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DIRITTO ALLA CASA DA GARANTIRE
19/10/2009
Di Franco Allegri
Nel mio quotidiano impegno per la libera informazione sono sommerso dai contributi di visitatori e lettori. Molti articoli sono notevoli e spesso trattano temi importanti: è il caso dell'articolo che presento oggi e che avevo in archivio da un mese.
Si parla di lotte per la casa a Firenze, ma i discorsi valgono per qualsiasi periferia. Lo scrittore V. Simoni è un militante storico dell'Unione Inquilini.. Un uomo di sinistra che ha visto e combattuto mille battaglie. Visto che anche ad Empoli comincia a farsi sentire il problema della carenza delle case popolari e quello degli affitti alti diffondo anche qui lo scritto. Secondo me il Simoni sostiene che serve un'organizzazione unita dal legame dell'amicizia ma leggete pure da soli quello che dice.
P. S. Ho in archivio anche un pezzo su case e terremoti, ma dovete pazientare.
Nelle case popolari, poveri, brutti e cattivi?
sabato, 12 settembre 2009
Vincenzo Simoni
Non dappertutto così e non è sempre stato così. Ve ne parlo estraendo delle mie memorie : dai miei tre anni in un campo profughi, di quell'estate quando ragazzino di nemmeno 14 anni reclutato da una banda di ladruncoli venni messo in riga dalla famiglia. E le mie bocciature e la difficile risalita nelle scuole superiori. E i venti anni nelle più lontane case popolari di Firenze, al Lippi che fu poi l'avanguardia delle lotte sociali a Firenze.
Ed ancora le occupazioni, nei quattro blocchi di case popolari non finite di costruire a S, Bartolo a Cintoia, con infiltrazioni "siciliane" e rapporti di fiducia perché mi rispettavano, ero onesto, non chiedevamo nulla ma eravamo - noi di Avanguardia Operaia - anche severi.
Decenni nell'Unione Inquilini... Mi bruciarono la macchina, era difficile fare giustizia nelle occupazioni; risentimenti ma anche molto affetto che dura ancora.
Era tutto precario, ma nessun "vendeva" la casa da occupare. Nessuno, allora.
Poi altri sono arrivati e hanno preso il testimone dall'Unione Inquilini: il movimento di lotta per la casa, nostri fratelli. Anche nei confronti di queste occupazioni i fascisti di Palazzo Vecchio chiedono inchieste. Segnalano gli scazzi, le difficili convivenze: fanno i moralisti con i precari totali, spesso segnalati, inquisiti, minacciati di espulsione.
E il lavoro irregolare? E i rapporti illegali? E le famiglie spesso in subbuglio, e le donne maltrattate?
Si fanno inchieste scandalistiche sulla devianza in queste situazioni; a Napoli - e Scampia, a Palermo lo Zen, a Firenze certi fabbricati a Rovezzano, e a Roma? A Roma ... Casalbertone; e che altro ancora ?
Non mi atteggio al Pasolini delle case popolari; non populista, ma consapevole di quello che sono queste borgate, questi quartieri, questi caseggiati: come si sono degradati nel tempo, ma anche come migliaia di inquilini resistono, fanno comunità addirittura con le autogestioni!
Difficile? Spesso frustrante con quei pochi e spesso ostili supporti istituzionali.
Che fare? Ritrarsi, non organizzare, non capire che cosa vuol dire disciplina tra occupanti che arrivano soli e sfiduciati?!
Fare i preziosi, quelli che guardano solo le cifre dei bandi, le graduatorie: i rigoristi?! A questo punto è meglio non far nulla, chiudere le consulenze, se ci si rivolge solo agli "onesti", ai "capaci di difendersi da se", ai "sempre sinceri".
Ma non si sa che vita è quella di chi arriva a noi?
Ripeto: nessuna ideologia della miseria e dell'oppressione; non ci si emancipa adeguandosi al peggio, ma nemmeno possiamo trasformarci in pseudo burocrati irritati.
Bisogna comprendersi tra spezzoni di movimento, fluidificare le reciproche difficoltà: ci deve essere orgoglio per quello che ognuno cerca di fare ma anche amicizia.
Amicizia!
Avete sentito come reagivano in questa sera di sabato al TG3 le famiglie del cosiddetto racket di Milano?
Meridionali, immigrati da decenni, mantenevano ancora lo stesso antico accento: si difendevano, negavano, solidali con chi li aveva fatti entrare.
Quanta severità per gli stracci, per le miserie, per il modo "grezzo" di rapportarsi con i propri simili!
Ma sapete che vita è la loro?
Ma che! Si pensa che questa società sia ordinata dalle moralità, dai comandamenti, dell'etica socialista?! E' cosa dura, sopra i grandi felini, poi gli sciacalli ed anche le mignatte.
Voglio terminare questo che non è uno sfogo ritornando non se se a Marx o a Lenin che se ne intendevano quando ci dicevano, mi pare, che il proletariato riesce a levarsi dal sudiciume in cui vive, non sempre costretto, solo in un movimento di lotta collettivo e non episodico. Non è cosa facile ... anzi è cosa complicata, ci vuole impegno, costanza e mezzi.
Ma giudicare è sbagliato se non ci si misura ... e niente cambia davvero in meglio senza questo rivolgimento.
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54 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Il Partito Del Penultimo Nome
53 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Lo chiamavano Bipolarismo
52 - Tante battaglie per l'acqua
51 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Le cronache di "Doppio Meridione"
50 - Saggio breve sulla corruzione e le sue forme
49 - Lotta alla criminalità organizzata: varie riflessioni
48 - Appunti viennesi: Il potere e il vuoto (di I. Nappini)
47 - Fare politica al tempo della crisi: sulla nuova sinistra e sul MLN
46 - Crisi politica in tempi di crisi economica
45 - Italia se ci sei batti un colpo (di I. Nappini)
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41 - Fra noi in confidenza parliamo di scuola e del dio - denaro (di I. Nappini)
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