"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°45 del 2011

Aggiornamento della settimana

- dal 4 all'11 novembre 2011 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 18 novembre 2011          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
           di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)

*La Lectio di fr. Egidio Palumbo è temporaneamente sospesa per motivi di famiglia

Il 2 febbraio 2010

 é nato il Blog di Tempo Perso

PIETRE VIVE

che viene aggiornato quotidianamente
 e mette così a disposizione in modo facile e veloce
 una o più notizie

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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale


"QUELLI DELLA VIA"





 




NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 









I NOSTRI TEMPI



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Emergenza alluvione a Genova: Imprevedibile dopo quanto era appena successo alle Cinque Terre?
Non imprevedibile... ma inaccettabile!!!



Basta! Saremmo tentati di fermarci qui nel commentare l’ennesimo, terribile, disastro idrogeologico. Non abbiamo ancora finito di piangere i morti della Cinque Terre e della Lunigiana che già dobbiamo piangere quelli di Genova, attraversata da impetuosi fiumi di acqua e fango. E neanche due settimane fa era toccato a Roma. E prima ancora in Campania. Un elenco amaro e luttuoso che temiamo non si fermerà qui. Proprio per questo ci permettiamo di gridare: «Basta!».

   45 anni dopo

Non possiamo accettare come una fatalità che nel 2011, in una delle più illustri città italiane, si possa ancora morire per un acquazzone troppo forte. Il sindaco Vincenzi è sconvolta dal dolore, ma ci lascia esterrefatti quando afferma che la tragedia era imprevedibile. Imprevedibile dopo quanto era appena successo alle Cinque Terre? Tutti sapevano che su Genova stava per abbattersi una tempesta. Magari non delle dimensioni tropicali che ha poi assunto nella realtà. Ma se ne parlava e scriveva da giorni.

   La tragedia non era imprevedibile

Adriano Sansa, per lavoro, fa il presidente del Tribunale dei minori: il primo pensiero, in auto in mezzo all'acqua, l'ha avuto per i bambini, per i suoi nipoti all'uscita da scuola, in una delle strade a rischio, ma anche tutti per gli altri, quelli di cui si occupa ogni giorno, più di tutti i due che sono morti, ammesso che il conto si fermi a loro. Come ogni cittadino, in quel contesto di naturale ansia, si chiede di chi la colpa. Ma per quella domanda, che per molti è generica, ha da ex primo cittadino e da magistrato qualche risposta pronta, non soltanto emotiva. 

   Sansa: siamo tutti responsabili

Il prete di strada: “La pioggia è stata eccezionale, ma le colline sono state deturpate per 50 anni”

   Alluvione a Genova, Don Gallo: “Fa male l’indifferenza. La città deve unirsi”

A vedere le immagini dell’ennesima tragedia in Liguria, tra il Vara e il Magra, dove una valanga di fango ha sventrato case, strade e ha spezzato la vita a dieci persone (ma ci sono ancora tre dispersi), sono assalito da una sconsolante tristezza e da un immenso sconforto. 
Tristezza per la desolazione e il dolore di una Lunigiana che per natura è vulnerabile, ma che è stata completamente resa indifesa dall'uso irresponsabile del territorio che, soprattutto in quest’ultimo secolo, ne ha alterato completamente gli equilibri idrogeologici ed ecologici. 
Sconforto per la mancanza di democrazia che ormai impera in questo Paese. Si, mancanza o degenerazione della democrazia perché se non è garantita l’adeguata informazione viene a mancare anche la possibilità di esprimersi liberamente, di partecipare e si è in balia di interessi e lobbies che nulla hanno a che fare con il bene pubblico. Da decenni, infatti, l’informazione su queste tematiche di vitale importanza è totalmente fuorviante e falsa; le tragedie come il Vajont (1963), l’alluvione dell’Arno (1966), le alluvioni devastanti del Po (1951, 1994, 2000), del Tevere (2008), dell’Adda e della Valtellina (1987, 2002), le frane e le alluvioni in provincia di Messina (2009) e gli altri innumerevoli episodi analoghi non hanno insegnato nulla: la colpa è sempre attribuita alla natura, alla straordinarietà degli eventi da non poter essere prevenuti o dai cambiamenti climatici globali.

   I disastri annunciati di Liguria e Toscana: disinformazione continua

“Siamo addolorati e sconcertati per la terribile perdita di vite umane di oggi a Genova e il nostro primo pensiero va ai parenti delle vittime e a tutti gli abitanti della città. Ma rimaniamo anche sconfortati per l’inadeguatezza mostrata nella gestione di questa alluvione annunciata”. 

   il comunicato di LEGAMBIENTE

   video: Crozza rinuncia alla puntata della sua trasmissione Italialand

Immagini da Genova alluvione del 4 novembre 2011

   il torrente Fereggiano esonda, un uomo rimane intrappolato dentro l'auto mentre la corrente porta altre auto contro la sua.

   altre immagini...

Immagini delle Cinque Terre alluvione del 25 Ottobre
   ripresa amatoriale di turisti americani con videofonino


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Grazie agli angeli del fango

Angeli del fango. Le prime pagine dei giornali da un paio di giorni riportano grandi foto di ragazzi intenti a spalare il fango per le strade martoriate di Genova. 
E immediatamente il titolo che usano un po' tutti per descrivere quanto sta accadendo è quello, lo stesso: "Angeli del fango". Il riferimento è a quei giovani che prima a Firenze, nel 1966, poi a Genova, nel 1971, dopo due disastrose alluvioni, si mossero silenziosamente e spontaneamente per cercare di portare il loro aiuto e furono appunto chiamati angeli del fango. Un fatto che sta riaccadendo oggi a Genova.

   Parlano gli angeli del fango.

... Faccia sporca e vestiti che puzzano. A fine giornata non capisci più quali sono gli ultras e quali i ragazzi della Gmg. Uniti dalla melma. Quella spalata via chissà come in ventiquattr’ore, e quella che li ha trasformati in un reggimento monocolore. Se li chiamano "angeli del fango" c’è un perché...

   Dopo l'alluvione, ragazzi in prima linea

... Sono arrivati a spalare, in migliaia, usando Twitter o Facebook per organizzarsi meglio in squadre. Con i loro stivali colorati, con il sorriso, con la fatica fisica che in molti hanno provato per la prima volta, vanno avanti a lavorare "finché non fa buio", spiegano. Sembrano, anzi sono, razionali e ragionevoli. Soprattutto responsabili. Hanno sofferto con Domenico, 15 anni, che nel fango ha perso la mamma, erano anche lì ieri, nel quartiere straziato dal Ferreggiano, vicino alla chiesa, a assistere a un dolore che li avrà fatti sentire, come tutti noi, impotenti. Li avrà costretti a crescere. In fretta. Come in fretta cercano di lavorare, di spalare, di pulire. La città li coccola e li porta nel cuore, anche adesso come quarant'anni fa, potranno salire sui bus gratuitamente. Purché dimostrino il loro status di angeli. Del fango.

   Quei ragazzi che spalano quarant'anni dopo di noi

Monsignor Poggi, direttore della Caritas di Genova, racconta la grande generosità dei volontari che stanno prestando il loro prezioso servizio a Genova

   Mons. Poggi: Genova e gli angeli del fango (audio)

   video


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Centinaia di volontari al lavoro nel luogo della tragedia

   Genova, in giorno lutto angeli del fango non si fermano (video)

In via Granello "gli angeli" vengono dal Senegal. Aiutano gli altri volontari a spalare fango e rimettere ordine nei negozi allagati. Sono studenti universitari, ambulanti, operai. "La solidarietà non ha limiti di razza", ha detto un anziano che guardava con gratitudine il lavoro dei giovani

   Senegalesi angeli del fango (video)

Parla don Guido Gallese, responsabile della pastorale giovanile della diocesi: la solidarietà ha prevalso. Peccato che finita l'emergenza spesso viene dimenticata...

    Giulia Grondona:  Genova, la meglio gioventù


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Il ricordo delle inondazioni passate, in particolare quella del 2000 in cui si sfiorò l’incidente atomico, si fa ancora sentire. In provincia di Vercelli sono stipate il 50 per cento delle scorie italiane

    Andrea Giambartolomei:  Alluvione, ore di paura ai depositi nucleari piemontesi, ma il pericolo è scampato

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I sopravvissuti all'ondata di fango che nel 2009 si abbatté sul paese in provincia di Messina non hanno visto un euro e l'abitato è ancora distrutto e deserto. Nel 2010 il premier diceva: "i cittadini possono rientrare nelle case messe in sicurezza"

    IL FATTO QUOTIDIANO:  Dopo due anni gli alluvionati di Giampilieri aspettano ancora i soldi da Berlusconi

In alcuni quartieri sono stati raggiunti nelle strade anche i 20-30 cm d'acqua e la protezione civile ha fatto sapere che a Santa Teresa, nella zona ionica del messinese, l'esondazione del torrente Savoca ha abbattuto un muro d'argine di 50 metri.

    IL SOLE 24ORE:  Messina finisce sott'acqua. Strade interrotte e torrenti esondati. Il sindaco chiude le scuole

In quella zona i cittadini stanno ancora aspettando i fondi promessi da B. e mai arrivati per l'alluvione del 2009. Letojanni e Calatabiano sono completamente bloccati da fango e acqua dei torrenti esondati.

    Poche ore di pioggia e la provincia di Messina finisce sott'acqua (video)

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Catastrofi e protezione civile: il caso di Genova. Non tutto è sempre prevedibile, ma le norme della scienza deputata a proteggere non vengono di fatto applicate dall'amministrazione pubblica, centrale e locale

    Bruno Giorgini:  Genova: la protezione civile è una scienza

La Commissaria Ue: bisogna agire subito

    Marco Zatterin:  Hedegaard :"Disastri annunciati L’Italia non ha ancora un piano di interventi"

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Facciamo bene a pensare a Genova, alla Lunigiana, alle Cinqueterre, a Pompei, a Messina...
Ma negli stessi giorni in cui il maltempo flagellava alcune aree del nostro Paese, in Thailandia si verificava una vera e propria catastrofe. Più di tre milioni di famiglie sfollate, 62 province colpite, oltre 60 milioni di tonnellate di riso perduto. Distruzione, morte, tanta sofferenza e anche tanta solidarietà...

    Tonio Dell'Olio:  Piove sulla Thailandia?

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Le loro prigioni: inchiesta sui Cie, le "discariche" dell'immigrazione - POPOLI, Novembre 2011


Diciotto mesi, tempi triplicati. Dal 3 agosto la nuova legge che regola il trattenimento nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) può costringere una persona che non ha commesso reati a rimanere dietro le sbarre per un anno e mezzo. 
La detenzione amministrativa prevista nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano era al massimo di un mese, diventati due con la Bossi-Fini (2002), saliti a sei nel 2009 con il cosiddetto pacchetto sicurezza e ora di nuovo triplicati, senza un adeguamento delle strutture, ma solo un crescente impiego di forze dell’ordine.
Nei centri vengono rinchiusi gli stranieri destinati a essere espulsi dall’Italia, ma per i quali il provvedimento non può essere eseguito subito. Se non si conosce l’identità o la nazionalità dello straniero, se mancano i documenti di viaggio (come il «lasciapassare» da parte del Paese di origine che riapre le porte al suo cittadino) o se non c’è un aereo disponibile, si deve aspettare. Allora nei Cie convivono persone con alle spalle le situazioni più diverse: accanto a un ragazzo appena arrivato, nascosto in un Tir sbarcato ad Ancona, puoi trovare qualcuno che ha scontato una lunga pena in carcere e che dal momento della scarcerazione aspetta di essere espulso. Stanno nella stessa piccola stanza il richiedente asilo che attende l’esame della commissione e il lavoratore in regola che ha perso il posto e non l’ha ritrovato in sei mesi (per cui diventa irregolare). Incensurati ed ex carcerati, chi sta nel Belpaese da anni e chi è appena arrivato e non sa una parola di italiano.

   Le loro prigioni: inchiesta sui Cie, le "discariche" dell'immigrazione

   Il blog di Gabriele Del Grande Fortress Europe


   Guarda il nostro precedente post:
La rivolta dei diritti - PRESIDIO di fronte al SENATO MARTEDÌ 2 AGOSTO dalle ore 17.30 mentre sarà in discussione il Decreto Maroni sui rimpatri.



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 È il più colpito dalla crisi, ogni mese porta a casa 300 euro in meno di un italiano, ha una qualifica professionale medio-bassa e una famiglia in forti difficoltà economiche. È questo l'identikit del lavoratore immigrato in Italia. A tracciarlo è il primo Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione curato dalla Fondazione Leone Moressa 1 e pubblicato dal Mulino. Lo studio classifica le regioni più favorevoli all'occupazione straniera. Il risultato? In testa c'è la Lombardia, in fondo la Calabria.

    Vladimiro Polchi:  Immigrati, chi la crisi la tocca molto da vicino. L'identikit del lavoratore straniero in Italia


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Roma - prima manifestazione unitaria delle associazioni sinte e rom italiane



A Roma in piazza Montecitorio la prima manifestazione unitaria delle associazioni sinte e rom italiane.

   Rom e Sinti, TUTTI UNITI il 9 novembre a Roma

«Cohl Chetane», «tutte unite», le comunità rom faranno sentire la loro voce domani a Roma, davanti a Montecitorio in una manifestazione nazionale unitaria a partire dalle 9, «per ottenere riconoscimento dello status di Minoranze. La predisposizione della Strategia nazionale. Per ottenere i Diritti negati da sempre». Perché il termine «zingaro» è divenuto un marchio d’infamia, così come la condanna al nomadismo, all’origine dettato da mestieri itineranti. 

   I rom riuniti a Roma:ora basta pregiudizi

Il deputato del Carroccio, ex responsabile della campagna elettorale di Cota: "La pioggia è riuscita a fare quel che non era riuscito a Fassino, sgomberare i campi rom". L'opposizione insorge: "Superato ogni livello di decenza"

   La pioggia obbliga a sgomberare i rom. E il leghista Cavallotto gioisce

Un volume di 64 pagine curato da associazioni di cronisti e Comunità di Sant’Egidio per spiegare quali termini usare nelle notizie. Sui rom la stampa italiala continua a ignorare "la verità sostanziale dei fatti"

   Rom e razzismo: arriva il vademecum per i giornalisti

Vedi anche i nostri post precedenti:

   Sabato scorso Benedetto XVI ha invitato 2.000 zingari in Vaticano - Evento storico, gioioso, commovente e sereno -
   Giornata Internazionale della nazione Rom “Romano Dives” - “NewsRom, informare senza pregiudizi”




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    FNSI:  Ho visto anche degli zingari felici. Vademecum ASR (video)

Da alcuni anni abbiamo in casa un partito fortemente ostile al nostro paese, e il cui scopo è la secessione dall’Italia: la Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Sta in una contea inesistente dai confini inesistenti, immaginaria come la Cacania di L’uomo senza qualità di Robert Musil, che è il regno della fantasia... IL CAMPO ROM lungo la Stura è in pericolo, gli abitanti se ne devono andare per forza. L’onorevole Cavallotto esulta: finalmente, dice, la pioggia è riuscita laddove non è riuscito il sindaco Fassino. Evviva le alluvioni, dunque, se servono a cacciare i rom. Forse l’immunità parlamentare ha dato talmente alla testa ai nostri deputati che si credono immuni perfino dai disastri naturali.

    Antonio Tabucchi:  Viva l’alluvione, se caccia i rom (pdf)

“Chiediamo di essere riconosciuti come popolazione, chiediamo il dono della memoria, perché anche noi siamo caduti in tempo di guerra e l’Italia – dicono – è rimasta l’unica nazione a non riconoscerci”.

    Rom e Sinti: "Lega razzista, anche noi siamo italiani" (video)


Pezzi di cartone e di lamiera fanno da muro portante delle abitazioni, in questo villaggio che "grazie alla pioggia", secondo l'onorevole leghista Cavallotto, ha riscoperto per ventiquattr'ore la legalità. Ma ora tutti sono rientrati: "Se torniamo in Romania, non ci resta più nulla"

    Paolo Griseri:  Nel campo Rom sullo Stura "Abbiamo solo queste case




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‎4 novembre: Festa delle Forze Armate...



Il 4 novembre 1918 per l'Italia finì la Prima guerra mondiale, quell’immensa carneficina che nella storiografia e nella memoria di ogni persona cosciente resta fissata nella lapidaria definizione che ne diede Benedetto XV: una «inutile strage».
Ma per i poteri dominanti in Italia il 4 novembre divenne la festa della vittoria guerriera, della patria in armi, delle forze armate, e come tale è stata lungamente utilizzata a fini di consenso e di propaganda, facendo ancora uso delle innocenti vittime per provocare nuove vittime innocenti. Ripugnante uso.
Come sempre hanno saputo coloro che in guerra vengono mandati a morire per gli altrui vergognosi interessi, la guerra è un crimine contro l'umanità, e il 4 novembre è quindi non un giorno di festa ma di lutto, lutto per tutti gli assassinati dalla Grande guerra, per tutti gli assassinati da tutte le guerre.

   4 novembre Ricordare le vittime, non la “vittoria”

Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell’«inutile strage» della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui, nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre, gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.

   Ogni vittima ha il volto di Abele

In occasione delle celebrazioni del 4 novembre – “Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate” – si evitino inutili sprechi di denaro, sponsorizzazioni inopportune e, soprattutto, l’esibizione e l’accesso ai minori alle armi da guerra”. Lo chiede la Rete Italiana per il Disarmo ricordando che oggi – anniversario della fine di quella guerra che in quei giorni papa Benedetto XV definì chiaramente come “orrenda carneficina” e “inutile strage” – in una situazione di forte precarietà per moltissime famiglie italiane e di effettiva povertà per oltr e 8 milioni di cittadini ogni sfarzo e spreco dello Stato è uno schiaffo alla dignità delle persone soprattutto dei più giovani.

   Per la festa del 4 Novembre si evitino sprechi di denaro ed esibizione di armi da guerra, veri strumenti di morte

Flavio Lotti: Domani è la Festa delle Forze Armate. Ma, coi tempi che corrono, non c’è nulla da festeggiare. E’ venuto il tempo di ripensare un’istituzione pubblica alla deriva che ci costa ventisette miliardi di euro all’anno, che spende male e spreca moltissimo. Un dovere improrogabile!

   Forze Armate: Non c’è nulla da festeggiare!

Giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale”. Continua ad essere chiamato così il 4 novembre, cent’anni dopo la fine del primo terribile conflitto mondiale del secolo breve. Celebrata dai cappellani militari nelle piazze di tutta Italia, caserme e unità navali aperte alla visita di civili, giovani e studenti, donne e uomini armati nel nome della difesa del suolo patrio, dell’onore, di libertà sempre più effimere e intangibili. Eppure mai come quest’anno ci sarebbe tanto bisogno di riflettere sui soffocanti e deleteri processi di militarizzazione della società, dell’economia, della vita di milioni di italiani. Siamo in guerra, una guerra fatta di morti invisibili, in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Libia, Somalia, Africa centrale, Filippine, Kurdistan, Yemen e chissà ancora in quanti posti ancora...

   4 novembre, la “patria” festeggia la guerra dei professionisti: nel 2011 hanno speso 22 miliardi rubati alla società civile che cerca la pace

Una sola delle 19 Maserati Quattroporte comprate dal ministero della Difesa costa nella versione base 22.361 euro più dell'intero stanziamento 2011 dato all'Accademia della Crusca, che dal 1583 difende la nostra lingua. Una volta blindate, quattro auto così valgono quanto la dotazione annuale della «Dante Alighieri» che tenta di arginare il declino della nostra immagine nel mondo tenendo in vita 423 comitati sparsi per il pianeta e frequentati da 220mila studenti che seguono ogni giorno 3.300 corsi di italiano.

   Le Maserati dei generali


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“Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia”




Si è svolto il 19 ottobre, in Campidoglio, l’evento di presentazione del libro “Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia”, redatto a cura del Centro Astalli ed edito da Avagliano. Il volume raccoglie le testimonianze di dieci rifugiati provenienti dal Corno d’Africa, ciascuna introdotta dal contributo di un esponente del mondo della cultura e del giornalismo italiano (Gad Lerner,Andrea Camilleri, Enzo Bianchi, Erri De Luca, Antonia Arslan, Giovanni Maria Bellu, Giulio Albanese, Amara Lakhous, Melania Mazzucco, Ascanio Celestini). 
Tra i relatori, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno e il vice-sindaco Sveva Belviso, S.E. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, il direttore di Radio Vaticana padre Federico Lombardi e la scrittrice Melania Mazzucco. 

   “Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia”

   video

Il video di presentazione del volume "Terre senza promesse", a cura del Centro Astalli, edito da Avagliano. L'incontro di Andrea Camilleri con uno dei protagonisti delle storie raccolte nel libro.

   video



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MeYouMe - Cosenza 27-31 ottobre - Duecento giovani di 22 Paesi diversi per unire il Mediterraneo



Oltre duecento ragazze e ragazzi provenienti da 22 paesi diversi, hanno lavorato per unire il Mediterraneo
Vogliono cambiare il mondo. E lo vogliono fare reticolando il Mediterraneo, tessendo tra le sponde del mare di mezzo una fittissima e colorata tela disegnata coi pastelli del dialogo, dell’intercultura, della tolleranza e del reciproco rispetto. Tutti uniti, tutti diversi, tutti giovani, desiderano agire per favorire il protagonismo delle nuove generazioni nella definizione dello sviluppo e dell’inclusione sociale. Tutti insieme mirano alla costruzione di progetti comuni fra le organizzazioni giovanili di Paesi diversi e diversificati.

   MANY, UNA RETE CON L’UOMO AL CENTRO


Mediterraneo, un mare di giovani
Al meeting "MeYouMe" a Cosenza si sono riuniti oltre 200 ragazzi da 22 Paesi per progettare nuove forme di partecipazione attiva e creare una rete di associazioni del terzo settore.

   Una rete per il dialogo interculturale
   May Eddib: "Sono nata per la seconda volta"
   Zied: "Io, musulmano, tra modernità e tradizione"

Per saperne di più:
   Cosa è MeYouMe

   video


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Internet governance forum - Trento 10/11/12 novembre


Dopo l'ultima edizione mondiale dell'Internet governance forum (Igf), tenutosi dal 27 al 30 settembre 2011 all'United nations office di Nairobi, in Kenya, aprirà giovedì a Trento la quarta edizione nazionale dell'Igf, dopo aver toccato negli anni scorsi le città di Cagliari, Pisa e Roma. Questa volta il programma dell'evento (dal 10 al 12 novembre,http://www.igfitalia2011.it/) affronterà varie sfaccettature del prisma rappresentato dal web italiano, con le sue problematiche e le sue prospettive; le quattro macroaree tematiche saranno dedicate a "Tecnologia e ricerca", "Società e cultura", "Diritti e doveri" ed "Economia e condivisione", con molteplici occasioni di approfondimento previste per ogni area trattata.

   A Trento riparte l’Internet governance forum: problemi e potenzialità del web in Italia

   Programma

   video



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Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo




Il 10 novembre 2011 si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale UNESCO della scienza per la pace e lo sviluppo.

   Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo

“Per un futuro sostenibile dobbiamo costruire una ‘società verde’ inclusiva ed equa”. Lo afferma Irina Bokova, Direttrice generale dell’Unesco nel suo messaggio di presentazione dell’odierna ‘Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo’. “Le catastrofi naturali ci ricordano la vulnerabilità delle nostre comunità. Il cambiamento climatico sta avendo un impatto sulle nostre società” – ricorda Irina Bokova. “La ‘green society’ deve essere perciò una società della conoscenza, che indirizza la scienza a identificare le sfide emergenti e a rispondervi in modo innovativo. Per questo, la scienza deve essere mobilitata e deve essere inclusiva” – sottolinea la Direttrice generale dell’Unesco. “Dobbiamo attingere a tutte le voci e a tutte le fonti di esperienza, incluse le conoscenze locali e indigene”.

   Scienza per la pace e lo sviluppo: la via maestra del disarmo



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La nuova azione contro i mercati della speculazione, i diktat dell'Ue e le ricette finanziarie della Bce

    Claudia Landolfi:  "Make democracy", l'appello mondiale delle proteste dell'11-11-11

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AFRICA



NIGERIA

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Attentati in Nigeria - "la violenza non risolve i problemi, ma li accresce, seminando odio e divisione anche fra i credenti"


Distruzione e morti ammonticchiati negli obitori: è la scena che si presenta nelle città del nordest della Nigeria, teatro venerdì di una serie di sanguinosi attentati rivendicati da un gruppo islamico che, secondo l'ultimo bilancio, hanno causato almeno 65 morti. Alcune fonti parlano invece di oltre 80 morti.
Gli attacchi coordinati hanno preso di mira le sedi della polizia e le chiese nelle città di Damataru e Potiskum, dove si registrano la gran parte delle vittime. Secondo i residenti, sei chiese sono state attaccate (una è rimasta completamente distrutta dalle fiamme), così come una moschea.

   Attentati islamici in Nigeria, decine di vittime nel nordest

La setta islamista Boko Haram ha ucciso più di cento persone, tra cui molti cristiani. E all'orizzonte, l'alleanza strategica con Al Qaeda.
Sono almeno 100 le vittime (con centinaia di feriti) della serie di attentati che, nella Nigeria nord-orientale, sono stati lanciati contro le chiese cristiane e numerosi posti di polizia. Particolarmente toccata la città di Damaturu. Gli attacchi sono stati rivendicati da Boko Haram (alla lettera: l’educazione occidentale è peccato), un gruppo fondamentalista islamico che sta a metà strada tra la setta e la milizia armata e che ha la sua base nella vicina città di Maiduguri.

   Nigeria: strage nel segno di Al Qaeda

E' un atto di guerra, non ci sono altre parole, capace di sconvolgere anche un Paese che da anni è abituato a violenze settarie e religiose e alla lotta armata di formazioni ben organizzate. Ma la serie di attentati consumatisi tra venerdì e sabato, e che finora ha fatto 136 morti (il bilancio è provvisorio, ndr), non ha precedenti per l'entità delle azioni ma soprattutto per la qualità organizzativa di cui hanno dato prova i carnefici, la cui identità non è un mistero: Boko Haram. E l'incubo non è finito, perché il gruppo ha annunciato nuovi attentati mentre dall'intelligence Usa arrivano allarmi su possibili azioni terroristiche contro strutture alberghiere della capitale federale Abuja.

   Nigeria, atto di guerra

Gli attentati perpetrati in questi giorni dal movimento “Boko Haram” sono sintomatici del malessere che attanaglia la Nigeria. Il fenomeno è a dir poco inquietante se si considera che stiamo parlando di un Paese che galleggia sul petrolio, con 155 milioni di abitanti che appartengono a 250 gruppi etnici, ma in cui il governo centrale è sempre più alle prese con scottanti questioni sociali.

   Attentati in Nigeria, un fenomeno aberrante di Giulio Albanese

   video

Appello del Papa per la Nigeria all'Angelus 
L'odio e la divisioni seminati non risolvono il problema, ha detto Benedetto XVI domenica, auspicando che si ponga "fine ad ogni violenza". Il Papa ha fatto riferimento a quanto avvenuto nei giorni passati in Nigeria, dove una setta islamica ha provocato decine di morti in attacchi contro chiese cristiane e posti di polizia. "Seguo con apprensione i tragici episodi che si sono verificati nei giorni scorsi in Nigeria e, mentre prego per le vittime, invito a porre fine ad ogni violenza, che non risolve i problemi, ma li accresce, seminando odio e divisione anche fra i credenti"


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È di nuovo la presidente della Liberia. Ma il secondo turno è stato boicottato dal suo rivale, che ha denunciato brogli, e la partecipazione al voto è crollata. La neoeletta punta ad un governo di unità nazionale.

    NIGRIZIA:  Johnson-Sirleaf, sola alla meta


Lo chiede un nuovo rapporto di Amnesty International sull’inquinamento nel delta del Niger (Nigeria). La compagnia petrolifera Sell deve impegnarsi a pagare un miliardo di dollari per bonificare la regione. Il 22 novembre iniziativa a Roma. 

    NIGRIZIA:  Tragedia Ogoniland: paghi la Shell



ALGERIA


Lo stabilisce una legge approvata ieri da una camera e che deve essere votata dal senato. La rappresentanza femminile nelle liste elettorali è rapportata dalla grandezza della prefettura dove si vota.

    NIGRIZIA:  Algeria, meno donne in parlamento


ZIMBABWE


Il Kimberley Process revoca il ban sull'export delle pietre preziose estratte nelle miniere di Marange, un bacino che vale tre miliardi di dollari che già fa gola ai generali di Mugabe

    Alberto Tundo:  Zimbabwe, via libera ai diamanti insanguinati


LIBIA


La vittoria dei "ribelli libici" è stata soprattutto la vittoria della Nato. E l'assassinio di Gheddafi è l'ennesimo atto di una politica cominciata nell'ex Jugoslavia. L'opinione del giurista e filosofo Danilo Zolo

    Francesca Borri:  Vedi alla voce: guerra



LOTTA ALLA MAFIA



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Chiesa e Mafia: il no di Wojtyla «ispirato» da Livatino - Testimonianza-rivelazione di don Luigi Ciotti, intervenuto al convegno annuale del settimanale "Nuovo Amico" per ritirare il "Premio giornalistico Valerio Volpini"



Chi non ricorda l’energico anatema con cui Giovanni Paolo II si rivolse ai mafiosi nella Valle dei Templi di Agrigento? «Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio». Quelle immagini, quella frase, fecero il giro del mondo. Furono in molti a chiedersi il motivo di quello scatto. Non era la prima volta che il Papa parlava in Sicilia, ma mai era arrivato a tanto. Una testimonianza-rivelazione viene oggi da don Luigi Ciotti, che dell’episodio parla nel suo ultimo libro, La speranza non è in vendita, che uscirà a breve per i tipi della Giunti. I contenuti sono stati anticipati pochi giorni fa a Urbino, in occasione del convegno annuale del settimanale "Nuovo Amico", dove il fondatore del "Gruppo Abele" è intervenuto per ritirare il "Premio giornalistico Valerio Volpini".
Quell’accorato monito -rivela don Ciotti - scaturì dalla visita che il Papa, poche ore prima, fece ai genitori di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1990 a soli 37 anni e per il quale, il 21 settembre scorso, si è aperto il processo di beatificazione a Canicattì, suo paese natale.
Un incontro intimo che, a distanza di 18 anni, don Luigi Ciotti ripercorre con grande commozione...

   Mafia, il no di Wojtyla «ispirato» da Livatino

Assegnato a don Luigi Ciotti “per la sua capacità di comunicare ai giovani il tema della legalità”. La consegna a Urbino durante il convegno de “Il nuovo amico”.

   PREMIO VALERIO VOLPINI

Guarda il video con l'anatema alla mafia (5,48-7)pronunciato da Giovanni Paolo II nella valle dei Templi ad Agrigento il 9 maggio 1993. 
Poche ore prima aveva incontrato i genitori di Rosario Livatino il magistrato ucciso dalla mafia nel 1990 a soli 37 anni e per il quale, il 21 settembre scorso, si è aperto il processo di beatificazione a Canicattì, suo paese natale.

   video

Guarda il video dell'incontro con i giovani di  Benedetto XVI a Palermo il 3 ottobre 2010 in cui ha voluto rinnovare il grido di Giovanni Paolo II della Valle dei Templi definendo la mafia «strada di morte, incompatibile con il Vangelo».

   video

Guarda anche i nostri precedenti post: 

   Nel 21° anniversario della morte la Beatificazione di Rosario Livatino 'Giudice santo' temuto dalla mafia

   Il nostro grazie a Giovanni Paolo II per... la condanna alla mafia


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FEDE E
SPIRITUALITA'



“NON ABBIATE PAURA” - HOREB N. 59 – 2/2011

TRACCE DI SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI

Credevamo che lo sviluppo scientifico, sociale, economico, un certo benessere diffuso ci avesse emancipati dalla paura, e invece si constata quotidianamente che essa, anche se facciamo fatica a dircelo, condiziona la vita. Rimane al fondo, come  realtà strisciante, dissimulata, ma, quanto meno ce l’aspettiamo, essa affiora e condiziona l’orientamento della vita e le scelte concrete. Essa è connessa all’intimo dell’uomo, ognuno porta in se stesso la paura radicale della contingenza e della morte. Sì, si ha paura di morire e quindi della malattia, della stessa vecchiaia e delle rughe. Si ha paura del futuro per la precarietà del lavoro e per il rischio di rimanere disoccupati. Si ha paura nel mondo degli affetti per la fragilità umana che accompagna le scelte. Si ha paura dell’altro perché potrebbe intaccare i nostri orizzonti, i nostri interessi, i nostri privilegi...

Questo l'incipit dell'Editoriale di Horeb, Quaderni di riflessione e formazione per quanti desiderano coltivare una spiritualità che assuma e valorizzi il quotidiano.

  Editoriale (Pdf)

  Sommario (Pdf)


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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011 - EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE

Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ - 2011
Dal 19 Ottobre al 30 Novembre presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
 EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE

   il calendario degli incontri (pdf)

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  La Bibbia in un frammento

" Le acque mi
hanno sommerso
fino alla gola,
l'abisso mi ha
avvolto,
l'alga si è avvinta 
al mio capo...
Ma tu fai risalire
dalla fossa
la mia vita,
Signore, mio Dio!"
 

(Giona 2,6-7)

  Gianfranco Ravasi: Con l'acqua alla gola


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‎...la richiesta delle vergini stolte "Dateci del vostro olio...". Rispondono le sagge: "No... andate piuttosto dai venditori e compratevene". Sembra una reazione carica di egoismo, intrisa di individualismo, e ci trasmette invece un robusto messaggio: nessuno può cedere ad altri le proprie motivazioni.
Tutti dobbiamo produrci nello sforzo necessario per acquisire una nostra consapevole spinta all'azione: ognuno deve comperarsi personalmente delle buone motivazioni. La battuta del Vangelo denuncia, così, l'atteggiamento di molti credenti che si appoggiano alle motivazioni altrui senza aver cercato autonomamente, senza aver verificato la propria fede senza aver scoperto e riscoperto perché credere.
Ma quando ci mancano motivazioni profonde basta qualsiasi ritardo, e il più piccolo ostacolo, per indurci ad abbandonare l'impegno.
Il Vangelo rimarca negativamente anche il comportamento di molte guide spirituali che, invece di ravvivare le coscienze e incitarle a recarsi dai venditori per acquistare motivazioni, si accontentano di raccomandare loro obbedienza, spingendole qualche volta ad una fede cieca. Ma Gesù non si è mai sostituito alla coscienza dell'uomo: anzi, ha lottato, e non poco, per liberarla. Chi sono i venditori? Persone sagge con cui confrontarsi e scaldarsi il cuore, libri cui attingere conoscenza e apertura d'idee, incontri su temi di fede o problemi sociali che rinnovano le motivazioni del nostro credere e operare. ... (commento al Vangelo a cura della Diocesi di Carpi - Pastorale familiare) 

    il commento integrale al Vangelo della domenica


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"LA DIMENSIONE POLITICA DELLA CARITA' - L'esempio di Giorgio La Pira" di Alberto Neglia (VIDEO)



LA DIMENSIONE POLITICA DELLA CARITA'

  L'esempio di Giorgio La Pira di ALBERTO NEGLIA

Frammenti di Spiritualità - n. 13

Estratto della relazione “La spiritualità cristiana: la via della carità” di Alberto Neglia tenuta il 26 ottobre 2011 nell'ambito dei MERCOLEDì DELLA SPIRITUALITÀ 2011 - “ EDUCARE TESTIMONIANDO LA FEDE” promossi dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)

Anticipazione in attesa del video integrale.

   Video


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La fame di guru crea un popolo di grulli - Lectio divina di P. Silvano Fausti


C’è un virus tipico di ogni discepolo e ogni religione, che non è mai estinto. Si tratta del virus degli scribi e dei farisei. Oggi potremmo dire che «gli scribi e i farisei» c’erano una volta, o che il loro comportamento riguarda solo i preti di oggi; può essere visto, insomma, in chiave anticlericale. Ma c’è qualcosa di più profondo: lo scriba e il fariseo che si annida in ognuno.
Tutto il capitolo 23 del vangelo secondo Matteo è un capitolo sull'ipocrisia, il “virus” tipico della persona religiosa, ma non solo. La legge dell’apparire è in contraddizione con ciò che uno sente. Vale dappertutto: nella sinagoga, in chiesa, nell'ufficio, nella politica. 
Ciò che Gesù denuncia degli scribi e dei farisei, noi possiamo facilmente applicarlo agli altri, anche ai preti eventualmente. Non dimentichiamo però che Giove ci ha dato due bisacce: i difetti che vediamo nella bisaccia sulle spalle di chi ci sta davanti, sono esattamente quelli che stanno sulle mie spalle e che non vedo. La descrizione degli scribi e dei farisei ci fa da specchio per vedere quel male radicale che si annida dentro di noi e che poi emerge ovviamente anche nei capi, o in quelli riconosciuti tali, perché tutti si rispecchiano in quelli.

   La fame di guru crea un popolo di grulli

   Ascolta l'audio originale


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‎"L’uomo e la fede" di Enzo Bianchi - Spoleto, 10 ottobre 2011 DIALOGHI IN CITTÀ



Al via il quarto ciclo dei “Dialoghi in Città”, evento culturale proposto dall'Archidiocesi di Spoleto-Norcia con l’obiettivo di offrire un contributo per l’edificazione della città dell’uomo. Lunedì 10 ottobre, presso l’auditorium della Scuola di Polizia di Spoleto, Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose (Piemonte), è intervenuto sul tema “L’uomo e la fede”. Dopo il saluto dell’Arcivescovo Renato Boccardo, promotore di questi momenti di riflessione, Bianchi ha “confidato” il suo legame con la città di Spoleto. Un legame segnato dall'amicizia con l’Arcivescovo Boccardo: entrambi sono piemontesi e si conoscono da quando il Presule era giovane seminarista. Un legame, però, che passa attraverso una delle più importanti opere d’arte della città: la croce di Alberto Sotio conservata nella Cattedrale.

   il testo integrale dell'intervento di Enzo Bianchi:  "L’uomo e la fede" (pdf)



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‎"La Chiesa oggi e la tentazione di voler vincere" di ENZO BIANCHI


In una recente intervista, il card. Carlo Maria Martini, interrogato sulla situazione della chiesa oggi e sulle sue tentazioni più manifeste, ha espresso poche ma significative parole: “Una chiesa che vuole vincere”. Per un cristiano della mia generazione, questa tentazione non è nuova: si può anche dire che siamo cresciuti con quell'anelito nel cuore che ci faceva desiderare una chiesa vincitrice e per questo forte, grande, imponente...
Poi venne un’ora, inaugurata da papa Giovanni ma da tempo in maturazione in molti spazi della vita ecclesiale: il fuoco del vangelo resta infatti sempre vivo nella comunità dei credenti, anche se coperto di cenere. Alcuni profeti e molti cristiani anonimi e santi seppero scoprire la brace, gettare qualche pezzo di legno e... il fuoco riprese ad ardere. La chiesa si rendeva conto della sua povertà e delle sue mancanze, voleva rinnovarsi con un “aggiornamento” che fosse obbediente alla grande tradizione e ai segni dei tempi, scrutati ascoltando l’umanità, la storia con le sue opacità e i suoi faticosi cammini di umanizzazione...

  Caro Diogneto - 35


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Vito Mancuso discute con Corrado Augias a "Le Storie" del 2/11/2011



Dove ci porta la nostra esistenza?
E quali sono i momenti veramente importanti?
Il teologo Vito Mancuso discute con Corrado Augias del nostro rapporto con Dio e della religione come significato della vita.

  il video Rai TV - "Le Storie" del 2/11/2011 


  Guarda anche il nostro post precedente:
"Io e Dio. Una guida dei perplessi" di Vito Mancuso



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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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‎"L’ipocrisia di proclamarsi politici cattolici" di mons. Luigi Bettazzi




Domenica 25 settembre mi sono trovato a partecipare, in una grande città italiana, ad un convegno di studio sul tema della laicità. Nel gruppo di studio su “laicità e Chiesa” era emerso lo sconcerto di molti cattolici per il silenzio dell’episcopato italiano sul degrado della politica e sul comportamento deplorevole di politici che amano professarsi cristiani. Tanto che, rientrando in sede la mattina seguente, mi era venuto di buttar giù, in treno, una lettera aperta al presidente del Consiglio Berlusconi, sollecitato in particolare dal fatto di essere un vescovo emerito, più libero quindi dai condizionamenti dei confratelli ancora in servizio, esposti ad essere contestati dalla parte dei loro fedeli particolarmente legati al premier; ed in più quasi autorizzato dal fatto che nella mia storia di vescovo ha inciso l’uso delle lettere aperte, soprattutto lo scambio di lettere con Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano (v. Adista nn. del 10/7/1976 e 17/10/1977, ndr), per cui venne affibbiata anche a me l’etichetta di “cattocomunista”, dimenticando sia che avevo scritto in antecedenza al democristiano Zaccagnini e continuato con il socialista Craxi, sia che la mia riflessione andava commisurata come reazione al mondo – se si può dire – “cattofascista” in cui ero cresciuto...

    L’ipocrisia di proclamarsi politici cattolici di mons. Luigi Bettazzi


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IL PROGETTO CULTURALE DI RUINI NELLA SITUAZIONE ITALIANA OGGI di Sergio Tanzarella




Fino a qualche settimana fa non mi ero mai occupato del Progetto Culturale, né il Progetto Culturale si era mai occupato di me. Avremmo vissuto tranquillamente, credo, ignorandoci reciprocamente. Poi l’invito dei promotori di questo convegno mi ha progressivamente convinto che sarebbe stato opportuno interessarsi ed approfondire questo argomento.
Io sono uno storico e quindi di solito mi interesso di persone morte. In questo caso, invece, si tratta di studiare persone vive, almeno anagraficamente. Ci proverò, dividendo la mia relazione in quattro parti... 

... A cosa dovrebbe rispondere il Progetto Culturale così come gli stessi vescovi lo hanno disegnato nei loro documenti?
Si tratterebbe di aiutare lo sviluppo nella cultura italiana di vaccini tali da rendere, su alcuni temi centrali per la vita degli esseri umani, inaccettabili tutte le forme di persecuzione, di indifferenza, di cinismo sistemico oggi imperanti; si tratterebbe di contrastare il dilagante egoismo e il culto dell’effimero non solo nelle loro ultime conseguenze ma nella elaborazione originaria che deriva da una politica nazionale che promuove, non da oggi, il principio della competizione, del successo, dell’acquisto del consenso, dell’imbonimento televisivo e pubblicitario. Un Progetto Culturale dovrebbe fornire gli strumenti per smascherare l’inganno, la frode, la volontà di non far crescere il senso critico dei cittadini e la loro autonomia di coscienza. Questo può dare un Progetto Culturale. Servirebbe a rendere impossibile, impensabile, ingiustificabile: l’evasione fiscale e l’esportazione dei capitali all’estero; il contagio del male attraverso l’agire di chi è investito di responsabilità pubblica; Il lavoro nero o il lavoro sottopagato; il rifiuto e persecuzione dei migranti; la mercificazione delle donne; le mafie e le camorre; la violazione dei diritti umani e lo stato di degrado delle carceri; la guerra e il commercio armi...

  IL PROGETTO CULTURALE DI RUINI NELLA SITUAZIONE ITALIANA OGGI di Sergio Tanzarella




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Cattolici e berlusconismo



Di fronte alla situazione politica italiana non c'è più spazio per la rabbia: non a caso le manifestazioni di protesta prendono di mira altri obiettivi. Restano solo sofferenza e delusione, anche fra i sostenitori di Berlusconi o in ambienti che non possono essere considerati pregiudizialmente ostili al premier, come Confindustria o il quotidiano Avvenire («Tutto a posto e niente in ordine», dichiara il direttore Marco Tarquinio nell'editoriale che commenta il voto di fiducia del 14 ottobre scorso). Così, pur con Berlusconi ancora a Palazzo Chigi - almeno nel momento in cui scriviamo - siamo ormai entrati nel postberlusconismo, come certifica autorevolmente la recente scelta dello stesso PDL di cancellare dal proprio simbolo il nome del leader.
Attardarsi a parlare ancora di Silvio Berlusconi è, a questo punto, poco utile. Tante pagine, forse troppe, sono state dedicate a lui e agli effetti nefasti del berlusconismo di destra, da cui la sinistra non è immune. Nemmeno può bastare rimanere fatalisticamente in attesa degli eventi, aspettando la fine dell'agonia del Governo. Anche se siamo ben lontani dall'avere all'orizzonte una prospettiva, né tantomeno un accordo sul modo in cui voltare pagina, non è troppo presto per porre i fondamenti di una nuova fase della vita del Paese. Quello che serve è il coraggio di aprire la finestra, come il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), invita a fare: «C'è da purificare l'aria

  Cattolici in politica: come superare il berlusconismo

Come tutti in queste ore ascolto le notizie sulla grave crisi politica e finanziaria in cui si trova il nostro Paese. E mi pongo la domanda su quale sia il contributo vero che come cattolici possiamo offrire all'Italia per voltare pagina. Personalmente non mi hanno mai appassionato i dibattiti sugli schieramenti o i toto-premier; preferisco di gran lunga quelli sulle idee. E allora oggi vorrei rilanciare la voce di due intellettuali cattolici che ieri hanno detto cose secondo me molto significative sui due grandi temi di queste ore. Sottolineo la parolaintellettuali, perché sono convinto che - prima ancora che su quello politico - sia stata sul piano culturale la debolezza più grave del mondo cattolico italiano negli ultimi anni.
Primo tema dunque: il tramonto del berlusconismo. Da mesi il nome «fatale» del presidente del consiglio (ormai uscente) non compare su questo blog, forse perché tutto ciò che si poteva dire su di lui era già stato detto. Oggi però vale assolutamente la pena di tornarci sopra, raccogliendo come spunto una riflessione che guarda decisamente al di là del piccolo cabotaggio che ha circondato per troppo tempo lo scontro tra berlusconiani e anti-berlusconiani...

  Due idee cattoliche sulla crisi

... Paul Ginsborg ed Enrica Asquer hanno curato un libro (BERLUSCONISMO, ed. Laterza, 2011) che mette in chiaro come i quasi vent'anni di governo berlusconiano hanno contribuito a formare una sub cultura e una mentalità che sarà difficile scrollarci di dosso. Innanzitutto la celebrazione acritica del mondo dei beni di consumo. Con la Tv commerciale, con questo mezzo di comunicazione di massa usato per vendere beni e servizi , si è avviato un vero populismo culturale che , prima di tutto ha creato un certo modo di pensare l’identità femminile e maschile.

  L'ETICA CATTOLICA DELL'ON. LUPI E COMPANY

Nel crepuscolo del potere berlusconiano è necessario, anzi doveroso, interrogarsi su quale sia stato il contributo, non solo in termini di omissioni, ma di fattivo sostegno e collaborazione, dato dalla gerarchia cattolica italiana all'ascesa ed al consolidamento della cosiddetta “Seconda Repubblica”, nata dalle ceneri della Democrazia Cristiana e degli altri partiti di massa ed egemonizzata, dal 1994 ad oggi, dal partito azienda fondato da Silvio Berlusconi.

  Dalla Dc al “partito della Cei”



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Il Forum delle associazioni di Todi chiede un governo di "responsabilità nazionale" e respinge l'ipotesi di elezioni. Andrea Olivero (Acli): Monti è il migliore.

  Alberto Bobbio: Cattolici: ok Monti, no elezioni

Dopo la mossa del presidente Napolitano in Parlamento si va alla conta per vedere chi ci sta. Il no della Lega e Di Pietro, che preferiscono andare alle elezioni.

  Francesco Anfossi: Chi vuole (e chi no) il Governo Monti

Le lodi dell'Osservatore Romano e le perplessità della Cei per l'ipotesi di un ritorno alle urne 

  Andrea Tornielli: Da Oltretevere arriva la benedizione al candidato premier


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LA CHIESA E LA TECNOLOGIA

   Ecco l'iPulpit, il pulpito che ospita i tablet



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«La parola è in sofferenza. Anche per la comunità ecclesiale, la Chiesa e la sua comunicazione. La parola è tradita e umiliata». Anche dal pulpito. È dura la critica che arriva dal card. Gianfranco Ravasi e chiama in causa direttamente i sacerdoti. Perchè «spesso le predicazioni sono così incolori, insapori, inodori da essere irrilevanti». Invece «bisogna ritrovare la parola che 'offendè, ferisce, inquieta, giudica», la «parola sana, autentica che lascia il segno». E non dimenticarsi che oggi, piaccia o no, chi ascolta «è figlio della tv e di internet».

  Giacomo Galeazzi: "Parola umiliata dal pulpito"

Il cardinale "multimediale" auspica maggiore coraggio tra i sacerdoti che spesso offrono ai fedeli una predicazione inadeguata
Se c’è un esperto della Parola in Vaticano, questi è senza dubbio il Cardinale Gianfranco Ravasi. Al centro culturale collegato all'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede - recentemente ribattezzato Istituto Francese “Centro di St. Louis”, è giunto chiaro e forte l’appello del presidente del Pontificio Consiglio della Cultura che ha inaugurato una serie di lezioni di filosofia e di teologia dal titolo “La scintilla della Parola, tra parole in frantumi”.


  Antoine Marie Izoard: Ravasi: «Parlo di Dio anche con Twitter»


Dopo qualche mio intervento o discorso tenuto in pubblico, mi accorgo che alcune mie parole o frasi vengono riprese per essere rilanciate sulla stampa e nel cyberspazio. Mi diverto un po’ a leggere la catena di interpretazioni e di approfondimenti che ne scaturisce. Si va dall’apprezzamento e dal plauso al fraintendimento e alla critica di chi si dice contrariato dalle mie parole.

  Gianfranco Ravasi: La Spada di Carlo Magno


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  Chiesa e media: storia di una (antica) incomprensione


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Afferrare il toro per le corna e guardarlo dritto negli occhi: così «L’Osservatore Romano» ha scelto di festeggiare i suoi centocinquant’anni. Attraverso la giornata di studio dedicata alle incomprensioni tra la Chiesa cattolica e i media nel mondo, si è voluto indagare uno dei nodi più spinosi oggi sul tappeto.

  Giulia Galeotti: Attualità dell'inattuale

La comunicazione della verità non è una materia opzionale per parlare al mondo
Pubblichiamo una nostra traduzione dell’articolo apparso nell’ottobre 1994 sulla rivista «America» in cui il teologo gesuita creato cardinale da Giovanni Paolo II trattava questioni al centro l’incontro di studio intitolato «Incomprensioni. Chiesa cattolica e media», che si tiene in Vaticano il 10 novembre.

  Avery Dulles: Il vescovo e i night club

Che non fosse facile comunicare e far arrivare il messaggio cristiano nella sua interezza senza distorcerlo troppo né semplificarlo all’osso lo aveva intuito bene anche San Paolo. L’epistolario paolino in più punti dà conto delle incomprensioni (e delle polemiche) che già all’epoca segnavano i rapporti dell’Apostolo delle Genti coi Galati, coi Tessalonicesi, coi Corinzi. Persino al più grande comunicatore che abbia mai avuto la Chiesa (dopo Gesù Cristo) è capitato di interrogarsi sul perché le sue parole, in determinati contesti, venivano deformate se non addirittura stravolte.

  Franca Giansoldati: Chiesa & Media. Una lunga storia di incomprensioni (pdf)

Ieri, durante tutta la giornata, si svolto nell’Aula vecchia del Sinodo un convegno a porte chiuse organizzato per celebrare i centocinquant’anni di quel “singolarissimo giornale” che è L’Osservatore Romano. Per iniziativa del direttore, Gian Maria Vian, storici (Lucetta Scaraffia e Andrea Riccardi) e illustri giornalisti e vaticanisti (Jean-Marie Guenois, Antonio Pelayo, Paul Badde, John Hooper e John Allen, quest’ultimo assente giustificato ma comunque presente con un intervento scritto) si sono confrontati sull’incomprensione tra il Papa e i media, analizzando alcune delle “crisi” che hanno caratterizzato i pontificati precedenti e soprattutto quello di Benedetto XVI

  Andrea Tornielli: Il Papa incompreso e le colpe dei giornalisti





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POLITICA

L’Infedele vi racconterà in diretta l’agonia del governo Berlusconi che precipita, ahimè, in un fango che non è più solo metafora...

  Gad Lerner: L’Infedele: "In nome di Dio, vattene!"

Ospiti di Gad Lerner l’economista Marcello De Cecco, il giornalista Massimo Mucchetti e la deputata socialista greca Elena Panaritis. Con loro in studio Marica Di Pierri dei “Draghi ribelli” e un gruppo di cittadini greci cui, subito all’inizio, Lucrezia Lante Della Rovere dedica la lettura del classico testo di Pericle sulla democrazia.

  L'INFEDELE: In nome di Dio, vattene! (video)


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La politica appesa ai numeri del Parlamento, il Paese appeso alle decisioni dei mercati. Le ore decisive del governo Berlusconi sono al centro della puntata di Ballarò. Tra gli ospiti di Giovanni Floris il segretario del PdL Angelino Alfano, il vicesegretario del PD Enrico Letta, la giornalista e conduttrice tv Lucia Annunziata, il presidente della Lega Coop Giuliano Poletti, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il direttore del Tempo Mario Sechi, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli.

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza (video)

  BALLARO': Bondi e Enrico Letta  (video)

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Paradosso: il Presidente che sempre rimarca la distinzione fra i poteri dello Stato è il baricentro del quadro politico e il vero garante dell'immagine internazionale del Paese.

  Giorgio Vecchato: Napolitano, l'unico con la fiducia

Se penso a un’Italia senza B, immagino un brigadiere che si addormenta mentre intercetta le telefonate fra il professor Monti e Mario Draghi. Oh, mica voglio un’Italia di banchieri. Ma un po’ grigia e barbosa, sì. Non moralista, morale. Che per qualche tempo si metta a dieta di barzellette, volgarità, ostentazioni d’ignoranza. Dove l’ottimismo non sia la premessa di una truffa, ma la conseguenza di uno sforzo comune. Un’Italia solare, anche nell’energia. Con meno politici e più politica

  Massimo Gramellini: Senza B

Adesso, naturalmente, ci si potrebbe chiedere quanto tempo è stato perso invano: e soprattutto quanto è costato, questo tempo, in termini economici e di credibilità politica. Di fronte a una situazione che appariva compromessa da un paio di mesi almeno, sono state fatte trascorrere inutilmente settimane e settimane, in attesa di un miracolo che non era ormai più possibile e che infatti non è arrivato. Dopo la Spagna e perfino dopo la Grecia, il governo italiano buon ultimo - si è dunque arreso di fronte ad un dato che gli stessi mercati, negli ultimi giorni, avevano evidenziato in maniera perfino impietosa.

  Federico Geremicca: La strada obbligata della chiarezza

Partiamo dai punti certi. In primo luogo è sicuro che ieri è cominciata di fatto una crisi di Governo profonda e drammatica. Si chiude una lunga stagione avviata nel 1994 e incardinata sulla personalità e le ambizioni di Silvio Berlusconi. È una crisi imposta e scandita dalle richieste europee all'Italia, con toni sempre più preoccupati e scettici. Si chiede serietà, si pretende credibilità. Non ci si fida più delle parole e delle promesse.
Secondo punto certo: gli spread volano all'incredibile quota 500, di pari passo con la diffidenza, a dir poco, dei mercati nei confronti dei nostri rituali politici e dell'inconsistenza del Governo. La paralisi è ormai un lusso insostenibile.
Altro punto certo... 

  Stefano Folli: Il passo d'addio, un Paese da salvare

"Il rendimento sui titoli di Stato italiani ha raggiunto nuovi massimi ed è ad un livello che i nostri economisti considerano insostenibile. I precedenti storici indicano che le dinamiche negative che si auto-alimentano che adesso minacciano l'Italia sono molto difficili da spezzare. A questo punto, l'Italia può essere oltre il punto di non ritorno".

  Maso Notarianni: 27 milioni al giorno

La lunga notte è finita. Nel modo giusto politicamente. Non sono stati gli scandali, pubblici e privati, che hanno costellato la vita legalmente ‘avventurosa’ e ‘border line’ del premier. Né il livello di moralità pubblica e privata cui da anni ci ha abituati. Tantomeno la capacità dell’opposizione che in tutti questi anni non ha mai prodotto uno straccio di programma alternativo.
E’ stata l’Europa a buttarlo giù. Il berlusconismo non è soltanto una forma di governo, ma un ‘blocco di potere’ sociale, economico e politico.

  Antonio Longo: L'Europa ha buttato giù Berlusconi

Se davvero, malgrado le fibrillazioni di queste ore, si arriverà domani all’approvazione della legge di stabilità e alle dimissioni di Berlusconi, domenica all'incarico a Monti e lunedì, o al massimo martedì, alla presentazione del nuovo governo, non saremo solo di fronte a uno dei più imprevedibili capovolgimenti della recente vicenda politica italiana, ma a qualcosa di più.

  Marcello Sorgi: Addio poli si torna al centro

È nato un nuovo gruppo in Parlamento: quello degli Irresponsabili. È purtroppo molto numeroso. Lo compongono quei deputati e senatori che in queste ore non pensano agli italiani che temono di veder svanire i risparmi di una vita, o di perdere il lavoro: pensano a quale soluzione sarebbe più conveniente per la propria bottega.

  Michele Brambilla: Irresponsabili, il partito trasversale

Con il loro sì, anche se comprensibilmente sofferto e tormentato, il Pdl e il Pd imboccherebbero con grande coraggio una strada nuova e piena di incognite. Se decidessero (come sembra possibile) di dar vita tutt'e due insieme e con il Terzo polo a un governo presieduto da Mario Monti, saprebbero di dover pagare un prezzo elevatissimo. Ma dimostrerebbero che la politica, la vituperata e bistrattata politica, è stata in grado per una volta, la volta più importante, di anteporre il bene comune agli interessi di bottega.

   Pierluigi Battista:  I Promessi Alleati


Silvio Berlusconi si dimette, seppure al rallentatore. La promessa fatta ieri pomeriggio al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è la presa d'atto della sconfitta parlamentare subita dal centrodestra. Rinvia il momento in cui lascerà Palazzo Chigi solo perché vuole farsi da parte dopo l'approvazione della legge di stabilità con le misure chieste dall'Europa.

  Massimo Franco: I perchè di una svolta

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  W L'ITALIA - Benigni al Parlamento Europeo - 9 novembre 2011  (video)


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 BENEDETTO XVI
 



      Angelus - 6 novembre 2011

      Udienza - 9 novembre 2011, Il grande canto della "Legge", Salmo 119 (118)

      Udienza - Ai partecipanti all'incontro dei Volontari cattolici europei promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum" (10-11novembre 2011)

      DiscorsoAll'Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede (7 novembre 2011)

      DiscorsoAlla delegazione dell'«Israeli Religious Council» (10 novembre 2011)

      Omelia4 novembre 2011: Vespri per l'inizio dell'Anno Accademico delle Università Pontificie



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Chi crede in Dio-Amore porta in sé una speranza invincibile, come una lampada con cui attraversare la notte oltre la morte, e giungere alla grande festa della vita.

   video Benedetto XVI - Angelus 6-11-2011

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OPINIONI E COMMENTI


Messa laica in Austria. Ormai è scontro aperto tra i dissidenti cattolici austriaci e la Santa Sede dopo l’annuncio del movimento ultraprogressista «Noi siamo Chiesa» di voler promuovere nel paese cerimonie liturgiche nelle quali persone laiche agiscono come sacerdoti, pregando e simulando la celebrazione della messa. «Le leggi ecclesiastiche lo vietano», riconosce Hans Peter Hurka, leader di «Noi siamo Chiesa» e promotore del manifesto riformatore «Chiamata alla disobbedienza». Inoltre la fronda interna al clero d’Austria viola ormai apertamente la regola del celibato ecclesiastico e ammette alla comunione i divorziati risposati. Se a ciò adesso si unisce la «messa laica» appare evidente che la frattura con Roma pone i sacerdoti dissidenti fuori dalla Chiesa.


Giacomo Galeazzi: Austria, ecco la messa fai-da-te

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...La preoccupazione del Santo Padre trova piena sintonia con quanti si chinano ogni giorno su tante donne e minorenni vendute e comprate, usate e ferite per aiutarle a guarire e a ritrovare il senso della propria vita e dignità, ma offre pure un grande incoraggiamento alle tante donne che in modi diversi subiscono violenze, sia psicologiche che fisiche, specialmente tra le mura domestiche. Mai come in questo tempo è diventata diffusa la discriminazione e la violenza di genere che distrugge rapporti familiari e tra colleghi e toglie sicurezza e serenità. Certamente le parole del Papa vogliono essere anche un forte richiamo alle varie istituzioni laicali e religiose, pubbliche e private, perché ciascuno è chiamato a confrontarsi con la realtà e ad assumersi le proprie responsabilità... 

  Eugenia Bonetti: Donne, la preoccupazione del Papa

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  Il Papa e il mantello di San Martino di Tours, icona cristiana della condivisione e della gratuità  (testo+audio)


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Nel giorno in cui la Chiesa celebra San Martino di Tours, “modello di carità” per il mondo intero, Benedetto XVI ha ricevuto, in Vaticano, i volontari cattolici europei, riuniti dal Pontificio Consiglio “Cor Unum” per un incontro in occasione dell’Anno europeo del volontariato.

  RADIO VATICANA: Il Papa ai volontari cattolici europei: seguite l’esempio di Cristo non le ideologie, date fiducia in un tempo di crisi (testo+audio)


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