Percorso geologico naturalistico "D'Ambrosi"

Carso di Buie - Istria (Croazia)



 

L'ambiente:

L'area del " Carso di Buie" è compresa tra la Valle della Dragogna e quella del Quieto ed ha un andamento ovest-est tra le località di Buie e Stridone.
Si tratta di un altipiano carsico che per struttura geologica viene definito anticlinale spianata, con una quota media variabile dai 300 ai 400 metri di altitudine.
Il Carso di Buie, nella sua zona più settentrionale, è costituito dalla " Formazione del Flysch", alternanza di marne, arenarie, arginiti, siltiti di età eocenica superiore-oligocenica. A sud di questa formazione compaiono le varie facies delle serie calcaree ad Alveoline, Assiline e Nummuliti di età paleocenica-eocenica, in particolare lungo la strada che da Marussici conduce a Cepici. Da Tribano a Portole sono largamente presenti calcari e dolomie del Cretacico superiore. Sui calcari si assiste alla presenza di suoli rossastri (terre rosse). Nella parte degradante verso la Valle del Quieto, Piemonte-Grisignana, ricompaiono le alternanze del Flysch, dove i suoli hanno una colorazione grigio-giallognolo chiara (terre bianche).
Le rocce arenaceo-marnose del Flysch sono impermeabili e quindi soggette ad una degradazione meccanica con scorrimenti idrici superficiali in una serie assai reticolata di ruscelli e torrenti, quasi tutti degradanti verso sud nelle valli chiuse che per la loro particolare morfologia non permettono alle acque che le percorrono di raggiungere il mare in superficie, ma per vìa sotterranea. Qui le acque scompaiono inghiottite da grotte o meglio cavità carsiche, nella fascia di contatto tra il Flysch ed i calcari larga poche centinaia di metri e affiorante da Castelvenere a Cepici, dove iniziano un percorso sotterraneo verso ignota destinazione. Tra Marussici e Stridone sono stati esplorati e rilevati, come fenomeni del carsismo ipogeo istriano, otto cavità-inghiottitoi e pubblicati negli anni venti sulla rivista " Alpi Giulie".
Sopra una fronte poco più lunga di undici chilometri otto sono dunque le valli percorse da altrettanti torrenti, e precisamente le valli del M.Oscurus, Bazuie, Goliachi Suschi, Sterna Filaria, Cepici, Michilinizza Pregon e Stridone. Tra tutti gli inghiottitoi s'impone la "Voragine di Sterna Filaria", come uno dei più imponenti fenomeni carsici dell'lstria. Negli ultimi due decenni sono state effettuate delle esplorazioni e rilevamenti nelle cavità e gallerie sotterranee di alcuni inghiottitoi dalle società speleologiche di Buie, Capodistria e Pisino. Nella zona sono frequenti esempi di ex cave di bauxite, minerale che veniva usato per ricavare l'alluminio. Si tratta, secondo gli studi del geologo Carlo D'Ambrosi, che contribuì in modo determinante alla conoscenza della struttura geologica delia penisola istriana, di resti di un paleosuolo carsico che si è formato con un'emersione dell'lstria e del Carso alla fine del periodo del Cretacico (66,5 milioni di anni fa).

Il percorso:

Il percorso, che si divide in tre parti e si inoltra rispettivamente nei comuni di Buie, Grisignana e Portole, è stato realizzato a cura dell'Assessorato alla cultura della municipalità di Buie e del Museo di Storia Naturale di Trieste, in ricorrenza del centesimo anniversario della nascita del geologo Carlo D'Ambrosi, nativo di Buie.

1. Percorso ad anello nelle valli chiuse di Stinizze e Bazuie
In prossimità della tabella segnaletica indicante il paese di Marussici si imbocca un viottolo, che in leggera discesa, porta alla Valle Stinizze percorsa da un ruscello. Dopo 100 metri, attraverso un varco nel muretto sulla sinistra, sì raggiunge tra una folta vegetazione la grotta - inghiottitoio Potleca, dedicata allo speleologo buiese Vinicio Potleca. Si tratta di una piccola cavità che raccoglie le acque provenienti dalle arenarie del Flysch, dove al contatto con i calcari vengono drenate nel sottosuolo carsico. Proseguendo a valle lungo il torrentello si arriva dopo 500 metri alle suggestive cascatene Stinizze, che sovrastano delle conche nella roccia. Al ritorno si imbocca il viottolo subito oltre !a strada asfaltata che porta al primo nucleo abitativo di Marussici, dalle tipiche case in pietra, dove su una di esse una targa segnala di una grande alluvione avvenuta in loco per l'otturamento dell'inghiottitoio sunnominato. Si oltrepassa l'abitato per prendere alla sinistra, dopo la curva, il sentiero che si snoda per quasi 1,5 km, tra una folta vegetazione di pini, abeti, cerri e querce, nel grande Bosco Cornaria. Il sentiero segue il margine nord del bosco di demanio statale, segnalato ancora da diversi cippi di confinazione, il primo dei quali è il cippo censuarìo del 1754. Al primo bivio si prende la destra e poi tenendosi sempre alla sinistra, si arriva alla Cava Cornaria, ancora in esercizio, dalla quale si ricavano dei blocchi di calcare cretacico bianchissimo, molto puro. Si prosegue fino alla strada asfaltata, che si attraversa, per prendere dopo qualche decina di metri in discesa, il viottolo che porta alla Valle Bazuje. Nel mezzo dei prati, una lunga muraglia di folta vegetazione nasconde una serie di cavità e l'inghiottitoio Bazuje che raccoglie tutte le acque del versante che affluiscono nel ruscello omonimo. Si continua sullo sterrato lungo la valle che conduce alla strada asfaltata da dove sì raggiungono i campi sportivi e la Casa di cultura di Marussici, con il prospicente Parco "Forma viva" le cui sculture sono state ricavate dai blocchi di calcare della Cava Cornaria.

2. Le valli chiuse di Sterna e Filaria
Da Marussici dopo 3,5 km in direzione di Sterna, all'incrocio Filaria-Butori subito dopo una curva a sinistra, si trova il largo orifizio della grotta-inghiottitoio Filaria, dove s'immette il torrente Bondraga con una bella cascata al termine di un bacino, dal quale l'acqua tracima in un pozzo profondo 16 metri. L'acqua contìnua il suo percorso in una galleria che scalando si inabissa nelle viscere della terra e che fu esplorata per una lunghezza di mezzo chilometro ad una profondità di 230 metri. Poco più alto un mulino, fuori uso, con il caratteristico tetto in lastre di pietra calcarea. Si raggiunge Sterna, nei pressi della chiesa di S. Michele Arcangelo del XV secolo, isolata in mezzo ad un pianoro posto nell'area di confine tra i calcari ed il Flysch. Proprio dietro alla chiesa un altro torrentello scompare nell'inghiottitoio di Sterna, costituito da una breve galleria lunga 24 metri, che termina con un laghetto sifone. Dal vicino abbeveratoio una strada sterrata carrabile si diparte sulla sinistra: la si segue lungo il torrentello sopracitato fino alla svolta che porta in collina. Procedendo per ancora un centinaio di metri sulla destra si raggiunge la zona dei "calanchi". Si tratta di una particolare morfologia che interessa dei terreni marnosi, dotati di un'elevata erodibilità che dà luogo ad un paesaggio arido, completamente privo di vegetazione e solcato da profondi canali. Si attraversa poi il paese di Sterna in direzione di Portole. Poco dopo una stradina asfaltata sulla sinistra porta alle Case Metesi. Nei pressi vi sono frequenti esempi di ex cave di bauxite. Si ritorna al bivio di Sterna per prendere la direzione di Grisignana. Proseguendo per 1 km circa, dopo una doppia curva, nei pressi di un cippo chilometrico, si prende sulla sinistra una strada sterrata, la si segue per 350 metri sino ad incontrare una linea elettrica. Per terreno carsico in leggera discesa si giunge in breve ad un belvedere naturale sull'imponente Voragine di Sterna Filaria dal diametro di 300 metri ed una profondità di 110 metri, dove la temperatura si abbassa di 1 grado ogni 7-10 metri man mano che si procede verso il fondo. E' un maestoso inghiottitoio di un corso d'acqua oggi scomparso che proveniva dalla zona a Flysch posta a nord di Sterna. Per i numerosi corvi che si trovano in loco viene chiamato Vranjak cioè nido di corvi.

3. La valle chiusa di Pepici
Da Sterna si prosegue verso Cepici. Dopo 800 metri, prendendo la direzione di Pristi, si arriva sul dosso di una collinetta dove a sinistra si eleva la chiesa della Madonna della Neve del XV secolo in stile gotico, affiancata da un imponente tiglio secolare. Attorno giovani roveri e in primavera orchidee spontanee e altri fiori di campo. Ritornati sulla principale sì prosegue in salita verso il vicino abitato di Cepici, che conserva nelle sue belle costruzioni in pietra calcarea le testimonianze architettoniche tipiche del borgo istriano. Sulla sinistra, dopo le ultime case, una strada sterrata di 400 metri s'inoltra in discesa tra un boschetto di pini neri dove si espandono gli aromi del timo, della santoreggia e di altre piante di brughiera. Improvvisamente la vista spazia sulla valle sottostante: un mare di verde cangiante in una visione da favola. Dopo aver oltrepassato delle alte pareti rocciose, dove sono state sistemate una decina di vie per arrampicare, si guadagna il fondo valle e si raggiunge, attraverso i prati, la base della parete calcarea, dove si susseguono nel tratto di 200 metri i tre inghiottitoi di Cepici che raccolgono le acque del torrente Malinsca. Nei periodi di forte piovosità in questo bassopiano si forma un vasto lago temporaneo, che dà al luogo un aspetto assai caratteristico.

  Difficoltà: T


torna agli itinerari
home