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Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
LA TRAGEDIA NEL CORNO D'AFRICA - emergenza umanitaria
Un «Grande d’Africa» alza la
sua voce per «quelli che non hanno più la forza per farlo»: le «sorelle
e i fratelli della Somalia e del Corno d’Africa, i più indifesi tra gli
indifesi». Alza la voce per lanciare un appello accorato alla Comunità
internazionale perché agisca subito, «con determinazione e generosità»
per salvare milioni di vite umane messe a rischio dalla carestia che
sta segnando la regione dopo due anni di siccità. A parlare è Desmond
Tutu, premio Nobel per la Pace nel 1984, Arcivescovo benemerito della
Chiesa anglicana a Città del Capo, eroe, assieme al suo amico di una
vita Nelson Mandela, della lotta contro il regime dell’apartheid in Sud
Africa.
Desmond Tutu: «La nostra fame è colpa dei governi»
"È vietato essere indifferenti
davanti alla tragedia degli affamati e degli assetati". Così Benedetto
XVI, all'Angelus da Castel Gandolfo, domenica ha rivolto nuovamente la
sua attenzione alle popolazioni del Corno d'Africa e "ai tanti fratelli
e sorelle" che soffrono per la gravissima carestia, già al centro due
domenica fa di un suo forte appello alla mobilitazione internazionale.
Il Papa: «Carestia in Somalia, vietato restare indifferenti»
il testo integrale dell'Angelus
...«È come un terribile
tsunami. Come un devastante terremoto. Lo scriva: la Somalia è piegata
da una catastrofe umanitaria e nessuno di noi può più restare a
guardare»... l’obiettivo è uccidere l’indifferenza e la sfida sembra
almeno in parte vinta. Con fatti. Con segnali... E ora? «Ora
muoviamoci. Prendiamo decisioni. Portiamo aiuti. serve concretezza, la
politica può poco».
«Somalia come uno tsunami» E la politica apre gli occhi
Vedi i nostri post precedenti:
- Emergenza Corno d'Africa
- Emergenza Corno d'Africa/2
- La tragedia del Corno D'Africa
- "La carestia: emergenza che chiama"
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Gli immensi campi profughi potrebbero segnare la fine della riproducibilità stessa della vita sociale
L'attacco
di un commando Shabaab davanti alla sede della missione militare Amison
dell'Unione Africana, con funzioni di peacekeeping. Due militari sono
rimasti uccisi, oltre i sue miliziani. I gruppi islamici bloccano
l'esodo della gente che fugge dalla carestia per rinchiuderla in un
campo da loro allestito a 40 chilometri da Modadiscio. La
desertificazione pilotata delle regioni fertili del sud.
Allarme
dell'Onu: la carestia si è diffusa anche in diverse aree della Somalia
meridionale, dove 2,8 milioni di persone sono a rischio. La mortalità
infantile ha raggiunto livelli record
Il
mondo occidentale è preoccupato per le sorti dell'economia, ma c’è chi
sta molto peggio. Il dramma della Somalia e dell'intera regione è al
centro della preoccupazione della Chiesa che si appella a popoli e
nazioni perché si intervenga in modo straordinario
...
Tre anni fa ho incontrato una famiglia che era fuggita dalla guerra del
Ruanda, avevano vissuto per anni in un campo profughi prima di ottenere
lo status di rifugiati e approdare in America. Arrivarono all’aeroporto
di Newark nel New Jersey - padre, madre e quattro figli - solo con una
busta in mano. Gli chiesi dove fossero i bagagli e loro mi risposero
che non avevano più nulla da quattordici anni, ma il padre serio
aggiunse: «Però pensiamo di essere fortunati, molto fortunati, perché
abbiamo ancora la vita». E’ la frase che più mi risuona in testa ogni
volta che parliamo delle nostre difficoltà quotidiane e perdiamo di
vista ciò che conta davvero.
In questo momento nel Corno d’Africa ci
sono 12 milioni di persone che sono colpite dalla carestia e non hanno
cibo, oltre un milione di bambini rischia la vita...
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Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Carestia Corno d’Africa 2011”.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
ƒ UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
ƒ Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
ƒ Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma – Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384
ƒ Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
ƒ CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Quando il 25 luglio ci
siamo trovati di fronte al CIE di Ponte Galeria in occasione di
"LasciateCIEntrare" - mobilitazione di stampa, associazioni e
parlamentari per il diritto di informazione all'interno dei centri di
espulsione - siamo stati accolti da una ventina di ragazzi che per tre
ore, a picco sotto il sole dal tetto della struttura, hanno gridato una
sola parola: "libertà". Forse è solo una suggestione, ma a tutti noi
sono tornate alla mente le immagini di speranza che qualche mese fa ci
arrivavano dalle piazze del maghreb, quei volti giovani che davano una
luce nuova alla storia. Libertà, chiedevano, sfidando la repressione, e
noi ad applaudirli convinti e comodi sui nostri divani. Libertà
chiedono ora, in un idioma e in una terra diversa, ma che in fondo non
lo è poi così tanto. Solo una
settimana dopo si torna a parlare di Ponte Galeria a causa di una vera
e propria guerriglia scoppiata nella notte fra sabato 29 e domenica 30
luglio.
La rivolta dei diritti. Domani presidio di fronte al Senato
I Cie (i Centri di Identificazione ed espulsione) si
confermano spazi extraterritoriali, luoghi di diritti sospesi. In primo
luogo a danno degli immigrati, di certo: comprensibilmente spaventati
dall’estensione improvvisa da 6 a 18 mesi del periodo massimo di
detenzione. Ma a far le spese di questa abrogazione di diritti è anche
l’opinione pubblica, costretta a ignorare quel che accade nella dozzina
di strutture dislocate sul territorio italiano perché i giornalisti non
devono “intralciare le attività rivolte agli immigrati”.
Il 2 agosto alle 17,30 davanti al Senato per i diritti dei migranti
Per approfondire: Analisi
del Decreto legge 23/6/11 n. 89 in materia di espulsioni, trattenimento
e reati collegati, elaborata da Associazione per gli studi
giuridici sull'immigrazione, Associazione nazionale giuristi
democratici, Magistratura democratica: "Decreto rimpatri": normativa ingiusta e inefficace. Il parere dei giuristi
Vedi i nostri post precedenti:
- 25 luglio 2011 - "LasciateCIEntrare" iniziativa
dell'Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa
davanti a CIE e CARA italiani per reclamare il diritto di accesso ai
giornalisti
- 25 luglio 2011 - "LasciateCIEntrare" iniziativa
dell'Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa
davanti a CIE e CARA italiani per reclamare il diritto di accesso ai
giornalisti/2
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Entrare nei Cie e raccontare
quello che accade. Adesso sarà possibile. Il Senato ha approvato ieri,
su proposta del Pd accolta dalla maggioranza, un ordine del giorno che
“impegna il Governo a predisporre ed adottare con urgenza tutte le
misure necessarie a consentire ai giornalisti e agli operatori
dell’informazione l’accesso ai centri per immigrati e richiedenti
asilo, modificando le regole di accesso e neutralizzando così gli
effetti della circolare del Ministro dell’Interno n.1305 del primo
aprile 2011”.
Immigrati
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
ACCOGLIENZA/INTEGRAZIONE IMMIGRATI - 4 -
Hanno quasi vinto la loro
scommessa quelli dell’Ostello dei Tasso di Camerata Cornello,
in provincia di Bergamo. I soci della cooperativa sociale non solo
hanno deciso di ospitare 20 profughi nella loro struttura; hanno
rilanciato aprendo la stagione estiva con una quasi sfida a tutti.
“Venite a fare un giro in Valle Brembana. Trascorrerete un po’ di
tempo con i nostri ospiti migranti facendovi raccontare come si
viveva da lavoratori neri in Libia, cosa succede quando passi il
Mediterraneo su un barcone, cosa ti aspetta quando arrivi in
Italia”.
Tutto scritto in una lettera aperta che ha provocato non poche reazioni
L’accoglienza buona che dà fastidio ai bergamaschi (pdf)
Un gesto di solidarietà con la cooperativa dell’Ostello dei Tasso: VENITE A TROVARCI!
Dimostriamo che l’accoglienza ai profughi e lo svolgimento delle attività di ristorazione sono completamente compatibili.
Rifugiati libici all'Ostello
Un'altra esperienza positiva di accoglienza...
Tutti di età compresa tra i 15
e i 17 anni arrivano dal Nord Africa e si trovano nella città del Capo
provenienti dal Centro di prima accoglienza di Lampedusa e accolti
dalla coop. Sociale Utopia che li sta ospitando utilizzando le
strutture dell’Istituto Regina Margherita
Il cimitero monumentale di Milazzo bonificato con l'aiuto di 27 immigrati
«... Oggi più che mai il
temadell’accoglienza diventa prioritario, perché riguarda tutti,
cristiani e non e ci impone una riflessione profonda per porre la
necessaria e giusta attenzione internazionale verso gente che è in fuga
dalla guerra, dalla miseria, dalla povertà e che, su un barcone di
fortuna, va in cerca di serenità e di pace e che, oramai troppo spesso,
trova invece la morte».
Lampedusa, Mons Mogavero: “Il tema dell’accoglienza diventi prioritario”
Un'esperienza di vita, prima
ancora che di lavoro. Rosario Scalisi, Capo di Gabinetto della questura
di Vercelli, parla così di quei 15 giorni trascorsi come funzionario
del servizio d'ordine pubblico nel Centro Soccorso e Prima Accoglienza
di Lampedusa
Io, a Lampedusa fra continui sbarchi e tante storie...
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Migranti, se chi soffre prova odio - dossier di Famiglia Cristiana
I recenti eventi di Oslo e le
agitazioni degli immigrati fanno riflettere: che cosa potrebbe accadere
se gli animi si esasperano ancora di più? Il rischio per il nostro
Paese.
Oslo 22 luglio 2011: un
criminale esaltato fa strage di 93 ragazzi. Tutti inizialmente hanno
pensato che fosse opera di terroristi islamici, Al Qaeda forse. Quei
giovani sono morti invece per mano di un altro giovane, norvegese come
loro, che li ha uccisi per urlare al mondo che il mondo è diventato
troppo tollerante nei confronti degli islamici, degli immigrati e di
tutti i “diversi” che minacciano di “inquinare” l’Europa e la nostra
civiltà. Il criminale aveva
annunciato la strage, le idee xenofobe scritte e raccontate sul blog
personale erano visibili da chiunque in quel paese come nel mondo e
forse, pure osservate, erano state considerate “ridicole”, delirio di
un personaggio apparso grottesco nel suo costume di cavaliere templare.
La farsa ha avuto un epilogo tragico ed oggi, quasi improvvisamente con
un brusco risveglio, ci accorgiamo che vi sono molti adepti, molti
simpatizzanti. Serpeggia in Europa e non solo un sentimento di rabbia e
di odio che nutre un’ideologia estremista che ritiene “l’altro”, il
“diverso” per colore, continente e religione, la causa di tutti i suoi
mali.
Una storia già vissuta: i personaggi erano diversi, le motivazioni in parte simili.
E in Italia? Siamo immuni da
tale follia? L’Italia dove la disoccupazione giovanile ha superato il
25%, le famiglie “medie” ormai faticano ad arrivare a fine mese, le
strutture pubbliche sono pesantemente inefficienti e dove la
diseguaglianza sociale si sta incrementando ogni giorno di più. Un
paese che ha scritto una tra le più belle Costituzioni del mondo che ci
troviamo a dover difendere, incredibilmente, proprio da una certa parte
del mondo politico che vede in essa l’impedimento al raggiungimento dei
propri scopi personali… Un bell'esempio di democrazia! Può
un paese così accogliere i “barconi” pieni di gente disperata? E chi
sono costoro che approdano nel nostro Paese? “Immigrati clandestini” da
ricacciare indietro secondo alcuni, “profughi” da aiutare secondo
altri; da cristiani diremmo semplicemente persone ai margini della
disperazione.
Italia, un Paese così è pronto a scoppiare
Quando i dissenzienti
costituiscono masse è sempre più difficile fronteggiare le loro azioni
e il loro dissenso. La storia lo insegna. Sarà bene non intervenire
troppo tardi. Che abbiamo fatto fino ad ora per disinnescare questo
pericolosissimo ordigno? Dal punto di vista politico molto poco mi
sembra. Sul piano interno nessun intervento per ridurre le
diseguaglianze sociali, anzi mi sembra sia stato profuso un discreto
impegno, e con successo purtroppo, per far si che il ceto medio si
impoverisse sempre di più ed i ricchi diventassero sempre più ricchi. E
sul fronte immigrazione? Non possiamo accoglierli tutti! E’ vero, su
questo sono d’accordo. Ma come fermare la marea umana
che dall'Africa si riversa sulle nostre coste,
territorialmente le più vicine nell'area del Mediterraneo,
con le navi militari ferme ai limiti delle nostre acque territoriali? E
che dovrebbero fare, sparare sulle “carrette” del mare con la coscienza
di uccidere degli innocenti? I nostri governi ci hanno provato a
trovare una soluzione. Si sono
inventati ad esempio il reato di clandestinità, (le nostri carceri
avevano giusto bisogno di qualche detenuto in più), oppure hanno fatto
accordi con i governi nordafricani, primo fra tutti quello di Gheddafi
che, in cambio di concessioni economiche e politiche al regime, si era
impegnato a controllare le coste per impedire le partenze di barconi
dalla zona nord del Paese. Insomma, pagavamo purché restassero lì, e
poco ci importava in verità di quanto umanamente erano trattati.
Una miscela esplosiva che può avere effetti più deflagranti di quelli norvegesi
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(SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA
I corpi sono stati individuati
dopo che erano stati trasbordati su due motovedette i 271 stranieri che
viaggiavano sul ponte dell’imbarcazione. Tra di loro, 36 donne e 21
bambini. Nessuno aveva parlato dei morti, che sono stati scoperti dai
marinai della Guardia costiera quando hanno effettuato come sempre
un’ispezione dell’intera barca prima di abbandonarla.
Non solo delle persone in cerca
di un posto sicuro vengono mandate allo sbaraglio su delle carrette
fatiscenti ma vengono anche costrette durante la traversata a lottare,
gli uni contro gli altri, per la propria sopravvivenza. Una sorta
di Colosseo galleggiante, una tragedia disumana.
"Cento cadaveri buttati in mare" ...le autorità italiane avrebbero chiesto invano l'intervento di una nave Nato.
Nelle orecchie ancora le urla di un ragazzino che tenta di ribellarsi ad una perquisizione...
A Lampedusa per una settimana una cinquantina di ragazzi (ma anche
qualche adulto) ha partecipato al campeggio organizzato da Amnesty
International per i diritti umani.Volevano trasmettere la loro
vicinanza ai loro coetanei migranti. Le hanno provate tutte. Si sono
ingegnati e poi hanno scritto questa lettera perché la leggessimo ai
minorenni rinchiusi alla Loran.
“Siamo arrivati da diverse parti di Italia e d'Europa,...
Trovo, tra le altre, questa versione geniale e commuovente del Padre Nostro...
Migrante Nostro,
Che sei nei centri,
Sia rispettato il tuo nome...
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Il mar
Mediterraneo assomiglia sempre di più a una grande bara d'acqua a cielo
aperto. I morti ormai non si contano più. Nell'ultima tragedia di
Lampedusa sono stati 25, probabilmente uccisi dalla calca nella stiva
della nave o forse anche dalle botte ricevute. Tutti innocenti. Con una
sola colpa, che poi non è una colpa: sognare un futuro migliore per sé
e per le loro famiglie. Tra i 271 sopravvissuti, 36 sono le donne e 21
sono i minori. L'immigrazione vista dal basso, dai minori, èassai diversa da quella che vedono gli adulti.
In un angolo del lecchese, a una decina di chilometri dalla verde Pontida, una ventina di profughi dalla Libia attende da mesi
I motivi della rivolta a Bari
dei richiedenti asilo. Aspettano da mesi di essere riconosciuti come
rifugiati, e nel frattempo, senza permesso di soggiorno, non possono
fare nulla
Franco Pittau della Caritas: non possiamo condannare chi fugge da posti invivibili
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Siria - massacro di civili
Il lungo silenzio mediatico sulla Siria ha retto fino ad oggi, e per
romperlo c’è voluta appunto questa nuova strage di Hama, non ancora
conclusa e quindi dal bilancio purtroppo ancora provvisorio.
Chi tiene il conto delle vittime accertate in Siria dal 15 marzo
scorso, data d’inizio dell’insurrezione contro gli Assadm, è arrivato a
una cifra importante, quasi 2000
Siria, una strage decisa a tavolino
La Siria è un Paese
sull'orlo della guerra civile. E il bilancio dell'offensiva
dell'esercito di Bashar el Assad è traumatico: quasi 140 le vittime di
cui un centinaio solo ad Hama. All'alba i tank sono entrati nella città
200 chilometri a nord di Damasco e hanno aperto il fuoco contro la
folla che nelle scorse settimane aveva manifestato contro il regime. Le
fonti locali dicono che i carri armati dell'esercito hanno investito la
città e i suoi dintorni con una pioggia di granate, a un ritmo di
almeno quattro al minuto. Acqua ed elettricità verso i principali
quartieri sono stati tagliati: una tattica abitualmente usata dai
militari nelle operazioni di repressione.
Cannonate sulla folla: massacro in Siria A Damasco bombe sui manifestanti
In Siria è un massacro quotidiano. Ieri le agenzie hanno battuto la
notizia dell'ennesima strage nella città di Hama, dove tank e cecchini
appostati sui tetti hanno preso di mira la popolazione. Un bilancio
provvisorio parlava di almeno cento morti. Dispacci di agenzia che
arrivano quotidiani con il loro carico di sangue, quasi del tutto
ignorati da un Occidente che invece si è precipitato a bombardare - per
le stesse motivazioni - la Libia di Gheddafi. Viene allora da chiedersi
in cosa differiscano libici e siriani.
Carneficina quotidiana in Siria, ma governi e pacifisti stanno a guardare
Carri armati e granate sulla folla. Oltre cento morti
Siria: l'eccidio di Hama
La “domenica del massacro” che ha visto le cannonate dei carri armati
del regime del presidente Bashar el Assad sulla popolazione di Hama
compiere una carneficina con oltre un centinaio di morti e centinaia di
feriti ha l’impronta del made in Italy.
Siria: ministro Frattini, quei carro armati sparano italiano sui civili di Hama
video: Massacro in Siria - Cannonate sulla folla
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Ne vedremo ancora e non
delle belle. Basta che tutti questi minuetti non ci distraggano dal
fatto che in Siria alcuni uccidono senza scrupoli e altri muoiono senza
colpa, ogni giorno, ormai da mesi.
La repressione in Siria: finché avrà
l'appoggio dell'esercito, Assad resisterà. L'opinione di Massimo
Camparini, storico ed esperto di Medioriente.
Al potere da 40 anni la
corrente religiosa alawita della famiglia Assad. Per 40 anni odiata e
disprezzata dalla maggioranza sunnita
Le telecamere, le centinaia di
giornalisti e di avvocati stipati nell'aula dell'accademia di polizia
al Cairo fanno da contorno al processo evento che tutti aspettavano,
non solo in Egitto
Il
63 percento degli abitanti, al Cairo, vive in aree cosiddette informali
- baraccopoli, anche se di mattoni invece che di lamiere. Non sono gli
emarginati, dunque: sono l'egiziano medio
Amministrazione Obama e Monsanto vogliono estendere gli organismi geneticamente modificati alle aree naturalistiche protette
E la popolazione in appoggio ai giovani ha inscenato il primo cacerolazo dalla fine della dittatura
Sentenza storica della Corte Suprema, ordinata la rimozione di un insediamento illegale in Cisgiordania
I
NOSTRI TEMPI /
Interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Cosa
sta dietro l'impennata dei prezzi delle derrate alimentari? I
mutamementi climatici, i biocarburanti, l'aumento del prezzo del
petrolio, ma soprattutto una finanza di rapina.
Nelle scorse settimane è stata
dichiarata l’emergenza alimentare in Somalia. L’appello internazionale
in favore delle popolazioni del Corno d’Africa richiama le
contraddizioni di un pianeta in cui un miliardo di persone getta
derrate alimentari deperibili non consumate e sostiene assurdi ‘costi
collaterali’ causati dall'abbondanza (le diete, il fitness
dimagrante…), mentre un altro miliardo non ha pane a sufficienza. Le
preoccupazioni relative al cibo però non riguardano solo l’emergenza di
questi giorni, ma alcuni squilibri strutturali rivelati dall’estrema
volatilità dei prezzi registrata negli ultimi anni
La speculazione che affama
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In Siria si sta scatenando la
più massiccia repressione del ciclo delle rivolte arabe col tacito
accordo di Iran, Turchia e Israele e nel silenzio dell’ONU, dell’Europa
e dell’Italia. Una strage.
Nel Corno d’Africa si aggrava la morte per fame e malattie di milioni di persone. Uno sterminio.
In Libia dopo 4 mesi di
bombardamenti (e 17.000 missioni aeree) continua “una guerra senza
sbocchi” che vede l’Italia coinvolta con sette basi militari (
“l’Avvenire” 31 luglio).
L’abbiamo detto, lo ridiciamo e lo ripeteremo: è un crimine.
Quante persone dovranno morire? Attivare la forza atomica della pace
il dossier di luglio di “Mosaico di pace”: “L’economia. Le armi. L’Italia”
All'interno: - L'economia delle armi di Rosa Siciliano -
- L’anello forte di Giorgio Beretta -
- Le grandi protagoniste di Giorgio Beretta e Chiara Bonaiuti -
- Progetti folli di Francesco Vignarca -
- Riconvertiamoci di Gianni Alioti
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“Il
Parlamento ha approvato ieri il rifinanziamento alle missioni militari
con una spesa di un centinaio di milioni di euro in più rispetto allo
scorso anno, confermando che queste spese sono ormai la stampella che
sostiene il bilancio della Difesa”. Lo afferma un comunicato congiunto della Rete Italiana per il Disarmo e Tavola della Pace che
chiedono al Governo “maggior trasparenza nella rendicontazione delle
effettive spese per la Difesa” e un “allineamento dell’Italia agli
altri Paesi dell’UE per gli aiuti internazionali allo sviluppo”.
Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Ministro della Difesa Ignazio La Russa
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
“Bologna 31 anni dopo la strage del 2 agosto 1980: 85 vittime innocenti, 3 colpevoli di comodo, 0 verità”.
Davanti alla strage della
stazione di Bologna si continua a opporre da parte del Governo il
segreto di Stato. Un Governo che si vergogna di partecipare
all'anniversario dell'evento.
Strage di Bologna, l'ora della verità
Giovani, associazioni e enti locali ricordano gli 85 morti di quel 2 agosto 1980
Strage di Bologna: cittadini presenti, Governo assente
Giovanni
Minoli ripercorre i tragici momenti dell'attentato alla stazione di
Bologna del 2 agosto 1980. Il più sanguinoso atto di terrorismo nella
storia d'Italia con 85 vittime, 200 feriti e tanti interrogativi ancora
aperti
Video Rai.TV - La storia siamo noi - 2 agosto 1980
“Bologna 2 agosto 1980: 85 vittime innocenti, 3 colpevoli di comodo, 0 verità”.
Casapound e Terra di mezzo sulla strage di Bologna
Sono
passati poco più di trent’anni da quella tragica mattina del 2 agosto
del 1980, dove in una sala d’aspetto di seconda classe scoppia una
bomba che uccide 85 persone, ne ferisce altre 200 e distrugge una
grande parte della stazione di Bologna. Un giorno che la città e il
Paese non dimenticano: è la più grande strage italiana dal dopoguerra.
Dopo un lungo periodo, la complessa vicenda processuale si conclude con
la condanna di tre neofascisti come esecutori materiali e la condanna,
per depistaggio delle indagini, di Licio Gelli, capo della loggia
massonica P2, e di alti ufficiali dei servizi segreti militari. Ma
alcuni dubbi e misteri rimangono: chi sono stati i mandanti e gli
strateghi di quel massacro?
video Blu Notte - La strage di Bologna
Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980
Vedi il nostro post precedente: Bologna 30 anni dopo... "per non dimenticare"
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Così il presidente dell’associazione parenti delle vittime nel suo discorso di commemorazione della strage
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Rapporto Eurostat: mezzo milione di anime nel Vecchio Continente. Ma solo gli immigrati ci salvano dal declino demografico
Meno male che ci son loro.
Quante volte lo si è pensato, sussurrato, detto. Ora, probabilmente,
bisogna gridarlo. "Meno male che ci son loro!". Loro sono gli
immigrati, la linfa nuova, la prole e il futuro biologico di un
continente in fase terminale.
Europa, meno male che ci son loro
Per visualizzare il report statistico, si consiglia di visitare ilsito di Eurostat
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Da
Vecchio Continente a continente vecchio. E’ stato detto più volte,
ed ora l’ultimo rapporto Eurostat lo conferma: sono gli
immigrati a salvare l’Europa dal declino demografico,
sono i flussi migratori l’unica risorsa per dare slancio ad un
continente altrimenti avviato ad un inesorabile e drastico calo della
popolazione.
“LA
LOTTA SPIRITUALE” - HOREB N. 58 – 1/2011
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
Ci racconta S.
Atanasio che dopo i primi passi nella vita spirituale, Antonio, padre dei monaci
del deserto, è sconvolto da una tempesta di pensieri. È il «diavolo, nemico di
ogni bene e invidioso», che non sopporta che un giovane si decida a vivere
sedotto dallo sguardo di Dio e dal suo abbraccio e lo sollecita in tanti modi
perché torni a vivere secondo le abitudini più normali: «Dapprima cercò di
allontanarlo dalla vita ascetica, ispirandogli il ricordo delle sue proprietà,
la cura per la sorella, l’affetto per i congiunti, l’amore per il danaro e la
famiglia [...]. Insomma, gli suscitò nella mente una tempesta di pensieri per
distrarlo dalla via del bene sulla quale si era incamminato». In altri termini,
sottolinea il primo biografo di Antonio, l'esperienza cristiana, pur avendo
origine nel dono di Dio, coinvolge, poi, la nostra responsabilità ad accogliere
il dono e a consentirgli di maturare ed esprimersi nel nostro vissuto.
L’esistenza
nuova, quindi, non va da sé, c’è un “io” che sotto vari pretesti vuole
riprendersi i suoi spazi e vuole organizzare la vita secondo una sua logica di
banalità, di indifferenza o di potere, per cui, nel momento in cui ci si decide
per Dio inizia la lotta. Paolo lo aveva già evidenziato: «Non quello che voglio
io faccio, ma quello che detesto» (Rm 7,15)...
Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb,
Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una
spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.
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Il teologo risponde
Il teologo Giordano Muraro
risponde a un lettore sul tema delle "nozze" tra persone omosessuali
concesse dalla Chiesa valdese. Precisando tre interrogativi secondo la
morale cattolica.
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Bose, ovvero la pratica della bellezza
Visita al monastero ai piedi
delle Alpi fondato nel 1965 da Enzo Bianchi. Un luogo di incontri tra
le fedi del mondo e rifugio per anime inquiete dove si impara il
compito primario della vita: seguire un canone di armonia
Fin dall’inizio mi guardo in
giro: Enzo Bianchi, il Priore, dov’è? Intanto il monaco che mi è venuto
a prendere alla stazione, e che poi corre veloce in auto tra le risaie
per portarmi quassù, è lo stesso che rivedo in cucina a pulire i
piatti, mentre più tardi sarà a pulire le aiuole e ancora dopo in
chiesa a cantare e a pregare (letteralmente: pregare cantando) con gli
altri.
Tutti fanno tutto a Bose. È la
regola. Monaci e monache sono un’ottantina, e qualsiasi cosa facciano,
e di cose ne fanno un sacco, la loro faccia, il loro sguardo non
cambia. E’ una specie di concentrazione dinamica. La perfetta rotazione
dei compiti e dei lavori fa di questo luogo una meraviglia. Tutto è
luminoso e ordinatissimo. Il significato dell’espressione «prendersi
cura» qui appare in un nitore di cristallo e svela la segreta
connessione che (qualche volta!) c’è tra l’etico e l’estetico.
Bose, ovvero la pratica della bellezza Per saperne di più: Visita il sito Monastero di Bose Vedi anche il nostro precedente post: Enzo Bianchi: Una vita da priore
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"La crociata del bene con la forza degli onesti" di Carlo Maria Martini
Quando ogni giorno apriamo i
giornali o ascoltiamo le notizie del giornale radio o della
televisione, ci sentiamo presi come da uno sgomento, vedendo come tanti
principi di convivenza non sono più accettati.
Vorremmo che queste cose
(comportamenti sociali amorali) non esistessero e che chi può esibire
lo scoop più grave non venisse per questo premiato con vendite
maggiorate. Una particolare causa di tristezza ci viene dalle notizie
di sperpero del denaro pubblico. Vorremmo che finisse ogni ipocrisia o
buonismo. In tutta questa materia affiora spesso la parola «etica» ,
che appare come la spiaggia della salvezza.
Se tutti i politici si
attenessero ai grandi principi etici, come quello del primato del bene
comune insieme con il rispetto dovuto ad ogni persona, molte cose non
succederebbero né sarebbero successe.
La crociata del bene con la forza degli onesti di Carlo Maria Martini
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Dalla misericordia di Dio la forza del perdono umano - IL PERDONO DI ASSISI: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!"
Non c’è pace senza giustizia,
non c’è giustizia senza perdono. Così scriveva Giovanni Paolo II nel
suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2002.
Dieci anni dopo è bello rileggere quella parola. È bello lasciarsi
illuminare nuovamente da quel messaggio permeato dal realismo della
profezia, alla vigilia di una festa antica eppure sempre nuova, viva,
feconda, come il Perdono di Assisi del 2 agosto prossimo.
Dalla misericordia di Dio la forza del perdono umano
Quello che ha reso nota in
tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il singolarissimo
privilegio dell'Indulgenza, che va sotto il nome di "Perdon d'Assisi",
e che da oltre sette secoli converge verso di essa orde di pellegrini.
Milioni e milioni di anime hanno varcato questa "porta di vita eterna"
e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande
Indulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra il 2 Agosto
("Festa del Perdono").
IL PERDONO DI ASSISI
video
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(SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
La Marcia è una iniziativa riservata ai giovani dai 16 ai 29 anni
Possiamo seguire con il pensiero questi giovani in cammino... purtroppo
ormai è tardi per aderire (pur avendone l'età) perché è una realtà da
vivere per intero ed è cominciata il 24 luglio.
Non è possibile parteciparvi parzialmente o a cammino iniziato.
video Marcia Francescana 2011
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CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Separati
e divorziati che vogliono mantenere un rapporto con la Chiesa e con i
sacramenti si trovano spesso a disagio. Un dialogo che cresce. La
pastorale nelle diocesi.
... La posizione della Chiesa
d’altronde è nota. Il Direttorio di pastorale familiare chiarisce che
chi si risposa civilmente dopo un matrimonio religioso, non essendo
«nella pienezza della comunione ecclesiale», non può accedere alla
Confessione e alla Comunione, né può essere padrino o madrina per i
sacramenti o svolgere alcuni servizi in parrocchia.
Princìpi duri, che però non
significano affatto “scomunica”, anzi: le comunità cristiane sono
chiamate a «considerarli ancora come loro figli», a «non giudicare
l’intimo delle coscienze» e a porre in atto percorsi “inclusivi”.
Diversa è la situazione di chi invece, separato o divorziato per una
giusta causa, decide di vivere fedele al primo matrimonio senza
risposarsi: queste persone hanno pieno accesso ai sacramenti.
Una disciplina, come si vede,
che richiede una comprensione profonda del Matrimonio. Una disciplina
che, a volte, nemmeno i sacerdoti conoscono bene.
Separati, non scomunicati
La
disciplina ecclesiastica, che nega la possibilità della Confessione
sacramentale e della Comunione eucaristica per i separati o divorziati
che abbiano iniziato una nuova relazione, suscita talvolta sofferenze
tra i fedeli e la stessa Chiesa ed è sovente oggetto di attacchi dal
fronte laicista. Ma quali ne sono le motivazioni profonde? Ne
parliamo con monsignor Livio Melina, teologo moralista e preside del
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la
famiglia di Roma. La verità e la misericordia
Sono
una quarantina le diocesi che propongono incontri per i divorziati, una
pastorale organizzata solitamente in piccoli gruppi condotti in équipe
da sacerdoti, coppie sposate, psicologi e, sempre più frequentemente,
da altre persone in situazione “irregolare”. Una pastorale che, per la
delicatezza della materia, richiede particolari cure. La pastorale per divorziati in quaranta diocesi
È
il primo Convegno che l’Ufficio della CEI dedica, con questa specifica
attenzione, ad una porzione dolorosa del corpo ecclesiale, quali sono
appunto le famiglie che vivono la separazione. Chiesa, quale via per i separati? “Il
tema che affrontiamo con questo Convegno – Luci di speranza per la
famiglia ferita – pone il delicato problema del ‘fare’ e del ‘come’
fare famiglia; ci porta a confrontarci con le fragilità delle relazioni
e ad avvertire quanto sia vero che la famiglia è ad un tempo forte e
debole…”. Non
è stato un saluto di circostanza quello offerto da S. E. Mons. Enrico
Solmi, Presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia, in
apertura del Convegno promosso a Salsomaggiore (22-26 giugno)
dall’Ufficio Nazionale della CEI. Il
Vescovo, fin dalle prime battute, ha lasciato intuire come si tratti di
frontiere che chiamano a raccolta tanto la Chiesa che la società
civile, e che richiedono l’avvertenza che i soggetti coinvolti in
situazioni di separazione, divorzi e a volte anche di nuove unioni, non
devono mai essere accostate come fossero categorie a parte.
Una fragilità che coinvolge tutti La
misura di ogni pastorale ecclesiale rimane il cuore di Cristo, secondo
l’icona evangelica del buon Samaritano; da qui, l’attenzione che la
Chiesa è chiamata ad avere nei confronti sia di quanti hanno visto
fallire il loro matrimonio e sono separati o divorziati, sia di quanti,
dopo essersi separati o aver divorziato, si sono risposati o convivono. Partendo
da questo orizzonte mercoledì 22 giugno mons. Carlo Rocchetta -
teologo, direttore del centro familiare "Casa della tenerezza" di
Perugia - ha sviluppato il suo intervento, La Chiesa Madre e Maestra
per i coniugi in difficoltà. Dalla luce teologica alle scelte pastorali.
Amore della verità e verità dell'amore
Consulta anche:
- Relatori (con tutti gli allegati)
- RELAZIONI E INTERVENTI
- Laboratori
il nostro precedente post: «Luci di speranza per la famiglia ferita. Persone separate e divorziati risposati nella comunità cristiana».
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Sorriso franco e battuta
pronta, don Armando Zappolini è un parroco toscano che, dall'inizio di
quest'anno, è anche presidente del Coordinamento nazionale delle
Comunità di accoglienza (Cnca). In questa intervista ci racconta, senza
peli sulla lingua, l'Italia della politica e della Chiesa, viste con
gli occhi degli ultimi.
Il grido di un prete di strada
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Intervista a mons. Domenico Mogavero «L'egoismo dei Paesi più ricchi sta sfigurando il volto di Dio»
Secondo i dati diffusi
dall'osservatorio sulle vittime dell'emigrazione Fortress Europe dal
1994 almeno 5.962 persone hanno perso la vita nel Canale di
Sicilia,1674 dall’inizio di quest’anno. Lungo le frontiere europee
le vittime dal 1988 sono almeno 17.738, quasi il bilancio di una guerra.
Mons. Domenico Mogavero, come vive questa terribile tragedia dell’uomo lei che è vescovo di Mazara del Vallo?
Mi augurerei che queste cifre
fossero vicine al vero, perché in maniera istintiva e senza
alcuna controprova sono portato a credere che ci approssimiamo per
difetto alla cifra effettiva. In ogni caso posso dire per
esperienza personale che si prova una forte fitta al cuore quando si va
in queste acque. Vi sono stato per celebrare la messa su una
motovedetta della capitaneria di porto, anche per coloro che sono
morti in mare, insieme ai pescatori mazaresi. È una sensazione
drammatica perché ti rendi conto che un mare come quello, un mare
naturalmente fatto per unire, diventa un mare infido e inospitale
intervista a mons. Domenico Mogavero «L'egoismo dei Paesi più ricchi sta sfigurando il volto di Dio» (pdf)
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Il prossimo 26 novembre
toccherà quota ottantotto ma per monsignor Luigi Bettazzi,
vescovo emerito di Ivrea e attuale presidente del centro studi
economico-sociali di Pax Christi Italia, gli anni non hanno
rappresentato mai un problema. Nella sua anima e nel suo cuore,
infatti, abitano da sempre gli stessi sentimenti di pace, amore e
carità. Oltre ovviamente a un carattere forte e combattivo,
indispensabile per chi ha scelto di spendere la propria vita per gli
ultimi. Lui, non ha avuto mai paura di "sporcarsi le mani": tra
gli operai in sciopero o in un corteo di studenti,
nell'occupazione simbolica di un'autostrada o tra le favelas
brasiliane, tra gli omosessuali o le vittime della guerra.
Monsignor Bettazzi è rimasto uno dei pochi vescovi che hanno vissuto
in prima persona l'esperienza del Concilio Vaticano II. Oltre a
essere quindi un testimone prezioso di quell'evento straordinario,
resta una figura significativa della chiesa universale.
l'intervista a Mons. Luigi Bettazzi: “Lei è noto in tutto il mondo” (pdf)
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L’invito evangelico a non condannare non giustifica l’indifferenza rispetto alla “cosa pubblica” in cui spesso ci rifugiamo.
Quando
si parla di opinione pubblica nella chiesa, i modi di intenderla
possono essere i più controversi. Se rimaniamo al senso immediato, si
pensa a forme di consenso passivo rispetto alle indicazioni e posizioni
espresse dall’alto: qualcosa di già fatto che dà l’immagine di una
chiesa monolitica e bloccata. Oppure, per contrasto, si pensa ad una
opinione pubblica che manca, in quanto non c’è alcun riconoscimento
alla libertà di discernimento critico da parte di soggetti che non
siano quelli dell’apparato; o in quanto fa difetto un coordinamento
unitario tra le tante voci che si fanno sentire.
POLITICA
Minori
detrazioni per spese mediche e farmaci, ma anche per l’infermiere a
domicilio, la badante o l’acquisto di protesi e ausili. Tagli che
“pesano” soprattutto sulle tasche di anziani non autosufficienti e
persone con disabilità. La legge di stabilità finanziaria,
entrata in vigore a metà luglio, prevede una riduzione del 5% delle
agevolazioni fiscali nel 2013 e del 20% nel 2014. «Ancora una volta
sono le persone fragili a pagare il prezzo più caro della manovra»
Non
immaginavamo di certo che un improvviso (e un po’ improvvisato)
dibattito parlamentare d’agosto potesse segnare una svolta nella
gestione politica della strana e feroce crisi, che sta divorando tesori
e tesoretti finanziari d’Italia e rischia di rendere ancora più
schiacciante il peso del nostro immane debito pubblico sul presente dei
cittadini semplici e sul futuro comune. Ma avevamo osato sperare che
quel dibattito rivelasse, pur nell’ovvio dissenso tra maggioranza e
opposizioni, almeno un minimo comun sentire e una disponibilità a
convergere sulle grandi e condivisibili priorità che, all’immediata
vigilia dell’appuntamento a Montecitorio, erano state richiamate anche
dal Quirinale e da Bankitalia.
I parlamentari devono mettersi
subito all'opera: il bene delle famiglie e del Paese richiedono misure
immediate. I consigli per i piccoli risparmiatori.
Il
presidente del Consiglio ha ricordato al Parlamento che lui è un uomo
d’affari. Ma poi ha dimostrato di aver dimenticato ciò che un business
di successo richiede: la conoscenza dei ricavi dell’azienda, il
controllo dei suoi costi, e una gestione che abbia un piano strategico
credibile. Nel suo attuale ramo d’impresa, e cioè il governo
dell’Italia, egli non ha messo in opera nessuna di queste tre cose.
Ecco perché l’Italia oggi è nell’occhio del ciclone.
Non
siamo ancora in guerra, ma quasi. La Banca centrale europea e le
autorità di Bruxelles devono monitorare molto da vicino la situazione
in Italia, e preparare i piani di emergenza per intervenire a
soccorrerla da una crisi di credito». Il professore della Columbia
University Robert Mundell ci parla dalla sua casa in Toscana, ma questo
non è il motivo principale per cui segue da vicino la tempesta europea.
Nel 1999, quando l’euro nasceva, vinse il premio Nobel proprio per i
suoi studi sulle monete che introducevano la nuova divisa unica.
Il giorno dopo il discorso in Parlamento, record di spread e ko della Borsa. Peggio di così non poteva andare
La
commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato la legge
anti-burqa e anti-niqab. Intervista a Hamza Roberto Piccardo,
dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia: "Legge islamofobica,
inutile e lesiva delle libertà"
Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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