"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°50 del 2011

Aggiornamento della settimana

- dal 10 al 16 dicembre 2011 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 23 dicembre 2011          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

 di P. Gregorio Battaglia
       di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)

*La Lectio di fr. Egidio Palumbo è temporaneamente sospesa per motivi di famiglia

Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

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NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
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Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 





(in continuo aggiornamento)









I NOSTRI TEMPI


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  "Gaudete in Domino semper – Gioite nel Signore sempre" (Fil 4, 4).


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Oggi alle ore 16 abbiamo avuto conferma ufficiale che Francesco Azzarà è tornato a essere un uomo libero.
Francesco era stato rapito il 14 agosto scorso a Nyala, in Darfur, dove lavorava presso il Centro pediatrico di Emergency.

    Francesco è libero!


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"Le autorità sudanesi hanno confermato che Francesco è libero e sta bene". Lo ha detto Gino Strada, riferendosi alla liberazione dell'operatore di Emergency rapito in Darfur. Si conclude così un sequestro che aveva tenuto familiari e colleghi in uno stato di profonda angoscia per quattro mesi.

    PEACEREPORTER:  EMERGENCY: FRANCESCO E' LIBERO E STA BENE


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‎10 dicembre 2011: Giornata internazionale dei diritti umani


Anche quest'anno il 10 dicembre si celebra la Giornata dei diritti umani, per commemorare la proclamazione, 63 anni fa, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

  10 dicembre 2011: Giornata internazionale dei diritti umani

I Diritti umani sono 30. Ti appartengono. Non devi comprarli, o farne domanda, o chiedere il permesso di averli. Sono proprio tuoi. Non importa chi tu sia, da dove vieni, quale sia la tua età, o qualsiasi altra cosa. È proprio semplice cosi. Forse qualcuno può tentare di ignorare i tuoi diritti o violarli, o far finta che non esistano. Ma non possono alterare il fatto che siano tuoi.

  video

Il 10 dicembre del 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Per la prima volta nella storia dell’umanità era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo senza distinzioni. Per la prima volta veniva scritto cheesistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere per la sola ragione di essere venuto al mondo. Eppure a 63 anni di distanza quella dichiarazione è ancora disattesa. Anche se sono stati fatti molti passi avanti. Ieri le Nazioni Unite hanno definito il 2011 un anno “straordinario” in cui i diritti umani sono “divenuti contagiosi” grazie “all’ascesa dinamica e incontrollabile dei social media”

  Nella Giornata dei Diritti Umani l’Onu ringrazia i social network

In tutto il mondo - il 10 dicembre - si celebra questo evento con numerose e diverse iniziative, tutte volte a sottolineare l'importanza decisiva che ha il rispetto per i diritti umani nel nostro pianeta. "La bicicletta che salverà il mondo", un libro che racconta vicende di lotta alla fame nei Paesi poveri. I proventi ad ActionAid 

  E' la Giornata mondiale diritti umani E le Cascate del Niagara si tingono di giallo

Era il 10 dicembre del 1948 quando, a Parigi, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite raggiunse lo storico traguardo: una carta per definire alcuni standard di libertà degli individui di tutto il mondo al di là delle differenze di genere, razza, religione e status sociale. Ad oggi, un obiettivo ancora non raggiunto

  Buon compleanno diritti dell’uomo 63 anni fa venne adottata la Dichiarazione


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In occasione del 10 dicembre, Giornata dei diritti umani, la Sezione Italiana di Amnesty International prende parte alla maratona mondiale di firme ‘Write for rights’, che vede coinvolti centinaia di migliaia di attivisti e attiviste dell’organizzazione in 82 paesi.

    VOLONTARIATOGGI:  Write for rights: il 10 dicembre è la giornata dei diritti umani

La Dichiarazione si apre con un articolo che recita: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.»
Uno spirito di fratellanza che, dal 1948 in avanti, ha trovato scarsa traduzione in atti concreti, e che oggi sembra addirittura dimenticato.

    Marco Besana:  La Giornata Mondiale per i Diritti Umani (di pochi)

SABATO 10 DICEMBRE: anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Come cittadini e come cristiani, riflettiamo sul “trattamento”che il nostro Paese riserva ai migranti, che, a rischio della vita, cercano di raggiungere le nostre coste, estrema propaggine meridionale di quell’Europa, per loro speranza di una vita migliore in società economicamente opulente.

    PAX CHRISTI:  Migranti. Persone senza dignità e senza diritti per celebrare la Giornata dei diritti umani del 10 dicembre



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Torino: Brutta storia di uno stupro falso e di un incendio vero... I soliti Rom o i soliti pregiudizi?


Giallo a Torino: violenza sessuale, sospetti e rappresaglia xenofoba. Poi il clamoroso dietrofront: l'ammissione ai carabinieri di non essere stata violentata. Solo vergogna per la sua prima volta con un coetaneo.
L'incredibile vicenda ha come protagonista una ragazza di 16 anni, che aveva raccontato lo stupro a opera di due uomini consumato nel pomeriggio di mercoledì 7 dicembre.

  Torino, «Io stuprata dai rom», ma è una bufala - La 16enne si inventa tutto. E un campo nomadi viene incendiato.

«Chiedo scusa a tutti», comincia così la lettera della ragazza che sabato ha accusato due rom di averla stuprata. Una violenza che è poi risultata falsa, ma che ha scatenato la rabbia di almeno cinquecento persone che hanno dato alle fiamme le baracche di un campo nomadi a Torino. La giovane, 16 anni, ha messo nero su bianco i suoi sensi di colpa: « Chiedo scusa a tutti e soprattutto ai bambini del campo. Chiedo scusa a tutta la gente del quartiere per la rabbia che ha suscitato la mia bugia La colpa è solo mia e chiedo scusa anche al ragazzo che sabato pomeriggio era con me e che ho coinvolto. Vorrei soltanto poter dimenticare». Sulla vicenda è intervenuta il ministro Annamaria Cancellieri: «Nulla può giustificare la violenza». Le forze dell'ordine hanno arrestato due uomini di 52 e 20 anni.

  Torino, la giovane: «Chiedo scusa a tutti»

Ora che tutto è finito il sospetto, secondo il passaparola del quartiere, è che dietro a questa sporca storiaccia che accomuna l’Italia del terzo millennio alla Germania nazista del Terzo Reich ci sia un’accorta regia politica, abilmente messa in campo da certi gruppuscoli di estrema destra o di simpatie leghiste. Stando ai si dice all’interno della numerosa comunità romena di Torino, è stato solamente un maldestro tentativo di regolare, una volta per tutte, i conti con la comunità Rom, composta da cittadini del paese danubiano, da parte degli italiani.

  Torino: "Sono stata stuprata dai Rom" ma si era inventata tutto. C’è una regia politica

 
video



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Sarà l’imprinting di Minzolini, quel misto fra politica censurata e cronacaccia sangue-sesso-soldi, ma il Tg1 si porta sulle spalle una enorme responsabilità per quanto accaduto al campo Rom della Continassa. Poche ore prima della “fiaccolata di solidarietà” e della spedizione punitiva, il Tg1 (edizione delle 20,00 di sabato 10 dicembre) mandava in onda un servizio di Gian Mario Ricciardi... E a Ricciardi vogliamo anche ricordare che non è un cronista qualunque, di una piccola testata di quartiere e alla ricerca di notorietà: è un giornalista del Tg1, di quella che, nonostante i tentativi di distruzione, resta una voce del servizio pubblico.

    Paolo Ojetti:  I due rom di Torino puzzavano

Davanti alla cenere e alle bugie ora si parlerà di razzismo, ed è sacrosanto che avvenga. Ci si chiederà pure cosa sta succedendo nella civile e solidale Torino, ed è giusto che ce lo si chieda. Ma spero che qualcuno si faccia domande anche su quale tipo di italianissima cultura è quella che induce una giovane donna a credere che la condizione di stuprata sia per lei socialmente più vivibile di quella di chi fa l´amore perché lo ha scelto.

    Michela Murgia:  Tra logica del pogrom e mito della verginità

... La condanna di chi ha detto o ha fatto, non basta. Non serve a niente. Non credo che linciare i linciatori possa risolvere il problema. Anzi...
Credo sia ora di agire. E, per parafrasare alcune: Se non ora, quando

    Karim Metref:  Caccia allo zingaro a Torino... Ma bastano le scuse? Vogliamo rimanere a guardare?



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Cordoglio per Samb Modou e Diop Mor vittime della follia razzista


Scene da Far west a Firenze. Ieri, all’interno del mercato di Piazza Dalmazia, un killer armato di una pistola 357 magnum, ha parcheggiato la sua auto davanti a un’edicola, si è addentrato al mercato rionale e ha aperto il fuoco contro venditori ambulanti senegalesi. Due morti ed un ferito. Pochi minuti dopo, si è spostato al mercato di San Lorenzo, vicino al duomo e ha ferito altri due ragazzi senegalesi.
I due senegalesi uccisi al mercato di Piazza Dalmazia si chiamavano Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni. Mentre, Moustapha Dieng di 37 anni, è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Careggi a causa di colpi al torace e all’addome. Gli altri feriti sono: Sougou Mor(in condizioni gravissime), di 32 anni, e Mbenghe Cheike di 42 anni.

  A Firenze è follia xenofoba, uccisi due senegalesi. “Tra loro si chiamano fratelli”

Un uomo di 50 anni accecato dal razzismo, ha aperto il fuoco oggi a Firenze, in due diverse zone del centro, uccidendo due Persone, cittadini senegalesi e ferendone altri tre, prima di suicidarsi nella sua auto in un parcheggio sotterraneo nei pressi di piazza San Lorenzo.
Hanno detto che stato definito il killer "un uomo con un alto livello culturale" questa è una bestemmia, un "uomo" con alto livello culturale non fa questa mattanza.

  Il razzismo tollerato a lungo dalle istituzioni da il suo frutto oggi

A Firenze oggi, come a Torino sabato scorso, il gruppo considerato inferiore diventa oggetto di una incomprimibile violenza. Il vu' cumprà o il rom non viene più visto come un individuo ma come un indistinto diverso da sopprimere, schiacciare. La politica è responsabile perché non trova alternative più civili o negoziabili ai marciapiedi invasi e ai campi sporchi. L'analisi della sociologa Chiara Saraceno (Intervista di Laura Pertici)

  video: Saraceno: ''Non è il gesto di un folle, è razzismo''

"Ha fatto bene, bisogna punire questi invasori e farli tornare nei loro paesi d'origine". "Rispetto e onore" per l'autore della sparatoria. "Bisogna spazzare via l'immondizia negra"

  Forum razzisti sul Web "Casseri è un nostro eroe"

"Lo sfondo razzista di quello che è successo è evidente. L’assassino si è andato a scegliere le sue vittime al mercato, sapendo di trovarle al lavoro. Ha aperto il fuoco contro un bersaglio semplicissimo, gli ambulanti con la pelle nera". Aly Baba Faye, sociologo e leader storico della comunità senegalese, si dice "sconvolto" per la strage di Firenze, ma analizza con lucidità il contesto in cui è maturata: "Negli ultimi anni in Italia si è seminato molto razzismo, la diversità è diventata un male, l’immigrato la vittima da sacrificare. C’è stato un crescendo che ha legittimato il razzismo, con la politica che insisteva sulla sicurezza e sulle espulsioni, trasformando gli immigrati in una minaccia".

  Aly Baba Faye: “Killer armato dal razzismo quotidiano”

Bandiere a mezz'asta, cerimonie istituzionali annullate e negozi con le serrande abbassate per dieci minuti (dalle 12 alle 12.10). I dipendenti comunali si riuniranno alle 12 nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio. E nel pomeriggio arriverà il ministro per la cooperazione Andrea Riccardi. Oggi è la giornata di lutto cittadino: Firenze piange per la strage dei senegalesi... Il sindaco esclude il rischio di nuove manifestazioni di razzismo. «La città di cui sono orgoglioso di essere il sindaco - sottolinea - è la città aperta, plurale, la città dei corsi di alfabetizzazione per i bambini stranieri e di formazione professionale per gli immigrati».

  Bandiere a mezz'asta e fiori alle vittime Firenze piange la strage dei senegalesi



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La feroce follia di Firenze, il segno di Lampedusa


Quando accadono tragedie come quella di ieri a Firenze viene quasi istintivo parlare di follia. Uno sconosciuto ragioniere di 50 anni impugna una 357 Magnum e spara, e uccide. Tra la folla, tra la gente che fugge. Follia, ci si dice. Però quell'arma mira con precisione su dei neri, su quegli ambulanti africani che affollano i mercati delle nostre grandi città. Solo sui neri Gianluca Casseri fa fuoco. È un estremista di destra, uno scrittore con simpatie neonaziste, antisemite e razziste...
E allora, non per consolarci di una tragedia, ma per ricordarci che non esiste fra noi solo questo sguardo cieco sull'altro, vogliamo ricordare che proprio ieri a Palermo una giovane giornalista, Elvira Terranova, ha ricevuto una medaglia d’oro al valore civile per avere contribuito a salvare, una notte dello scorso maggio a Lampedusa, centinaia di naufraghi di un barcone schiantatosi sugli scogli...

  Vinca lo sguardo di Elvira


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"Se il treno parte..." di Renato Sacco


... Credo sia un dovere anche della Chiesa tutta, non solo di chi è ritenuto professionista della carità, della solidarietà: associazioni e nomi famosi che rischiano di fare da paravento a una cultura razzista che piano piano cresce nell'animo delle persone e che dovrebbe essere motivo di riflessione negli incontri di catechismo, con i genitori, le famiglie, nelle lectio dei giovani.
Per evitare che magari si faccia anche una bella veglia di preghiera o un bel presepe… ma poi non si accetta di riconoscere quel bambino che ha la pelle più scura e non ha una casa. E che anche in ambienti molto religiosi si sentano delle affermazioni razziste da far venire la pelle d’oca. Altro che poesia del Natale...

  Se il treno parte... di Renato Sacco



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Riscoperta dei valori e libera scelta del bene per sconfiggere l'ODIO e ritrovare la vera UMANITÀ


A Torino, pochi giorni fa, il rogo al campo nomadi che ha il sapore di un pogrom: un centinaio di giovani che assalta le baracche al grido «gli zingari devono bruciare», con la pretesa di vendicare una violenza sessuale poi rivelatasi inesistente.
L’altro ieri, a Firenze, un uomo che spara e uccide, non all'impazzata, ma mirando con precisione solo su uomini neri, come su questo giornale ci ha ricordato Marina Corradi (ndr vedi post La feroce follia di Firenze, il segno di Lampedusa). Sono i segni di una «involuzione antropologica mortale», che ci indicano – come scrive su il manifesto uno dei più intelligenti osservatori della nostra società come Marco Revelli (ndr Laboratorio Torino) – che le nostre città sono «prive di anticorpi contro i nuovi mostri che emergono dalle viscere provate dalla crisi»? 
Penso che al pessimismo della ragione di Revelli dobbiamo rispondere con l’ottimismo della volontà. Affermando che gli anticorpi ci sono: come ci ricorda l’indignazione diffusa a questi fatti, il non rassegnarsi agli umori di pancia...

  Contrastare l’eclisse di umanità con un incontro sui valori

A Firenze sparano sugli ambulanti di colore. A Liegi buttano granate sui passanti. E altri fatti, più o meno eclatanti, ci hanno ricordato in queste ore una verità nuda: noi odiamo. Siamo capaci di odiare. In casi tragici e spaventosi come i fatti di Firenze e di Liegi si chiama in causa la pazzia, il raptus. 
Come se questi gesti di follia finale, di odio fatale non crescessero giorno per giorno da un nutrimento dell’odio, da tante piccole progressive scelte avvelenate di odio. Le biografie dei colpevoli di questi gesti estremi spesso dimostrano una assidua, continua coltivazione dell’odio. Il fatto che in questi casi ci sgomenta, se non ci distraiamo subito in analisi sociopolitiche consolatorie, è così, infine, la capacità di odio che possiamo alimentare. Quando il suo magma erompe e si fissa in gesti micidiali, di sinistra e a volte meticolosa precisione, rimaniamo impressionati. 

Accade di fronte a fatti di cronaca come questi recenti, ma anche di fronte a fatti privati che ci toccano personalmente. Siamo disposti, per così dire, a comprendere l’invidia, la gelosia, l’avidità e tutta la spettacolare gamma dei vizi che ci troviamo tutti un po’ addosso. Poi quando appare lui, nudo e tremendo, come una pietra liscia senza appigli, restiamo senza parole. L’odio abita nel fondo del cuore dell’uomo, di noi uomini, come un antico demone addormentato. Ma sì, sappiamo odiare. È nelle nostre possibilità. Volere la fine dell’altro. Limitarlo. Violarlo.

  Ammettiamolo, siamo capaci d’odio E la vera libertà sta nello scegliere il bene



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I tragici e dolorosi eventi di Torino e Firenze, in cui hanno perso la vita Samb Modou e Diop Mor, mi inducano a riproporvi un comma di un antico codice civile di cui non vorrei subito svelare la provenienza: «Quando uno straniero risiede nel nostro territorio, non deve essere né molestato né oppresso. Lo straniero residente deve essere trattato come il nativo».

    Lo straniero e il nativo

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Firenze: noi non siamo razzisti ma...
Il raid di Torino contro il campo rom, il duplice omicidio di Firenze. Anni di propaganda a sfondo razzista contro gli immigrati cominciano a dare i loro frutti.

    Fulvio Scaglione:  Il nostro piccolo Breivik

    Fulvio Scaglione:  Dura la vita dell'immigrato

L'orrore. Prendiamo in prestito da Conrad questa parola, pronunciata nel suo"Cuore di tenebra" da Kurtz, per descrivere quanto avvenuto in Italia in questi giorni. Prima il rogo al campo nomadi dalla Continassa, a Torino, poi la strage di Firenze, in cui sono stati uccisi due senegalesi. L'orrore del razzismo che tenta e riesce ad ammazzare.
Sabato sera pochi giovani (e non) alle Vallette hanno dato l'assalto alle baracche dei Rom. Chiedevano sangue, barricandosi dietro all'alibi di una vendetta per uno stupro, mai avvenuto. Una spedizione punitiva che aveva un solo intento: uccidere. Qualcuno sostiene, che a guidare il raid ci fosse una frangia della tifoseria juventina. Ma sono solo chiacchiere. Nessuna prova.

    Andrea Doi:  Strage di Firenze, rogo di Torino: dietro l'orrore la lucida follia della Lega

Se il razzismo è una patologia della mente, allora diamo ragione a che dice che la  recrudescenza va attribuita alla presenza fastidiosa e molesta di negri, gialli, ebrei, islamici, zingari, omosessuali. Invece non è una malattia, lo sterminatore di Firenze non è un pazzo,  i gentili torinesi promotori del pogrom erano sì contagiati ma solo dall’infamia.

    Anna Lombroso:  Piccolo mondo razzista


    TG3LINEANOTTE:  Discorso di un senegalese umilia la stupidità di CERTI italiani (video)

L’incendio del campo rom a Torino è un modello esemplare di uno sfacelo culturale. Ieri due senegalesi sono stati uccisi a Firenze. L'assassino ha aperto il fuoco al mercato di piazza Dalmazia. Per Luigi Manconi è la caduta del tabù del razzismo che genera gli "imprenditori dell’intolleranza".

    Luigi Manconi:  Un odio ordinario

La solita brodaglia: i nemici sono sempre pericolosi terroristi, fanatici religiosi militarmente organizzati, gli amici ideologici, invece, sono pazzi isolati facili a gesti estremi, soprattutto se spinti da legittima collera. Da che mondo è mondo, invece, la follia è l’epifenomeno, la punta dell’iceberg, il rigurgito di un sentire profondo.

    Paolo Garuti:  Casseri e la solita brodaglia

I fatti successi  domenica scorsa a Torino e ieri a Firenze devono indurre tutti a una seria  riflessione,  non basta la  pur sacrosanta indignazione. 
Quegli episodi parlano di un imbarbarimento profondo delle relazioni umane, di un malessere sociale che ha superato il livello di guardia.

    Paolo Beni e Filippo Miraglia:  Eliminare il razzismo dalla storia

Un pazzo, o il prodotto di un brutto clima? È la domanda che ci si fa sempre in questi casi. La giriamo al professor Federico Faloppa, cuneese, docente di linguistica italiana all’Università di Reading in Inghilterra e autore per Laterza di un libro intitolato «Razzisti a parole (per tacer dei fatti)».

    Michele Brambilla:  “Attenti alle parole c’è un linguaggio che è sfuggito di mano” (pdf)

... Ma chi smantellerà un pregiudizio che si è intanto radicato in profondità e si esprime nello stillicidio di una violenza quotidiana fatta di discriminazione a piccole dosi, per lo più impalpabile, diffusa nell´aria che si respira? Non basta la caduta del governo che ha lungamente e pervicacemente cavalcato il populismo e l´ostilità etnica come strumento di dominio sulle menti impaurite della sua base. È col suo lascito nella coscienza collettiva che si devono fare i conti...

    Adriano Prosperi:  Il virus dell'odio etnico

Le vicende assurde, solo in ordine di tempo purtroppo, accadute prima a Torino e poi a Firenze, impongono la necessità di un momento di riflessione da fare circa l'intolleranza, sempre più dilagante, nei confronti degli immigrati.

    LA CASA DELLA PACE E DELLA NONVIOLENZA:  Immigrati, nuova forma di razzismo o emarginazione?


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... Che la violenza sia la forma ultima di debolezza – sconfitta del pensiero, della capacità di dialogo, del confronto fra esseri umani – è cosa di sempre. Cosa di oggi è che non si riesca più a distinguere tra violenza virtuale assimilata e violenza reale esercitata. Adolescenti, sì. Sedici anni, diciotto. E di sempre, anche, è l'incapacità dei genitori di parlare con loro. Ma di oggi è un fatto nuovo, anzi due. L'adolescenza comincia certe volte a undici anni (preadolescenti, ti dicono a scuola le insegnanti esauste per spiegare comportamenti fino a ieri sconosciuti nelle scuole medie) e finisce a 25 se va bene. Postadolescenti, in questo caso...

    Concita De Gregorio:  Sedici anni, sesso e segreti quel dialogo impossibile (pdf)

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11 dicembre "Se non le donne, chi?"


Il movimento "Se non ora quando" è tornato in piazza del Popolo a Roma, a dieci mesi di distanza dal 13 febbraio, data che segnò l'inizio della battaglia contro la rappresentazione delle donne in Italia, sopratutto come risposta al Ruby-gate. La piazza non è gremita come allora, ma le motivazioni della lotta restano forti. "Il governo è cambiato, ma a non essere cambiato è il paese. Tre ministre donne sono un segnale importante, ma non è ancora abbastanza" afferma la regista Francesca Comencini, una delle promotrici del movimento. "Vogliamo contare, far valere il nostro voto, e far capire ai politici che l'uscita dalla crisi passa attraverso un nuovo welfare che contempli le donne non come quote rosa, ma come una parte essenziale del sistema sociale" è la voce unanime che si eleva dalla piazza. (servizio di Irene Buscemi)

  video

Quello che mi rimane in mente e nel cuore, per ora, della giornata di ieri è l’estrema pluralità di voci di donne che da quel nostro palco si è levata, e l’estrema attenzione con la quale quella piazza, straordinaria, libera, auto convocata, le ha ascoltate.

  Realtà e poesia dell’11 dicembre, il dopo manifestazione di Francesca Comencini

L’avevano detto in tante che era temeraria la scelta di piazza del Popolo a Roma: tornarci dopo quel 13 febbraioche aveva visto migliaia e migliaia (mai così tante) rispondere con un “Adesso” tonante al “se non ora quando?” gridato dal palco, era un rischio forse non abbastanza calcolato. Il confronto comunque sarebbe stato inevitabilmente ingeneroso.
Ma la fortuna e la istintiva fiducia nella voglia femminile di partecipare ha aiutato le audaci. La piazza ha fatto fatica a riempirsi e ancor di più a scaldarsi, ma alla fine molte donne e molti accompagnatori sono arrivati. Anche se era la domenica di fine ponte, anche se via del Corso era stracolma di gente per un parsimonioso shopping natalizio, anche se la Cgil non aveva aderito e i media ne avevano parlato quasi niente, anche se una parte dei comitati Snoq erano stati in dissenso, la piazza c’era. E questa è già una notizia.
Titolo: la prima manifestazione politica sotto il governo Monti chiede un paese a misura di donna. E cioè?

  Tante donne in piazza ma per cosa?

Se non ora quando i volti, gli slogan, le parole della manifestazione: "Se non le donne, chi?

  video

Ecco la rassegna stampa completa sulla manifestazione dell’11 dicembre, in un unico file pdf.

Guarda anche in il nostro post precedente:
  13 febbraio: “Se non ora quando?” - 11 dicembre: “Se non le donne chi?”


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La famiglia e la crisi

Una ricerca Eurisko per Famiglia Cristiana mostra il vero volto della crisi che morde le famiglie italiane. Che non sono un problema, ma restano la vera risorsa del Paese.
«La famiglia per gli italiani è ancora un punto di riferimentoe si colloca al terzo posto dopo la salute e il benessere economico. Molti italiani sono soddisfatti della loro famiglia – ben il 45% degli intervistati – e la considerano al primo posto tra le cose importanti della vita. Ben più della vita professionale, ritenuta essenziale solo dall’11% del campione».Giuseppe Minoia, presidente dell’Eurisko, ha introdotto stamani con questo dato di fatto, straordinario se si pensa alla crisi attuale della famiglia ma comune in ormai tutte le indagini demoscopiche, la ricerca promossa dalla nostra rivista e da Centromarca dal titolo «Le famiglie italiane e la crisi. Valori, consumi e progetti» (e allegata a questo articolo in formato pdf).

  La famiglia di fronte alla crisi

Il Forum delle Famiglie in un comunicato, che dà conto degli esiti dell'ultimo Consiglio direttivo, chiede al governo, alla vigilia del suo piano per rilancio dell'economia, di considerare la famiglia come elemento strategico in questa particolare congiuntura. Dopo aver ricordato che «la crisi sta mettendo in ginocchio le famiglie e facendo precipitare molte di esse sotto il livello di povertà» e che «la manovra finora approvata è fortemente insoddisfacente», il Forum intende far sentire la sua voce per invocare ancora equità fiscale.

  Forum Famiglie, appello al governo

«L'Incontro Mondiale ci chiama a riscoprire più profondamente la bellezza, la bontà e la verità della famiglia». Si apre così la prima lettera del nuovo Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ai fedeli della Chiesa ambrosiana. Una lettera tutta incentrata sul prossimo Incontro mondiale delle famiglie, che avrà luogo a Milano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi.

  Fede e famiglia, Scola scrive ai milanesi

Se si apre qualsiasi dizionario della lingua italiana, e si cerca la parola famiglia, si legge di solito che è quel nucleo di persone costituito da genitori e figli, che vivono insieme. Se però ci guardiamo attorno, ci accorgiamo che la famiglia è cambiata rispetto agli anni passati.

  La famiglia oggi e le sue crisi

... Famiglie distrutte dalla separazione perché privi del minimo per poter vivere. Famiglie che soffrono la crisi senza essere consapevoli e senza responsabilità dirette. Famiglie che perdono i punti di riferimento, passando repentinamente da uno stato di pace e serenità lavorativa, ad uno stato di povertà assoluta. Il risvolto che nessuno dice della crisi è questo! La distruzione della famiglia...

  SI VINCE LA CRISI RISCOPRENDO LA FAMIGLIA


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L'Europa, la costruzione sovranazionale, sembra non essere stata in grado di resistere al suo primo vero scossone economico.L'economia doveva fare l'Europa, l'economia la affonderà, potremmo affermare. La crisi dell'Unione Europea viene in realtà da molto più lontano. Viene dalla creazione dell'Euro, e fin qui nulla di nuovo, ma soprattutto viene da oltre 20 anni di inerzia politica, tentennamenti e compromessi. Fanno quasi sorridere i politici europei che ora sostengono che si è perso tempo nel creare un'unione fiscale: dov'erano questi stessi politici fino ad un paio di anni fa?

    Alberto Dal Poz:  La crisi europea

La nave Italia non è ancora in porto, al riparo dalla tempesta finanziaria. Ma la manovra per l’ancoraggio è tracciata e sono stati ormai individuati anche i correttivi perché lo sforzo, gravoso e difficile, sia meglio ripartito e condiviso.

    Francesco Riccardi:  Sulla rotta giusta

Combattere la sofferenza economica delle famiglie e l’usura, rendendo più accessibile il credito. È tutta in questo obiettivo la ricetta anti-crisi messa in campo in Sicilia da Caritas e Regione con il microcredito per famiglie, lanciato durante un periodo «forte» come l’Avvento che avvicina al Natale. Uno strumento per quei nuclei familiari che non riescono ad accedere al credito bancario per mancanza di garanzie, ma che presentano potenzialità economiche tali da garantire la restituzione di un microprestito in pochi anni.

    Alessandra Turrisi e Valeria Chianese:  Fraternità anti-crisi: la Chiesa per la gente

Dopo oltre due anni di operatività il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre, istituito nel 2009 dalla Conferenza episcopale regionale per sostenere i lavoratori che hanno perso l’occupazione e che non beneficiano di nessun altro ammortizzatore sociale, è agli sgoccioli, con le casse ormai in esaurimento. La crisi economica, al contrario, si espande e provoca l’accrescersi della disoccupazione. In questi due anni la solidarietà dell’intera Umbria è stata straordinaria.

    AVVENIRE:  Dall'Umbria al Nordest, da Roma a Catanzaro: iniziative per stare vicino nelle difficoltà

“Si parla tanto di pace, poi gli investimenti sulle armi sono un tabù. Come mai?” Se lo chiede, parlando con la MISNA, don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi e referente per il Medio oriente dello stesso movimento cattolico. “Fatta la premessa che la crisi economica c’è – dice don Renato – la manovra avrebbe potuto tentare di far quadrare il cerchio prendendo anche da parti da cui invece non si è attinto”

    MISNA:  LA CRISI ECONOMICA E IL TABÙ DEL DISARMO: PARLA PAX CHRISTI

“Si tenta di intervenire su tutto, dalle pensioni alla sanità, ma non si ha il coraggio di operare tagli ragionati alle spese militari. Eppure questo poteva essere il momento giusto per riflettere su un nuovo concetto di difesa”. Alla MISNA che lo raggiunge a Milano, Francesco Vignarca dà le sue riflessioni sulla manovra economica messa a punto dal nuovo governo italiano guidato da Mario Monti e sottolinea come nulla sia cambiato rispetto ai precedenti provvedimenti del governo di Silvio Berlusconi.

    MISNA:  NELLA MANOVRA ECONOMICA ARMI E MENO DISARMO

“Il governo era partito bene unendo la delega alla cooperazione che già esisteva nell’ambito del ministero degli Esteri alla delega nuova per l’integrazione. Come ministro aveva scelto Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, una persona con una storia importante, che fa sperare in un impegno politico strategico. Nella manovra presentata in parlamento, però, si guarda solo all’Italia. Manca un ragionamento aperto al mondo. La cooperazione è la grande assente. Bisogna farla tornare, la politica se ne deve rendere conto”.

    ACLI:  COOPERAZIONE INVECE DELLE ARMI: LA PROPOSTA DELLE ACLI




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Stupri e torture: i racconti delle africane vittime dei trafficanti

    Alessandra Coppola:  Le mamme perdute del Sinai «Il nostro inferno tra i predoni»


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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


‎"... Non vorrei essere frainteso. Non intendo con questo fomentare un’inutile e controproducente campagna di “boicottaggio” di Telethon. Proporrei invece di scrivere a Telethon invitando l’associazione a chiedere spiegazioni in merito alle operazioni a sostegno dell’export di armamenti svolte da tutte le banche del gruppo BNP Paribas che operano in Italia e di cui la BNL è parte..." (Giorgio Beretta)

    Telethon: donazioni via BNL, la banca del gruppo più armato d’Italia


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Choc in una seconda della scuola media "Giannone" Il dirigente scolastico campano: un fatto gravissimo

    Carla Foresta:  Caserta, la prof le abbassa il voto: "Tu non sei come gli altri, sei nera"



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Il villaggio degli aranci di Mineo (Ct), il mega-centro di semidetenzione per richiedenti asilo e migranti, a quasi un anno dalla sua istituzione, testimonia il completo fallimento del modello di “solidarietà” securitaria del governo Berlusconi-Maroni.

    Antonio Mazzeo:  Il CARA di Mineo vergogna italiana


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... Mi rendo conto che i problemi che ci attanagliano sono ben altri: uno per ogni lobby rappresentata in Parlamento. Ma oggi lasciatemi fare il lobbista solitario di quella povera gente che non porta voti a nessuno, soltanto l’eco di una vergogna che ci riguarda tutti.

    Massimo Gramellini:  La lobby che manca


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Terapia soft o strong contro l'emergenza carceri? Le due opzioni sono sul tavolo del ministro della Giustizia Paola Severino in vista del Consiglio dei ministri pre-natalizio (venerdì o lunedì) che dovrebbe varare il pacchetto di misure anti-sovraffollamento

    Donatella Stasio:  Troppi ingressi in carcere: 70mila detenuti in un anno

Paola Severino ha annunciato che cercherà di fare approvare, già al Consiglio dei Ministri di domani, un decreto-legge destinato a ridurre il sovraffollamento carcerario: dovrebbe trattarsi dell’allungamento a 18 mesi del periodo residuo di pena che, con alcune limitazioni, un detenuto può scontare agli arresti domiciliari anziché in carcere.

    Carlo Federico Grosso:  Carceri l'inevitabile clemenza

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In cento lungo le coste salentine. Nuovo sbarco nella mattinata
Sono sbarcati stamattina a Otranto 55 clandestini: tra questi quattro donne, 36 minori e due neonati. Anche Ieri a Gallipoli un perschereccio con 33 ragazzi. "Il rischio è grande ma così i genitori sono sicuri che una volta arrivati in Italia i figli non possono essere rimpatriati"

Potrebbe interessarti:http://www.lecceprima.it/cronaca/sbarco-gallipoli-9-dicembre-2011.html
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   Chiara Spagnolo:  Immigrati, altro carico di bambini sul gommone anche due neonatiIn cento lungo le coste salentine. Nuovo sbarco nella mattinata




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Time dichiara "persona dell'anno" le masse che protestano: dalle primavere arabe a Occupy Wall Street e alla rabbia in Europa

   Paolo Mastrolilli:  Dimostranti, il volto di un anno difficileIn cento lungo le coste salentine. Nuovo sbarco nella mattinata


L'uomo del 2011 per "Time" è il manifestante globale: dalla primavera araba a Ows. Ecco il racconto di Kalle Lasn, fondatore del movimento negli Usa. "I conti del futuro non tornano, né dal punto di vista economico, né da quello ambientale. Ma adesso i giovani sanno che devono combattere"

   Federico Rampini:  L'anno di Occupy Wall Street "E ora diventiamo un partito"


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NOTIZIE DAL MONDO


Più di cinquanta piattaforme per circaduecento milioni di post al giorno. Una moltitudine di caratteri impazziti che sfuggono a qualsiasi pretesa di controllo sistematico. Sono le cifre dei microblog cinesi, quei servizi simil-Twitter attraverso cui si comunicano pensieri, opinioni, segnalazioni e link.

    Gabriele Battaglia:  Cina, il governo dei microblogger

Meno razzia di risorse e più investimento per le comunità locali. Alla radice, sia esigenze politiche sia cambiamenti economici

    Gabriele Battaglia:  Materie prime, la Cina cambia strategia

Migliaia di persone sono scese per le strade della capitale haitiana Port au Prince per chiedere un risarcimento ai caschi blu Onu colpevoli di aver portato nel Paese il virus del colera.

    Alessandro Grandi:  Haiti, fra risarcimenti e hotel

Occupy Wall Street nelle periferie povere di New York lotta a fianco delle famiglie sfrattate dalle case sequestrate dalle banche

    Michele Primi:  USA: Occupiamo le nostre case

Il blocco dei porti commerciali della costa pacifica Usa organizzato lunedì scorso da Occupy Wall Street – solo parzialmente riuscito – ha creato aspre polemiche con i sindacati e spaccature nel movimento

    Enrico Piovesana:  Usa, tensione tra sindacati e Ows

Il Pentagono sta realizzando ciò che finora era solo una finzione cinematografica: essere filmati da un satellite

    Enrico Piovesana:  Usa: Videosorvegliati dallo spazio

Le contestate elezioni per le Duma del 4 dicembre sono state la scintilla che ha infiammato una protesta popolare senza precedenti in Russia. Un movimento nuovo e imponente, 'rivoluzionario' secondo Andrei Mironov, noto attivista russo per i diritti umani ed ex prigioniero politico in epoca sovietica.

    Enrico Piovesana:  Russia: La nuova rivoluzione russa

L'Occidente guarda con ansia al successo elettorale dei salafiti e dei Fratelli Musulmani, ma la dinamica egiziana è molto più complessa

    Christian Elia:  Egitto: attesa islamista

In un clima surreale, si sono tenute le elezioni municipali siriane, ma la popolazione ha ben altre preoccupazioni

    Noemi Deledda:  Siria, elezioni e file ai distributori

L’arcivescovo di Kinshasa (Rd Congo) ha preso posizione contro l’esito voto presidenziale del 28 novembre, che ha dato la vittoria a Joseph Kabila. La chiesa aveva dispiegato nel paese 30mila osservatori elettorali. Critico anche il Centro Carter, ong Usa.

    NIGRIZIA:  Rd Congo, Monsengwo: voto fasullo






SCUOLA



Primi annunci del ministro Profumo: quasi un miliardo di fondi europei per il Sud; anagrafe dell'edilizia scolastica e via alle ristrutturazioni, innovazione tecnologia. "Almeno 300 milioni per finanziare le università"

    Corrado Zunino:  Piano straordinario del governo aule sicure, internet, matematica

Il criterio della trasparenza reintrodotto dal ministro Profumo fa emergere le proporzioni di quanto accaduto negli ultimi tre anni. Nel 2008/2009 le classi con oltre 25 alunni erano l'11,6% oggi sono il 17,3%. Quelle in cui c'è più di un portatore d'handicap sono passate dal 6 al 7%

    Salvo Intravaia:  Classi sovraffollate, disabili penalizzati ecco i numeri della gestione Gelmini

Pubblicati i dati dell'Ufficio Statistica del Ministero. Negli scorsi sei anni incremento alle "private" del 10%. Il taglio dei servizi per carenze di fondi (e la minor assistenza agli alunni disabili) la causa principale

    Salvo Intravaia:  Anni di tagli, le "pubbliche" calano boom iscritti alle scuole paritarie






LOTTA ALLA MAFIA





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New York University, 8 dicembre: "Italia e Stati Uniti: due prospettive sulla crisi" Roberto Saviano e Nouriel Roubini - Video integrale


Dipartimento della New York University di Studi Italiani - Casa Italiana Zerilli-Marimò programma di studi globali e misto su Arthur L. Carter Journalism Institute presentano:
"Italia e Stati Uniti: due prospettive sulla crisi"
Sono stati invitati: Roberto Saviano, giornalista e Nouriel Roubini, New York University
Moderato da : Ruth Ben-Ghiat, Presidente, Dipartimento di Studi Italiani, NYU New York University Stern School of Business Auditorium Paulson 8 dicembre 2011

   video


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Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. Ma la verità è che non tutti sono stati disponibili a dare ascolto ai tuoni, all'epoca. E men che meno oggi quando all’alba i carabinieri del reparto operativo di Trapani su ordine della Dda di Palermo hanno eseguito i clamorosi arresti per mafia del sindaco di Campobello di Mazara, Cirò Caravà e di alcuni tra i suoi più affezionati sostenitori, fra i quali una sorta di guardia spalle, tale Gaspare Lipari, che senza essere dipendente del Comune, stazionava nell’anticamera dell’ufficio del primo cittadino. Anche oggi in molti non si sono stupiti. Gli stessi che in questi anni non hanno creduto a quell'antimafia "recitata" in pubblico

    Rino Giacalone:  Un sindaco che “recitava” l’antimafia


Ora che Michele Zagaria è finalmente rinchiuso nel supercarcere dove una cella l’attendeva da anni con il regime del 41bis, ora che il clamore si è spento,è possibile riflettere meglio sul significato di questo colpo alla camorra. Partendo da una frase del magistrato Federico Cafiero de Raho (responsabile della DDA della Campania, già PM al processo Spartacus contro i casalesi) che ha diviso la lotta alla camorra tra un prima ed un dopo il libro “Gomorra” di  Roberto Saviano. 

    Santo Della Volpe:  Camorra e Gomorra



FEDE E
SPIRITUALITA'



“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011

TRACCE DI SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI

Credevamo che lo sviluppo scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa, anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al fondo, come  realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i nostri privilegi...

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.

  Editoriale (Pdf)

  Sommario (Pdf)


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  La Bibbia in un frammento


"Egli è qui
per la caduta
e la risurrezione
di molti in Israele,
come segno
di contraddizione!
Anche a te
una spada
trapasserà
l'anima".
(Luca 2,34-35)

  Gianfranco Ravasi: Segno di contraddizione



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Il discernimento, virtù necessaria per avere un pensiero proprio e originale di fronte alla realtà e alle cose.

    Enzo Bianchi: cerca la volontà di Dio (video)


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Uomini e profeti

Fedi e Mondo

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Leah Goldberg. Noi, gli ultimi prima della luce
con Paola Messori
sabato 10 dicembre 2011


Il 30 dicembre del 1934 Leah Goldberg sancisce il suo congedo dall’Europa scrivendo nel suo diario: “Ora non solo ho la certezza, ma anche il certificato: il 6 gennaio lascio questo lido felice”. Andrà in Palestina, dove diventerà una delle grandi poetesse di lingua ebraica, cantata dal popolo, anche se, come scrisse un amico, “di lei non tutti amavano il fatto che si lasciasse spiritualmente sedurre dalla variegata umanità, dalle poche, dalle forme, dai contenuti”. Nata in Lituania nel 1911, aveva scelto fin da bambina l’ebraico come sua lingua di adozione. Ora esce in Italia una raccolta, Sulla fioritura, curata da Paola Messori, in cui emerge tutta la ricchezza e la forza della sua lingua poetica, intrisa di reminiscenze classiche e religiose: testimone dell’incendio che percorreva il mondo, cerca di salvarne qualche bagliore, qualche fioritura, qualche gesto. 
Parleremo infine, con Anna Schoenstein direttrice della casa editrice "A Oriente!" e dell'omonima rivista di lingue e culture orientali.

Dall’altra parte del mondo, César Vallejo si interroga sul dolore di Dio e sulla consolazione dell’uomo.

 

    Ascolta


Leggere la Bibbia

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Geremia. I miei occhi grondano lacrime
con  Elena Loewenthal
domenica 11 dicembre 2011

 

Geremia, un profeta sull’orlo dell’abisso: così lo definisce André Néher, in uno stupendo saggio sulla profezia,  L’essenza del profetismo (Marietti),  in cui mostra come Geremia, che vive e opera a Gerusalemme un po’ prima di Ezechiele, ma come Ezechiele assiste alla morte per assassinio di ben cinque re, abbia vissuto in patria quello che Ezechiele vive nell’esilio: la catastrofe e il sogno di salvezza. Geremia non morirà a Gerusalemme. Scompare, nella deportazione in Egitto. È tra i sommersi, non tra i salvati. Ma – dice Néher – per essere penetrato nei giorni del nulla ha conquistato l’incrollabile certezza di una resurrezione. Ne parliamo con Elena Loewenthal.

    Ascolta


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‎"...Giovanni Battista è pertanto il simbolo di ciascun credente, chiamato a decentrarsi, ed è purerappresentazione della Chiesa: essa non è luce, non è verità, ma testimone della verità. 
Nello svolgere tale ruolo deve saper uscire da sé, decentrandosi per riconoscere la verità che nasce ovunque, attecchendo presso luoghi e genti ritenuti privi di valore. La Chiesa dovrebbe proporsi non di dare la verità, ma di spingere gli uomini a cercare luce e verità, come il Battista: egli non ha confessato di essere lui il Messia o il Profeta, spingendo piuttosto i suoi discepoli a cercare Uno che era già in mezzo a loro e che essi non conoscevano ancora. Il baricentro della Chiesa non è dentro di essa, ma fuori, perché la verità la supera sempre, la trascende. Se vuol essere discepola di Cristo, deve continuare a camminare. " (Don Battista Borsato)
 

   il commento integrale della Diocesi di Carpi (pdf)

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La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano.

  Santa Lucia

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Anche se è notte
Quella eterna fonte sta nascosta, ma so ben dove sgorga anche se è notte.
La sua origine non so, poiché non l’ha, ma so che ogni origine da lei viene, anche se è notte.
So che non può esserci cosa tanto bella e che in cielo e terra bevono di quella, anche se è notte.

Ben so che in lei il suolo non si trova e che nessuno la può attraversare, anche se è notte.
Quella eterna fonte sta nascosta in questo vivo pane per darci vita, anche se è notte.

Qui si sta, chiamando le creature, perché di quest’acqua si sazino, in forma oscura, anche se è notte.
Questa viva fonte che io desidero in questo pane di vita la vedo, anche se è notte. (San Giovanni della Croce)

    Canto dell'anima (di San Giovanni della Croce)

    CREDERE E AMARE ANCHE SE E' NOTTE


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Domenica "GAUDETE" - III Domenica di Avvento - La domenica della gioia


"Gaudete in Domino semper – Rallegratevi nel Signore sempre" (Fil 4, 4). Con queste parole di san Paolo si apre la santa Messa della III Domenica di Avvento, che perciò è chiamata domenica "gaudete".
L'Apostolo esorta i cristiani a gioire perché la venuta del Signore, cioè il suo ritorno glorioso, è sicuro e non tarderà. La Chiesa fa proprio questo invito, mentre si prepara a celebrare il Natale e il suo sguardo si dirige sempre più verso Betlemme. In effetti, noi attendiamo con speranza certa la seconda venuta di Cristo, perché abbiamo conosciuto la prima. Il mistero di Betlemme ci rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha "sposato", per così dire, la nostra umanità; ha preso su di sé la nostra condizione, scegliendo di essere in tutto come noi, tranne che nel peccato, per farci diventare come Lui. La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida..." (Benedetto XVI Angelus 16-12-2007)

Antifona d'ingresso (Fil 4,4-5)
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. 
Questo versetto è utilizzato dalla liturgia nella terza domenica di Avvento. 
Celebrando in latino si diceva: Gaudete in Domino semper: iterum dico gaudete. Per questo la terza domenica di Avvento è conosciuta come domenica “Gaudete”, in forza di questo versetto della Lettera ai Filippesi. In greco c’è «Cai,rete» (Cháirete) che è il plurale di «cai/re» (cháire), il saluto che l’angelo rivolge a Maria: «cai/re kecaritwme,nh» (cháire kecharitoméne) “rallegrati, piena di grazia”; non semplicemente “Ave”, “Salve”, ma “rallegrati”, “gioisci”, “esulta”, come suonano tanti testi profetici rivolti alla figlia di Sion. È l’invito alla gioia profonda, sincera, al gaudium spirituale: “Rallegratevi nel Signore”.

   Lettera ai Filippesi (4,1-7) di Claudio Doglio

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (5,16-24)
"Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. 
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.

Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo! "

  
la lectio a cura del Monastero Domenicano Matris Domini


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‎"Il potere tende a difendere se stesso non la verità" di Silvano Fausti



«Noi vediamo la realtà sempre come ci viene presentata da parte di chi ha il potere almeno in quel momento, che si giustifica leggendo la storia a modo suo», scrive il biblista Silvano Fausti. Nella Bibbia il compito di rompere questo gioco è assegnato al profeta, voce dell’uomo che non si rassegna all'esistente. Per questo nella storia del popolo d’Israele i profeti erano sempre contro i re e contro i sacerdoti, e non di rado incappavano nella “malattia professionale”: il taglio della testa. 

Ci sono i testimoni della verità e ci sono anche falsi testimoni della verità, cioè coloro che testimoniano in modo sbagliato, in modo fanatico ciò che di per sé non è oggetto di fanatismo. E ci sono anche testimoni della falsità, paladini della menzogna, della violenza, del dominio e che si servono della parola appunto per dominare e non per servire la verità, la giustizia e la libertà...

   Il potere tende a difendere se stesso non la verità di Silvano Fausti

Il testo è una sintesi redazionale della lectio divina tenuta nella Chiesa di San Fedele in Milano. 

   Ascolta l'audio originale.


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‎"Le Frontiere dello Spirito" puntata dell'11 dicembre 2011


Domenica 11 dicembre 2011 "Le Frontiere dello Spirito" la rubrica religiosa scritta e condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e dal cardinale Gianfranco Ravasi.

Nella prima parte, il cardinale Ravasi approfondisce le letture tratte dal libro del profeta Isaia (61,1-2.10-11) e il Magnificat di Maria (Lc.1,46-54).

A seguire la rubrica di Maria Cecilia Sangiorgi dal titolo "Medici con l'Africa, il dovere della letizia" Intervista ad Paolo Rumiz, che presenta il suo ultimo libro,”Il bene ostinato”, frutto dell’incontro tra Medici con l’Africa Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti e Medici Missionari) .

Premessa
Ormai ci siamo abituati alle brutte notizie, ogni giorno riceviamo la nostra razione di delitti, uccisioni, odi, violenze, carestie, guerre, tanto che alla fine non ne possiamo più, il mondo ci appare ostile, l'altro ci appare nemico, allora, se qualcuno scrive un libro di belle notizie è quasi un'eccentricità, ci sorprende, è controcorrente... come ha fatto Paolo Rumiz, giornalista, scrittore, giramondo possiamo dire, che ha scritto un libro "Il bene ostinato"... un libro sorprendente.

   il video della puntata intera sul sito Mediaset


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‎"La quiete e il valore delle parole" di Enzo Bianchi


Ai nostri giorni siamo invasi dalle parole, dal rumore, dalle chiacchiere, al punto che l’inquinamento sonoro può ormai essere annoverato tra i problemi ecologici. Nella società cacofonica in cui viviamo, inoltre, la parola è diventata quasi uno strumento obbligato per l’affermazione e la celebrazione di se stessi, anche a costo di assumere forme quanto mai aggressive e capaci di ferire: «parole come armi», è stato giustamente detto… Si comprende dunque perché molti avvertano il bisogno del silenzio, vorrebbero cioè imparare a tacere per riscoprire la bellezza del silenzio e, insieme, la bellezza di forme di comunicazione non verbali. Tacere equivale a digiunare verbalmente e il silenzio è paragonabile al digiuno fisico, entrambi salutari quando lo esigono il corpo e la psiche, cioè l’intera persona umana.
Occorre però subito precisare che il silenzio non consiste semplicemente nell'assenza di rumore e di parola, ma è una realtà plurale. 

   "La quiete e il valore delle parole" di Enzo Bianchi


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OREUNDICI: IL QUADERNO DI DICEMBRE 2011 "CREARE AMICIZIA" - L'articolo di fondo "Vi chiamo amici" di Arturo Paoli e l'editoriale di Mario De Maio



Cari amici,
lo stile della nostra vita dipende quasi totalmente dalla qualità degli amici che abbiamo e dal tempo che vi dedichiamo. I momenti di gratuità, di spensieratezza, di gioco, di riflessione profonda, di complicità vissuti con gli amici sono l’antidoto alla corsa spesso senza meta della nostra quotidianità. L’amicizia è il primo livello di quella difficile ed essenziale dimensione del vivere umano che è l’amore. Le dinamiche dell’amicizia sono complesse e misteriose come quelle dell’amore: è un’ esperienza delicata a cui rivolgere attenzione per sgombrare i percorsi dagli ostacoli delle nostre angolosità. È quindi un punto di arrivo nel cammino della nostra maturità. L’olio dell’ amicizia, ciò che rende facile la relazione, è una grande disponibilità e accoglienza. Molteplici sono i livelli dell’amicizia. 

   L'EDITORIALE di Mario De Maio

L’amicizia non ha un luogo e un’occasione che sempre debba essere la stessa. La scuola, un luogo di divertimento, persino un funerale che accompagni alla sepoltura un maestro comune: ti colpisce uno che salutando il commiato di questo maestro molto amato metta in evidenza delle qualità che sono le stesse che hanno colpito te. La scoperta di fondo delle amicizie, la costante presente in tante varietà, è un sentir nascere una certa affinità con l’altro o l’altra...

   “VI CHIAMO AMICI” - di Arturo Paoli

Guarda anche il nostro precedente post:
   Arturo Paoli: messaggio ai giovani - Conferenza stampa di presentazione Fondo Documentazione Arturo Paoli


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‎"Sacrifici, segnali d'amore" di Enzo Bianchi


Da anni, su queste colonne mi è parso doveroso e responsabile denunciare l’imbarbarimento e la crisi verso la quale andava la nostra società, dapprima a piccoli, poi a grandi passi. Nel frattempo è sopraggiunta la “crisi” economica – prima sottovalutata, poi tenuta nascosta o negata, infine esplosa in tutta la sua pesantezza – che però si è scoperta essere anche crisi etica, culturale. Il salmo 49, con la sua sapienza accumulata nei secoli, sottolinea come “l’uomo nel benessere non capisce, è come un animale...”. Solo ora ci stiamo incamminando verso la presa di coscienza che non è più possibile proseguire sulla strada percorsa nell'ultimo ventennio, che la mancanza di eguaglianza e di giustizia rende la nostra vita – che resta sempre “vita comune”, non foss’altro perché vissuta su una stessa terra – più difficile, meno sicura, più conflittuale, più barbara. Ci stiamo rendendo conto che il vivere con il mito idolatrico del “tutto e subito”, del “tutto ciò che è tecnicamente possibile va fatto” non ci garantisce un futuro buono, che il pensare solo all'oggi, solo a noi stessi come individui impoverisce la terra e fa aumentare il deserto, ci rende incapaci di lasciare alle nuove generazioni una “eredità” nel vero e nobile senso del termine.
Tuttavia oggi ci sembra di poter dire con convinzione, anche se senza alzare la voce, che si intravedono segni di speranza...

   Sacrifici, segnali d'amore di Enzo Bianchi



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‎"Prigionieri della speranza: ragioni per sperare in un tempo di crisi" di Bruno Forte



Prolusione all'Istituto Superiore di Scienze Religiose
L’Aquila, 5 Dicembre 2011 di + Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto

Il cuore dell’uomo ha bisogno di amare e di essere amato per vivere e per imparare a morire: è un bisogno incancellabile, tanto personale, quanto collettivo. Dagli scenari del tempo, come da quelli del cuore, si leva un’attesa di amore: ad essa ha inteso corrispondere la prima Enciclica di Benedetto XVI, intitolata Deus caritas est. Si tratta di un’attesa così grande, che tutte le esperienze che le corrispondono restano prima o poi incompiute, segnate dalla fragilità della vita, dalla caducità delle opere, dalla brevità dei giorni. Ecco perché il bisogno di un amore grande, vittorioso di ogni battaglia, si lega indissolubilmente alla speranza: in questo senso, la penuria più grande del tempo che viviamo è quella di speranza, proprio perché è quella di un amore che vinca la morte, che non risulti svenduto o effimero, come avviene nelle tante forme in cui spesso è esibito ed offerto l’amore. La penuria che ci unisce è quella di sperare in un possibile, impossibile amore, che vinca l’ingiustizia, la solitudine, l’infedeltà e la morte e risani le ferite dell’anima.
È per questo che la tentazione più forte che potrebbe proporsi di fronte agli scenari del cuore e a quelli del tempo in cui viviamo, segnato dall’angoscia dei conflitti e delle prove della natura e della storia, oltre che dall’insicurezza economica e sociale, è la disperazione: “Pensare con chiarezza e non sperare più” (Albert Camus). Se il rischio dei tempi di tranquillità e di relativa sicurezza è la presunzione - l’illusione di poter cambiare facilmente il mondo e la vita -, il rischio opposto - proprio dei tempi di prova - è di vivere la paura del domani in maniera più forte della volontà e dell’impegno di prepararlo e di plasmarlo...

   Prigionieri della speranza: ragioni per sperare in un tempo di crisi di Bruno Forte (pdf)


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‎"Miracoli: il tocco di Dio che cambia la vita" di Enzo Bianchi


I vangeli testimoniano che Gesù ha incontrato un gran numero di persone afflitte da svariate malattie: menomazioni fisiche (zoppi, ciechi, sordomuti, paralitici), malattie mentali (gli «indemoniati», che designano persone afflitte di volta in volta da epilessia, isteria, schizofrenia, mali la cui origine era attribuita a un impossessamento diabolico), handicap e infermità più o meno gravi (lebbrosi, la donna emorroissa, la suocera di Pietro colpita da grande febbre). L’incontro con questa umanità sofferente, con i volti e i corpi sfigurati di tanti uomini e donne, ha costituito per Gesù una sorta di Bibbia vivente, in carne e ossa, da cui egli ha potuto ascoltare la lezione della debolezza e della sofferenza umane, ha potuto apprendere l’arte della compassione e della misericordia. Possiamo dire che tali incontri hanno rappresentato per lui un magistero dell’umano e una rivelazione del divino, un luogo di apprendimento del vivere e del credere: Gesù non ha imparato solo da ciò che lui stesso ha sofferto (cf. Eb 5,8), ma anche dalla sofferenza degli altri...

   Miracoli: il tocco di Dio che cambia la vita di Enzo Bianchi


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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Sarzana Festival della Mente 2011: Enzo Bianchi - Vie di umanizzazione (video)



Sarzana Festival della Mente 2011


Scriveva Camus: “Poter essere santi senza Dio è il solo problema concreto che oggi conosco”.
Parafrasando potremmo dire che l’unico problema autentico è una ricerca spirituale per fare della vita un’opera d’arte, un cammino di piena umanizzazione. In quanto esseri umani, non siamo estranei gli uni agli altri e siamo dunque chiamati ad ascoltarci e a cercare insieme. Occorre credere nell'uomo, credere che possiamo umanizzare e rendere migliore la nostra convivenza, accettando di guardare oltre il nostro interesse immediato, verso un orizzonte comune e una speranza condivisa. In questo cammino tutti – credenti o non – sono chiamati a in-segnare, a fare segno gli uni agli altri, per aiutarsi reciprocamente. Abbiamo pochi giorni su questa terra: viviamoli cercando insieme vie di umanizzazione. La terra sarà più abitabile e la vita più bella per tutti.

  video: Enzo Bianchi - Vie di umanizzazione


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Il cardinale Gianfranco Ravasi e i social network.


Monsignor Ravasi, il ministro della Cultura del Vaticano usa i social network, ha aperto un blog , parla con i manager di Google e spiega perché la Chiesa deve andare in rete

Il cardinale Gianfranco Ravasi "L'UOMO è l'unico animale capace di arrossire. Ma è anche l'unico ad averne bisogno (Mark Twain)". "Cadere non è pericoloso, né è disonorevole. Ma non rialzarsi è tutte e due le cose (Konrad Adenauer)". Commento di uno dei 4419 followers: "Se tutti quanti seguissero card. Ravasi nessuno chiederebbe alla Chiesa di pagare l'Ici". Una battuta, ovviamente, ma che dà conto della popolarità di un cardinale ora attivo anche su Twitter. Un cardinale che ha debuttato in rete con un suo blog personale, che collabora con quotidiani "laici" online, va in televisione, scrive ogni giorno il "Mattinale" sul giornale dei vescovi Avvenire, partecipa a convegni che spaziano dai media alla musica contemporanea, organizza in Vaticano incontri inediti per giovani blogger. Sostiene che la Chiesa è indietro e che è giunta l'ora di Internet, gira il mondo con la sua iniziativa il "Cortile dei Gentili" che ha aperto ai laici e addirittura agli atei.
A fare questo non è un eretico rivoluzionario ma il presidente del Pontificio consiglio per la Cultura del Vaticano, Sua Eminenza Reverendissima il cardinale Gianfranco Ravasi...

  La Bibbia in un tweet "Così portiamo la fede sul web"

Creatività, lungimiranza, apertura al nuovo e all'ignoto. Superando anni di scetticismo vaticano nei confronti dei nuovi media, un nutrito gruppo di uomini di chiesa, da qualche tempo a questa parte ha aperto la parola di Dio ai social network.
Capofila di questo inedito tecnoentusiasmo dei religiosi è il cardinale Gianfranco Ravasi, capo-dicastero vaticano della Cultura, che, ogni giorno, dispensa pillole di santo pensiero - citazioni dalla Bibbia e dai vangeli - ai suoi 1.946 follower su Twitter...
IL SUCCESSO IN RETE. La comunicazione della fede, insomma, «non passa solo attraverso le omelie. Può passare anche attraverso i 140 caratteri di un messaggio Twitter». Pillole di sacro pensiero capaci, come ha spiegato lui stesso, di «ritrovare la parola che offende, ferisce, inquieta, giudica».
E gli utenti sembrano gradire, a giudicare dal numero dei follower. «Non credevo che l'iniziativa riscuotesse tanto interesse», ha spiegato Ravasi raccontando la sua esperienza sul sito di microblogging, «ma evidentemente tra i cristiani, molti dei quali non conoscono bene la Bibbia, c'è grande desiderio di approfondirne la conoscenza».

  Come cinguetta il cardinale


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Twitter, Facebook, blog, siti internet e via dicendo: secondo alcuni, tra cui il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura del Vaticano (in pratica, il ministro della Cultura della Santa Sede), tutti i nuovi strumenti della rete rappresentano, oggi, una tra le modalità decisive di comunicare l’annuncio cristiano. La fede, attraverso il web. Il vaticanista Sandro Magister, interpellato da ilSussidiario.net,ci dice la sua sull’utilità delle nuove tecnologie.

  IL SUSSIDIARIO: TWITTER/ Magister: un’opportunità, ma lo scopo della Chiesa non è "chattare"...


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Il grido silenzioso degli "indignati cattolici" e il desiderio di assunzione di responsabilità come risposta alle "gogne mediatiche" di questi giorni...



Ci sono solo due argomenti, nell'ultima settimana dell'informazione religiosa sui quotidiani italiani: la posizione dei vertici della Chiesa - Santa Sede e CEI - di fronte alla manovra «salva Italia» presentata domenica scorsa dal governo Monti e, ancora una volta, l'evoluzione giudiziaria della crisi di gestione del polo universitario-ospedaliero San Raffaele: 93 dei 127 titoli religiosi battono su questi due tasti. 

  «Gogne mediatiche» di Guido Mocellin

Quanti sono non lo sapremo mai, perché loro non usano scendere in piazza. Non organizzano manifestazioni e men che meno fanno scioperi. Non sono stati abituati a reagire in modi clamorosi, anzi si ostinano a credere che il loro silenzio faccia parte del sacrificio che può salvare il mondo. Tacciono non per paura, ma perché amano troppo l'oggetto del loro sconforto: come succede alle madri con un figlio discolo. Tacciono anche perché non sanno bene che cosa fare.
Ma quanti saranno oggi, in Italia, gli «indignati» cattolici?

  Gli indignati cattolici di Roberto Beretta


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La netta maggioranza dei cattolici ha una visione laica della politica e, pur rispettando le indicazioni della Chiesa, ritiene che le decisioni ultime vadano prese “secondo la propria coscienza”. 

  Marco Politi: I cattolici bocciano una nuova Dc

Intervista al card. Scola, arcivescovo di Milano: «Dobbiamo vivere questo travaglio della crisi economica come la donna che sta per partorire, con partecipazione intensa e totale».

  Scola: essere portatori di speranza (video)

I cattolici? Manifestano un rivitalizzato interesse per la politica e comunque più alto del resto della popolazione italiana (sul 28% che si dice interessato, il 37% è costituito da cattolici praticanti). Ma non hanno nostalgia della Balena bianca e pensano che più che fare un partito, debbano semmai puntare a costituire un movimento che influenzi l’agire delle forze politiche (sul 27% degli italiani che la pensa così – il 62 dice che non bisogna confondere religione e politica – il 41% è praticante).

  Fabrizia Bagozzi: I cattolici (per ora) promuovono Monti



Sotto esame «l'uso commerciale dei beni di enti no-profit» Radicali e Avvenire ai ferri corti, smentite e controrepliche

  Antonio Castaldo: Imu alla Chiesa, bocciati due ordini del giorno Ma è via libera all'emendamento Pdl-Pd  (testo+video)



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POLITICA



Nel giorno dello sciopero generale contro il decreto anticrisi del governo Monti, tocca all’Infedele (in diretta su La7 alle ore 21,10) porsi la domanda più scomoda: e se la manovra non servisse a niente? Sacrifici inutili?...

  Gad Lerner: L’Infedele e il Natale della disuguaglianza

Tra gli ospiti di Gad Lerner:  Luigi Zingales, Vittorio Emanuele Parsi, Adriana Cerrettelli, Fabrizio Unida, Salvatore Bragantini

  L'INFEDELE: E se la manovra non servisse a niente? (video puntata integrale)


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Tasse, pensioni, banche e mercati. Cosa sta succedendo in Italia, quanto paga ognuno, in che cosa può cambiare la manovra del governo Monti. Se ne parla a Ballarò con Vito Tanzi, già componente del Fondo monetario internazionale. Tra gli ospiti di Giovanni Floris il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il sindaco di Torino Piero Fassino, la presidente della regione Lazio Renata Polverini, il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, il tributarista Raffaello Lupi, il vicedirettore di “Repubblica” Massimo Giannini.

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': A BALLARÒ IL SOTTOSEGRETARIO POLILLO (video puntata integrale)

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Da parte del governo c'è una predisposizione al dialogo «su materie che toccano la vita delle persone». Nessun atteggiamento professorale, solo l'esigenza di fare in fretta perché “chiamati al capezzale di un malato, mentre altri hanno detto di non essere in grado”. Lo ha affermato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, intervenuta a In Mezz'ora su Raitre con Lucia Annunziata.

  UNITÀ: Fornero: «Noi, chiamati a capezzale malato Italia»

L'intervento dell'Onorevole Giulietti durante la seduta della Camera dei Deputati del 14 dicembre 2011.

    ARTICOLO 21:  Manovra: Giulietti, "senza patrimoniale, tassazione capitale scudati e asta per le frequenze non c'e' equita'"

La manovra così detta “salva-Italia” proposta dal governo Monti e attualmente all'esame del Parlamento non soddisfa le aspettative di svolta verso l'equità e la sostenibilità auspicate da Banca Etica, che da oltre 13 anni lavora per promuovere un diverso modello di finanza al servizio dell'interesse collettivo.
Nella piena consapevolezza che il momento è grave e che i sacrifici sono necessari per evitare il tracollo dell'Italia, Banca Etica ribadisce con forza la necessità di trasformare la crisi in opportunità per rilanciare nel nostro Paese un sistema economico, sociale e fiscale che sia finalmente caratterizzato da equità, legalità e trasparenza. Troppo timidi appaiono gli sforzi fatti dal Governo in questa direzione. Ecco alcune delle misure che avrebbero potuto apparire nella manovra e che ancora auspichiamo possano essere introdotte con successivi provvedimenti...

  BANCA ETICA: Banca Etica delusa dalla manovra “salva-Italia”

L'art.6 della manovra cancella causa di servizio, la pensione privilegiata e l'equo indennizzo per chi si ammala al lavoro nel settore pubblico

  Christian Elia: Italia, il governo Monti cancella i diritti

Per l’Europa il 2012 non sarà un anno gradevole». Questo a dir poco singolare, ma probabilmente veritiero, biglietto di auguri per il Vecchio Continente porta la firma di Olivier Blanchard, il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, ossia di quella grande istituzione i cui esperti verranno in visita (ispezione?) a Roma la settimana prossima.Gli ha fatto eco, a poche ore di distanza, il primo ministro polacco, Donald Tusk. Tusk ha pronunciato un durissimo discorso di saluto al Parlamento europeo, al termine del semestre di presidenza del suo Paese, l’unico in Europa che possa vantare risultati economici veramente buoni negli ultimi 2-3 anni. L’Europa, ha detto Tusk, è sull’orlo del precipizio, non si comporta più come una comunità ma come una somma di egoismi nazionali al punto che la crisi ormai si trova nei nostri cuori e non solo nelle nostre banche.

  Mario Deaglio: Una cura psicoloogica per la crisi

E’ inutile nasconderlo: il voto di fiducia con cui la Camera darà oggi la sua approvazione alla manovra del governo arriva in un clima deteriorato, non solo per gli incidenti che la Lega ha continuato a provocare in aula anche a Montecitorio, dopo le tensioni di mercoledì al Senato, ma anche per le evidenti prese di distanze dei due maggiori partiti della maggioranza da Monti.

  Marcello Sorgi: Parola d'ordine è votare sì ma dissentire dal governo

Questo governo rappresenta ancora l'occasione di introdurre una vera discontinuità, di dimostrare che è possibile operare per l'interesse comune anziché per quello delle categorie e delle corporazioni. 

  Aldo Cazzullo: Unità nazionale (all'opposizione)




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 BENEDETTO XVI
 




      Angelus - 11 dicembre 2011

      Udienza - 14 dicembre 2011, La preghiera di fronte all'azione benefica e sanante di Dio

      DiscorsoAlla Delegazione della Confcooperative e delle Banche di Credito Cooperativo (10 dicembre 2011)


      Omelia15 dicembre 2011: Vespri con gli Universitari degli Atenei Romani



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Benedetto XVI - crisi economica - finanza - economia - solidarietà


In una stagione di crisi economica duratura, c’è più che mai necessità di introdurre nelle logiche dei mercati la “forza di umanizzazione” e la “carica di speranza” del messaggio cristiano. È l’auspicio espresso da Benedetto XVI, durante l’udienza concessa stamattina in Vaticano ai rappresentanti della Confederazione delle Cooperative italiane e della Federazione italiana delle Banche di credito cooperativo. Il Papa ha esortato questi organismi di ispirazione cattolica a lavorare perché economia e mercati “non siamo mai disgiunti dalla solidarietà”. Il servizio di Alessandro De Carolis

  Leggi o ascolta: Benedetto XVI: c’è bisogno di una finanza trasparente e di un’economia mai separata dalla solidarietà

Riportiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti nel corso dell’Udienza

  il testo integrale del discorso di Benedetto XVI

Una “azione preziosa” di sensibilità ed equilibrio. Benedetto XVI definisce così il ruolo delle Banche cooperative italiane i cui vertici sono stati ricevuti in Vaticano sabato mattina. Un incontro che è stato occasione per il Papa di mettere a fuoco alcuni punti importanti della Dottrina Sociale della Chiesa...
In un mondo in cui le banche sembrano volersi sostituire alla politica cancellando solidarietà e rispetto dell’ uomo, il Papa ha voluto mettere in luce come invece le banche cooperative, presenti da moltissimo tempo nel tessuto sociale italiano, sono un modello di sviluppo efficacissimo anche oggi...

  Il Papa: un grazie alle banche cooperative cattoliche per il sostegno all'uomo




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OPINIONI E COMMENTI

«Salviamo la Chiesa» è il grido di allarme pubblicato dal grande teologo cattolico Hans Küng (Rizzoli): un volume accorato per denunciare la crisi che sta colpendo in tutto il mondo il cattolicesimo 

  Filippo Gentiloni: Chi salverà la chiesa cattolica?

L’intesa tra l’attuale governo della Chiesa cattolica e la Fraternità Sacerdotale di s. Pio X (i seguaci di Lefebvre) è favorita dal comune giudizio negativo su determinate applicazioni del Vaticano II. Specie in alcuni ambiti, a cominciare da quello liturgico, il sentire di Benedetto XVI e quello dei lefebvriani ha larghe zone in comune. Su altri settori, ecumenismo, dialogo interreligioso, libertà di coscienza, il fossato è assai più ampio. Tuttavia il discorso è anche più globale. Papa Ratzinger non può, né vuole, respingere il Vaticano II; la fedeltà a esso è richiesta dall’idea stessa di Tradizione e di papato. Egli perciò è obbligato a muoversi  nell’ambito dell’ermeneutica conciliare e non già di una decisa condanna del Vaticano II...

  Piero Stefani: La chiesa dell'anticoncilio






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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm