£  G R E P P I A   I T A L I A  £

La valigia dei sogni e delle illusioni

Non vedo più il Belpaese

Del prof. I. Nappini

Ho sentito dire che quando qualcuno si volge indietro con la memoria e non riconosce più il posto dove vive è il segno del tempo passato e della vecchiaia.

Nel mio caso opto per una lettura diversa è il Belpaese ad essere rapidamente invecchiato al punto che in 25 anni è diventato irriconoscibile.

In fin dei conti togliendo alla mia età gli anni dell'infanzia e i primi segni della pre adolescenza viene proprio quel conto in anni che corrispondeva un tempo al passaggio generazionale.

In realtà la rapidità dei cambiamenti è stata tale che è come se al posto di una generazione ne fossero passate due o tre.

Di sfuggita basta pensare alla grande politica: dal mondo Bipolare si è passati nel 1991 a quello monopolare a guida statunitense e dopo solo 10 anni nel 2001 si è giunti a un mondo dominato da grandi potenze in competizione fra loro.

Dove sia il Belpaese del tempo che fu non è noto, quel che mi si offre davanti ai miei occhi è una massa informe di singoli che si trovano assieme a far delle cose, a sbarcare il lunario, che vanno avanti con il dubbio di non poter mantenere il tenore di vita dei loro genitori, la mia generazione sembra destinata ad essere più povera della precedente, ad avere meno possibilità, a mettere al mondo meno figli.

Questo è qualcosa di nuovo che prima o poi produrrà i suoi danni, non si può lasciar andare alla deriva un paio di generazioni e sperare che qualche miracolo della "Madonna dai Sette Dolori" o di "Padre Pio" metta le cose a posto.

Non credo che sarebbe giusto neanche dal punto di vista cristiano.

Quel che vedo è una generazione con meno possibilità, perché con la nuovissima crisi anche le possibilità di migrare all'estero, per chi può, si riducono.

Ci vorrebbe la politica, e non l'elargizione di qualche mancia o elemosina più o meno spilorcia ai bisognosi di turno.

Il potere politico dovrebbe essere in grado di indicare e favorire dei percorsi di sviluppo e benessere, di dare il senso di cosa dovrebbe essere questo paese.

Oggi la politica quando funziona si limita alla banale amministrazione e non ha la pretesa di spostare qualcosa.

L'Italia gira a vuoto sui suoi problemi.

Un fracasso di personaggi televisivi e piccole dive, di ricordi vecchi confonde un popolo già messo male, pieno di rancori e frustrazioni, dove tutte le divisioni politiche e ideologiche del passato, molte delle quali vivono solo nella memoria, convivono con nuovi e concretissimi dolori.

Mi riferisco al precariato diffuso e alle nuove povertà che si fondono in unal paura indistinta con il caos psicologico portato dalla presenza in Italia di nuovissime comunità che ancor oggi denominiamo straniere o di recente immigrazione.

Quello che avanza è un Belpaese amareggiato e impaurito, reso duro di cuore e d'orecchio dall'idolatria del Dio - denaro e da una crisi severa e impietosa.

Devono per forza prendere forma tempi migliori, momenti un poco più felici di questo; deve esserci prima o poi un tempo nel quale il Belpaese ritornerà in qualche sua forma dispensando quel poco di felicità che è possibile distribuire agli umani.

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53 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Lo chiamavano Bipolarismo

52 - Tante battaglie per l'acqua

51 - FIABE DAL MONDO DELLA POLITICA: Le cronache di "Doppio Meridione"

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49 - Lotta alla criminalità organizzata: varie riflessioni

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47 - Fare politica al tempo della crisi: sulla nuova sinistra e sul MLN

46 - Crisi politica in tempi di crisi economica

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