Andare in montagna in sicurezza: le dieci regole fondamentali
(In montagna con noi in sicurezza e simpatia, Cai, 1992)
1. Preparati fisicamente per poter sostenere gli sforzi che la montagna comporta.
2. Preparati moralmente con quella carica di energia interiore che consente di far fronte qualsiasi evenienza.
3. Preparati tecnicamente aggiornando le tue conoscenze
sull'equipaggiamento e sul suo impiego in modo di poter procedere
agevolmente su qualsiasi tipo di terreni.
4. Conosci la montagna e i suoi pericoli (maltempo, scariche di
pietre, valanghe e crepacci) in modo da poterli evitare. Informati sulle
previsioni meteorologiche.
5. Conosci i limiti delle tue forze e conserva sempre un adeguato margine di energie.
6. Scegli le imprese adatte alle tue possibilità e studia preventivamente il percorso.
7. Scegli bene i compagni di cordata per poterne fare pieno affidamento anche nell'emergenza.
8. Non lasciarti trascinare dall'ambizione o da un malinteso spirito
di emulazione in imprese superiori alle tue possibilità.
9. Stai costantemente all'erta soprattutto là dove le difficoltà
diminuiscono e quando la stanchezza annebbia i tuoi riflessi.
10. Trova il coraggio della rinuncia. Non c'è da vergognarsi. Le montagne ci attendono sempre anche la prossima volta.
Quando e come chiamare il soccorso
Senza dimenticare che ogni intervento costituisce
un dispendio di energie, risorse economiche e spesso mette in
situazione di pericolo i soccorritori, il CNSAS va sempre allertato
quando si ritiene che, per incidenti od altro, sia seriamente
compromessa l'incolumità delle persone coinvolte. Va sempre più
diffondendosi la falsa cultura che qualcun
altro deve garantirci la sicurezza ovunque e che, in caso di
difficoltà, ci sarà sempre qualcuno che ci tirerà fuori dai guai. Non è
sempre così ed in montagna, così come in tante altre situazioni, ad
esempio in caso di condizioni meteorologiche avverse, le squadre di
soccorso possono impiegare anche parecchio tempo prima d'intervenire.
Quindi, è sempre bene disporre di conoscenze, esperienze ed attrezzature
necessarie per predisporre un'utile azione di autosoccorso.
In caso di necessità la chiamata al Soccorso
alpino deve avvenire attraversi il numero unico del Servizio Sanitario
di Urgenza ed Emergenza 118 comunicando quanto segue:
1. Da dove sta chiamando (Specificare all'operatore che ci si trova in montagna).
2. Fornire subito il numero del telefono da cui si sta chiamando
(se la chiamata dovesse interrompersi è importante che il telefono
venga lasciato libero per consentire alla Centrale Operativa di
richiamare).
3. Fornire l'esatta località dove è ubicata l'area da cui si sta
chiamando (Comune, Provincia od in ogni caso un riferimento importante
di ricerca rilevabile sulla cartina).
4. Se in possesso di altimetro, (tarato prima di partire) fornire la quota del luogo dell'evento.
5. Fornire indicazioni di cosa è visibile dall'alto (pendio, bosco, cima, rifugio, ecc..).
6. Dire cosa è successo: (lasciarsi in ogni caso intervistare
dall'operatore di centrale che avrà necessità di conoscere, per un buona
valutazione sanitaria, la dinamica dell'incidente).
7. Dire quando è successo (la precisa identificazione dell'ora
dell'evento può far scattare diverse procedure, come ad esempio la
gestione via telefonica di una rianimazione cardio-polmonare).
8. Dire quante persone sono state coinvolte nell'evento.
9. Fornire le proprie generalità (questa informazione fa perdere solo alcuni secondi all'emergenza ma è molto importante).
10. Stabilire con certezza se la persona coinvolta ha difficoltà
respiratorie; se è cosciente; se perde molto sangue, ecc.: In ogni caso,
lasciarsi intervistare dalle domande dell'operatore (normalmente
l'intervento di soccorso è già scattato, ma le richieste successive
servono per inquadrare con più precisione quanto potrà essere necessario
all'équipe di soccorso fornendo loro i dati successivi via radio).
11. Informare correttamente sull'esatta posizione del ferito (se
seduto, se disteso supino, se disteso prono, se appeso, ecc.).
(da "Sicuri in montagna", un progetto per la
prevenzione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Club
Alpino Italiano)
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Un buon AMICO...
Una scarpa da montagna e da trekking è davvero
un buon amico nel corso di lunghe gite.
Da fare!
• pulite la scarpa
dopo l'uso, una scarpa ha bisogno di cura per durare a lungo e mantenere
l'efficienza. Per la pulizia di base bastano una spazzolata e acqua
pulita.
• lavate anche il piantare,
ad esempio in lavatrice a 30 gradi, oppure a mano se è in pelle. Nel
piantare si nascondono sudore e depositi di sale che vanno tolti. Il
sale indurisce la pelle, screpolandola.
• lavate anche la parte interna della scarpa, per togliere i resti di sale.
• fate asciugare la scarpa in un luogo ventilato, non troppo caldo. La regola fondamentale è "concedere il tempo necessario".
• per mantenere impermeabile
la scarpa, trattatela con un prodotto impregnante e ceratela. Gli spray
impregnanti però non sono dei prodotti di cura nel senso classico, ma
rendono la scarpa innanzitutto idrorepellente, quindi..
• concedete alla pelle un
materiale naturale, un "nutrimento" regolare". Se la scarpa viene solo
spruzzata, la pelle alla lunga si secca e si screpola. Per questo
bisognerebbe trattare la pelle con un po' di Sportwax. Per scarpe in
velours o combinazione di cordura e pelle/velours dovreste usare per la
cura degli specifici spray nubuk che mantengono l'aspetto originale
della pelle.
Potete trattare la pelle velours anche con Sportwax, la pelle però diventa liscia e più scura, perdendo l'aspetto originale.
• affinché ganci e asole non arrugginiscano, trattate anch'essi con cera o ungeteli con vaselina.
• controllate di tanto in tanto i lacci, affinché non si rompano durante l'escursione, dove spesso non ne abbiamo di scorta.
• durante la cura della
scarpa i lacci devono essere tolti. E' molto importante curare le pieghe
della linguetta perché in quel punto la pelle è molto sottile, ma molto
esposta all'umidità.
• quando riponete la scarpa
dovreste usare dei tendiscarpe in legno. Le scarpe mantengono la forma
più a lungo, ciò vale per le scarpe da montagna e da trekking, ma anche
per quelle da tutti i giorni.
Da non fare!
- non utilizzate getti di aria compressa per togliere lo sporco dalle vostre scarpe; potreste rovinare la pelle.
- non
mettete la scarpa in lavatrice. Con le vostre scarpe da footing potrebbe
anche funzionare, ma quella da montagna non lo gradirà molto, perché la
pelle con il calore si secca.
- non
fate asciugare la scarpa vicino al termosifone, alla stufa, al fuoco
aperto, sotto il sole cocente o vicino ad un'altra fonte di calore. La
pelle si screpola, si rompe e la scarpa si rovina irrimediabilmente.
- non chiudete la scarpa ermeticamente, la pelle vuole respirare e nel peggiore dei casi può addirittura ammuffire.
- non utilizzate acidi o altri prodotti forti per togliere lo sporco ostinato dalla pelle.
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Bastoncini per camminare in montagna, come si usano?
20 ottobre 2011 - Autore: Gege Agazzi
BERGAMO — L’abitudine di usare i
bastoncini in montagna si è instaurata da non molti anni, ma ha avuto
subito un discreto successo. I bastoncini telescopici, prodotti in
materiali molto leggeri ed assolutamente maneggevoli, possono essere
utilizzati infatti, sia in salita che in discesa, e sono in grado di
alleggerire soprattutto la colonna vertebrale e gli arti inferiori.
Ma è bene sapere come utilizzarli, al fine di
ricavarne tutti i benefici. A proposito dell’utilizzo dei bastoncini in
montagna nel 2008 la Commissione Medica dell’UIAA ha messo a punto delle
linee-guida rivolte a medici, non medici, operatori di trekking e
spedizioni alpinistiche. E’ fondamentale infatti,
fare un giusto utilizzo di questi supporti tecnici che, nella camminata
in montagna, sono n grado di alleggerire la colonna vertebrale e gli
arti inferiori.
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