"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°37 del 2011

Aggiornamento della settimana

- dal 10 al 16 settembre 2011 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 23 settembre 2011          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 
LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo


N. B. La Lectio viene sospesa per il periodo estivo



OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
 una o più notizie

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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale


"QUELLI DELLA VIA"





 




NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 





EMERGENZA
CORNO D'AFRICA



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Le somme raccolte nella colletta di domenica saranno utilizzate per tutte le vittime della siccità, soprattutto in Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti, Eritrea e anche in Sud Sudan, Uganda, Tanzania. In Kenya ed Etiopia l'ambito principale di azione

  La Caritas per il Corno d'Africa

«Non manchi a queste popolazioni sofferenti - ha chiesto Benedetto XVI - la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà».

  L'appello e l'intervento della Caritas

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Alla tragedia della peggiore siccità che si ricordi negli ultimi 60 anni si aggiunge una situazione sociale e politica altamente instabile e che rischia di trascinare nel caos anche il Kenya. Il timore che i fondi per l’aiuto servano anche ad altri “scopi”. La Somalia resta il buco nero. Serve una riconciliazione capace di alimentare anche le contraddizioni esistenti nel radicalismo islamico.

  Mario Raffaelli:   Corno d'Africa, politica (in)fame

Il flusso migratorio verso il Kenia ha prodotto finora un agglomerato grando come Latina e tutta la sua provincia. Il corteo dei rifugiati a Mogadiscio che accusano il governo provvisorio di mettere le mani sugli aiuti umanitari. Cento deputati si riuniscono in un albergo in segno di protesta: "Il Parlamento ce l'hanno chiuso". Una cinquantina di giovani somali preferiscono fuggire in Libia che restare nel loro paese

  Carlo Ciavoni:   Somalia, la protesta dei profughi "Gli aiuti a noi non sono mai arrivati"


Il fiume Scebeli, che attraversa l'Etiopia dove sono cominciate le precipitazioni autunnali, si è ingrossato a valle, in territorio somalo. E' tracimato provocando danni nei villaggi lungo le rive. E la carestia non si arresta

  REPUBBLICA: Somalia, piove e il fiume è in piena E le acque sporche uccidono come la siccità


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Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite 
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
ƒ UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119  
ƒ Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
ƒ Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384 
ƒ Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 
ƒ CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

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EUROPA


Abbandonare la Grecia a se stessa sarebbe un grave un errore. Soprattutto se si legge il disastro greco anche in chiave italiana. Ne è convinta Costanza Honoratiprofessore ordinario di Diritto dell'Unione Europea all'Università di Milano-Bicocca. L'eventuale fallimento della Grecia con la conseguente insolvenza nei confronti dei propri cittadini, delle banche straniere e della Bce sarebbe un vero disastro.
  Nicola Sessa: A difesa della Grecia, contro le politiche scellerate

L'opinione diffusa in Germania è che la Grecia non possa essere più salvata
  Nicola Sessa: Capitan Merkel e il baratro greco

Bombardare in Libia per vendere il caccia multiruolo “Rafale” in India. In gioco, la più grande commessa militare dei prossimi anni

  Gabriele Battaglia: Francia, la guerra come spot

Pechino potrebbe comprare titoli di Stato per puntare alle imprese strategiche. Ma forse non basterebbe lo stesso

  Gabriele Battaglia: Soldi cinesi e debito italiano: i mercati non ci credono


AFRICA



Un agguerrito politico di 30 anni ha deciso di diventare l'alternativa al vecchio presidente. Aprendo una faida interna tra i pilastri del Anc

  Gabriele Battaglia: Julius Malema, l'uomo che ha sfidato Jacob Zuma


L’organizzazione denuncia molteplici violazioni sia da parte delle forze pro-Gheddafi sia di quelle anti-Gheddafi. Nel mirino in particolare i cittadini provenienti dall’Africa sub-sahariana. E invita il Consiglio nazionale di transizione a prendere il controllo della situazione.

  Amnesty: Rapporto sui diritti umani in Libia




AFGHANISTAN



Un pugno di guerriglieri travestiti da donna riesce a penetrare nell'area più sorvegliata di Kabul e tiene in scacco per venti ore centinaia di soldati americani e afgani

  Enrico Piovesana: Supertalebani





ISRAELE/PALESTINA


Il 20 settembre l'Assemblea Onu discute dell'indipendenza per i palestinesi

  Christian Elia: Palestina, il giorno più lungo

Tra le tende degli indignados israeliani un'artista raccoglie le voci del disagio

  Fiammetta Martegani: Israele, nessun dorma




I NOSTRI TEMPI



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"Ma la guerra santa sarà sconfitta dalla pace giusta" di Enzo Bianchi


“Nulla sarà più come prima!”. Quante volte sentimmo ripetere questa frase e altre simili all’indomani dell’11 settembre 2001. Quante voci si aggiunsero al coro dei profeti di sventura che consideravano ineluttabile uno scontro di civiltà alimentato dall’integralismo religioso. Quante letture di qualsivoglia fenomeno sociale vennero fatte sotto l’unica prospettiva di un terrorismo globale. Quanto spesso è stata data per scontata e puntuale una svolta storica che avrebbe stabilito un “prima” e un “dopo” assoluti nell’approccio ai problemi più complessi, che fossero di natura geopolitica o economica, di globalizzazione o di confronto tra mondi culturali o religiosi, di giustizia internazionale o di concezione della guerra.
Ma oggi, dieci anni dopo, possiamo interrogarci con un minimo di distanza critica da quei tragici eventi, che in realtà proprio per la loro gravità richiederebbero un giudizio storico ancor più decantato: “Davvero il mondo non è più stato lo stesso?”.

  Ma la guerra santa sarà sconfitta dalla pace giusta di Enzo Bianchi


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Dieci anni dopo quell’11 settembre che ha cambiato la storia del mondo/1

"Ancora una volta - scrive il Papa -, deve essere inequivocabilmente affermato che nessuna circostanza può mai giustificare atti di terrorismo".

  «Pretesa di agire in nome di Dio aggrava tragedia 11 settembre»


Gianni Minoli, all'interno del programma "La storia siamo noi", propone uno speciale sui fatti del giorno 11 settembre 2001. A distanza di dieci anni dal sanguinario "inside job", Minoli, con il suo reportage, lascia serpeggiare dubbi sulla contraddittoria e menzognera versione ufficiale. Testimonianze, dati, analisi, comparazioni... permettono di incrinare il muro della disinformazione: attraverso la breccia si comincia ad intravedere uno scenario che si riferisce direttamente al Nuovo ordine mondiale

  Video: 11 SETTEMBRE 2001, DIECI ANNI DOPO (a cura di Gianni Minoli)

New York celebra il decennale della tragedia dell'11 settembre con una serie di mostre fotografiche di prima grandezza

 
Mille occhi sulle torri

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Dieci anni dopo quell’11 settembre che ha cambiato la storia del mondo/2

Il 25 Agosto 2011 la trasmissione “La Storia Siamo Noi” di Giovanni Minoli trasmette il primo serio servizio giornalistico della TV italiana sul grande inganno dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001. Grande plauso in rete, hurrà hurrà nella blogosfera, standing ovation del “popolo complottista”. La vera notizia tuttavia non è questa. La vera notizia è che tutto ciò lascia il tempo che trova. La vera notizia è che neppure quando la RAI dichiara in un proprio servizio giornalistico che l’11 settembre è in tutta evidenza un’operazione Made in USA si producano effetti concreti nella società politica e civile. In altre parole, è stata sdoganata la vera storia dell’11 settembre, evviva, evviva, la verità ha trionfato, affinché tutto continui esattamente come prima. Nessun politico rinuncerà a recitare i dovuti mantra sulla lotta al terrorismo. Nessun telegiornale smetterà di attribuire al mitologico Osama Bin Laden, il Babbo Natale del Male, la responsabilità degli attacchi. Insomma, ora che la verità è stata ufficializzata da Mamma RAI, possiamo allegramente continuare ad ignorarla come se niente fosse. Benvenuti nell’affascinante mondo del bispensiero.

 
11 settembre 2011: dopo 10 anni il pubblico è vaccinato e si può dire la verità in Tivù. Tanto la verità ormai lascia il tempo che trova. di Roberto Quaglia

Dieci anni non sono che un batter di ciglia dinanzi all’Eternità. Ma sono molti nella vita di una persona e possono significare molto nella storia...
Eppure, non è così. Si dice che dall’11 settembre del 2001 sia cominciata una nuova fase storica. Aperta, come sovente accade per le fasi storiche, da una nuova guerra. Quella «contro il Terrore», che riguarda anche noi, e nella quale anche noi siamo stati e restiamo coinvolti. Nel nostro Bel Paese, qui tra noialtri Italiani Brava Gente, ci sono ormai decine di famiglie che piangono il loro ragazzo rimasto là, in Irak o in Afghanistan, tra sabbie e rocce d’un paese lontano o sul cemento ardente e crepato d’una città-fantasma, tra le macerie e i rifiuti. «Caduti», si deve dire: non morti che è generico, e nemmeno vittime ch’è parola la quale suggerisce innocenza e passività. No. Erano soldati. I soldati cadono, cioè muoiono perché ciò fa parte del loro dovere: «La morte è un atto di servizio», diceva José Antonio Primo de Rivera, questo meraviglioso guerriero cristiano che ci credeva sul serio, e lo dimostrò appunto cadendo. I soldati muoiono, però, anche per qualcosa. Per che cosa, in questo caso?
Ci si abitua a tutto. Anche alle tragedie. Specie quando si ha la sensazione che non ci riguardino, che siano i soliti materiali della solita fiction...

  11 settembre: dieci anni dopo siamo ancora nella notte di Franco Cardini

... Decine di libri sono stati pubblicati, dove in varia misura e sotto diversi angoli visuali, la versione ufficiale è stata demolita. Se qualche anno fa, era già più che legittimo sollevare gravi domande sulla versione ufficiale, adesso abbiamo a disposizione molte “pistole fumanti” che pongono la questione della chiamata in correo di alti e altissimi personaggi dell’establishment statunitense. Nessuno di loro è stato chiamato, tuttavia, a deporre sotto giuramento. Centinaia di testimonianze e di gravissimi documenti – veri e propri capi d’accusa – sono stati accantonati e mai presi in considerazione.
Noi siamo orgogliosi di essere stati – con la realizzazione del film Zero e con diversi libri su questi temi – parte del grande movimento per la verità sull’11 settembre.
Ma come mai di tutto questo non si parla?...

  Dieci anni dopo di Giulietto Chiesa

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Dieci anni dopo quell’11 settembre che ha cambiato la storia del mondo/3


Il decennio trascorso dall’11 settembre 2001 è stato caratterizzato dalla ripresa dello spirito bellicistico, che ha rivalutato la guerra come strumento per risolvere i conflitti, dare sicurezza, affermare il diritto. Non era la via indicata da Giovanni Paolo II. Il bilancio dei conflitti (tra Afghanistan, Irak e Pakistan) è pesante: 137 mila civili morti, quasi 8 milioni di rifugiati, 6 mila soldati statunitensi uccisi, secondo una valutazione americana. Pochi problemi sono stati risolti. Anzi il mondo di oggi è caratterizzato dalla diffusione della violenza: al terrorismo e alle guerre ancora aperte si unisce una violenza diffusa, spesso opera di mafie o internazionali del crimine...
Le religioni hanno un compito decisivo: dissociare la violenza dal nome di Dio, ma soprattutto fondare la pace come compito religioso nell’esercizio quotidiano del dialogo...

  11 settembre, una ferita nel cuore del mondo di Andrea Riccardi

  9/11. Cosa rimane dello scontro di civiltà? Corradino Mineo ne parla con Flavio Lotti, coordinatore della Tavola per la pace. (video)

Le campagne militari non hanno risolto niente ma, anzi, causato ulteriori problemi e sofferenze.

 
Quello che la guerra non ci lascia vedere di Renato Sacco

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11 settembre: rafforzare il pensiero


Cosa accadde il day after l'11 settembre? Bush, con una straordinaria capacità di sintesi, disse: “non preoccupatevi; continuate a far shopping. Il nostro stile di vita non cambia”. Ed è qui la chiave di volta. La preoccupazione massima è che si stoppi di un sol giorno l’ipermercato mondo: il Pil. E’ la destra? Non solo. Sullo stesso credo è sintonizzato anche il pensiero riformatore o progressista che sembra in ogni dove (Italia – Europa – Mondo) incapace di proporre altro. Resto è poesia. Se non bastasse anche il sindacato dà la stessa indicazione: crescita, crescita e crescita.
La litania delle percentuali, delle 2 o 3 + delle agenzie di Rating, dell'approvazione dei mercati è sempre più un disco rotto. La valutazione passa sempre e solo per la quantità e mai per la qualità.
Ma, anche qui, il problema siamo noi. Non altri. Qual'è il pensiero altro che abbiamo da mettere sul piatto? Siamo sinceri: alcuno. Forse siamo orfani di Alexander Langer (lentius profundius suavius) ma non mi sembra di intravvedere novità alcuna.
Certo. Alla crescita si può opporre, anche nella morfologia grammaticale stessa, il concetto di decrescita. Ma siamo sinceri...ci convince? Chi va a dirlo alle moltitudine di cassintegrati o disoccupati? Crescere è poi nella natura delle cose...

 
11 settembre: rafforzare il pensiero

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 Ecco che cosa l’ideologia del progresso ci ha fatto perdere

  Pierangelo Sequeri: La cognizione del dolore l’orrore dell’odio

... Pare infinita la conta del male, ma lo è anche quella del bene, in una lotta antica quanto l’uomo e mai sopita. Non possiamo riposarci, ogni istante siamo chiamati a una scelta, di qua il bene di là il male, e il bivio si ripete mille volte al giorno, come in un gioco di ruolo. Ognuno di noi ha il suo 11 settembre di dolore e tradimenti, ma ognuno possiede anche la sua montagna di pietre da far crescere.
Ecco che cosa ci insegna un centinaio di ragazzi "difficili" dallo sguardo trasparente. Ecco perché tra le tante celebrazioni per l’11 settembre il console generale degli Stati Uniti d’America, Richard Snelsire, ha scelto di essere con loro...

  Lucia Bellaspiga: Pietra su pietra per riabilitare il mondo

Non si può rievocare l’11 settembre 2001 senza riflettere su quanto accaduto nei dieci anni successivi.

  Marco Impagliazzo: Il nuovo che libera dai «teatri della paura»

Guardando all'11/9 dieci anni dopo: gli Usa sono i migliori alleati di Bin Laden

  Noam Chomsky: 'C'era un'alternativa?'

Dieci anni dopo gli attentati dell'11 settembre, un'inchiesta per ripercorrere la genesi del mito, le storie degli scettici e la diffusione del dubbio di massa

  Naoki Tomasini: Cospirazione e propaganda (tutte le 10 puntate)

L'opinione di Gad Lerner

  Gad Lerner: 11 Settembre (video)

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‎"Giornata mondiale dell'interdipendenza"- I grandi servizi di Famiglia Cristiana -


Il destino comune dell'umanità

Il 12 settembre si celebra la Giornata mondiale dell'interdipendenza: oggi la vita e la felicità di ogni Stato e cittadino sono indissolubilmente legate al resto del mondo.
  • Oltre le paure della globalizzazione
  • Cercasi un Governo per il nuovo mondo
Crescita, idolo del nostro tempo
Si fa largo una nuova mentalità, promotrice di una vita più sobria, che salvi l'uomo e l'ambiente. Il dibattito nella Giornata mondiale dell'interdipendenza.
  • Un mondo malato di obesità
  • La lezione di Latouche
Il pianeta ha la febbre

Il cambiamento climatico è un fenomeno scientificamente dimostrato, ma ancora poco conosciuto: un'analisi nella Giornata mondiale dell'interdipendenza.
  • Temperature senza controllo, popoli in movimento
  • L'energia del futuro
Diritti di nome, ma non di fatto
Tutti gli esseri umani dovrebbero essere uguali: lo dice la Dichiarazione universale. Eppure la realtà mostra che le ingiustizie e le disugualianze sono ancora molto diffuse.
  • L'uguaglianza solo dichiarata
  • Il primo diritto: emigrare
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Armamenti, la super casta

Al costo di un cacciabombardiere F-35 si potrebbero realizzare 183 asili nido per settanta bimbi, stipendi per insegnanti compresi. L'Italia ne ha appena comprati 131: di cacciabombardieri, non di asili. Per non parlare del piano Eurofighter e dei sommergibili. Una per una, le cifre di un Paese che taglia su tutto ma non sulla guerra
Ottanta milioni di euro di spese militari al giorno, pari a 500 dollari pro-capite. Oltre 600 generali, 2 mila e 700 colonnelli, 13 mila ufficiali, quasi 26 mila sottoufficiali e ben 70 generali di corpo d'armata, più del doppio dei corpi d'armata: una massa sterminata di dirigenti con ricchi stipendi a guidare un numero sempre più esiguo di soldati. Una spesa per armamenti che cresce senza freni e non conosce crisi. Un sistema, quello dell'industria bellica nazionale, che è immune dai tagli della manovra. Se in Germania, la cancelliera Angela Merkel, ha ridotto, già dal 2010, le spese per armamenti di 10 miliardi, in Italia il governo non ne vede la necessità.

  Armamenti, la super casta di Silvia Cerami

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Della discussione nazionale sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più lascia esterrefatto padre Alex Zanotelli è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa: 27 miliardi di euro, cioè 76 milioni al giorno. L’appello del missionario. Da sottoscrivere.

 
Alex Zanotelli:
Armi, soldi e silenzi

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  Tagli all’assistenza: azione dimostrativa della FISH (testo+video)

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Luca, 16 anni, fatto scendere dalla monorotaia e da un’altra attrazione. La direzione: «Rispettiamo la sicurezza». Il Coordown: «Vìolano la convenzione Onu»

  Angiola Petronio: Gardaland, giostre vietate a ragazzo down Ennesimo caso al parco dei divertimenti

Se il sistema scolastico, in special modo la scuola primaria, pur nelle sue debolezze, riesce ad accogliere i soggetti affetti da Sindrome di Down, quando il percorso formativo è stato portato a termine ed i  ragazzi crescono, diventa sempre più difficile per loro trovare una collocazione nel mercato del lavoro ed un adulto Down su quattro è costretto a rimanere a casa e non svolge nessuna attività

  MEDITERRANEWS: Down: dopo la scuola che fare? L’Italia non sa rispondere


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L’Italia è il Paese dove gli slogan razzisti si moltiplicano nelle piazze come negli stadi e gli sgomberi dei campi rom minano il diritto alla casa e i diritti all’istruzione dei bambini.
L’Italia è il Paese dove la Lega e la destra hanno bloccato la formazione di una classe per l’eccessiva presenza di stranieri nella scuola di via Paravia a Milano.
E, lo stesso Borghezio che ieri spruzzava dell'insetticida sugli extracomunitari, oggi esprime pubblicamente di condividere le posizioni politiche xenofobe del norvegese Anders Brevik che ha ucciso 76 persone.

  Camillo Pignata: L’Europa contro il razzismo italiano

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... Eppure fa riflettere il fatto che Papa Benedetto, pur decisamente favorevole all'uso dei nuovi media come strumento di proselitismo, ammonisca nel contempo sui rischi di una eccessiva «virtualizzazione» delle relazioni fra fedeli e istituzione religiosa. Il fatto è — considerazione che non vale solo per la confessione cristiana: l'islamica e l'ebraica hanno problemi analoghi — che le pagine più visitate sono proprio quelle di «dilettanti» come Tabor, le cui iniziative, a prescindere dall'ortodossia e dalle stesse intenzioni dei curatori, favoriscono la diffusione di pratiche religiose «fai da te»...

  Carlo Formenti: Religioni in mano ai dilettanti, così internet «virtualizza» Dio (pdf)

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Escono dall’asilo che sanno già leggere.  A sette anni  maneggiano Pc,telecomandi  e I-Pad come (anzi, molto meglio) dei Lego. Non raggiungono il metro e venti, e dormono fuori casa – dall’amichetto/a come nei centri estivi dove soggiornano per settimane – senza apparentemente sentire la mancanza di mamma e papà. Hanno in tasca le carte Pokemon, ma girano senza protestare tra le sale della galleria Borghese, per la decima mostra d’arte visitata nell’anno solare. Non fanno ancora le medie e già hanno praticato più sport di quanti noi adulti abbiamo sperimentato  in tutta la vita.

  Paola Di Caro: La legge del desiderio, ovvero non rubiamo l’infanzia ai nostri figli

I bambini di oggi hanno la stessa possibilità di vivere l’avventura come i bambini di una volta? E soprattutto ci sono ancora spazi residui per il gioco oppure in questa società è già tutto definito e programmato?

  Alessandra Bernocco: I bambini digitali salvati da Salgari





SCUOLA



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IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

In Italia è iniziato o sta per iniziare il nuovo anno scolastico

IL PRIMO GIORNO (DI SCUOLA) CHE VORREI di Alessandro D'Avenia
"Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? ... Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? ..." 

 
Il primo giorno (di scuola) che vorrei

Auguri per un nuovo anno scolastico nella scuola che vogliamo di Andrea Canevaro
Care maestre e cari maestri, l’augurio che mi sembra necessario fare, e farmi, è: troviamo le energie per contribuire a realizzare la scuola che chi cresce meriterebbe. Per essere chiaro, uso uno stile per punti. 
  •  Vogliamo una scuola pubblica. Esprimiamo l’orgoglio di una scuola pubblica, ispirata dalla nostra Costituzione.
  •  Non vogliamo una gestione della scuola “per fare cassa”. Il risparmio sulla scuola è l’incremento delle spese delle famiglie, molte delle quali a reddito zero, indebitate ecc.
E indico cinque punti...

  Auguri per un nuovo scolastico nella scuola che vogliamo

  Leggi anche:
- Le novità del nuovo anno scolastico (IL SOLE 24 ORE)
- Per l'OCSE siamo gli ultimi posti per... (IL FATTO QUOTIDIANO)
- Speciale ritorno a scuola (LA REPUBBLICA)

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Aprono le scuole e continuano i tagli. Come si reagisce?

  Franco Labella: Ecco le lezioni di 59 minuti per sopravvivere a Gelmini

"Prima i veneti" è lo slogan che ha accompagnato Luca Zaia in tutta la campagna elettorale, che l'ha incoronato governatore con percentuali bulgare. Un motto che, nei mesi successivi, non ha mai smesso di echeggiare nel Palazzo della Regione a guida leghista. Tant'è che adesso lo slogan si sta trasformando in un progetto di legge. Anzi tre progetti di legge, che hanno ricevuto il primo via libera in Commissione affari istituzionali del consiglio regionale, e prevedono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso ad asili e servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in Veneto da almeno 15 anni. Si tratta solo del primo passo, ma ce n'è abbastanza per scatenare un mare di polemiche e l'indignazione di tanta parte della popolazione veneta e non.

  Nicola Pellicani: "Asili e buoni scuola per i veneti doc" Pd e Udc contro Zaia: discrimini i bimbi

"L'ennesimo colpo inflitto all'economia domestica, è la volta dei libri di testo scolastico che fino all'anno scorso erano consegnati gratuitamente. Il killer di questo ennesimo atto vandalico nei confronti delle famiglie italiane è iil ministro dell'Interno Roberto Maroni. Anche se il mandante è sempre lo stesso, cioè il Governo Berlusconi...

  LA PRIMA PAGINA: Il governo abolisce la gratuità dei libri di testo nella scuola elementare

Le aule delle scuola italiane scoppiano: record a Milano con una classe con 56 iscritti. Nonostante il ministro Gelmini dica che il fenomeno riguardi solo lo 0,6 per cento del totale, il Condacons ha promosso una class action al Tar del Lazio contro il ministero dell'Istruzione

  Augusto Pozzoli: Dal Nord al Sud è emergenza sovraffollamento classi



LOTTA ALLA MAFIA



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XVIII anniversario del martirio di 3P ucciso dalla mafia


Il 15 settembre 1993, fu assassinato padre Pino Puglisi, che accolse il suo sicario con un sorriso “me l’aspettavo”. Era il parroco della chiesa di san Gaetano.
Ad ucciderlo, l’amore per il suo quartiere, Brancaccio, il suo impegno a promuoverne lo sviluppo sociale, sottraendo manovalanza a Cosa Nostra.

 
Padre Pino Puglisi. L’altra faccia della Chiesa

... Aver seppellito Padre Puglisi, ricordarne ogni anno il suo eccidio, titolare strade, scuole, palestre, biblioteche in suo nome non serve a nulla se lì, proprio lì, a Brancaccio, nessuno vuole impegnarsi.
Questo significa che la mafia ha vinto: essa si è liberata di una persona scomoda per quel territorio...
Non ci sono più scusanti per non testimoniare il vero amore che avete avuto per Padre Puglisi.
Possa lui dal cielo seguire i nostri e i vostri passi nella speranza che un giorno possa scrivere "I Nostri Passi".

  XVIII Anniversario dell'uccisione di Padre Pino. "Cercasi Profeta in Patria"

 video dal film "Alla luce del sole":  Non aver paura di rompere le scatole

   PROGRAMMA per il XVIII anniversario dell'uccisione del Servo di Dio Padre Pino Puglisi

  Visita:
  • Sito ufficiale dell'Associazione Intercondominiale Quartiere Brancaccio
  • Sito Ufficiale su Padre Pino Puglisi dell'Arcidiocesi di Palermo
  Guarda anche il nostro precedente post:
XVII anniversario del martirio di 3P ucciso dalla mafia
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Palermo: fiaccolata per don Pino Puglisi (video)

Fiaccolata a Brancaccio per don Pino Puglisi nel 18° anniversario della sua uccisione avvenuta per mano di un sicario davanti il portone della sua casa popolare di piazzetta Anita Garibaldi nel quartiere periferico dello Sperone a Palermo. La silenziosa fiaccolata ha attraversato le strade a ridosso della linea ferrata Palermo-Messina fino ai campetti di calcio voluti da don Pino e finalmente consegnati ai ragazzi del quartiere
(Servizio di Salvo Sbacchis)

 video

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‎"A TESTA ALTA Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario" di Bianca Stancanelli

«Era un uomo buono solo disarmato. In quattro andarono a sparargli. Lo spiarono, lo seguirono, lo raggiunsero sul portone di casa. In silenzio gli andarono alle spalle. Lo fermarono. E per fermarlo lo chiamarono padre, perché era un sacerdote».

  la scheda del libro A TESTA ALTA Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario

"Qué importa nuestra codardía si hay en la tierra un solo hombre valiente...": questa è l’epigrafe, tratta da Jorge Luis Borges, che Bianca Stancanelli ha scelto per il suo bellissimo libro A testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario, nel quale racconta la storia di Padre Pino Puglisi, prete-coraggio che cercò tenacemente agli inizi degli anni 1990, insieme ad uno sparuto numero di "amici", di far conoscere e provare alla gente del rione Brancaccio, alle porte di Palermo, cosa potesse voler dire vivere nel rispetto delle regole e delle libertà di ogni essere umano. Rimase solo in questa sua battaglia, e fu ucciso. Non possono qui non tornarci ancora una volta alla mente, purtroppo, le terribili parole di Giovanni Falcone: "Si muore perché si è soli… Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere".
Fin dalle prime pagine dell’appassionante e coinvolgente libro della Stancanelli, il lettore si rende conto di trovarsi di fronte veramente ad una persona non comune, un uomo di fede, solo, che chiarì subito con fermezza al gruppo di giovani che gli erano vicini e che gli chiedevano di essere un prete di sinistra, di fare politica come il suo predecessore, che lui non voleva avere nulla a che fare con la politica...

   Recensione del libro A testa alta di Bianca Stancanelli a cura di Marzio Dazzi & Paolo Migone


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Palermo ricorda padre Pino Puglisi nel 18° anniversario dell’assassinio. Stasera a Brancaccio si snoderà una fiaccolata.
Alle ore ore 21.00 il corteo si preparerà per la fiaccolata: partenza da p.le Anita Garibaldi (luogo dell’uccisione di Don Pino) e arrivo al Centro Polivalente Sportivo, via San Ciro 23H.
All'arrivo al Centro Polivalento Sportivo il corteo ascolterà la riflessione di Padre Francesco Stabile.

  Mafia, diciotto anni fa il delitto di Padre Puglisi





FEDE E
SPIRITUALITA'



“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011

TRACCE DI SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI

Credevamo che lo sviluppo scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa, anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al fondo, come  realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i nostri privilegi...

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.

  Editoriale (Pdf)

  Sommario (Pdf)


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Il grande mistero della Madonna: tutto su Maria di Nazareth


Nel giorno in cui la liturgia celebra il Santissimo Nome di Maria proponiamo questo interessante dossier apparso sul periodico di divulgazione scientifica Airone, firmato da Isabella Vergara.

È la donna più famosa di tutti i tempi. Su di lei sono stati scritti oltre 200 mila libri. A quasi duemila anni dalla sua morte, la ragazza di Nazareth continua ad attirare decine di milioni di fedeli nei santuari di tutto il mondo. Il network a lei dedicato, Radio Maria, segna ascolti da record (1 milione 871 mila fedeli al giorno solo in Italia). 
Ma chi era davvero la mamma di Gesù? La parola agli storici...

  Il grande mistero della Madonna: tutto su Maria di Nazareth


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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"

  Esaltazione della Croce

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  La Bibbia in un frammento

“Tutto è puro
per chi è puro.
Ma per i corrotti
e i senza fede
nulla è puro:
sono corrotte
la loro mente
e la loro coscienza." 
(Tito 1,15)

  Gianfranco Ravasi: La purezza del cuore


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“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”
- XXV Congresso Eucaristico Nazionale - Ancona 3 /11 settembre 2011/2


Ad Ancona il Papa conclude il Congresso eucaristico nazionale mettendo in guardia da un modello di sviluppo che non abbia al centro l’uomo
Un modello di organizzazione sociale che punta solo sul benessere materiale prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione in Cristo, finisce per «dare agli uomini pietre al posto del pane». Benedetto XVI usa un’immagine evangelica eloquente per ricordare che i sistemi ideologici e politici basati unicamente sulla «forza del potere e dell’economia» non hanno passato il vaglio della storia. «L’uomo — avverte durante la messa presieduta domenica mattina, 11 settembre, ad Ancona, a conclusione del XXV Congresso eucaristico nazionale — si comprende solo a partire da Dio»: la relazione con lui, infatti, dà «consistenza alla nostra umanità» e rende «buona e giusta la nostra vita». 
In questo senso l’Eucaristia è il punto di partenza «per recuperare e riaffermare il primato di Dio».

   Le pietre e il pane

Nel cantiere navale paralizzato dalla crisi economica, Benedetto XVI invoca «impegno contro la disoccupazione e il precariato». Davanti ai centomila pellegrini del Congresso eucaristico e a tanti operai cassintegrati e allo loro famiglie, il Papa si concentra sui problemi concreti, sollecita stili di vita e di consumo più sobri, mette in guardia dall'individualismo e dalla dittatura della tecnica e del profitto. E scandisce: «Hanno dato agli uomini pietre al posto di pane».

  "Basta precari. Lo sviluppo guardi all’uomo"

Si è concluso il 25° Congresso eucaristico nazionale. Otto intensi giorni di riflessioni, preghiere, testimonianze e condivisioni di esperienze all’insegna della preghiera viva del Signore risorto.

   Ancona, otto giorni di preghiera viva

“Non è stata una parentesi o una distrazione, ma una sosta preziosa per metterci di fronte al Mistero da cui la Chiesa è generata e ritornare senza indugio alla nostra missione di testimoni del grande «Sì», che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e intelligenza”. Così il Comitato organizzatore del XXV Congresso Eucaristico Nazionale (Ancona, 3-11 settembre 2011) nel Messaggio emesso a conclusione dell'evento.

   Messaggio.doc

Guarda anche il nostro preceente post:

  “Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana” - XXV Congresso Eucaristico Nazionale - Ancona 3 /11 settembre 2011.

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 L’Eucaristia nella vita quotidiana era il tema del Congresso di Ancona. Più che un titolo, una necessità, perché se non si partecipa a quel banchetto, si toglie aria allo spirito, si smarrisce il coraggio del perdono, le mani restano chiuse.

 Riccardo Maccioni:  Della bellezza di unirsi a Cristo

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“Convivere – il nostro destino”
25° Incontro mondiale di preghiera per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio - Monaco di Baviera 11/13 Settembre

Grande commozione questo pomeriggio a Monaco di Baviera all'apertura ufficiale del 25° Incontro mondiale di preghiera organizzato, come tradizione, dalla Comunità di Sant’Egidio. Il titolo dell’edizione di quest’anno, Bound to live toghether, invita tutti nell’epoca della globalizzazione, e in primis gli esponenti delle principali religioni del mondo, a ripensare i modelli di convivenza, a trovare nuove forme di dialogo, a opporsi con tutte le forze alle potenze di morte che stanno portando dovunque, anche in questi ultimi giorni, il loro seme di morte. 

  Monaco, al via l'incontro della pace

Nella stupenda cornice della Residenz, magione e sede del governo dei principi bavaresi per oltre tre secoli, il Presidente della Repubblica di Germania Christian Wulff, nel suo discorso di apertura ha lodato l’attività di Sant’Egidio nel favorire il dialogo tra persone di culture molto diverse tra loro. «Il messaggio cristiano è l’amore per i nemici e in questa logica Giovanni Paolo II organizzò nel 1986 l’incontro mondiale di preghiera», ha ricordato il politico. «È necessario respingere la violenza con il dialogo ma dobbiamo prendere atto che molti cristiani sono perseguitati in tutto il mondo; e per tutti ricordo il cristiano Shabaz Bhatti, ex ministro per le minoranze in Pakistan ucciso qualche mese fa», ha detto fra gli applausi dei presenti. Un ricordo che ha assunto un carico simbolico molto forte se si pensa che in sala era presente il fratello di Shabaz, Paul, relatore in alcuni dei forum dei prossimi due giorni.

  In nome dello "Spirito di Assisi"

In un forum dell'Incontro internazionale della pace in corso a Monaco ha parlato Paul Bhatti, fratello di Shabaz, trucidato in Pakistan lo scorso marzo dalle mani dei talebani.

  Martirio, seme di speranza

Angela Merkel è intervenuta oggi a Monaco: "Libertà, responsabilità e diritti umani sono i mattoni dell’Europa costruiti in secoli di lotte e possiamo dire che oggi l’Europa è solida".

  Le religioni, mattoni d'Europa

Il sito della Comunità di Sant'Egidio trasmette in diretta web tutto l'evento, clicca qui per la pagina del palinsesto

La cerimonia finale è trasmessa anche su TV2000 eTELEPACE con il commento di Paolo Fucili, Mario Marazziti e Mario Giro
Queste sono le coordinate per chi volesse vedere i canali via satellite:
 W2a at 10° East
Txp. F5 Slot 1-3 (9 Mhz Ku-slot)
Mpeg2 - 4:2:0
UL: 14.176,83 Mhz/ Vertical
DL: 12.676,83 Mhz/ Horizontal
6.1113 Msym / s

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Dunque, “bound to live toghether”, “destinati a vivere insieme”, come recita il titolo di questo Incontro mondiale della pace, che porta per il 25° anno consecutivo per le città del nel mondo il testimone dello “Spirito di Assisi”. E uno dei grandi messaggi che vengono da Monaco è che a questo mondo oggi manca un’anima, un surplus e un carico di speranza, soprattutto tra i giovani, per un futuro che la globalizzazione da sola, pur essendo una grande risorsa, non riesce a dare.

 Stefano Stimamiglio:  2012, arrivederci a Sarajevo

“Dopo dieci anni segnati dalla cultura della violenza e dalla follia del terrorismo, in un mondo apparentemente dominato dal capitalismo sregolato, ci siamo fermati semplicemente a pregare, ad ascoltare e a scrutare il futuro”. E ancora, “La globalizzazione è una buona risorsa, ma ha bisogno di un’anima.”  
Queste riflessioni facevano parte dell’Appello finale per la Pace del 24˚ incontro annuale internazionale interreligioso della comunità di Sant’Egidio, tenutosi quest’anno a Monaco, e pronunciato davanti ai rappresentanti delle religioni del mondo su un palco di fortuna di fronte ad un pubblico entusiasta nella centralissima Marienplatz. E’ stato proclamato alla conclusione di tre giorni di riunioni e dibattiti in cui eminenti personalità diplomatiche e religiose, a turno, hanno analizzato le principali questioni geopolitiche e spirituali più attuali...

 Lisa Palmieri Billing:  Un messaggio di pace da Monaco


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PERCHÉ LA SOFFERENZA? di Arturo Paoli nel QUADERNO DI SETTEMBRE 2011 di OREUNDICI


Come sacerdote nei molti luoghi in cui ho svolto il mio progetto di vita, mi sono trovato di fronte all'enigma del dolore. Sempre la stessa domanda e sempre la difficoltà di trovare una risposta: perché soffriamo? Perché tanto dolore? Fra i poveri delle favelas piuttosto che la richiesta di chiarire il perché, si attendevano da me parole di conforto, di incoraggiamento e anche la manifestazione di buon umore permanente. In un libro scritto molti anni fa avevo confrontato l’atteggiamento di fronte al problema del dolore di due donne di condizione ben diversa, la donna ricca e la donna povera...
 In conclusione devo dire che ho trovato più gioia, più speranza, più voglia di vivere nelle favelas che negli ambienti ricchi. Il che vuol dire che le sofferenze e i dolori non sono solamente legati ad avvenimenti esterni a noi, ma sono anche frutto di un condizionamento psicologico...
Esistono sofferenze necessarie, senza le quali è impossibile crescere o trovare il veramente nuovo e originale. Spesso questa sofferenza che ha un aspetto anche sconvolgente, diventa capace di trasmettere veramente pace...

  PERCHÉ LA SOFFERENZA? di Arturo Paoli

Cari amici, Vi consegno alla fine dell’estate questo quaderno che riporta i pensieri, le relazioni, le riflessioni del terzo incontro Dialoghi sulla fede su “Dio e la difficoltà del vivere” che si è svolto a Roma nello scorso mese di giugno...

   L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO


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Enzo Bianchi e la comunità di Bose nel dossier del mese di Settembre di “Jesus”


L’ultimo numero del mensile dei paolini “Jesus” ha dedicato la copertina e un trionfale dossier di 33 pagine alla comunità di Bose e al suo fondatore e priore Enzo Bianchi.
Nei rilanci che il dossier ha avuto sui media, la maggiore evidenza è stata data a un lamento che Bianchi canta e ricanta da anni: sull’afonia del laicato.
In politica e nella Chiesa, dice, i laici “è come se non ci fossero più”, perché “la voce che spettava loro l’hanno assunta alcuni vescovi”

  I silenzi del priore di Bose

Il priore di Bose fa il punto sulla vita della sua Comunità: «È diventata una realtà più grande di quella che pensavo». Sulla vita religiosa: «Oggi è più difficile la perseveranza che non la vocazione». E sulla Chiesa: «Ho vissuto la falsità sulla mia pelle». Ma resta sereno: «Il Signore mi ha mandato tanta gente in gamba. Posso tornare alla mia solitudine».

  Enzo Bianchi: vita fraterna antidoto a una Chiesa depressa

A quarant'anni dalla sua nascita ufficiale, la Comunità monastica di Bose è cresciuta e si è consolidata. Ma senza perdere lo spirito profetico e la radicalità evangelica degli inizi.

  Bose: Bibbia e libertà


Tra i tanti nostri post precedenti sulla comunità di Bose riproponiamo:

  Bose, ovvero la pratica della bellezza


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‎"Storia di un uomo . Ritratto di Carlo Maria Martini" di Aldo Maria Valli


Sono una sessantina i libri in commercio che recano la firma del cardinal Martini. Negli ultimi anni, soprattutto dopo il rientro da Gerusalemme, l'eminente biblista ha messo a disposizione di tutti la sua opera di «umile comunicatore della parola di Dio». Questa frase è di Ferruccio de Bortoli e si legge nella prefazione al libro di Aldo Maria Valli Storia di un uomo . Ritratto di Carlo Maria Martini (Ancora Editrice). L'abbiamo presa in prestito perché spiega meglio di tanti discorsi le scelte di un porporato che, dopo essere stato successore alla cattedra di Ambrogio e di Carlo Borromeo, ha deciso di vivere sempre più in povertà.

  Martini, il coraggio dell’umiltà di Armando Torno


A colloquio con il cardinale nella casa dei gesuiti a Gallarate

... Per forza di cose il dialogo è fatto di poche parole, e ognuna è come una pepita strappata alla roccia di un morbo spietato che ingabbia la persona e la rende prigioniera del suo stesso corpo. Ma forse, pensandoci, più che un blocco questo è un dono. Il limite diventa risorsa. Si va all’essenziale, ci vuole tanta attenzione reciproca...
Fosse per me, sinceramente, starei in silenzio, ma vorrei anche che questo incontro potesse diventare un regalo, per quanto piccolo, ai tanti che vogliono bene al cardinale. E allora decido di partire da un punto che potrebbe sembrare lontanissimo da lui. Rivolto a questo grande vescovo, parto da una piccola donna, Madre Teresa di Calcutta, e da una sua rivelazione...

  Martini, la parola e il dolore di Aldo Maria Valli


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


Sono in tanti in questi giorni a domandarsi che cosa cambierà nella Chiesa ambrosiana con la partenza del cardinale Tettamanzi e l'arrivo del suo successore Angelo Scola...
Ha avuto coraggio, il cardinale Tettamanzi. Per difendere gli immigrati e la libertà di culto (leggi moschea) ha sfidato l'impopolarità. Per condannare la corruzione e le degenerazioni della politica ha fatto abbassare gli occhi a molti amministratori. In cambio ha ricevuto l'applauso e il calore di una città che sembrava smarrita: le ha restituito fiducia, orgoglio, visione; e in breve ne è diventato la coscienza civica. Il «grazie» che ieri mattina gli è arrivato al telefono dal cardinal Martini non era scontato: è anche il nostro.

 Giangiacomo Schiavi:  La forza dell'esempio (pdf)


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Chiesa e politica: oggi è ancora lecito sognare?

Con l’Italia sull'orlo del baratro la Chiesa resta aggrappata al dogma che Berlusconi non va messo di fronte alle sue responsabilità. Invece di fare capire al più indegno premier della Repubblica che l’Italia ha bisogno di altro, la gerarchia ecclesiastica continua ad attestarsi su esortazioni generiche. Non fa l’unica cosa che dovrebbe: ritirargli la cambiale in bianco concessagli per diciassette anni.

  Chiesa, la svolta non c’è stata

Di fronte alla drammatica cronaca politica e sociale è naturale che vescovi e laici sentano il disagio, lo scandalo e il pericolo. Non pochi fanno l’esame di coscienza, si sentono in colpa e si giustificano dicendo che mai avrebbero immaginato il danno che un mondo di mediocri cortigiani avrebbe portato all'economia  alla giustizia, alla democrazia e alla moralità dell’Italia. Convegni, interventi, dibattiti, omelie, articoli e manifesti lo testimoniano.
Da un lato c’è l’indignazione nella base cattolica più consapevole. Dall’altro lato ci sono i tentativi di mettere assieme qualche nuovo soggetto politico per una “santa alleanza”.

  Dc, il sogno d’estate della Chiesa

Gli uomini contano...
Il nostro agosto 2011 ci ha insegnato come una crisi economica possa diventare il momento e l’alibi di un grande tentativo reazionario, fino ai limiti di un sovvertimento del sistema.
Questi sono i colpi di mano che il governo ha tentato col pretesto della crisi...

  Il golpe di Berlusconi

C'è uno scarto vistoso, fra le parole che si colgono in Vaticano su Silvio Berlusconi, e quelle dei berlusconiani sulla Chiesa cattolica. Parlano entrambi della «diga» rappresentata dal Cavaliere in questi anni. Solo che nell'episcopato si comincia a pensare che sia crepata e sul punto di crollare. Anzi, qualcuno cerca di prepararsi all'uscita di scena del Cavaliere, e di mostrare che i legami col suo centrodestra non sono stati stretti come appaiono: quasi il Vaticano temesse di rimanere schiacciato dalle macerie.
Gli uomini più vicini al presidente del Consiglio, invece, suggeriscono cautela. Negano qualunque ostilità o presa di distanza della Santa Sede e dei vescovi da Berlusconi. E invitano i loro pii interlocutori a non darlo per spacciato.
Si tratta di un rompicapo politico che sarà difficile risolvere a breve. Gli appelli delle gerarchie cattoliche a fare emergere una nuova classe politica finora sono caduti nel vuoto.

  I dubbi della Chiesa sul dopo Cavaliere

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Festival della Dottrina Sociale della Chiesa - Verona 16/18 settembre


Tre giorni di incontri, manifestazioni e dibattiti dedicati al rapporto tra Dottrina Sociale della Chiesa e il mondo dell’economia, con particolare riferimento ai temi dell’etica, della formazione e della responsabilità sociale dell’impresa. 
Questo il tema centrale del primo Festival della Dottrina Sociale, che si svolgerà a Verona dal 16 al 18 settembre e che sarà concluso, la mattina di domenica alla Gran Guardia, da una «lectio magistralis» del cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede. Per il Festival è previsto a Verona l’arrivo di migliaia di giovani da tutta Italia

  C’è il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa

  Videointervista al Dott. Claudio Gentili, portavoce del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa

  PROGRAMMA

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Un ricordo di Giancarlo Zizola



Giancarlo Zizola ci ha lasciati. E' morto ieri mattina a Monaco di Baviera, dove aveva seguito per il quotidiano “Repubblica” il meeting interreligioso della Comunità di S. Egidio.
Tra quanti si occupano di informazione religiosa e vaticana in particolare, in Italia ma non solo in Italia, era da molti considerato il migliore, il più attento, esperto ed equilibrato. Ma anche determinato nel difendere l'autonomia professionale dalle numerose pressioni che, sulla sua attività di vaticanista, non di rado venivano esercitate dagli ambienti ecclesiastici e curiali. Ciò anche negli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II, che lo ebbero tra i più seguiti cronisti in quella stagione di rinnovamento come di durissimi scontri all'interno del mondo cattolico.
In questa triste occasione, è la “schiena dritta” di Giancarlo che vorrei brevemente ricordare...

  La “schiena dritta” di Giancarlo Zizola

No, non pubblicava chiacchiere, il carissimo Giancarlo. Per questo riusciva sempre a stupirci con la sua profonda capacità di individuare, in mezzo a una massa enorme di fatti e discorsi, le realtà profonde della Chiesa, quelle ignorate dalle cronache immediate e, per questo, quasi sempre inedite.
Al Concilio Vaticano II Giancarlo Zizola ha creduto veramente. E ha continuato a crederci anche quando, come accade spesso nella storia del popolo di Dio, al tempo dei profeti è succeduto il tempo dei farisei. Come credente, sapeva stupirci con la riflessione profonda, infinitamente ricca di richiami sapienziali, con la quale manifestava la sua pubblica testimonianza di verità...

  Addio Zizola, giornalista conciliare

Il ricordo del vaticanista di Repubblica Marco Ansaldo
  ''Lo sforzo 'ecumenico' di Zizola'' (audio)

Un maestro, attento osservatore dei fenomeni sociali legati alle fedi ed alle religioni, esperto di teologia, ma - soprattutto - di quella grande stagione di rinnovamento che il Concilio Vaticano II rappresentò per la Chiesa cattolica. Tutto questo era Giancarlo Zizola, scrittore e vaticanista di lungo corso tra i più attenti e preparati, scomparso questa mattina (14/9), a 75 anni, a Monaco di Baviera (Germania) dove aveva seguito il grande meeting interreligioso della Comunità di S. Egidio

  Addio a Giancarlo Zizola vaticanista di Repubblica

La sua domanda, nelle conferenze stampa, era sempre quella che dava profondità al tutto. Giancarlo Zizola, morto questa mattina a 75 anni, conosceva a fondo la materia di cui scriveva, sapeva di teologia come pochi altri nell'ambiente - pur molto preparato - della sala stampa vaticana...

  È morto il vaticanista Giancarlo Zizola. Il ricordo di Carlo Marroni

“Un vero testimone del tempo del Concilio e sinceramente preoccupato di conservarne lo spirito”. Così il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ricorda Giancarlo Zizola: “Era un persona con cui ci si poteva confrontare disponibile ad ascoltare e ad arricchire e modificare la sua prospettiva in dialogo con l’altro. Aveva una conoscenza ormai lunga della vita e della storia della Chiesa e continuava a seguirla con partecipazione sincera, coltivando attese e ideali di povertà, spiritualità e di testimonianza profetica evangelica”. 
Ascoltiamo il ricordo che di Giancarlo Zizola conserva il collega vaticanista e amico Gianfranco Svidercoschi. (L’intervista è di Paolo Ondarza per Radio Vaticana)

  Il ricordo di Gianfranco Svidercoschi (Audio)

Giornalista e credente, dotato di vasta cultura e approfondita capacità di analisi, Zizola amava esprimere «un senso di gratitudine di fronte ai tanti doni ricevuti nella vita, dal seguire il Vaticano II in poi».
Scrittore prolifico ma elegante e di spessore, gentiluomo di altri tempi e cronista con l’entusiasmo di un giovane...

  Scomparso Zizola, osservatore del mondo religioso nel solco del Concilio

... Con lui scompare un vaticanista di livello, credente, dal quale c’era sempre da imparare e con il quale era bello confrontarsi. L’ho sempre trovato disponibile quando avevo bisogno di aiuto: mi sono stati preziosi alcuni sui appunti e agende per il lavoro che ho fatto su Paolo VI. Grazie Giancarlo.

  Ciao Giancarlo

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Rispose alla chiamata del papa al giornalismo di Giancarlo Zizola


Nel 1961 papa Giovanni XXIII mi chiamò a Roma perché voleva che gli otto giornali cattolici italiani avessero un giornalista che si occupasse in modo specifico del Concilio Ecumenico che aveva convocato nel 1959...
pensai che la chiesa, che aveva continuato a procedere con i “freni tirati” almeno dalla crisi modernista, era al limite del surriscaldamento, e che papa Giovanni aveva avuto un'ispirazione dal cielo offrendole la possibilità di cambiare modo di procedere...
Lo “spirito del concilio” non era un'atmosfera vagamente utopistica e romantica. Per quanto mi riguarda, posso dire che colpiva il mio senso della fede cristiana in cui ero stato allevato...
Era la chiesa a farci soffrire, ed era terribile vedere che non riusciva a capire che noi lottavamo per liberarla dalle catene del suo potere politico. Non eravamo i soli a chiedere questo. Appelli per riforme si moltiplicavano tra di noi, come in molti altri paesi. I miei studi negli archivi sul cattolicesimo in Italia negli anni '50 mi rivelarono, ad esempio, che l'invocazione di una riforma della chiesa nasceva dai monasteri di clausura, da settori del clero, dai vescovi stessi.
La brace covava sotto la cenere e aveva solo bisogno di un soffio per riaccendersi. Esistevano nel corpo della Chiesa cattolica correnti di idee, aspirazioni, problemi e richieste che i leader del tempo non permettevano che emergessero, e nei fatti ignoravano e cercavano di impedire. Papa Giovanni aveva preso l'iniziativa di soffiare su quelle ceneri, spingendo la chiesa sulla via del rinnovamento, in un mondo in immensa trasformazione. Questa idea straordinaria di una chiesa che “cambia” ci colpiva profondamente. Non solo ci incoraggiava a rimanere nella fede, ma anche a cambiare noi stessi nella fede...

  Rispose alla chiamata del papa al giornalismo di Giancarlo Zizola (pdf)

Sembra quasi di vederlo, giovane giornalista dei quotidiani del Veneto, mettersi in una stanzetta della sacrestia per scrivere di una visita di Giovanni XXIII appena dopo la Messa. Sembra quasi di vederlo il suo volto di stupore quando Giovanni XXIII, senza alcun preavviso, passa proprio nella stanza dove lui sta battendo a macchina il suo articolo. E sembra quasi disegnarsi sul suo volto l’incredulità quando lo stesso Papa, preoccupato di quel giovane che deve lavorare e per quello ha rinunciato al pranzo, gli fa mandare un piatto di panini.
Quel giovane giornalista era Giancarlo Zizola. E la storia è una delle tante che raccontava – e che poi ha scritto in una lunga autobiografia – riguardo la sua carriera di giornalista.

  Addio a Giancarlo Zizola

Per approfondire:

  La bibliografia di Giancarlo Zizola

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Riproponiamo un'intervista al vaticanista scomparso il 14 settembre. 5 anni di Benedetto XVI, tra aperture progressiste sulla dottrina sociale e spinte regressive in tema di diritti e libertà individuale

  Stefano Iucci: Il Vaticano secondo Giancarlo Zizola


Un cattolico democratico, questo è stato Giancarlo Zizola. Ovvero un uomo che coltivava la fede in Dio e in una vita futura (perché questo significa, al fondo, essere cattolici) e insieme un uomo che coltivava la fede nella capacità degli uomini di vivere insieme secondo uguaglianza e giustizia (perché questo significa, al fondo, essere democratici)...
La sua scomparsa è una grave perdita per il cattolicesimo italiano, soprattutto per quella parte di esso che crede in Dio e al contempo crede nella città dell´uomo, e che lotta perché le due dimensioni, ben lungi dall´essere contrapposte come vuole una certa tradizione, vivano in armonia l´una con l´altra...

  Vito Mancuso: Il cattolicesimo sociale di Zizola grande testimone del concilio (pdf)

Ormai decano dei vaticanisti, Zizola non era solo attento alla notizia, ma aveva un'indubbia capacità di collocarla nella storia, nutrito com'era da una vasta cultura teologica e storica. Il suo era un giornalismo colto, talvolta con accenti poetici e profetici. Del resto aveva al suo attivo tanti volumi di storia del giornalismo e della Chiesa... Era un vaticanista che sentiva con forza la carica di simpatia per gli uomini e l'umano presente nel cristianesimo...

  Andrea Riccardi: Zizola, cronista rigoroso dell'utopia cristiana (pdf)

... Il mondo cattolico ha perso uno straordinario giornalista e saggista che sapeva interpellare criticamente la Chiesa in modo esigente, ma con la durezza dell’amore. Il mondo laico e le altre religioni hanno perso un uomo sempre aperto al dialogo, all’ascolto, al confronto, senza muri ideologici e senza pregiudizi clericali. Davvero, una voce profetica, che ci ha lasciato un po’ più soli.

  Marco Boato: Senza Giancarlo Zizola, tutti un po' più soli

Con la scomparsa di Giancarlo viene a mancare, in Italia, una voce autorevole per aiutare a interpretare il potere sacro e, anche, ove necessario, a denudarne le contraddizioni, partendo dal sentirsi responsabilmente parte in causa per una Ecclesia semper reformanda. Speriamo che la sua eredità sia raccolta, e che il suo modo di fare, ed essere, «informatore religioso» (Giancarlo riteneva infatti del tutto limitativa e riduttiva la qualifica, pur corrente e per certi aspetti inevitabile, di «vaticanista») resti un punto di riferimento per chi voglia essere mediatore attento e pensoso tra vicende ecclesiali e religiose spesso non facilmente decifrabili (o, dal potere, presentate edulcorate nelle loro asprezze) e l’opinione pubblica che, come dimostra proprio il suo caso, è ben lieta di ricevere strumenti di analisi per andare oltre le apparenze delle religioni in genere e delle Chiese in particolare, e cercare di capirne i sommovimenti profondi, le sofferenze, i limiti, i disagi, le storture, le speranze, le proposte e le attese.

  Marco Boato: Giancarlo Zizola: quando un amico se ne va


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Severo nel vedere e nel dire, il card. Bagnasco, presidente della Cei, ha segnalato pubblicamente una piaga nazionale, l’evasione fiscale. In Italia, tocca percentuali del 56,3 per cento nel lavoro autonomo, schizza addirittura all’83,7 per cento tra i grandi operatori diretti. L’esito è allucinante, evasione a 120 miliardi di euro, ogni anno, come tre manovre d’emergenza.

  Giorgio Grigolli: L'evasione non è mai “santa” (pdf)

... Per uscirne è necessario un ritorno alla politica e un ritorno di politici che esercitano in modo esigente la carità cristiana. Sì, veri e propri muli che si impennano nelle salite, anche a rischio di scontentare quegli stessi che li hanno eletti. Perché la politica è un servizio non al capo carismatico e nemmeno al proprio partito e alla claque dei propri elettori, bensì al bene comune.

  Vittorio Cristelli: Buoni muli per l'erta dura (pdf)

Risuonano ancora gli appelli ai “cattolici in politica” della scorsa estate.

  Angelo Bertani: Meglio di destra o divisi?

Complice l’esaurimento di un ciclo politico, il tramonto inglorioso e avvilente di una lunga stagione politica dominata dalla centralità della figura di Silvio Berlusconi si è aperta una riflessione sui soggetti collettivi che potrebbero esprimere un loro protagonismo nella fase che si dischiude davanti a noi.
Tra questi, i cattolici.  

  Franco Monaco: Le colpe dei cattolici

Della differenza tra un partito e un altro, tra un politico e un altro, nei comportamenti, nei contenuti, nei modi di vivere? È con discorsi come quello che ha fatto oggi che pensa di aiutare chi vuol rendere questo un paese migliore? È descrivendo la politica come un’attività svolta da imbroglioni e approfittatori che pensa di aiutare il sorgere di «una nuova generazione di politici cattolici»? 

 Chiara Geloni:  Se il prete è anti-casta



POLITICA


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Il "ministro" Sacconi e la barzelletta che non ci fa ridere... ma ci indigna


... E invece non posso tacere su questa barzelletta del ministro Sacconi. Non ci sono parole. C’è da vergognarsi. E prima di tutto chiedo io scusa in prima persona, come uomo, a tutte le suore e a tutte le donne. Lo stupro è una tragedia, non è lecito scherzarci su! A meno che non si pensi che tutto sommato, spesso la violenza è anche colpa della donna consenziente. Temo che il ministro la pensi un po’ così, o almeno così sembra di intuire dalla barzelletta raccontata. Ma lo sa il ministro, o bisogna fargli il disegno, che ci sono donne che vengono stuprate davvero? Che la stessa cosa capita anche ad alcune suore, in luoghi spesso segnati da guerre e conflitti? Spesso lo stupro è un’arma di guerra...

 
Sacconi, le suore e le scuse mancate

Accade in Italia. Accade che un ministro della Repubblica, commentando una vicenda politico -sindacale, ricorra ad una barzelletta che, in sostanza, nega l'esistenza della violenza sessuale...

  Sacconi non ci fa ridere

  video con il racconto della barzelletta

Mi stupisce e mi sconcerta che un uomo di governo, un rappresentante delle più alte istituzioni del nostro Paese, utilizzi un simile esempio, profondamente fuori luogo e offensivo non solo nei riguardi delle suore, ma di tutte le donne. Ormai nel nostro Paese l’uso della metafora a sfondo sessuale sembra essere diventata una prassi condivisa da uomini pubblici ai più alti livelli politici. Non si rendono conto che non si può e non si deve scherzare in nessun modo e in nessun caso sulla violenza perpetrata nei confronti delle donne? Tanto più se si chiamano in causa delle religiose, che spesso hanno dato - e continuano a farlo - la loro stessa vita per difendere la dignità della donna e di ogni essere umano. È vergognoso e intollerabile!

  Io, suora, offesa dal ministro di suor Eugenia Bonetti

  Ricordiamo anche l'intervista a Suor Rita Giaretta: ''Sacconi mi fa pena'' (video) già segnalata nella nostra pagina sociale in Face Book "Quelli della Via"


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Ballarò ricomincia con un confronto al vertice. Faccia a faccia tra i due segretari dei maggiori partiti italiani: Angelino Alfano (PDL) e Pierluigi Bersani (PD). Ospiti della prima puntata anche Luigi Abete, presidente BNL, Jacopo Morelli, presidente giovani di Confindustria, Mario Sechi, direttore del “Tempo”, Antonio Polito editorialista Corriere della Sera, Giacomo Vaciago, economista, Nando Pagnoncelli,  presidente IPSOS

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza

  BALLARO': ALFANO - BERSANI (video)

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Inaccettabili parole di Sacconi sui referendum. Si dimetta.

  ACQUABENECOMUNE: Comunicato stampa

Il ministro del Welfare ha dichiarato davanti alla platea di Confindustria: "Il risultato della consultazione non è definitivo". Parole che hanno scatenato la reazione di chi si era mobilitato per la raccolta firme: "Si dimetta"

  IL FATTO QUOTIDIANO: Sacconi contro l’esito del referendum sull’acqua. E sul web scoppia la rivolta

 Il ministro del welfare attacca i referendum: «Sono da superare». Il governo gioca tutte le carte contro la volontà di ventisette milioni di italiani. Dura reazione dei movimenti.

  Andrea Palladino: "Altro che sorella acqua" Le parole golpiste di Sacconi

Sì, Berlusconi si sta rivelando un pessimo presidente del Consiglio, non si sa come mandarlo via e di fronte alla crisi economica il governo si è mostrato di una pochezza e una goffaggine uniche. Sì, l'opposizione riesce solo a balbettare ma non è capace di nessuna proposta alternativa seria. Sì, la maggioranza è spaccata e l'opposizione è divisa. E per finire c'è l'abominevole casta che tutti ci sentiamo così bravi e onesti a detestare. È tutto vero, sì, l'Italia è tutto questo.
Ma chi cerca di non fermarsi alla superficie sa che nessuno di quelli ora detti è il problema vero del Paese.
Il problema vero, profondo, strutturale dell'Italia sta altrove. Sta nell'esistenza di un immane blocco sociale conservatore il cui obiettivo è la sopravvivenza e l'immobilità. Nulla deve cambiare. È questo il macigno che ci schiaccia e oscura il nostro futuro

  Ernesto Galli della Loggia: Conservatori e immobilisti

Dopo gli annunci dei politici di voler usare la scure per abbattere i privilegi di cui godono, la manovra chiede sacrifici ai cittadini ma risparmia proprio la casta politica. 

  FAMIGLIA CRISTIANA: Le promesse non mantenute

POLIZIOTTI CONTRO LA «CASTA»

I pranzi scontati dei parlamentari suscitano l’ira di un sindacato degli agenti: «Così vediamo se il gas fa male»

 Fabio Savelli: Lettera-choc del Coisp ai politici «Voglia di tirarvi i lacrimogeni»





 BENEDETTO XVI
 


      Angelus - 11 settembre 2011 (Ancona)

     Udienza - 14 settembre 2011, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", Salmo 22 (21)


     Discorso - Incontro con i giovani fidanzati in Piazza del Plebiscito (Ancona, 11 settembre 2011)

     Discorso - Ai partecipanti all’Incontro per i nuovi Vescovi promosso dalla Congregazione per i Vescovi (15 settembre 2011)

     Omelia - Concelebrazione Eucaristica a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale Italiano nel Cantiere Navale di Ancona (11 settembre 2011)

     Visita Pastorale ad Ancona per la conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale (11 settembre 2011)



OPINIONI E COMMENTI


... Il frutto maturo dello spirito dei due papi è stato il Concilio Vaticano II e, in particolare, la Gaudium et Spes.
Ma poi il Concilio è stato “corretto” o, più esattamente, tradito. Sono stati altri due papi, non italiani, Wojtyla e Ratzinger, a innestare la retromarcia e riportare la Chiesa nell’alveo della “cristianità cattolica italiana”! ...
A questo punto, lo dico piangendo, la Chiesa che non è il fine, ma il mezzo per la realizzazione del Regno, diventa molto relativa, come uno strumento spuntato... In forza della fede, con i cristiani, io dico che Gesù rappresenta la Via da percorrere come pellegrini della Libertà, della Pace e della Verità. Questo mi basta.

 Arnaldo De Vidi: Il peccato contro la speranza (pdf)

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Pedofilia, attacco alla Chiesa

La richiesta di processare per "crimini contro l’umanità" il Papa, per aver tollerato crimini sessuali contro bambini in tutto il mondo. Accusa totalmente indondata. Ecco perché.

 Saverio Gaeta: Le accuse alla Santa Sede

 Saverio Gaeta: Gli interventi di Benedetto XVI

Il Papa denunciato alla Corte penale internazionale dell’Aja. E con lui i cardinali Bertone, Sodano e Levada. L’accusa: stupro, violenza sessuale e tortura. Motivata in 20mila pagine di denuncia, tesa a dimostrare che il Vaticano «tollera e permette la sistematica e diffusa protezione» di chi commette abusi e molestie su minori in tutto il mondo. Non è la trama di un fantathriller.

 Salvatore Mazza: Enorme piccineria

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Non è soltanto una parte della chiesa tedesca che chiede al Vaticano, come dimostra la recente intervista rilasciata al settimanale Zeit dal capo dei vescovi Robert Zollitsch, un ripensamento circa le norme adottate da tempo nei confronti dei divorziati risposati. Ci sono anche i gesuiti statunitensi a suggerire a Roma continue riforme fino a teorizzare, con più articoli pubblicati sul prestigioso mensile Theological Studies con sede a Milwaukee, la possibilità che la chiesa riveda interamente la dottrina circa l’indissolubilità del matrimonio.

 Paolo Rodari: I gesuiti lo fanno strano (pdf)

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Un «preambolo dottrinale» di due pagine, con l’invito a pronunciarsi accettandolo nel giro di un mese o poco più. La trasformazione della Fraternità San Pio X in una «prelatura personale», come l’Opus Dei. Sono queste le proposte che ieri mattina il vescovo Bernard Fellay, superiore dei lefebvriani, si è visto fare a nome del Papa dal cardinale William Levada, Prefetto per la dottrina della fede, e dal segretario della commissione Ecclesia Dei, Guido Pozzo. La vicenda dei seguaci di Lefebvre – l’arcivescovo tradizionalista che contestava le riforme conciliari e che nel 1988 ordinò senza il mandato del Papa quattro nuovi vescovi, creando di fatto uno scisma – è a una svolta: dovranno decidere se rientrare nella piena comunione con Roma oppure rimanere divisi.

 Paolo Rodari: La "pace" concordata tra Vaticano e Lefebvriani

 Se anche i lefebvriani dovessero accettare il “preambolo dottrinale”, è chiaro che non muterebbero il loro giudizio sul Concilio Vaticano II, da essi ritenuto la sentina di tutti gli errori e delle deviazioni dottrinali che hanno afflitto la chiesa negli ultimi cinquant’anni. Deve quindi essere chiaro che una riaccoglienza dei lefebvriani nella chiesa cattolica contemporanea implicherebbe una messa tra parentesi del valore del Concilio e della sua funzione come garanzia dell’impegno della chiesa cattolica al dialogo interreligioso e con l’ebraismo, al riconoscimento della libertà di coscienza, alla tutela della libertà religiosa e per l’ecumenismo e la pace tra i popoli.

 Massimo Faggioli: Quel sì ai lefebvriani che liquida il Concilio


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   Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità  

         

 


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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm