N. B. La Lectio e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
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"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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LIBERTA'
RELIGIOSA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il ministro per le
Minoranze veniva da una famiglia cattolica profondamente impegnata per la
giustizia. Del suo lavoro diceva: “Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio
che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto
seguendo Gesù Cristo”
Shahbaz Bhatti, cattolico
difensore dei deboli e degli
emarginati
il testamento spirituale di
Shahbaz Bhatti: “Non ho più alcuna paura
dedico la vita a Gesù”
Il Pakistan ha
annunciato tre giorni di lutto nazionale per la morte del ministro cristiano per
le Minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso ieri ad Islamabad per mano di un commando
armato.
Bhatti, lutto in Pakistan
Cristiani in piazza
Era disposto a morire per la libertà di
coscienza perché riteneva che fosse compito di un politico cattolico dare la
vita per affermare la giustizia attraverso il dialogo e la non violenza. Oggi
hanno ucciso l’uomo che con grande coraggio si batteva per salvare la vita di
Asia Bibi e difendere le minoranze religiose in Pakistan, delle quali era il
ministro, e per le quali chiedeva venisse applicata la tollerante costituzione
pakistana. Shahbaz Bhatti, 42 anni, ammazzato stamane da un commando di talebani
a Islamabad, ha dedicato la vita alla difesa dei diritti umani.
Bhatti, paladino del
dialogo e della non violenza
«Adesso i codardi di quell’Europa che
rifugge dalla condanna del fondamentalismo religioso verseranno le loro lacrime
di coccodrillo, alleati di quei codardi che in Pakistan conoscono solo il sangue
degli attentati». Non ha usato il linguaggio felpato della diplomazia il
ministro degli Esteri, Franco Frattini, nell’esprimere la più ferma condanna per
l’uccisione di Shahbaz Bhatti. «Un simbolo della libertà religiosa che ha pagato
con la vita», lo definisce il titolare della Farnesina, che conosceva
personalmente il collega pachistano.
Frattini: un martire.
L’Europa codarda
Padre Bonnie Mendes, già segretario
esecutivo della Commissione nazionale Giustizia e Pace pachistana, è
coordinatore regionale di Caritas-Asia. Amico di famiglia di Shahbaz Bhatti e
originario dello stesso villaggio, ha condiviso con Avvenire le sue impressioni
subito dopo l’assassinio.
Padre Bonnie Mendes: «Mi
aveva detto: tornerai in chiesa per i miei funerali»
Shahbaz Bhatti, ministro per le minoranze
religiose, aveva previsto la sua morte in un video registrato meno di tre mesi
fa, in cui ribadiva che avrebbe difeso le minoranze fino alla fine.
Il testamento web di
Bhatti
Nel turbolento Pakistan gli attentati non
meravigliano più. Tuttavia l'assassinio del ministro per le minoranze, Shahbaz
Bhatti, è sorprendente: pure essendo nel mirino dei terroristi, si muoveva tra
casa e ufficio senza scorta. La protezione gli era stata tolta con la fine del
precedente governo.
Il ministro indifeso nel
Pakistan dei fantasmi
il dossier di Famiglia Cristiana "Pakistan, chi difende Asia
Bibi muore"
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L'unico ministro
cristiano del governo federale pachistano, Shahbaz Bhatti, è morto oggi
crivellato da un nugolo di proiettili sparatigli al volto ed al torace a
Islamabad da un commando di talebani che ha inteso così punire la sua posizione
favorevole ad una riforma della legge sulla blasfemia del Pakistan,
universalmente considerata la più conservatrice del mondo arabo e
islamico.
Chi difende Asia
Bibi muore. Ai primi di gennaio, in Pakistan, era stato assassinato Salman
Taseer, il governatore del Punjab che aveva presentato una richiesta di grazia a
favore della donna cristiana, madre di cinque figli, arrestata nel 2009 e
condannata a morte nel 2010 per il reato di blasfemia. Adesso la violenza
dell’estremismo islamico si è abbattuta su Shabhaz Bhatti, il ministro per le
Minoranze che proprio a partire dal caso di Asia Bibi aveva avviato una
battaglia per la riforma della legge sulla blasfemia.
42 anni, figlio di missionari
cristiani e appartenente al Partito Popolare pachistano (Ppp), Shahbaz Bhatti
era uno strenuo difensore della libertà religiosa, animato da una profonda fede.
“Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio
carattere, le mie azioni – diceva il ministro Bhatti – parlino per me e dicano
che sto seguendo Gesù”. Il ministro è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco
a Islamabad.
«L'Associazione 'Giuseppe Dossetti: i Valorì accreditata all'Osce, registra con
crescente preoccupazione la vera e propria escalation di intolleranza e
gravissime violazioni della libertà religiosa contro i cristiani. L'ultimo
martire, Shahbaz Bhatti, aveva accettato di essere riconfermato in Pakistan
Ministro per le Minoranze, pur sapendo di correre rischi estremi, anche in
conseguenza della sua appartenenza alla fede cattolica.
L’ultima persona con cui ha parlato al telefono, un quarto d’ora prima del
tragico attentato, è stato un membro di Sant’Egidio di Roma che si trova in
questi giorni a Islamabad per una serie di incontri con le Comunità
locali.
Proteggere i perseguitati non
era solo il suo lavoro, per Shabhaz Bhatti, ministro delle Minoranze
religiose, era una vocazione da seguire a qualsiasi prezzo. Solo poche
settimane fa lo aveva ribadito di fronte alle telecamere, impavido,
nonostante le minacce già fioccassero: «Preferisco morire per la
giustizia delle minoranze piuttosto che compromettere i miei principi».
Una morale di granito che alla fine gli è costata la vita.
INFANZIA
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il mondo è giovane, ma non è per i giovani. Sono 1,2 miliardi gli abitanti
del pianeta che hanno un'età compresa tra 10 e 19 anni.
Nove su
dieci di essi vivono nei Paesi in via di sviluppo e condividono con gli adulti
le difficoltà economiche e sociali, con in più le difficoltà della loro età e
della carenza di diritti.
Rapporto UNICEF "La
Condizione dell'infanzia nel mondo 2011"
Non
sono più bambini, non sono ancora "grandi": vivono un'età veloce, delicata e
contradditoria. In tutto il mondo il mondo gli adolescenti sono 1 miliardo e 200
milioni, la maggior parte dei quali vive nei Paesi in via di sviluppo. Ad essi
l'Unicef dedica il Rapporto 2011. Se ne occupa perché, come dice il direttore
generale, l'americano Anthony Lake, altrimenti «rischiamo di vanificare i
successi ottenuti con chi ha un'età compresa tra 0 e 10 anni».
Unicef: adolescenti, età in
bilico
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Accende la
speranza parlare con gli uomini della Polizia postale e con il loro
motivatissimo capo Antonio Apruzzese. Si ha la sensazione che la battaglia
contro la pedofilia sia davvero in corso, facendo emergere consapevolezze e
capacità d’indignazione, irrobustendo gli anticorpi nella società, scoprendo e
smantellando ignobili reti e vergognosi traffici.
Il Forum sociale mondiale di Dakar (Senegal) ha mostrato la voglia di
cambiare dell’Africa. Ha rinsaldato i legami tra teologia e liberazione. E ha
consentito anche ai comboniani di mettersi in gioco.
Sembra essere questa la parola d’ordine che ha guidato l’Europa nei
rapporti con la sponda sud del Mediterraneo. La lotta al terrorismo, il
contenimento dei migranti e una miope idea di “stabilità” hanno eliminato
dall’agenda i diritti umani e la democrazia. Per cui, di fronte ai cambiamenti
in Tunisia, Egitto e Libia, c’è un evidente imbarazzo europeo. Anticipiamo
questa analisi pubblicata su Nigrizia di marzo.
LIBIA
Crisi nordafricana, rivolta libica. Il petrolio
schizza alle stelle, la Banca centrale europea annuncia un rialzo dei tassi per
aprile
Dubbi sui bombardamenti aerei sui manifestanti a
Bangasi e Tripoli. Mosca: nostri satelliti spia non hanno registrato nulla
Il dossier di PeaceREPORTER
TUNISIA
Dopo un week end di violenze si dimettono premier
e ministro dell'Industria. A Tunisi il timone ce l'ha la piazza ma per andare
dove?
Alberto Tundo: Tunisia, la
transizione difficile
COSTA D'AVORIO
La situazione è da guerra civile. Gli scontri non si fermano tra le
forze dell’ex presidente e quelle di Ouattara, il presidente riconosciuto dalla
comunità internazionale. Centinaia i morti. L’inerzia della comunità
internazionale. Il monito dell’Acnur: 200 mila gli sfollati ad Abidjan; oltre 70
mila gli ivoriani scappati in Liberia.
Elio Boscaini: Costa d'Avorio nel caos
Scontri nell'ovest e nel sud, migliaia di
profughi: il piccolo paradiso africano precipita nel baratro di una nuova
guerra
Alberto Tundo: Costa d'Avorio,
la guerra silenziosa
EGITTO
L'ondata degli scioperi in Egitto ha un obiettivo ben preciso: portare a termine
il processo di cambiamento iniziato con la fine di Mubarak
Silvia Mollicchi: Egitto,
viaggio tra i lavoratori del Delta industriale
Gravi ma non in pericolo di vita due dei feriti.
L'agguato è avvenuto a Shindand, provincia di Herat
"per chi ha vent’anni e se ne sta a morire in
un deserto come in un porcile".
Le parole e la musica di Vecchioni risuonano
ancora nelle orecchie e nella testa degli italiani mentre è giunta, alcuni
giorni fa, la notizia di un nuovo soldato italiano morto in Afghanistan.
Ennesimo 'tragico errore' delle forze
d'occupazione in Afghanistan: nove bambini fatti a pezzi dai razzi sparati da
elicotteri americani
Manifestazioni anche in Libano, dove lo scenario
pare molto differente dal resto del mondo arabo
Quattordici appartamenti nel cuore del quartiere
arabo, mentre Netanyahu propone un accordo ad interim ai palestinesi (che
rifiutano)
Luca Galassi: Israele,
nuovi insediamenti a Gerusalemme Est
La Twitter-rivoluzione non funziona oltre
Muraglia. Il mutamento ha ritmi diversi
Gabriele Battaglia: La
Cina e il gelsomino
La riforma dell'Hukou potrebbe essere la prossima
mossa di Pechino per evitare rivolte del pane
Gabriele Battaglia: La
Cina e il gelsomino (2)
Quasi trentaseimila lavoratori tornano oltre
Muraglia. Dubbi sul loro futuro e sulla strategia win-win del Dragone
Gabriele Battaglia: Cina, il controesodo
libico
I
NOSTRI TEMPI /
Interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La vita è troppo frenetica? Il mondo va
eccessivamente di corsa? Niente paura, torna la Giornata Mondiale della
Lentezza.
La vita è troppo frenetica?
Arriva la Giornata mondiale della lentezza
La quinta Giornata mondiale della lentezza
cade lunedì 28 febbraio, e non è un caso. Il suo ideatore Bruno Contigiani l'ha
voluta proprio "di lunedì, il giorno più antipatico e furioso della settimana,
quello in cui tutti sono sulla linea di partenza con i motori accesi, in attesa
che si abbassi la bandierina dello starter".
Un giorno al
rallentatore
La Giornata Mondiale della Lentezza è una
manifestazione che nasce da un'idea della Onlus L'Arte del Vivere con Lentezza
per riflettere sui danni economici, ambientali, sociali e culturali del vivere a
folle velocità. Ognuno di noi è chiamato a cambiare il suo pezzettino di mondo
con le proprie idee e il proprio entusiasmo. La V Giornata Mondiale della
Lentezza si svolgerà a New York e nel mondo lunedì 28 febbraio 2011 e ha come
tema: Ambiziosi e Altruisti - Slow life, green life, better life.
I primi 14 comandalenti, per trovare la
velocità giusta nella vita... ... e i 7 comandalenti in cucina I 14 comandalenti
Visita il sito L'arte di vivere con
lentezza
Video: "A ognuno il suo ritmo"
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ITALIA - LIBIA - ARMI
Che effetti ha avuto la partecipazione libica nella maggiore banca
italiana (UniCredit) e nella principale holding del settore militare
italiano (Finmeccanca)? Per capirlo è utile considerare tre elementi:
1) la recente modifica delle direttive di UniCredit riguardo al settore degli
armamenti; 2) l'incremento delle esportazioni militari di Finmeccanica verso la
Libia tanto da fare dell'Italia il primo fornitore europeo di armi al regime
Gheddafi; 3) la scomparsa, con l'insediamento dell'attuale governo Berlusconi,
dalla Relazione della Presidenza del Consiglio sull'export di armamenti del
dettagliato elenco delle singole operazioni svolte dagli Istituti di credito
riguardo ai servizi e ai finanziamenti per l'esportazione di armamenti.
La Libia vive giorni drammatici. Sia le forze popolari, che l'apparato di
potere, appaiono divisi lungo linee geografiche e tribali in battaglia fra
loro. Il rischio è che i paesi occidentali
strumentalizzino questo contesto, già di per se foriero di lutti e sofferenze,
per giustificare l'ennesimo intervento militare
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Primo Marzo 2011 Sciopero degli
"stranieri"
Stranieri non dal punto di vista anagrafico, ma
perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente.
Autoctoni e immigrati, uniti nella stessa battaglia di civiltà.
Appello nazionale del movimento Primo Marzo
insieme contro il razzismo, contro i ricatti, per i diritti di tutte e
tutti
Lo scorso Primo Marzo oltre 300mila persone
si sono mobilitate in tutta Italia per dire no al razzismo, alla legge
Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza, ai CIE e sì a una società multiculturale e
più giusta. In molte città lavoratori italiani e migranti hanno scelto di
scioperare insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo
istituzionalizzato (in spregio alla nostra Costituzione oltre che al diritto
internazionale e alla normativa europea), le politiche di esclusione, lo
sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica
strategia repressiva che, a partire dai più deboli e inermi, aspira a colpire
tutti e a imporre la precarietà come orizzonte di vita.
Appello nazionale del movimento
Primo Marzo
Visita il sito Primo Marzo 2011 Sciopero degli
"stranieri"
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Da Trieste a Roma, da Palermo a Rosarno, i lavoratori stranieri scendono in
piazza per chiedere più diritti e per dimostrare la loro importanza nel sistema
economico
Primo Marzo 2011: come l'anno scorso in piazza
per chiedere uguaglianza e diritti. Ma la partecipazione è notevolmente
ridotta
Buona partecipazione allo sciopero di ieri per i diritti dei migranti e
per cambiarla legge sull’immigrazione. Ma Cgil-Cisl-Uil guardano altrove
Nelle ultime settimane la procuradi Agrigento ha iscritto nel registro degli
indagati oltre seimila persone per immigrazione clandestina. Si tratta di tutti
gli immigrati, per lo più tunisini, approdati a Lampedusa per fuggire alla crisi
che sta attraversando tutto il nord Africa.
Primo marzo di festa al campo degli immigrati.
Reportage sulle condizioni dei lavoratori stagionali nella Piana
L'INCUBO DI
BREMBATE
Francesco Beschi
viene da una terra dura e schietta come questa, poco avvezza a «parole di
consolazione che non consolano nessuno». Per il vescovo di Bergamo, stare
«dentro al dolore» dei Gambirasio e di tutta Brembate significa porsi il
problema del male «che ci è entrato in casa» e di come combatterlo, come spiega
in quest’intervista, partendo dalla ricostruzione di una cultura della
fedeltà.
... L’abisso aperto su un campo in questo freddo inizio di primavera ci ricorda
quanto profondo è il male. E non capiamo e pretendiamo di capire, e dubitiamo di
Dio davanti a una bambina uccisa. Servisse almeno, questo strazio, a suscitare
una disarmata preghiera, parole umili di figli che i nostri figli non devono
disimparare: liberaci, Padre, dal nostro male.
In piazza contro la ‘ndrangheta e le massonerie deviate, per la democrazia e il
bene comune. A promuovere l’iniziativa del 1° marzo, giunta alla IV edizione (v.
Adista nn. 17 e 22/08, 22 e 31/09, 18/10), l’Alleanza per la Locride e per la
Calabria, rete di oltre 700 organizzazioni e 3mila cittadini, animata dal
Consorzio Sociale Goel – rete di cooperative sociali e di lavoro della Locride,
nate anche grazie all’impulso di mons. Giancarlo Bregantini quando era vescovo a
Locri e al sostegno del progetto Policoro della Cei – e Comunità libere, la rete
calabrese di resistenza nonviolenta ai poteri antidemocratici.
Dopo la tappa
di Reggio Emilia (2010), quest’anno la manifestazione torna in Calabria, a Villa
San Giovanni (Rc).
Perugia: al via il corso universitario “Mafia e antimafia” realizzato con
Libera Umbria
Dopo gli ultimi arresti, cresce la reazione alle collusioni tra colletti
bianchi e interessi criminali. Siglata a Modena la carta etica delle
professioni.
Un documento del Dap del 1994 spiega quando e perché vennero revocati i
provvedimenti di carcere duro per i mafiosi nel biennio stragista.
Il 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’Impegno, non può essere un rituale,
una consuetudine, un appuntamento routinario. Il 21 marzo si accendono i
riflettori sui luoghi in cui “la mafia non esiste” perché ormai è mimetizzata
nell’impasto tra economia, politica, informazione e poteri più o meno forti.
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
L'intervento del premier al convegno dei Cristiano
Riformisti: "Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i
propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a
mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono
inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori
Video dell'intervento di Berlusconi
Le affermazioni del premier Berlusconi
contro gli insegnanti della scuola pubblica fanno insorgere tutte le opposizioni
che si schierano a difesa della scuola statale.
Bersani difende la scuola
pubblica Berlusconi: "Sono stato frainteso"
Il
Ministro dell'Istruzione: «Statale o paritaria, è sempre pubblica e al servizio
dei cittadini» Gelmini: Berlusconi non ha
attaccato la scuola pubblica
Indignazione,
ma anche una rassegnata insofferenza, di fronte alle parole del premier sulla
istruzione pubblica. "Un insulta alla nostra dignità". "E' il posto in cui si
può riuscire a trasformare i sudditi in cittadini, è quello che non vogliono"
L'indignazione dei prof
corre sul web e anche i sindacati insorgono
Video con il discorso di Piero Calamandrei in difesa della scuola pubblica
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Cesare Segre e Paola Mastrocola attribuiscono al Priore di Barbiana e alla
sua pedagogia una responsabilità nei guasti dell'istruzione attuale. Noi la
vediamo in un altro modo.
Don Milani e la scuola
"facile"
Del libro di Paola Mastrocola (Togliamo il
disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare, Guanda) si parlerà a lungo,
perché coglie con intelligenza quei problemi dell' insegnamento che preoccupano
docenti, discenti e innumerevoli famiglie
La didattica «facile» che ha
cancellato la capacità di studiare
Oggi un ragazzo può agevolmente chiedersi
se lo studio serva ancora. Il dramma è che noi adulti abbiamo risposto di no.
Così i giovani non studiano. Al liceo ho molti studenti che si interessano alle
lezioni, bravi ragazzi, che però a casa non aprono libro. E non c’è nessuno
che faccia loro comprendere l’importanza dello studio». Non lo fa la scuola, non
lo fa la famiglia, non lo fa la società. Ne consegue, pare di capire, una sorta
di grande inganno i cui i nostri ragazzi sono le vere vittime.
Mastrocola: quelli che...
studiare non serve
Siamo sicuri che serva ancora andare a
scuola?
Fabio Fazio intervista Paola Mastrocola a CHE TEMPO CHE
FA (video)
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Proteste da politica, sindacati, cittadini dopo l'attacco di Berlusconi alla
istruzione pubblica. E Repubblica ha deciso di aprire uno spazio per
dare voce ai messaggi di professori, studenti,
genitori
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La professoressa e scrittrice risponde alle accuse del premier Silvio Berlusconi
sulla scuola: "Forse era così negli anni '70, ma non è più così. Le famiglie
dovrebbero scegliere a secondo dell'indirizzo culturale, non di quello
politico".
Lo scontro sull'istruzione dopo le parole di Berlusconi. La Gelmini le commenta,
e cita la Costituzione. Ma capovolge il senso della
Carta
Che fosse stata un'enorme scivolata si era capito sin da pomeriggio di sabato,
quando lo stesso premier aveva tentato di ritrattare le frasi "incriminate".
Troppo tardi. Dopo il suo attacco alla scuola pubblica, si erano già scatenate
tutte le voci dell'opposizione e parecchi malumori dentro la sua stessa
maggioranza.
Dopo le parole del cardinale Bagnasco, presidente
della Cei, che si è sottratto alla polemica tra scuola pubblica e scuola
privata, affermando che quel che conta è la qualità dell’istruzione da qualsiasi
parte essa venga, altri esponenti del mondo cattolico prendono posizione sul
dibattito innescato dalle parole del premier.
Docenti, precari, studenti e genitori il 12 marzo in piazza a Roma e in tutta
Italia per la scuola pubblica assieme ai movimenti in difesa della Costituzione.
Intanto, dopo il minuto di silenzio nato via sms, ecco, da Nord a Sud, le
missive indirizzate a Berlusconi da prof, presidi e giovani. E un invito da
Napoli: "Presidente, venga a Scampia"
In tanti istituti inscenata ieri una protesta simbolica organizzata con i
messaggini. L'Unione dei sindacati di base chiede adesione allo sciopero
generale dell'11 marzo, Rete e Unione Universitari annunciano la mobilitazione
per il giorno successivo. Il preside del Liceo Virgilio di Milano: "Scuola
pubblica, baluardo da difendere"
Nel suo recente intervento critico verso
la scuola di Stato, il Presidente del Consiglio ha sbagliato tre
volte.
Le dichiarazioni del nostro presidente del Consiglio e
recenti fatti di cronaca invitano alla riflessione
Fraternità Carmelitana di Pozzo
di Gotto
I MERCOLEDì DELLA BIBBIA – 2011
Dal 26 Gennaio al 30 Marzo
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"CELEBRARE DIO CON LA VITA" HOREB n. 57 – 2010
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA
2011
"DAL TESORO DELLO
SCRIBA Lettura del Vangelo di
Matteo"
promossi
dalla Fraternità
Carmelitana di Pozzo di
Gotto (ME)
3°
Incontro del 9 Febbraio
2011(previsto il 2 febbraio
2011)
Il
Discorso sul Monte: Mt. 5-7 di P. Gregorio Battaglia
Video
GUARDA:
Il primo
incontro: "Il
Discorso sul Monte Mt 5-7" di P.Gregorio
Battaglia
Il secondo
incontro: "Il Discorso Missionario: Mt. 10" relazione di P. Aurelio
Antista
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"Le
Frontiere dello Spirito" puntata del 27 febbraio 2011
Domenica 27 febbraio 2011 "Le Frontiere dello Spirito", la rubrica religiosa
scritta e condotta da Maria Cecilia Sangiorgi e monsignor Gianfranco
Ravasi.
Nella
prima parte, monsignor Ravasi ha approfondito le letture tratte dal libro
del profeta Isaia (49,14-15)
A seguire - come sempre - la poesia di
padre Turoldo "Nella Tua luce vediamo la luce", letta dall'attrice Paola
Morales.
Nella seconda parte del programma "Volti e
storie", curata da Maria Cecilia Sangiorgi, il servizio: "Lago d'Orta alla Siberia monachesimo che non tramonta".
La
Sangiorgi, partendo dall'esperienza della comunità monastica di Bose
che ogni anno ospita monaci e monache d'oriente e di occidente che si
incontrano per confrontarsi con la loro vocazione e missione oggi,
intervista la badessa Anna Maria Canopi del monastero Mater Ecclesiae -
Isola S. Giulio D'Orta (NO), l'igumeno Damaskinos Gavalas del monastero
del Profeta Elia - Santorini (Grecia), padre Andrej Cilerdzic del
monastero dei Santi Arcangeli - Kovilj (Serbia), l'igumena Maria
Magdalena Vranceanu del monastero Podgoria Copou - Iasi (Romania) e
padre Arsenij Sokolov - Chiesa Ortodossa Russa, monaco itinerante in
Siberia.
la puntata integrale del 27 Febbraio (video)
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RAI RADIOTRE - "UOMINI E PROFETI":
Nei primi capitoli
del Libro dei Giudici abbiamo visto narrate le “biografie” di alcuni dei
“giudici”: Debora, Gedeone, Abimelech. Negli ultimi capitoli troviamo la storia
drammatica di Iefte, costretto da un voto a sacrificare la figlia – di cui non
si conosce il nome: una storia che ricorda quella di Agmennone e della figlia
Ifigenia, anche se qui Iefte non sa, sulle prime, di sacrificare la figlia.
Colpisce, soprattutto, la tristezza di accenti con cui viene raccontato il
destino della fanciulla. Poi incontriamo la storia di Sansone: eroe debole,
malato del suo bisogno di amore o è proprio l’amore che scatena la sua forza?
Ne parliamo con Erri De Luca, che ha dedicato a Sansone una
delle sue traduzioni della Bibbia, e che mette in dubbio che quello di Dalila
sia stato un vero tradimento.
Libro dei Giudici capitoli 10-21 Sansone: il sole e la
notte con Erri De
Luca Domenica 27 febbraio
2011
Ascolta la puntata (audio)
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RAI RADIOTRE - "FEDI E MONDO":
Parlare di
digiuno, la “bella lotta”, come la definiva il vescovo Ambrogio, significa
parlare di un fatto che riguarda – e non solo per il passato – le civiltà,
religioni, culture più diverse: tutte hanno sperimentato una qualche pratica di
contenimento o astensione dal cibo. Come mai questa pratica così universale,
quando il problema principale di tutta l’umanità sembra essere stato quello di
procurarsi il cibo? Inoltre, può sembrare paradossale parlare di digiuno
ascetico in un mondo come quello contemporaneo in cui da un lato il rifiuto del
cibo sembra essere un male che affligge le classi privilegiate, dall’altro la
gran parte degli esser umani vive ancora sottonutrita. Ha un senso ancora oggi
proporre il digiuno come “pratica spirituale”? E che ne è invece dell’aspetto di
protesta sociale e di solidarietà che può assumere? Ne parliamo a partire da una
raccolta di testi del cristianesimo antico centrati tutti sul tema del digiuno
con Ignazio De Francesco, monaco della comunità di Monte Sole e
Carla Noce studiosa di cristianesimo dei primi secoli.
Con Aldo Morrone affrontiamo invece il tema della
alimentazione transculturale e del rapporto tra cibo e culture nell’Italia di
oggi
Digiunare e nutrirsi
con Ignazio De Francesco ,
Carla Noce, Aldo Morrone Sabato 26 febbraio 2011
Ascolta la puntata (audio)
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Dopo la seconda moltiplicazione dei pani e
prima della confessione di Pietro, Gesù sulla barca rivolge ai suoi discepoli
una parola apparentemente strana, di cui è difficile cogliere subito la portata:
“Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei” (Lc 16.6). Cosa mai potrà
essere il lievito dei farisei nel loro essere comunità, visto anche che non
hanno con sé alcun pane...
Gesù ha fatto ricorso all’immagine del
lievito anche per indicare la dinamica del regno di Dio che lui è venuto ad
annunciare e inaugurare: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito che
una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta la pasta si
fermenti” (Mt 13,33).
Proprio questa dinamica nascosta del
lievito del regno è presente e opera nella vita di coloro che cercano di seguire
Gesù, così come è presente il rischio dell’altro lievito, quello dei farisei e
dei sadducei, cioè degli uomini religiosi: sacerdoti, scribi, quelli che
apparivano come i più qualificati appartenenti al popolo di Dio, le sue guide e
pastori...
IL LIEVITO DEI FARISEI
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Scampato alla strage del 1996, non aveva
mai parlato dopo la morte dei monaci di Tibhirine. Abbiamo ritrovato frère
Jean-Pierre in un monastero del Marocco, dove ha accettato di confidarsi in
esclusiva per "Le Figaro Magazine". Parla dei confratelli scomparsi, dei tragici
eventi che hanno vissuto, del film di Xavier Beauvois, "Uomini di Dio" ("Des
hommes et des dieux"). Ma anche della sua fede e della sua speranza. Un
colloquio luminoso.
Io, superstite dei monaci
di Tibhirine
Vedi anche i nostri precedenti
post:
- I MARTIRI DI TIBHIRINE -
Appartenevano a un Altro E parlano a tutti
- Il nuovo miracolo di
Tibhirine
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Gesù parlava in parabole. Basta scorrere le
pagine dei Vangeli per averne la prova. E dobbiamo presumere che non lo facesse
raramente, a giudicare dal numero di parabole che gli evangelisti ci hanno
trasmesso. Alcuni passi inducono addirittura a pensare che Gesù non parlasse
alla gente in altro modo che in parabole. Si ha l’impressione che Gesù
considerasse questo modo di esprimersi come il più adeguato alla capacità di
comprensione degli ascoltatori e quindi il più adatto a trasmettere
efficacemente il suo messaggio.
Ma perché privilegiare questo tipo di
linguaggio? Per quale ragione preferirlo al linguaggio diretto e esplicito? E
quali sono le sue caratteristiche specifiche? Quali gli obiettivi che consente
di raggiungere? Chi sono, infine, i destinatari di questo parlare in
similitudini? Interrogativi come questi aprono la strada a una riflessione di
ampio respiro. Noi ci limiteremo a suggerire qualche considerazione di carattere
generale, alla luce dei testi evangelici. Una cosa, in ogni caso, è opportuno
precisare sin d’ora: quella che affrontiamo non è semplicemente una questione
esegetica. La posta in gioco è ben più alta. Dietro la domanda: «Perché Gesù
parlava in parabole», sta infatti una questione attualissima e gravissima:
quella del «linguaggio religioso», del come parlare adeguatamente di Dio oggi.
Le sorprese del linguaggio
di Gesù
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L’Occidente è ormai un campo di vaste
estensioni, perché la globalizzazione porta la cultura occidentale a intaccare
molte altre culture, quali quelle latino-americane e nord-americane, attraverso
la tecnologia, le scienze e gli stili di vita. Uno degli aspetti che in pochi
decenni si è propagato nei Paesi europei e altrove è la disaffezione alle
tradizioni religiose, fino alla completa cancellazione del rapporto col divino,
col conseguente distacco dalle profonde radici culturali da cui si sono nutrite
la storia e la cultura del passato. Di qui l’urgenza di una riflessione profonda
e capace di staccarsi da formule codificate del passato per affrontare le sfide
che connotano il nostro presente: la teologia deve farsene carico per lanciare
nuove suggestioni.
«Quale nuovo annuncio per
l’Occidente cristiano?»
Il tradizionale convegno della Facoltà
Teologica dell’Italia Settentrionale, “Cristianesimo e Occidente. Quale futuro
immaginare?” intende mettere a fuoco il nesso fra cristianesimo e cultura
occidentale.
L’ottica in cui si muove la ricerca è
quella della missione evangelizzatrice del cristianesimo, che ha trovato anche
nella recente costituzione del “Consilium per la promozione della nuova
evangelizzazione” un impulso rinnovato.
Cristianesimo e Occidente:
quale futuro immaginare?
Programma
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Da lunedì 21 a venerdì 25 febbraio i preti giovani dell’Ismi vivranno
insieme con l’Arcivescovo il tradizionale pellegrinaggio annuale. Questo momento
è sempre atteso e molto significativo nel cammino formativo dei preti dei primi
anni di ordinazione. A caratterizzare il pellegrinaggio di quest’anno è la
figura di San Tommaso D’Aquino.
I preti giovani con il
Cardinale sulle orme di San Tommaso
Nel corso del pellegrinaggio Ismi il
cardinale Tettamanzi 22 febbraio 2011 ha presieduto la celebrazione eucaristica
nell'Abbazia di Montecassino
il testo dell'omelia dell'Arcivescovo "Il dono del sapere
cristiano"
Santuario del Volto Santo di Manoppello 21
febbraio 2011 al Clero delle Arcidiocesi di Milano e di Chieti-Vasto
San Tommaso d'Aquino:
studio Teologico, cammino Spirituale e ministero
Apostolico (pdf)
Come
unisco nella mia vita studio teologico, cammino spirituale e ministero
apostolico?
Domande per il
discernimento
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Il cuore del piccolo villaggio di Sezano (Verona-Valpantena) è un monastero che
da 11 secoli custodisce la preghiera e la testimonianza di uomini che hanno
consegnato la loro vita al Vangelo. Abitato all’inizio da monaci
benedettini, divenne successivamente dipendenza di un monastero più grande della
città. Non è mai stato quindi un'abbazia ma un semplice priorato dipendente,
abitato da pochi monaci, per lo più dediti alla vita dei campi con la gente del
luogo. Oggi qui vive una comunità religiosa di padri stimmatini.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
... Si comprende, allora, sia perché Martini
parlasse del dialogo con il non credente che è in noi, sia perché dichiarasse
che la vera distinzione non era quella che sussiste tra credenti e non credenti,
ma quella che divide le persone pensanti dai non pensanti. Si potrebbe tentare
una sintesi: le persone pensanti sono coloro che danno spazio dentro di sé alle
ragioni dell’«altro»; lo fanno non per consegnarsi all’incertezza, ma per render
più mature le proprie convinzioni...
Il
cardinale: "Bisogna fermare la delegittimazione reciproca delle istituzioni che
si tendono tranelli". L’appello ai politici cattolici: "Siano uniti su vita e
famiglia, valori non negoziabili. Bene la legge sul testamento biologico,
corrisponde al buon senso". E sulla moralità: "Non sia
strumentalizzata"
Un gruppo di laici del nostro Centro ti invita a leggere e, se lo ritieni
opportuno, a sottoscrivere la lettera che hanno scritto su quanto sta vivendo il
nostro paese.
Nella lettera manifestano il disagio per la posizione ufficiale dei nostri
Vescovi, posizione ritenuta troppo poco incisiva e profetica, e auspicano che
anche i laici sentano la responsabilità di agire in prima persona.
Sollecitati dalla lettera scritta da un gruppo di laici, il
giorno 16 febbraio un gruppo di 70 persone si è ritrovato
all’Antonianum di Padova per pregare, riflettere e ascoltare le
preoccupazioni di chi condivide la fede cristiana.
Prendendo come faro la Parola di Dio è stato elaborato un documento dal
titolo “La tua legge, Signore, è nel profondo del mio cuore”
che servirà da piattaforma per una serie di attività da concretizzare nei
prossimi mesi.
La Chiesa simoniaca di Ratzinger Bertone e Bagnasco sabato ha riscosso il suo
prezzo: il forsennato attacco di Berlusconi alla scuola pubblica (“travisato”,
ovviamente: peccato ci sia la registrazione video), dopo che il suo governo ha
coperto la scuola clericale d’oro e altre utilità. E’ il prezzo dell’indulgenza,
per il silenzio della Chiesa gerarchica sulle colpe di Berlusconi, l’ultima
delle quali è il sesso (oltretutto posticcio): ben più gravi lo spergiuro, i
furti delle cricche, l’odio contro i diversi e gli ultimi. Il prezzo
dell’indulgenza: siamo tornati, cioè, alla vendita delle indulgenze, un
regresso di alcuni secoli, altro che prima del Concilio di Papa Roncalli. La
Chiesa simoniaca, appunto.
Caro arcivescovo Carlo, ci rivolgiamo a lei, perché è il nostro pastore.
Sappiamo che il suo ruolo e il suo ministero è proprio quello di ascoltare,
confortare e tenere unito il gregge, cioè guidare il popolo cristiano e aiutarlo
a vivere nella fede, nella speranza e nella carità. Vogliamo quindi esprimerle
alcune nostre gravi preoccupazioni, con semplicità, ma anche con totale
franchezza.
Siamo preoccupati, perché vediamo il nostro Paese scivolare
sempre più in una crisi generale, vissuta da molti con disperazione e senza vie
d’uscita, crisi che rischia di compromettere l’unità stessa della Nazione, nei
suoi aspetti istituzionali, politici e sociali. E la disperazione non è una
virtù cristiana.
Il governo rinsalda la sua maggioranza numerica alla Camera dei Deputati, ma
continua a perdere consenso nel Paese e dentro la Chiesa. E tra il clero a
giudicare dalle dichiarazioni, dalle lettere aperte e dalle iniziative che
continuano a moltiplicarsi nelle parrocchie e nelle diocesi. E che trovano
sempre maggior spazio anche sulla stampa cattolica. Così, ai parroci cui Adista ha dato voce nelle settimane scorse (v.
Adista nn. 110 e 12/11), si aggiunge la voce di don Lorenzo
Blasetti, parroco di Santa Rufina (Ri), la cui opinione è stata
ospitata sulla rivista dei dehoniani di Bologna Settimana (6 febbraio).
Non gli si potrà certo rimproverare di non aver agganciato all’attualità il
messaggio evangelico. Chissà però se Gesù quando pronunciò il Discorso della
montagna aveva in mente Berlusconi e gli uomini politici di
sinistra. Perché nella personalissima esegesi ed interpretazione del Vangelo di
domenica 13 febbraio (Discorso della Montagna, Mt 5, 17-37) del parroco di
Casteldaccia (Pa), don Leonardo Ricotta, proprio a Berlusconi
si riferiva Gesù quando raccomandava di non odiare i propri nemici, e proprio
agli uomini e alle donne di sinistra quando annunciava il «fuoco della Geenna»,
ovvero le fiamme dell’Inferno.
C’è un’Italia che ha voglia di risorgere dalla volgarità di Berlusconi, dalla
sua demagogica inefficienza, dalla sua pulsione a scardinare il sistema
costituzionale. È un’Italia già maggioritaria nei sondaggi, che coinvolge gran
parte del mondo cattolico nonostante gli equilibrismi delle
gerarchie ecclesiastiche.
E un’indagine Swg per l’Associazione cristiano sociali dice che un cattolico su
due giudica troppo indulgente la posizione della Chiesa nei confronti del
presidente del consiglio. Il premier si è affrettato a ricucire puntando
sulle sirene più suadenti alle orecchie del papa e della gerarchia vaticana: i
cosiddetti valori non negoziabili. Il no ai matrimoni gay e alle adozioni per
i single rientrano in questa logica. E anche l’attacco agli insegnanti delle
scuole statali, nelle intenzioni del premier, aveva questa funzione
Dopo la tragedia del fascismo i cattolici guidarono la ricostruzione del paese,
legittimati dal voto popolare, ma soprattutto dalle scelte morali e dalla
coerenza di quanti avevano fatto la Resistenza. Intorno a De Gasperi e Dossetti,
Moro e La Pira c’era una forza e un rigore morale. E la Chiesa aveva Montini in
Vaticano, Della Costa a Firenze, Mazzolari nella pianura padana...E oggi? Chi
ricostruirà il paese dopo il fango di questi anni?
POLITICA
Immigrazione, petrolio, gas, sicurezza, economia sono tutti i fronti della crisi libica. Ma l'Italia della politica sembra ancora
concentrata sulla giustizia e sulle vicende di Silvio Berlusconi. Tutti i rischi che corre il Paese
nella puntata in onda questa sera.
Tra gli ospiti di Giovanni
Floris il ministro dell’interno Roberto Maroni, la presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro, il leader dell’UDC Pierferdinando Casini, il vicedirettore di
Repubblica Massimo Giannini, il vicedirettore del Corriere
della sera Pierluigi Battista, il presidente della Ipsos Nando
Pagnoncelli.
Ci sarà anche un intervento dell’amministratore delegato
dell’ENEL Fulvio Conti.
In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza
La Libia brucia e migliaia di profughi nordafricani cercano rifugio in Europa.
La maggioranza è in grado di affrontare questo possibile “esodo biblico” o è
troppo concentrata sulle vicende giudiziarie che riguardano il Presidente del
Consiglio? Per il Partito Democratico, Berlusconi “non ha più la credibilità per
governare e sta facendo fare al paese solo passi indietro” . Ma quali sono le
proposte di Bersani per guidare il Paese fuori da questa situazione di stallo?
Qual è la sua proposta politica ed economica per sfidare Berlusconi alla guida
del Paese? Ospiti di Michele Santoro il leader del Partito Democratico Pier
Luigi Bersani, il sindaco di Verona Flavio Tosi (Lega Nord) e i giornalisti
Nicola Porro del Giornale e Aldo Cazzullo del Corriere della Sera.
L'intervista di Romano Prodi sulle rivolte in Nord Africa e il ruolo dell'Unione
europea
Il governo italiano ha finalmente fatto un passo giusto nella crisi libica:
l’invio di una missione umanitaria destinata a intervenire sulla vera emergenza
profughi in corso, quella di migliaia di lavoratori stranieri poveri fuggiti
dalla Libia verso la Tunisia e l’Egitto. La crisi è stata denunciata nei giorni
scorsi in maniera pressante dalla Commissione rifugiati dell’Onu e da varie
ong.
Sembra un brutto sogno, o magari uno di quei brutti romanzi di fantaeconomia, ed
invece è proprio la realtà. E’ come se fossimo finiti in un mondo diverso. I
mostri, ricordati ieri su queste colonne da Franco Bruni, sono usciti dal vaso
di Pandora nel quale speravamo di averli chiusi per sempre e assediano le nostre
piccole speranze di un ritorno a una, sia pur risicata e raffazzonata,
normalità. Ne possiamo individuare tre.
La decisione del ministro dell'interno Maroni di fissare le elezioni
amministrative il 15 e 16 maggio (con ballottaggi il 29 e 30) condanna i
referendum, che dovrebbero svolgersi il 12 giugno, a una probabile morte per
astensione e mancanza di quorum.
Le consultazioni ammesse dalla Corte
costituzionale riguardano la privatizzazione degli acquedotti, il ritorno al
nucleare e il legittimo impedimento.
Renzo
Gattegna, presidente degli ebrei italiani, la mette sul piano
istituzionale, come il segno di un dialogo «necessario»... Riccardo Di
Segni, il rabbino capo di Roma che il 17 gennaio dell’anno scorso
accolse Benedetto XVI in sinagoga, parla piuttosto con piglio da
studioso...
Viene qui di seguito pubblicata l’introduzione
alla lettura del testo “Verbum Domini” proposta dal Patriarca card.
Angelo Scola
Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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