£  G R E P P I A   I T A L I A  £

Fare politica al tempo della crisi: sulla nuova sinistra e sul MLN.

26/08/2009

Di F. Allegri

Nei giorni che su internet imperversava la discussione sull'iscrizione rifiutata di Beppe Grillo al PD e sulla sua strana candidatura alla segreteria di tale partito, ricevetti la seguente lettera. Essa era contenuta nella news letter di Micromega che mi arrivava da alcune settimane. Leggete con attenzione il testo e troverete in seguito le mie riflessioni. Vi premetto solo che non sono interessato a militare nei 3 mondi proposti e non ho mai pensato al quarto, anche singolarmente e mai in tutti contemporaneamente.

Resto favorevole alla lista a 5 stelle di Empoli in attesa di chiarimenti e delucidazioni su questo MLN che tardano ad essere diffuse e ad arrivarmi. Non ho fretta di conoscere un progetto che potrei gradire poco. Del resto non ci deve aspettare da Grillo che cambi il mondo mentre dobbiamo ringraziarlo per quel che ha fatto. Leggete pure la lettera e riprenderò dopo la riflessione.

"http://temi.repubblica.it/micromega-online/usiamo-i-partiti-per-i-nostri-valori/"

di Paolo Flores d'Arcais, da il manifesto, 11 luglio 2009

La discussione sulla sinistra parte dal presupposto che ve ne sia una sola possibile, l'area Ferrero - Vendola - Diliberto - chi - più - ne - ha - più - ne - metta, disorganizzata e frammentata, da riorganizzare.

A me sembra invece che la prospettiva vada rovesciata, assumendo il punto di vista del cittadino d'opposizione radicale (preciserò poi in che senso) e non quello delle - più che malconce - organizzazioni note. Questo cittadino esiste in carne ed ossa, in alcuni milioni di esemplari, e negli ultimi anni ha vagabondato tra quattro opzioni elettorali diverse: Partito democratico, Di Pietro, una delle varie sinistre, non voto.

Per ciascuno di noi preso singolarmente, queste opzioni non sono equivalenti, anzi sembrano disporsi in modo diversissimo su una scala di valore. E neppure per l'insieme (i famosi milioni di cittadini d'opposizione radicale) sono equivalenti, sono però scelte fungibili. Vale a dire: fermi restando gli stessi valori e interessi, il cittadino decide che lo strumento meno lontano per la loro realizzazione è di volta in volta questo o quel partito, o addirittura la rassegnazione/protesta del non voto.

Se andiamo a vedere i contenuti, la base elettorale dell'opposizione intransigente, benché in superficie estremamente variegata (al limite: ciascuno ha la sua sfumatura/ubbia, a cui tiene idiosincraticamente) è nella sostanza molto più omogenea di quanto siano le opzioni politiche tra cui può scegliere. Credo sia convinzione di quei milioni di cittadini che la semplice applicazione della Costituzione sarebbe oggi come oggi un vero programma di riformismo rivoluzionario. E comunque, lotta al precariato e al lavoro in affitto, allargamento del welfare nell'efficienza (meritocrazia in ogni ordine di concorsi, anziché nepotismo), giustizia eguale per tutti (cioè eguale garantismo e/o severità per il borseggiatore da strapazzo e i Madoff nostrani), distruzione del monopolio televisivo privato e della lottizzazione in quello pubblico, drastica riduzione dei privilegi della Casta, eliminazione di ogni spesa, diretta o indiretta, per l'istruzione privata, e via seguitando: credo che tutti ci troveremmo d'accordo, al di là di ogni diatriba ideologica. D'accordo anche nel considerare che, date le tragiche condizioni di partenza, un programma minimo sarebbe già una inversione epocale.

Ne traggo una conseguenza. Questi milioni di cittadini dovrebbero agire utilizzando strumentalmente i partiti esistenti tutte le volte che se ne offra una effettiva, ancorché piccola, occasione. Dovrebbero considerare, in forma permanente, tali partiti degli attrezzi "usa e getta", abbandonando il feticismo retrò secondo cui iscriversi era gesto di identità, quasi religioso.

Per esemplificare. Si aprono tre stagioni congressuali. Quella del Pd, quella dell'IdV, quella delle sinistre (inevitabile seppure non ancora indetta, a meno che i loro dirigenti non decidano un harakiri definitivo).

Per quale motivo un "militante d'avanguardia" dell'opposizione dovrebbe scegliere a quale dei tre processi partecipare? Perché mai non dovrebbe partecipare a tutti e tre, se in ciascuno di essi si aprono brecce per una possibilità non puramente ipotetica di contare qualcosa?

Passare da un partito all'altro per fare carriera si chiama opportunismo. Usare i partiti in questo modo sarebbe invece disinvoltura repubblicana, o perfino "patriottismo costituzionale", visto che l'articolo 49 della Costituzione afferma che il soggetto sono i cittadini, i partiti sono solo uno strumento, attraverso cui essi cittadini "concorrono a decidere".

Poiché il congresso del Pd è cronologicamente la prima scadenza: se Rossana Rossanda individualmente si iscrivesse al Pd, suonerebbe come resa. Se si iscrivesse Rodotà, sempre individualmente, smentirebbe il suo passato. E così Margherita Hack, che è stata candidata dei "Comunisti italiani", e Revelli, e la lunghissima lista di nomi che vorrei e potrei fare (di me non parlo, per falsa modestia).

Ma se decine di personalità che hanno rappresentato spesso il meglio della storia della sinistra, e oggi della società civile, si iscrivessero simultaneamente al Pd, darebbero luogo ad un piccolo Big Bang capace di mobilitare centinaia di migliaia di cittadini, e di rifondarlo questo partito, alla lettera: costruirlo su fondamenta nuove, libere da crepe di nomenklature.

Se andrà male, ciascuno avrà gettato alcuni euro e qualche ora di tempo, non sarebbe una tragedia.

Se funzionasse, sarebbe una nemesi e una speranza vera.

Insomma, un protagonismo organizzato, e a geometria variabile, cui potrebbero fare da catalizzatore quotidiani, riviste, siti web, associazioni della società civile, immetterebbe massiccio ossigeno democratico in una morta gora nella quale l'opposizione rischia di estinguersi. Vogliamo provarci, ora?

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Quando lessi tale lettera scrissi subito una risposta che riporto fedelmente a nome di Futuroieri, l'associazione che presiedo:

"Vi ringrazio della mail e del suggerimento politico che non ci interessa e non praticheremo. Non credo che voi non conosciate i partiti per quelli che sono e non capisco perché date anche a noi un suggerimento tanto ingenuo e fuori luogo. Noi non ci sogniamo nemmeno di iscriverci ad uno solo di quei partiti perché sappiamo fare politica senza di loro e meglio di loro.

Sappiamo anche che i pochi tesserati dei partiti non sono mai ascoltati dai loro dirigenti cooptati e questo dura da sempre in tutti i partiti dove il gruppo dirigente domina, la casta sottostante dei burocrati esegue e la base dei tesserati paga qualcosina e sostiene acriticamente.

No grazie, in quel caso sarebbero i partiti a servirsi di noi.

PS Noi stiamo ancora festeggiando i tanti piccoli successi che abbiamo contribuito a creare in tanti posti alle liste di Beppe Grillo che stranamente ignorate. Quella dello spontaneismo di gente libera è la nostra strada che praticavamo anche prima che ci venisse incontro Beppe!"

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Forse entrai in un dibattito più grande di me, certamente a un mese e mezzo di distanza riscriverei le stesse cose. La scelta del PD di Grillo si è rivelata momentanea e presto sarà dimenticata dalla gran parte della gente distratta mentre i fedelissimi del PD gliela rinfacceranno a vita con gli argomenti più disparati.

Dopo quell'errore Grillo ha avuto l'idea del MLN (Movimento di Liberazione Nazionale). Al momento non ne so ancora nulla e anche on line non ho trovato spunti.

Questa mancanza di dibattito mi preoccupa ancora di più del progetto stesso. Questo MLN rischia di apparire come un nuovo partito che non nascerebbe nelle condizioni ideali e dovrebbe affrontare difficoltà enormi per svilupparsi.

Temo che molti non sappiano distinguere tra un partito, un movimento e una lista civica, quali sono le differenze e quali le virtù reciproche.

La forza di Beppe era nello spontaneismo e nella sua testimonianza personale esemplare che spesso è stata attaccata in modo vile.

Tutto questo può entrare in un movimento?

Forse si, ma un movimento per essere tale ha bisogno di un altro elemento, quello personale.

Un movimento nasce dall'incontro di tante persone, dallo sviluppo di relazioni interpersonali. Forse esso può nascere attraverso internet, ma non è detto perché gli strumenti tecnologici tendono a rendere impersonali i rapporti umani e questo non può stare alla base di un movimento.

Certamente non temo la nascita di un nuovo partito personale sulla falsa riga della PDL o dell'IDV; sono preoccupato per eventuali disaffezioni e defezioni e temo soprattutto il fatto che Grillo possa sprecare energie per un progetto più grande di quello che può fare.

Un MLN non può funzionare se si limita a coordinare le decine di collaboratori che Grillo ha coalizzato in questi anni perché un movimento necessita anche di numeri minimi e in quel caso sarebbe una realtà molto piccola. Fare un movimento vuol dire aprirsi al mondo, ai quei singoli che si trovano nelle vicinanze e ad altre realtà politiche sorelle o presunte tali.

Ho accostato il movimento di Grillo (il MLN) alla sinistra variegata e non l'ho fatto a caso e del resto non è la prima volta.

Voglio far capire ai miei lettori che nel panorama politico italiano ci sarà posto solo per una realtà fra tale MLN e il nuovo mondo comunista - ambientalista. Siatene cosciente e traetene le conseguenze opportune, ma soprattutto siate protagonisti e difensori dei vostri diritti, soprattutto quelli che sono minacciati in modo evidente!

Purtroppo la sinistra sarà il primo grande ostacolo allo sviluppo del MLN e si dimostrerà un avversario forte e tenace. Preannuncio un nuovo disastro e ne sono cosciente. Per fortuna oltre questo caos prima o poi emergeranno i veri movimenti di riforma ed essi avranno progetti tematici specifici. Ormai resta solo quel treno e almeno a me piace!

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46 - Crisi politica in tempi di crisi economica

45 - Italia se ci sei batti un colpo (di I. Nappini)

44 - Berlusconi visto come una vecchia star

43 - BEPPE GRILLO E LA SFIDA PER LA SEGRETERIA DEL PD: UN PESSIMO PROGETTO.

42 - Perplesso e governato da un uomo che non sta bene

41 - Fra noi in confidenza parliamo di scuola e del dio - denaro (di I. Nappini)

40 - Smottamenti collaterali (di M. Travaglio)

39 - La nostra civiltà: per tutti e per nessuno

38 - Ma dove sono i problemi della mia generazione? (sulla campagna elettorale)

37 - Decrescita a sinistra e NO al falso nucleare

36 - tagliati i fondi alle linee 2 e 3 della tranvia a firenze, la posizione del meet up

35 - Se i governi non fanno tutto quello che potrebbero .....

34 - La repubblica degli scampati alle indagini + class action + No Dal Molin

33 - La grande crisi del 2009 + class action + No Dal Molin

32 - Quando il meno peggio è la lega

31 - Polemiche superate e reali sul terremoto in Abruzzo!

30 - Contro il piano strutturale di Firenze

29 - Le due grandi crisi: da quella di liquidità a quella di mercato.

28 - Acqua pubblica: in Europa e in Italia

27 - Speciale crisi politica italiana + no dal molin

26 - Acqua pubblica e a buon mercato e le lotte del movimento "NO al dal Molin"

25 - Comunicato politico numero sedici di Beppe Grillo

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