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N. B. La Lectio e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
Pagina speciale di TEMPO PERSO in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
«Vietato
l'ingresso agli animali ed agli immigrati. La direzione». Il cartello sta
affisso all'esterno di un bar a Montesacro, Roma, e ha suscitato l'indignazione
di un marocchino di 45 anni, regolare nella capitale, che lo ha immortalato con
una foto e denunciato la palese discriminazione al suo avvocato.
«Ingresso vietato agli
immigrati» Il cartello in un bar a Roma
Per qualche giorno un gruppo di
"imprenditori meritocratici" ha portato avanti una campagna fortemente
discriminatori su internet, nei social network e con manifesti in provincia di
Milano. Chiedevano di escludere i lavoratori disabili dalle loro aziende, in
fondo, affermavano, "le aziende sono fatte per produrre, per garantire lavoro ai
propri dipendenti, per dare stipendio a chi se lo merita. Con la scusa degli
obblighi di legge hanno riempito le aziende di persone che non rendono come le
altre.". Insomma: fuori i disabili dalle aziende!
Italia, disabili? No,
grazie
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
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Anche dopo una lunga serie di leggi discriminatorie,
lo straniero in Italia conserva dei diritti. Un glossario sulle varie situazioni
in cui può trovarsi, dalla richiesta di asilo fino all`irregolarità (che può
arrivare anche dopo l`ingresso regolare). E qualche consiglio utile per lo
straniero che viene fermato dalle forze di polizia. Ecco come far valere i
propri diritti e chiedere tutela legale.
PACE
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra in Libia - Roma 2 Aprile
Dal cuore Barocco di Roma, dalla piazza del
Bernini e del Borromini, Emergency lancia la dichiarazione di pace alla guerra.
Sì, una dichiarazione di pace, perché neanche contro la guerra si può usare
quella parola che risuona come una bestemmia. Emergency denuncia l'ultima guerra
- giusta o umanitaria così come la politica la fa passare - dichiarata alla
Libia. Perché non esiste una guerra che sia giusta e nemmeno umanitaria. Sul
palco, campeggiano le parole di Albert Einstein: "La guerra non si può
umanizzare, si può solo abolire". Si deve abolire.
Emergency a Roma contro la
guerra
Vedi i video degli interventi di:
Gino
Strada
Massimo Zucchetti
Il prossimo appuntamento: Assisi 15/16
e 17 Aprile
“Quello che sta accadendo alle nostre porte
di casa, nel Mediterraneo e in Medio Oriente ci impone una nuova e più grande
assunzione di responsabilità. Abbiamo bisogno innanzitutto di capire e di
riflettere. E poi abbiamo bisogno di rinnovare la mobilitazione contro le armi,
la guerra e ogni forma di repressione della voglia di libertà e democrazia
esplosa in tanti paesi. Il nostro fermo no alla guerra deve essere accompagnato
da un altrettanto forte impegno per la difesa dei diritti umani. Ne discuteremo
ad Assisi il 15, 16 e 17 aprile. Non mancare!”
Il 15, 16 e 17 aprile ad
Assisi
Vedi il nostro post Il 2 aprile giornata nazionale
di mobilitazione contro la guerra
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Dalla guerra in Libia
all'allarme nucleare in Giappone, è quantomai urgente riflettere sulla
pace
Siamo TUTTI responsabili. Certo chi ha fomentato l'odio razziale e la caccia al
migrante ha la responsabilità maggiore. Ma è parimenti responsabile chi è
rimasto inerte di fronte al montante razzismo
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ACQUA
Ci stiamo muovendo a grandi passi verso il referendum sull’acqua, voluto
da tanti cittadini attivi. Si andrà a votare il 12 e il 13 giugno. Due “sì”
sull’acqua bene comune e un “sì” per fermare il nucleare.
Rilascio "controllato" dell'acqua contaminata di
Fukushima nel Pacifico
Dopo il sisma e lo tsunami dell'11 marzo 2011 e con la
crisi nucleare ancora in corso, a quasi un mese di distanza, un'altra
forte scossa di assestamento il 7 aprile ha colpito
il Giappone nord-orientale causando ulteriori morti e feriti e una perdita
d'acqua nella centrale nucleare di Onagawa. Si è così rinnovato il dolore di una
popolazione duramente provata.
Una troupe a Fukushima armata di contatore geiger
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Il terremoto ha colpito le regioni nordorientali del
Paese, le stesse devastate l’11 marzo scorso. Perdite di acqua dalla centrale di
Onagawa, senza innalzamento del livello delle radiazioni fuori dell’impianto. La
Toyota riprenderà l’assemblaggio delle automobili dal 18 al 27
aprile.
Elezioni politiche, presidenziali e
governatoriali. Il gigante africano va alle urne tra sogni di grandezza e lo
spettro del caos politico
Il primo ministro etiopico, Meles Zenawi, avverte gli “elementi
destabilizzanti” e punta il dito contro l’Eritrea: “non assisteremo passivamente
alle aggressioni”. Zenawi tenta di frenare il dissenso interno, in vista di una
grande manifestazione popolare indetta il prossimo maggio. Intanto 121 detenuti
politici, arrestati lo scorso marzo, sono stati accusati di terrorismo.
Non so quale impatto avrà il via libera dato dall’Onu all’azione
militare contro Gheddafi. Ma nutro grandi aspettative di fronte alla
sollevazione giovanile in corso contro le dittature che hanno oppresso l’intero
mondo arabo. Il vento di libertà che soffia dal Nord Africa fino al Golfo può
davvero sprigionare un cambiamento epocale. Bisogna sostenerlo.
Dal primo aprile, importanti gruppi europei e statunitensi s’impegnano a
garantire la tracciabilità delle materie prime provenienti dalle zone in
conflitto nell’est della Repubblica democratica del Congo. L’hanno stabilito due
organismi indipendenti di cui fanno parte anche le multinazionali, applicando in
anticipo una legge Usa che entrerà in vigore nel 2012.
Le forze del presidente Ouattara si preparano a
lanciare l'offensiva contro Gbagbo. Ad Abidjan ore di attesa e di paura
Nel sud dell'Afghanistan le truppe Usa hanno
costruito una barriera di cemento lunga 80 chilometri che taglia villaggi, campi
e canali
Raid Usa contro gli ex esponenti del regime
talebano che trattano con i ribelli. Fagocitati dalla corruzione i fondi per il
programma di reintegrazione dei combattenti
I
NOSTRI TEMPI /
Interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Anticipiamo il "Primopiano" del n. 15 di
Famiglia Cristiana, in edicola dal 6 aprile. Il flusso di migranti mette in
crisi la politica di corto respiro. Senza visioni del bene comune.
Lega di lotta e di governo. Roma e Padania.
Ha funzionato per anni, con eccellenti rendite elettorali. Ora, con l’emergenza
profughi, i nodi vengono al pettine. Con evidenti contraddizioni, dovendo «far
buon viso a cattiva sorte». Il ministro degli Interni, Roberto Maroni, per
decongestionare Lampedusa ordina tendopoli e centri di accoglienza in tutte le
Regioni, escluso l’Abruzzo. Impone un principio elementare di solidarietà
nazionale: tutto il Paese deve accogliere una quota di tunisini. Ma i
governatori delle Regioni rispondono picche. Si raccoglie quel che si è
seminato.
Sbarchi, quanta
improvvisazione
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Il vescovo di Agrigento celebrerà la Veglia Pasquale sull’isola di
Lampedusa.
«Nella
nostra famiglia, in questo momento, sono gli abitanti di Lampedusa, ad avere
bisogno di tutta la nostra vicinanza e del nostro affetto». Con queste parole
mons. Francesco Montenegro, spiega la decisione di celebrare la Pasqua non nella
cattedrale di Agrigento ma nella parrocchia di san Gerlando a Lampedusa. «In
questi giorni in cui mi sono recato spesso nell’isola – afferma l’arcivescovo –
ho visto la gente felice di vedermi e di avermi accanto. Stiamo vivendo la
Quaresima, l’augurio è che la Pasqua per i lampedusani e i migranti possa essere
vissuta pienamente. Per noi la Pasqua ha un significato, non è un
ricordo».
IMMIGRAZIONE E ACCOGLIENZA,
LA PASQUA DI LAMPEDUSA
Una strategia d’intervento unitario per
Lampedusa. A promuoverla è l’arcidiocesi di Agrigento che, in questo modo,
intende dare il proprio contributo per far fronte all’emergenza
dell’isola.
L’iniziativa
è stata presentata oggi in conferenza stampa ad Agrigento. Come “segno di
attenzione” a Lampedusa e “vicinanza alla comunità cristiana”, l’arcivescovo,
mons. Francesco Montenegro, ha comunicato che celebrerà la Veglia Pasquale non
nella cattedrale di Agrigento ma nella parrocchia san Gerlando di Lampedusa.
La veglia sull'isola la
celebrerà l'arcivescovo Francesco Montenegro nella notte di
Pasqua
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Una settantina di
cadaveri, quasi certamente di migranti morti durante una traversata verso le
coste italiane, sono stati recuperati davanti alle coste libiche, nei pressi di
Tripoli.
Gesuiti:
recuperati 70 cadaveri di migranti davanti alle coste
libiche
I 68 cadaveri recuperati a largo di
Tripoli portano a 15.828 il numero delle persone morte nel tentativo di
raggiungere l’Europa. Chi volesse approfondire la questione può andare a
consultare il sito di Fortress Europe e il corrispondente blog di Gabriele Del
Grande. Ma attenzione: la cifra è largamente sottostimata. Perché si riferisce
solo ai casi accertati, cioè segnalati da articoli di stampa, da organizzazioni
umanitarie, oltre che naturalmente dalle autorità degli Stati. Le barche dei
migranti partono clandestinamente e “muoiono” clandestinamente. Spesso non se ne
sa nulla
La guerra del
Mediterraneo e la nostra vergogna
La rapida evoluzione della
situazione libica, i cui sviluppi delle scorse settimane nessuno era stato in
grado di prevedere, ha spiazzato non soltanto le principali cancellerie
occidentali ma anche una delle diplomazie più antiche, quella della Santa Sede.
Il Vaticano è sembrato in un primo momento avallare l’intervento autorizzato
dall’Onu per fermare la repressione sui civili da parte del raiss di Tripoli,
salvo poi, una settimana dopo, assumere una posizione più problematica,
accompagnata dalla richiesta del cessate il fuoco.
Le incognite
che turbano il Vaticano
La Conferenza episcopale
italiana risolve quasi in 20 per cento del problema di Roberto Maroni e dei
presidenti delle Regioni. In strutture della Chiesa italiana, case di
accoglienza di associazioni e conventi, verranno ospitati 2500 degli immigrati
arrivati a Lampedusa: Le strutture si trovano in 93 diocesi. Duecento immigrati
resteranno a Lampedusa ospiti della Casa della Fraternità della parrocchia
dell’isola, dove lavoreranno a rotazione volontari della Caritas italiana di
diverse diocesi. Per l’accoglienza degli immigrati la Cei non chiederà nemmeno
un euro allo Stato: “Provvederemo a tutto”, ha spiegato questa mattina ai
giornalisti il Segretario generale della Conferenza episcopale monsignor Mariano
Crociata: “Alloggio, cibo e vestiario”.
Lampedusa,
la Cei soccorre Maroni
Mettiamo che io sia un
tunisino di vent'anni su uno spiazzo di Lampedusa. Aspetto di essere imbarcato
ma sotto il maestrale il mare urla e biancheggia. La polizia ci ha tolto, uno
per uno, le cinture dei calzoni e i lacci delle scarpe...
Mettiamo che io sia un
poliziotto di vent'anni e stia ritirando lacci e cinture a questi tunisini,
ragazzi per lo più, che continuano a dire "Italia Italia" e "Libertà libertà".
Mi hanno mandato qua - avrei voluto venirci in vacanza - e da 48 ore stiamo
occupandoci, senza dormire e mangiando male, di questi disgraziati che non
mangiano e non dormono...
Mettiamo che io sia un
abitante di Lampedusa, non so, un pescatore. Non ho niente, davvero, contro
questi spiaggiati...
Mettiamo che io sia
io...
Se io fossi un
tunisino
Da settimane tutti - ma
proprio tutti – lamentano l’assenza dell’Europa, la sua sordità e la sua
avarizia. Ed è anche vero. Ma, come scriveva Don Milani, nulla è più ingiusto
che «far parti uguali fra disuguali». E, allora, va detto che, per quanto
riguarda l’accoglienza dei profughi l’Italia è davvero “diseguale” rispetto ad
altri paesi.
L’anomalia
Italia fra una finta carità e numeri impietosi
Per i cristiani "Gesù è il Re e il Pastore del suo popolo, e
la croce è il suo trono, ed è da qui che egli inaugura il suo Regno di
giustizia, di amore e di pace. Dalla croce egli regge, governa, guida e
discerne la giustizia e l’empietà; dalla croce, proprio perché Re e Pastore
secondo Dio (Sal 72), egli si fa solidale con tutti gli innocenti, gli
emarginati, gli scartati, i poveri della storia. Veramente il suo essere Re
e Pastore, rivelandosi tale nel momento di estrema debolezza e fragilità, non
segue la logica di questo mondo, perché – come scrive Paolo – «quello che è
debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è
ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per
ridurre al nulla le cose che sono» (1Cor 1,27-28)." (fr. Egidio Palumbo -
30.03.2011)
Video
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Giornata di lutto e di silenzio. Nel mare
sono naufragate le vite e le speranze di troppa gente che cercava pane scappando
dalla guerra. Che fosse la guerra di Gheddafi o quella della miseria, poco
importa. Sia di silenzio questa giornata per riflettere sulle responsabilità di
ciascuno. Sia di preghiera. Se ne conoscessimo i nomi uno per uno e poi le
storie, avremmo l’indignazione e il pianto. E forse chiederemmo perdono.
Naufraghi nelle nostre coscienze. (Tonio Dell'Olio da "Mosaico dei giorni"
di oggi)
Emergenza Nord Africa:
l'impegno della Caritas
l'intervista a mons. Vittorio
Nozza, direttore della Caritas (pdf)
l'intervista a mons. Francesco
Montenegro, arcivescovo di Agrigento: «Morti che pesano sulla
coscienza di tutti»
Guarda
lo spazio di approfondimento del Tg3 di oggi dedicato proprio all'emergenza
umanitaria all'indomani dell'immane tragedia in mare, in collegamento con Chiara
Saraceno e Laura Boldrini FUORI
TG (video) Ora sappiamo la «verità»
sull’immigrazione. Credevamo di saperla anche prima, ma era una bugia... Ora
sappiamo che non scappano da una vita misera. Scappano dalla morte, e
attraversano la morte pur di scappare...
La legge della
disperazione
L'ultimo tratto della traversata è
il cimitero per migliaia di migranti
Quella fossa comune sotto il
Canale di Sicilia
... I profughi che arrivano
alle nostre coste e alle nostre isole appartengono a questi esclusi a priori, a
questi corridori nella corsa della vita condannati a partire quando gli altri
sono quasi già arrivati e quindi perdenti già prima della gara...
Un dolore senza nome
Centinaia di morti annegati. L’ultima tragedia del mare,
del mare "nostro", divenuto troppo spesso negli ultimi anni una azzardata via di
scampo verso la speranza a prezzo del rischio di morte, adesso chiede forse
qualcosa di più del pianto e del raccapriccio.
L’insidia più
estrema
È il modo più facile per imparare il
mare, fare il morto. Alcuni sono scampati perfino al deserto così, facendo il
morto. Avvistati dall´alto degli elicotteri e degli aerei, "non sollevano il
braccio", dicono i soccorritori. Non fanno il morto, sono morti, a centinaia. Si
sono aggiunti alle migliaia cui il Mediterraneo dei nostri anni fa da fossa
comune.
400 dollari per
morire
... In fondo se ogni porzione di
territorio si prendesse in carico alcune di queste persone, si raggiungerebbero
numeri affrontabili senza troppo sacrificio. Se riuscissimo a mettere in moto
questa grande operazione politica, in grado di parlare alla gente e farla uscire
dalla paura del diverso, dalla paura che ci attanaglia a ogni angolo, daremmo
l´esempio più grande che possiamo dare. Coscienti che tanta della nostra
economia vive del loro lavoro
Un impegno di tutti a ospitare
i migranti
La Chiesa segue "con viva apprensione"
l'ultima "emergenza" da immigrazione, segnata dalla "tragedia di centinaia di
morti in mare", con il "Mediterraneo che rischia di diventare cimitero di un
popolo in fuga". Lo spiega il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata,
segnalando "la resistenza di alcune parti della opinione pubblica del Paese...
soprattutto del centro e del nord, a condividere il carico" dell'ondata di
immigrati. "La prospettiva dell'ospitalità - denuncia il presule - rischia di
dividere l'Italia, pochi giorni dopo che abbiamo celebrato i 150 anni dell'unità
d'Italia". Mons. Crociata è intervenuto sulla immigrazione davanti alla
Commissione presbiteriale italiana.
Sbarchi dal Nord Africa, le
reazioni ecclesiali
Video
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
È quasi un moto di indignazione e di dolore per la
nuova tragedia in mare, quello che viene fuori dalle parole lucide di Laura
Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr).
«...Sorprendono questi naufragi nel Mar Mediterraneo in questo momento pieno di
mezzi ed è assurdo che si possa morire in questo modo...»
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Gli sbarchi a Lampedusa e la difficile gestione del problema a livello
nazionale. Ma anche i morti, i drammi consumati e le storie di vita affidate a
quei barconi. Il Mediterraneo è divenuto ancora una volta teatro in cui
s’intrecciano le speranze di alcuni e le polemiche accese di altri. SIR ne parla
con Franco Cardini, storico e docente di storia medievale
all’Università di Firenze.
Gli eventi del sud Mediterraneo hanno preso l’Europa, intesa come singoli Stati,
dai più grandi ai più piccoli, e come Unione Europea, alla sprovvista. Le
reazioni sono state contraddittorie e in ordine sparso. Ora sembra che si stiano
prendendo le misure e ci si avvii ad una prospettiva più seria, più stabile e
più lungimirante. Si intrecciano infatti almeno tre temi. Il primo è la
questione dello sviluppo interno ai Paesi del sud Mediterraneo, il secondo
l’emigrazione, il terzo la stabilità e gli indirizzi dei diversi sistemi
politici.
C'è solo una
striscia di mare a separare chi cerca riscatto e benessere da chi, quello stesso
tragitto, lo ha compiuto trent’anni fa. Mazara del Vallo, provincia di Trapani:
qui c’è una delle comunità tunisine più consistenti d’Italia. I primi maghrebini
sono giunti alla fine degli anni Settanta e con fatica sono riusciti a
innestarsi nel tessuto economico, contribuendo alla ricchezza e allo sviluppo
della città. Oggi chi parla rappresenta la seconda, in molti casi la terza
generazione: sono italiani, disillusi e critici. Una generazione a cavallo,
divisa tra affetti e consapevolezza, tra sentimento e ragione.
Li ha uccisi il mare? No. Li hanno uccisi i signori
“fora dai ball” e il loro ex-amico dittatore. Li hanno uccisi loro. I profughi
eritrei, etiopi, sudanesi, ivoriani partiti da Zuwhara e morti affondati nel più
grande cimitero della post-modernità, il Mediterraneo, sono esattamente quelli
che il governo italiano ha respinto dal maggio 2009, negando la protezione
umanitaria e consegnandoli alle carceri del regime libico.
«Svuotare la vasca», sibila Umberto Bossi. «Il problema immigrazione va risolto
alla radice, ma intanto dobbiamo farci carico delle esigenze umanitarie…»,
aiutando chi fugge da Lampedusa, rispondono i presidenti di Confindustria
Treviso e Vicenza, la vandea della Lega. «Ognuno deve fare la propria parte,
anche Treviso», precisa Alessandro Vardanega, leader degli imprenditori della
Marca. «Non si può semplicemente rilevare il problema e poi dire ma tanto si
arrangeranno alcune aree del Paese».
affermo in tutta tranquillità che, per ignoranza o per calcolo, il governo ha
creato il «dramma» Lampedusa invece di governare il problema in piena legalità
(e umanità). Oscillando tra allarmismo e vittimismo, minacce di crisi di governo
e dichiarazioni tanto sguaiate quanto irresponsabili di autorevoli ministri, il
governo ha ignorato e violato due strumenti che aveva a disposizione per
fronteggiare in maniera incisiva la crisi degli sfollati nel
Mediterraneo.
L`ex ministro tunisino Abdeljalil Bedoui: “Non una
catastrofe e nemmeno una migrazione strutturale, ma un fenomeno eccezionale che
come tale va considerato. Siamo preoccupati per il razzismo che rischia di
diffondersi in Italia”.
Berlusconi a Napoli, in Abruzzo, a Messina e infine
a Lampedusa. Il copione è sempre uguale, uno spettacolo a base di promesse e
l`assicurazione di una soluzione fulminea. Dietro si muove la macchina della
shock economy, gestione militarizzata e trasferimenti arbitrari dal pubblico al
privato. Ora anche i migranti sono entrati nel tritacarne. I cittadini pensano
alla `sicurezza` e dimenticano chi mette loro le mani in tasca.
Asha ha il viso dolce di una bambina e lo sguardo quasi spento. Ha 21
anni, è incinta di otto mesi e ha ancora davanti agli occhi l’inferno che
ha patito nel canale di Sicilia. È una dei pochi sopravvissuti (53)
al naufragio di mercoledì notte in cui sonomorte 250 persone,
forse anche di più.
Don Mario Bandera, direttore del Centro missionario diocesano di Novara,
si sofferma su un passato rimosso per riflettere sulle storture e le
disuguaglianze della nostra epoca
'Non possiamo fermare le migrazioni, questa è la
sola evidenza dalla quale partire'
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"C'è tanto dolore. Dopo due anni le ferite sono
sempre aperte. Per quanti giorni, mesi, anni ancora dobbiamo aspettare in
silenzio la salvezza?". Queste le parole pronunciate oggi dal vescovo
dell'Aquila, Giuseppe Molinari, durante la messa in ricordo delle 309 vittime
del terremoto di due anni fa celebrata presso la basilica di Santa Maria in
Collemaggio, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
e del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni
Letta.
Il vescovo dell'Aquila:
ferite ancora aperte
Il secondo
anniversario è più duro del primo. È quello della presa d’atto, dell’amara
valutazione. Di cosa? Del fatto che l’Aquila non sarà riabitabile per
lunghissimo tempo.
L'anniversario più duro e
amaro
Buio,
silenzio e cielo pieno di milioni di stelle. Il tremore di migliaia di fiammelle
che accende di rosso fuoco il cuore ferito dell'Aquila. 309 rintocchi e 309
nomi: gli aquilani alle 3.32 si fermano per il secondo anno a ricordare chi, a
causa del sisma del 6 aprile 2009, non c'è più. Come l'anno scorso un lungo
corteo è partito dalla Fontana Luminosa per percorrere senza rumore le strade
intorno alla zona rossa.due anni dal terremoto del 6 aprile 2009 migliaia
di fiaccole percorrono quello che resta della città
Le prime stime parlavano di 12mila
partecipanti alla fiaccolata, ma, mano a mano che il serpentone si snodava,
tantissime persone, bambini e anziani, donne e uomini, si sono uniti, fiaccola
in mano, al fiume commosso e composto. Alla fine, per la Questura, hanno sfilato
in 18mila.
L'Aquila, la notte del
ricordo In 18mila piangono le vittime del sisma
Visita del presiedente della repubblica sui
luoghi del disastro
Napolitano: «A L'Aquila
deve rinascere il centro storico» (testo+video)
L'allarme dell'Autorità sui contratti
pubblici: sulla ricostruzione ancora regime di urgenza, con appalti a ristretto
numero di imprese. E i costi lievitano
L'Aquila due anni dopo: il
business dell'emergenza
Ieri e oggi: le foto a confronto
L'Aquila dal sisma a
oggi
Il 6 aprile per Angela «non è un giorno
qualsiasi... È il giorno del mio compleanno... Il giorno del mio compleanno sono
morti tutti i miei vicini... tutti.» Le macerie dell’anima emergono dai racconti
dei bambini dell’Aquila: Angela è uno dei pazienti di "Ambiente terra. Ambiente
bambino", una ricerca dell’Università dell’Aquila e della Protezione civile
sulle psicopatologie post-traumatiche provocate dal sisma.
Psicoterremoto per un bimbo
su due
Un neologismo semplice e terribile:
terremutate. Lo ha inventato un gruppo di donne aquilane che in
nome di quel cambio di lettera (o/u) chiamamo a raccolta – a due anni dal
6 aprile 2009 che ha stravolto per sempre le loro vite -
chiunque abbia voglia di andare a vedere da vicino la loro città.
Sbatti L’Aquila in prima
pagina Anche il 7 maggio
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Circa 100 milioni di cittadini, oltre un quinto della
popolazione, s'impegna abitualmente nel volontariato. Il viaggio di Famiglia Cristiana in Italia, Francia,
Germania, Regno Unito.
Più di un quinto degli europei (circa 100
milioni) partecipa abitualmente ad attività di volontariato o di
beneficenza.
Di mezza età e con un buon
reddito, l'identikit del volontario europeo
Macché individualisti e disimpegnati: i
giovani italiani che dedicano parte del loro tempo libero ad attività gratuite e
di volontariato sono in aumento.
Sorpresa, in Italia cresce
il numero dei giovani volontari
Ci si fida di più di un volontario che di
un carabiniere o di un poliziotto. Il mondo del volontariato, tra le istituzioni
italiane, è “l’unica realtà capace di conservare, nel tempo, un livello di
fiducia elevato presso la maggior parte dei cittadini”.
Questione di feeling, gli
italiani si fidano dei volontari
In Francia ce l’hanno già in 800 mila. Si
chiama “Passaporto del volontariato”: è un documento personale che attesta le
esperienze trascorse all’interno di una associazione di volontariato.
Un passaporto per i
volontari, lo propone la Francia
Lo Stato tedesco considera l’impegno civico
(Burgerschaftliches Engagement) un requisito essenziale per la coesione della
società.
In Germania le commesse
vanno a scuola di volontariato
In Inghilterra a rilanciare, di recente,
la centralità sociale del volontariato ci ha pensato il premier David Cameron e
il suo progetto di “big society”. Ma i valori della sussidiarietà e della
gratuità nel Regno Unito affondano le loro radici prima del secondo conflitto
mondiale
Il volontariato nel Regno
Unito, rinnovamento e tradizione
Per approfondire: Conferenza Venezia
2011
il nostro precedente post “Sussidiarietà e volontariato
in Europa: valori, esperienze e strumenti a confronto”.
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Piccoli volontari crescono. Sotto la guida dell’associazione Kids for
Charity, i bambini si mobilitano per i coetanei affetti dal
citomegalovirus.
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Ponte dello stretto di Messina
Il sindaco della destra Giuseppe Buzzanca ha firmato
con Eurolink e Stretto di Messina due accordi che definiscono la gestione dei
cantieri, lo stoccaggio dei materiali di risulta e gli espropri. Il
mega-cantiere non avrà ostacoli e le aree di stoccaggio aggraveranno il dissesto
di un territorio fragilissimo. I soggetti danneggiati saranno pagati anche per i
rumori dei camion o la diminuzione della luminosità. Tra i compensi offerti
anche borse di studio, uno svincolo e il completamento di strade ordinarie. Come
si svende un territorio per pochi spiccioli.
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Vedo,
sento...parlo?” Legnano tra mafia e
legalità 14/28
Marzo 2011
Locandina (pdf)
Si è tenuto il 14 marzo, presso
l'Auditorium del Liceo Scientifico e Classico Galileo Galilei, il primo di una
serie di tre incontri, organizzati dal Decanato di Legnano, sul tema delle
organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia. L'iniziativa, per la
quale è stato scelto il titolo “Vedo, sento...parlo? Legnano tra mafia e
legalità”, ha riscosso, almeno per quanto concerne l'appuntamento iniziale,
grosso successo: forte il riscontro in termini di presenza e partecipazione
attiva da parte del pubblico. Forniamo un dettagliato resoconto
dell'interessante serata.
“Vedo, sento...parlo?”: Legnano
tra mafia e legalità/1
Dire basta all’omertà: questo è un dovere
che interpella anche la comunità ecclesiale. L’esperienza del Decanato di
Legnano nelle parole di monsignor Carlo Galli
«Formare le coscienze contro la
mafia»
Sala stracolma e corridoi dell'Auditorium
del Liceo Galilei pieni di spettatori in piedi: questo il colpo d'occhio offerto
dal secondo appuntamento della serie di incontri “Vedo, sento...parlo? Legnano
tra mafia e legalità”, organizzati dal Decanato di Legnano. L'iniziativa mostra
di riscuotere enorme successo, se si considera che l'afflusso è sembrato
addirittura superiore a quello già considerevole dello scorso lunedì. Vi
raccontiamo la serata.
“Vedo, sento...parlo?”: Legnano
tra mafia e legalità/2
La relazione della Direzione nazionale
antimafia parla di una presenza pervasiva dei clan calabresi. Oltre 500 gli
affiliati, che controllano il territorio attraverso le varie famiglie. I colpi
sempre più duri della Procura di Milano non possono bastare: è necessario che i
cittadini si ribellino. Parla Nando dalla Chiesa
«La ‘ndrangheta colonizza la
Lombardia, bisogna reagire»
Un successo clamoroso: questo il bilancio
finale della serie di incontri, organizzati dal Decanato di Legnano, sul
fenomeno mafioso a Legnano e dintorni. Un bagno di folla superiore ad ogni
previsione, spettatori partecipi e volenterosi di comprendere le motivazioni del
successo della 'Ndrangheta in territorio lombardo. Un passo avanti nella
battaglia all'omertà ed al silenzio, principali alleati di ogni organizzazione
criminale.
“Vedo, sento...parlo?”:
incontro conclusivo
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"CELEBRARE DIO CON LA VITA" HOREB n. 57 – 2010
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA
2011
"DAL TESORO DELLO
SCRIBA Lettura del Vangelo di
Matteo"
promossi
dalla Fraternità
Carmelitana di Pozzo di
Gotto (ME)
8°
Incontro del 23 marzo
2011
"La Passione e
la Resurrezione del Signore: Mt. 26-28" di Fr. Egidio
Palumbo
Video
GUARDA:
Il primo
incontro: "Il
Discorso sul Monte Mt 5-7" relazione di P.Gregorio
Battaglia
Il secondo
incontro: "Il Discorso Missionario: Mt. 10" relazione di P. Aurelio
Antista
Il terzo
incontro: "Il
Discorso sul Monte Mt 5-7" relazione di P.Gregorio
Battaglia
Il quarto
incontro: "Il Discorso Missionario: Mt. 10" relazione di P. Aurelio
Antista
Il quinto
incontro: "Il Discorso sulla vita della Chiesa: Mt. 18" relazione di P. Alberto Neglia
Il sesto
incontro: "Il Discorso sulla Venuta del Signore: Mt. 24-25" relazione di Fr. Egidio Palumbo
Il settimo
incontro: "La Passione e la
Resurrezione del Signore: Mt. 26-28" relazione di Fr. Egidio Palumbo
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"Le
Frontiere dello Spirito" puntata del 3 aprile 2011
Domenica 3 aprile 2011 "Le Frontiere dello Spirito", la rubrica religiosa
scritta e condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e monsignor Gianfranco
Ravasi.
Nella prima parte, monsignor Ravasi ha approfondito le
letture tratte dal 1° libro di Samuele
(16,4.6-7.10-13)
A seguire - come sempre - la poesia di padre Turoldo "Nella Tua luce
vediamo la luce", letta dall'attrice Paola Morales.
Nella seconda parte del programma "Volti e storie", curata da
Maria Cecilia Sangiorgi, continua il ciclo quaresimale con la
serie di puntate dedicata ai martiri dei nostri tempi. Quest'anno ricorre il 15°
anniversario del sequestro e dell'uccisione in Algeria dei 7 monaci di
Tibhirine resi celebri ormai dallo splendido film di Xavier Beauvois a
loro dedicato "Uomini di Dio", a loro è dedicata la puntata. Parla padre
Jeane-Marie Lasausse, ingegnere agronomo, che da dieci anni ogni settimana si
reca al monastero e così Tibhirine, che in arabo significa piccolo giardino, è
tornato a rifiorire
la puntata integrale del 3 aprile (video)
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RAI RADIOTRE - "UOMINI E PROFETI":
Pieni di
chiaroscuri i capitoli del I libro di Samuele che narrano le tensioni tra il
primo re di Israele, Saul, colpito da un “spirito cattivo” che lo immalinconisce
e gli suscita potenti gelosie, e Davide, il quale nel frattempo, quasi in
segreto, è stato unto nuove re di Israele. Chiamato alla corte di Saul per
lenire con la musica i suoi cattivi umori, Davide, con la sua presenza
autorevole, attenta, di fatto, alla regalità di Saul e alla sua discendenza. Man
mano che si profilano i caratteri dei due personaggi risalta sempre di più
l’inadeguatezza di Saul rispetto alla generosità, alla forza, all’abilità
guerriera e all’astuzia di Davide. Toccante è l’episodio in cui Davide, in fuga
da Saul che lo vuole uccidere, sorprende il vecchio re nel sonno, dunque
potrebbe sbarazzarsi facilmente di lui, e invece lo risparmia, accreditando così
la sua figura di re giusto, non vendicativo, misericordioso. Alla fine, quando
Saul morirà nella lotta contro i Filistei, in una sorta di suicidio disperato,
Davide leverà su di lui e su Gionata, suo fraterno amico, un pianto tra i più
commoventi di tutta la Bibbia.
Non vi sono solo drammi però in queste
vicende. Vi sono anche episodi arguti e divertenti (vedi quello dell’astuzia di
Abigail, che diventerà una delle mogli di Davide), e l’azione “diplomatica” di
Davide, che si mette temporaneamente al servizio dei Filistei.
I Libro di Samuele cap. 24-31 (II Libro di Samuele cap. 1) Un lembo del tuo
mantello nella mia mano con Enzo
Bianchi Domenica 3 aprile
2011
Ascolta la puntata (audio)
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RAI RADIOTRE - "FEDI E MONDO":
Era un piccolo
prete come tanti, Oscar Arnulfo Romero: legatissimo ai poveri del suo paese, ma
profondamente conservatore sia politicamente che dal punto di vista ecclesiale.
Come accadde che divenne così inviso al regime del suo paese da essere
barbaramente assassinato, mentre celebrava la messa, da un sicario governativo?
La risposta è nei gesti e nelle parole stesse dell’arcivescovo: di aperta
denuncia dei soprusi e dei delitti della classe dirigente, di difesa aperta e
senza cedimenti dei diritti degli ultimi e degli oppressi, di aiuto instancabile
e senza compromessi a chi ne aveva bisogno. Da dove nasceva la sua forza? Per
lui la risposta era semplice: dalle parole dell’Evangelo. Fu in virtù della
potenza di liberazione contenuta nelle parole bibliche che Romero si “convertì”
alla sofferenza del popolo e al martirio di tanti preti e laici. Perché, fra i
tanti “santi” del pontificato di Giovanni Paolo II Romero non fu fatto santo?
Perché vi è ancora una sorta di diffidenza verso il suo operato? Ne parliamo con
Ettore Masina, autore di una appassionata e lucida monografia
su Romero, e con Maurilio Guasco, storico della chiesa nell’età
moderna.
L’arcivescovo deve morire: memoria di Oscar Romero con Ettore Masina e Maurilio Guasco Ricordo di Mario
Trevi Sabato 2 aprile
2011
Ascolta la puntata (audio)
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La Bibbia in un frammento
"L'anima mia è protesa verso il Signore, più che le sentinelle verso
l'aurora, più che le sentinelle verso l'aurora." (Salmo 130,6)
La
notte è scesa sulla città col suo sudario di tenebre e di silenzio. Si odono
solo i passi cadenzati di una pattuglia di sentinelle che trascorrono le ore
notturne tra vicoli e piazze, in attesa che la prima lama di luce all’orizzonte
segnali la fine del loro turno di guardia. Grida una di loro all’altra pattuglia
più lontana: «Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta
della notte?». Una voce risponde dal buio: «Sta per venire il mattino!
Ma poi verrà ancora la notte», in un ciclo senza fine, a cui siamo
votati.
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Dialogo interreligioso
Esce il 6 aprile in Italia il nuovo volume di
Paolo Dall’Oglio, gesuita che vive a Deir Mar Musa (Siria), testimone del
dialogo islamo-cristiano e collaboratore fisso di Popoli. Anticipiamo alcuni brani di un libro che, fin dal
titolo, è una «scandalosa» espressione di amore senza confini (Paolo Dall'Oglio S.I., Innamorato dell'Islam,
credente in Gesù. Dell'islamofilia, Jaka Book,
Milano 2011, pp. 224, euro 19).
Lo “stato disastroso” della Chiesa in Cina è causato
dalla politica di Pechino, ma anche dalla politica vaticana, troppo simile alla
fallimentare Ostpolitik del card. Casaroli. Attuare il dialogo, ma senza
svendere la nostra fede. Rischio di scisma per quei vescovi che sono
“entusiasti” nell’ubbidire al regime. Uno spirito di penitenza e conversione per
tutti.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Sono quasi centenario e analizzando le
varie epoche della mia lunga esistenza, credo che quella attuale sia la peggiore
che l’Italia e l’Europa stiano attraversando sul piano politico. La crisi
politica che stiamo vivendo confonde le idee e non coinvolge l’interesse delle
persone perché non c’è un ideale in grado di suscitare entusiasmi e aggregare
per pensare possibili soluzioni che aiutino la vera politica a
risorgere.
NOSTALGIA DI UNA SOCIETÀ VIVA
ritrovare la forza essenziale dell'uomo di Arturo
Paoli
Una grande tristezza ci attraversa di
fronte a tutto quello che succede. La politica in Italia e nel mondo vive un
momento estremamente buio e difficile. Qualcuno ha affermato che la politica è
il luogo più significativo e importante della carità e del servizio. Come uscire
dall’impotenza nella quale spesso ci sentiamo schiacciati?
l'editoriale di Mario De
Maio del Quaderno di Aprile di OREUNDICI
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Il 4 aprile del 1968, nella cittadina
statunitense di Memphis, nel Tennessee, viene assassinato Martin Luther King,
pastore battista e leader non violento dei neri americani. E' la naturale
conclusione di una vita totalmente spesa al servizio dell'Evangelo e dei propri
fratelli.
4 aprile
Video Ho un sogno (sottotitolato)
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“La notizia dell’assassinio di mio fratello
è giunta improvvisamente e ci ha sconvolto. Sono partito dall’Italia per
partecipare ai funerali e in quel momento ho toccato con mano la disperazione
della gente, della comunità e del Paese. Mi sono reso conto che c’erano molte
persone che avevano bisogno di una guida come quella di mio fratello, in
particolare le minoranze e i moderati pakistani. Vedendo tutto questo ho
pensato, seguendo anche l’invito di amici e familiari, di proseguire il suo
lavoro e il suo impegno”. Paul Bhatti è il nuovo ministro per
le Minoranze del Pakistan. Ha raccolto l’eredità lasciata dal fratello Shahbaz,
ucciso in un attentato il 2 marzo scorso a Islamabad, colpevole solo di avere
dedicato la sua vita alla difesa delle minoranze religiose, non solo dei
cristiani, dei deboli e dei poveri del Pakistan. Il SIR lo ha incontrato nel
corso di una conferenza promossa, il 5 aprile a Roma, dalla Comunità di
Sant’Egidio proprio per ricordare il fratello
Perdono e
verità
Ad un mese dalla morte di Shabaz Bhatti,
ministro per le minoranze del Pakistan, cattolico, impegnato per la
realizzazione di una cultura di convivenza e di pace tra le minoranze religiose
del suo Paese, ucciso a Islamabad il 2 marzo scorso, la Comunità di Sant'Egidio
ne fa memoria con una conferenza a cui prendono parte alcuni testimoni della sua
vita e del suo impegno e con una preghiera nella basilica di San Bartolomeo
all'Isola Tiberina.
Nel corso della preghiera (questa sera alle
20), verrà consegnata alla basilica la Bibbia personale di Shabaz Bhatti, donata
dalla sua famiglia alla Comunità per custodirla tra le memoria dei martiri e
testimoni della fede del XX e XXI secolo.
Conferenza "Shahbaz Bhatti: una
vita per il dialogo e la convivenza in Pakistan"
Video
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“La Chiesa: comunità alternativa di
salvati” Questo il tema sul quale il cardinale Tettamanzi ha dialogato il 29
marzo con Fabio Zavattaro, vaticanista del Tg1, nel terzo appuntamento dei
martedì di Quaresima .
Rivediamo le immagini del
colloquio
Video
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RICORDA I COMANDAMENTI - LE DIECI PAROLE COME CAMMINO PERSONALE
Il quarto Comandamento spiegato dal monaco Anselm Grün: «Il rispetto verso i
genitori va di pari passo con il rispetto verso sé stessi». Un Comandamento in
realtà rivolto agli adulti.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
LA CHIESA E IL
REGIME IN ITALIA Nostalgia di
Costantino? di
Giancarlo Zizola Tratto da “Rocca” n. 7 – 1
aprile 2011
Nel discorso pronunciato al Quirinale il 24
giugno 2005, nella sua prima visita ufficiale, Benedetto XVI formulava un
riconoscimento solenne della «sana laicità dello Stato, in virtù della quale le
realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie». Ma il papa subito
precisava che la laicità dello Stato è legittima «senza tuttavia escludere quei
riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione». E
rafforzava questo paradigma aggiungendo che «l’autonomia della sfera temporale
non esclude un’intima armonia con le esigenze superiori e complesse derivanti da
una visione integrale dell’uomo e del suo eterno destino»
LA CHIESA E IL REGIME IN
ITALIA Nostalgia di Costantino?
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JESUS, aprile 2011
UNA CHIESA AFFATICATA, “AFFLICTA”
Non si può certo negare: molte componenti
della chiesa appaiono e si dicono stanche, comunque prive di attesa. Molti
presbiteri e religiosi si lamentano sovente, molti semplici fedeli prendono,
ogni giorno di più, distanza dalle forme visibili dell’appartenenza alla chiesa.
Lo sappiamo bene dai vescovi stessi: in Germania, in Austria, in Francia e in
Belgio non sono pochi quelli che con rumore lasciano la chiesa, che addirittura
vorrebbero cancellare il loro nome dall’elenco di appartenenza alla parrocchia o
persino dai registri del battesimo. In Italia, con meno clamore, senza più le
contestazioni conosciute negli anni ’70 del secolo scorso, si registra il
fenomeno di quelli che semplicemente continuano a vivere la loro fede “etsi
ecclesia non daretur”, “anche se la chiesa non ci fosse”.
Sì, siamo di fronte a una chiesa
affaticata, anzi, usando un’espressione del magistero papale vorrei parlare di
una “ecclesia afflicta”.
UNA CHIESA AFFATICATA,
“AFFLICTA”
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA")
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A ciascuno il proprio diritto e il proprio dovere. Nuovo richiamo alla politica
da parte del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che in un incontro
con gli amministratori della Bassa Valbisagno, uno dei nove municipi di Genova,
ricorda al «livello più alto», il Parlamento, che «scopo ultimo» della politica
è «la giustizia».
Il
vicepresidente del Cnr Roberto De Mattei, al centro delle polemiche per
aver riproposto le parole di un vescovo dopo il terremoto di Messina
del 1908, e per aver presentato la diffusione dell’omosessualità come
causa della fine dell’impero romano, è diventato negli ultimi tempi un
punto di riferimento importante per il variegato mondo tradizionalista,
quel mondo vissuto per decenni borderline, in modo quasi clandestino,
che oggi conosce una stagione di grande visibilità mediatica. Ma non
sono queste affermazioni ad effetto ad averlo reso popolarissimo
nell’ambientetradizionalista, quanto piuttosto la sua critica serrata, da destra, al Concilio...
... Ma è necessario che tanti cristiani meditino ciò che scriveva Andrea Trebeschi
nel 1943, due anni prima di morire a Mauthausen: «Se il mondo fosse monopolio
dei pessimisti, sarebbe da tempo sommerso da un nuovo diluvio; e se oggi la
tragedia sembra inghiottirci si deve alla malvagità di alcuni, ma soprattutto
all’indifferenza della maggioranza… Un mondo nuovo si elabora: che sia migliore
o ancor peggio, dipende da noi».
Il Card. Ravasi presenta alcune manifestazioni culturali promosse dalla
Santa Sede
POLITICA
Il parlamento delle risse, la politica delle promesse, la quotidianità dei problemi irrisolti: cosa chiede l'Italia e cosa offre la classe politica è il tema centrale di Ballarò durante la quale c'è stato un intervento del presidente della Camera Gianfranco Fini. Tra gli ospiti di Giovanni
Floris Walter Veltroni del PD, il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, il presidente di Bnl e di Assonime Luigi Abete, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli, la dirittrice dell'Unità Concita De Gregorio, il direttore del Tempo Mario Sechi, il presidente della Ipsos Nando
Pagnoncelli. In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza.
Alla vigilia della prima udienza sul caso Ruby, il Parlamento approva
l’ammissibilità del conflitto d’attribuzione: la decisione è rimandata alla
Corte Costituzionale. Ora la maggioranza accelera sul processo breve e va allo
scontro con la magistratura. L’opposizione insorge e promette una
mobilitazione continua in Parlamento e in piazza. “Stiamo passando ogni limite.
Questa non è solo un’offesa alla Costituzione e alla legge, ma all’intelligenza
delle persone” dichiara Rosi Bindi. Ma il Parlamento ha il potere di
sostituirsi alla magistratura? E se questo avviene, qual è l’impatto sulla
tenuta delle Istituzioni?
Ospiti di Michele Santoro: Rosi Bindi, Presidente del Partito
Democratico, Giorgio Stracquadanio del Popolo della Libertà e i
giornalisti Maurizio Belpietro, Direttore di Libero, Giovanni
Valentini di Repubblica e Gian Antonio Stella del Corriere della
Sera.
La verità è che quanto accade in questi giorni sta mostrando
l'impossibilità/incapacità della Lega ad essere un vero partito di governo. Con
l'ideologia leghista si può essere ottimi sindaci di Varese e perfino di Verona,
ma non si riesce a governare l'Italia. Non si riesce, cioè, a pensare davvero i
problemi del Paese in quanto tale (non solo nella sua interezza, ma anche nella
complessità dei suoi rapporti internazionali), e tanto meno immaginarne delle
soluzioni. Con l'ideologia leghista al massimo si può stare al governo, che però
è cosa del tutto diversa dal governare.
È
una bella gara internazionale di cinismo e di scaricabarile, ove
l´Europa come entità politica si mostra in tutta la sua inconsistenza,
incapace di far valere le proprie stesse norme a fronte dell´autarchia
egoistica dei singoli Paesi. Se non muoiono prima, i migranti e il loro
disagio divengono uno strumento di ricatto, interno (nella lotta
politica) ed esterno (verso gli altri paesi). Corpi da spostare, da
controllare, alternativamente da contenere e da esibire per evocare
paura, da mandare via, da non fare arrivare, da far sparire. Totalmente
depersonalizzati, anche nel linguaggiocon cui si parla di loro
Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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AVVISI:
1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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