£ G R E P P I A I T A L I A £
17/01/2009 Da questo numero Greppia italia si dedicherà anche alle news letter che ogni giorno riceviamo. Iniziamo con i sostenitori di Grillo che ci hanno mandato la seguente news letter.
redazione GN segnala:
In ricordo di Norberto Bobbio: libertà civili, politiche, sociali
http://www.grillonews.com/content/view/336/1/
GN - Alessandria, 9 gen - A cinque anni dalla morte di uno dei protagonisti della cultura del Novecento, GN celebra il filosofo-politologo Bobbio pubblicando un suo saggio del 1958. Nell'opera, scritta a 10 anni dalla nascita della democrazia in Italia, il filosofo piemontese analizza i fondamenti della democrazia moderna rintracciandoli nella libertà civile, politica e sociale".
(a cura di) redazione GN
La vita sostenibile
http://www.grillonews.com/content/view/337/1/
GN - Roma, 11 gen - L'esperienza di un membro del MeetUp di Roma della "vita sostenibile". Proposte e suggerimenti a partire dalla casa alimentata da pannelli fotovoltaici, l'acqua e gli alimenti e la riduzione dei consumi.
Raffaele Fanelli
(redazione Roma)
Spagna, Zapatero va online per spiegare le ricette anticrisi
http://www.grillonews.com/content/view/338/6/
GN - Spagna, 13 gen - Il premier Zapatero in versione 2.0 illustra il piano anti-crisi a milioni di spagnoli mediante il web. Aperto un sito http://www.plane.gob.es/ con il quale il governo comunica direttamente alle famiglie le misure per sostenere l'economia iberica in difficoltà. Un ottimo esempio di web-policy.
(a cura di) redazione GN
"A parte le guerre puniche mi attribuiscono di tutto"
http://www.grillonews.com/content/view/339/6/
GN - Roma, 14 gen - Giulio Andreotti nasce 90 anni fa: L'Europa e l'Italia uscivano dalle trincee della Prima Guerra Mondiale. I cannoni e le bombe del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale vedono la sua prima esperienza politica. Il Senato omaggia i 90 anni del "divo". L'archivio suggella il mito, la leggenda dei record del politico più longevo e misterioso della storia repubblicana italiana. I mandanti dell'omicidio Pecorelli, intanto, altrettanto avvolti nel mistero.
(a cura di) redazione GN
GAZA: 1 MILIONE E MEZZO DI FERITI http://www.grillonews.com/content/view/340/1/
GN - Nazareth, 17 gen - I media internazionali bypassano il dato dei feriti a Gaza. Dietro questa omissione si cela l'idea di suddividere gli abitanti di Gaza in due categorie: civili (donne e bambini) e combattenti-terroristi (ogni uomo sopra i 16 anni). I falsi miti del blocco di Gaza. L'ipotesi che Israele stia punendo l'intera popolazione per aver scelto Hamas nell'elezioni del 2006.
Jonathan Cook
(traduzione a cura di) Alberico Pecora
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Comunicato stampa da Associazione Idra
venerdì 23 gennaio 2009
Processo TAV, puntata 21: un progetto che viola uno dei princìpi del Trattato della Comunità Europea
Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del Volontariato della
Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e
culturale e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
GUAI TAV IN PILLOLE
stralci della requisitoria
che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio
Monferini
hanno pronunciato al processo in corso presso il
Tribunale di Firenze
a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e
Bologna
Ventunesima puntata:
Non pare esportabile un progetto che viola uno dei principi contenuti nel Trattato della Comunità Europea
TRIBUNALE DI FIRENZE
SEZIONE MONOCRATICA
DOTT. ALESSANDRO NENCINI
Giudice
Udienza del 10 aprile 2008
Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni
Tei
[Stralcio n. 21]
È DA PROVARE CHE UN GEOLOGO SI
ARRISCHI A VALIDARE UN PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UNA CASA
PRIVATA SE NON È TRANQUILLO SU QUELLO CHE POTRÀ ACCADERE. [...
FORSE DOBBIAMO CONCLUDERE CHE NEL REALIZZARE OPERE PUBBLICHE SI
POSSA ESSERE PIÙ SPORTIVI, SI POSSA OSARE DI
PIÙ?.
7) ... SALVO LIMPREVEDIBILE,
PERCHÈ LA GEOLOGIA NON È UNA SCIENZA ESATTA (E IL PRINCIPIO DI
PRECAUZIONE?).
Quindi, secondo CAVET, tutto previsto
e comunque mitigato. Salvo limprevisto però, è ovvio.
Gli impatti imprevisti ammessi da CAVET
(v. test. Bollettinari) sono:
- gli impatti sui fiumi (le previsioni,
abbiamo visto quanto poi azzeccate, citavano comunque solo il
Carza e Carlone);
-
la sorgente Castelvecchio;
-
Casa dErci, che si è seccata in due ore invece che in
un anno e mezzo;
-
la sorgente La Rocca.
Impatti imprevedibili fino ad un certo
punto, diciamo noi
perché, abbiamo già detto, cè
chi li aveva previsti, e rimandiamo a Rubellini. Già il gruppo
di lavoro della Regione nel 95, di cui faceva parte
Rubellini, aveva avvisato che doveva essere approfondito il tema
degli impatti sui corsi dacqua. [...] Ma CAVET, per bocca
di Celico, ci dice Che volete da noi. Non sapete che
lidrogeologia non è una scienza esatta? Che vi è la
chiara impossibilità di effettuare previsioni certe?
(Cap. 2.1.2 della CT di Celico).
Ora, se il dr. Celico si fosse fermato
qui, si sarebbe potuto anche sorvolare, visto che lassunto
difensivo certo non sconvolge chi di mestiere fa i processi e in
mille occasioni si è trovato a valutare fatti non rapportabili a
scienze esatte, come la psichiatria, la grafologia, la
ricostruzione dinamica di incidenti stradali, la medicina, la
psicologia, ecc. ecc. E non avremmo certo perso tempo a spiegare
lovvio, ovvero che gli imputati non sono stati certamente
chiamati in giudizio per non essersi dotati di una sfera di
cristallo dellultimo tipo.
Ma il dr. Celico si spinge oltre.
Si spinge fino a sostenere la
bontà del metodo usato da CAVET nello scavo delle gallerie per,
come dice lui, successive approssimazioni, che, dice, non
è uninvenzione di comodo, ma ...unaccorta
ed oculata metodologia di indagine (pg. 57).
Vediamo perché siano giuridicamente
inaccettabili gli assunti del dr. Celico.
Il dr. Celico introduce il concetto di
sorpresa geologica citando lart. 1664, II comma, del Codice
civile richiamato a suo tempo dallart. 25 della legge n.
109/94, oggi sostituito dallart. 132 del D.lgs. 163/2006.
La cosa è interessante, fa un bellassist Celico, la
sorpresa geologica nella disciplina di settore delle opere
pubbliche è citata tra le cause che legittimano le
varianti in corso dopera.
Art. 132. Varianti in corso
dopera (artt. 19, comma 1-ter, e 25, legge n. 109/1994).
1. Le varianti in corso d'opera possono
essere ammesse, sentito il progettista e il direttore dei lavori,
esclusivamente qualora ricorra uno dei seguenti motivi:
a) per esigenze derivanti da sopravvenute
disposizioni legislative e regolamentari;
b) per cause impreviste e imprevedibili
accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l'intervenuta
possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non
esistenti al momento della progettazione che possono determinare,
senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella
qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterino
l'impostazione progettuale;
c) per la presenza di eventi inerenti alla
natura e alla specificità dei beni sui quali si interviene
verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti imprevisti o non
prevedibili nella fase progettuale;
d) nei casi previsti dall'articolo 1664,
comma 2, del codice civile;
e) per il manifestarsi di errori o di
omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in
parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione;
in tal caso il responsabile del procedimento ne dà
immediatamente comunicazione all'Osservatorio e al progettista.
2. I titolari di incarichi di progettazione
sono responsabili per i danni subiti dalle stazioni appaltanti in
conseguenza di errori o di omissioni della progettazione di cui
al comma 1, lettera e). Nel caso di appalti avente ad oggetto la
progettazione esecutiva e lesecuzione di lavori,
l'appaltatore risponde dei ritardi e degli oneri conseguenti alla
necessità di introdurre varianti in corso d'opera a causa di
carenze del progetto esecutivo.
3. Non sono considerati varianti ai sensi
del comma 1 gli interventi disposti dal direttore dei lavori per
risolvere aspetti di dettaglio, che siano contenuti entro un
importo non superiore al 10 per cento per i lavori di recupero,
ristrutturazione, manutenzione e restauro e al 5 per cento per
tutti gli altri lavori delle categorie di lavoro dell'appalto e
che non comportino un aumento dell'importo del contratto
stipulato per la realizzazione dell'opera. Sono inoltre ammesse,
nell'esclusivo interesse dell'amministrazione, le varianti, in
aumento o in diminuzione, finalizzate al miglioramento dell'opera
e alla sua funzionalità, sempre che non comportino modifiche
sostanziali e siano motivate da obiettive esigenze derivanti da
circostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula
del contratto. L'importo in aumento relativo a tali varianti non
può superare il 5 per cento dell'importo originario del
contratto e deve trovare copertura nella somma stanziata per
l'esecuzione dell'opera.
4. Ove le varianti di cui al comma 1,
lettera e), eccedano il quinto dell'importo originario del
contratto, il soggetto aggiudicatore procede alla risoluzione del
contratto e indice una nuova gara alla quale è invitato
l'aggiudicatario iniziale.
5. La risoluzione del contratto, ai sensi
del presente articolo, dà luogo al pagamento dei lavori
eseguiti, dei materiali utili e del 10 per cento dei lavori non
eseguiti, fino a quattro quinti dell'importo del contratto.
6. Ai fini del presente articolo si
considerano errore o omissione di progettazione l'inadeguata
valutazione dello stato di fatto, la mancata od erronea
identificazione della normativa tecnica vincolante per la
progettazione, il mancato rispetto dei requisiti funzionali ed
economici prestabiliti e risultanti da prova scritta, la
violazione delle norme di diligenza nella predisposizione degli
elaborati progettuali.
Nel ribadire il divieto delle varianti
in corso dopera la legislazione fa salvi cinque casi, di
cui quattro connessi ad eventi imprevedibili, quali ad esempio la
modifica della legislazione e la sorpresa geologica.
Quindi cosa si desume? Si desume la
conferma di ciò che questa Procura ha sempre sostenuto. Non
stiamo celebrando un processo per un delitto colposo, per un
difetto di previsione, ma lopposto, ovvero un
processo per dolo, perché, una volta conseguita la
consapevolezza degli effetti del progetto esecutivo redatto non
ci si è attivati - anche e proprio con varianti in corso
dopera - per elidere gli effetti devastanti di ciò che si
andava a fare.
Quindi, seguendo il ragionamento del dr.
Celico, e condiviso il concetto che la idrogeologia non
sia una scienza esatta, non è accettabile che da questa
affermazione se ne possa trarre come corollario il fatto che
tutto è permesso e che qualsiasi conseguenza negativa debba
essere gioco forza accettata e subita.
[....]
Ripetiamo: la legge considera errore o
omissione anche linadeguata valutazione dello stato di
fatto. E allora può essere una esimente sostenere che
la idrogeologia non è una scienza esatta? Riteniamo di no se ci
ricordiamo tutte le fasi che ci hanno portato ai danni per cui
oggi si è celebrato questo processo.
Ricordiamoci che siamo partiti da una
relazione Broili, citata dal dr. Celico come esempio
di ottimo lavoro previsionale, che attesta che per ben
21 chilometri di tracciato CAVET non ha nessuna informazione
riguardati pozzi e sorgenti. Ribadiamo. CAVET non sapeva nulla,
per inefficienza propria, di cosa avrebbe incontrato
per 21 chilometri, ma questo ha poco a che fare con la
questione che lidrogeologia non è una scienza esatta.
Se la geologia poi non è una scienza
esatta, non deve allora operare il principio di precauzione?
La domanda è già stata già posta in
sede dibattimentale al dr. Bollettinari che ha dato una certa
risposta che continuiamo a non ritenere convincente.
È da provare che un geologo si
arrischi a validare un progetto per la costruzione di una casa
privata se non è tranquillo su quello che potrà accadere,
così comè da provare se quello stesso geologo ci mette la
firma o meno se non è più che sicuro o se non ha preso tutte le
precauzioni del caso. Forse dobbiamo concludere che nel
realizzare opere pubbliche si possa essere più
sportivi, si possa osare di più?
E poniamo nuovamente una domanda già
posta. Non si dovrebbe operare sempre e comunque per il
meglio nel massimo rispetto delle generazioni future,
specialmente quando in gioco ci sono beni vitali e preziosi come
lacqua?
Il dr. Celico si è invece già risposto
confermando la bontà del metodo sopra enunciato della
successiva approssimazione e chiama a testimone
lintera comunità scientifica mondiale. Conclude infatti il
Dr. Celico che dai lavori di scavo in galleria la
Comunità scientifica ha tratto un grado di conoscenza
scientifica che non era preesistente e dovuta proprio grazie
allesperienza effettuata nelle gallerie dellAlta
velocità ferroviaria (pg. 67). Citando il teste Mirri
il prof. Celico ci rappresenta che tale esperienza ha permesso
anche di organizzare numerosi convegni ai quali hanno
partecipato geologi di tutto il mondo, inclusi quelli della Cina,
Giappone, USA e UE che ne hanno rimarcato linteresse
scientifico con molte domande e vivaci discussioni (Pg.
71). La cosa non pare provi troppo a favore degli
imputati. È come dire che oggi, grazie alle lavorazioni che
hanno comportato lutilizzo dellamianto, gli
scienziati e i medici hanno potuto organizzare molti convegni e
ora sanno molto di più sul mesotelioma polmonare.
Quindi non dubito affatto della circostanza che
si siano tenuti convegni sugli scavi dellAlta Velocità nel
Mugello, ma non diventano accettabili per questo motivo i
riferimenti allasserita legittimità - perché di questo
stiamo parlando - di una metodologia per successive
approssimazioni quali quelle concretamente poste in essere nel
caso del Mugello.
E questo è il principio di
precauzione. E non si pensi che il principio di precauzione
sia una invenzione della Procura. Visto che stiamo trattando
della realizzazione di una delle opere più imponenti di Italia
realizzata da un consorzio formato da colossi
dellimprenditoria nazionale, ci si sarebbe aspettati che
fossero questi stessi soggetti ad esigere da loro stessi un
comportamento adeguato per poter competere anche sui mercati
esteri, primi fra tutti quelli europei, ma così non è stato.
Forse proprio perché non si è in grado di competere in mercati
maturi quali quelli europei magari si ripiega su quello interno e
su qualche altro mercato più arretrato.
Diciamo questo perché sembra davvero
difficile ipotizzare che possa essere esportato in Europa un
progetto come quello della tratta Firenze-Bologna che non viene
appaltato in regime in concorrenza ed allesito di una gara
europea, che alla fine costerà il doppio se non di più del
preventivato e che prevede lo smaltimento delle rocce da terra e
da scavo in base ad una legge ad hoc per la quale la Repubblica
Italiana è stata condannata proprio in sede europea.
E qui, tornando al tema che stiamo
trattando, si deve evidenziare come il principio di precauzione,
e insieme quello dellazione preventiva, sono i principi che
devono guidare, in modo prioritario, le scelte ambientali in
Europa. E non è un auspicio, è norma di legge. Lo impone
lart. 174, par. 2, del Trattato della Comunità Europea: La
politica della Comunità in materia ambientale mira a un elevato
livello di tutela, tenendo conto della diversità delle
situazioni nelle varie regioni della Comunità. Essa è fondata
sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul
principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei
danni causati all'ambiente, nonché sul principio «chi inquina
paga».
Testuale. E scusatemi se è poco. Cioè,
non è la requisitoria del Pubblico Ministero: è un articolo del
trattato della Comunità Europea.
Ecco dunque perché non pare
esportabile un progetto che non rispetta proprio il principio di
precauzione e che viola uno dei principi contenuti nel Trattato
della Comunità Europea, e perché non convincono le
teorie del prof. Celico e del dr. Bollettinari.
Il principio di precauzione è diritto
positivo vigente. Ma cè di più. Oggi, il
principio di precauzione è diritto positivo vigente anche
secondo lordinamento italiano. Lart. 3 ter
del Decreto legislativo ambientale n. 152/2006, per come di
recente modificato dal Decreto legislativo correttivo n. 4 del
16.1.08, testualmente recita: La tutela
dellambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio
culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e
privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private,
mediante una adeguata azione che sia informata ai principi della
precauzione, dellazione preventiva, della correzione, in
via prioritaria alla fonte, dei danni causati allambiente,
nonché al principio «chi inquina paga» che, ai sensi
dellarticolo 174, comma II, del Trattato delle Unioni
Europee, regolano la politica della comunità in materia
ambientale.
Finalmente in modo espresso anche nella
legislazione italiana: ma solo come repetita iuvant,
in quanto il principio era già vigente essendo, come detto, già
contenuto del trattato della Comunità europea. Era principio
giuridico consolidato, necessario corollario di uno stato di
diritto che costituzionalmente tutela il paesaggio.
Più banalmente sembrerebbe anche solo
un principio di buon senso, ma tantè.
È sempre principio giuridico
consolidato, in sede penale però, invece, il principio per cui,
nel dubbio che si possa realizzare un evento, ci si debba
astenere dal tenere la condotta che lo può cagionare.
Comportarsi diversamente significa accettare che levento si
realizzi e quindi doverne sopportare le debite conseguenze.
E allora credo che proprio sì, debba rispondere
in sede penale chi non rispetti quella legge espressamente che ti
dice che quando ti rendi conto che la cosa che stai facendo non
corrisponde a ciò che hai progettato ti devi fermare, prenderne
atto, e comportarti di conseguenza, approntando proprio quelle
varianti necessarie in corso dopera che ti permettano di
agire come dovuto.
Chiudendo il cerchio faccio un esempio [...].
Una società farmaceutica vince lappalto di un ministero
della sanità e deve vaccinare 1000 bambini con un vaccino da lei
prodotto. Non fa test antivaccinazione, si informa a malapena
sulle allergie dei bambini, non informa i genitori dei rischi, e
non acquisisce sottoscrizioni di un consenso informato. Comincia
in corso dopera, monitora qualche bambino qua e là, gli
misura la febbre, e dopo 20 vaccinazioni ne muoiono 3. Alla prima
famiglia un dottore le dice che è colpa di una malattia
tropicale, della siccità. A unaltra le dice che forse il
bambino non è morto, ma che tra cinque anni si riprenderà [...],
fa mettere a verbale una dichiarazione [...] partecipa alle spese
per il funerale [...]. Alla terza famiglia le dice che no,
il fatto era imprevisto, e che la medicina non è una scienza
esatta, che è vero. Quindi si continua con le vaccinazioni, si
va avanti, dopo 1000 ne muoiono altri 47, per cui su 1000 bambini
ne muoiono 50. Grazie a questa vaccinazione la Comunità
scientifica internazionale fa vivaci e gremiti convegni [...], sa
tutto su questa malattia e sugli effetti collaterali del vaccino.
E io come Pubblico Ministero non dovrei fare un processo a questa società farmaceutica? [...] No, io procedo per omicidio volontario e chiederei la condanna di questi soggetti.
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CONTINUA LA LOTTA CONTRO LA BASE NATO A VICENZA
10/12/2008
Mettiamo radici al Dal Molin: compriamo un pezzo di Presidio
Alle migliaia di donne e uomini che, da tutta Italia, hanno affiancato con il proprio sostegno e con la propria partecipazione la mobilitazione dei vicentini contro la costruzione della nuova base USA, chiediamo di contribuire alla realizzazione del nostro progetto di acquistare un terreno per il Presidio No Dal Molin. Abbiamo alle spalle più di due anni di lotta, iniziative ed azioni, tutte rivolte ad un unico obiettivo: bloccare la costruzione della nuova base militare. Tutto è stato sinora possibile grazie all'impegno di centinaia di donne e uomini che si sono uniti al Presidio Permanente. Dal 16 gennaio 2007 è il simbolo di una lotta comune. Ora questo luogo deve essere rafforzato, uscire dalla precarietà vissuta fino ad oggi. C'è il rischio di non avere un luogo fisico per il Presidio e questo finirebbe per mettere in difficoltà la lotta che da oltre due anni stiamo conducendo. La posta in gioco è quindi troppo alta, e l'autosostegno economico dei vicentini, che ha permesso al Presidio di continuare caparbiamente ad esistere, oggi non basta più: abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti.
L'intenzione è quella di acquistare, tutti assieme, un terreno adiacente all'area Dal Molin per far mettere radici al Presidio definitivamente. Per far questo, oltre alla solita determinazione e piccola vena di follia, servono somme ingenti: per questo rivolgiamo un appello a tutte e tutti, in Italia e all'estero, perché ci aiutino contribuendo con l'acquisto di una o più quote da 100 Euro per il nuovo Presidio o, in alternativa, divenendo "sostenitore attivo" con il versamento di 50 Euro (25 Euro per studenti e precari). Per sapere come contribuire, perseguire la progressione dei lavori, per info e aggiornamenti visita "http://www.mettiamoradicialdalmolin.blogspot.com"
Presidio Permanente No Dal Molin Via Ponte Marchese - Vicenza \par c.p. 303 36100 Vicenza http://www.nodalmolin.it
IL FUTURO E' NELLE NOSTRE MANI difendiamo la terra per un domani senza basi di guerra
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Per leggere le edizioni precedenti: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22
22 - Grillo news, No Ponte e No Dal Molin
21 - ATTAC, Disarmiamoli, NO Ponte, No Dal Molin
20 - ATTAC e la crisi + i pezzi di Greppia 19
19 - SI alla pace NO al ponte e al Dal Molin
18 - Contro il ponte a Messina e a favore delle lotte dei no Dal Molin
17 - Speciale greppia mondo: sei mesi decisivi: i prossimi!
16 - Nessuno s'illuda sul voto Abruzzese
15 - Malgoverno generalizzato in tempi di recessione irreversibile
14 - Greppia energetica
13 - La Lotta dei No Dal Molin continua
12 - Report: la puntata sulla crisi economica del 19/10/2008
11 - Nuovi fondi pensione nel pubblico impiego; il finanziamento dei partiti
10 - Una difesa per Grillo e i suoi meet up, le bollette enel, No dal Molin, precari istat
9 - In difesa di Grillo e dei suoi meet up, la Crisi della sinistra (ristampa)
8 - Crisi della sinistra, Bilancio della petizione sull'uranio, Mobilitazione dei "No Dal Molin"
7 - CASTE: i sindacati, l'Alitalia, i sindaci delle grandi città