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(diario della crisi: 2010 - Venticinquesimo mese di SESSANTA minimo)
P.S. qualcuno vocifera di un ventennio critico
Il 2010 sarà un anno difficile e duro (speravo di no)
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LA CRISI ARRIVA IN PARLAMENTO
Misure “urgenti” per contrastare la crisi economica (parte finale)
Appuntatevi le 10 proposte UDC!
30/03/2010
Di F. Allegri
Concludo la mia rassegna sul dibattito alla camera sul tema della crisi.
Purtroppo alcuni inconvenienti tecnici hanno rallentato il mio lavoro, ma mi permettono anche di fare due considerazioni politiche sulle elezioni regionali.
Queste meritano poco spazio; a mio avviso si useranno queste elezioni come spartiacque fra 2 delle tante fasi che caratterizzano questa crisi e quella che parte è di quelle dure!
La seconda cosa che voglio dire è che il voto accentuerà le divisioni nel governo e vedremo se (come dicono in tanti) il governo Berlusconi sarà sostituito da quello di Letta zio!
IO QUI CONSTATO SOLO CHE IN QUESTO DIBATTITO I PARLAMENTARI GOVERNATIVI NON HANNO PARLATO MOLTO DI FUTURO E NON HANNO PRESO GRANDI IMPEGNI. Può trattarsi anche di limiti culturali noti.
Nessuno ha guardato oltre la collinetta di queste elezioni perché sapevano tutti che la maggioranza si avvicina ad un bivio fatto di accordi (anche sotto – banco) o rottura quasi al buio della maggioranza! Ne vedremo delle curiose e io sarò qui a spiegarvele.
Oggi ripartirò dall’onorevole Fluvi, democratico eletto nel mio collegio elettorale e mi permetto di segnalare che tra gli interventi spiccano quelli di Giuliano Cazzola e Matteo Colaninno mentre per il resto il grigiore e l’immobilismo sono generalizzati, con qualche punta di pregio.
Il grande nervosismo di Tremonti non è spiegabile e lo si può misurare solo vedendo il video, segnalo anche due stoccatine di Fini: la prima al ministro stesso e la seconda al leghista Gibelli, sono momenti da vedere nei video, per chi lo può fare! E per me sul punto, qualche ragione Gibelli l’aveva!
CONSIDERO COMICO IL SIPARIETTO CHE SI È CREATO MENTRE PARLAVA IL PARLAMENTARE “COMMERCIO” DEL GRUPPO DEGLI ALLEATI PER IL SUD: ALLE SUE SPALLE TRE LEGHISTI FINGEVANO DI LEGGERE IL GIORNALE “LA PADANIA” E CERCAVANO DI MOSTRARE LA TESTATA DI QUEL GIORNALE DURANTE LA DIRETTA TELEVISIVA. UNO HA FINTO DI LEGGERE L’ULTIMA PAGINA, QUELLA PUBBLICITARIA, IL VIDEO E’ DA RIPORTARE SENZA DUBBIO!
Io so come reagirebbe il parlamentare sudista se scoprisse questo video: l’opposizione avrebbe un voto in più!
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Alberto Fluvi ha fatto un’analisi generale della crisi affermando che in giro c’è la sensazione di essere stati lasciati soli e che bisogna cavarsela. Questo vale per i distretti, per le famiglie e per i lavoratori. A SUO AVVISO BISOGNA ALLEGGERIRE IL CARICO FISCALE SUL LAVORO e non rinviare gli interventi. Il reddito delle famiglie è calato del 4%, ma in generale non tutti sono colpiti dalla crisi. Questa frase è vera, ma ha più interpretazioni e a me interessati di più il caso dei salvati rispetto a quello dei privilegiati!
Per Fluvi le attese e i rinvii non sono neutri, per me sono il segno di limiti culturali e di borsa.
Fluvi ha guardato dietro l’angolo con considerazioni di questo tipo: “dalla crisi si esce tutti insieme o solo chi corre meglio. In futuro o si crea maggiore solidarietà o maggiore ingiustizia sociale e fiscale. Dopo alcuni riflessioni legate alla tenuta delle entrate IRPEF, Fluvi ha elogiato il governo Prodi il quale avrebbe difeso il rigore, ma con la redistribuzione (abbiamo sempre lasciato i conti meglio di come gli abbiamo trovati). LA SUA RICETTA: riallocare il carico fiscale per puntare sull’equità, la giustizia sociale e il sostegno alla domanda interna.
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SUBITO DOPO È INTERVENUTO GIULIANO CAZZOLA e ha fatto un’analisi di ampio respiro, troppo politica forse, ma ci sono vari elementi di verità. Egli ha riflettuto sul crollo della domanda globale che ha paralizzato gli esportatori come noi (ha dimenticato la Cina sigh!).
Subito dopo si è concentrato sul documento sul lavoro diffuso dal PD, è una critica di 19 punti contro l’azione del governo in tema di lavoro. Egli non l’accetta, a suo avviso il governo ha fatto molto di più rispetto a quello che si dice in tale documento.
Il governo ha fatto il sostegno al reddito! Cè stato l’allargamento della cassa integrazione a categorie di lavoratori che non l’avevano mai avuta. (Temo però che nei prossimi mesi non ci sarà per tutti!) Subito dopo Cazzola ha replicato a Damiano rassicurandolo sul fatto che la commissione lavoro affronterà varie questioni subito dopo le regionali. (E noi di Empolitica vi faremo sapere).
Dopo queste divagazioni, Cazzola ha cercato di guardare oltre l’emergenza.
Ha citato la riforma degli ammortizzatori sociali con le norme sulla conciliazione (che per qualcuno potrebbero essere brutte, vedi piccola industria). Il protocollo del welfare del 2007 c’è ancora mentre credo che qualcuno debba preoccuparsi quando Cazzola dice che questa maggioranza ha ereditato la riforma delle pensioni, con i suoi scalini che sostituirono lo scalone. Si tratta di una differenza di 7,5 miliardi in 10 anni.
Resta la norma sul lavoro usurante, mentre il governo ha reintrodotto il lavoro a somministrazione e lo staff leasing. Il suo attacco alla CGIL è stato frontale e ha ricordato che resta il testo unico sulla sicurezza e sul lavoro, con il riordino delle sanzioni. Tutte le riforme fatte in tema di lavoro erano nella legge delega e a suo avviso non è possibile aggirare l’articolo 18. Per me in qualche caso si!
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SUBITO DOPO HA PARLATO MATTEO COLANINNO.
E’ partito dalla constatazione che si affermano Asia e Brasile e dalla necessità del riposizionamento produttivo! Ovvero c’è da regolare una grande ristrutturazione industriale e manifatturiera.
Alle imprese serve solidità patrimoniale e finanziaria, ci vorranno alleanze internazionali, non basteranno le solite “famiglie”. Quelle! Egli le critica parlando di passaggio generazionale.
C’E’ UNA SFIDA AL CAPITALISMO ITALIANO, VA CAMBIATO IL FARE IMPRESA.
Forse ha chiesto poco alla politica, ma il disegno della situazione economica è lucido.
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DOPO E’ STATO IL TURNO DI GIOVANNI FAVA – LEGA NORD.
Egli ha elogiato il rigore di Tremonti che non ha aumentato le tasse al Nord!
La mozione della maggioranza andrà attuata dopo le regionali e si basa su vari punti:
1) Sullo sviluppo del mezzogiorno si cambia marcia e rotta;
2) In tema di accesso al credito bisogna riformare il Basilea 2 per dare stabilità al risparmio. Bisogna superare le regole rigide che bloccano le piccole banche e le imprese, (su questo punto concordo, in quello precedente i suoi ragionamenti mi sono sembrati poco razionali);
3) In tema di crisi edile servirà un piano di riconversione per molti lavoratori del settore (sarà una decimazione, rammento qui che molti sommersi saranno donne o edili del sud, pochi altri avranno il coraggio o l’intelligenza per fare questa puntualizzazione);
4) in tema di agricoltura il leghista ha parlato solo delle quote latte, certamente troppo poco;
5) sul tema dell’energia ha citato la legge approvata quel giorno per le isole.
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SUCCESSIVAMENTE CI SONO STATI 3 INTERVENTI DI DEMOCRATICI: LULLI, D’ANTONI E LA DE MICHELI.
Lulli ha parlato della crisi tra i piccoli, gli operai, gli artigiani e le piccole imprese, si tratta di una perdita da 65 miliardi. La nostra economia reagisce peggio alla crisi, calano gli investimenti e si rischia il restringimento della base produttiva. Le piccole imprese hanno debiti forti e manca una politica industriale del governo, anzi avanza la DEINDUSTRIALIZZAZIONE.
Egli propone la green economy e ha criticato i soldi dati ad Alitalia; bisogna aiutare i distretti, va difesa l’Eutelia e la FIAT, anche investendo sull’auto elettrica.
“Perché si danno i contentini ai tricicli?” si è chiesto e ha concluso dicendo che il paese vuole lavorare e ne ha bisogno.
Sergio D’Antoni ha parlato delle aree deboli del paese e dei ceti deboli. Si deve ripartire da quelle aree se si vuol fare uscire tutto il paese dalla crisi! Si rischiano nuove involuzioni dato che il governo abbandona il meridione e alcuni onorevoli hanno la sindrome di Stoccolma: amano i loro sequestratori. Al Sud servono risorse ed anche il lavoro produttivo. In futuro avremo un paese diviso e ancora in crisi (per me anche a prescindere delle riflessioni del buon D’Antoni e di questo conflitto apparente, nord contro sud).
Paola De Micheli ha affrontato la questione del rapporto tra crisi e enti locali. Ci sono 13 miliardi di residui passivi disponibili da sbloccare. Alcuni pagamenti sono stati ritardati di 24 mesi. Gli investimenti locali sono scesi dal 68% al 50%. Avremo 15 miliardi di progetti, ma potevano essere 22. Occorre potenziare i servizi a famiglia e persone (rilancio del lavoro femminile).
IL PATTO DI STABILITA’ BLOCCA TUTTO! In parte sono d’accordo, su questo tema avrò delle certezze a fine estate. Concordo sul fatto che il saldo di comparto è dovuto al taglio degli investimenti. Per lei serve un patto di stabilità diverso che metta in equilibrio gli investimenti e i servizi.
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L’ultimo intervento è stato di Simone Baldelli PDL che ha elogiato il patto di stabilità e le riforme nel sistema bancario. La parte migliore è stata la conclusione, nucleare a parte: ha elogiato gli ammortizzatori sociali, il federalismo fiscale e la riforma Brunetta. Segnalo anche l’elogio del libro di Tremoni “La paura e la speranza”. Andiamo al discorso del ministro, è meglio.
Ho visto un Tremonti nervoso, respirava a fatica e alla fine ha dimenticato le dichiarazioni di voto del governo in tema di mozioni, forse è il caso di dire che le mozioni non sono leggi e possono essere disattese in mille e un modo.
Per Tremonti, le opposizioni accusano il governo di immobilismo e propongono un altro programma di governo. Egli ha elencato i molti provvedimenti presi, dei principali vi ho parlato a suo tempo e ricordo che lodai social card e scudo fiscale, per il resto sono i soliti cerotti, a parte la garanzia statale sui depositi bancari nelle banche e gli ammortizzatori in deroga (che finiranno presto). Sull’ICI sulla prima casa dovrò tornare mentre giudico risibile (in tempi di forti perdite) la detassazione degli utili reinvestiti nei beni immobili. Il nucleare è un miraggio e forse lo sono anche federalismo e riforma fiscale.
Tremonti ha confrontato anche le perdite degli altri paesi e posso condividere la sua analisi, ma continuo a pensare che la nostra crisi sia in avvicinamento e non passata.
Egli ha detto che abbiamo perso 85 miliardi di esportazioni, ma c’è la ripresina!
Da un lato abbiamo il terzo debito pubblico del mondo, ma siamo anche la seconda manifattura.
Se avremo un disastro potremo dire che Tremonti non se l’aspettava e non credo che in futuro loderemo la Banca del Mezzogiorno o il Fondo Italiano di Investimento.
Il governo lavora a un fondo per l’edilizia sociale, un provvedimento da 2,5 miliardi che dovrebbe realizzare 50.000 alloggi in 5 anni.
Chiudo rammentando il nervosismo e che è dovuto intervenire Fini con la richiesta delle indicazioni di voto sulle mozioni. Il governo ha detto si alle mozioni di maggioranza, sia quella di Lo Monte che quella Cicchitto.
SUBITO DOPO I GRUPPI HANNO FATTO LE DICHIARAZIONI VOTO.
La Malfa è all’opposizione (non lo sapevo), ha ricordato il decennio di stagnazione e paventato la prospettiva di grande debolezza futura. Bisogna ridurre le tasse e servono investimenti in scuola e infrastrutture. Ci sono ancora troppe spese improduttive.
Brugger delle minoranze linguistiche ha criticato il poco tempo concesso al suo gruppo e la scarsità dei provvedimenti a favore della piccola impresa. Loro non credono alla promessa della riforma fiscale: Brugger ha chiesto anche l’introduzione del quoziente familiare.
L’onorevole Melchiorre del MAIE si è concentrata sulla disoccupazione femminile e sui giovani, la sua analisi è lucida, mancano le soluzioni!
Del triste caso dell’onorevole Commercio ho già parlato, rammento che i leghisti fingevano di leggere l’ultima pagina del loro quotidiano!
L’onorevole Iannaccone di Noi Sud – Lega Sud Ausonia ha attaccato la Fiat e ha elogiato il governo per gli ammortizzatori sociali, la social card, i prestiti alle giovani coppie, il dilazionamento dei mutui e anche perché le tasse non sono aumentate. Un membro fulgido della casta, indubbiamente! Come risolverebbe lui la questione meridionale? Con la riforma della giustizia e con il federalismo fiscale ……
Tabacci API ha parlato di televisioni e criticato la propaganda del governo che nasconde la crisi che non sa contrastare. in generale sono troppe le riforme mancate.
DI PIETRO IDV STENTA UN PO’ ALL’INIZIO POI HA UN CRESCENDO. Unisce nella critica Tremonti e Berlusconi e constata che un anno così duro era stato visto solo nel 1945. Il 2009 è stato l’anno dei profittatori e del – 17,4% nella produzione industriale, del – 21% delle esportazioni. Hanno chiuso migliaia di piccole imprese e questo ha fatto crescere la disoccupazione dal 6,8% al 8,6%.
I senza lavoro sono 600.000, stima Confindustria e questo porta il dato complessivo della cassintegrazione al 10%. La piccola industria ha perso il 40% del fatturato.
Riporto il dato sui salari, l’Italia è ventitreesima come livello salariale fra i paesi OCSE.
I nostri salari sono inferiori del 44% rispetto all’Inghilterra, del 32% rispetto all’Irlanda, del 28% rispetto alla Germania, del 19% rispetto alla Grecia, del 18% rispetto alla Francia e del 14 rispetto alla Spagna!
Sulla questione meridionale Di Pietro mi ha donato il dato che cercavo da mesi: i salari sono più bassi del 25% rispetto nord, ma la vita costa sì di meno, ma solo del 16%.
TUTTO IL PAESE E’ AL COLLASSO (ecco il rischio che segnalo anche io).
Subito dopo denunciò il centralismo leghista e rammentò che hanno chiuso 110.000 attività commerciali. Anche il dato sull’aumento delle tariffe lo esprime solo Di Pietro: acqua, gas e trasporti sono aumentati di 600 euro all’anno.
I poveri sono il 13% della popolazione e il governo crea disuguaglianza e rivolta sociale fra coloro che non arrivano alla fine del mese.
Chiudo la mia sintesi con il dato sulla povertà giovanile, anche questo è significativo: i giovani poveri sono il 19,3%. Di Pietro ha promesso contrasto duro, da resistenza!
SUBITO DOPO HA PARLATO CASINI UDC E HA DATO ALTRI DATI SIGNIFICATIVI.
Egli ha esordito ricordando che l’Italia stava male anche prima della crisi, avevamo perso un 15% di PIL nel decennio precedente. Anche lui ha parlato di giovani e ha dato il dato della disoccupazione giovanile ovvero il 26%.
Sul +123% di cassa integrazione si sono soffermati in tanti, ma solo Casini ha ricordato i dibattiti venusiano di quelli che volevano 2 aliquote irpef o che promettevano di abolire l’IRAP.
I LAVORI DEL PONTE INIZIERANNO TRA 10 ANNI e l’UDC ha ribadito il suo favore, come dire, di prospettiva!
Quest’anno la spesa pubblica è cresciuta del 3,1% il rapporto deficit/PIL è passato dal 2,7 al 5,3 e quello tra debito e PIL è passato dal 105 al 115. Sono questi i dati veri della spesa cattiva ed eccessiva.
COSA PROPONE L’UDC? Per questo partito è arrivata l’ora delle grandi riforme strutturali essenziali e fa 10 proposte.
1) Sblocco del patto di stabilità per i comuni;
2) blocco per un anno degli studi di settore;
3) cedolare secca sugli affitti;
4) velocizzare i pagamenti della pubblica amministrazione alle piccole imprese;
5) introdurre il quoziente familiare: + figli – tasse;
6) fare la riforma previdenziale (qui vigiliamo, please) – siamo alla casta contro i pensionati;
7) liberalizzare nei servizi pubblici locali con + concorrenza e tariffe più basse;
8) riforma della pubblica amministrazione: sono 17 i miliardi di spesa incontrollata;
9) Nucleare (con l’annesso esborso economico da fare);
10) cuneo fiscale (che vuol dire +20% rispetto ai concorrenti e gli stipendi sono più bassi.
Subito dopo è intervenuto Gibelli della Lega Nord e ha criticato gli assistenzialismi di stato.
Ha fatto bene a criticare il debito pubblico in sanità in molte regioni di opposizioni, oggi non lo sono più, ma restano quei debiti. Sul tema del lavoro ha attaccato Casini e di Pietro e si è ricordato anche della manodopera straniera. A parte questo mi è parso nervoso pure lui, per me nemmeno la Lega è un modello per quelle imprese che sono state e saranno travolte. Inserisco qui un piccolo plauso alla legge sul made in Italy, (ristretta a 3 settori), ho detto qualcosa di più nello scritto precedente. Mi piace che abbia lanciato la sfida sul federalismo e in particolare su quello fiscale. Se si parla di spesa responsabile si può ragionare, almeno io so cosa sia, ma per me cercano di vendere il libro dei sogni. L’ultima sottolineatura è per il piccolo litigio con Fini, l’ho fatto anche nelle pagine precedenti.
Bersani è intervenuto con Franceschini accanto e ha chiesto sei progetti forti e non 6 progetti sbagliati che cita in serie.
a) mega condono agli evasori;
b) 2/3 miliardi persi per Alitalia;
c) -20 miliardi di entrate IVA;
d) +12 miliardi di spesa pubblica;
e) -8 miliardi di tagli alla scuola nei 3 anni (questo dato lo cercavo da mesi);
f) -9 miliardi di investimenti per questo anno!
Dopo ha concluso che non stiamo meglio degli altri e l’ha quasi dimostrato, se sapesse che il peggio è in avvicinamento.
Bersani fa bene a dire che la benzina costa quanto costava quando il petrolio aveva un prezzo doppio: come mai accade questo? Bersani non l’ha detto, doveva essere chiaro.
Ha preferito chiedere un PIANO ANTI CRISI in tre punti:
1) tante piccole opere ovvero 1000/2000/3000 cantieri (questi sono calati del 30%);
2) efficienza energetica e politica industriale;
3) fare le riforme.
Nel finale ha criticato la Lega: “Il carroccio va con l’imperatore e gli tiene la sedia”.
Ha considerato come provvedimento elettorale i 300 milioni di incentivi e ha chiuso con il conflitto televisivo e le telefonate famose, per me è manierismo!
Cicchitto ha chiuso il dibattito con qualche punto di pregio, ha fatto bene a ricordare la messa in sicurezza del sistema bancario, ma sui vincoli di bilancio è vicino il momento di sciogliere i cordoni. Si è soffermato sulle difficoltà europee, ma purtroppo ha parlato di timidi inizi di crescita quando si tratta solo del suono dei violini sul Titanic.
Anche lui ha tirato il sassolino: qualcuno specula sull’euro! Non ha fatto nomi.
Tralascio la critica a Bersani mentre concordo quando dice che il rigore ce l’ha chiesto l’Europa e avrei sperato che l’avessero fatto contenendo le spese. Il contenimento c’è stato solo a livello locale.
Giudico più positiva la lotta all’evasione, meno male che abbiamo recuperato quei 9 miliari.
Mi aspettavo dei progetti, non gli ho avuti e allora alzo al 30% le possibilità del governo Letta, per ora abbiamo le dimissioni rivedibili di Fitto! Questa è una notizia dell’ultima ora.
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