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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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La
massiccia risposta internazionale alla crisi nelCorno d’Africa ha
già mostrato alcuni risultati positivi, ma c’è ancora tanto altro da
fare per salvare centinaia di migliaia di bambini che
rischiano di morire per malnutrizione e malattie.
A
tre mesi dalla dichiarazione dello stato di carestia in alcune
parti della Somalia, l’UNICEF presenta il rapporto "Risposta
all'emergenza nel Corno d'Africa" in cui vengono
sottolineati alcuni importanti risultati raggiunti:
Giovedì
13 ottobre è stata effettuata un’altra missione di aiuti della Comunità
di Sant’Egidio del Kenya nel distretto di East Pokot, 300 km a
nord di Nairobi.
L’area, abitata da oltre 13.000 persone, è stata colpita dalla siccità e deve affrontare una prolungata carestia.
Martedì 1° Novembre 2011, festa di Ognissanti, si svolgerà a Roma la quarta edizione della 'Corsa dei Santi – Kinder+sport'.
La Fondazione DON BOSCO NEL MONDO ha attivato una campagna solidale
associata a questo importante evento sportivo, finalizzata al sostegno
delle popolazioni del Corno d'Africa.
In questi ultimi mesi il Corno d'Africa sta fronteggiando una terribile
tragedia a causa della siccità e della carestia che sta colpendo la
Somali Region.
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Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
ƒ UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
ƒ Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
ƒ Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
ƒ Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
ƒ CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Soddisfa il gusto della
vendetta, ma non quello della giustizia. Lava con il sangue del
dittatore l`onta delle sofferenze patite, ma non è l`augurio di un
nuovo inizio, di una pagina nuova della storia che sappia chiudere con
gli orrori del passato e impedisca a una nazione liberata di avvitarsi
nella spirale delle rappresaglie, nel bagno di sangue purificatore,
prologo di nuovi orrori e ingiustizie.
Ecco perché le scene del corpo straziato di Gheddafi, scandite dalla
comprensibile ma scatenata furia di chi lo ha catturato, non possono
rallegrare chi ha condiviso l`intervento militare della Nato per
aiutare i ribelli libici nella loro guerra al dittatore. Forse era
inevitabile che finisse così. Ma forse è giusto ostinarsi a pensare, e
a sperare, che il crepuscolo delle dittature non debba conoscere la
carneficina come suo esito obbligato.
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Quello che resta
di quaranta anni di potere è un corpo, ferito, rigirato nella
polvere. Lamorte di Gheddafi, dopo i dubbi delle prime ore, è
confermata dal Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt),
l'autoproclamato organo di governo provvisorio degli insorti libici...
Gheddafi è morto, dunque, ma sono tante le questioni che la sua scomparsa non risolve...
Oggi inizia la nuova Libia? No, oggi potrebbe essere il giorno nel quale nasce la Libia, che fino a oggi non è mai esistita...
Resta un rapporto speciale con l'Italia che, adesso, potrebbe essere oggetto di unariflessione approfondita...
Christian Elia: Gheddafi è morto, ma la Libia non è ancora nata
Secondo
quanto confermato dal governo provvisorio libico, l’uccisione del rais
sarebbe avvenuta nella città di Sirte. Versioni discordanti sulle
modalità.
NIGRIZIA: Ucciso Gheddafi
...Non sapremo mai com’è andata
veramente, se cioè Gheddafi sia stato davvero ferito gravemente in
battaglia o se invece fosse già stata prestabilita la sua eliminazione.
Ripeto, da vivo avrebbe potuto compromettere molti di coloro che lo
stavano combattendo, oltre che un certo numero di leader mondiali...
Gad Lerner: Una morte che fa comodo a troppa gente
Dal
giorno della rabbia alla caduta di Sirte, i 245 giorni che hanno
spazzato via 41 anni di regime. Ora il Cnt si trova a gestire un paese
liberato ma diviso, dove la violenza potrebbe nuovamente esplodere
Vincenzo Nigro: Otto mesi per cancellare il dittatore Adesso per i ribelli la sfida più dura
Videoeditoriale del CORRIERE DELLA SERA con immagini shoccanti
Guido Olimpio: Ma il Raìs doveva essere processato (video)
Commento di Silvio Berlusconi alla morte di Gheddafi: "Sic transit gloria mundi!". E la frase fa il giro del mondo.
Alberto Bobbio: Presidente, moro solito!
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PRIMAVERA ARABA. Urne già
aperte all’estero, nel Paese si voterà per l’Assemblea costituente il
23 ottobre. Favoriti i religiosi di Ennahdha pronti ad allearsi senza
mettere in discussione la laicità.
Susan Dabbous: Tunisi al voto, tra mille candidati e cento partiti
Da domenica centinaia di uomini
e decine di mezzi fronteggiano gli integralisti islamici, alla ricerca
degli ostaggi rapiti nelle settimane scorse
Luca Galassi: Somalia, l'avanzata kenyota
È morta a causa della barbarie
dei suoi rapitori Marie Dedieu, la francese di 66 anni, malata di
cancro e paraplegica, rapita in Kenya il primo ottobre e tenuta in
ostaggio dai fondamentalisti islamici in Somalia. Mentre una bomba è
scoppiata vicino al porto marino di Mogadiscio, ferendo almeno due
persone, e l'esercito di Nairobi ha lanciato una nuova campagna di
bombardamenti contro le postazioni degli integralisti islamici Shabab,
che rivendicano il loro legame con Al Qaida.
AVVENIRE: Somalia, tra Kenya e al-Shabaab ormai è guerra aperta
Le opposizioni hanno chiesto
l’annullamento del voto presidenziale del 9 ottobre per frodi
assortite. Ma è improbabile che la Corte suprema si muova in questa
direzione. Così appare scontata la rielezione per la sesta volta del
settantottenne Paul Biya.
Elio Boscaini: Camerun, sei volte Biya
La Vmk, agenzia di
comunicazione interattiva, con sede a Brazzaville, nella Repubblica del
Congo, ha presentato lo scorso 17 settembre nella capitale congolese il
Way C, primo tablet africano. L’intervista al suo ideatore, Vérone
Mankou.
Fortuna Ekutsu Mambulu: Tablet e Android, la proposta africana
Washington autorizza l'invio di
un centinaio di militari in Africa centrale per dare la caccia a Joseph
Kony, leader dell'Esercito del Signore, gruppo responsabile di gravi
crimini umanitari. Verso una nuova escalation militare USA nel
continente...
Antonio Mazzeo: In Africa centrale la prossima guerra di Obama
Il
successo della manifestazione testimonia come la società ellenica stia
rivalutando i sindacati e come questi ultimi, debbano superare le
logiche di corporazione e i privilegi di casta
Margherita Dean: Grecia, un popolo in piazza: si volti pagina
Un rapporto dell'Anso mostra
come il prolungarsi della guerra non porti un miglioramento della
sicurezza ma solo una progressiva intensificazione del conflitto
Enrico Piovesana: Afghanistan, escalation continua
Politicamente, trovo
significativo che dei leader paralizzati nel loro schematismo che li ha
condotti fino all’isolamento sulla scena internazionale -parlo dei
governanti di destra in Israele, e della leadership di Hamas- alla fine
abbiano scelto entrambi di dialogare pur di uscire dall’angolo.
Gad Lerner: Se Israele e Hamas si parlano tra di loro
'Mi hanno trattato bene': il caporale israeliano torna a casa dopo quasi duemila giorni. La cronologia del rapimento
Luca Galassi: Israele-Palestina, liberato il soldato Shalit
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
16 ottobre si celebra la
Giornata mondiale dell’alimentazione che dal 1981 intende promuovere
politiche mirate a facilitare l’accesso al cibo: uno dei più urgenti
problemi contemporanei visto che per la Fao, anche se gli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio venissero raggiunti entro il
2015, “nei paesi in via di sviluppo rimarrebbero comunque circa 600
milioni di persone sottonutrite”.
Giornata mondiale dell’alimentazione: possiamo nutrire il pianeta
Le fluttuazioni dei prezzi, in
particolare quelle al rialzo, rappresentano la maggiore minaccia alla
sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo. I più colpiti sono i
poveri. Secondo la Banca mondiale, nel biennio 2010-2011 l’aumento dei
costi degli alimenti ha spinto quasi 70 milioni di persone nella
povertà estrema.Il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione
2011, “Prezzi degli alimenti – dalla crisi alla stabilità”, è stato
scelto per attirare l’attenzione su questa tendenza e sulle possibili
azioni da intraprendere per attenuare l’impatto sui più vulnerabili.
Giornata mondiale dell'alimentazione, 16 ottobre 2011
Actionaid contesta i dati della
Fao: «Sottostimato il numero di affamati». Msf apre filiale
all'Esquilino: «La morte per fame si può evitare, con l'aiuto di tutti»
Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Roma un centro racconta l'emergenza
Il sistema degli aiuti
alimentari non sfama i bambini malnutriti: mentre le giovani vittime di
guerre e carestie hanno accesso a cibo nutriente salvavita, milioni di
altri bambini malnutriti continuano a ricevere aiuti alimentari di
scarsa qualità
16 ottobre: Giornata mondiale dell'alimentazione
Settimana della malnutrizione di Medici Senza Frontiere
“Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non basta” a Roma
Nel cuore di Roma, in Piazza Vittorio Emanuele II (Giardini Nicola
Calipari), MSF allestisce dal 10 al 17 ottobre un vero e proprio centro
nutrizione, simile a quelli che MSF utilizza nei contesti in cui opera.
Con il progetto “Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non
basta” l’organizzazione, che quest’anno compie 40 anni di vita, punta a
sensibilizzare l’opinione pubblica - a cominciare dagli studenti delle
scuole secondarie di secondo livello - sulla malnutrizione e sulle
nuove strategie di cura per combattere un male che ogni anno colpisce
195 milioni di bambini.
Un centro nutrizione in città
Sul tema, l'aggregazione di Ong
"Link 2007-cooperarare in rete", di cui la LVIA è parte, ha redatto
l'edizione italiana dell''Indice Globale della Fame 2011, presentato a
Milano l'11 ottobre. Come ha spiegato il curatore Stefano Piziali,
"l'aumento e la volatilità dei prezzi dipendono soprattutto dalla
crescita dell'uso di colture per biocarburanti, dalla speculazione con
la crescita del volume degli scambi dei "futures" delle materie prime e
dai cambiamenti climatici".
Fattori esacerbati dall'alta concentrazione dei mercati di
esportazione, che ha determinato una dipendenza degli importatori
mondiali di alimenti di base da pochi Paesi e dalla mancanza di
informazioni puntuali sul sistema alimentare mondiale, che potrebbero
in parte aiutare a prevenire speculazioni eccessive.
il rapporto: INDICE GLOBALE DELLA FAME. La sfida della fame:
controllare le impennate e l'eccessiva volatilità dei prezzi
alimentari (pdf)
video per la Giornata mondiale dell’alimentazione 2011
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Il
dramma del Corno d’Africa e della troppa differenza tra chi non ha cibo
e chi ha ingenti risorse è al centro del messaggio del Papa al
direttore generale della Fao, in occasione della 30.ma Giornata
mondiale dell’Alimentazione. Il Papa chiede aiuto immediato e
interventi a lungo termine.
«...L’Italia - dice l’assessore
con una punta polemica - ha bisogno di diventare un Paese più europeo
nelle misure di contrasto alla povertà. Ne siamo privi, insieme alla
Grecia. Ma la povertà - conclude - non ha tempo, non aspetta».
Valeria Chianese: Ora anche le famiglie vanno nel dormitorio
(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Fermiamoci
un attimo e pensiamo a quest'uomo. Don Fausto Tentorio... missionario,
martire...è stato assassinato davanti alla parrocchia di Arakan. Da
oltre 32 anni nel Paese, lavorava in difesa degli indigeni, minacciati
dall'industria mineraria.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Colpito a morte da un killer
nella parrocchia di Arakan il missionario del Pime di 59 anni che era
già scampato a un altro agguato. Chi era padre Fausto e perché i
missionari del Pime donano la vita per il Vangelo a Mindanao
Padre Tentorio, martire della giustizia
Perché è stato ucciso padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime colpito a morte in agguato oggi nelle Filippine?
A spiegarlo inderettamente è lui stesso in un video girato nel 2006.
Così parlava padre Tentorio
il video
Il confratello era umile,
prudente ma coraggioso nel suo apostolato fra i poveri e gli
emarginati. Appello di mons. Quevedo, arcivescovo di Cotabato, perché
gli autori del delitto siano consegnati alla giustizia. I funerali del
missionario si terranno il 25 ottobre nella cattedrale di Kidapawan.
I missionari Pime delle Filippine ricordano p. Fausto Tentorio
Difendeva gli indigeni della
tormentata isola di Mindanao, nel Sud delle Filippine, ma qualcuno non
gradiva il suo lavoro. E così padre Fausto Tentorio, 59 anni, parroco
della città di Arakan valley è stato freddato lunedì 17 ottobre da un
sicario che lo ha atteso all’uscita di casa, per sparagli tre colpi e
poi dileguarsi a bordo della motocicletta guidata dal complice.
Il missionario, che lavorava da 30 anni al fianco delle marginalizzate
tribù locali dei Lumad, era diventato una spina nel fianco
dell’industria mineraria e dei proprietari di piantagioni.
Missionario anti lobby
«Per fede uomini e donne hanno
consacrato la loro vita a Cristo, lasciando ogni cosa per vivere in
semplicità evangelica l’obbedienza, la povertà e la castità (..). Per
fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favore della giustizia
per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la
liberazione dall’oppressione». In queste parole di "Porta fidei" – la
Lettera apostolica di Benedetto XVI per l’indizione dell’Anno della
Fede – c’è il ritratto di padre Fausto Tentorio, il missionario del
Pime ucciso domenica, nell’ormai tristemente famosa isola filippina di
Mindanao.
Qualcuno ci vedrà semplici coincidenze, ma a noi piace osservare che la
sua morte è avvenuta a poche ore dalla pubblicazione del documento col
quale il Papa rilancia con forza l’urgenza dell’evangelizzazione a 360
gradi e a una settimana esatta dalla Giornata missionaria mondiale, che
si celebra domenica prossima.
La semplicità evangelica che arriva fino al martirio
“Da bravi Sessantottini,
abbiamo scelto di partire per le Filippine. Negli anni Settanta c’era
ancora il regime di Marcos e vigeva la legge marziale. Volevamo
sostenere la popolazione e sognavamo di cambiare la situazione
politica”. Luciano Benedetti racconta a Sky.it la sua vita di
missionario. Una vita legata a doppio filo con quella dell’amico e
compagno di studi padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime (il
Pontificio Istituto Missioni Estere) è stato ucciso lunedì 17 ottobre
davanti alla sua parrocchia di Arakan, a North Cotabato nell'isola
filippina di Mindanao.
Fausto Tentorio, "una vita per le tribù locali"
Il ricordo del missionario del
Pime padre Tentorio è anche occasione per sottolineare i valori per cui
è vissuto e ha donato la vita
«Uomo del Vangelo in difesa dei più deboli»
Ha vegliato una vita su di
loro, padre Fausto Tentorio. Adesso i suoi tribali, quelli per i quali
ha speso la vita, vegliano la sua salma. I parrocchiani e i tribali di
Arakan, hanno passato la notte nella chiesa di Nostra Signora del
Perpetuo soccorso, pregando e anche dormendo accanto alla bara che
custodisce le spoglie del missionario assassinato.
Filippine, il popolo di padre Tentorio prega e dorme accanto alla sua bara
Felice Tentorio racconta l'assassinio nelle Filippine del fratello Padre Fausto
il video
intervento del vicario episcopale don Bruno Molinari alla celebrazione per padre Fausto Tentorio
il video
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L’omicidio di padre Fausto
Tentorio, è stato commissionato e compiuto da killer professionisti. E’
quanto affermano le autorità di polizia, responsabili delle indagini
sul delitto.
"La testimonianza di padre
Fausto Tentorio è stata quella di un buon sacerdote, ardentemente
credente, che per molti anni si è posto al servizio del popolo
filippino in modo coraggioso e instancabile". È quanto si legge nel
messaggio che il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha
inviato a nome di Papa Benedetto XVI all'arcivescovo Giuseppe Pinto,
nunzio apostolico nelle Filippine, dopo l'uccisione del missionario
italiano nell'isola di Mindanao.
Vita e morte di Padre Tentorio, una realtà bella e vasta del Nord d'Italia
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Sulla Via di Damasco": "Cristiani sotto attacco"
Video tratto dal programma di RAIDUE "Sulla Via di Damasco" condotto da Monsignor Giovanni D'Ercole (15 ottobre 2011)
In studio, con mons. Giovanni D'Ercole, P.Giulio Albanese, comboniano
direttore della rivista "Popoli e Missioni", aiuta ad entrare con
serenità e profondità nella conoscenza di una realtà che è bene
conoscere e per la quale pregare:Cristiani perseguitati perché
Cristiani.
video "Cristiani sotto attacco"
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
«Noi siamo il 99 per cento», gridano gli Indignati in tutte le lingue del mondo...
La morale è che basta 1 a
rovinarne 99. Vale per tutti, ragazzi, anche per voi: attenti a quell’1
con la testa calda che si annida in qualsiasi corteo e può pregiudicare
i messaggi giusti dei 99 con un gesto violento e dunque sempre
sbagliato.
(articolo scritto e pubblicato il 13 u.s.) 99%
La violenza e il terrore hanno
soffocato la manifestazione di coloro che volevano scendere in piazza
pacificamente.A Roma la voce degli indegni ha soffocato quella degli
indignati Una minoranza di violenti, poche centinaia di persone, ha
fatto degenerare e ha rovinato la giornata dimobilitazione indetta dal
movimento globale che rivendica “diritti e politiche sociali a sostegno
dei giovani, dell'occupazione e del Welfare”. La manifestazione romana,
che ha richiamato da tutta Italia una folla imponente, superiore alle
100 mila persone, è stata infiltrata da gruppi di violenti che fin
dalle prime fasi del corteo ha creato il caos.
Roma, indignati e violenti
I cosiddetti Indignados
italiani hanno fallito. O, forse, noi italiani non abbiamo compreso a
fondo il significato dell'indignazione...
Gli Indignados italiani hanno
perso una grande occasione e ne sono responsabili perché da domani non
si parlerà del futuro delle nuove generazioni, della disperazione delle
vecchie, ma di una manifestazione con centinaia di migliaia di persone
rovinata da un gruppo di criminali vestiti di nero.
Indignados, un fallimento tutto italiano
Le solite vecchie e consunte
dinamiche rovinano la festa degli indignati italiani. Guastatori a
volto coperto e disordine pubblico in divisa
... Ci sono alcune domande senza risposta, senza fare i complottisti a tutti i costi...
Le decine di migliaia di
persone che hanno sfilato con un'idea, con un sentimento, non faranno
notizia. Qui sta tutto il paradosso. Si muovono per chiedere
visibilità, in un movimento planetario che rifiuta dinamiche
sorpassate. E con dinamiche sorpassate quel movimento si prova a
soffocarlo, nella culla.
Indignati e indegni
Su Twitter rabbia e delusione: «Hanno oscurato la protesta»
"Sognavo Piazza Tahrir e Wall Street mi sono trovato in mezzo al fuoco"
Servizio di Valeria Teodonio
- Sono precari, studenti, ricercatori. Ma anche uomini e donne del
sindacato, delle associazioni, dei movimenti. Ritratto degli "indignados" nostrani.
video
Intervista di Silvia Garroni - Il sindaco di Roma:"Una forza selvaggia nel cuore di una manifestazione al 99% pacifica"
video
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INDIGNADOS / 3
La protesta transnazionale
degli “indignados” contro la crisi economica, gli abusi della finanza,
ilprecariato e le ricette anti-crisi dei Governi ha raggiunto 951 città
di oltre 80 Paesi. Ovunque le manifestazioni hanno avuto uno
svolgimento pacifico: dalla piazza di Puerta del sol di Madrid, dove il
movimento è nato, fino all’Asia e all’Europa, passando per Wall Street
e la BCE. Tranne a Roma, dove le violenze di una parte dei manifestanti
hanno rubato la scena alla parte maggioritaria, quella pacifica. In
questa gallery, i volti, gli slogan, i cartelli, i diversi modi di
manifestare degli “indignati” per come li hanno visti i fotoreporter
sparsi nelle città di tutto il mondo.
Indignati di tutto il mondo uniti
Da tutto il mondo. Indignati e proteste, le immagini di una nuova realtà nelle piazze del pianeta
Clicca sull'immagine per vedere la gallery
Guarda i video delle manifestazioni in:
Giappone, Svizzera, Corea Sud
Australia
In piazza Syntagma, è sera inoltrata: ci sono circa ottomila persone e le forze dell'ordine non si vedono
15 ottobre, Syntagma Atene
..Poi
ieri c’è stata la prova mondiale di un movimento che sta raccogliendo
la comprensione di giornali, televisioni, comuni cittadini, politici e
perfino di banchieri.
In 950 città le manifestazioni sono state assolutamente pacifiche: colorate, rumorose ma ordinate.
In una
soltanto si è scatenata una violenza spaventosa e senza freni: a Roma.
Anche ieri abbiamo mostrato al mondo un’anomalia italiana.
Anche oggi ci tocca vergognarci...
Perché succede solo qui
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La parola al 99%
E alla fine “spaccarono
tutto”. Soprattutto la notizia. Perché chi l’ha letto l’appello degli
indignati? Chi lo sa oggi quali sono le proposte di quel popolo per
uscire dalla crisi? “Spaccare tutto” è linguaggio da incappucciati cui
non interessano le istanze. Gente che non è né indignata né arrabbiata.
Semplicemente si esercita nell’uso della violenza per screditare tutti.
Rivendichiamo di essere il 99% contro ogni violenza. Anche nella
manifestazione. Contro la violenza dell’economia finanziarizzata che
condanna a morte ogni giorno milioni di persone e contro quella che
pretende di adottare lo stesso linguaggio nella protesta. Per questo i
bastoni non devono avere più spazio di parola delle idee. E mentre mi
chiedo quale virus ha invaso la mente di chi gode nel bruciare auto
pagate a rate e spaccare le vetrine delle filiali, non perdo la
speranza che si estenda la pacifica convinzione di far pagare la crisi
a chi l’ha prodotta e non a chi la subisce. (Mosaico dei giorni - Tonio Dell'Olio - 17 ottobre 2011)
Riflessioni sugli scontri di Roma
La vera lotta da
combattere non è solo la lotta collettiva contro le strutture violente
di potere organizzato, ma anche la lotta individuale contro la
tentazione del potere in tutte le sue forme.
Dieci cose che so sulla ViolenzaCarissimi
facinorosi, cari radicali, non so proprio come ringraziarvi.In un
momento così grave per il paese ove la mia popolarità ha toccato i
minimi storici ho incassato una doppia vittoria in un solo week end. La
prima in aula e la seconda in piazza. Ciò mi riconferma leader
indiscusso negli anni a venire e, forse, oltre. Grazie.
Carissimi. Grazie.Caro
Black Bloc, non mi è piaciuto affatto rivederti ieri, dopo dieci anni,
nella stessa piazza in cui manifestavo anch’io. Eri vestito uguale, ho
provato la stessa inquietudine che, arrivato a Genova la mattina del 20
luglio 2001, mi hai trasmesso quando ti ho visto sfilare indisturbato
in corteo.
Caro Black Bloc, che dispiacere rivedertiSiamo
indignati, non violenti. Nessuna violenza di altri potrà toglierci
dalla testa che le ragioni dell’indignazione stanno ancora tutte in
piedi. E' una protesta sacrosanta, perché è condotta in nome dei
diritti che ad uno ad uno sono stati tolti a più generazioni, a coloro
che si sono trovati deboli contro la crisi: donne, giovani, famiglie,
pensionati.
La nonviolenza dell'indignato
Gli "Indignados" italiani non
sono il 99%, ma sono comunque tanti perché il corteo, anche se non è
arrivato a Piazza San Giovanni, ha saputo difendersi e cacciare
spontaneamente gli estranei
Il 15 ottobre resta una
giornata importante per chi voleva gridare la sua rabbia per sentirsi
ostaggio di un sistema che ormai agisce come uno strozzino e da cui non
ci si può liberare.
Ma per chi lavorano i black-block ?
Boicottati, ma a testa alta!
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Dopo aver raccolto più informazioni possibili, mi permetto
di fare alcune considerazioni sul triste epilogo della manifestazione
del 15 ottobre a Roma: come già a Genova nel 2001, l’esito era
facilmente prevedibile.
Gli ingredienti, più o meno, sono gli stessi. Una grande massa di
persone desiderose di manifestare le loro giuste rivendicazioni, il
centro di una città come scenografia, la polizia mandata in forze a
presidiare, e un manipolo di guastafeste capaci di tutto. Per far
scattare la trappola, basta poco: il lancio di un sanpietrino, un
bancomat fracassato, una vetrina sfasciata, e il gioco è fatto. Non
serve, poi, dissertare se il blocco nero da cui è partita la
provocazione era quello della polizia o quello con i passamontagna. I
caschi sono gli stessi, cambia solo il colore, come sui campi da rugby.
Il problema, perciò, non è la polizia, e non sono nemmeno i cosiddetti black bloc.
Il problema sta negli obiettivi e nell’organizzazione della manifestazione, cioè nel fine e nel mezzo.
Questione di metodo (la violenza ci indigna, la nonviolenza ci ingegna) di Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento
Ideò la Marcia della pace, oggi starebbe coi manifestanti non violenti
Mentre si discute di manifestazioni violente, di black bloc e della
presenza dei cattolici in politica, sarebbe utile tornare a
leggere Aldo Capitini, il maggior pensatore italiano della nonviolenza,
poeta, filosofo, educatore, libero religioso, idealista pratico
alla Gandhi, che non si vergognava di associare la politica
all'etica: a proposito di Pannella e di Bandinelli diceva di essere
«alquanto critico perché sono "politici" e forse senza gli
scrupoli che per me contano». Morto nel 1968 e (troppo) poco
ricordato anche in questo cinquantesimo anniversario della Marcia per
la pace e la fratellanza dei popoli da lui creata nel 1961,
Capitini credeva in una visione religioso-sociale non da mistico
ma da razionalista.
La sua «disobbedienza civile» e la sua «non collaborazione» erano tutto
il contrario del «solo violenza aiuta / dove violenza regna» di
brechtiana memoria.
La lezione di Capitini ai tempi dei black bloc
Per approfondire guarda il sito Parola di Aldo Capitini
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"Distruggere e costruire" di Giorgio Bernardelli
Il problema
vero della crisi non solo finanziaria che stiamo vivendo è che per
distruggere basta la rabbia, mentre per costruire servono dei valori da
condividere
Delle immagini di Roma
devastata che abbiamo visto scorrere in queste ore alla tv la cosa che
mi ha colpito maggiormente è stata la corsa a distruggere. Le sequenze
dei ragazzi che abbattevano, frantumavano, incendiavano qualsiasi cosa
si trovavano davanti: vetrine della banche, blindati dei carabinieri,
automobili in sosta, statue della Madonna...
Il punto è che, di fronte a una crisi che ha distrutto, c'è chi
pretende di rispondere distruggendo a sua volta. E invece la vera
svolta, la vera possibilità di cambiare, sta dalla parte opposta: nel
saper costruire...
Alla fine il problema vero è che per distruggere basta la rabbia,
mentre per costruire servono dei valori da condividere. Dei punti di
riferimento intorno a cui ritrovarsi...
Distruggere e costruire
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L’Infedele
vi propone un’analisi storica di questa Italia allo sbando. Tra i
lanzichenecchi black bloc che riesumano la parodia del sacco di Roma
(1527), e i capitani di ventura divenuti esperti in imboscate
parlamentari (sempre intenti, direbbe il Guicciardini, al loro
“particulare”), si riproduce la situazione che provocò la fine del
Rinascimento italiano e la lunga stagione delle dominazioni straniere.
Per questo abbiamo invitato in studio il più autorevole studioso del
Cinquecento italiano, Massimo Firpo, membro dell’Accademia dei Lincei e
docente di Storia moderna all’Università di Torino....
Ospiti di Gad Lerner Massimo
Firpo, Ida Dominijanni, Martina Fabbri, Giuliano Urbani, Giorgio
Stracquadanio, Giuseppe De Marzo, Gilberto Oneto
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Rifugiati in una chiesa per fuggire dalla furia cieca di teppisti e polizia
Poteva essere bello come a Puerta del Sol o come a Wall
Street. Invece no. Sabato a Roma è stato brutto come a Genova,
dieci anni fa. Eccetto il morto, che poteva benissimo scapparci anche
stavolta. In Italia il tempo non porta consiglio, la storia non insegna
e ogni cosa si ripete tristemente uguale a se stessa.
Enrico Piovesana: I diavoli e l'acqua santa (testo+video)
Devastazioni
a Roma, 48 ore dopo. La città conta i danni e si lecca ferite che
difficilmente potranno essere sanate in pochi giorni. E la discussione
continua. Cosa è successo realmente in quelle ore? E soprattutto: quale
era la percezione reale di chi era in piazza rispetto alle notizie che
circolavano nella rete? Migliaia di post su Twitter sono dedicati alla
manifestazione degli indignati. Numerosi i trend topic da seguire:
#15ott, #Indignati, Black Block, Piazza San Giovanni.
PANORAMA: Le due piazze della manifestazionedi Roma: quella reale e quella virtuale
Infiltrati? Cattiva gestione dell'ordine pubblico? Tutta colpa di pochi deficienti? Come ogni day after, il dibattito è aperto
Maso Notarianni: Una (mal)sana via di mezzo
Idranti
sulla folla e priorità ai palazzi del potere: ecco gli errori delle
forze dell'ordine nella gestione della manifestazione. I primi scontri
sarebbero stati considerati un diversivo per arrivare a palazzo Grazioli
Carlo Bonini: Controlli soft e corteo senza filtri così la polizia è finita in trappola
Il
responsabile del Viminale annuncia nuovi provvedimenti restrittivi
delle libertà civili. fermi preventivi, arresto differito, nuovi reati
associativi, pene più pesanti, maggiore copertura legale, civile e
penale, per gli agenti di polizia
Angelo Miotto: La ricetta di Maroni. Verso uno Stato di polizia ?
Intervista all'avvocato Ezio Menzione, ex difensore dei ragazzi massacrati alla Diaz
Enrico Piovesana: Un attacco alla libertà di manifestazione
...
Ne consegue, sia per i giovani indignati che reclamano la
partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica, sia per i
cattolici che considerano questa partecipazione la modalità esigente di
esercitare la carità cristiana, l'esigenza di farsi delle competenze
specifiche. Sì, perché a partecipare ad un'impresa in cui si è
incompetenti si rischia di fare un gran male alla comunità.
Partecipanti quindi ma non ingenui. E gli indignati dimostrano di non
essere ingenui nell'analisi chefanno di questa società e delle cause che l'hanno portata in questa impasse...
Vittorio Cristelli: Indignati ma ingenui? (pdf)
Ci sono immagini a cui fa male assistere. Da
ieri su You-tube circola un filmato prodotto dai Radicali che
testimonia il trattamento riservato a Marco Pannella da alcuni
partecipanti alla manifestazione romana degli Indignados di sabato
scorso.
Vittorio Moccia: Sputi in faccia a Pannella: non è questa la nostra nonviolenza
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Un grido d’allarme, dettato «da
un grande amore per la scuola», ma venato da «una difficoltà crescente
a guardare con speranza al futuro». Non nasconde il proprio pessimismo
Graziella Priulla, ordinario dei Sociologia dei processi culturali
nella facoltà di Scienze politiche all’Università di Catania, per la
situazione in cui versa la scuola italiana. Ma anche per il suo
avvenire.
Lo fa mettendo nero su bianco un’analisi oggettiva, quanto spietata,
della situazione attuale. E non a caso questa sua fatica (che sarà in
libreria da lunedì 17 ottobre e sarà presentato ufficialmente a Bologna
il 21 ottobre) si intitola L’Italia dell’ignoranza (Franco Angeli
editore, 207 pagine, 23 euro) con un sottotitolo anch’esso molto
esplicito «Crisi della scuola e declino del Paese».
La scuola «ignorante»
Un giorno Graziella Priulla,
docente di sociologia dei processi culturali, parcheggiò la sua vecchia
Fiat 600 davanti all'università di Catania e si sentì sbeffeggiare da
un suo alunno: «Non ne valeva la pena studiare tanto eh?». In quel
momento, capì che il ragazzo non solo pensava che la cultura non
bastasse per comprarsi una bella auto, ma che «non servisse proprio a
niente»...
Siamo partiti da una scuola poco democratica che insegnava molto a
pochi, ora ne abbiamo una uguale che insegna poco a molti. Dovremmo
costruirne una nuova che insegni molto a molti.
L'ignoranza non è beata
La scuola pubblica è una diga:
contro le disuguaglianze e contro il sonno della ragione. Ma che
succede se si aprono crepe in una diga? Questo libro elenca cifre
impietose tratte da indagini nazionali e internazionali, riporta esempi
e considerazioni che risultano da esperienze vissute, ma soprattutto
s’interroga sul valore che la nostra comunità attribuisce
all’istruzione.
la scheda del libro L'Italia dell'ignoranza Crisi della scuola e declino del Paese
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Protestano studenti e
professori contro i tagli all’istruzione e accusano il ministro Gelmini
di guardare la scuola in tre D: diseguaglianza, diseducazione e
disoccupazione. In studio con Luce Tommasi e Josephine Alessio, Anna
Grazia Stammati, componente dell’Esecutivo nazionale dei Cobas e
Antonio Bucciarelli, in rappresentanza di un gruppo di precari storici,
molti dei quali alle soglie della pensione.
RAINEWS24: Scuola e precariato (video)
Con
la manovra di luglio scatta il dimensionamento "forzoso": i circoli
didattici, con classi di medie ed elementari, saranno unificati per
arrivare a plessi di almeno mille alunni e risparmiare 2.600 stipendi
da dirigente e direttore amministrativo. I tagli riguarderanno in
particolare Calabria, Campania, Sicilia e Puglia
Salvo Intravaia: Partono gli accorpamenti e colpiranno soprattutto il Sud
Materie, elementari e medie autonome solo con 1.000 studenti
Maria Teresa Martinengo: Pronto il piano per gli accorpamenti
L'operazione rientra nella
politica dei tagli attuata dal ministero. E così oltre alla chiusura e
al conseguente accorpamento degli istituti a rischio ci sono anche
quasi duemila posti di lavoro
Augusto Pozzoli: Caos scuole, in arrivo il taglio di 1.130 istituti E’ il “dimensionamento” della Gelmini
Secondo il report 'Linea 40 -
Lo scuolabus per soli bambini rom' dell'Associazione 21 luglio, che ha
monitorato per un anno il percorso scolastico di un gruppo di minori
rom di un "villaggio attrezzato" alla periferia di Roma, solo una
piccola percentuale frequenta regolarmente la scuola primaria.
Valentina Valente: Bambini rom: quando la scuola diventa un privilegio
Ieri, con la dodicesima
edizione del rapporto “Ecosistema scuola”, Legambiente è tornata a
denunciare l’insicurezza dei luoghi di studio, sottolineando come ci si
trovi di fronte a «una realtà edilizia vetusta» con oltre il 60 per
cento degli immobili costruiti prima del 1974, il 40 per cento in zone
a rischio sismico, il 10 in aree a rischio idrogeologico, il 7,54 a
rischio vulcanico.
Dina Galano: L'insicurezza tra i banchi. Dal governo solo tagli
Dossier annuale sullo stato
degli edifici scolastici nei Comuni capoluogo di provincia. Una
fotografia della qualità delle strutture che ospitano le scuole
dell'obbligo.
LEGAMBIENTE: Ecosistema Scuola - XII Edizione (pdf)
La Gelmini aveva detto di voler
di ridurre le prove, ma ora una circolare riconferma tutte le vecchie
regole per i 600 mila studenti che frequentano l'ultimo anno della
scuole di primo grado. Lo stesso destino sembra riservato anche alla
maturità
Salvo Intravaia: Contrordine sugli esami di terza media "Non c'è più tempo per le modifiche"
“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
Credevamo che lo sviluppo
scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse
emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa,
anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al
fondo, come realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce
l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le
scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in
se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha
paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle
rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il
rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti
per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro
perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i
nostri privilegi...
Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb,
Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una
spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011 - EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011
Dal 19 Ottobre al 30 Novembre presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE
il calendario degli incontri (pdf)
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La Bibbia in un frammento
Mi ricordo di te,
dell'affetto della
tua giovinezza,
dell'amore
al tempo del tuo
fidanzamento,
quando mi seguivi
nel deserto,
in una terra
non seminata."
(Geremia 2,2)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Santa Teresa d'Avila
Avila (Spagna) 1534. Una
giovane donna di 19 anni bussa alle porte del monastero delle
carmelitane. Veste in modo elegante e raffinato. E’ bella. Tutto le
riesce bene. Non le manca nulla apparentemente. L’aspetta un brillante
avvenire ed è guardata da tutti con ammirazione.
* E perché dunque vuol entrare al Carmelo?
S. Teresa d'Avila
Santa Teresa d'Avila (video)
Santa Teresa di Gesù (video)
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
interpretazione di Mina di "Nada te turbe" (testo, ovviamente, di Santa Teresa d'Avila) con musiche di Frisina:
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
TORINO SPIRITUALITÀ 2011 VISIONI DAL QUOTIDIANO
VITO MANCUSO,
GIANNI VATTIMO
CREDERE SUL LIMITE
con Marco POLITI
L’esperienza del mondo è così
mutata rispetto al passato che avere fede oggi (senza mettere a tacere
il pensiero) provoca non poche perplessità: su Dio, sul suo rapporto
con l’uomo, sulla vita della Chiesa. Queste perplessità sono tali da
imporre un cambiamento della fede quale è stata definita dalla
tradizione, sia a livello di dottrina sia di spiritualità. Si potrebbe
affermare che solo cambiando il Cristianesimo potrà tornare a essere
“vangelo”, cioè una buona notizia.
VIDEO
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Sono trascorsi venticinque anni
da quando papa Giovanni Paolo II, sorprendendo molti, anche tra i suoi
più stretti collaboratori, promosse «un incontro di preghiera per la
pace» da tenersi ad Assisi, luogo divenuto grazie a san Francesco
«centro di fraternità universale». L'annuncio delle «consultazioni con
i responsabili non solo di varie chiese e comunioni cristiane, ma anche
di altre religioni del mondo» venne dato a Roma a conclusione
dell'ottavario per l'unità dei cristiani. Ora, a distanza di un quarto
di secolo, Benedetto XVI rilancia lo «spirito di Assisi» invitando
anche «tutti gli uomini di buona volontà» per una giornata di
pellegrinaggio, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel
mondo.
Ma cosa si intende davvero per «spirito di Assisi»? Il dialogo tra fedi nello spirito di Assisi
Il dialogo tra fedi nello spirito di Assisi, recensione di Enzo Bianchi al libro "INSIEME PER PREGARE di Matteo Nicolini-Zaini
... Ecco perché è da
tenere stretto tra le mani il libro di un teologo francese, Jean-Marie
Ploux, 74 anni, che – sulla base anche di una lunga esperienza
pastorale – ha elaborato una sorta di grammatica del dialogo come
impegno irreversibile per il credente. La stessa sorgente della fede
cristiana è proprio in un dialogo divino che squarcia il silenzio del
nulla e che ha come interlocutore privilegiato la creatura umana. Sulle
tonalità differenti di questo colloquio, che ha appunto «in principio
il Lógos» per usare il celebre incipit del Vangelo di Giovanni, si
leggono in questo saggio pagine illuminanti attorno a soggetti che ora
elenchiamo soltanto: l'«ospite interiore», accettare la differenza, la
libertà e la verità, il «paese dell'altro», il rischio dell'incontro,
la gratuità e così via...
Una
grammatica per dialogare, Recensione di Gianfranco Ravasi al
libro "Il dialogo cambia la fede?" di Jean-Marie Ploux
Nell'anno in cui
si celebra il 25° anniversario dello storico incontro dei
rappresentanti delle diverse religioni del mondo ad Assisi, appare in
lingua italiana un volume prezioso che aiuta a comprendere e a vivere
lo “spirito di Assisi”. O, forse meglio, aiuta a porci in ascolto
rinnovato dello “Spirito di Assisi”, cioè di quello Spirito di
comunione che ha condotto all'incontro di Assisi del 1986 e
lo ha animato, ma che anima ogni incontro autentico e ogni dialogo
riuscito: lo Spirito – come ha scritto frère Christian de Chergé nel
suo testamento spirituale – “la cui gioia segreta sarà sempre lo
stabilire la comunione […] giocando con le differenze”. Riformulazione
spirituale, questa, della verità antropologica e teologica fondamentale
che Michel de Certeau ha espresso sinteticamente con la formula: “La
non-identità è la modalità su cui si elabora la comunione”.
Il dialogo cambia la fede? di Jean-Marie Ploux, recensione di Matteo Nicolini-Zani
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« Lo spirito di Assisi »:
l'espressione è di Giovanni Paolo II. Dal 27 ottobre 1986 questo «
spirito » si è diffuso un po' ovunque, conserva la forza viva del
momento in cui si è scaturito. Non farò il vecchio giardiniere. Ma,
essendo stato testimone ammirato del suo germinare nel pensiero del
Papa e artigiano privilegiato del suo sbocciare, oso affermare di aver
sentito quel giorno battere il cuore del mondo. È bastato un breve
incontro su una collina, qualche parola, qualche gesto, perché
l'umanità straziata riscoprisse nella gioia l'unità delle sue origini.
Quando, alla fine di una grigia mattinata, l'arcobaleno è apparso nel
cielo di Assisi, i capi religiosi riuniti dall'audacia profetica di uno
di essi, Giovanni Paolo II, vi hanno scorto un richiamo pressante alla
vita fraterna: nessuno poteva più dubitare che la preghiera avesse
provocato quel segno manifesto dell'intesa tra Dio e i discendenti di
Noè. Nella cattedrale di San Rufino, quando i responsabili delle Chiese
cristiane si sono scambiati la pace, ho visto le lacrime su certi volti
e non dei meno importanti.
Davanti alla basilica di San Francesco, dove, intirizzito dal freddo,
ognuno alla fine sembrava serrarsi strettamente all'altro (Giovanni
Paolo II era vicino al Dalai Lama), quando giovani ebrei si sono
precipitati sulla tribuna per offrire rami di ulivo, in primo luogo ai
musulmani, mi sono sorpreso ad asciugare le lacrime sul mio viso.
LO "SPIRITO DI ASSISI"
L'annuncio di Benedetto XVI dopo l'Angelus del 1° gennaio: (sesto minuto del video)
Cari fratelli e sorelle, nel Messaggio per l’odierna Giornata
della Pace ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni
possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la
famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno
2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di
Preghiera per la Pace che il Venerabile Giovanni Paolo II convocò ad
Assisi nel 1986. Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò
pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo
cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti
delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di
buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto
dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti
di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per
la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere
pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito ad
accompagnare sin d’ora con la vostra preghiera questa iniziativa.
video
Guarda l'interessante speciale
da "il valore del dono", spazio web della Commissione Provinciale
"Opere Antoniane" e "Giustizia Pace e Salvaguardia del Creato" della
Provincia Patavina OFM Conv:
27 ottobre 1986 - 2011 - Spirito di Assisi 25 anni dopo
Vedi i nostri precedenti post:
Lo spirito di pace compie 25 anni - Lo speciale di JESUS
"Ma ad Assisi vince il dialogo della vita" di Piero Gheddo
“Convivere – il nostro
destino” - 25° Incontro mondiale di preghiera per la Pace organizzato
dalla Comunità di Sant’Egidio - Monaco di Baviera 11/13 Settembre
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Interrogarsi sul
significato ultimo dell'esistere non coinvolge, certo, lo scettico
sardonico e sarcastico che ambisce solo a ridicolizzare asserti
religiosi. Tra l'altro, uno che di ateismo s'intendeva, come il
filosofo Nietzsche non esitava a scrivere nel Crepuscolo degli dei
(1888) che «solo se un uomo ha una fede robusta, può indulgere al
lusso dello scetticismo». Neppure il razionalista, avvolto nel
manto glorioso della sua autosufficienza conoscitiva, vuole correre
il rischio di inoltrarsi sui sentieri d'altura della sapienza
mistica, secondo una grammatica nuova che partecipa del linguaggio
dell'amore, che è ben diverso dalla spada di ghiaccio della pur
importante ragione pura. Né è interessato a questo dialogo l'ateo
confessante che, sulla scia dello zelo ardente del marchese de
Sade della Nouvelle Justine (1797), presenta il suo petto solo al
duello: «Quando l'ateismo vorrà dei martiri, lo dica: il mio
sangue è pronto!». L'incontro
tra credenti e non credenti avviene quando si lasciano alle spalle
apologetiche feroci e dissacrazioni devastanti e si toglie via la
coltre grigia della superficialità e dell'indifferenza,
che seppellisce l'anelito profondo alla ricerca, e si rivelano,
invece, le ragioni profonde della speranza del credente e
dell'attesa dell'agnostico. Ecco perché si è voluto pensare da parte
del Pontificio Consiglio della Cultura a un «Cortile dei Gentili»
...
"Il divino, una passione atea" di Gianfranco Ravasi
Il giorno 26 ottobre, nell'Aula
Magna del Rettorato dell'Università degli Studi Roma Tre, sarà
"imbandita" una Tavola rotonda che vedrà credenti e non credenti
affiancarsi in occasione della pubblicazione del libro Il Cortile dei
Gentili edito dalla casa editrice Donzelli.
La data scelta non è affatto
casuale. Precede, annunciando, la "Giornata Mondiale di Preghiera per
la Pace" che si celebrerà il 27 ottobre ad Assisi.
"Credenti e non credenti di fronte alle sfide della modernità": Il
Cortile dei Gentili ospite dell'Università degli Studi Roma Tre «L’incontro
tra credenti e non credenti avviene quando si lasciano alle spalle
apologetiche feroci e dissacrazioni devastanti e si toglie via la
coltre grigia della superficialità e dell’indifferenza, che seppellisce
l’anelito alla ricerca, e si rivelano, invece, le ragioni profonde
della speranza del credente e dell’attesa dell’agnostico ».
la scheda del libro Il cortile dei gentili Credenti e non credenti di fronte al mondo d' oggiVedi anche il nostro precedente post:
Riapre il Cortile dei Gentili
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Il “Cortile dei gentili”, la
struttura di dialogo tra credenti e non credenti avviata dal Pontificio
Consiglio della Cultura, ha vissuto ieri a Firenze una nuova tappa
italiana. Ieri pomeriggio, a Palazzo Vecchio, si sono ritrovati
intellettuali di diversa estrazione culturale per parlare del tema:
‘Umanesimo e bellezza, ieri e oggi’. Il cardinale Gianfranco Ravasi,
presidente del dicastero vaticano, ha tenuto la prolusione
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Sembra stagliarsi
all'orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di
interlocuzione con la politica, che sia promettente grembo di futuro”.
Così il cardinale Bagnasco accennava il 26 settembre, nella sua
Prolusione, al profilarsi di una nuova stagione di presenza dei
cattolici al servizio del Paese. Una necessità sempre più avvertita nel
laicato cattolico; è stato questo il fondamento del Forum di Todi di
lunedì 17 ottobre, al quale hanno partecipano cattolici di diversa
ispirazione impegnati nella società, nella cultura, nell'economia e
nell'informazione, radunati dalla consapevolezza che c’è bisogno di un
nuovo slancio per far uscire l’Italia dal pantano di una crisi – etica
e non solo economica – di difficile soluzione. In questo dossier
raccogliamo tutta la documentazione prodotta da Avvenire sul tema.
l'ampio dossier di AVVENIRE: I cattolici, la politica, il futuro dell'Italia
Il Paese ha bisogno dei
cattolici. La ricostruzione civile e morale non sarà possibile senza un
loro diverso e rinnovato impegno politico. E senza un dialogo più
stretto, fuori dagli schemi storici, con gli eredi delle tradizioni
liberale e riformista.
l'editoriale di Ferruccio de Bortoli: La missione dei cattolici
I Cattolici fanno fronte comune (2 video)
Dal raduno a porte chiuse delle
organizzazioni cattoliche a Todi non è uscito niente di scritto: non un
appello, non un documento, non un manifesto, non un programma. Solo
l’ennesima invocazione orale di un governo diverso, reiterata davanti
ai giornalisti dal segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni.
Non era sicuramente questo sghembo finale di giornata che il cardinale
Angelo Bagnasco si aspettava: così lontano dal volo elevato che aveva
impresso con la sua lezione di apertura.
I contraccolpi a vuoto di Todi. E intanto, in casa PD e PdL…
Il seminario “La buona politica
per il bene comune” organizzato a Todi dal Forum delle persone e delle
associazioni d’ispirazione cattolica nel mondo del lavoro si è aperto
con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Vincenzo Paglia,
presidente della Conferenza Episcopale Umbra e vescovo di Terni Narni
Amelia. L’augurio che quello di oggi sia “il giorno della
moltiplicazione dei pani e dei pesci” ha detto mons. Paglia. “Se questo
nostro Paese rischia di essere senz’anima o senz’aria – ha aggiunto il
vescovo – non dobbiamo chiederci se non sia necessario un impegno più
robusto anche da parte nostra?”. “Noi siamo qui – ha aggiunto il
vescovo – perché pensosi e preoccupati. E sentiamo come credenti
l’urgenza di affrettare i passi della riflessione, del discernimento,
al fine di elaborare una visione di quella società che vogliamo
costruire, di tracciare le linee che definiscono il bene comune oggi”.
il testo integrale dell’omelia di Mons. Paglia
Una nota di Palazzo Chigi
distorce il significato e l'andamento del Forum, delle associazioni
cattoliche di Todi. Ecco che cos'è davvero successo.
Cattolici, vietato criticare!
Il primo risultato
dell’assemblea cattolica di Todi consiste in un’ulteriore
delegittimazione di Berlusconi. In questo il premier ha visto giusto,
perciò si è messo a strillare che i giornali hanno scritto il falso e
che dalla riunione non sarebbe emerso nessun appello a “dare una
spallata al governo”. Naturalmente non è così. La stampa intera ha
colto il senso delle conclusioni del convegno, riassunto nella frase
lapidaria di Giorgio Guerrini, uno dei promotori e presidente di
Confartigianato: “Questo governo non ce la fa”. Berlusconi non capisce
niente di Stato e di governo, ma capisce moltissimo di marketing.
Perciò ha subito cambiato rotta rispetto ai suoi pasdaran Sacconi e
Roccella, che a caldo avevano lamentato “delusione” per gli esiti della
riunione e – con il ministro del Welfare – avevano bollato la richiesta
di un nuovo governo a larghe intese come una “non proposta”.
Di fronte al rischio di
apparire emarginato dal mondo cattolico, il premier ha diffuso una nota
per elogiare lo “splendido discorso” del presidente della Cei Bagnasco
e negare che la Chiesa dia coperture a politiche neodemocristiane e
terzopoliste. Alfano, di conserva, ha dichiarato che i cattolici hanno
già un partito che “ha difeso i valori della vita e della famiglia”: il
Pdl.
Todi, i cattolici e le paure di Berlusconi
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Una grande sala allestita con i
tavoli a ferro di cavallo. Otto i posti riservati alla presidenza.
Un’ottantina per i partecipanti al seminario di Todi sulla «buona
politica per il bene comune» promosso dal Forum delle Associazioni
cattoliche del mondo del lavoro e allargatosi all'intero variegato
mondo dei cattolici laici, che si aprirà oggi al convento francescano
di Montesanto.
A Todi si sono riunite tutte le
associazioni cattoliche. Agli Stati Generali nella città umbra hanno
partecipato associazioni e movimenti di ispirazione cattolica.
Riflessioni, confronti, anche in relazione alla situazione politica ed
economica del Paese.
All'indomani
del convegno umbro, il premier smentisce di essere nel mirino dei
vescovi e delle associazioni religiose. 'Avvenire' torna a negare
l'ambizione di dare vita a una formazione politica. Bonanni: "Un
fantasma che vedono solo a destra e a sinistra". Bossi: "Da mesi i
cattolici chiedono un passo indietro.."
... Qui, oggi mi
limito a narrare un sogno. Mi sembrava di essere a Todi e dinnanzi ai
partecipanti e ai microfoni di una radio (affinché tutti gli italiani,
cattolici e non, potessero ascoltare) un autorevole vescovo (o un
laico?) apriva i lavori con queste parole: «La sorte della democrazia è
nelle nostre mani: che essa si salvi non solo, ma si consolidi e si
sviluppi, dipende da noi, dalla nostra fiducia, dalla nostra
lungimiranza, dalla nostra fortezza, dal nostro spirito cristiano.
Senza un impegno di tutti gli uomini, che resistano alla tentazione del
timore per le prove alle quali essa espone, per le incognite che
comporta, per i sacrifici che richiede, quella salvezza non è
possibile...»...
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... Quindi la domanda rimarrà per
aria come uno sbuffo di fumo, un rumore nella notte misterioso e
indecifrabile, un movimento sospetto appena percepito con la coda
dell’occhio. Cosa mai poteva volere il Segretario di Stato vaticano dal faccendiere Lavitola? Boh…
POLITICA
L’infinita
attesa di un decreto per lo sviluppo, una politica debole ostaggio dei
numeri risicati del Parlamento. Gli incidenti in una piazza che non
riesce neanche ad esprimere il suo disagio. Come si torna ad essere un
Paese normale? Sono i temi della puntata di Ballarò. Tra gli ospiti di
Giovanni Floris il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, Bruno Tabacci
di Alleanza per l’Italia, la presidente della Regione Lazio Renata
Polverini, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il teologo Vito Mancuso,
il direttore del Messaggero Mario Orfeo, il vicedirettore di Repubblica
Massimo Giannini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli e , in
collegamento dagli USA, l’economista Alessandra Fogli, docente
all’università del Minnesota e consulente della Federal Reserve, la
banca centrale statunitense.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)
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La
scelta di Ignazio Visco come nuovo governatore di Bankitalia chiude con
un compromesso una vicenda trascinatasi oltre ogni limite di
tollerabilità.
La forza con la quale Silvio Berlusconi rivendica
la vittoria parlamentare di ieri forse dipende anche dalla
consapevolezza che non otterrà più la fiducia da una parte dei propri
parlamentari. È comprensibile che il centrodestra voglia dare
un'impressione di operosità, e c'è da sperare davvero che faccia
qualcosa per tamponare la crisi economica. Ma l'infornata di incarichi
sottoministeriali appena decisa da Palazzo Chigi appare il contrario di
quanto serve all'Italia. Siamo entrati nella fase finale della
legislatura. Adesso, la preoccupazione principale dovrebbe essere
quella di limitare i danni.
... C'è
una sola barriera capace di tenere separata l'economia
dall'economicismo. C'è una sola arma per impedire che le nostre società
diventino altrettante succursali delle banche (magari della Bank of
China): ma non è quella di indignarci e tanto meno di non pagare i
debiti. È la politica. A tutti i costi, discutendo e dividendoci, ma
questo solo ci può tirare fuori dai guai: tornare a una grande politica.
Ernesto Galli Della Loggia: Una bandiera primitiva
Udienza - 19 ottobre 2011, Il "Grande Hallel", Salmo 136 (135)
Omelia - 16 ottobre 2011: Santa Messa per la Nuova Evangelizzazione
Discorso - ai partecipanti all'Incontro promosso dalla Fondazione "Centesimus Annus-Pro Pontifice" (15 ottobre 2011)
Discorso - ai partecipanti all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (15 ottobre 2011)
Lettera Apostolica in forma di "Motu Proprio" Porta fidei con la quale si indice l'Anno della fede (11 ottobre 2011)
OPINIONI E COMMENTI
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Marco Politi ricostruisce
questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione
sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa
impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel
privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore' e
non come pacchetto di divieti. Un teologo e un intellettuale di
statura. Eppure...
la scheda del libro "Joseph Ratzinger. Crisi di un papato"
Con Crisi di un papato, Marco
Politi, studioso del mondo cattolico e sperimentato vaticanista
(illuminanti i suoi libri su papa Wojtyla), racconta con maestria il
carattere tradizionalista del pontificato di Benedetto XVI a sei anni
dal conclave in cui non doveva divenire papa. Fondato su una gran
quantità di documenti di diversa origine, il libro illumina le tappe
della china regressiva su cui è scivolato il teologo Ratzinger che non
è riuscito a divenire uomo di governo della Chiesa.
La doppia faccia di Benedetto
Le polemiche sull’affare
Williamson (il vescovo lefebvriano negazionista cui BenedettoXVI toglie
nel 2009 la scomunica insieme ad altri tre presuli scismatici) mette in
discussione esplicitamente il modo con cui Benedetto XVI governa la
Chiesa. Gli osservatori denunciano una curia allo sbando, un papa
chiuso nel suo palazzo e costretto a fronteggiare una bufera che
l’Osservatore Romanodefinisce senza esempi in tempi recenti.
La solitudine di Benedetto XVI (Tratto dal libro Joseph Ratzinger. Crisi di un papato)
Qual è la Chiesa di Ratzinger?
E come è cambiata la politica del Vaticano? Insieme al giornalista
Marco Politi, Corrado Augias affronta un viaggio attraverso il
pontificato di Benedetto XVI
Guarda la puntata di RAI3 - Le Storie - Marco Politi - andata in onda il 14 ottobre
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Benedetto
XVI indice un "’Anno della Fede" inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50°
anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24
novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo...
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L’Anno
della Fede, indetto da Benedetto XVI con la lettera apostolica Porta
Fidei pubblicata ieri, è un invito a “mettersi in cammino” per aprire
il cuore alla speranza, a Gesù Cristo. La porta della fede – scrive il
Papa – è sempre aperta anche per tante persone che, “pur non
riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera
ricerca del senso ultimo”. Sull’Anno della Fede, che inizierà l’11
ottobre del 2012, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco
l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte
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... Il papa trasportato sulla
pedana mobile e spinto dai sediari pontifici sembra una statua portata
in giro per essere mostrata alla folla. C'è qualcosa di idolatrico, di
papolatrico, in quell'uomo issato sul "carrelletto". Se quella di papa
è davvero una funzione di servizio, perché smentirla così platealmente
e proprio in occasione delle celebrazioni più solenni? Il pastore è uno
che cammina alla testa e accanto al suo gregge. Il pastore non si fa
trasportare su una lettiga, come un principe o un faraone. L'abolizione
della sedia gestatoria ha un significato.
Se davvero, come dice il Vaticano, il papa sta bene, farlo trasportare
da qualcuno è un gesto che stona e che ha una valenza profondamente
anti-conciliare. Ha il gusto di un ritorno al papa re, al sovrano che
domina sulla folla e che si distacca dal resto dell'umanità...
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