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N. B. La Lectio e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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Libertà religiosa
La manifestazione davanti a Montecitorio
Cresce la preoccupazione per il ministro degli Affari religiosi, Shahbaz
Bhatti
PACE (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Il futuro, credetemi, è un gran simpaticone,
regala sogni facili a tutte le persone... Sogni, promesse volano... Ma poi cosa
accadrà? Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà”.
Iniziare
l’anno con una filastrocca di Gianni Rodari, può aiutare ad essere un po’ più
bambini, a non prendersi troppo sul serio, a non sentirsi i padroni del mondo e,
al di là delle facili promesse, a vedere il futuro con realismo, con la voglia
di fare la propria parte, senza delegare.
Mentre è sempre più incalzante una
rinnovata retorica della guerra, e l’Italia, pur in tempo di crisi, investe 15
miliardi per i nuovi aerei caccia F35, noi rilanciamo con forza e convinzione
l’appello della Tavola della Pace: “L’Italia che amo, che festeggio e che voglio
costruire ripudia la guerra, lotta contro la povertà, taglia le spese militari,
investe sull’educazione, rispetta i diritti umani, cura la Terra”.
l'editoriale di Mosaico di Pace: Non arruoliamo anche i
sogni
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... «Certo - ha detto il vescovo Mattiazzo - sono dispiaciuto per la morte di
questo ragazzo. Ma non sono d'accordo con una certa esaltazione retorica, non
facciamone degli eroi. Magari poi si scopre che un soldato è morto per una mina
fabbricata in Italia...»...
«Ma quelle non sono missioni di pace - ha dichiarato l'altro giorno il vescovo
Mattiazzo -. I nostri soldati vanno lì con le armi...».
Fabrizio Caccia: Il vescovo: quel soldato morto in Afghanistan non è un eroe
La "Tavola
della pace" invita ad appendere sui balconi e alle finestre la bandiera
arcobaleno simbolo dei pacifisti. Flavio Lotti: «l'Italia è un paese fondato sul
ripudio della guerra»
Roberto Zichittella: Pace, sventola la tua indignazione
ACQUA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"I fiumi battano le mani".
Sono le parole del Salmo 98 che mi sono improvvisamente affiorate alla mente
quando mi è stato comunicato che la Corte Costituzionale aveva dato il via al
referendum sull'acqua. Dopo anni di impegno, un sussulto di gioia e di grazie al
Signore che riesce ancora a operare meraviglie, e un grazie allo straordinario
"popolo dell'acqua" che ci ha regalato in due mesi un milione e mezzo di firme.
La Corte ha approvato due dei tre quesiti referendari: il primo, che afferma che
l'acqua è un bene di non rilevanza economica, e il terzo che toglie il profitto
dall'acqua.
Referendum acqua “Fiumi
battete le mani!” di Alex Zanotelli
Leonardo Boff lo ha definito “uno dei
migliori documenti che ho letto negli ultimi anni”, “un testo che farà storia”.
Di sicuro, la Lettera pastorale del vicario apostolico di Aysén, in Patagonia,
mons. Luís Infanti, dal titolo “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana”, è
destinata a lasciare il segno.
“DACCI OGGI LA NOSTRA ACQUA
QUOTIDIANA”. LETTERA PASTORALE DI UN VESCOVO DELLA PATAGONIA
la traduzione dallo spagnolo dell’introduzione della Lettera pastorale di
mons. Infanti.
LA PATAGONIA ALZA LA
VOCE
Parte la fase finale della campagna
referendaria
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Dal suicidio di Mohammed Buoazizi, che si è dato
fuoco per protesta in Tunisia e da cui tutto è cominciato, fino ai cortei
egiziani contro Mubarak: questi gli eventi principali
La corruzione dei governi, il ruolo dei militari,
il rischio di un effetto domino. Peacereporter ha sentito uno dei massimi
studiosi dei regimi mediorientali
Intervista a Henry Clement Moore
EGITTO
Ore di ansia per la nuova, grande, manifestazione
nella capitale egiziana
Silvia Mollicchi: Il giorno più lungo
La più grande manifestazione popolare dal 1981. Da ieri, migliaia di
persone protestano in Egitto contro il presidente Hosni Mubarak, sull’onda di
quanto avvenuto in Tunisia. Sono quattro i morti negli scontri di ieri, mentre
almeno 1000 persone sono state arrestate da martedì.
Ismail Ali Farah: Egitto, trema Mubarak
SUD SUDAN
In attesa di conoscere i dati del referendum per l’autodeterminazione
del Sud diamo spazio alle riflessioni di due missionari comboniani – Salvatore
Pacifico, già provinciale a Khartoum, e Daniele Moschetti, provinciale a Juba – testimoni di
quanto sta accadendo e conoscitori delle dinamiche sociali e politiche del
paese. Intanto torna libero Mudawi Ibrahim Adam, attivista per i diritti umani.
SOMALIA
Milizie private, esplorazioni petrolifere e
dichiarazioni di fuoco contro il governo somalo. Lo staterello semiautonomo
ormai guarda altrove
GABON
Il leader dell’opposizione, André Mba Obame, si è autoproclamato capo
dello stato e ha formato un altro governo. Poi si è recato nella sede Onu di
Libreville con una lettera per Ban Ki-moon. Situazione incerta.
NIGRIZIA : Gabon: due presidenti
Secondo molti l'attuale primo ministro sarebbe
appoggiato dal movimento sciita Hezbollah e dall'Iran di Ahmadinejad che vede
nel paese dei cedri un possibile in funzione anti-Israele
Erminia Calabrese: Perché
Tripoli non è più la città di Miqati?
Rivelazioni scottanti, ma evidenti per tanti da
molto tempo. La Palestina esisterà solo rinunciando a se stessa
I
NOSTRI TEMPI /
Interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Durante la tradizionale cerimonia di
inaugurazione, che potrà essere seguita in diretta su un mega schermo nella
piazza antistante la Biblioteca universitaria (via Balbi), l'Ateneo conferirà la
laurea honoris causa in Giurisprudenza a Roberto Saviano per, come si legge
nella motivazione della Facoltà, l'importante contributo prestato, attraverso la
sua coraggiosa attività di giornalista e di scrittore, alla lotta contro la
criminalità organizzata e alla difesa nel nostro Paese del principio di
legalità, asse portante dello Stato costituzionale e democratico di
diritto...
Inaugurazione anno accademico:
a Saviano la laurea honoris causa in
Giurisprudenza
«Mi fa letteralmente orrore che una persona
come lui, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla
battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della
legalità, sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello
per cui ha sempre proclamato di battersi». È una sconfessione in
piena regola, quella di Marina. Una scomunica. Quasi un addio. E probabilmente
lo è sul piano umano.
Saviano dedica la laurea al
pool E Marina s’indigna: «Fa orrore»
Ho ricevuto
la laurea honoris causa in Giurisprudenza, mi è stata conferita dall'Università
di Genova; è stata una giornata per me indimenticabile. Credevo fosse
fondamentale impostare la lezione, che viene chiesta ad ogni laureato, partendo
proprio dall'importanza che il racconto della realtà ha nell'affermazione del
diritto...
Mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle
parole di un editore l'espressione "orrore" non verso di me, per una dedica di
una laurea in Legge fatta ai magistrati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola
"orrore" fosse stata spesa per tutti quegli episodi di corruzione e di
criminalità che da anni avvengono in questo paese, dalla strage di
Castelvolturno sino alla conquista della 'ndrine di molti affari in Lombardia.
Ma verso questi episodi è stato scelto invece il silenzio...
Il vero "orrore" è isolare i
magistrati
Saviano, lezione di legalità
all'università (video)
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Per anni. Anzi. Scusate. Per decenni la TV di Stato e le Tv private hanno
violato l’immaginario di un’intera generazione facendo passare il messaggio: “se
non appari non esisti”. Punto.
Uno
degli artefici di questa intera programmazione ne è rimasto, suo malgrado,
intrappolato. Succede anche agli spacciatori di divenire dipendenti. Dal testare
al provare la droga sino alla dipendenza e la conseguente schiavitù. Pietà.
Ma
altrettanta pietà va nei confronti dei genitori che inducono le giovani figlie
ad infilarsi tra le lenzuola dei potenti...
Come un
dopoguerra
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Scelte politiche
sbagliate tagliano le risorse ai servizi sociali e progettano di privatizzarli.
Condannando con ciò all’emarginazione tanti cittadini impoveriti. Bisogna
reagire, come sta avvenendo a Napoli.
Privatizzare
il welfare? Follia! di Alex
Zanotelli
WikiLeaks ha reso pubbliche
le bugie, le ipocrisie, i doppi giochi delle grandi potenze. Ed è stato un gran
servizio all’opinione pubblica stampare quei dispacci sui principali giornali
liberi del mondo, selezionati e presentati con un metodo giornalistico che dà
maggior affidamento.
Le
nuove frontiere dell’informazione di Gad
Lerner
Riflettiamo su come un
cristiano deve incontrare ogni altro uomo. Specie se
bisognoso.
Fratelli,
non mendicanti di Giampietro
Baresi
Il 2010 è stato positivo e
le previsioni dicono che l’economia crescerà ancora quest’anno. E c’è chi si
attrezza per il nucleare.
L’Africa
accelera di Riccardo
Barlaam
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Il giorno della memoria
Capita di domandarsi, assistendo al moltiplicarsi delle iniziative in
occasione del 27 gennaio, che cosa avrebbe detto Primo Levi di fronte a
quest'ipertrofia della memoria, lui che fin dai primi anni tanto ne aveva
orientato i percorsi. Perché nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati, egli
ci appare consapevole della necessità di un ripensamento, o meglio di un
approfondimento, non certo sulla necessità o meno di ricordare, ma sul senso da
dare a questa memoria. Un punto su cui sempre più negli ultimi anni ci si
interroga, ebrei e non ebrei: cosa ricordare e perché?
Giorno della memoria. Che cosa
ricordare e perché farlo
Informazioni sulle
iniziative correlate con il "Giorno della Memoria" Eventi nazionali
il dossier del
sito del Governo
la pagina del
sito dell'Ufficio Nazionale per la pastorale dei Rom e dei Sinti
Giornata della Memoria 2011 - Tutti i programmi tv in ricordo
dell'Olocausto
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
... «Quello che avete visto è solo un piccolo spiraglio – ricorda Martini ai ragazzi
- erano 1632 campi di eliminazione nazisti e se oggi, giorno della memoria, si
celebra l’anniversario della liberazione di Auschwitz, non dobbiamo dimenticare
che in questi stessi giorni, fino al 5 maggio a Mathausen erano ancora in
funzione camere a gas e crematori». Tutto nell’indifferenza generale.
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Riparte il treno della memoria, il settimo, un convoglio speciale che dal 24 al
28 gennaio 2011 porterà al campo di Auschwitz e Birkenau in Polonia, pure
quest’anno, 500 studenti delle scuole superiori toscane di una novantina di
istituti diversi, ma anche 54 studenti universitari e un centinaio di
insegnanti. Con loro ci saranno il presidente della Toscana Enrico Rossi,
l’assessore alla cultura Cristina Scaletti, ex deportati, rappresentanti delle
istituzioni, delle comunità ebraiche, di Rom e Sinti e di associazioni gay e
lesbische.
Il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria, in commemorazione delle
vittime del nazismo e del fascismo e per ricordare anche coloro che hanno
protetto i perseguitati. In Italia la Shoah colpì gli ebrei con le leggi
razziali del 1938. “Tale volontà liberticida e antidemocratica – scrive
Renzo Gattegna, presidente delle Comunità ebraiche italiane sul
portale dell’ebraismo italiano (www.moked.it)
– rappresentò un passo indietro rispetto alle conquiste e alle idee di libertà e
democrazia che nel secolo precedente portarono all’unità d’Italia”. Del Giorno
il SIR ha parlato con Michele Sarfatti, direttore del Centro di
documentazione ebraica contemporanea (Cdec).
(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
Marco Paolini e LA7, portano ancora una volta il teatro civile in televisione
con una serata dedicata alla terribile vicenda legata alle teorie
dell'eugenetica che fra il '34 e il '45 ha portato il nazismo alla
sterilizzazione prima e all'eliminazione poi dei disabili e dei malati di mente,
con la sperimentazione di tecniche di eliminazione di massa poi applicate anche
nella "soluzione finale" contro gli ebrei e gli altri "impuri". Il 26 gennaio
2011 alle 21.10, alla vigilia del Giorno della Memoria, l'artista veneto
racconterà dall'ex ospedale psichiatrico "Paolo Pini" di Milano "AUSMERZEN -
Vite indegne di essere vissute", una narrazione pensata per approfondire il
valore del ricordo, il dolore dell'esperienza, il senso della responsabilità
storica e individuale, il concetto di diversità e di accoglienza, l'importanza
del messaggio legato al lavoro che Paolini e LA7 porteranno nelle case di
milioni di italiani nella serata che precede il Giorno della Memoria.
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“Non è un’operazione di archeologia storica, né volevo celebrare la
Giornata della memoria. Sono sempre stato allergico agli
anniversari, questi santi laici in calendario che servono solo per liberarsi del
pensiero il giorno dopo. Questa vicenda, lungi dall’essere soltanto una storia
complessa e poco nota, ormai lontana nel tempo, ha molto a che fare con noi e
con il nostro lato oscuro, noi e il nostro rapporto con la malattia mentale, noi
e parametri della cosiddetta normalità, noi e coloro che non riusciamo a
guardare in faccia una seconda volta”.
Martin Buber nel
1938 scriveva: «Noi siamo una comunità basata sul ricordo. Il comune ricordo ci
ha tenuti uniti e ci ha permesso di sopravvivere». Il filosofo austriaco si
riferiva agli ebrei, uniti nel corso dei secoli nonostante la diaspora e
l’ostilità che li circondava. Ma la sua affermazione è forse valida per
l’umanità nel suo complesso, perché non c’è futuro senza memoria. La
celebrazione della Giornata della Memoria non è una commemorazione di
circostanza, che rischia di logorarsi con il passare degli anni.
INTERNET
(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
Per comprendere la reale portata della rivoluzione tecnologica in atto occorre
partire dalle cifre. Secondo alcuni dati forniti dall’interessante trasmissione
radiofonica “media e dintorni” per esempio, nel corso del 2010 sono stati
spediti a livello globale circa 294 miliardi di mail al giorno ma di esse l’89%
sono spam, posta indesiderata, virus…
Internet: le cifre di una rivoluzione
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E’ stato reso noto stamattina, nella memoria liturgica di San Francesco di Sales
Patrono dei giornalisti, il Messaggio di Benedetto XVI per la XLV Giornata
mondiale delle comunicazioni sociali, che sarà celebrata domenica 5 giugno 2011.
Tema della giornata, come era già stato comunicato lo scorso 29 settembre, sarà:
“Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”.
Il testo del
Messaggio, che trovate in allegato, è stato presentato stamattina nella Sala
Stampa della Santa Sede da S.E. Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del
Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, dal Segretario Mons. Paul
Tighe, dal Segretario aggiunto Mons. Giuseppe Antonio Scotti e dal
Sotto-Segretario Dott. Angelo Scelzo.
Messaggio del Santo Padre per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali
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Tutti in attesa del pronunciamento (eventuale) dei vescovi
sull’affaire Berlusconi, giornalisti, politici e comunicatori di professione
sono stati sorpresi stamane dal tradizionale messaggio del Papa in occasione della Giornata delle comunicazioni
sociali che quest’anno si occupa di reti sociali digitali. La prima lettura
sommaria sulla base dei riassunti d’agenzia ha dato la stura a comprensibili
ironie e boutade nella conversazione sugli stessi siti di social networking. Una
lettura del testo integrale, tuttavia, rivela un’analisi tutt’altro che
banale sul web e la sua evoluzione. Un’analisi che mi piacerebbe sentir
echeggiare qualche volta in ambito politico e giornalistico.
Trascrizione della intervista rilasciata da Antonio Spadaro a Fabio Colagrande per la Radio
Vaticana sul Messaggio del Papa per la 45a Giornata Mondiale delle Comunicazioni
Sociali.
Il sacerdote pioniere di Internet: «Il Papa ha invertito
la tendenza adesso la Rete è uno strumento» Le statistiche: navigano il
92% dei preti, per il 61% è d'obbligo
Nel momento in cui l’economia si interroga sul valore monetario dei social media
e alcuni governi pensano a pericolose quanto inapplicabili censure alla rete
Internet, la Chiesa individua proprio nelle nuove tecnologie della comunicazione
un modo nuovo di stabilire relazioni, in cui convivono rischi e opportunità
Fraternità Carmelitana di Pozzo
di Gotto
I MERCOLEDì DELLA BIBBIA – 2011
Dal 26 Gennaio al 30 Marzo
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"CELEBRARE DIO CON LA VITA" HOREB n. 57 – 2010
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Le
Frontiere dello Spirito" puntata del 23 gennaio 2011
Domenica 23 gennaio 2011 "Le Frontiere dello
Spirito", la rubrica religiosa scritta e condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e
monsignor Gianfranco Ravasi.
Nella prima parte, monsignor Ravasi ha
approfondito le letture tratte dal libro del profeta Isaia
(8,23b-9,3)
A seguire - come sempre - la poesia di
padre Turoldo, letta dall'attrice Paola Morales.
Nella seconda parte del programma "Volti e
storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, i servizi:
- Zachor ricorda!
- S.O.S. per Asia Bibi e per i cristiani im Pakistan
la puntata integrale del 23 Gennaio (video)
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RAI RADIOTRE - "UOMINI E PROFETI":
La Bibbia è anche,
e soprattutto, un libro di grandi enigmi. Uno dei più inquietanti è quello
relativo alla morte di Mosè, nell’ultimo capitolo del libro del Deuteronomio.
Mosè, l’uomo che per tutta la sua vita ha guidato il suo popolo verso la terra
promessa, che ha sempre interceduto presso il Signore perché perdonasse le
infedeltà dei figli di Israele, l’uomo che è stato chiamato l’ “amico di Dio”,
colui che parlava con il Signore “faccia a faccia” non entrerà nella terra
promessa, e morrà sul monte Nebo, di fronte a Gerico, senza raggiungere il
compimento della sua vita. Innumerevoli, nella tradizione esegetica, rabbinica,
e letteraria sono state le interpretazioni di questa che appare come una
punizione ingiusta nei confronti del “più grande di tutti i profeti”.
Paolo De Benedetti, nostro ospite oggi, afferma che dalla morte
di Mosè “impariamo ad amare la nostra opera non nel suo progetto o disegno, che
non si compirà mai, ma nel suo limitato nascere giorno per giorno”.
Deuteronomio capitoli 31-34
La morte di Mosè (audio)
con Paolo De Benedetti Domenica 23 gennaio 2011
Ascolta la puntata (audio)
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RAI RADIOTRE - "FEDI E MONDO":
Una nuova
traduzione del Corano: finalmente uno strumento fondamentale per avere accesso
al cuore della rivelazione della Parola di Dio per i musulmani, curato
da Alberto Ventura e tradotto da Ida Zilio
Grandi. Finalmente una traduzione accessibile e rigorosa nello stesso
tempo, di grande divulgazione, curatissima nell’apparato critico, ma di facile
consultazione., per capire di più l’origine della fede per il mondo islamico, le
possibilità di interpretazione del testo sacro, e per affrontare i problemi che
ci stanno a cuore: come leggere, come interpretare parole scritte in un tempo
in cui la guerra, la violenza non costituivano un problema etico? Quali
soluzioni scegliere quando i testi presentano posizioni che si contraddicono?
Come fare perché non vengano, quelle stesse parole, brandite come armi, invece
che come strumenti di pace? Nella seconda parte, Mohammed
Haddad, docente dell’Università di Tunisi di “dialogo delle religioni e
civiltà”, per parlarci della “rivoluzione dei gelsomini” in Tunisia, e del
pericolo che corre anche questa nazione di cadere preda di un fondamentalismo
religioso.
Tradurre il Corano
con Ida
Zillio Grandi e Alberto Ventura
Tunisia: la rivoluzione dei
gelsomini con Mohammed
Haddad Sabato 22 gennaio 2011
Ascolta la puntata (audio)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sui passi di don
Tonino. Perché la sua parola, la sua azione quotidiana in difesa e accanto ai
poveri e ai diseredati, ci accompagni.
“Esultai quando mi dissero andiamo, andiamo
alla casa del Signore”(Ps 122,1).
Così due giorni prima di morire mi
confidava don Tonino: “Ho bisogno di andare ad abbracciare il Padre”.
Emozionatissimo ascoltavo: “Il padre è tutto dono di sé. Anch’io mi sono sempre
donato, non mi sono mai risparmiato”. “So che lui è impaziente di rivedermi, e
io non ho più paura dei miei peccati”. Ecco il volto bellissimo del “discepolo
di Cristo”, di colui che dà la vita ai fratelli.
Alla nascita ebbe il nome di Antonio.
Significa:”fiore”. La Scrittura avverte: “flores florescunt – i fiori devono
fiorire”. E la vita di don Tonino è una fioritura mirabile di opere di bene.
Diventa sacerdote, ministro della bontà del Padre, consacrato alla felicità e
alla salvezza dei fratelli.
Il prete del grembiule
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A quattro anni dalla partenza per le sue
«grandi vacanze» (22 gennaio 2007), il ricordo dell’Abbé Pierre è ancora molto
vivo. In Italia e nel mondo. Certo, la presenza più solida e più viva sono le
sue 340 comunità e gruppi sparsi in Africa, Americhe, Asia ed Europa (14 in
Italia) che cercano di vivere e testimoniare il messaggio dell’Abbé Pierre,
oltre al limite della «logica», «perché non bisogna essere perfetti per
cominciare qualcosa di buono». Da un capo all’altro della terra, Emmaus era per
lui la prova che l’Amore portato a Dio passa attraverso l’amore agli Uomini,
indissociabilmente. Senza «se» e senza «ma».
Abbé Pierre, eredità
viva
Per saperne di più su Henri Antoine
Grouès, detto Abbé Pierre leggi da Wikipedia
Il 22 gennaio sarà il quarto anniversario
della morte dell’Abbè Pierre il fondatore del nostro movimento e una delle
persone che si è più impegnata in prima linea nella lotta alla miseria e alla
sofferenza in tutte le sue forme e in ogni luogo. Anche a distanza di anni ci
risuona nelle orecchie il suo invito incessante a continuare a lavorare per le
sofferenze ed i diritti dei più deboli e dei più poveri. Tante sono le sue
azioni, le sue prese di posizione, le sue provocazioni, le sue sollecitazioni
che ci interpellano quotidianamente e che lo fanno sentire vivo in mezzo a noi.
E’ sorprendente come molte di queste provocazioni siano quanto mai attuali ed in
particolare alcune ci stimolano a prendere posizione rispetto ad una situazione
di degrado sociale sempre più dilagante. Tra queste provocazioni quella che
anche a noi non lascia scampo è quella che dice “non basta essere
buoni”...
Non basta essere buoni, bisogna
anche essere giusti perché la nostra azione sia
credibile
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Sette luci, come sul candelabro che arde
nel santuario di Dio, secondo la tradizione ebraica. Sette luci perché l’amore
arda sempre nei cuori degli sposi cristiani e illumini le possibili notti del
tempo e del cuore, aprendole alla bellezza di Dio.
1. Nessun uomo è un’isola (Thomas Merton).
Nel disegno di Dio l'uomo e la donna rivelano una unità originaria, che è la
radice incancellabile della loro pari dignità di persone umane e della loro
costitutiva vocazione alla reciprocità:
«Dio creò l'uomo a sua immagine, a
immagine di Dio li creò, maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). «Per questo
l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno
una sola carne» (Gen 2,24). Siamo fatti per amare e la nostra vita non si
realizzerà che amando. Essere è amare! ...
Una “menorah”
delle nozze di Bruno Forte (PDF)
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È morto ieri mattina per complicazioni legate all’ipertensione e al diabete
di cui soffriva e che il 12 Gennaio scorso avevano portato al suo ricovero in un
ospedale di Città del Messico, monsignor Samuel Riuz Garcia, vescovo emerito di
San Cristóbal de las Casas, in Chiapas. Premiato nel 2002 dalla giuria del
Premio internazionale per i diritti umani, istituito nel 1978 dall'Unesco, e
candidato nel 1994 al premio Nobel per la Pace per il ruolo di mediazione svolto
tra il governo messicano e l’insurrezione zapatista dell’Ezln (Esercito
zapatista di liberazione nazionale), monsignor Ruiz è stato più volte definito
il vescovo “degli indios e dei poveri”...
Officiando la messa in omaggio di Samuel
Ruiz organizzata nella cappella del Cuc, il vescovo di Saltillo, Raúl Vera, ha
ricordato come “tatic (padre in lingua tzotzil, ndr) Samuel ha sempre avuto
occhi per vedere l’immagine di Dio in ognuno dei suoi fratelli e
sorelle”.
MORTO MONSIGNOR SAMUEL
RUIZ, IL “VESCOVO DEI POVERI” DEL CHIAPAS
Ora che la sua Pasqua si è compiuta, ci
sentiamo inevitabilmente un po’ orfani, ma anche terribilmente
responsabilizzati, dall’aver incrociato sul nostro cammino un autentico profeta.
Per questo, col groppo che serrava la gola di Eliseo, mentre vedeva rapire in
cielo il suo maestro, anche noi vorremmo urlargli: «Tatic, lascia qui due terzi
del tuo spirito!».
«El caminante» ha raggiunto la
meta
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Vedendo ed ascoltando don Samuel venne convertito dai poveri. Scelse di stare
con quelli di "sotto". All'improvviso. Con naturalezza
ruppe il perverso legame tra la Chiesa e la spada. Era la Chiesa
che doveva genuflettersi ad una miriade di culture sagge ed antiche, rispettose
della terra e dell'uomo, che parlavano al cuore indigeno della montagna e che
resistevano alla cruda assimilazione al pensiero unico dell'uomo
bianco.
“Nei primi viaggi pastorali –
racconta in un incontro Ruitz – dormivo in belle case, letti morbidi: i
latifondisti sapevano essere gentili. E organizzavano feste dove
incontravo notabili e mandarini di stato. Poi ho scoperto che le
vivande venivano comprate coi soldi dei contadini obbligati a pagare
per onorare il pastore. E ho deciso di passare la notte nelle loro
baracche. Quante cose si imparano. A fare domande anziché distribuire
risposte. Capire prima di spiegare. A poco a poco la mia cultura è
penetrata nella cultura Maya ed anche il mio modo di essere vescovo si
è aggiornato. I principi della dottrina restano saldi, ma il modo di
leggere assieme le scritture ha trovato intonazioni diverse. Ero venuto
per evangelizzare l’indifferenza indigena e dagli indigeni sono stato
evangelizzato”. Diversità che il Concilio aveva suggerito eppurescandalizzava i custodi della tradizione.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La Chiesa italiana, l’impegno educativo e la sfida del mondo
giovanile.
Il documento per il decennio del
cammino pastorale della Chiesa in Italia si propone di accompagnare e
indirizzare le attività formative delle diocesi, gruppi e associazioni per i
prossimi anni...
Il processo educativo ha, dunque, sempre
impegnato la comunità cristiana così come pure la comunità civile. Negli ultimi
decenni, però, si sono manifestati numerosi segnali di una speciale fatica a
educare. L’ingresso nel quotidiano della tecnologia che sviluppa e rende
accessibili a tutti i media è certamente una delle concause delle difficoltà
dell’educatore...
La prima attenzione che oggi un movimento
che sta nell’ambito della Chiesa deve porsi, è dunque questo. Come si pone il
problema dell’educazione?..
Educhiamoci di Giovanni Giudici
(Presidente Pax Christi Italia)
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L'indignazione è un moto dell'animo nutrito dal
senso di vergogna, un'emozione fondamentale nella fenomenologia dell'etica sociale. Come altre
emozioni, la vergogna è "generativa di comportamento" in quanto mette in moto sentimenti,
come l'indignazione e la colpa, che agiscono direttamente sulla volontà: per alleviarli si è
portati a giustificare la proprie azioni e infine a reagire. Se l'emozione della vergogna è in se stessa non
razionale, la serie di sentimenti e azioni che alimenta sono dunque di tipo strategico: le forme
con le quali l'individuo che si vergogna agisce sono propositi razionali volti a rimediare il
misfatto che ha generato vergogna...
Vergognatevi, così nasce
l'etica quelle riflessioni da Leopardi a Marx
...Qual è dunque lo specifico dell'indignazione?
Quale funzione può svolgere nella società del capitalismo globale
postfordista?
L'indignazione si mescola ad altri sentimenti
scatenati dall'ingiustizia, come l'odio e la rabbia. Rispetto a queste emozioni,
spiccatamente difensive, irriflessive e distruttive, l'indignazione è
sottilmente diversa. Definita come "condizione spirituale caratterizzata da
vibrante sentimento verso qualcosa che si ritiene riprovevole e ingiusto" -
indegno, appunto - presuppone il sentimento confuso, se non ancora la speranza,
di qualcosa di diverso, un ideale di giustizia...
La
riscoperta dell'indignazione
In
attesa del Consiglio permanente della Cei, che si aprirà lunedì prossimo, anche
i vescovi hanno cominciato a parlare. Monsignor Forte e monsignor Bregantini
hanno detto parole coraggiose e lungimiranti. Avvenire domanda buoni esempi. Il
cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha parlato di moralità giustizia
e legalità, dicendo di condividere il turbamento del presidente Napolitano.
Toni e
sfumature diverse, ma certo lo scandalo è grande...
I
cattolici escano dal silenzio: solo così volteremo
pagina
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Consiglio Episcopale Permanente, ad Ancona dal 24 al 27 gennaio 2011
(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il discorso del Card. Angelo Bagnasco ha suscitato,
come prevedibile, diverse reazioni, per questo proponiamo un'ampia rassegna, non
esaustiva, ma speriamo significativa, di articoli che hanno originato
un acceso battito.
Nuvole
scure al di là delle ampie vetrate dell’albergo che domina il porto di Ancona.
Nuvole come quelle che il cardinale Angelo Bagnasco evoca in apertura della sua
prolusione e che, sottolinea, «preoccupanti si addensano sul nostro Paese».
Infatti «si respira un evidente disagio morale», afferma il presidente della
Cei, che parla anche di «debolezza etica», «fibrillazione politica e
istituzionale» e di «comportamenti contrari al pubblico decoro», ma non nasconde
che molti si chiedono «a cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di
indagine». Invece l’Italia
ha bisogno di «saggezza e virtù», di «sobrietà, disciplina e onore» da parte di
chi ha cariche pubbliche; e necessita di investimenti sui giovani, sulla
famiglia, sulla solidarietà e il lavoro. Così di un nuovo atteggiamento di
legalità verso il fisco: «È il momento di pagare tutti le
tasse».
Bagnasco: «Questa è l’ora della
saggezza e della virtù» di Mimmo Muolo
(AVVENIRE)
“Ero convinto che lo
sconcerto e il disgusto, diffusi ovunque in questi giorni nel mondo cattolico
(parrocchie, vescovi, associazioni…) di fronte allo scandalo che è sotto gli
occhi di tutti, si manifestassero adeguatamente nella prolusione del Card.
Angelo Bagnasco al Consiglio Permanente della CEI di oggi. Mi aspettavo una
posizione che rappresentasse tutti i cattolici di fronte al degrado del costume
(con gravi ricadute sulle istituzioni) di cui è stato ed è responsabile il
Presidente del Consiglio. Ma la relazione di Bagnasco ha ceduto alla logica dei
rapporti di potere suggerita dalla Segreteria di Stato e dalla sua politica di
do ut des nel rapporto tra la Chiesa e le istituzioni della nostra
Repubblica.
Bagnasco invece di
denunciare lo scandalo sceglie la linea della prudenza
diplomatica di Vittorio Bellavite (NOI SIAMO
CHIESA)
Nel discorso di ieri, atteso
dall'Italia con un interesse forse mai avuto prima per le parole di un
Presidente della Cei, il cardinal Bagnasco ha disposto le artiglierie, ha
caricato i proiettili, ha puntato nella direzione giusta. E ha iniziato a
colpire con parole infuocate come non era mai accaduto prima i comportamenti del
capo del governo, andando ad affiancare le sue critiche a quelle espresse in
precedenza dal Presidente della Repubblica e dal Presidente degli industriali.
Quando però è stato il momento di compiere la missione fino alla fine, il
cardinale ha rivolto le sue armi altrove. Il risultato, quest'oggi, è che tutti
possono dire che sono contenti, persino i sostenitori del governo, per una
situazione analoga a quella del dopo-elezioni quando nessuno dice di avere
perso...
La difesa del bene
comune di Vito Mancuso (LA REPUBBLICA)
Bagnasco ha parlato del caso Ruby, aprendo i lavori
del Consiglio permanente della Cei ad Ancona, città che sarà sede del prossimo
Congresso eucaristico nazionale. Ha dedicato un ampio paragrafo del suo discorso
alle polemiche di questi giorni. Ma non ha lanciato anatemi né ha dato la tanto
attesa (dagli avversari del Cavaliere) spallata a Berlusconi. Non ha certo
taciuto sui "comportamenti contrari al pubblico decoro" e sugli di stili di vita
"non compatibili con la sobrietà e la correttezza" - riferimento inequivocabile
al caso Ruby, ma è sembrato anche condividere le perplessità di fronte
all'imponente spiegamento di forze messe in campo dalla Procura di Milano per
intercettare il premier e gli ospiti di Arcore...
Cei, Bagnasco non
"scomunica" il Cavaliere di Andrea Tornielli (IL
GIORNALE)
Mi
stupisco dell’unanimismo dei giornalisti della tv e della stampa che vedono nel
discorso di Bagnasco un «severo monito a Berlusconi… un forte attacco». Ho letto
tutta la prolusione al consiglio permanente della Cei (Ancona, 24 - 27 gennaio
2011) e sono rimasto «sgomento» dello «sgomento» del cardinale.
Rubygate, dov’è lo sgomento
nelle parole di Bagnasco? di Paolo Farinella
(ALTRACHIESA)
«La collettività
guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio
morale». La frase-chiave è verso la fine, quando il cardinale Angelo Bagnasco
affronta il caso che investe il premier e sta monopolizzando la vita pubblica
del paese. Il presidente della Cei, nella prolusione al Consiglio permanente
riunito in un albergo di Ancona, parla ai trenta vescovi del direttorio, ma sa
che tutta Italia lo ascolta.
I vescovi: c'è disagio, ora
più sobrietà di Carlo Marroni (IL SOLE 24 ORE)
"Due
frasi-chiave vanno incrociate, nella lunga prelusione di Angelo Bagnasco al
consiglio permanente della Cei, per cogliere l'orientamento della Chiesa di
fronte al disorientamento della politica italiana. La prima: «La collettività
guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio
morale». La seconda: «Dalla situazione presente - comunque si chiariranno le
cose - nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, né per ritenersi
vincitore». La prima stila una diagnosi, la seconda ristabilisce il primato
della Chiesa nella guida morale della nazione..."
Palla al centro. La bussola
della chiesa per il dopo Berlusconi (pdf) di Isa Dominijanni
(IL MANIFESTO)
... La
relazione di ieri ad Ancona è stata la prima analisi ufficiale dei vertici
dell’episcopato cattolico dopo l’ennesimo scandalo sulla vita intima del
premier. E riflette non solo la posizione dei vescovi ma del
Papa, incontrato da Bagnasco sabato scorso. Conferma la volontà di
sottolineare in modo esplicito «il disagio morale» provocato dalle notizie di
«comportamenti contrari al pubblico decoro»; e di «stili non compatibili con la
sobrietà e la correttezza». Insomma, pur senza essere citato Berlusconi viene
evocato e criticato. Ma il presidente della Cei è attento a non oltrepassare i
limiti della sua competenza...
Sanzione morale che non
rompe l'alleanza politica di Massimo Franco (CORRIERE DELLA
SERA)
Il
cardinale Angelo Bagnasco ha aperto ieri, in Ancona, il “direttivo” della
Conferenza episcopale italiana – trenta vescovi in rappresentanza di tutte le
regioni ecclesiali – con un discorso cauto e linguisticamente accorto nel quale
non ha offerto il destro alle richieste provenienti da molti suoi confratelli di
“sfiduciare” il premier Silvio Berlusconi alle prese con il “Ruby-gate”. In
quattordici cartelle il presidente dei vescovi italiani non cita mai Berlusconi
né lancia anatemi contro l’attuale maggioranza di governo. Piuttosto parla di
“fase convulsa” nella quale “i poteri” non solo “si guardano con diffidenza ma
si tendono tranelli, in una logica conflittuale che dura da troppi
anni”.
Bagnasco non fa la crociata a turbarlo sono i
“tranelli” di Paolo Rodari (IL FOGLIO)
Dopo
quelli del segretario di Stato vaticano Bertone e del Papa, anche l’intervento
del cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza dei vescovi italiani ha
ribadito il «disagio» e lo «sgomento» del Paese rispetto a quel che sta
emergendo dal caso Ruby, e ha chiesto a Berlusconi di chiarire al più presto,
nelle sedi opportune, le accuse e le rivelazioni che lo riguardano. Bagnasco è
anche disposto a riconoscere che nei confronti del premier sia stata usata
«un’ingente mole di strumenti» di indagine, cioè un accerchiamento investigativo
che in genere si riserva a reati ben più gravi. Ma visti i risultati «veri o
presunti» dell’inchiesta, la necessità di un chiarimento da parte
dell’interessato viene ormai considerata
improcrastinabile.
L'episcopato tra disagio e
buon senso di Marcello Sorgi (LA STAMPA)
Va
registrato l’evidente bisogno dei cattolici e dei non cattolici italiani di
avere una parola del papa, della Segreteria di Stato o della CEI per poter
comprendere la posizione della chiesa sulla questione Berlusconi: un verticismo
che ha virtualmente chiuso la bocca a tutto il resto del cattolicesimo italiano
(tranne alcune isolate eccezioni), timoroso di esprimere una reazione pubblica
prima della gerarchia. È una vittoria del ruinismo, vero elemento di imbarazzo
per l’episcopato italiano di oggi: la cautela delle parole di Bagnasco è figlia
della consapevolezza che un giudizio sul berlusconismo è anche, per forza di
cose, un giudizio sul ruinismo come tattica politica negli ultimi 25 anni di
storia dei rapporti tra chiesa e politica.
Berlusconismo e
ruinismo (pdf) di Massimo Faggioli (EUROPA)
Chi
era convinto che i vescovi italiani avessero già cambiato cavallo è rimasto
deluso. L’attesa prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, ai lavori del
Consiglio episcopale permanente della Cei ad Ancona, è severa nel condannare
«comportamenti contrari al pubblico decoro» e nell’invitare alla «sobrietà e
all’onore» chi riveste cariche pubbliche. Ma il presidente della Cei si guarda
bene dal chiedere le dimissioni del premier.
Bagnasco, solo una tiratina
d’orecchi per il premier di Ignazio Ingrao
(PANORAMA)
Ha parlato più della
rabbia dei giovani che dell’«affaire Berlusconi», più del vuoto politico che
penalizza i giovani che del danno etico che deriva al Paese dai comportamenti
privati (che fanno cultura pubblica) del premier.Questa l’impressione di fondo
che si ricava dalla prolusione con cui ieri il cardinal Bagnasco ha aperto ad
Ancona i lavori del parlamentino dei Vescovi italiani. Era grande l’attesa per
questo intervento, che seguiva di qualche giorno le riflessioni sofferte e
coraggiose sul «Ruby-gate» avanzate sia dal quotidiano cattolico Avvenire, sia
dal segretario di Stato vaticano.
La politica deve dare
speranza di Franco Garelli (LA STAMPA)
La
riprovazione dei vescovi cade sul capo di Berlusconi. Ma – un colpo al cerchio e
uno alla botte – dalla Cei viene anche un’incongrua sortita sulla “ingente mole
di strumenti di indagine”, messi in campo nel caso Ruby. Poiché gli agenti
impegnati sono solo 10, la critica ai magistrati rivela la paura della Chiesa ad
andare sino in fondo nei confronti del premier ed è paradossale nel giorno in
cui spunta un leggina berlusconiana per punire i magistrati che fanno
intercettazioni.
Caimano senza
decoro (pdf) di Marco Politi (IL FATTO QUOTIDIANO)
Bagnasco
avvisa che il Paese è sgomento: "Troppi contribuiscono al turbamento generale".
Comportamenti contrari al pubblico decoro e ideali bacati.
Cei: "Fase convulsa e
disagio morale" di Alberto Bobbio (FAMIGLIA CRISTIANA)
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
C’è una riflessione da fare e una domanda da porre con urgenza: perché
quasi solo le donne si indignano per le donne? Perché solo le donne alzano la
voce e organizzano manifestazioni? Perché deve parlare la segretaria
“donna” della Cgil, Susanna Camusso, nel totale assordante silenzio di tanti
uomini altrettanto impegnati nella politica e nel sindacato, su uno stile
nefasto di modello femminile che ormai si sta diffondendo nel Paese?
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Nei silenzi degli uomini, “troppa omertà” e “nascosta
compiacenza”
Pubblichiamo uno stralcio dell' articolo di monsignor Raffaele Nogaro "Il vero
cristiano è antiberlusconiano", dal nuovo numero di "Micromega"
Un bravo vescovo, di quelli che non hanno fatto carriera perché conservano uno
spirito libero ed evangelico, cercava di rispondere alla delusione suscitata
dalle parole caute del presidente della Cei. Vedi, mi diceva, a questo punto non
si tratta di usare parole forti che appaiono retoriche.
Le invettive possono
diventare un alibi per lavarsi la coscienza. Il problema non è tanto il
comportamento, assolutamente deplorevole, di una persona; il dramma è
l’indifferenza della grande maggioranza.
Contro
Berlusconi ma anche contro le gerarchie ecclesiastiche, troppo timide
nel denunciare le malefatte del premier. Dopo il cardinal Bertone, il
papa e, ultimo in ordine di apparizione, il cardinal Bagnasco,
credenti, riviste cattoliche e associazioni ecclesiali alzano la voce
contro il «satrapo di Arcore» con un volume più alto e parole più nette
di quelle che, nei giorni scorsi, si sonocomunque levate dalle ovattate stanze vaticane e curiali.
Don Sciortino risponde a numerosi lettori
PERCHE' gli italiani tollerano da così tanto tempo tutto quel che ruota intorno
a Silvio Berlusconi? Se questo, e in che misura, rappresenti un punto critico
per il nostro Paese se lo chiede il New York Times che al tema dedica
un ampia discussione nelle pagine "Room for Debate" dell'edizione online.
Titolo: "Decadence
and Democracy in Italy 1". Sette interventi, da quello di
Federico Varese, ordinario di Criminologia alla Oxford University e autore di
"Mafia on the Move: How Organized Crime Conquers New Territories", a quello di
Chiara Volpato, che insegna Psicologia sociale a Milano Bicocca e il cui
contributo si intitola, in modo eloquente, "Women's Decorative Role", alle
analisi di Clare Watters dell'università di Birmingham e dei giornalisti
Maurizio Molinari, Alexander Stille, Antonio Monda, Eloisa Morra.
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Nel Catechismo della Dottrina Cristiana (pubblicato da Pio X) c’è un
elenco di virtù, vizi e peccati tra i quali mi hanno sempre colpito «I quattro
peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio: omicidio volontario; peccato
impuro contro natura; oppressione dei poveri; frode nella mercede agli
operai».
In merito al senso ed ai contenuti dell’accordo sindacale su Fiat Mirafiori e
al referendum cui sono stati chiamati ad esprimersi i lavoratori dello
stabilimento torinese (v. notizia precedente), sulla strategia
dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, e –
più in generale – sul futuro dei diritti sindacali e dell’occupazione nel nostro
Paese anche i movimenti ecclesiali e la base cattolica si sono lungamente
interrogati.
Per bocca del Consiglio Episcopale Permanente – riunito ad Ancona dal 24 al
27 gennaio 2011, sotto la presidenza del Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di
Genova – la Chiesa che vive in Italia ha parlato al Paese con riconosciuta
autorevolezza e credibilità. Ha saputo farlo dimostrando unità di giudizio,
anche nella disamina delle delicate problematiche che ne stanno segnando la vita
politica e sociale.
POLITICA
Mentre il premier accusa la magistratura di spionaggio, gli imprenditori
e i sindacati denunciano: il Paese è fermo. Le priorità della politica a
Ballarò nella puntata in onda il 25 gennaio alle 21.05.
Ne
discutono, tra gli altri, il ministro allo sviluppo economico Paolo Romani, Piero Fassino del PD, il ministro
per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi, Bruno Tabacci di Alleanza per l’Italia, l’imprenditrice
Anna Maria Artoni presidente di Confindustria Emilia-Romagna, il
vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini, il vicedirettore del Giornale
Nicola Porro ospiti di Giovanni
Floris.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza.
Sul caso
Ruby Berlusconi sceglie la linea dura e va all’attacco di magistrati e
giornalisti. Intanto, le carte della Procura di Milano sono al vaglio
della Giunta per le autorizzazioni a procedere, che si spacca: il Pdl
parla di fumus persecutionis, l’opposizione insorge e chiede a
Berlusconi di fare un passo indietro. Siamo allo scontro finale?
ANNOZERO: Vincere (puntata intera)
L'infelice
telefonata del direttore generale della Rai a Santoro dimostra che l'azienda di
viale Mazzini è quasi ingovernabile. E che gli influssi politici ne aggravano il
caos.
Il crollo generale del senso di responsabilità è evidente. Qualunque forma di
rispetto verso le istituzioni e i loro rappresentanti è ormai venuta meno. E
l’esempio - il messaggio - che dai palazzi romani raggiunge i cittadini e il
Paese, è devastante.
Combattuto tra curiosità e fastidio, il pubblico domanda: come, dove, quanto?
I magistrati chiedono: chi e quando? La sesta domanda, invece, non arriva:
perché? Perché Silvio B. si comporta così? Perché un uomo così importante, un
capo di governo, si circonda di cortigiani e ancelle
Per una decina di giorni gli italiani hanno vissuto una sorta di «vita
parallela» in cui le vicende di Ruby e Berlusconi hanno spiazzato i normali
parametri della realtà. E’ ormai tempo di scuoterci di dosso il senso di
disgusto per il modo in cui una parte della classe politica trascorre le proprie
serate di rilassamento e di tornare a occuparci di cose sicuramente più banali
e, altrettanto sicuramente, meno disonorevoli. Scopriremo allora che molto è
cambiato, in questi dieci giorni, in Italia e nel mondo. E non precisamente
sotto il segno della tranquillità.
Eppure "se" - e sottolineo "se" - all'improvviso Berlusconi uscisse di
scena, messo all'angolo da coloro che hanno, da tempo, atteso (e preparato)
questo momento. Ma anche da
molti "amici" e cortigiani, come avviene sempre al potente, quando cade in
disgrazia. Allora: cosa accadrebbe?
Angelus
- 23 gennaio 2011
Udienza
- Santa Giovanna d'Arco (26 gennaio 2011)
Discorso all'Inaugurazione
dell'Anno Giudiziario del Tribunale della Rota Romana (22 gennaio
2011)
Omelia Festa della Conversione di San Paolo Apostolo - Celebrazione dei
Vespri (25 gennaio
2011)
OPINIONI E COMMENTI
L'appello di Benedetto XVI al buon uso delle nuove piattaforme di comunicazione
conferma "un Pontefice molto moderno: un innovatore, molto aperto alle
tecnologie anche perché,storicamente, c'é una dottrina sociale della Chiesa
assai attenta ai mezzi di comunicazione di massa come la radio e la tv. C'é
un'idea che bisogna fare apostolato attraverso strumenti più evoluti",commenta
il filosofo Maurizio Ferraris
Unità dei cristiani: ''bilancio'' e
prospettive
Il “cammino” verso la “piena unità” dei cristiani “deve essere avvertito come
imperativo morale, risposta ad una precisa chiamata del Signore”: per questo
“occorre vincere la tentazione della rassegnazione e del pessimismo”,
proseguendo invece “con passione il cammino verso questa meta con un dialogo
serio e rigoroso per approfondire il comune patrimonio teologico, liturgico e
spirituale; con la reciproca conoscenza; con la formazione ecumenica delle nuove
generazioni e, soprattutto, con la conversione del cuore e con la preghiera”. Lo
ha detto il Papa, celebrando il 25 gennaio i vespri nella basilica di San Paolo
fuori le mura, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani.
Il portale tradotto in otto lingue con messaggi e
appelli del Papa e la pagina ufficiale su Facebook
Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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