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Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Molti
lettori di Nigrizia, di Nigrizia.it, e amici dei comboniani non hanno
dimenticato. Al 21 settembre 2011, sono arrivate offerte per 961.523,00
euro. Sono già stati avviati progetti di emergenza, dei quali daremo
regolare conto sia sul mensile che sul sito. Intanto, pubblichiamo un
breve rapporto su un progetto in Etiopia, sostenuto da Fondazione
Nigrizia Onlus.
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Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
ƒ UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
ƒ Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
ƒ Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
ƒ Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
ƒ CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
BUONGIORNO, AFRICA (VIDEO)
BUONGIORNO, AFRICA
"C'era una volta"
programma RAI di Silvestro Montanaro che analizza i cambiamenti
globali, i mutamenti sociali, gli scenari politici e racconta le storie
di coloro che di tali trasformazioni sono testimoni o vittime.
Puntata del 22.09.2011
E’ un’Africa profondamente diversa quella che raccontano le telecamere
di “C’era una volta”. Artisti, economisti, politici, la parte migliore
del continente dimenticato, fanno il punto su passato e presente e
guardano al futuro del loro mondo.
E se su passato e presente pesano le ombre del razzismo, del
colonialismo e della rapina delle grandi risorse di questa
straordinaria terra, per il futuro l’Africa vuol far da sola, stanca di
false promesse ed aiuti interessati.
GUARDA IL VIDEO:
"BUONGIORNO, AFRICA"
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Il paese africano cambia
governo dopo vent'anni. La presidenza tocca a Michael Sata, carismatico
leader che ha denunciato lo strapotere di Pechino. Sarà cambiamento
vero?
Giulio Morello: Zambia, il Cobra sale al trono
Dalla messa al bando della
tortura alla riforma del sistema giudiziario. Dall’abolizione della
pena di morte alla libertà d’informazione. Promemoria
dell’organizzazione umanitaria ai candidati all’assemblea costituente,
chiamati a redigere la nuova costituzione.
NIGRIZIA: Tunisia e diritti: il decalogo di Amnesty
Il nuovo
presidente, leader del maggior partito di opposizione, è chiamato a
risollevare l’economia, a tenere a bada le imprese cinesi e
ridistribuire i proventi dell’industria mineraria.
NIGRIZIA: Zambia, Sata alla prova
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana invita a partecipare alla Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli...
50 anni di Marcia Perugia-Assisi. 50 buone ragioni per partecipare
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A 50 anni dalla prima Marcia
organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25
settembre prenderà il via la XIX edizione della “Marcia Perugia-Assisi
per la pace e la fratellanza dei popoli”. Sei ore di cammino per 24
chilometri di strade attraversate da esponenti laici e religiosi da
ogni parte del globo, dai tantissimi rappresentanti di Comuni e
Province italiane, da enti ed organizzazioni nazionali ed
internazionali, ma anche da cittadini qualsiasi, per chiedere maggior
impegno nella lotta alla povertà, per la giustizia sociale, contro le
discriminazioni di sesso, religione e razza, per l'uguaglianza dei
diritti e soprattutto per la pace.
Ma quest’anno la Marcia è
“iniziata” in anticipo e rispondendo all’appello del Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio di capodanno aveva
invitato tutti ad “Investire sui giovani, scommettere sui giovani,
chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità”, la
Tavola della pace e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la
Pace e i Diritti Umani hanno deciso di creare, da oggi fino al 25
settembre, un grande spazio d’incontro, confronto e progettazione
dedicato ai giovani attorno ad un ricco programma con tre parole chiave: pace, lavoro e futuro.
Bastia Umbra: giovani che non aspettano la pace, la fanno
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Migliaia di giovani si sono
riuniti oggi a Bastia Umbra per partecipare al Meeting dei 1000 Giovani
per la Pace. Un'occasione per contrastare l'odierna crisi culturale,
parlando di presente e di futuro.
Pronti, via: ha inizio il Meeting dei 1000 Giovani per la Pace!
4000 giovani da tutta Italia
sono arrivati a Bastia Umbra per partecipare al meeting dei giovani per
la pace. Al centro del primo incontro anche il tema dell’ informazione
e le storie giunte dalle “piazze arabe delle rivoluzioni”.
La pace vista dai ragazzi: ha inizio il Meeting
Il Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, augura pieno successo alla realizzazione del
Meeting dei Giovani e alla Marcia Perugia-Assisi 2011, per costruire un
futuro fondato sui principi di libertà, tolleranza e giustizia sociale
in grado di garantire la pacifica coesistenza tra i popoli.
Il messaggio del Presidente Napolitano alla Marcia per la Pace
Il Meeting per la Pace
è un’occasione per confrontarsi e riflettere. Una giovane racconta le
sue impressioni sul laboratorio “Io, la cultura e l’informazione”, nel
quale Roberto Natale ha intervistato Paolo Ruffini, direttore di Rai3.
La voce dei partecipanti: io, la cultura e l'informazione
Sono intervenuti in 4000,
dividendosi fra le varie attività in un programma intenso, che li ha
tenuti impegnati fino al tardo pomeriggio. A sera, c'è chi va in
albergo e chi a dormire nei sacchi a pelo all'interno dell'Umbriafiere.
Giovani a confronto: da tutta Italia, per parlare e vivere di Pace
"Facciamo pace in
Medio Oriente", "L'acqua e i beni comuni:che ne facciamo?", "La forza
delle donne dell'Africa", "Facciamo pace in Afghanistan". Realtà
diverse, ma lo stesso desiderio di pace nei seminari che i ragazzi
hanno seguito nella seconda mattinata del Meeting dei Giovani.
2° giornata del Meeting: il mondo raccontato attraverso i seminari
I ragazzi si confrontano
sui temi dei diritti dei lavoratori, degli immigrati e sul proprio
futuro. Lo studio come diritto ad un futuro migliore, che deve essere
accessibile a tutti.
Preoccupazione per il domani e voglia di cambiamento
Si conclude la 2 giorni di seminari,
laboratori e lezioni di pace per i 4000 giovani giunti a Bastia Umbra
per il Meeting dei 1000 giovani per la Pace. E domani la Marcia
Perugia-Assisi.
"50 anni non bastano", Assemblea plenaria conclusiva del Meeting dei Giovani
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Da Perugia ad Assisi di Tonio Dell'Olio
Da Perugia ad Assisi
Camminare. Un passo dopo l’altro.
Per costruire la pace è necessario camminare. Come per vivere è
indispensabile respirare. Con un punto di partenza e una meta. Pronti
ad ascoltare la vita che ci sorprende con i cambiamenti di rotta senza
distrarci dal senso, ovvero dal significato e dalla direzione.
Quel maestro profondo che fu Aldo Capitini generò la Perugia Assisi come una figlia.
Non un’esercitazione ma un percorso festoso e sofferto. Non solo uno sforzo ma il fascino del camminare insieme.
Perché la pace non è sfida per eroi solitari e vive nei mille e mille
volti di chi ama la vita. Si nutre dei respiri di chi non si è fermato.
Danza nella fantasia di chi si sente corresponsabile del tutto.
Camminare come un esodo. Innanzitutto da se stessi e dalle proprie
certezze per incontrare l’altro, la sua vita, le sue ragioni, il suo
grido.
Da Perugia ad Assisi è troppo poco. Per questo il sentiero si inerpica
ancora silenzioso fino al cuore dei giorni. Di tutti i giorni.
Tonio Dell'Olio
(Fonte : Mosaico dei giorni)
A cinquant’anni dalla prima edizione voluta da Aldo Capitini e
riprendendone lo slogan, domani si svolgerà per la diciannovesima volta
la Marcia Perugia-Assisi.
Domani la Marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli”
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In questo video viene raccolto
l'intervento dal palco conclusivo della Marcia della Pace
Perugia-Assisi 2011 (a 50 anni dalla prima Marcia ispirata da Aldo
Capitini) di don Renato Sacco, parroco a Cesara nel novarese terra in
cui dovrebbero essere assemblati i cacciabombardieri F-F35 Joint Strike
Fighter.
Renato Sacco: Diciamo no agli F35
Erano tutti padri e madri di
famiglia, ragazzi, bambini delle scuole e pensionati cheformavano una
coda lunga venti chilometri tra Perugia e Assisi. Non ho sentito
parolacce o gente che gridava,qualcuno suonava la chitarra o un
tamburello e la musica era rasserenante, quasi sommessa e intonata con
i colori e con l’atmosfera del posto, erano gli striscioni e le
bandiere ad essere intransigenti, quasi aggressive, quando sventolavano
per pretendere di essere intese con il loro vero significato
: Pace come sistema di vita e come mezzo per vivere
meglio.
Ernesto Celestini: Una coda colorata lunga venti chilometri
“Un reale e concreto
manifesto
politico che sottoporremo alle rappresentanze politiche del nostro
paese”. Così il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti ha
presentato ieri dal palco della Rocca di Assisi la mozione
finale della “Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli
Perugia-Assisi”. Oltre oltre 200mila personeprovenienti
da tutta Italia e dall'estero hanno partecipato alla diciannovesima
edizione della Marcia della Pace Perugia-Assisi, che quest'anno
celebrava il 50esimo anniversario della prima edizione, quella del 1961
ideata e organizzata dal filosofo della nonviolenza Aldo Capitini
UNIMONDO: Marcia Perugia-Assisi: in 200mila per una nuova politica e un'Italia di pace
Il
sasso lanciato nello stagno del mondo cattolico dal mio
intervento “Marcia Perugia-Assisi. E i cattolici dove
sono?” ha provocato diverse reazioni ed alcune precisazioni. Un
piccolo moto ondoso.
Fabio Pipinato: I cattolici indigati tra flambeau e bombardieri
È il messaggio della Marcia
Perugia-Assisi. Che ha coinvolto decine di migliaia di persone – molti
i giovani, anche dall’Africa – e indicato dieci obiettivi prioritari.
NIGRIZIA: Costruire la pace ogni giorno
Non è stata ancora rifinanziata
la missione italiana. Ed è in corso una campagna di pressione sui
parlamentari e il governo. Perché quei soldi non vanno ad esempio alle
famiglie che non sanno come arrivare a fine mese?
Giacomo Alessandroni: Due buone ragioni per non rifinanziare la missione di guerra in Libia
Risposta a Corradino Mineo che sostiene le ragioni di questa guerra
Giacomo Alessandroni: Il lato oscuro della guerra in Libia
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE
Anticipiamo il Primopiano di
Famiglia Cristiana: le campagne e le iniziative popolari contro
l’ignavia delle “caste” arroccate a difesa dei privilegi e sorde agli
appelli del Paese.
Nonostante i venti gelidi della crisi, che congelano non solo i sogni,
ma anche le “normali” speranze di vita delle famiglie italiane;
nonostante la totale immobilità della politica,
preda anch'essa di una crisi, soprattutto di valori, idee e
onestà; nonostante la valanga di volgarità, furberie e impunità, che
sta travolgendo le istituzioni... ciononostante, c’è ancora un’Italia
sana, che non si arrende. Un’Italia “buona”, non “buonista”, che non si
perde in parole, proclami e false promesse. Ma si rimbocca le maniche
per salvare il Paese. A cominciare dalla difesa dei diritti dei più
deboli.
È l’Italia solidale della “società civile”. A fronte dell’“inciviltà”
dei politici e delle “caste”, arroccati a difesa dei propri privilegi,
da non condividere con nessuno. È l’Italia delle famiglie con figli.
Degli uomini e delle donne di “buona volontà”, che vogliono più
giustizia, equità e condivisione. È l’Italia degli onesti, non delle
escort e dei faccendieri. Il rispetto della legalità, in vista del bene
comune, è nell'interesse di tutti.
Forse, mai come oggi, è necessario il risveglio delle coscienze.
L'Italia che non sta alla finestra
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Martedì 27 settembre ActionAid
ha presentato l’ultima edizione dell’annuario della cooperazione
italiana “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo”, un’analisi
indipendente sull’operato dell’Italia a favore dei Paesi in via di
sviluppo.
La cooperazione italiana nella
valutazione di ActionAid è definita “fuori classe”: l’Italia infatti è
ormai certificata “fuori” dai criteri europei della “buona
cooperazione” allo sviluppo, classificandosi tra le economie avanzate
come il Paese che ha maggiormente ridotto gli aiuti, più di Grecia e
Irlanda. Inoltre detiene la principale responsabilità del fallimento
dell’Unione Europea nel raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti
per il 2010.
L'ITALIA E LA LOTTA ALLA POVERTA' NEL MONDO: quinta edizione dell’annuario sulla cooperazione italiana allo sviluppo
... Nel triennio 2008-2011
dell'attuale governo Berlusconi, la cooperazione allo
sviluppo gestita dal ministero degli Esteri ha subito un calo del
78%, con il minimo storico di 158 milioni di euro. "Per effetto dei
tagli del giugno 2011, il bilancio della cooperazione del Ministero
Affari Esteri potrebbe contrarsi per altri 100 milioni di euro nei
prossimi tre anni", praticamente azzerando i fondi per la lotta alla
povertà nel mondo...
Lotta alla povertà nel mondo: l’Italia è “fuori classe”
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Il recente impegno per 350
milioni di dollari da parte dei leader africani e della comunità
internazionale per aiutare oltre 13 milioni di persone a fronteggiare
la fame nel Corno d’Africa, sottolinea la necessità di continua
attenzione e sovvenzioni per fare sì che questa tragedia non costi
altre vite. Ma, mentre c’è ancora molto da fare per soddisfare le
esigenze immediate delle vittime di questa carestia, dovremmo anche
pensare ora a soluzioni a lungo termine per impedire, in primo luogo,
che crisi alimentari di questa portata si ripetano.
Molti ritengono le carestie espressione di forze naturali del tutto
fuori dal nostro controllo. Ma non sono solo le condizioni
meteorologiche a scatenare le carestie. Si tratta di eventi complessi
collegati e interdipendenti dalla governance, dalla sicurezza, dai
mercati, dall’educazione e dalle infrastrutture.
Sam Dryden: Fame in Africa, incentivare gli aiuti all'agricoltura
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE
'Vogliamo Zero'
Unicef: ogni secondo muoiono 14 bambini nel mondo. Otto milioni all'anno
“Ogni anno muoiono 8 milioni di bambini e noi vogliamo arrivare a
zero”. E' lo slogan usato da Younicef, la rete dei giovani dell'Unicef,
nella campagna contro la mortalità infantile: “Vogliamo Zero”.
Oltre 1000 volontari di Younicef in 40 piazze italiane per creare la
scritta ZERO con i propri corpi. La manifestazione si svolgerà da
Milano a Firenze fino a Cosenza, da nord a sud.
VOLONTARI IN PIAZZA CONTRO MORTALITÀ INFANTILE
“Vogliamo zero”, il motto della
nuova Campagna dell’Unicef contro la mortalità infantile, lanciata
stamane a Roma dal direttore generale del Fondo delle Nazioni Unite per
l’Infanzia, Anthony Lake. A supportare la campagna in Italia sarà
Alberto Angela, noto conduttore televisivo di popolari trasmissioni
scientifiche della Rai, nominato oggi nuovo ambasciatore dell’Unicef.
Il servizio di Roberta Gisotti.
L’Unicef lancia la Campagna “Vogliamo zero” contro la mortalità infantile (audio)
VOGLIAMO ZERO
La campagna dell'UNICEF di lotta alla mortalità infantile
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Ogni giorno, nel mondo, muoiono
22.000 bambini sotto i 5 anni. Fame, malaria, polmonite, Aids: vincere
le cause di questa tragedia è possibile. La Campagna "Vogliamo zero".
Alberto Chiara: Contro la strage degli innocenti (testo+video)
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De Luca, Saviano e Camilleri in campo per Save The Children: «Ragazzi ce la potete fare»
Paola Caruso: Bambini poveri, vergogna italiana. Nel Mezzogiorno sono 410 mila (pdf)
(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
“Tourism
- Linking Cultures” (“Il turismo, ponte tra le culture”) è il tema
della ‘Giornata mondiale del turismo’ che si celebra oggi, 27 settembre.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il
27 settembre 2011 il Senato della Repubblica italiana ha approvato
all'unanimità il testo licenziato dalla Commissione d'inchiesta sul
sistema sanitario, presieduto dal senatore Ignazio Marino del Partito
Democratico.
Un testo davvero storico.
La Commissione, infatti, ha chiesto e ottenuto l'impegno del Governo a
realizzare una riforma profonda del sistema di detenzione psichiatrica
negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg), arrivando a una loro
definitiva chiusura.
''Con il voto del Senato si fa un passo storico verso la chiusura degli
Opg'', ha dichiarato visibilmente soddisfatto Marino. ''Il testo dice
un no netto ai manicomi criminali che vanno estirpati dal territorio in
favore di un sistema di cure davvero degno di questo nome per i 1500
internati nei sei Opg italiani''. Si tratta delle strutture di Aversa
(istituto Filippo Saporito), Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione
dello Stiviere, Montelupo Fiorentino (Villa Ambrogiana),Napoli
(Sant'Efremo) e Reggio Emilia.
Svolta in Italia: verso la chiusura gli ospedali psichiatrici giudiziari
La risoluzione approvata dal
Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è una nuova tappa
del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il
traguardo non è stato certo raggiunto.
La risoluzione impegna il Governo a compiere alcuni atti verso gli OPG,
che sono però dichiaratamente “transitori”, in attesa della loro
chiusura definitiva. L’impegno a migliorare la vita interna negli
OPG è certo auspicabile viste le vergognose condizioni, ma non risolve
la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini, internati
negli ultimi residui manicomiali.
Dopo
la risoluzione del Senato sugli Ospedali Psichiatrici
Giudiziari, continua la mobilitazione del Comitato STOP OPG (pdf)
Il presente video, distribuito
ai giornalisti nel corso della conferenza stampa svoltasi presso il
Senato della Repubblica il 16 marzo 2011, è estratto da un documentario
prodotto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio
Sanitario Nazionale, nell'ambito e ai fini del proprio mandato
istituzionale. La Commissione ha ritenuto doveroso renderlo pubblico.
Guarda anche il nostro precedente post:
Ospedali Psichiatrici Giudiziari: "estremo orrore inconcepibile in qualsiasi Paese appena civile"
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Sono 1.500 i detenuti-pazienti
italiani che vivono in un cono d’ombra chiamato Opg. L’acronimo sta per
Ospedale psichiatrico giudiziario e già il nome la dice lunga su queste
strutture a metà tra il carcere e l’ospedale.
Eloisa Covelli: Chiudere gli Opg. un passo in avanti
Dopo
una lunga battaglia si avviano alla chiusura gli Ospedali Psichiatrici
Giudiziari. Merito di una Commissione d'inchiesta del Senato,
presieduta da Ignazio Marino, che ha portato alla luce l'inferno cui
sono sottoposti gli internati.
Paolo Minucci: Lager di stato
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La norma ammazzablog - vietato criticare
«Bendare tutti per salvarne
uno. Questo sembra essere ormai l'unico criterio che guida la
maggioranza nella riproposizione della legge bavaglio, perché di
bavaglio si tratta, come confermano le critiche dei magistrati e dei
cronisti, i veri destinatari della legge, quelli che dovranno essere
"ammanettati" per impedire loro l'accertamento degli illeciti e
soprattutto per oscurare il diritto ad essere informata della pubblica
opinione». Questa la posizione di Giuseppe Giulietti, portavoce di
Articolo 21. «Una legge che non vuole colpire il marcio, ma soltanto
renderlo invisibile». Nel mirino delle polemiche la norma sulla
rettifica in rete, detta ammazza-blog
Intercettazioni, cresce la protesta contro la norma ammazza blog
Il governo ha
nuovamente scongelato il testo del disegno di legge Mastella, passato
alle cronache come “legge bavaglio” e contenente il “comma ammazza
blog”. La rete, e gran parte delle testate giornalistiche, sono
nuovamente in fermento per cercare di manifestare, assieme ai lettori,
il loro dissenso e spiegare perché questo disegno di legge non fa bene
alla democrazia, al paese e ai cittadini.
Cos’è la legge bavaglio? Grande
clamore, sui quotidiani “politicamente impegnati” sta suscitando la
reintroduzione della norma ammazzablog all’interno del ddl sulle
intercettazioni. Fa figo dire ammazzablog, vero? Legge bavaglio.
Privazione della libertà di espressione. Regime. Dittatura. Alieni,
mostri, vampiri e dinosauri. Ma
in realtà che cosa prevede questa norma dal nome così pittoresco che, a
voler pensar male, sembra esserle stato appiccicato ad arte non tanto
per conoscenza della norma in sé quanto più per sterile volontà di
portare acqua al proprio mulino politico?
Norma ammazzablog, basta con le scuse Approda
alla Camera il ddl che impone l’obbligo di rettifica per qualsiasi sito
internet sulla base di una semplice richiesta. Il 29 la protesta del
Popolo della Rete a Roma.
Norma “ammazza blog”. Giovedì tutti in piazza
... Sarebbe davvero una
sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di
assecondare l’urgenza della maggioranza nell'approvazione del
ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione.
Inutile ripetere che le
conseguenze dell’entrata in vigore della norma sarebbero gravissime:
ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti
dell’economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e
ad essere rimossa – lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione –
a seguito dell’invio di una semplice mail contenente una richiesta di
rettifica.
Censurare Internet per salvare il premier
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Ciclicamente,
e da un po' di tempo, ormai, il governo Berlusconi minaccia di mettere
le mani sul web. Lo fa quando è in difficoltà – quando, cioè, capisce
che qualcosa sta sfuggendo al controllo pressoché totale della sua
immagine sui media. Succede in genere quando escono intercettazioni che
dipingono il grande capo non più come (parole sue) il più grande
statista che l'Italia abbia mai avuto, ma piuttosto come “un premier a
tempo perso” (ipse dixit).
Giuseppe Rizzo: Civati: "La norma ammazzablog è liberticida" (testo+video)
Torna il disegno di legge sulle intercettazioni e torna con la contestata norma "ammazza blog".
In sintesi, ogni gestore di "sito informatico" (dai quotidiani online,
ai blog quindi) ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato
sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi
dal contenuto in questione. Senza possibilità di replicare quindi,
bisogna semplicemente pubblicare la rettifica, che sia fondata o meno.
Altrimenti si rischiano fino a 12 mila euro di sanzione.
Pierluigi Zanata: No al bavaglio alla stampa e no alla norma "ammazzablog"
Lo speciale di Repubblica
REPUBBLICA: La legge sulle intercettazioni
A Roma, cento tra giornalisti e
blogger manifestano contro la legge bavaglio che impedisce di
pubblicare le intercettazioni. Preoccupazioni anche per i blog, con
un'estensione del dovere di rettifica automatica.
FANPAGE: Legge bavaglio: giornalisti e blogger protestano a Roma (testo+video)
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Nella preparazione alla cresima
si insegna ai ragazzi il rispetto del proprio corpo... Proprio la
scorsa settimana un catechista mi ha invitato a spiegare ai suoi
ragazzi come proteggere la loro identità digitale su Facebook.
Complimenti, innanzitutto, a questo giovane formatore che ha compreso
come i ragazzi che sta accompagnando a ricevere il sacramento vivano la
loro presenza in rete come una estensione della loro personalità e ha
pensato di affrontare l’argomento. Interessante anche la lettura
antropologica che ha dato del fenomeno: oggi il corpo è anche quello
mediato dall’elettronica, quello di cui è più difficile prendersi cura
perché ancora troppo nuovo e lontano dal controllo degli adulti. E i
social media non sembrano più essere soltanto un moda.
Marco Sanavio:
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La battaglia per la parità dei sessi passa anche attraverso la lingua. Il caso francese e i riflessi su quello italiano
Barbara Gianessi: Signorina a chi?
A due giorni dall’annuncio di
Re Abdallah sul riconoscimento del diritto di voto alle donne,
nulla sembra cambiato in Arabia Saudita.
Una ragazza è stata condannata a subire dieci frustate per essersi
messa al volante, sfidando il divietoin vigore nel paese.
FRONTIERE: Arabia Saudita, donna frustata 10 volte per aver guidato
Undici anni di carcere per aver lavorato per la premio nobel per la pace Shirin Ebadi.
Su Narges Mohammadi (a sinistra nella foto insieme a Ebadi), 38 anni,
instancabile e coraggiosa attivista umanitaria, martedì scorso si è
abbattuta la mannaia del regime. Neanche le sue gravi condizioni di
salute hanno fermato le autorità di Teheran
Monica Ricci Sargentini: Iran, 11 anni di carcere alla voce della nobel Ebadi
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Mentre aspettiamo e speriamo
che il prossimo Nobel per la pace - che verrà reso noto tra qualche
giorno, il 7 ottobre - venga assegnato alle donne africane, la notizia
della scomparsa, domenica 25 settembre, di Wangari Maathai, 71 anni, mi
ha particolarmente colpito e commosso, come donna e come missionaria
della Consolata. Prima donna africana premio Nobel per la pace nel
2004, Wangari Maathai era un’autentica figlia dell’Africa.
Eugenia Bonetti: In ricordo di Wangari Maathai
E’ scomparsa a Nairobi la
professoressa Wangari Maathai, ambientalista ed attivista per i diritti
civili e delle donne, all’età di 71 anni. Leader del movimento
‘Green Belt’ che ha piantato 40 milioni di alberi nel continente
africano contro la desertificazione. Fu la prima donna africana a
ricevere il Premio Nobel per la Pace. Anno domini 2004.
Fabio Pipinato: Addio a Wangari Maathai. Orgoglio afro
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Le vittime della tratta spesso
temono di denunciare i loro aguzzini. Alcune associazioni toscane
lavorano al recupero di queste persone
Alessandro Grandi: La tratta e il lavoro sommerso
Il parroco
della comunità di Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno,
stringe la mano ai profughi arrivati nel paese e una madre corre a
protestare dal sindaco.
FRONTIERE: "Non dia l'ostia se ha dato la mano ai profughi: portano le malattie"
Queste navi sarebbero vere e proprie carceri galleggianti illegali.
Paola Totaro: Migranti segregati nelle navi. Veri e propri centri di identificazione ed espulsione
L''intervento di Sonia Alfano
in plenaria a Strasburgo sull’emergenza immigrazione e sulla terribile
situazione che affligge i rifugiati tunisini.
Sonia Alfano: Emergenza immigrazione: l'Ue aiuti la Tunisia ed i rifugiati (testo+video)
Il ministero degli Interni
vuole un nuovo centro in provincia di Brindisi, ma non avvisa la
Regione Puglia del progetto. La notizia filtra dalla polizia che
dovrebbe gestire la struttura. Ma non ha mezzi
Lorenzo Bagnoli: Puglia, il Cie della discordia
Lo hanno deciso le autorità
italiane. Ma questo indebolisce l’intero sistema di soccorso in mare di
migranti e richiedenti asilo. Lo sostengono Unhcr, Oim e Save the
Children, che sono preoccupate anche per la prassi del trattenimento
dei migranti su navi.
NIGRIZIA: Lampedusa "porto non sicuro" (per i migranti)
Sacro
e padrini insieme nella sfilata dei Gigli. Il quartiere risponde: cosa
c'è di male. Tra i pochi coraggiosi c'è don Tanino Palmese che si
ribella alla mafia e dice: "Via la camorra dalle feste religiose"
Ricordate le manovre di Olindo Canali e del suo network per sfuggire alla giustizia disciplinare?
Torna a parlare e far parlare
di sé Salvatore Riina, il boss della cupola detenuto al 41bis. E
intorno alle sue parole, che la Procura di Milano definisce minacce
avendone chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, potrebbe scoppiare il
caso del direttore del carcere di Opera dove il boss è detenuto,
Giacinto Siciliano, attualmente sotto processo per una brutta storia di
rapporti illegali con un camorrista. Un caso giudiziario su cui la
Presidenza del consiglio ha opposto il segreto di Stato.
A fronte dei numerosi e
accorati messaggi che ho ricevuto fin da ieri mattina, sento la
necessità di chiarire la vicenda raccontata dall’articolo, a firma
di Nicola Biondo, intitolato “Riina minaccia” e
pubblicato ieri dall’Unità.
La criminalità organizzata al
Nord scuote l'attualità. E i ragazzi dell'Università di Pavia, dal 3 al
6 ottobre, chiamano in cattedra Ilda Boccassini e Raffaele Cantone.
Il boss (è accusato dalla Dda
di essere il «capolocale» di Bollate, e un dei più influenti uomini
della ’ndrangheta al Nord per il quale il pm Ilda Boccassini ha chiesto
16 anni di carcere) ha deciso di scrivere una lettera al direttore del «Notiziario» di Bollate,
Piero Ublodi, che ha pubblicato il documento in prima pagina sul nuovo
numero del settimanale. Una lettera di due pagine, scritta a mano, e
firmata dallo stesso Mandalari uscita direttamente dal penitenziario di
Ancona, nella quale il boss lancia anche alcuni messaggi inquietanti
all’amministrazione del comune dell’hinterland milanese e a Frediano
Manzi, storico leader di Sos racket e usura e più volte minacciato
dalla malavita (il suo nome è stato omesso nella versione pubblicata
sul Notiziario per decisione del direttore).
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
Credevamo che lo sviluppo
scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse
emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa,
anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al
fondo, come realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce
l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le
scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in
se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha
paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle
rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il
rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti
per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro
perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i
nostri privilegi...
Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb,
Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una
spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Estratto della relazione "Tito Brandsma, uomo di speranza”
di Egidio Palumbo tenuta il 5 agosto 2011 nell'ambito della SETTIMANA
DI SPIRITUALITÀ - ESTATE 2011 - “IL CORAGGIO DI SPERARE OGGI” promossa
dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
Anticipazione in attesa del video integrale.
Video
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La Bibbia in un frammento
“ La superbia
del tuo cuore
ti ha sedotto...
Anche se,
come aquila,
riesci a porre in
alto il tuo nido,
anche se lo
collocassi tra
le stelle,
di lassù io ti farò
precipitare."
(Abdia 3-4)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Eucaristia,
pane del cammino, fonte e culmine della vita consacrata (Congresso
Eucaristico Nazionale, Ancona, Ai Consacrati, Giovedì 8 Settembre
2011)
di + Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
“Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel 2 novembre 1946 in cui
celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo nella
cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti
sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in
qualche modo ‘contratti’ e il dramma del Golgota si è ripresentato al
vivo, svelando la sua misteriosa ‘contemporaneità’. Ogni giorno la
mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il
divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli
di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore
alla speranza” (Ecclesia de Eucharistia, n. 59). Queste parole,
nutrite da una fede
innamorata, sono la testimonianza personalissima che il beato Giovanni
Paolo II volle consegnare a uno dei Suoi ultimi testi (l’Enciclica
è del 2003): esse ci indicano come e dove egli abbia imparato a
usare i suoi occhi per vedere l’invisibile, a far battere il suo
cuore all’unisono con quello dell’amore divino, a fare della sua bocca
veicolo di verità, a usare le sue mani per compiere opere di pace
e a muovere i suoi piedi per portare dovunque la buona notizia,
fino agli estremi confini della terra. In queste poche parole, la
celebrazione eucaristica è insomma presentata come la fonte e
il culmine dell’intera esistenza di un uomo totalmente consacrato
a Dio, capace di fare della sua stessa vita la liturgia di una
continua consacrazione del mondo all’Eterno e alla Sua bellezza.
Che nell’eucaristia sia in gioco la bellezza di Dio e della vita a Lui
donata ci aiuta a comprenderlo San Tommaso d’Aquino, che nella
Summa Theologica (I q. 39 a. 8 c) presenta in maniera speculativa
il significato propriamente teologico della bellezza. Parlando del
Figlio eterno Tommaso coglie nel bello l’offrirsi del Tutto
nel frammento.
Eucaristia, pane del cammino, fonte e culmine della vita consacrata (pdf)
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... Quando papa Giovanni XXIII
aprì il Concilio – «Pentecoste del nostro tempo», secondo la felice
definizione di uno dei suoi testimoni ancora pienamente sulla breccia,
il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi – era l’11 ottobre 1962. Nel
2012 si celebrerà dunque il mezzo secolo dal suo inizio. Esso ha
influenzato largamente non solo la vita della Chiesa cattolica (al suo
interno e all'esterno), ma anche gli altri mondi religiosi,
cristiani e non. Con le sue intuizioni, i suoi passi coraggiosi, le sue
contraddizioni, le questioni irrisolte. Da tempo è in atto un dibattito
sul senso da dare al Concilio, se si sia trattato di una vera e propria
rottura rispetto al passato o se piuttosto sia da considerare
un’ipotesi di riforma, ma in continuità rispetto al passato di quella
Chiesa. Inoltre, a cinque decenni di distanza, è lecito interrogarsi su
quanto sia vivo e quanto sia morto, di esso; su quanto ne conoscono i
giovani, e quanto essi ne percepiscano la portata, in ogni caso
straordinaria. Mentre qualcuno, non solo Panikkar ma anche il cardinal
Martini, ha da tempo cominciato a chiedersi se non sia il caso di
cominciare a immaginare un Vaticano III, che faccia sue le nuove sfide
in una stagione di rapidissime trasformazioni da ogni punto di vista
(non solo ecclesiale). Ecco dunque la necessità di una riflessione a
tutto campo sul Vaticano II. Dando voce a punti di vista diversi. E
guardando soprattutto al futuro! Letta nella storia lunga delle Chiese
cristiane, la ricezione del Vaticano II è appena cominciata, più che
finita: è nelle mani di Dio, certo, ma anche in ciò che il Concilio
stesso chiamò, con una bella immagine, «il popolo di Dio in cammino
nella storia».
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"Io e Dio. Una guida dei perplessi" di Vito Mancuso
E' un libro che farà discutere
il nuovo saggio di Vito Mancuso, "Io e Dio" (Garzanti), dove lo
studioso sostiene la libertà del credente verso i dogmi. Il passo
decisivo è il rifiuto di un Dio che comanda, giudica, condanna
esercitando un potere esterno.
Su questo libro non mancheranno
discussioni e polemiche. Che sia ignorato è impossibile, se non altro
perché esprime intelligenza e sensibilità che è di molti nel mondo
cattolico, più di quanti si palesino. Le sue tesi si sviluppano
dall'interno del messaggio cristiano, della "buona novella". Vito
Mancuso, che tenacemente si professa cattolico, cerca il confronto, un
confronto non facile. Lui si considera "dentro"; ma l'ortodossia lo
colloca "fuori". Tutto si svolge con rispetto, ma l'accusa mossa al
discorso ch'egli va svolgendo da tempo è radicale. La sua sarebbe,
negli esiti, una teologia confortevole e consolatoria, segno di tempi
permissivi, relativisti e ostili alle durezze della verità cristiana;
nelle premesse, sarebbe la riproposizione di un, nella storia del
cristianesimo, mai sopito spirito gnostico. Uno "gnostico à la page"?
Il motivo conduttore del libro
Io e Dio (Garzanti) è il primato della coscienza e dell'autenticità
sulla gerarchia e sulla tradizione, nei discorsi sul "divino". Siamo
nel campo della "teologia fondamentale", cioè dell'atteggiamento verso
a ciò che chiamiamo Dio e delle "vie" e dei mezzi per conoscerlo: in
breve, delle ragioni a priori della fede religiosa. Ma, la teologia
fondamentale è la base di ogni altra teologia...
Mancuso: il primato della coscienza contro la chiesa dell’obbedienza di Gustavo Zagrebelsky
Nel nuovo saggio lo studioso tenta anche il recupero di classici come Kant
Ma non c’è traccia del riconoscimento dell’autonomia del pensiero laico.
... In questo contesto da alcuni anni si muove polemicamente con grande
verve Vito Mancuso, «il teologo fuori le mura», come volentieri si
lascia chiamare. Il suo ultimo libro - dal titolo impressionante Io e
Dio (Garzanti, 488 pp., 18.60 euro) - è un ambizioso, denso,
appassionato tentativo di proporre nientemeno che una nuova «teologia
fondamentale». L’impianto del lavoro è dato da un lato dal rifiuto
della dottrina dogmatica tradizionale, la cui forza starebbe
esclusivamente nell'autoritarismo della Chiesa, e dall’altro dalla
proposta di una teologia fondata sulla libertà. «Questo libro difende
la libertà contro la duplice minaccia dell'autoritarismo religioso e
dello scientismo negatore del libero arbitrio».
Il libro si presenta quindi con una «pars destruens» e una «pars construens»...
Vito Mancuso e Dio, un corto circuito teologico di Gian Enrico Rusconi
Guarda il video dell'intervista a Vito Mancuso a "Che tempo che fa" del 25/9/2011
Video presentazione di Vito Mancuso del libro "Io e Dio"
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Nel nuovo saggio di Vito
Mancuso «Io e Dio» (Garzanti, 496 pagine, 18,90 euro) c’è uno strano
impasto di hybris e di umiltà, di fraternità rivendicata fino negli
anfratti più «bassi» della realtà, lì dove domina il deforme, il dolore
sordo, le nuove identità, il collasso della speranza e della fede.
Pur riconoscendo il principio di autorità, Mancuso sta cercando – con
coraggio, e con qualche compiacimento ribellistico – di spronare la
Chiesa ad aprirsi a una moltitudine di uomini che cerca e trova Dio in
una miriade di esperienze inedite.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Durissima analisi del
presidente della Cei. L'Italia in mano a comitati d'affari.
Pansessualismo, relativismo amorale e comportamenti licenziosi.
Il cardinale Bagnasco dice
basta e che è ora di “purificare l’aria”. Nella prolusione al Consiglio
permanente della Cei Bagnasco ha pronunciato parole severissime anche
sui comportamenti personali del premier Silvio Berlusconi e sulle
vicende emerse nelle scorse settimana dalle intercettazioni:
“Si rincorrono con mesta sollecitudine racconti che, se comprovati, a
livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la
dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e delle vita
pubblica”.
Bagnasco ha denunciato il “pansessualismo” e il “relativismo amorale”.
L’analisi è chiarissima e rigorosa. Mai prima d’ora il presidente dei
vescovi aveva detto parole così dure:
“Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione
al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo
scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il
regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti
istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica,
specialmente in tempi di austerità. Rattrista il deterioramento del
costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica
denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando
ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto
dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico
decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”.
Bagnasco: «Purificare l'aria»
Le prime reazioni alle prolusione del cardinale Bagnasco all'apertura del Consiglio permanente della Cei
- Movimenti e associazionismo sulle parole di Bagnasco
- L’appello di Bagnasco, le reazioni
La prolusione pronunciata
questo pomeriggio dal cardinale Angelo Bagnasco può a pieno titolo
essere definita dirompente sulla scena politica italiana per il
richiamo alla questione morale – o meglio immorale – che riguarda il
presidente del Consiglio Berlusconi e che da mesi tiene sotto scacco il
Paese e ne mina la credibilità internazionale.
Questo rischia però di far passare in secondo piano altri importanti
passaggi del discorso del presidente della Conferenza episcopale
italiana, che riguardano la presenza dei cattolici sulla scena
politica. Da tempo ormai Benedetto XVI e i vescovi auspicano che sorga
in Italia una nuova generazione di cattolici in politica.
Cattolici, aria nuova in politica
La “spallata”, o meglio, la
“scomunica” ad personam ovviamente non c’è. Ma il discorso pronunciato
dal cardinale Angelo Bagnasco in apertura dei lavori del Consiglio
permanente della Cei non si può certo definire accomodante nei
confronti del premier. Silvio Berlusconi non viene mai citato
direttamente, eppure l'affondo non lascia spazio a dubbi.
E Bagnasco “striglia” il premier
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PARLANDO in nome della Chiesa
italiana, il cardinale Bagnasco ha usato parole molto chiare, ieri,
davanti al Consiglio permanente dei vescovi. Il nome del presidente del
Consiglio non viene fatto, ma è di Berlusconi che parla: quando
denuncia "i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie", quando
ricorda il "danno sociale (che essi producono) a prescindere dalla loro
notorietà".
La Chiesa molla Berlusconi. Dopo la Confindustria anche la gerarchia ecclesiastica si accorge che il Paese non può andare avanti così.
Il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero: «Niente diktat o integralismi»
La croce ridotta a oggetto
erotico, la pressione fiscale, l’angoscia delle famiglie, l’impennata
della crisi, il futuro dei cattolici nel centrodestra... Nella
relazione del cardinale Bagnasco, che rappresenta il colpo più duro mai
inferto alla figura di Berlusconi e i suoi vantati legami con la
gerarchia cattolica, sono confluiti – come in un precipitato chimico –
un insieme di elementi esplosivi rispetto ai quali la massa dei vescovi
ha ritenuto dannoso per il proprio ruolo e il legame con il popolo
delle parrocchie continuare a parlare con mezze parole
Anticipiamo l'editoriale di
Famiglia Cristiana. Per uscire dalla crisi all'Italia serve un sistema
di governo più saldo. E il mondo dei cattolici rappresenta una risorsa
di energie.
«Vediamo un Paese disamorato e
rassegnato», affernaa nome dei vescovi italiani il segretario della
Cei, monsignor Mariano Crociata, assicurando che «c'è condivisione tra
i vescovi del Consiglio Episcopale Permanente su questa consapevolezza
che invoglia a un approfondimento della responsabilità della Chiesa, ma
prima di tutto come ascolto, aperto alla speranza»
«Infine il giudizio della Cei è
arrivato. Equilibrato, caritatevole...ma doveroso e chiarissimo». Non è
la condanna di una persona; ma dei comportamenti, di uno stile, di una
“cultura di governo”. I cattolici, laici e preti, hanno tirato un
sospiro di sollievo. Erano imbarazzati dal silenzio dei Vescovi e dalle
gesta di un ceto politico che si dichiara paladino dei valori
cattolici. Si chiedevano le ragioni del silenzio; e si sentivano
ridicolizzati dalle “contestualizzazioni”.
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Io, cristiano come voi" di don Gino Rigoldi - Messa e amore, le regole di don Gino
Dice don Gino Rigoldi che un
cristiano deve essere strabico, con un occhio rivolto a Gesù e l'altro
alle persone, alle condizioni dell'uomo di oggi». E va da sé che per un
prete che ogni mattina legge il Vangelo e poi (come se il libro sacro
fosse una sostanziosa colazione) si tuffa con energia ed entusiasmo sul
marciapiede, cioè nei problemi dei carcerati, dei tossicodipendenti,
degli immigrati, dei bambini negli orfanotrofi, la raccomandazione è
rivolta non solo ai fedeli, ma anche e soprattutto ai suoi colleghi di
Chiesa. Superati i settant'anni e dopo una vita di militanza nella
vita vera della gente, don Gino, cappellano da 40 anni nel carcere
minorile Beccaria di Milano e fondatore di «comunità nuova», ha voluto
riunire in un libro dal titolo emblematico Io, cristiano come voi (cioè
con tutte le risorse, i difetti e i dubbi) le sue opinioni sulle cose
che non vanno nel modo in cui si mettono in atto i principi della fede
e del vivere civile.
Messa e amore, le regole di don Gino (pdf)
Un libro per chi cerca nuove
motivazioni più che ricette e non ha timore di porsi interrogativi
forti in ordine alla sua scelta di vita e di fede.
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IL PRETE EDUCATORE
Aspetto pedagogico e antropologico del prof. Daniele Loro, Università di Verona
Incontro promosso dalla Diocesi di Verona e tenuto il 14.06.2011
"... Dalla comprensione alla scelta di educare, cioè di farsi “compagno” di strada.
La comprensione dell’altro, delle sue potenzialità, bisogni e desideri,
non è ancora sufficiente per dire di essere educatore. Si diventa
educatore non solo perché si sente di poter (e di voler) essere in
grado di fare qualcosa perché l’altro colmi i suoi
bisogni, potenzi le sue qualità, realizzi i suoi desideri, ma
anche perché si sceglie di farlo facendosi “compagni di strada”
dell’altro, decidendo così di percorrere un tratto di cammino
esistenziale assieme, condividendone le esperienze. .."
IL PRETE EDUCATORE (pdf)
L'UMANITÀ DEL PRETE
Pubblicazione della Diocesi di Verona
“... Nel contatto quotidiano con gli uomini, nella condivisione della
loro vita di ogni giorno, il sacerdote deve crescere e approfondire
quella sensibilità umana che gli permette di comprendere i bisogni ed
accogliere le richieste, di intuire le domande inespresse, di spartire
le speranze e le attese, le gioie e le fatiche del vivere comune;
di essere capace di incontrare tutti e di dialogare con tutti”.
(Pastores Dabo Vobis, 72)
Non va dimenticato poi, ricordano poi i nostri vescovi, che l’umanità
del prete è la via normale attraverso cui noi comunichiamo il messaggio
di salvezza del Vangelo. (cfr. La formazione permanente dei
presbiteri…, n. 23). ...
L'UMANITA' DEL PRETE (pdf)
"Il prete giusto" -
La storia di Don Raimondo Viale - nel racconto di Nuto Revelli
La storia di Don Raimondo Viale nel racconto di Nuto Revelli, uno dei
grandi scrittori dimenticati del nostro novecento letterario. La
puntata di "Cultbook" (trasmissione di Rai Educational dedicata ai
grandi libri di ieri e di oggi) contiene interviste a Enzo Bianchi
e Gianfranco Bettin e materiale di repertorio dell'autore.
VIDEO
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Sono due i preti che
dall’inizio del mese in Colombia hanno pagato con la vita il loro
impegno a fianco dei più poveri. Siccome mi pare improbabile che ne
avrete letto altrove, diventa importante ricordarli per nome e
cognome...
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POLITICA
L’Infedele
ospita Mario Monti, ex Commissario europeo, presidente dell’Università
Bocconi, e soprattutto candidato da più parti alla guida di un
eventuale governo tecnico d’emergenza e unità nazionale. Insieme a
Mario Monti e a Flavio Tosi, in studio ospiteremo stasera il direttore
di “Limes”, Lucio Caracciolo, che già nel 1997 si esprimeva contro
l’introduzione dell’euro in assenza di unione politica europea. E
inoltre l’ex banchiere Roberto Mazzotta, oggi direttore dell’Istituto
Don Sturzo; il giornalista televisivo greco Pavlos Nerantzis della rete
Et3; l’attore argentino Manuel Ferreira (dieci anni or sono fu
l’Argentina a vivere un default, vale la pena di ricordare come andò);
il nostro prezioso Massimo Mucchetti del “Corriere della Sera” e, con
lui, altri due esperti giornalisti: Marco D’Eramo de “Il Manifesto” e
Marco Alfieri de “La Stampa”. Nel pubblico esponenti della comunità
greca e della comunità argentina residenti in Italia; e le lavoratrici
della Jabil di Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano. Direttamente
dal festival “Tramedafrica” ospiteremo un omaggio musicale a Miriam
Makeba con la voce di Betty Gilmore accompagnata con il banjo da Paolo
Botti.
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Debito
pubblico, mercati, mondo politico sotto il tiro di Confindustria e
sindacati. Persino i vescovi denunciano il declino della classe
dirigente italiana.
Tra gli ospiti di Giovanni Floris il ministro della Difesa Ignazio La
Russa, la presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro, il
vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei, il segretario
generale della Cisl Raffaele Bonanni, l’economista Paolo Leon, il
presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, il direttore del TgLa7
Enrico Mentana, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli..
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza
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Le
parole pronunciate dal cardinal Bagnasco al Consiglio permanente della
Cei hanno sancito una condanna aspra verso lo stile di vita e "i
comportamenti licenziosi" di Silvio Berlusconi. Bersaglio esplicito,
anche se innominato. Tanto da suscitare le reazioni irritate del
Centrodestra. Preoccupato degli effetti politici di una condanna tanto
netta, visto che i cattolici costituiscono un segmento incerto e
decisivo del mercato elettorale.
...
La sensazione infatti è che per questa strada la Chiesa proponga per la
guida del prossimo governo un cattolico, e chieda ai partiti che si
preparano a fare le primarie di tenerne conto quando si tratterà di
designare i candidati.
Ha
vinto soprattutto la delusione degli elettori di centrodestra per
l'attuale legge elettorale e per come è stata "puntellata" la
maggioranza. Intervista con il politologo Pasquino.
... Eppure la crisi è la
migliore, forse la sola, occasione per proporsi seriamente una
conversione del modo di produrre e di consumare, e dei modi di
vivere... La chiamo conversione, perché di questo si tratta, di un
cambiamento di vita, e non della sola riconversione da una produzione e
una merce a un´altra produzione e un´altra merce. Che la conversione
abbia un senso religioso non nuoce affatto, perché la posta è qualcosa
di sacro, come il rapporto fra gli umani, le altre creature, e il
pianeta... Il Bagnasco che insiste sulla necessità di "correggere
abitudini e stili di vita" sta parlando di Berlusconi, il cui peculiare
consumismo è un caso clinico. Ma si tratta anche del consumismo,
sessuale e no, di tutti, della universale patologia...
Adriano Sofri: L'occasione della crisi (pdf)
La bancarotta morale dei nostri
governanti accompagna sinistramente il rischio di bancarotta, o default
che dir si voglia, dell’economia nazionale. Potrebbe infatti rivelarsi
insopportabile, già in un prossimo futuro, l’obbligo di pagare
interessi crescenti sul nostro enorme debito pubblico che ha superato
la cifra astronomica di 1900 miliardi di euro.
Gad Lerner: Possiamo con un default pilotato?
Udienza - 28 settembre 2011, Viaggio Apostolico in Germania
Viaggio Apostolico in Germania (22-25 settembre 2011)
OPINIONI E COMMENTI
Benedetto
XVI spiega come deve essere la Chiesa: libera da strutture, politica,
potere, soldi e privilegi. Conta solo il Vangelo. L'effetto positivo
della secolarizzazione.
Mai
prima del suo terzo viaggio in patria Benedetto XVI aveva dato così
forte risalto all'ideale di una Chiesa povera di strutture, di
ricchezze, di potere. Nello stesso tempo, però, ha insistito anche sul
dovere di una vigorosa "presenza pubblica" di questa stessa Chiesa.
Sono possibili le due cose insieme?
Per
la prima volta da quando è papa, Benedetto XVI ha citato e criticato in
pubblico il movimento di opposizione ecclesiale più diffuso e attivo
nei paesi di lingua tedesca. L'ha fatto in un discorso a braccio ai
seminaristi di Friburgo. Ecco le sue parole
Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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