuncio degli angeli è di
una semplicità estrema, un segno povero, un segno
appartenente all'umanità povera: nasce un bambino ma nella
povertà di una stalla, nasce un bambino, figlio di una povera coppia di
sposi, nasce un bambino cui è stata negata l’ospitalità. Il segno del
Natale è tutto qui! Eppure, il bambino è proclamato Messia: Salvatore e
Signore è un povero bambino, figlio di poveri, nato nella povertà!
Se
i cristiani nella loro fede non mantenessero vivo il legame tra il
bambino e il Signore, tra la povertà e la gloria, non capirebbero la
verità del Natale.
Natale del Signore - Una speranza per tutti
---------------------------------------
"Lettera di Natale 2011": "La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte".
Una
Chiesa che paghi le tasse. Una chiesa che chieda scusa alle vittime di
pedofilia, che rinunci a titoli come “santità, eminenza, eccellenza” e
che permetta a donne e uomini sposati di celebrare la messa. Una chiesa
che ripensi all'ora di religione nelle scuole e alla figura
dei cappellani militari. Sono le richieste contenute nella tradizionale
Lettera di Natale, firmata da 10 sacerdoti, che da 9 anni scrivono
alcune riflessioni non solo sulla religione, ma
anche sull'attualità, per poi distribuirle e recapitarle nella
cassetta delle lettere di credenti e non.
Quest’anno
la lettera è intitolata alla “Chiesa del Vangelo e del Concilio
Vaticano II con le porte sempre aperte”. «Crediamo la chiesa povera,
umile, sobria, essenziale, libera da ogni avidità riguardo al possesso
dei beni – si legge nella lettera –. La Chiesa quindi paghi
doverosamente le tasse riguardo a quei beni che non sono in modo chiaro
ed evidente finalizzati alla solidarietà, alla promozione sociale, al
bene comune». Questo è uno dei tanti inviti lanciati dai preti
firmatari, tra cui anche don Pierluigi Di Piazza, responsabile del
Centro Balducci, dove è stata presentata ieri mattina la lettera. «È un
sostegno alle famiglie per affrontare situazioni difficili – ha
spiegato – e vuole essere un documento per comunicare e stimolare il
dialogo».
L’appello dei preti di frontiera: Anche la Chiesa paghi le tasse
Com'è
tradizione da alcuni anni, un gruppo di preti cosiddetti "di frontiera"
che operano nel Nord-est, dopo la lettera di Natale 2009 su “Il Dio in cui crediamo e il Dio in cui non crediamo” e quella del 2010 “Chi dite che io sia?” su Gesù di Nazaret, ha pubblicato la "Lettera di Natale 2011", intitolata "La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte".
I
temi in essa trattati riguardano le dimensioni più profonde e
coinvolgenti dell’appartenenza alla Chiesa e le questioni più difficili
e discusse: la Chiesa di Gesù di Nazaret, segno di salvezza,
profondamente umana, senza ricchezze, privilegi, titoli onorifici; la
Chiesa dei diversi ministeri e carismi, partecipata e democratica con
preti celibi, sposati e donne preti; la Chiesa povera e che sceglie i
poveri, i deboli, gli esclusi; la Chiesa che può ispirare l’impegno
politico, ma mai compromessa con il potere; la Chiesa dell’accoglienza
di tutte le persone, della condivisione e della festa. Si tratta di una
riflessione come sempre coraggiosa intorno a temi controversi quali il
sacerdozio femminile, l'ammissione dei preti sposati, l'ora di
religione nelle scuole, la presenza dei preti nelle forze armate. I
firmatari chiedono che la Chiesa di cui fanno parte paghi le tasse per
quelle attività non collegate ad iniziative di solidarietà e chieda
perdono alle vittime della pedofilia. «Quando la Chiesa, si legge nella
lettera, riceve dal potere - economico, politico e militare -
finanziamenti, vantaggi, privilegi e onori perde la forza profetica di
denunciare con libertà la corruzione, l’illegalità, l’ingiustizia,
l’immoralità, le guerre, il razzismo, nella nostra Regione (Friuli
Venezia Giulia e Veneto, ndr) manifestato anche a livello politico e
legislativo. Così è avvenuto e continua ad avvenire in ogni parte del
mondo, con la drammatica conseguenza che il potere si sente in questo
modo legittimato, difeso, compiaciuto, incoraggiato e sostenuto»
Questi i firmatari della lettera: Pierluigi Di Piazza (Centro Balducci), Franco Saccavini (Udine, San Domenico), Mario Vatta (Comunità San Martino al campo, Trieste); Giacomo Tolot (Vallenoncello, Pordenone), Piergiorgio Rigolo(cappellano del carcere di Pordenone), Alberto De Nadai(Comunità Arcobaleno, Gorizia), Andrea Bellavite (ex parroco ed ex direttore della Voce Isontina, Gorizia), Luigi Fontanot (Fiumicello, Gorizia), Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace, Padova), Antonio Santini (Vicenza)
il testo integrale della Lettera di Natale 2011 "La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte" (pdf)
---------------------------------------
Pochi giorni al 25 dicembre 2011. È il tempo dell’attesa, dei
preparativi per lasciare che Qualcuno entri nella nostra vita.
Come succede in una casa che aspetta la nascita di un figlio:
c’è da fare spazio, un letto da preparare, del tempo da dedicare
alla nuova vita: non a caso il mistero dell’incarnazione ci viene
raccontato dalla culla di Betlemme. Anche l’attesa di un figlio
può sembrare un avvenimento impossibile. Soprattutto può creare
scompiglio in casa, mandare all'aria i progetti e le idee di
una giovane coppia. Come ogni grande sorpresa che ci investe, non
ci sentiremmo mai pronti, mai adeguati: è quasi naturale parlare
di turbamento e paura. Nessuno ci ha mai
preparato all'imprevedibile: attendere un figlio è una scommessa
sul futuro, confidare in un dono, dare credito a qualcuno,
mettersi a servizio della vita.
Il
tempo della vita, poi, è alternanza di gioie e dolori, fatiche e
speranze. A volte i nostri occhi si spalancano nello stupore di
fronte alle meraviglie della vita, ma possono riempirci anche del
grigio della noia o del nero della disperazione. Ogni angolo della
terra ha un popolo che grida, una donna che sperimenta la
minaccia, un figlio che ha paura: tutti aspettiamo un tempo di
riposo e un po’ di pace. Anche angoscia ed ansia fanno parte dei
nostri tempi, fatti di attesa e di domande. C’è una speranza che
interroga le nostre paure: che ne sarà della vita? Chi ci
dirà qualcosa di futuro? Ha senso che cerchiamo di prenderci cura
della storia per “crescere
e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti”, come
dice l’apostolo?
Il
tempo dell’attesa per educarci ad accogliere non è un tempo vuoto di
azione. C’è da fare un grande lavoro di costruzione di una nuova
umanità, dentro e attorno a noi. Una domanda per tutte: che cosa
dobbiamo fare? Cambiare vita in modo radicale oppure occuparci
umilmente del nostro quotidiano? Ci dicono: urge una svolta. Sì,
ma perché o per chi dovremmo cambiare?
IL NATALE IN TEMPO DI CRISI: COME UNA COMUNITÀ PUÒ RECUPERARE IL SENSO DELLA FESTA (pdf)
---------------------------------------
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
In
un mondo d'ingiustizie sempre più intollerabili, la speranza rischia di
diventare quasi un lusso, un bene alla portata di pochi. Ma una
speranza "d'elite", una speranza che esclude, in realtà è una speranza
falsa. E per fermare questa compravendita di speranze di seconda mano
bisogna trasformare la denuncia dell'ingiustizia in impegno per
costruire giustizia. Queste le premesse da cui nasce "La speranza non è
in vendita", l'ultimo libro di don Luigi Ciotti, un lavoro costruito
attraverso quarantacinque anni di faccia a faccia con le persone, di
incontri, di strada fatta a fianco degli ultimi. Un testo "per non
cedere alla rassegnazione, al cinismo e all'indifferenza. E per
ricordarci che la strada dell'impegno è scandita da tre parole:
corresponsabilità, continuità, condivisione".
Pubblichiamo l'introduzione al libro appena uscito per i tipi di Giunti-Edizioni Gruppo Abele
La speranza non è in vendita
Nella
puntata de L'Infedele, andata in onda il 28 novembre 2011, Gad Lerner
segnala, in chiusura, il libro di don Luigi Ciotti, "La speranza non è
in vendita"
video
Don
Luigi Ciotti è maestro e testimone. Per questo lo si ascolta con
attenzione. Perché, come disse Paolo VI, l'uomo contemporaneo ascolta
più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa
perché sono dei testimoni". Così il vescovo di Cesena-Sarsina, Douglas
Regattieri, ha accolto lunedì scorso il sacerdote fondatore del Gruppo
Abele in una chiesa di Sant’Agostino gremita in ogni ordine di posti
per l’apertura della settima Settimana sociale diocesana.
"Don Ciotti? Un maestro e un testimone"
La
Casa editrice del Gruppo Abele era in difficoltà economiche, l'ha
salvata un decano dell'editoria italiana per il quale "Il Prete degli
ultimi" Esce ora in libreria, con un manuale di resistenza civile. Questa
è una storia da Libro Cuore con tutti i sentimenti. E anche le
coordinate logistiche, perché si svolge nei pressi del palazzo torinese
dove Edmondo De Amicis visse gli ultimi anni e dove oggi c'è La torre
di Abele, storica libreria del Gruppo Abele. Protagonisti: uno dei
primi editori italiani, Sergio Giunti, e il prete degli ultimi, Luigi
Ciotti. Il fiorentino Giunti non
è un baciapile, e lo dichiara: "Non sono un assiduo praticante e chi mi
conosce sa che non sono tanto legato agli ambienti clericali". Ma
quando viene a sapere che, a Torino, La torre di Abele è in
cattive acque, si presta a dare una mano...
Don Ciotti e Sergio Giunti, una storia di libri (buoni)
--------------------------------------------
Una tonaca rossa in mezzo ai dimostranti di Occupy Wall Street.
Una
tonaca rossa in mezzo ai dimostranti di Occupy Wall Street. Gli
indignati di New York cacciati da Zuccotti park cercano di occupare un
lotto di proprietà della Trinity Church, sempre a Wall Street. Fra loro
un Vescovo episcopale in pensione, veterano del Vietnam.
Guarda il servizio del TG3
Il
vescovo George Packard, a New York, ha scelto di stare dalla parte
degli indignati, e per questo è stato arrestato dalla polizia assieme
agli altri 55 dimostranti che volevano occupare Zuccotti Park.
Una scelta precisa: stare dalla parte dei più deboli.
«Il
Gesù dei poveri e bisognosi che io amo oggi sarebbe tra i dimostranti
di Occupy Wall Street. O in prigione» ha commentato così il suo gesto.
Ognuno
è libero di scegliere da che parte stare. Dalle parti delle cricche e
dei salotti della politica o da chi protesta. Nel primo caso si sta
molto più comodi.
Video: Dalla parte dei più deboli
Il
vescovo Packard arrestato con i manifestanti In manette Il reverendo ha
scavalcato una recinzione per occupare un lotto di proprietà della
Trinity Church. «Ci hanno tenuti per nove ore in cella»
Sulle barricate in tonaca «Gesù contro Wall Street»
Da
New York a Londra i preti si stringono attorno al movimento di protesta
perché, dice il reverendo George E. Packard della Trinity Church di New
York, «il Gesù dei poveri e bisognosi che io amo, oggi sarebbe tra i
dimostranti di Occupy Wall Street».
E
così i dimostranti sloggiano da Via da Zuccotti Park e trovano un porto
sicuro nelle proprietà della Chiesa mentre la police dà loro la caccia.
Occupy Wall Street anche i preti scendono in piazza: in manette vescovo indignato (i video inseriti nel servizio sono in inglese)
--------------------------------------------
Una ricerca esclusiva Demòpolis - Famiglia Cristiana: ecco che cosa
Monti dovrebbe fare per rendere giustizia agli italiani onesti.
Una
medicina amara. Molto amara. L’ennesima. Col rischio che porti a
effetti collaterali. Come quello di scivolare nella povertà. E con un
retrogusto rabbioso verso chi le tasse non le paga e sfrutta
allegramente i servizi della collettività, seduto in groppa ai
contribuenti onesti che vanno avanti con fatica crescente e che pagano
le tasse anche per loro. Quanto alla parola d’ordine del Governo Monti
(“equità”), solo una minoranza ne ritrova traccia nella stangata da 25
miliardi che ci attende per il 2012 e che va ad aggiungersi a quelle
precedenti, per un totale in tre anni di 200 miliardi di euro. Oltre la
metà degli italiani ritiene la Manovra iniqua e il 31 per cento
considera le scelte di Monti “sbagliate”.
Lo conferma la ricerca esclusiva condotta dall'istituto di sondaggi Demòpolis per conto di Famiglia Cristiana.
Un Paese in cerca di equità
"Una lettera di Natale per cambiare davvero l'Italia"
--------------------------------------------
Giurano che non è il seguito
del seminario di Todi, dove, a metà ottobre, si riunirono le
associazioni aderenti al Forum delle persone e delle associazioni
cattoliche nel mondo del lavoro insieme al card. Angelo
Bagnasco per gettare le basi di un non ben precisato “soggetto
cattolico” impegnato in politica (v. Adista n. 78/11). Eppure
l’incontro riservato che si è svolto lo scorso 13 dicembre in un
istituto religioso a Roma sembra essere proprio il secondo passo dopo
Todi...
POLITICA
Gli italiani si chiedono: il Natale che arriva sarà il peggiore degli
ultimi dieci anni o il migliore dei prossimi dieci? O si sta
esagerando, e in fin dei conti sarà un 25 dicembre come tutti gli
altri? Tra lo spread che non si riduce, le tasse che crescono, i prezzi che volano la manovra Monti continua a
far discutere. Se ne parla a Ballarò nella puntata in onda martedì 20
dicembre alla quale è intervenuto il capo economista
dell’OCSE Pier Carlo Padoan.
Tra gli ospiti di Giovanni Floris il sottosegretario allo
Sviluppo e alle Infrastrutture Claudio De Vincenti, Mariastella Gelmini
del Pdl, il presidente dell’Istituto Bruno Trentin Guglielmo Epifani,
il direttore generale del Conad Francesco Pugliese, l’economista Chiara Saraceno, il
direttore di Libero Maurizio Belpietro, il presidente della Ipsos Nando
Pagnoncelli.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
---------------------------------------------------------------
Le misure di austerità presentate dal neo premier Monti mi lasciano sgomento ed interdetto, ma non impreparato.
Non
sono un economista, sono un prete che però ha sempre considerato con
attenzione l’andamento del destino dei poveri in mano alla finanza.
Come tanti italiani, posso ammettere che queste misure “lacrime e
sangue” erano inderogabili. Solo che mi riesce difficile ingoiare
questa socializzazione capillare delle “lacrime” a danno dei ceti
“rapinati”, e questi buffetti sulle tasche dei “rapinatori”. Prevale
ancora una logica inaccettabile: togliere ai poveri per dare ai ricchi.
E questa continuità, purtroppo, l’ha indicata con chiarezza, come un
segnale inequivocabile a chi voleva capire, la presenza di Monti al
“salotto” di Bruno Vespa.
Monti ed il suo governo sono l’epifania di un “sistema” prima occulto, ora palese anche agli sprovveduti.
A
voler parafrasare uno slogan pubblicitario che, alcuni anni fa,
reclamizzava un prodotto in scatola, potremmo dire, con buona
approssimazione, che la manovra economica proposta dal governo Monti ed
ora all’esame del Parlamento, contiene molto rigore, poca equità,
niente sviluppo. Questa valutazione, che può apparire eccessivamente
severa, non coincide con la vulgata governativa che, oltre a sostenere
l’urgenza e l’entità della manovra, ritiene impossibile spostare il
prelievo fiscale su voci diverse da quelle considerate.
Lino Prenna: Il filo che unisce Monti a Berlusconi
Il
Forum delle Associazioni Familiari esprime pesanti critiche alla
"mannaia" fiscale calata sulle famiglie. Salvo per l'Imu, più
"tagliata" a misura di famiglia.
Non
è sospesa «la democrazia», come si dice a sproposito. È una politica
impotente che da tempo si è autosospesa, e tuttora fatica oltremodo a
ritrovare la propria funzione nazionale e, per l’appunto, democratica.
Il voto finale del Senato alla
manovra Monti permette di fare un primo bilancio del cammino
governativo. Si possono fissare tre punti.
---------------------------------------------------------------
Angelus - 18 dicembre 2011
Udienza - 21 dicembre 2011, Il Santo Natale
Discorso - Visita Pastorale alla Casa Circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia - Roma (18 dicembre 2011)
Discorso - Presentazione
degli auguri natalizi da parte degli Em.mi Signori Cardinali, della
Curia Romana e della Famiglia Pontificia (22 dicembre 2011)
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE" - Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2012
Va
come sempre alla radice delle questioni Papa Benedetto. Mantenendo, con
mite e ferma chiarezza, uno sguardo di fiducia realista. È questo
infatti il tono generale del messaggio per la giornata mondiale della
pace, reso noto poche ore dopo la celebrazione dei vespri con gli
studenti universitari romani ai quali ha parlato dell’attesa di Dio con
altrettanto fiducioso realismo.
Benedetto
XVI non poteva trascurare la crisi globale che grava su molte società e
che viene descritta con singolare efficacia: «Sembra quasi che una
coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo — si
legge all'inizio del messaggio — e non permetta di vedere con
chiarezza la luce del giorno». A esserne angosciati sono soprattutto i
giovani, e non vi è bisogno di troppe analisi per constatare questa
realtà inquietante, emersa nell'anno che si conclude anche
con manifestazioni e sintomi visibili in diversi Paesi.
La fiducia realista di Papa Benedetto di Giovanni Maria Vian I giovani d'oggi (come quelli di ieri)
conosco nottate di veglia ma si confondono troppo spesso con l'agitazione, il chiasso, il rumore.
Papa
Benedetto, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2012, si
rivolge a tutti i giovani perché nelle loro mani è il nostro oggi e il
nostro domani. Chiede una movida notturna inedita, diversa, che non
sprechi il vigore giovanile nel passare da un locale ad un altro, da
un'anonima folla che si agita dimenandosi ad un'altra folla che
fagocita le ore e porta al mattino sfatti, senza energie.
La
movida di Benedetto è esigente, chiara e indiscutibilmente fondata.
L'unica che, calata un'altra volta la notte, non deluderà e porterà a
sonni lieti e non a incubi pesanti.
Una "movida" esigente - Un Papa che trasmette ai giovani la gioia di vivere di Cristiana Dobner - carmelitana scalza
Leggi il testo integrale del messaggio per la quarantacinquesima Giornata mondiale della pace:
EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE
CONFERENZA
STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER
LA XLV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE (1° GENNAIO 2012)
--------------------------------------------
Benedetto XVI in visita al carcere di Rebibbia
Entrare in un carcere e non vedere l’ora di uscirne è un tutt’uno.
Dietro quelle mura grigie, dietro il clangore di quei cancelli, perfino
l’aria che si respira sembra più pesante. Un senso di oppressione
invincibile, che le chiacchiere facilone, più da bar che politiche, sul
'buttar via le chiavi', ignorano. Il mondo diviso in chi ha sbagliato e
chi no (o l’ha fatta franca). Punto. La sesta opera di misericordia
corporale, «Visitare i carcerati», quasi scomparsa dall’orizzonte
cristiano benpensante (si può definire così?), e lasciata ai parenti
dei detenuti. A quelli, ancora, che lo fanno. In un carcere, per la
seconda volta in sei anni, Benedetto XVI c’è entrato. E mentre
attraversava il corridoio centrale della cappella intitolata al «Padre
nostro», quello spazio riempito di applausi e mani tese, di grida di
«viva il Papa» e di gente che si accalcava verso il centro, per
farglisi più vicino, non sembrava tanto diverso dall’aula delle
udienze, in Vaticano.
Detenuti, invece di pellegrini.
Visitare i carcerati L'esempio del Papa
"E'
importante che le istituzioni promuovano un'attenta analisi della
situazione carceraria", caratterizzata da sovraffollamento e da
degrado, "in modo che i detenuti non scontino mai una 'doppia pena'; ed
è importante promuovere uno sviluppo del sistema carcerario, che pur
nel rispetto della giustizia, sia sempre più adeguato alle esigenze
della persona umana". Così oggi Benedetto XVI, durante la visita
pastorale al carcere di Rebibbia. Il Papa ha auspicato che presto possa
colmarsi quell'abisso tra la realtà carceraria reale e quella pensata
dalla legge, che deve "da un lato tutelare la società da eventuali
minacce" e dall'altro "reintegrare chi ha sbagliato"; e ha chiarito
quanto la logica di Dio ...
video: Benedetto XVI: "Dio vi ama di un amore infinito"
Proclamare
la giustizia con forza, ma nel contempo curare le ferite con il balsamo
della misericordia. Alla luce del Vangelo, Benedetto XVI ha riassunto
in questo binomio l’appello lanciato durante la visita nel
penitenziario romano di Rebibbia, per chiedere maggiore attenzione
verso il mondo carcerario affinché «sia sempre più adeguato alle
esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non
detentive o a modalità diverse di detenzione». La «realizzazione di un
sogno» ha definito questa circostanza il cappellano don Sandro Spriano,
che due anni fa aveva scritto una lettera pubblica nella quale
esprimeva la speranza che un giorno il Pontefice potesse recarsi a
Rebibbia per rendersi personalmente conto della situazione e per
offrire una parola di incoraggiamento e di speranza.
Il Papa a Rebibbia, "cuore a cuore"
A ricevere Benedetto XVI il ministro della Giustizia Severino: «Nelle nostre prigioni un mondo di sofferenza»
Il Papa in visita al carcere di Rebibbia «Il sovraffollamento è una doppia pena»
Video del Papa in visita al carcere di Rebibbia:
Accoglienza
Le parole del Pontefice
Il Papa risponde alle domande dei detenuti. 1a parte
Il Papa risponde alle domande dei detenuti. 2a parte
--------------------------------------------
OPINIONI E COMMENTI
Dai giovani viene oggi «una nuova speranza» di fronte al «senso di
frustrazione per la crisi» che colpisce la società, l’economia e il
lavoro. La convinzione del Papa fa da sfondo al messaggio per la
quarantacinquesima Giornata mondiale della pace — che si celebra il 1°
gennaio 2012 — presentato la mattina di venerdì 16 dicembre, nella Sala
Stampa della Santa Sede.
"La pace è frutto della giustizia"
Fiducia, autentica libertà, impegno. E i giovani. Il Messaggio del Papa
per la Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio. Il
testo integrale e i commenti.
---------------------------------------------------------------
E’ stato il teologo Paul
Zulehner, docente di Teologia pastorale all’Università di Vienna e
amico del cardinale Christoph Schönborn, a tornare all’interno della
prestigiosa rivista cattolica nordamericana U.S. Catholic sulla
questione del divieto per i divorziati risposati di accedere alla
comunione.
---------------------------------------------------------------
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non sei iscritto ?
Iscriversi
è facile e gratuito.
ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER
riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
|