"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°42 del 2011

Aggiornamento della settimana

- dal 15 al 21 ottobre 2011 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 28 ottobre 2011          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)


Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
 una o più notizie

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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale


"QUELLI DELLA VIA"





 




NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 





EMERGENZA
CORNO D'AFRICA





La massiccia risposta internazionale alla crisi nelCorno d’Africa ha già mostrato alcuni risultati positivi, ma c’è ancora tanto altro da fare per salvare centinaia di migliaia di bambini che rischiano di morire per malnutrizione e malattie.
A tre mesi dalla dichiarazione dello stato di carestia in alcune parti della Somalia, l’UNICEF presenta il rapporto "Risposta all'emergenza nel Corno d'Africa"  in cui vengono sottolineati alcuni importanti risultati raggiunti:

  UNICEF:   Rapporto UNICEF, 3 mesi di aiuti umanitari nel Corno d'Africa

Giovedì 13 ottobre è stata effettuata un’altra missione di aiuti della Comunità di Sant’Egidio del Kenya nel distretto di East Pokot, 300 km a nord di Nairobi.
L’area, abitata da oltre 13.000 persone, è stata colpita dalla siccità e deve affrontare una prolungata carestia.

  SANT'EGIDIO:   Siccità in Corno d'Africa: è in corso una nuova distribuzione di aiuti alimentari nel Nord del Kenya

Martedì 1° Novembre 2011, festa di Ognissanti, si svolgerà a Roma la quarta edizione della 'Corsa dei Santi – Kinder+sport'.
La Fondazione DON BOSCO NEL MONDO ha attivato una campagna solidale associata a questo importante evento sportivo, finalizzata al sostegno delle popolazioni del Corno d'Africa.
In questi ultimi mesi il Corno d'Africa sta fronteggiando una terribile tragedia a causa della siccità e della carestia che sta colpendo la Somali Region.

  FONDAZIONE DON BOSCO NEL MONDO:   Il Corno d'Africa ha sete. Corriamo insieme per vincere l'indifferenza!




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Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite 
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
ƒ UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119  
ƒ Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
ƒ Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384 
ƒ Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 
ƒ CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)

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AFRICA

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Soddisfa il gusto della vendetta, ma non quello della giustizia. Lava con il sangue del dittatore l`onta delle sofferenze patite, ma non è l`augurio di un nuovo inizio, di una pagina nuova della storia che sappia chiudere con gli orrori del passato e impedisca a una nazione liberata di avvitarsi nella spirale delle rappresaglie, nel bagno di sangue purificatore, prologo di nuovi orrori e ingiustizie.
Ecco perché le scene del corpo straziato di Gheddafi, scandite dalla comprensibile ma scatenata furia di chi lo ha catturato, non possono rallegrare chi ha condiviso l`intervento militare della Nato per aiutare i ribelli libici nella loro guerra al dittatore. Forse era inevitabile che finisse così. Ma forse è giusto ostinarsi a pensare, e a sperare, che il crepuscolo delle dittature non debba conoscere la carneficina come suo esito obbligato.

   Lo scempio di un corpo non è mai giustizia

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Quello che resta di quaranta anni di potere è un corpo, ferito, rigirato nella polvere. Lamorte di Gheddafi, dopo i dubbi delle prime ore, è confermata dal Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt), l'autoproclamato organo di governo provvisorio degli insorti libici...
Gheddafi è morto, dunque, ma sono tante le questioni che la sua scomparsa non risolve...
Oggi inizia la nuova Libia? No, oggi potrebbe essere il giorno nel quale nasce la Libia, che fino a oggi non è mai esistita...
Resta un rapporto speciale con l'Italia che, adesso, potrebbe essere oggetto di unariflessione approfondita...

   Christian Elia: Gheddafi è morto, ma la Libia non è ancora nata

Secondo quanto confermato dal governo provvisorio libico, l’uccisione del rais sarebbe avvenuta nella città di Sirte. Versioni discordanti sulle modalità. 

   NIGRIZIA: Ucciso Gheddafi

...Non sapremo mai com’è andata veramente, se cioè Gheddafi sia stato davvero ferito gravemente in battaglia o se invece fosse già stata prestabilita la sua eliminazione. Ripeto, da vivo avrebbe potuto compromettere molti di coloro che lo stavano combattendo, oltre che un certo numero di leader mondiali...

   Gad Lerner: Una morte che fa comodo a troppa gente

Dal giorno della rabbia alla caduta di Sirte, i 245 giorni che hanno spazzato via 41 anni di regime. Ora il Cnt si trova a gestire un paese liberato ma diviso, dove la violenza potrebbe nuovamente esplodere

   Vincenzo Nigro: Otto mesi per cancellare il dittatore Adesso per i ribelli la sfida più dura

Videoeditoriale del CORRIERE DELLA SERA con immagini shoccanti

   Guido Olimpio: Ma il Raìs doveva essere processato (video)

Commento di Silvio Berlusconi alla morte di Gheddafi: "Sic transit gloria mundi!". E la frase fa il giro del mondo.

   Alberto Bobbio: Presidente, moro solito!


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PRIMAVERA ARABA. Urne già aperte all’estero, nel Paese si voterà per l’Assemblea costituente il 23 ottobre. Favoriti i religiosi di Ennahdha pronti ad allearsi senza mettere in discussione la laicità.

   Susan Dabbous: Tunisi al voto, tra mille candidati e cento partiti

Da domenica centinaia di uomini e decine di mezzi fronteggiano gli integralisti islamici, alla ricerca degli ostaggi rapiti nelle settimane scorse

   Luca Galassi: Somalia, l'avanzata kenyota

È morta a causa della barbarie dei suoi rapitori Marie Dedieu, la francese di 66 anni, malata di cancro e paraplegica, rapita in Kenya il primo ottobre e tenuta in ostaggio dai fondamentalisti islamici in Somalia. Mentre una bomba è scoppiata vicino al porto marino di Mogadiscio, ferendo almeno due persone, e l'esercito di Nairobi ha lanciato una nuova campagna di bombardamenti contro le postazioni degli integralisti islamici Shabab, che rivendicano il loro legame con Al Qaida.

   AVVENIRE: Somalia, tra Kenya e al-Shabaab ormai è guerra aperta

Le opposizioni hanno chiesto l’annullamento del voto presidenziale del 9 ottobre per frodi assortite. Ma è improbabile che la Corte suprema si muova in questa direzione. Così appare scontata la rielezione per la sesta volta del settantottenne Paul Biya.

   Elio Boscaini: Camerun, sei volte Biya

La Vmk, agenzia di comunicazione interattiva, con sede a Brazzaville, nella Repubblica del Congo, ha presentato lo scorso 17 settembre nella capitale congolese il Way C, primo tablet africano. L’intervista al suo ideatore, Vérone Mankou.

   Fortuna Ekutsu Mambulu: Tablet e Android, la proposta africana

Washington autorizza l'invio di un centinaio di militari in Africa centrale per dare la caccia a Joseph Kony, leader dell'Esercito del Signore, gruppo responsabile di gravi crimini umanitari. Verso una nuova escalation militare USA nel continente...

   Antonio Mazzeo: In Africa centrale la prossima guerra di Obama





GRECIA



Il successo della manifestazione testimonia come la società ellenica stia rivalutando i sindacati e come questi ultimi, debbano superare le logiche di corporazione e i privilegi di casta

   Margherita Dean: Grecia, un popolo in piazza: si volti pagina



AFGHANISTAN



Un rapporto dell'Anso mostra come il prolungarsi della guerra non porti un miglioramento della sicurezza ma solo una progressiva intensificazione del conflitto

    Enrico Piovesana: Afghanistan, escalation continua



ISRAELE/PALESTINA


 Politicamente, trovo significativo che dei leader paralizzati nel loro schematismo che li ha condotti fino all’isolamento sulla scena internazionale -parlo dei governanti di destra in Israele, e della leadership di Hamas- alla fine abbiano scelto entrambi di dialogare pur di uscire dall’angolo.

   Gad Lerner: Se Israele e Hamas si parlano tra di loro

'Mi hanno trattato bene': il caporale israeliano torna a casa dopo quasi duemila giorni. La cronologia del rapimento

   Luca Galassi: Israele-Palestina, liberato il soldato Shalit





I NOSTRI TEMPI



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Giornata mondiale dell'alimentazione, 16 ottobre 2011
“Prezzi degli alimenti – dalla crisi alla stabilità”


16 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione che dal 1981 intende promuovere politiche mirate a facilitare l’accesso al cibo: uno dei più urgenti problemi contemporanei visto che per la Fao, anche se gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio venissero raggiunti entro il 2015, “nei paesi in via di sviluppo rimarrebbero comunque circa 600 milioni di persone sottonutrite”.

   Giornata mondiale dell’alimentazione: possiamo nutrire il pianeta

Le fluttuazioni dei prezzi, in particolare quelle al rialzo, rappresentano la maggiore minaccia alla sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo. I più colpiti sono i poveri. Secondo la Banca mondiale, nel biennio 2010-2011 l’aumento dei costi degli alimenti ha spinto quasi 70 milioni di persone nella povertà estrema.Il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione 2011, “Prezzi degli alimenti – dalla crisi alla stabilità”, è stato scelto per attirare l’attenzione su questa tendenza e sulle possibili azioni da intraprendere per attenuare l’impatto sui più vulnerabili.

   Giornata mondiale dell'alimentazione, 16 ottobre 2011

Actionaid contesta i dati della Fao: «Sottostimato il numero di affamati». Msf apre filiale all'Esquilino: «La morte per fame si può evitare, con l'aiuto di tutti»

   Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Roma un centro racconta l'emergenza

Il sistema degli aiuti alimentari non sfama i bambini malnutriti: mentre le giovani vittime di guerre e carestie hanno accesso a cibo nutriente salvavita, milioni di altri bambini malnutriti continuano a ricevere aiuti alimentari di scarsa qualità

   16 ottobre: Giornata mondiale dell'alimentazione

Settimana della malnutrizione di Medici Senza Frontiere
“Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non basta” a Roma
Nel cuore di Roma, in Piazza Vittorio Emanuele II (Giardini Nicola Calipari), MSF allestisce dal 10 al 17 ottobre un vero e proprio centro nutrizione, simile a quelli che MSF utilizza nei contesti in cui opera. Con il progetto “Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non basta” l’organizzazione, che quest’anno compie 40 anni di vita, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica - a cominciare dagli studenti delle scuole secondarie di secondo livello - sulla malnutrizione e sulle nuove strategie di cura per combattere un male che ogni anno colpisce 195 milioni di bambini.

   Un centro nutrizione in città

Sul tema, l'aggregazione di Ong "Link 2007-cooperarare in rete", di cui la LVIA è parte, ha redatto l'edizione italiana dell''Indice Globale della Fame 2011, presentato a Milano l'11 ottobre. Come ha spiegato il curatore Stefano Piziali, "l'aumento e la volatilità dei prezzi dipendono soprattutto dalla crescita dell'uso di colture per biocarburanti, dalla speculazione con la crescita del volume degli scambi dei "futures" delle materie prime e dai cambiamenti climatici".
Fattori esacerbati dall'alta concentrazione dei mercati di esportazione, che ha determinato una dipendenza degli importatori mondiali di alimenti di base da pochi Paesi e dalla mancanza di informazioni puntuali sul sistema alimentare mondiale, che potrebbero in parte aiutare a prevenire speculazioni eccessive.

   il rapporto: INDICE GLOBALE DELLA FAME. La sfida della fame: controllare le impennate e l'eccessiva volatilità dei prezzi alimentari (pdf)

   video per la Giornata mondiale dell’alimentazione 2011


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Il dramma del Corno d’Africa e della troppa differenza tra chi non ha cibo e chi ha ingenti risorse è al centro del messaggio del Papa al direttore generale della Fao, in occasione della 30.ma Giornata mondiale dell’Alimentazione. Il Papa chiede aiuto immediato e interventi a lungo termine.

  RADIO VATICANA: Necessaria un'equa distribuzione delle risorse: così, il Papa nel messaggio per la 30.ma Giornata mondiale dell’Alimentazione (testo+audio)

«...L’Italia - dice l’assessore con una punta polemica - ha bisogno di diventare un Paese più europeo nelle misure di contrasto alla povertà. Ne siamo privi, insieme alla Grecia. Ma la povertà - conclude - non ha tempo, non aspetta».

    Valeria Chianese: Ora anche le famiglie vanno nel dormitorio


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Fermiamoci un attimo e pensiamo a quest'uomo. Don Fausto Tentorio... missionario, martire...è stato assassinato davanti alla parrocchia di Arakan. Da oltre 32 anni nel Paese, lavorava in difesa degli indigeni, minacciati dall'industria mineraria.

   Filippine, ucciso missionario Pime

   MISSIONARIO ITALIANO ASSASSINATO NELLE FILIPPINE (video)


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Ricordo di padre Fausto Tentorio missionario del Pime ucciso a a Mindanao


Colpito a morte da un killer nella parrocchia di Arakan il missionario del Pime di 59 anni che era già scampato a un altro agguato. Chi era padre Fausto e perché i missionari del Pime donano la vita per il Vangelo a Mindanao

   Padre Tentorio, martire della giustizia

Perché è stato ucciso padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime colpito a morte in agguato oggi nelle Filippine?
A spiegarlo inderettamente è lui stesso in un video girato nel 2006.

   Così parlava padre Tentorio

   il video

Il confratello era umile, prudente ma coraggioso nel suo apostolato fra i poveri e gli emarginati. Appello di mons. Quevedo, arcivescovo di Cotabato, perché gli autori del delitto siano consegnati alla giustizia. I funerali del missionario si terranno il 25 ottobre nella cattedrale di Kidapawan.

   I missionari Pime delle Filippine ricordano p. Fausto Tentorio

Difendeva gli indigeni della tormentata isola di Mindanao, nel Sud delle Filippine, ma qualcuno non gradiva il suo lavoro. E così padre Fausto Tentorio, 59 anni, parroco della città di Arakan valley è stato freddato lunedì 17 ottobre da un sicario che lo ha atteso all’uscita di casa, per sparagli tre colpi e poi dileguarsi a bordo della motocicletta guidata dal complice.
Il missionario, che lavorava da 30 anni al fianco delle marginalizzate tribù locali dei Lumad, era diventato una spina nel fianco dell’industria mineraria e dei proprietari di piantagioni.

   Missionario anti lobby

​«Per fede uomini e donne hanno consacrato la loro vita a Cristo, lasciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la povertà e la castità (..). Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a favore della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, venuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione». In queste parole di "Porta fidei" – la Lettera apostolica di Benedetto XVI per l’indizione dell’Anno della Fede – c’è il ritratto di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime ucciso domenica, nell’ormai tristemente famosa isola filippina di Mindanao.
Qualcuno ci vedrà semplici coincidenze, ma a noi piace osservare che la sua morte è avvenuta a poche ore dalla pubblicazione del documento col quale il Papa rilancia con forza l’urgenza dell’evangelizzazione a 360 gradi e a una settimana esatta dalla Giornata missionaria mondiale, che si celebra domenica prossima.

   La semplicità evangelica che arriva fino al martirio

“Da bravi Sessantottini, abbiamo scelto di partire per le Filippine. Negli anni Settanta c’era ancora il regime di Marcos e vigeva la legge marziale. Volevamo sostenere la popolazione e sognavamo di cambiare la situazione politica”. Luciano Benedetti racconta a Sky.it la sua vita di missionario. Una vita legata a doppio filo con quella dell’amico e compagno di studi padre Fausto Tentorio, il missionario del Pime (il Pontificio Istituto Missioni Estere) è stato ucciso lunedì 17 ottobre davanti alla sua parrocchia di Arakan, a North Cotabato nell'isola filippina di Mindanao.

   Fausto Tentorio, "una vita per le tribù locali"

Il ricordo del missionario del Pime padre Tentorio è anche occasione per sottolineare i valori per cui è vissuto e ha donato la vita

   «Uomo del Vangelo in difesa dei più deboli»

Ha vegliato una vita su di loro, padre Fausto Tentorio. Adesso i suoi tribali, quelli per i quali ha speso la vita, vegliano la sua salma. I parrocchiani e i tribali di Arakan, hanno passato la notte nella chiesa di Nostra Signora del Perpetuo soccorso, pregando e anche dormendo accanto alla bara che custodisce le spoglie del missionario assassinato.

   Filippine, il popolo di padre Tentorio prega e dorme accanto alla sua bara

Felice Tentorio racconta l'assassinio nelle Filippine del fratello Padre Fausto

   il video

intervento del vicario episcopale don Bruno Molinari alla celebrazione per padre Fausto Tentorio

   il video


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L’omicidio di padre Fausto Tentorio, è stato commissionato e compiuto da killer professionisti. E’ quanto affermano le autorità di polizia, responsabili delle indagini sul delitto.

  RADIO VATICANA: Filippine: l'omicidio di padre Tentorio su commissione, opera di killer professionisti

"La testimonianza di padre Fausto Tentorio è stata quella di un buon sacerdote, ardentemente credente, che per molti anni si è posto al servizio del popolo filippino in modo coraggioso e instancabile". È quanto si legge nel messaggio che il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inviato a nome di Papa Benedetto XVI all'arcivescovo Giuseppe Pinto, nunzio apostolico nelle Filippine, dopo l'uccisione del missionario italiano nell'isola di Mindanao.

  Stefano Vecchia: Missionario ucciso, la «tristezza» del Papa

Vita e morte di Padre Tentorio, una realtà bella e vasta del Nord d'Italia

  Ferdinando Camon: Il bene non fa rumore ma merita di essere riconosciuto



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‎"Sulla Via di Damasco": "Cristiani sotto attacco"


Video tratto dal programma di RAIDUE  "Sulla Via di Damasco" condotto da Monsignor Giovanni D'Ercole (15 ottobre 2011)

In studio, con mons. Giovanni D'Ercole, P.Giulio Albanese, comboniano direttore della rivista "Popoli e Missioni", aiuta ad entrare con serenità e profondità nella conoscenza di una realtà che è bene conoscere e per la quale pregare:Cristiani perseguitati perché Cristiani.

   video "Cristiani sotto attacco"
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99% Indignati ma 1% indegni!!! I soliti "guastatori" a volto coperto? /1


«Noi siamo il 99 per cento», gridano gli Indignati in tutte le lingue del mondo...
La morale è che basta 1 a rovinarne 99. Vale per tutti, ragazzi, anche per voi: attenti a quell’1 con la testa calda che si annida in qualsiasi corteo e può pregiudicare i messaggi giusti dei 99 con un gesto violento e dunque sempre sbagliato.

  (articolo scritto e pubblicato il 13 u.s.) 99%

La violenza e il terrore hanno soffocato la manifestazione di coloro che volevano scendere in piazza pacificamente.A Roma la voce degli indegni ha soffocato quella degli indignati Una minoranza di violenti, poche centinaia di persone, ha fatto degenerare e ha rovinato la giornata dimobilitazione indetta dal movimento globale che rivendica “diritti e politiche sociali a sostegno dei giovani, dell'occupazione e del Welfare”. La manifestazione romana, che ha richiamato da tutta Italia una folla imponente, superiore alle 100 mila persone, è stata infiltrata da gruppi di violenti che fin dalle prime fasi del corteo ha creato il caos.

  Roma, indignati e violenti

I cosiddetti Indignados italiani hanno fallito. O, forse, noi italiani non abbiamo compreso a fondo il significato dell'indignazione...
Gli Indignados italiani hanno perso una grande occasione e ne sono responsabili perché da domani non si parlerà del futuro delle nuove generazioni, della disperazione delle vecchie, ma di una manifestazione con centinaia di migliaia di persone rovinata da un gruppo di criminali vestiti di nero.

  Indignados, un fallimento tutto italiano

Le solite vecchie e consunte dinamiche rovinano la festa degli indignati italiani. Guastatori a volto coperto e disordine pubblico in divisa
... Ci sono alcune domande senza risposta, senza fare i complottisti a tutti i costi...
Le decine di migliaia di persone che hanno sfilato con un'idea, con un sentimento, non faranno notizia. Qui sta tutto il paradosso. Si muovono per chiedere visibilità, in un movimento planetario che rifiuta dinamiche sorpassate. E con dinamiche sorpassate quel movimento si prova a soffocarlo, nella culla.

  Indignati e indegni


Su Twitter rabbia e delusione: «Hanno oscurato la protesta»

  "Sognavo Piazza Tahrir e Wall Street mi sono trovato in mezzo al fuoco"


Servizio di Valeria Teodonio - Sono precari, studenti, ricercatori. Ma anche uomini e donne del sindacato, delle associazioni, dei movimenti. Ritratto degli "indignados" nostrani.

  video

Intervista di Silvia Garroni - Il sindaco di Roma:"Una forza selvaggia nel cuore di una manifestazione al 99% pacifica"

  video


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INDIGNADOS / 3


La protesta transnazionale degli “indignados” contro la crisi economica, gli abusi della finanza, ilprecariato e le ricette anti-crisi dei Governi ha raggiunto 951 città di oltre 80 Paesi. Ovunque le manifestazioni hanno avuto uno svolgimento pacifico: dalla piazza di Puerta del sol di Madrid, dove il movimento è nato, fino all’Asia e all’Europa, passando per Wall Street e la BCE. Tranne a Roma, dove le violenze di una parte dei manifestanti hanno rubato la scena alla parte maggioritaria, quella pacifica. In questa gallery, i volti, gli slogan, i cartelli, i diversi modi di manifestare degli “indignati” per come li hanno visti i fotoreporter sparsi nelle città di tutto il mondo.

  Indignati di tutto il mondo uniti

Da tutto il mondo. Indignati e proteste, le immagini di una nuova realtà nelle piazze del pianeta

  Clicca sull'immagine per vedere la gallery

Guarda i video delle manifestazioni in:

  Giappone, Svizzera, Corea Sud

  Australia


In piazza Syntagma, è sera inoltrata: ci sono circa ottomila persone e le forze dell'ordine non si vedono

  15 ottobre, Syntagma Atene

..Poi ieri c’è stata la prova mondiale di un movimento che sta raccogliendo la comprensione di giornali, televisioni, comuni cittadini, politici e perfino di banchieri.
In 950 città le manifestazioni sono state assolutamente pacifiche: colorate, rumorose ma ordinate.
In una soltanto si è scatenata una violenza spaventosa e senza freni: a Roma. Anche ieri abbiamo mostrato al mondo un’anomalia italiana.
Anche oggi ci tocca vergognarci...

  Perché succede solo qui

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99% Indignati ma 1% indegni!!! I soliti "guastatori" a volto coperto? /2


La parola al 99%
E alla fine “spaccarono tutto”. Soprattutto la notizia. Perché chi l’ha letto l’appello degli indignati? Chi lo sa oggi quali sono le proposte di quel popolo per uscire dalla crisi? “Spaccare tutto” è linguaggio da incappucciati cui non interessano le istanze. Gente che non è né indignata né arrabbiata. Semplicemente si esercita nell’uso della violenza per screditare tutti. Rivendichiamo di essere il 99% contro ogni violenza. Anche nella manifestazione. Contro la violenza dell’economia finanziarizzata che condanna a morte ogni giorno milioni di persone e contro quella che pretende di adottare lo stesso linguaggio nella protesta. Per questo i bastoni non devono avere più spazio di parola delle idee. E mentre mi chiedo quale virus ha invaso la mente di chi gode nel bruciare auto pagate a rate e spaccare le vetrine delle filiali, non perdo la speranza che si estenda la pacifica convinzione di far pagare la crisi a chi l’ha prodotta e non a chi la subisce.
(Mosaico dei giorni - Tonio Dell'Olio - 17 ottobre 2011)


Riflessioni sugli scontri di Roma
La vera lotta da combattere non è solo la lotta collettiva contro le strutture violente di potere organizzato, ma anche la lotta individuale contro la tentazione del potere in tutte le sue forme.

  Dieci cose che so sulla Violenza

Carissimi facinorosi, cari radicali, non so proprio come ringraziarvi.In un momento così grave per il paese ove la mia popolarità ha toccato i minimi storici ho incassato una doppia vittoria in un solo week end. La prima in aula e la seconda in piazza. Ciò mi riconferma leader indiscusso negli anni a venire e, forse, oltre. Grazie.

  Carissimi. Grazie.

Caro Black Bloc, non mi è piaciuto affatto rivederti ieri, dopo dieci anni, nella stessa piazza in cui manifestavo anch’io. Eri vestito uguale, ho provato la stessa inquietudine che, arrivato a Genova la mattina del 20 luglio 2001, mi hai trasmesso quando ti ho visto sfilare indisturbato in corteo.

  Caro Black Bloc, che dispiacere rivederti

Siamo indignati, non violenti. Nessuna violenza di altri potrà toglierci dalla testa che le ragioni dell’indignazione stanno ancora tutte in piedi. E' una protesta sacrosanta, perché è condotta in nome dei diritti che ad uno ad uno sono stati tolti a più generazioni, a coloro che si sono trovati deboli contro la crisi: donne, giovani, famiglie, pensionati.

  La nonviolenza dell'indignato

Gli "Indignados" italiani non sono il 99%, ma sono comunque tanti perché il corteo, anche se non è arrivato a Piazza San Giovanni, ha saputo difendersi e cacciare spontaneamente gli estranei
Il 15 ottobre resta una giornata importante per chi voleva gridare la sua rabbia per sentirsi ostaggio di un sistema che ormai agisce come uno strozzino e da cui non ci si può liberare. 
Ma per chi lavorano i black-block ?

  Boicottati, ma a testa alta!


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La lezione di Capitini ai tempi dei black bloc - Questione di metodo (la violenza ci indigna, la nonviolenza ci ingegna)



Dopo aver raccolto più informazioni possibili, mi permetto di fare alcune considerazioni sul triste epilogo della manifestazione del 15 ottobre a Roma: come già a Genova nel 2001, l’esito era facilmente prevedibile.
Gli ingredienti, più o meno, sono gli stessi. Una grande massa di persone desiderose di manifestare le loro giuste rivendicazioni, il centro di una città come scenografia, la polizia mandata in forze a presidiare, e un manipolo di guastafeste capaci di tutto. Per far scattare la trappola, basta poco: il lancio di un sanpietrino, un bancomat fracassato, una vetrina sfasciata, e il gioco è fatto. Non serve, poi, dissertare se il blocco nero da cui è partita la provocazione era quello della polizia o quello con i passamontagna. I caschi sono gli stessi, cambia solo il colore, come sui campi da rugby.
Il problema, perciò, non è la polizia, e non sono nemmeno i cosiddetti black bloc.
Il problema sta negli obiettivi e nell’organizzazione della manifestazione, cioè nel fine e nel mezzo.

  Questione di metodo (la violenza ci indigna, la nonviolenza ci ingegna) di Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento

Ideò la Marcia della pace, oggi starebbe coi manifestanti non violenti
Mentre si discute di manifestazioni violente, di black bloc e della presenza dei cattolici in politica, sarebbe utile tornare a leggere Aldo Capitini, il maggior pensatore italiano della nonviolenza, poeta, filosofo, educatore, libero religioso, idealista pratico alla Gandhi, che non si vergognava di associare la politica all'etica: a proposito di Pannella e di Bandinelli diceva di essere «alquanto critico perché sono "politici" e forse senza gli scrupoli che per me contano». Morto nel 1968 e (troppo) poco ricordato anche in questo cinquantesimo anniversario della Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli da lui creata nel 1961, Capitini credeva in una visione religioso-sociale non da mistico ma da razionalista.
La sua «disobbedienza civile» e la sua «non collaborazione» erano tutto il contrario del «solo violenza aiuta / dove violenza regna» di brechtiana memoria.

  La lezione di Capitini ai tempi dei black bloc

  Per approfondire guarda il sito Parola di Aldo Capitini

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"Distruggere e costruire" di Giorgio Bernardelli


Il problema vero della crisi non solo finanziaria che stiamo vivendo è che per distruggere basta la rabbia, mentre per costruire servono dei valori da condividere

Delle immagini di Roma devastata che abbiamo visto scorrere in queste ore alla tv la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la corsa a distruggere. Le sequenze dei ragazzi che abbattevano, frantumavano, incendiavano qualsiasi cosa si trovavano davanti: vetrine della banche, blindati dei carabinieri, automobili in sosta, statue della Madonna...
Il punto è che, di fronte a una crisi che ha distrutto, c'è chi pretende di rispondere distruggendo a sua volta. E invece la vera svolta, la vera possibilità di cambiare, sta dalla parte opposta: nel saper costruire...
Alla fine il problema vero è che per distruggere basta la rabbia, mentre per costruire servono dei valori da condividere. Dei punti di riferimento intorno a cui ritrovarsi...

  Distruggere e costruire


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L’Infedele vi propone un’analisi storica di questa Italia allo sbando. Tra i lanzichenecchi black bloc che riesumano la parodia del sacco di Roma (1527), e i capitani di ventura divenuti esperti in imboscate parlamentari (sempre intenti, direbbe il Guicciardini, al loro “particulare”), si riproduce la situazione che provocò la fine del Rinascimento italiano e la lunga stagione delle dominazioni straniere. Per questo abbiamo invitato in studio il più autorevole studioso del Cinquecento italiano, Massimo Firpo, membro dell’Accademia dei Lincei e docente di Storia moderna all’Università di Torino....

  Gad Lerner: L’Infedele: lanzichenecchi e capitani di ventura

Ospiti di Gad Lerner Massimo Firpo, Ida Dominijanni, Martina Fabbri, Giuliano Urbani, Giorgio Stracquadanio, Giuseppe De Marzo, Gilberto Oneto

  L'INFEDELE: Lanzichenecchi e capitani di ventura (video)


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Rifugiati in una chiesa per fuggire dalla furia cieca di teppisti e polizia
Poteva essere bello come a Puerta del Sol o come a Wall Street. Invece no. Sabato a Roma è stato brutto come a Genova, dieci anni fa. Eccetto il morto, che poteva benissimo scapparci anche stavolta. In Italia il tempo non porta consiglio, la storia non insegna e ogni cosa si ripete tristemente uguale a se stessa.

    Enrico Piovesana: I diavoli e l'acqua santa (testo+video)

Devastazioni a Roma, 48 ore dopo. La città conta i danni e si lecca ferite che difficilmente potranno essere sanate in pochi giorni. E la discussione continua. Cosa è successo realmente in quelle ore? E soprattutto: quale era la percezione reale di chi era in piazza rispetto alle notizie che circolavano nella rete? Migliaia di post su Twitter sono dedicati alla manifestazione degli indignati. Numerosi i trend topic da seguire: #15ott, #Indignati, Black Block, Piazza San Giovanni.

    PANORAMA: Le due piazze della manifestazionedi Roma: quella reale e quella virtuale

Infiltrati? Cattiva gestione dell'ordine pubblico? Tutta colpa di pochi deficienti? Come ogni day after, il dibattito è aperto

    Maso Notarianni: Una (mal)sana via di mezzo

Idranti sulla folla e priorità ai palazzi del potere: ecco gli errori delle forze dell'ordine nella gestione della manifestazione. I primi scontri sarebbero stati considerati un diversivo per arrivare a palazzo Grazioli

    Carlo Bonini: Controlli soft e corteo senza filtri così la polizia è finita in trappola

Il responsabile del Viminale annuncia nuovi provvedimenti restrittivi delle libertà civili. fermi preventivi, arresto differito, nuovi reati associativi, pene più pesanti, maggiore copertura legale, civile e penale, per gli agenti di polizia


    Angelo Miotto: La ricetta di Maroni. Verso uno Stato di polizia ?

Intervista all'avvocato Ezio Menzione, ex difensore dei ragazzi massacrati alla Diaz

    Enrico Piovesana: Un attacco alla libertà di manifestazione

... Ne consegue, sia per i giovani indignati che reclamano la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica, sia per i cattolici che considerano questa partecipazione la modalità esigente di esercitare la carità cristiana, l'esigenza di farsi delle competenze specifiche. Sì, perché a partecipare ad un'impresa in cui si è incompetenti si rischia di fare un gran male alla comunità. Partecipanti quindi ma non ingenui. E gli indignati dimostrano di non essere ingenui nell'analisi chefanno di questa società e delle cause che l'hanno portata in questa impasse...

    Vittorio Cristelli: Indignati ma ingenui? (pdf)

Ci sono immagini a cui fa male assistere. Da ieri su You-tube circola un filmato prodotto dai Radicali che testimonia il trattamento riservato a Marco Pannella da alcuni partecipanti alla manifestazione romana degli Indignados di sabato scorso.

    Vittorio Moccia: Sputi in faccia a Pannella: non è questa la nostra nonviolenza


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SCUOLA



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‎"L'Italia dell'ignoranza Crisi della scuola e declino del Paese" - La scuola «ignorante» - L'ignoranza non è beata


Un grido d’allarme, dettato «da un grande amore per la scuola», ma venato da «una difficoltà crescente a guardare con speranza al futuro». Non nasconde il proprio pessimismo Graziella Priulla, ordinario dei Sociologia dei processi culturali nella facoltà di Scienze politiche all’Università di Catania, per la situazione in cui versa la scuola italiana. Ma anche per il suo avvenire.
Lo fa mettendo nero su bianco un’analisi oggettiva, quanto spietata, della situazione attuale. E non a caso questa sua fatica (che sarà in libreria da lunedì 17 ottobre e sarà presentato ufficialmente a Bologna il 21 ottobre) si intitola L’Italia dell’ignoranza (Franco Angeli editore, 207 pagine, 23 euro) con un sottotitolo anch’esso molto esplicito «Crisi della scuola e declino del Paese».

  La scuola «ignorante»

Un giorno Graziella Priulla, docente di sociologia dei processi culturali, parcheggiò la sua vecchia Fiat 600 davanti all'università di Catania e si sentì sbeffeggiare da un suo alunno: «Non ne valeva la pena studiare tanto eh?». In quel momento, capì che il ragazzo non solo pensava che la cultura non bastasse per comprarsi una bella auto, ma che «non servisse proprio a niente»...
Siamo partiti da una scuola poco democratica che insegnava molto a pochi, ora ne abbiamo una uguale che insegna poco a molti. Dovremmo costruirne una nuova che insegni molto a molti.

  L'ignoranza non è beata

La scuola pubblica è una diga: contro le disuguaglianze e contro il sonno della ragione. Ma che succede se si aprono crepe in una diga? Questo libro elenca cifre impietose tratte da indagini nazionali e internazionali, riporta esempi e considerazioni che risultano da esperienze vissute, ma soprattutto s’interroga sul valore che la nostra comunità attribuisce all’istruzione.

  la scheda del libro L'Italia dell'ignoranza Crisi della scuola e declino del Paese


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Protestano studenti e professori contro i tagli all’istruzione e accusano il ministro Gelmini di guardare la scuola in tre D: diseguaglianza, diseducazione e disoccupazione. In studio con Luce Tommasi e Josephine Alessio, Anna Grazia Stammati, componente dell’Esecutivo nazionale dei Cobas e Antonio Bucciarelli, in rappresentanza di un gruppo di precari storici, molti dei quali alle soglie della pensione.

    RAINEWS24: Scuola e precariato (video)

Con la manovra di luglio scatta il dimensionamento "forzoso": i circoli didattici, con classi di medie ed elementari, saranno unificati per arrivare a plessi di almeno mille alunni e risparmiare 2.600 stipendi da dirigente e direttore amministrativo. I tagli riguarderanno in particolare Calabria, Campania, Sicilia e Puglia

    Salvo Intravaia: Partono gli accorpamenti e colpiranno soprattutto il Sud

Materie, elementari e medie autonome solo con 1.000 studenti

    Maria Teresa Martinengo: Pronto il piano per gli accorpamenti

L'operazione rientra nella politica dei tagli attuata dal ministero. E così oltre alla chiusura e al conseguente accorpamento degli istituti a rischio ci sono anche quasi duemila posti di lavoro

    Augusto Pozzoli: Caos scuole, in arrivo il taglio di 1.130 istituti E’ il “dimensionamento” della Gelmini

Secondo il report 'Linea 40 - Lo scuolabus per soli bambini rom' dell'Associazione 21 luglio, che ha monitorato per un anno il percorso scolastico di un gruppo di minori rom di un "villaggio attrezzato" alla periferia di Roma, solo una piccola percentuale frequenta regolarmente la scuola primaria.

    Valentina Valente: Bambini rom: quando la scuola diventa un privilegio

Ieri, con la dodicesima edizione del rapporto “Ecosistema scuola”, Legambiente è tornata a denunciare l’insicurezza dei luoghi di studio, sottolineando come ci si trovi di fronte a «una realtà edilizia vetusta» con oltre il 60 per cento degli immobili costruiti prima del 1974, il 40 per cento in zone a rischio sismico, il 10 in aree a rischio idrogeologico, il 7,54 a rischio vulcanico.

    Dina Galano: L'insicurezza tra i banchi. Dal governo solo tagli

Dossier annuale sullo stato degli edifici scolastici nei Comuni capoluogo di provincia. Una fotografia della qualità delle strutture che ospitano le scuole dell'obbligo.

   LEGAMBIENTE:  Ecosistema Scuola - XII Edizione (pdf)

La Gelmini aveva detto di voler di ridurre le prove, ma ora una circolare riconferma tutte le vecchie regole per i 600 mila studenti che frequentano l'ultimo anno della scuole di primo grado. Lo stesso destino sembra riservato anche alla maturità

    Salvo Intravaia: Contrordine sugli esami di terza media "Non c'è più  tempo per le modifiche"



FEDE E
SPIRITUALITA'



“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011

TRACCE DI SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI

Credevamo che lo sviluppo scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa, anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al fondo, come  realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i nostri privilegi...

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.

  Editoriale (Pdf)

  Sommario (Pdf)


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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011 - EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE

Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011
Dal 19 Ottobre al 30 Novembre presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
 EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE

   il calendario degli incontri (pdf)

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  La Bibbia in un frammento

 Mi ricordo di te,
dell'affetto della
tua giovinezza,
dell'amore
al tempo del tuo
fidanzamento,
quando mi seguivi
nel deserto,
in una terra
non seminata."
(Geremia 2,2)

  Gianfranco Ravasi: Il tempo del fidanzamento


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Santa Teresa d'Avila


Avila (Spagna) 1534. Una giovane donna di 19 anni bussa alle porte del monastero delle carmelitane. Veste in modo elegante e raffinato. E’ bella. Tutto le riesce bene. Non le manca nulla apparentemente. L’aspetta un brillante avvenire ed è guardata da tutti con ammirazione.
* E perché dunque vuol entrare al Carmelo?

   S. Teresa d'Avila

   Santa Teresa d'Avila (video)

   Santa Teresa di Gesù (video)


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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


 interpretazione di Mina di "Nada te turbe" (testo, ovviamente, di Santa Teresa d'Avila) con musiche di Frisina:

  Nada te turbe - Mina


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Credere sul limite - incontro con Vito Mancuso e Gianni Vattimo


TORINO SPIRITUALITÀ  2011 VISIONI DAL QUOTIDIANO 

VITO MANCUSO, 
GIANNI VATTIMO 
CREDERE SUL LIMITE
 con Marco POLITI 


L’esperienza del mondo è così mutata rispetto al passato che avere fede oggi (senza mettere a tacere il pensiero) provoca non poche perplessità: su Dio, sul suo rapporto con l’uomo, sulla vita della Chiesa. Queste perplessità sono tali da imporre un cambiamento della fede quale è stata definita dalla tradizione, sia a livello di dottrina sia di spiritualità. Si potrebbe affermare che solo cambiando il Cristianesimo potrà tornare a essere “vangelo”, cioè una buona notizia.

   VIDEO

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‎"INSIEME PER PREGARE" di Matteo Nicolini-Zaini
"IL DIALOGO CAMBIA LA FEDE?" di Jean-Marie Ploux - Perché si può pregare insieme di E. Bianchi
Una grammatica per dialogare di G. Ravasi


Sono trascorsi venticinque anni da quando papa Giovanni Paolo II, sorprendendo molti, anche tra i suoi più stretti collaboratori, promosse «un incontro di preghiera per la pace» da tenersi ad Assisi, luogo divenuto grazie a san Francesco «centro di fraternità universale». L'annuncio delle «consultazioni con i responsabili non solo di varie chiese e comunioni cristiane, ma anche di altre religioni del mondo» venne dato a Roma a conclusione dell'ottavario per l'unità dei cristiani. Ora, a distanza di un quarto di secolo, Benedetto XVI rilancia lo «spirito di Assisi» invitando anche «tutti gli uomini di buona volontà» per una giornata di pellegrinaggio, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo.
Ma cosa si intende davvero per «spirito di Assisi»? Il dialogo tra fedi nello spirito di Assisi

  Il dialogo tra fedi nello spirito di Assisi, recensione di Enzo Bianchi al libro "INSIEME PER PREGARE di Matteo Nicolini-Zaini

... Ecco perché è da tenere stretto tra le mani il libro di un teologo francese, Jean-Marie Ploux, 74 anni, che – sulla base anche di una lunga esperienza pastorale – ha elaborato una sorta di grammatica del dialogo come impegno irreversibile per il credente. La stessa sorgente della fede cristiana è proprio in un dialogo divino che squarcia il silenzio del nulla e che ha come interlocutore privilegiato la creatura umana.
Sulle tonalità differenti di questo colloquio, che ha appunto «in principio il Lógos» per usare il celebre incipit del Vangelo di Giovanni, si leggono in questo saggio pagine illuminanti attorno a soggetti che ora elenchiamo soltanto: l'«ospite interiore», accettare la differenza, la libertà e la verità, il «paese dell'altro», il rischio dell'incontro, la gratuità e così via...

  Una grammatica per dialogare, Recensione di Gianfranco Ravasi al libro "Il dialogo cambia la fede?" di Jean-Marie Ploux

Nell'anno in cui si celebra il 25° anniversario dello storico incontro dei rappresentanti delle diverse religioni del mondo ad Assisi, appare in lingua italiana un volume prezioso che aiuta a comprendere e a vivere lo “spirito di Assisi”. O, forse meglio, aiuta a porci in ascolto rinnovato dello “Spirito di Assisi”, cioè di quello Spirito di comunione che ha condotto all'incontro di Assisi del 1986 e lo ha animato, ma che anima ogni incontro autentico e ogni dialogo riuscito: lo Spirito – come ha scritto frère Christian de Chergé nel suo testamento spirituale – “la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione […] giocando con le differenze”. Riformulazione spirituale, questa, della verità antropologica e teologica fondamentale che Michel de Certeau ha espresso sinteticamente con la formula: “La non-identità è la modalità su cui si elabora la comunione”. 

  Il dialogo cambia la fede? di Jean-Marie Ploux, recensione di Matteo Nicolini-Zani


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Assisi 27 ottobre 1986/2011 “Pellegrini della verità, pellegrini della pace” / 1



« Lo spirito di Assisi »: l'espressione è di Giovanni Paolo II. Dal 27 ottobre 1986 questo « spirito » si è diffuso un po' ovunque, conserva la forza viva del momento in cui si è scaturito. Non farò il vecchio giardiniere. Ma, essendo stato testimone ammirato del suo germinare nel pensiero del Papa e artigiano privilegiato del suo sbocciare, oso affermare di aver sentito quel giorno battere il cuore del mondo. È bastato un breve incontro su una collina, qualche parola, qualche gesto, perché l'umanità straziata riscoprisse nella gioia l'unità delle sue origini.
Quando, alla fine di una grigia mattinata, l'arcobaleno è apparso nel cielo di Assisi, i capi religiosi riuniti dall'audacia profetica di uno di essi, Giovanni Paolo II, vi hanno scorto un richiamo pressante alla vita fraterna: nessuno poteva più dubitare che la preghiera avesse provocato quel segno manifesto dell'intesa tra Dio e i discendenti di Noè. Nella cattedrale di San Rufino, quando i responsabili delle Chiese cristiane si sono scambiati la pace, ho visto le lacrime su certi volti e non dei meno importanti.
Davanti alla basilica di San Francesco, dove, intirizzito dal freddo, ognuno alla fine sembrava serrarsi strettamente all'altro (Giovanni Paolo II era vicino al Dalai Lama), quando giovani ebrei si sono precipitati sulla tribuna per offrire rami di ulivo, in primo luogo ai musulmani, mi sono sorpreso ad asciugare le lacrime sul mio viso.

  LO "SPIRITO DI ASSISI"

L'annuncio di Benedetto XVI dopo l'Angelus del 1° gennaio: (sesto minuto del video)
Cari fratelli e sorelle, nel Messaggio per l’odierna Giornata della Pace ho avuto modo di sottolineare come le grandi religioni possano costituire un importante fattore di unità e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno 2011 ricorrerà il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che il Venerabile Giovanni Paolo II convocò ad Assisi nel 1986. Per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di san Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito ad accompagnare sin d’ora con la vostra preghiera questa iniziativa.

  video

Guarda l'interessante speciale da "il valore del dono", spazio web della Commissione Provinciale "Opere Antoniane" e "Giustizia Pace e Salvaguardia del Creato" della Provincia Patavina OFM Conv:

  27 ottobre 1986 - 2011 - Spirito di Assisi 25 anni dopo

  Vedi i nostri precedenti post:

Lo spirito di pace compie 25 anni - Lo speciale di JESUS

"Ma ad Assisi vince il dialogo della vita" di Piero Gheddo

“Convivere – il nostro destino” - 25° Incontro mondiale di preghiera per la Pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio - Monaco di Baviera 11/13 Settembre




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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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‎"Il divino, una passione atea" di Gianfranco Ravasi - Il cortile dei gentili - Credenti e non credenti di fronte al mondo d' oggi


"Interrogarsi sul significato ultimo dell'esistere non coinvolge, certo, lo scettico sardonico e sarcastico che ambisce solo a ridicolizzare asserti religiosi. Tra l'altro, uno che di ateismo s'intendeva, come il filosofo Nietzsche non esitava a scrivere nel Crepuscolo degli dei (1888) che «solo se un uomo ha una fede robusta, può indulgere al lusso dello scetticismo». Neppure il razionalista, avvolto nel manto glorioso della sua autosufficienza conoscitiva, vuole correre il rischio di inoltrarsi sui sentieri d'altura della sapienza mistica, secondo una grammatica nuova che partecipa del linguaggio dell'amore, che è ben diverso dalla spada di ghiaccio della pur importante ragione pura. Né è interessato a questo dialogo l'ateo confessante che, sulla scia dello zelo ardente del marchese de Sade della Nouvelle Justine (1797), presenta il suo petto solo al duello: «Quando l'ateismo vorrà dei martiri, lo dica: il mio sangue è pronto!».
L'incontro tra credenti e non credenti avviene quando si lasciano alle spalle apologetiche feroci e dissacrazioni devastanti e si toglie via la coltre grigia della superficialità e dell'indifferenza, che seppellisce l'anelito profondo alla ricerca, e si rivelano, invece, le ragioni profonde della speranza del credente e dell'attesa dell'agnostico. Ecco perché si è voluto pensare da parte del Pontificio Consiglio della Cultura a un «Cortile dei Gentili» ...

  "Il divino, una passione atea" di Gianfranco Ravasi

Il giorno 26 ottobre, nell'Aula Magna del Rettorato dell'Università degli Studi Roma Tre, sarà "imbandita" una Tavola rotonda che vedrà credenti e non credenti affiancarsi in occasione della pubblicazione del libro Il Cortile dei Gentili edito dalla casa editrice Donzelli.
La data scelta non è affatto casuale. Precede, annunciando, la "Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace" che si celebrerà il 27 ottobre ad Assisi.

  "Credenti e non credenti di fronte alle sfide della modernità": Il Cortile dei Gentili ospite dell'Università degli Studi Roma Tre

«L’incontro tra credenti e non credenti avviene quando si lasciano alle spalle apologetiche feroci e dissacrazioni devastanti e si toglie via la coltre grigia della superficialità e dell’indifferenza, che seppellisce l’anelito alla ricerca, e si rivelano, invece, le ragioni profonde della speranza del credente e dell’attesa dell’agnostico ».

  la scheda del libro  Il cortile dei gentili Credenti e non credenti di fronte al mondo d' oggi

Vedi anche il nostro precedente post:

  Riapre il Cortile dei Gentili


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Il “Cortile dei gentili”, la struttura di dialogo tra credenti e non credenti avviata dal Pontificio Consiglio della Cultura, ha vissuto ieri a Firenze una nuova tappa italiana. Ieri pomeriggio, a Palazzo Vecchio, si sono ritrovati intellettuali di diversa estrazione culturale per parlare del tema: ‘Umanesimo e bellezza, ieri e oggi’. Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano, ha tenuto la prolusione

  RADIO VATICANA: Cortile dei Gentili: a Firenze incontro su "Umanesimo e bellezza, ieri e oggi" (testo+audio)


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“La buona politica per il bene comune” - Todi - Forum delle persone e delle associazioni d’ispirazione cattolica


“Sembra stagliarsi all'orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che sia promettente grembo di futuro”. Così il cardinale Bagnasco accennava il 26 settembre, nella sua Prolusione, al profilarsi di una nuova stagione di presenza dei cattolici al servizio del Paese. Una necessità sempre più avvertita nel laicato cattolico; è stato questo il fondamento del Forum di Todi di lunedì 17 ottobre, al quale hanno partecipano cattolici di diversa ispirazione impegnati nella società, nella cultura, nell'economia e nell'informazione, radunati dalla consapevolezza che c’è bisogno di un nuovo slancio per far uscire l’Italia dal pantano di una crisi – etica e non solo economica – di difficile soluzione. In questo dossier raccogliamo tutta la documentazione prodotta da Avvenire sul tema.

    l'ampio dossier di AVVENIRE: I cattolici, la politica, il futuro dell'Italia

Il Paese ha bisogno dei cattolici. La ricostruzione civile e morale non sarà possibile senza un loro diverso e rinnovato impegno politico. E senza un dialogo più stretto, fuori dagli schemi storici, con gli eredi delle tradizioni liberale e riformista.

    l'editoriale di Ferruccio de Bortoli: La missione dei cattolici

    I Cattolici fanno fronte comune (2 video)

Dal raduno a porte chiuse delle organizzazioni cattoliche a Todi non è uscito niente di scritto: non un appello, non un documento, non un manifesto, non un programma. Solo l’ennesima invocazione orale di un governo diverso, reiterata davanti ai giornalisti dal segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni.
Non era sicuramente questo sghembo finale di giornata che il cardinale Angelo Bagnasco si aspettava: così lontano dal volo elevato che aveva impresso con la sua lezione di apertura.

    I contraccolpi a vuoto di Todi. E intanto, in casa PD e PdL…

Il seminario “La buona politica per il bene comune” organizzato a Todi dal Forum delle persone e delle associazioni d’ispirazione cattolica nel mondo del lavoro si è aperto con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e vescovo di Terni Narni Amelia. L’augurio che quello di oggi sia “il giorno della moltiplicazione dei pani e dei pesci” ha detto mons. Paglia. “Se questo nostro Paese rischia di essere senz’anima o senz’aria – ha aggiunto il vescovo – non dobbiamo chiederci se non sia necessario un impegno più robusto anche da parte nostra?”. “Noi siamo qui – ha aggiunto il vescovo – perché pensosi e preoccupati. E sentiamo come credenti l’urgenza di affrettare i passi della riflessione, del discernimento, al fine di elaborare una visione di quella società che vogliamo costruire, di tracciare le linee che definiscono il bene comune oggi”.

    il testo integrale dell’omelia di Mons. Paglia

Una nota di Palazzo Chigi distorce il significato e l'andamento del Forum, delle associazioni cattoliche di Todi. Ecco che cos'è davvero successo.

    Cattolici, vietato criticare!

Il primo risultato dell’assemblea cattolica di Todi consiste in un’ulteriore delegittimazione di Berlusconi. In questo il premier ha visto giusto, perciò si è messo a strillare che i giornali hanno scritto il falso e che dalla riunione non sarebbe emerso nessun appello a “dare una spallata al governo”. Naturalmente non è così. La stampa intera ha colto il senso delle conclusioni del convegno, riassunto nella frase lapidaria di Giorgio Guerrini, uno dei promotori e presidente di Confartigianato: “Questo governo non ce la fa”. Berlusconi non capisce niente di Stato e di governo, ma capisce moltissimo di marketing. Perciò ha subito cambiato rotta rispetto ai suoi pasdaran Sacconi e Roccella, che a caldo avevano lamentato “delusione” per gli esiti della riunione e – con il ministro del Welfare – avevano bollato la richiesta di un nuovo governo a larghe intese come una “non proposta”.
Di fronte al rischio di apparire emarginato dal mondo cattolico, il premier ha diffuso una nota per elogiare lo “splendido discorso” del presidente della Cei Bagnasco e negare che la Chiesa dia coperture a politiche neodemocristiane e terzopoliste. Alfano, di conserva, ha dichiarato che i cattolici hanno già un partito che “ha difeso i valori della vita e della famiglia”: il Pdl.

    Todi, i cattolici e le paure di Berlusconi


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Una grande sala allestita con i tavoli a ferro di cavallo. Otto i posti riservati alla presidenza. Un’ottantina per i partecipanti al seminario di Todi sulla «buona politica per il bene comune» promosso dal Forum delle Associazioni cattoliche del mondo del lavoro e allargatosi all'intero variegato mondo dei cattolici laici, che si aprirà oggi al convento francescano di Montesanto.

  Roberto Monteforte: Per i cattolici inizia il dopo-Berlusconi

A Todi si sono riunite tutte le associazioni cattoliche. Agli Stati Generali nella città umbra hanno partecipato associazioni e movimenti di ispirazione cattolica. Riflessioni, confronti, anche in relazione alla situazione politica ed economica del Paese.

  LEGGI L'INTERVENTO DI FRANCO MARINI

  LEGGI L'INTERVENTO DI ROSY BINDI

All'indomani del convegno umbro, il premier smentisce di essere nel mirino dei vescovi e delle associazioni religiose. 'Avvenire' torna a negare l'ambizione di dare vita a una formazione politica. Bonanni: "Un fantasma che vedono solo a destra e a sinistra". Bossi: "Da mesi i cattolici chiedono un passo indietro.."

  REPUBBLICA: Cattolici, Berlusconi contrattacca "Da Todi nessuna spallata al governo"

... Qui, oggi mi limito a narrare un sogno. Mi sembrava di essere a Todi e dinnanzi ai partecipanti e ai microfoni di una radio (affinché tutti gli italiani, cattolici e non, potessero ascoltare) un autorevole vescovo (o un laico?) apriva i lavori con queste parole: «La sorte della democrazia è nelle nostre mani: che essa si salvi non solo, ma si consolidi e si sviluppi, dipende da noi, dalla nostra fiducia, dalla nostra lungimiranza, dalla nostra fortezza, dal nostro spirito cristiano. Senza un impegno di tutti gli uomini, che resistano alla tentazione del timore per le prove alle quali essa espone, per le incognite che comporta, per i sacrifici che richiede, quella salvezza non è possibile...»...

  Angelo Bertani: Rileggere Todi nel segno di Moro


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... Quindi la domanda rimarrà per aria come uno sbuffo di fumo, un rumore nella notte misterioso e indecifrabile, un movimento sospetto appena percepito con la coda dell’occhio. Cosa mai poteva volere il Segretario di Stato vaticano dal faccendiere Lavitola? Boh… 

  Mirella Camera: Bertone chi?


POLITICA



L’infinita attesa di un decreto per lo sviluppo, una politica debole ostaggio dei numeri risicati del Parlamento. Gli incidenti in una piazza che non riesce neanche ad esprimere il suo disagio. Come si torna ad essere un Paese normale? Sono i temi della puntata di Ballarò. Tra gli ospiti di Giovanni Floris il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, Bruno Tabacci di Alleanza per l’Italia, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il teologo Vito Mancuso, il direttore del Messaggero Mario Orfeo, il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli e , in collegamento dagli USA, l’economista Alessandra Fogli, docente all’università del Minnesota e consulente della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. 

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': SACCONI, RENZI, TABACCI E POLVERINI  (video)

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La scelta di Ignazio Visco come nuovo governatore di Bankitalia chiude con un compromesso una vicenda trascinatasi oltre ogni limite di tollerabilità. 

  Marcello Sorgi: Il compromesso fa tutti felici ma il premier esce indebolito

La forza con la quale Silvio Berlusconi rivendica la vittoria parlamentare di ieri forse dipende anche dalla consapevolezza che non otterrà più la fiducia da una parte dei propri parlamentari. È comprensibile che il centrodestra voglia dare un'impressione di operosità, e c'è da sperare davvero che faccia qualcosa per tamponare la crisi economica. Ma l'infornata di incarichi sottoministeriali appena decisa da Palazzo Chigi appare il contrario di quanto serve all'Italia. Siamo entrati nella fase finale della legislatura. Adesso, la preoccupazione principale dovrebbe essere quella di limitare i danni.

  Massimo Franco: Limbo insidioso

... C'è una sola barriera capace di tenere separata l'economia dall'economicismo. C'è una sola arma per impedire che le nostre società diventino altrettante succursali delle banche (magari della Bank of China): ma non è quella di indignarci e tanto meno di non pagare i debiti. È la politica. A tutti i costi, discutendo e dividendoci, ma questo solo ci può tirare fuori dai guai: tornare a una grande politica.

   Ernesto Galli Della Loggia:  Una bandiera primitiva






 BENEDETTO XVI
 


      Angelus - 16 ottobre 2011

      Udienza - 19 ottobre 2011, Il "Grande Hallel", Salmo 136 (135)

      Omelia 16 ottobre 2011: Santa Messa per la Nuova Evangelizzazione

      Discorso ai partecipanti all'Incontro promosso dalla Fondazione "Centesimus Annus-Pro Pontifice" (15 ottobre 2011)

      Discorso ai partecipanti all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (15 ottobre 2011)

        Lettera Apostolica in forma di "Motu Proprio" Porta fidei con la quale si indice l'Anno della fede (11 ottobre 2011)




OPINIONI E COMMENTI

  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


"Joseph Ratzinger. Crisi di un papato" di Marco Politi


Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore' e non come pacchetto di divieti. Un teologo e un intellettuale di statura. Eppure...

   la scheda del libro "Joseph Ratzinger. Crisi di un papato"

Con Crisi di un papato, Marco Politi, studioso del mondo cattolico e sperimentato vaticanista (illuminanti i suoi libri su papa Wojtyla), racconta con maestria il carattere tradizionalista del pontificato di Benedetto XVI a sei anni dal conclave in cui non doveva divenire papa. Fondato su una gran quantità di documenti di diversa origine, il libro illumina le tappe della china regressiva su cui è scivolato il teologo Ratzinger che non è riuscito a divenire uomo di governo della Chiesa.

   La doppia faccia di Benedetto

Le polemiche sull’affare Williamson (il vescovo lefebvriano negazionista cui BenedettoXVI toglie nel 2009 la scomunica insieme ad altri tre presuli scismatici) mette in discussione esplicitamente il modo con cui Benedetto XVI governa la Chiesa. Gli osservatori denunciano una curia allo sbando, un papa chiuso nel suo palazzo e costretto a fronteggiare una bufera che l’Osservatore Romanodefinisce senza esempi in tempi recenti. 

   La solitudine di Benedetto XVI (Tratto dal libro Joseph Ratzinger. Crisi di un papato)

Qual è la Chiesa di Ratzinger? E come è cambiata la politica del Vaticano? Insieme al giornalista Marco Politi, Corrado Augias affronta un viaggio attraverso il pontificato di Benedetto XVI

   Guarda la puntata di RAI3 - Le Storie - Marco Politi - andata in onda il 14 ottobre


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Benedetto XVI indice un "’Anno della Fede" inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo...

  Benedetto indice l'Anno della fede: missione essenziale della Chiesa è parlare di Dio


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L’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI con la lettera apostolica Porta Fidei pubblicata ieri, è un invito a “mettersi in cammino” per aprire il cuore alla speranza, a Gesù Cristo. La porta della fede – scrive il Papa – è sempre aperta anche per tante persone che, “pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo”. Sull’Anno della Fede, che inizierà l’11 ottobre del 2012, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte

  RADIO VATICANA: Mons. Bruno Forte sull’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI: chi si estrania dalla storia non è un vero cristiano (testo+audio)

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... Il papa trasportato sulla pedana mobile e spinto dai sediari pontifici sembra una statua portata in giro per essere mostrata alla folla. C'è qualcosa di idolatrico, di papolatrico, in quell'uomo issato sul "carrelletto". Se quella di papa è davvero una funzione di servizio, perché smentirla così platealmente e proprio in occasione delle celebrazioni più solenni? Il pastore è uno che cammina alla testa e accanto al suo gregge. Il pastore non si fa trasportare su una lettiga, come un principe o un faraone. L'abolizione della sedia gestatoria ha un significato.
Se davvero, come dice il Vaticano, il papa sta bene, farlo trasportare da qualcuno è un gesto che stona e che ha una valenza profondamente anti-conciliare. Ha il gusto di un ritorno al papa re, al sovrano che domina sulla folla e che si distacca dal resto dell'umanità...

  Aldo Maria Valli: Due parole sulla pedana mobile

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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm